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Autore: Lolli1    30/09/2011    2 recensioni
Lui non avrebbe detto niente. L’avrebbe fissata, stando in disparte, facendo sentire la sua presenza anche restando in silenzio, e sarebbe intervenuto solo se lei lo avesse chiesto, senza tuttavia esprimere la sua opinione a riguardo e senza commentare il modo in cui lei aveva deciso di affrontare la situazione.
"Son le cose che non dici
che capisco anche di più"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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James, dopo essersi riappacificato con sua madre, era ripartito. Le cose stavano ritornando alla normalità. Eppure c’era qualcosa di strano. Niente che si potesse vedere, era più una sensazione. Scorpius non riusciva a capire che cosa fosse a causarla. Lily lo guardava e sorrideva in modo astuto. In questo non ci trovava nulla di anormale, probabilmente aveva scoperto qualcosa sul suo conto e aspettava solo il momento buono per usarlo contro di lui. Provava più curiosità che preoccupazione a riguardo. Il vero mistero era Rose. Dopo il loro chiarimento tutto andava alla grande tra loro: passavano insieme moltissimo tempo, ridevano, scherzavano. Era la Rose di sempre, ma qualcosa gli sfuggiva.

-Pensi di degnarmi della tua attenzione?-

-Si Lily, ti sto ascoltando.-

-Non è vero.-

-Si, lo giuro.-

-Allora ripetimi cosa ho detto.-

-Quanti anni abbiamo, sei?-

-Ripetilo, oppure ammetti che stavi pensando ai fatti tuoi.-

-Hai detto che dobbiamo assicurarci che l’appuntamento di Al vada bene. Te l’ho detto che ascoltavo. Le so fare due cose insieme.-

-Suggerimenti?-

-Si. Lasciarlo in pace e lasciare che se la sbrighi da solo.-

-Che assurdità!-

-Ti piacerebbe se io mi mettessi a organizzare i tuoi appuntamenti nel modo che più mi aggrada?-

-Ma cosa c’entra, io me la so cavare. Al è un imbranato!-

-E istruirlo prima su come si deve comportare non farà altro che peggiorare le cose. Deve essere sé stesso.-

-Può essere sé stesso dopo una cinquantina di appuntamenti con la stessa ragazza, quando lei sarà così presa da non notare la differenza.-

-Sei seria?-

-Solo in parte. Scorpius, è il suo primo appuntamento! Se lo lasci fare da solo, probabilmente lo manderà all’aria!-

-E se lo lascio fare a te, sicuramente lo manderà all’aria!-

-So cosa si aspetta una ragazza da un primo appuntamento. Sono una di loro, nel caso non l’avessi notato!-

-Consigli. È il massimo che posso fare. Non ho intenzione di dirgli come deve parlare e cosa deve dire o fare in questo o quel caso.-

-D’accordo.-

Per niente contenta, Lily incrociò le braccia sul petto e mise il broncio, guardando Scorpius con aria truce. Lui comunque non era per niente turbato dalla cosa. Ricambiava lo sguardo della rossa con un sorriso tranquillo e rilassato. Tutte le sue sceneggiate su di lui non avevano effetto.

-Sto cercando di comunicarti con lo sguardo che sono molto delusa e contrariata.-

-L’avevo capito. E io sto cercando di comunicarti con lo sguardo che non me ne può fregar di meno.-

-Ti ringrazio. È bello sapere quanto è alta la considerazione che hai di me!-

-Lily, smettila di fare l’offesa. A te non piace quando gli altri si intromettono nella tua vita, perché alla gente dovrebbe piacere quando sei tu a farlo?-

Non rispose. Si limitò ad assumere un’aria ancora più offesa e impettita. A Scorpius veniva da ridere. Quando Rose li raggiunse in Sala Comune li trovò seduti uno di fronte all’altra, lui con gli occhi scintillanti e sulle labbra un sorriso a stento trattenuto e lei rigida, impegnatissima a mantenere un’aria dignitosa e amareggiata allo stesso tempo.

