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Autore: LyliRose    30/09/2011    14 recensioni
Draco e Hermione si sposano lo stesso giorno, alla stessa ora, ma non tra loro, naturalmente. Coincidenza? Entrambi ne sono convinti. Questo finché una strana mattina non vengono ricoverati assieme nella stessa stanza del San Mungo, per poi scoprire di essere stati vittima di un incantesimo. Il viaggio che dovranno compiere a ritroso per scoprire il colpevole li porterà a ben altre rivelazioni e la sottile linea tra coincidenza e fato li costringerà a trovare, loro malgrado, un equilibrio. Incastrati in una fitta ragnatela di ricordi fantasma e di sensazioni familiari, torneranno ad Hogwarts, dove tutto è iniziato, per trovare un bandolo ad una matassa talmente intricata da sembrare irreale. E cercando di sopravvivere agli eventi; insieme.
Questa fan fiction si è classificata prima al contest 'Togliere la polvere' indetto da Andrea S. sul forum di EFP
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Minerva McGranitt, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione o Draco/Hermione? Il dramma della scelta'
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Cursed Love
Chapter two : The Lawyer and the Secretary


Hermione correva a perdifiato attraverso i corridoi del Ministero della Magia, era carica di pratiche pesantissime, che erano attese urgentemente nell’ufficio del suo capo, che fra l’altro era anche il suo futuro suocero. Proveniva dall’Ufficio centrale degli Auror, dove una minuscola segretaria spaurita smistava le pratiche verso i differenti reparti di quell’edifico. Hermione aveva sempre provato pena per la donna; piccola com’era un giorno o l’altro sarebbe morta sepolta tra le pile di documenti che ogni giorno riceveva.
Girando l’angolo però dovette riportare ogni pensiero alla sua di incolumità, si accorse solo all’ultimo momento dell’uomo e lo scontro fu inevitabile.
Pile e pile di documenti caddero in terra, mischiandosi e creando un caos totale.
<< Mi spiace! >> tentò di giustificarsi lei.
<< Ma che diamine! Guarda dove vai! Che hai al posto degli occhi? >> il malcapitato non sembrava volerla scusare.
Alzando gli occhi verso di lui Hermione  seppe che si sarebbe sentita male.
<< Malfoy? >>
<< Granger? >>
Una ragione ci doveva essere se quella giornata era iniziata di merda, giusto? Era perché avrebbe dovuto peggiorare.
<< Stavo per chiederti se lo fai apposta o sei goffa, ma direi che, sapendo che sei tu, la goffaggine è il minimo >> sputò la serpe.
Di tutte le persone, milioni e milioni di persone, maghi e Babbani, che popolavano Londra ogni dannato giorno, Draco Malfoy era l’unico per cui Hermione provasse un odio smisurato. E naturalmente, la cosa era ampiamente ricambiata.
<< Mi piacerebbe restare qui a farmi insultare per le mie origini,Malfoy ma purtroppo sto lavorando, sai, quella cosa che fanno le persone normali per vivere. Quindi fuori dai piedi >> disse acida.
Lui si limitò a fissarla dall’alto, senza accennare a chinarsi per raccogliere il disastro di pratiche sparse per il corridoio.
<< Ma non mi dire! E che lavoro faresti, Miss Sono-Molto-Impegnata? >> le chiese.
Lei si raddrizzò appena, poggiando entrambe le mani sui fianchi.
<< Sono il vice-capo dell’ufficio per l’abuso dei manufatti Babbani >> profuse, con una calma quasi irreale.
Sarebbe diventato rosso per l’invidia! Ne era sicura! Forse il colore giusto era il verde… comunque non importava il colore!
La serpe invece proruppe in una risata fragorosa.
<< In pratica sei una segretaria! >> annunciò fiero.
Nessuna traccia di verde sulla sua faccia, beh, se non si contavano gli occhi; quelli erano… ma di che colore erano?
<< Non sono una segretaria brutto pezzo di deficiente! E non accetto critiche da chi vive a spese di paparino >> rispose chinandosi ancora una volta a raccogliere i fogli a terra.
Stavolta anche lui si chinò, aiutandola a raccogliere e dividere le pratiche.
<< Sono un avvocato Granger, lavoro al Wizengamot; ogni santissimo giorno >> sibilò al suo orecchio.
La consapevolezza di essere stata sgarbata quasi quanto lo era stato lui la colse di sprovvista; aveva peccato di vanità ed era stata prevenuta esattamente come lo erano ogni giorno i maghi e le streghe che la incontravano.
<< Scusami … io … >>balbettò incerta.
<< Non ti scusare Granger, io con te non lo farei mai >> si sentì rispondere prima ancora di finire la frase.
E con quella sparata da stronzo di prima categoria, Draco Malfoy si allontanò, quasi correndo, da lei; in mano aveva il fascio di pratiche che aveva appena diviso dalle sue.
Hermione però non fece nemmeno in tempo ad arrabbiarsi, fu colta da un improvviso capogiro, talmente forte che, sebbene fosse inginocchiata, si dovette sedere immediatamente.
Merlino! Cosa mi sta succedendo? Si chiese spaesata.
Nell’arco di due secondi netti il capogiro scomparve del tutto, al suo posto però una nausea improvvisa e destabilizzante si fece prepotentemente avanti.
Merda.

