Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: MooNRiSinG    30/09/2011    6 recensioni
"Era ragionevolmente sicuro che un giorno o l’altro avrebbe finito per strangolare Blaine Anderson. Ed era altrettanto sicuro che qualsiasi giuria sana di mente gli avrebbe concesso tutte le attenuanti del caso."
Fanfiction interamente dedicata alla coppia Kurt/Blaine.
Disclaimer: i personaggi di Glee non mi appartengono, così come tutte le canzoni citate.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kurt fissò per l’ennesima volta la sua immagine riflessa nello specchio, lisciando con scrupolo maniacale la giacca del suo smoking nero.
Mercedes alzò gli occhi al cielo in un preghiera esasperata, poi decise di essere magnanima e di salvarlo prima che andasse in autocombustione per l’ansia: “Giuro che se non la pianti di dare la caccia alle pieghe fantasma su quel completo ti costringerò ad andare al ballo travestito da Ghostbuster!”
“Non oseresti…” sibilò Kurt incerto, voltandosi verso di lei ed indietreggiando cautamente di un passo.
La ragazza puntò un dito contro di lui con fare minaccioso: “Oserei eccome, e tu lo sai benissimo. Quindi, se non vuoi presenziare all’evento sociale della stagione avvolto in un’orrenda tuta in poliestere di dieci taglie superiore alla tua, porta immediatamente il tuo culo smilzo lontano da quello specchio!”
 Il ragazzo eseguì l’ordine prontamente e lei concentrò la sua attenzione sulla porta del bagno, determinata a risolvere anche il secondo dei suoi problemi: “Rachel, se non esci da lì entro cinque secondi giuro che ti trascino al piano di sotto tirandoti per i capelli… sono stata abbastanza chiara?!”
La porta si aprì solo di pochi centimetri e Rachel fece capolino: “Ragazzi, davvero, non mi sento a mio agio ad andarmene in giro conciata così… mi sento ridicola!”
Gli altri due si limitarono a fissarla con uno sguardo gelido finché non si decise a trascinarsi nella stanza con un’aria a metà fra il disperato e il rassegnato che non sarebbe stata fuori luogo sulla faccia di un condannato alla ghigliottina.
Kurt si lasciò sfuggire uno squittio deliziato e batté le mani in segno di approvazione: “Rachel, sei un incanto!”
La ragazza, ancora insicura nonostante la reazione dell’amico, si mordicchiò il labbro inferiore e si girò verso lo specchio: Kurt aveva scelto per lei un vestito di un giallo chiarissimo, con uno stretto corpetto ricamato e un’ampia gonna che sembrava fatta di un velo impalpabile.
Mercedes le si affiancò, passandole un braccio intorno alla vita: “Non sono ammesse proteste: la tua carnagione è perfetta con questo colore! Sorridi: se lo indossasse Quinn sembrerebbe una meringa al limone sciapita.”
Rachel sorrise, leggermente rinfrancata.
Il trillo del campanello li colse totalmente impreparati.
“Sono loro!” squittì Kurt in preda all’agitazione.
“Non è possibile! Sono in anticipo di almeno un quarto d’ora!” bofonchiò Rachel, saltellando su un piede solo nel tentativo di allacciarsi un sandalo.
L’altro scosse il capo in segno di compatimento: “Tesoro, non so che razza di gente tu sia abituata a frequentare - anzi, aspetta, lo so! – ma la Dalton sarebbe in grado di trasformare un qualunque adolescente sostenitore delle serate di rutto libero nella quintessenza del gentiluomo. E lo sai qual è la regola numero uno del galateo degli appuntamenti?”
“Mai darla via al primo appuntamento?” suggerì Mercedes zelante.
Kurt la incenerì con lo sguardo: “No, Mercedes, l’altra regola! Mai far aspettare una signora! Dio, cosa c’è che non va in te?”
Lei roteò gli occhi e acchiappò la borsetta: “Andiamo, sono curiosa di vedere il mio accompagnatore. Spero vivamente che tu non mi abbia rifilato una fregatura.”
Il loro arrivo alla sommità della scalinata fu salutato dall’assai lusinghiero rumore delle mascelle dei  ragazzi che entravano in collisione con il pavimento.
Alla vista di Blaine, Kurt avrebbe volentieri seguito il loro esempio, lasciando volare la mandibola in caduta libera verso il suolo, ma una secca gomitata di Mercedes gli ricordò di mantenere un certo grado di dignità.
Rachel, dal canto suo, sembrava sul punto di svenire da un momento all’altro per la tensione e Kurt pensò che se non si fossero sbrigati a sciogliere il ghiaccio avrebbero finito per passare la serata al pronto soccorso.