-State di nuovo battibeccando?-

-Chiedilo a lui!-

-No, grazie, non lo voglio sapere. Poi dovrei schierarmi e non mi va. Risolvete i vostri bisticci tra di voi, da bravi bambini cresciuti!-

-Ma lui…-

-Lily, davvero. Voglio restarne fuori. Vai a sfogarti con Hugo. È qui fuori che ti aspetta. E ricordati che…-

Non riuscì a finire la frase, Lily si era già alzata e si era precipitata fuori dalla stanza, lasciandola parecchio sbigottita. Superato lo sgomento iniziale, andò a sedersi sulla poltrona che aveva lasciato libera la cugina, senza dire una parola. Sentiva che lui la guardava, fissando attentamente ogni suo movimento. Alla fine si decise a guardarlo a sua volta. Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma non glie ne veniva in mente nemmeno una che potesse almeno sembrare intelligente.

-Ce l’ha me per l’appuntamento di Al.-

-Prevedibile. Io gli avevo già detto di no. Non ha neppure insistito!-

-Perché a me da sempre il tormento?-

-Perché sei quello che alla fine, anche se parzialmente, la asseconda. Anche adesso, hai ceduto, vero?-

-Già. È più forte di me, non riesco a dirle di no!-

Eccola. Un’ombra. Un guizzo improvviso nei suoi occhi. Era durato un millesimo di secondo, ma Scorpius era sicuro di averlo visto. Il suo sorriso si era impercettibilmente smorzato, per poi tornare smagliante subito dopo. Quello che ancora non gli tornava, era il motivo di quei microcambiamenti della sua espressione.

҈҈҈

-Storm Palmer mi ha chiesto di uscire.-

-E tu cosa le hai risposto?-

-Non l’ho ancora fatto.-

-Significa che stai prendendo in considerazione l’idea.-

-Cosa vuoi che ti dica, Lily?-

-Niente. Lascia perdere. Escici.-

-Lo so che lei non ti piace.-

-Come se il problema fosse questo!-

-E qual è allora?-

-Perché sei venuto a dirmelo?-

-Preferivo che lo venissi a sapere da me.-

-Che pensiero gentile. Adesso che me l’hai detto te ne puoi anche andare.-

-Perché fai così?-

-Non ha importanza. Vai Hugo, ti prego. Lasciami perdere.-

Lo guardò allontanarsi, cercando di dominare i sentimenti che sentiva. Avrebbe voluto urlare e spaccare qualcosa. Si appoggiò al muro, passandosi le mani sul viso e cercando di riprendersi. Voleva restare da sola, sdraiarsi da qualche parte e dimenticarsi per un po’ di esistere. Magari versare qualche lacrima. L’unico posto che le venne in mente era la stanza delle necessità.

Ci arrivò il più velocemente possibile e già entrando si sentì meglio. Aveva evocato una camera da letto essenziale. Tutto era in legno chiaro, i mobili, il pavimento, le pareti. Il letto era grande e spazioso, sembrava comodissimo, sormontato da un baldacchino di sottili rami intrecciati ricoperti di lucine. Di fianco al letto, incassato nel muro, c’era un caminetto dove ardeva allegro e scoppiettante un bel fuoco.

Lily si sdraiò sul letto, fissando le fiamme. Le veniva da piangere. Odiava profondamente litigare con Hugo. Ma quella volta era diverso. Aveva creduto, aveva disperatamente voluto credere, che il rapporto che avevano loro due fosse speciale. Poi la realtà era arrivata a bussare alla sua porta, presentandole il conto.  Avevano passato così tanti momenti insieme, avevano superato così tante difficoltà… C’erano sempre stati l’una per l’altro, così vicini. E le era sembrato facile pensare che c’era di più. Ma lui voleva uscire con Storm Palmer. E lei si sentiva una stupida per aver pensato che, il giorno in cui avrebbe voluto uscire con una ragazza, la scelta sarebbe ricaduta su di lei. E si sentiva ancora più stupida perché si rendeva conto che non aveva senso avercela con lui perché non gli piaceva abbastanza.