§§§


Draco Malfoy alzò la testa dal gabinetto, constatando che, almeno il capogiro, era sparito. Una cosa positiva.
La nausea l’aveva preso all’improvviso, appena qualche istante dopo aver lasciato la Mezzosangue in ginocchio nel corridoio. Per un breve, flebile secondo aveva pensato che i suoi genitori, con tutte le teorie sul sangue sporco, avessero avuto ragione. Poi un conato di vomito mille volte più forte del primo l’aveva costretto a concentrarsi su cose molto più reali delle stupide superstizioni, come, per esempio, la tazza del water.
Chino sul lavabo incrostato Draco cercò di sciacquarsi la faccia alla bell’e meglio. Controllò l’orologio: in dieci minuti, la situazione non era migliorata affatto. L’unica soluzione possibile era tentare di Smaterializzarsi al San Mungo e vedere un Medimago esperto. C’erano camini al Ministero direttamente collegati con l’ospedale dei maghi, ma Draco non si sentiva affatto bene, e temeva di non riuscire a prendere uno di quei maledetti ascensori che ti sballottavano di qua e di là. Altro che vomito, quella era una tortura.

Il Medimago, dott. Wager, l’aveva visitato con immenso scrupolo, constatando che: non era incinto, non soffriva di Mal di Passaporta e non era influenzato. Draco credeva che la prima ipotesi sarebbe stata da scartare in primis, ma il paziente infermiere che lo aveva aiutato a rivestirsi gli aveva spiegato che, complici una serie di pozioni illegali, le gravidanze maschili erano una quotidianità al San Mungo. Pareva che qualche buontempone avesse mischiato della Mandragola a medicinali Babbani, ottenendo uno strano intruglio che simulava la gravidanza, ma che naturalmente non la creava.
Il dottore rientrò in quell’istante, in viso un’espressione preoccupata. Era seguito da una piccola infermiera bionda, che gli stava mostrando una cartella rosa.
<< Siamo sicuri, dottore? >> chiedeva l’infermiera.
<< Sì, certo. Le analisi non sbagliano >> rispose lui.
Draco non fece nemmeno in tempo a chiedere quale fosse il problema, e non poté nemmeno spaventarsi, perché un altro conato di vomito lo colse all’improvviso, e dovette chinare la testa nel secchio che la piccola infermiera gli aveva dato al suo arrivo.