Blaine fu il primo a riprendersi e si avvicinò a Kurt, porgendogli con sorriso timido il piccolo bouquet di fiori che aveva scelto per lui.
Il ragazzo aveva fatto letteralmente impazzire la vecchietta che gestiva il piccolo negozio di fiori vicino a casa sua: l’aveva costretta ad ascoltarlo per mezz’ora mentre blaterava sulla necessità di trovare il corsage perfetto e poi aveva sistematicamente bocciato tutte le sue proposte, costringendola a ribaltare il retrobottega come un calzino per trovare qualcosa che si intonasse con il colore degli occhi di Kurt.
Al momento di pagare le aveva subdolamente assestato la stoccata finale ringraziandola ed esclamando con espressione candida che il suo ragazzo lo avrebbe adorato: l’anziana signora gli era sembrata praticamente ad un passo dal suo primo attacco cardiaco.
Mentre faceva scivolare il nastro di raso attorno al polso di Kurt, non poté fare a meno di pensare che sarebbe valsa la pena di affrontare un intero esercito di fioraie omofobe pur di vedere il sorriso che il ragazzo gli stava regalando in quel preciso istante.
Lo fissò per un attimo con gli occhi sgranati, la voce ridotta ad un sussurro roco: “Sei bellissimo.”
Le guance di Kurt si tinsero immediatamente di un rosso acceso e lui si ritrovò per l’ennesima volta a maledire la sua carnagione, che rendeva evidente ogni suo minimo segno di imbarazzo.
Era sicuro che se avesse provato a parlare la sua voce lo avrebbe chiaramente tradito, trasformandosi in una specie di squittio incomprensibile, quindi si limitò a stringere le mani di Blaine fra le sue.
Un colpo di tosse discreto li riportò improvvisamente alla realtà. Blaine sentì le guance andargli a fuoco e si voltò di scatto verso i suoi amici, che lo stavano fissando con un ghigno divertito.
Kurt scosse il capo con rassegnazione e posò una mano sulla schiena di Rachel e Mercedes, spingendole gentilmente verso i due ragazzi: “Mie adorabili signore, sono dolente nel comunicarvi che questi due individui saranno i vostri accompagnatori nel corso di questa lunga serata. Confido che cercheranno di comportarsi in maniera meno riprovevole del solito e che non mi costringeranno ad inseguirli fino a Westerville armato solo di una mannaia e della mia sete di vendetta.”
Wes e David si mossero in perfetta sincronia, raggiungendo le loro compagne e baciando loro galantemente la mano.
Kurt sentì Blaine mormorare qualcosa che suonava curiosamente come ‘maledetti ipocriti’, ma decise di non approfondire.
Una volta fuori, non poté dirsi davvero stupito nello scorgere un’elegante limousine parcheggiata nel vialetto di casa sua: nel corso della sua breve esperienza alla Dalton si era infatti abituato alle stravaganti galanterie di cui sembravano essere capaci gli studenti della scuola.
La stessa cosa non poteva dirsi per le ragazze e Kurt fu in grado di sentire chiaramente un gemito strozzato sfuggire dalla bocca di Rachel prima che lei si affrettasse a tapparsela con una mano.
Con sua enorme sorpresa, Mercedes si diresse con passo sicuro verso Blaine e lo trascinò in un abbraccio che rischiò di mandargli le costole in frantumi e il cervello in ipossia: “La prossima volta che voglio uscire con un ragazzo, Anderson, ricordami di chiedere a te di trovarmelo.”
Blaine rise compiaciuto e fece loro segno di salire in macchina: il loro ballo li stava aspettando.
 
 
La mente di Kurt stava divagando, persa in sentieri decisamente poco opportuni.
La serata fino a quel momento era andata liscia come l’olio: lui e Blaine si erano tenuti moderatamente in disparte in modo da attirare il meno possibile l’attenzione dei trogloditi che popolavano il McKinley e si erano divertiti a commentare in maniera impietosa i vestiti degli altri studenti e la loro abilità come ballerini (Finn in particolare sembrava essere una fonte inesauribile di spunti in entrambi i sensi).
Ma poi Blaine era salito sul palco ed aveva cominciato a cantare, afferrando l’asta del microfono ed accarezzandola con un fare voluttuoso e totalmente inconsapevole che lo aveva mandato letteralmente fuori di testa.
Kurt aveva sgranato involontariamente gli occhi: era certo che se quell’asta fosse stata in grado di parlare avrebbe sicuramente gridato alla molestia sessuale… oppure si sarebbe semplicemente accasciata sul pavimento gridando ‘prendimi, sono tua!’