-Lo sapevo che saresti venuta qui.-

-Molto intuitivo. Vengo sempre qui quando litighiamo.-

-Non abbiamo proprio litigato. Più che altro tu mi hai urlato addosso.-

-Senza motivo.-

-Apparentemente senza motivo. Lily, noi ci siamo sempre detti tutto.-

-A quanto pare, non proprio tutto.-

-Cos’è che non ti avrei detto?-

-Non parlo di te.-

-Cos’è che non mi hai detto, allora?-

-Possiamo non parlarne adesso?-

Si era avvicinato e si era sdraiato vicino a lei. I loro occhi erano alla stessa altezza. Non si toccavano ma era impossibile ignorarlo. Lily si sentiva in caduta libera, come se una forza invisibile le schiacciasse leggermente lo stomaco. Lui non faceva assolutamente niente, la guardava e basta, eppure lei si ritrovò ad avere la pelle d’oca mentre un brivido le correva lungo la schiena. Quando poi lui allungò una mano e le accarezzò i capelli, scostandoglieli dal viso, smise di respirare senza neppure accorgersi. Non si muoveva nemmeno, aveva troppa paura che al minimo gesto quel momento avrebbe potuto sgretolarsi come un castello di sabbia. Sentiva il cuore battergli furiosamente nel petto, rimbombando anche nelle orecchie.

-Hugo… Basta.-

-Non sto facendo niente…-

-Allora smetti di fare questo niente…-

-Perché non mi dici cosa ti passa per la testa?-

-Non sono sicura che tu voglia davvero sentirmelo dire…-

-Provaci lo stesso…-

Si era girato a pancia in su, con un braccio dietro la testa e guardava il soffitto. A Lily venne in mente solo un modo per fargli capire come si sentiva. Prima che le potesse mancare il coraggio, prima che lui riuscisse anche solo a intuire l’idea che le era venuta, lei si sporse verso di lui e lo baciò. Fu un bacio a stampo, delicato, che durò una frazione di secondo. Si fermò a pochi centimetri dal suo viso, guardandolo negli occhi senza spiccicare parola, aspettando la sua reazione.

Non capiva se era per la sorpresa o cos’altro, ma lui era impietrito. La guardava e lei non sapeva dare un nome a quello che vedeva nei suoi occhi. Interpretando il suo comportamento come un rifiuto o comunque un’ intenzione di respingerla, si allontanò. Non si era mai sentita così mortificata in vita sua.

Improvvisamente però lui le prese il braccio e, con delicatezza, la costrinse a voltarsi verso di lui.

-Lo sapevo…-

-Un tantino presuntuoso da parte tua.-

-Lo sospettavo, ok? Volevo solo esserne sicuro…-

-E adesso?-

Questa volta fu lui ad avvicinarsi a lei. Le prese il viso tra le mani e la baciò. Un bacio vero. Lily era certa che da un momento all’altro si sarebbe svegliata. Si lasciò cadere all’indietro e lui assecondò il suo movimento, appoggiandosi con le mani sul materasso per non pesarle addosso. Avrebbe pagato per poter prolungare quel momento all’infinito. Quando alla fine si separarono, lei tremava.

-E adesso?-

-Se esci con Storm Palmer ti prendo a pugni.-

Lui scoppiò a ridere e la strinse forte. Lei, felice come non mai, si accoccolò tra le sue braccia, assaporando il massimo quel momento che aveva aspettato per tanto tempo e che aveva seriamente temuto di non vivere mai.