Da quel momento in poi non era più riuscito a distogliere lo sguardo dalle mani di Blaine, che continuavano a fare cose che facevano desiderare a Kurt di essere in grado di teletrasportare entrambi sul letto di camera sua per dare inizio… già, per dare inizio a cosa?
I suoi ormoni avevano subdolamente ingannato la sua mente, costringendola a guardare dall’altra parte mentre lui si poneva quella fatidica domanda, finalmente libero dalle sue solite inibizioni.
Fu proprio in quel momento che il ragazzo si accorse di volere qualcosa che non aveva mai nemmeno preso in considerazione: con Blaine ogni gesto riusciva ad essere magico, romantico ed intimo e Kurt era sicuro che anche per il sesso non sarebbe stato diverso.
Non avrebbe mai potuto trovare sporco o grossolano un momento di condivisione fra loro due e questa certezza aveva pian piano spazzato via le sue paure e le sue resistenze senza che lui se ne rendesse realmente conto.
Quando il suo ragazzo gli corse incontro, gli occhi ancora pieni di quell’eccitazione che lo pervadeva sempre quando si trovava ad esibirsi di fronte al pubblico, l’unica cosa che avrebbe voluto sarebbe stata trascinarlo in un angolo oscuro della palestra e baciarlo fino a perdere i sensi… ma sapeva benissimo che non sarebbe stata una mossa prudente e si costrinse ad aspettare almeno fino a quando sarebbero stati al sicuro fra le mura di camera sua.
Quando Blaine si fermò davanti a lui, si limitò quindi a prendergli la mano e a rivolgergli un sorriso luminoso… sorriso che si spense immediatamente non appena vide cosa stava succedendo nel bel mezzo della pista da ballo.
Finn si era fatto strada fino a Wes e Rachel e torreggiava minacciosamente sul capo del consiglio dei Warblers, che però non sembrava minimamente turbato dalla situazione.
Kurt si lanciò immediatamente verso di loro, subito seguito da Blaine, cercando di farsi largo in mezzo alla folla di studenti che si assiepava davanti al palco, consapevole che non sarebbe mai riuscito ad arrivare in tempo per evitare il disastro.
“Ehi, ti consiglio di tenere a posto le mani: la signorina è già impegnata!” sbottò Finn.
“Impegnata?” domandò Wes con un’espressione imperscrutabile, squadrandolo dal basso senza dare segni di disagio, “A me risulta che Rachel abbia accettato di partecipare a questa serata con me, quindi sì, effettivamente hai ragione: stasera lei è impegnata… ma con me!”
L’altro lo afferrò per la camicia , sollevandolo dal suolo di una decina di centimetri, ma lui non si scompose: “Se davvero vuoi continuare a comportarti in maniera così infantile, sei pregato almeno di aspettare il tempo necessario a spostare la questione fuori da qui: stai attirando troppo l’attenzione e con il tuo comportamento incivile stai spaventando la donna che dici tanto di volere.”
Quella frase bastò a calmare immediatamente la rabbia di Finn, che spostò lo sua attenzione su Rachel.
La ragazza stava praticamente tremando e si ritrasse di scatto quando lui allungò una mano per sfiorarla: “Non ti azzardare a toccarmi! Puoi provarci quanto ti pare, ma non ti permetterò di rovinare anche questa serata!”
Detto questo, afferrò la mano di Wes e lo trascinò via, senza voltarsi nemmeno una volta a guardare indietro.
Proprio in quel momento Kurt finalmente raggiunse il fratellastro e lo afferrò con decisione per il polso, cercando di attirare la sua attenzione: “Cosa diavolo credi di fare?!”
Finn si voltò verso di lui, furente: “E me lo chiedi? Tu, piuttosto: come hai potuto farmi una cosa del genere? Lo sai cosa provo per Rachel e nonostante questo…”
“Nonostante questo l’hai lasciata per tornare con Quinn.” proseguì l’altro al posto suo, “E adesso pretenderesti che lei rimanga ad aspettarti finché non ti sarai annoiato della tua Barbie bionda? Ti stai comportando in maniera ingiusta!”
Le sue parole sembrarono farsi lentamente strada nel cervello dell’altro, che si accasciò a sedere, prendendosi la testa fra le mani: “E’ solo che… fa male vederla felice senza di me.”
“Lo so,” mormorò Kurt, guardandolo impietosito, “ma devi capire che se continuerai a comportarti così finirai per fare del male non solo a Rachel, ma anche a te stesso e a Quinn.”
Finn annuì e si rialzò in piedi, allontanandosi con passo incerto in direzione dei bagni.
“Spero che stia semplicemente andando a darsi una rinfrescata e non a fare altro, perché dopo una scena così toccante sarebbe davvero una caduta di stile.” commentò David, che aveva osservato la scena da poco lontano, pronto ad intervenire in aiuto di Wes.