҈҈҈

-Weasly, sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di denunciarti per stalking.-

-Sono venuta a scusarmi.-

-Mi pareva di averti detto di non prenderti il disturbo.-

-Nessun disturbo. Posso entrare?-

-No. Ti sei scusata, accetto le tue scuse, puoi andartene.-

-Sei scortese.-

-Aggiungilo alla lista dei miei difetti.-

-Voglio solo parlare…-

Irritato, Draco si spostò per farla passare. Non gli andava di parlare con lei. Ogni volta che aveva a che fare con quella donna si ritrovava ad avere la vita incasinata e un pezzo di cuore in meno. E la cosa peggiore era che lo sapeva che la sua compagnia non gli faceva bene, ma finiva sempre col dirsi che infondo il poco tempo trascorso con lei ne valeva la pena. E così passava gli anni successivi a pentirsi di quei brevi momenti che lì per lì aveva tanto desiderato.

Si sedette sulla sua poltrona, osservandola in modo truce mentre anche lei si accomodava con grazia sul divano.

-Pensi di dirmi di cosa vuoi parlarmi prima che si faccia notte?-

-Smettila con questo atteggiamento aggressivo. Sono venuta a proporti una tregua.-

-Che senso ha? Abbiamo passato gli ultimi quindici anni ad ignorarci, penso che potremmo tranquillamente continuare così per i prossimi venti.-

-C’è il matrimonio.-

-Tu e la Granger siete davvero così ingenue? Non la sposerà mai!-

-Certo che si sposeranno. Perché non dovrebbero?-

-Per certe cose sei sempre stata cieca!-

-Io credo che si sposeranno. E siccome ci terrei che andasse tutto bene, ti sarei grata se in questi giorni, in cui saremo entrambi sottoposti ad un contatto forzato, ti comportassi bene. Anche con Harry.-

-Non me ne frega niente di Potter.-

-Ti chiedo solo do non provocarlo. E di non fare insinuazioni.-

-Hai paura che dica al tuo caro marito che te la sei spassata con me a scuola e anche qualche anno dopo?-

-Voglio essere sicura che tu non lo faccia.-

-Mettiti l’anima in pace, Weasly. Se avessi voluto dire qualcosa, lo avrei fatto anni fa. È tutto?-

-Solo una cosa… Perché non l’hai detto?-

-Scusa?-

-Perché non l’hai mai detto a nessuno, nemmeno a Blaise?-

-Se l’avessi detto a qualcuno, poi sarebbe stato più difficile convincersi che non era successo davvero. In quel periodo stavo già abbastanza male per conto mio. L’ultima cosa che mi serviva era aggiungere un altro ricordo doloroso alla lista. Non capisco. Prima ti lamenti perché pensavi che l’avessi detto, ora che sai che non l’ho fatto non ti va bene. Cosa vuoi da me ancora?-

-Blaise dice delle cose. Io ci provo ad ignorarlo, ma è peggio della voce della coscienza. Lì per lì non ci faccio caso, ma poi, di notte, mi tornano in mente e non posso fare a meno di pensarci.-

-Blaise è sempre stato bravo a mettere le persone davanti alla verità dei fatti.-

-Devo credergli?-

-Gli credi già. Non so cosa ti abbia detto, quindi non posso rispondere a questa domanda.-

-Forse non a questa. Ma le risposte a tutte le altre domande ce le hai tu.-

-E tu le vuoi, queste risposte?-

-Non lo so, non ne sono sicura.-

-Allora aspetta di esserlo, prima di chiedere. Certe cose, una volta dette o fatte, non si possono più cancellare. E parlo per esperienza.  Adesso vai Weasly, come hai detto tu, in questi giorni ci vedremo fin troppo spesso.-

 

 

Devo ammettere di non essere molto soddisfatta di questo capitolo… non sono una persona romantica, quindi non mi riesce bene descrivere certi momenti… finisce sempre che dico troppo o troppo poco… Ad ogni modo, è andata così… ci sono stata su un sacco di tempo ma proprio non riesco a tirarne fuori qualcosa di meglio… mi scuso con tutti quelli che magari avrebbero voluto qualcosa di diverso, di più appassionato…

Grazie a chi legge, a Ginny96, Arwen17 e Gre_Leddy che hanno recensito, Adrys che l’ha messa tra le preferite, e tutte le persone che l’hanno messa tra le seguite!

Ale

  
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