Blaine scosse il capo e fece scivolare la sua mano in quella di Kurt, mentre la voce calda di Mercedes intonava i primi versi di una romantica ballata.
“Mi concederesti questo ballo?” gli sussurrò dolcemente all’orecchio, sfiorandogli con il naso la pelle del collo e mandando una serie di piacevoli brividi a rincorrersi lungo la sua spina dorsale.
“Non credo che sarebbe una mossa prudente…” mormorò Kurt, mordendosi indeciso il labbro inferiore.
Ma l’altro gli aveva già passato un braccio attorno alla vita e lo stava guidando perfettamente a tempo con la musica e a lui non restò altro da fare che posare la fronte sulla sua spalla, lasciandosi sfuggire un sospiro soddisfatto.
Ballarono in silenzio per alcuni minuti, concedendosi il raro lusso di essere veramente loro stessi, senza preoccuparsi per le persone potenzialmente ostili da cui erano circondati al momento.
Purtroppo il mondo non tardò molto a interrompere quell’attimo di quiete perfetta: Blaine sentì una mano afferrarlo rudemente per una spalla e strapparlo dalle braccia di Kurt.
Si voltò e si trovò faccia a faccia con Karofsky, che aveva già sollevato il pugno, pronto a colpirlo.
 ‘Cosa mi aspettavo?’ pensò fra sé e sé, “Che le cose stavolta sarebbero state diverse? Sono stato uno stupido.”
Chiuse gli occhi, aspettando con rassegnazione che il bullo lo colpisse. Dopo alcuni secondi sentì la presa sulla sua spalla allentarsi e si costrinse a riaprire gli occhi.
Puck aveva afferrato saldamente il polso di Karofsky e lo stava torcendo con tutta la sua forza: “Dave, vedo che l’ultima volta io, Sam e Mike non siamo stati abbastanza chiari con te. Ti avevamo avvisato: tocca di nuovo Hummel e te la vedrai con noi.”
L’altro si lasciò sfuggire un grugnito sarcastico: “Teoricamente non stavo facendo un bel niente ad Hummel, me la stavo vedendo con questa specie di fatina che si comporta come se avesse il diritto di stare in mezzo alla gente normale.”
“Notizia dell’ultim’ora, idiota!” intervenne Sam, facendosi avanti, “Blaine ormai fa parte della famiglia, quindi anche per lui vale la stessa regola: se lo tocchi, dovrai fare i conti con tutti noi.”
“E cosa avreste intenzione di farmi?” ribatté Dave, cercando di nascondere ai ragazzi quanto fosse spaventato.
“Questo..” mormorò Puck quasi gentilmente, aumentando la pressione sul suo polso.
Karofsky lanciò un urlo e il ragazzo lo lasciò andare: “Ora che abbiamo chiarito questo piccolo concetto basilare, sparisci. Io e i miei amici vogliamo continuare a goderci la festa.”
Kurt si precipitò immediatamente verso Blaine, che stava fissando il vuoto con gli occhi sgranati: “Blaine, è tutto a posto? Oddio, lo sapevo che questo ballo sarebbe finito perfino peggio! Dimmi qualcosa, ti prego.”
Il ragazzo alzò su di lui uno sguardo pieno di stupore: “Non mi ha colpito.”
L’altro lo fissò per un attimo, interdetto: “Sì, Puck l’ha fermato, ma questo cosa…”
“Non capisci? E’ proprio questo il punto!” proseguì Blaine scuotendo il capo con forza, ancora incredulo, “Qualcuno è intervenuto e l’ha fermato. Quando mi hanno pestato alla mia vecchia scuola, alcune persone si sono accorte di quello che stava succedendo e hanno semplicemente scelto di voltare la testa dall’altra parte. Invece stavolta non è andata così, qualcosa è davvero cambiato… a qualcuno importava davvero.”
Kurt gli passò un braccio intorno alle spalle e lo strinse a sé, posandogli un bacio leggero sulla tempia: “Ti va di tornare a casa?”
“Possiamo restare, se vuoi.” protestò debolmente Blaine, “In fondo non è successo nulla di grave.”
Il ragazzo gli rivolse un sorriso malizioso: “Oh, non ti preoccupare: è da quando ti ho visto esibirti che muoio dalla voglia di tornare a casa!”
L’altro inclinò la testa, perplesso: “Non credo di capire.”
“Fidati,” ribatté lui con un sogghigno, “capirai molto presto.”
 


Finalmente mi è arrivata la mia mail da Pottermore! Il mio nickname è SpellEcho59: se vi va, aggiungetemi ^^

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: MooNRiSinG