§§§

Hermione aspettava immobile il responso della dottoressa Rage, Ginecologa del San Mungo, vice primario del reparto di Ginecologia Magica. Anche lei era una donna vice, ma era convinta che nessuno avesse mai avuto il coraggio di chiamarla segretaria.
Era talmente arrabbiata con Malfoy, che, una volta Smaterializzata al San Mungo, non si era nemmeno fermata a pensare che tutti quei sintomi potessero essere ricollegati ad una gravidanza, per fortuna che la piccola infermiera col camice rosa l’aveva aiutata subito.
A quanto pareva però le analisi sull’ormone della gravidanza avevano dato risultato negativo, per la gioia della povera Hermione che, a ventiquattro anni, non era certo pronta a sfornare una tribù Weasley.
La ragazza era stata quindi prontamente trasferita in un altro reparto, stranamente quello di Malattie da incantesimi, ed era stata stipata in una stanza con due letti bianchissimi ad attendere un responso.
Quella stanza era troppo bianca, decisamente troppo sterile, ed esageratamente impersonale. Il bianco asettico le aveva da sempre messo l’ansia, Hermione fissava estraniata il letto al suo fianco, quando un altro conato di vomito la colse all’improvviso e fu costretta a raggiungere il secchio affidatole dall’infermiera. Non riusciva a capire perché non le avessero da subito fermato i conati con una pozione, di certo avrebbero alleviato quel senso di capogiro e i continui crampi allo stomaco.
<< Non potete assolutamente farmi saltellare da una stanza all’altra senza nessun motivo plausibile! Non sono un Avvicino, io sono Draco Malfoy! >>
Ad Hermione non servì affatto ascoltare la frase fino alla fine, aveva riconosciuto l’odiatissima voce fin dalle prime due parole. Fu così che, china su di un secchio di rame pieno di vomito, accolse l’ingresso della sua nemesi con un grugnito degno di Hagrid.
Malfoy parve un po’ spaesato.
<< E questa storia cos’è? >> chiese, prima che il suo viso diventasse di uno strano verdognolo.
La piccola infermiera gli accostò un contenitore alla bocca con fare sfinito.
<< State buoni qui, i Medimagi devono fare degli accertamenti, verranno a darvi notizie sulla vostra salute appena possibile >> borbottò.
<< Mi scusi? >> chiese Hermione tentando di sovrastare il suono raccapricciante dei conati di Malfoy << Perché siamo stati messi assieme? >>
Il suo intento era quello di non far arrabbiare ulteriormente la piccola strega, almeno avrebbe avuto un alleato tra quelle bianchissime mura.
<< Perché ancora non sappiamo se siate contagiosi o meno. Quello che abbiamo capito di certo è che siete stati colpiti dallo stesso incanto >> rispose quella malamente prima di sbattere la porta e darle un bel giro di chiave, tanto per essere sicura.


<< Non posso credere di essere costretta a stare qui con te >> sbottò Hermione.
Erano passati almeno dieci minuti dall’uscita dell’infermiera, e lei stava attraversando la stanza avanti ed indietro da allora. Tra un conato ed un altro naturalmente.
<< E’ reciproco, Granger >>
In quell’istante il ragazzo dovette chinarsi sul secchio che, per fortuna, provvedeva da solo a far Evanescere il suo contenuto.
Hermione lo fissò pensosa per poi mettersi a ridere.
Lui alzò la testa e la guardò in cagnesco; quello sguardo avrebbe potuto incenerire.
<< Oh, scusa Malfoy … io … >> balbettò tra una risata e l’altra.
Solamente quella mattina aveva desiderato di vedere Draco Malfoy diventare verde d’invidia. Beh, anche se l’invidia non era il fattore scatenante dell’attuale colorito esangue del suo viso, Hermione si sentì contenta lo stesso.
Il ragazzo scosse la testa, pulendosi la bocca con un fazzoletto e dirigendosi prontamente nel piccolo bagnetto per lavarsi.
<< Ho sempre pensato che fossi pazza scatenata, ma ora so che la verità è che hai qualche serio problema genetico >>
Hermione non poteva crederci, aveva osato ancora riferirsi al sangue, al suo sangue che considerava sporco.
<< Oh, andiamo, Granger non prenderla sul personale, sai benissimo che non credo più a tutta la storia del sangue puro! Tu mi indisponi. Punto e basta. Quindi riesci a far venire fuori il peggio di me. >>
Hermione inclinò la testa sorpresa.
<< Io non ho detto niente >> sottolineò.
<< Merlino sia lodato! Un intero minuto senza sentire la tua voce! >> ironizzò lui.
<< No Malfoy, intendevo dire che io non ho detto di essermi offesa per la questione del sangue. L’ho solamente pensato. Come diamine hai fatto ad indovinarlo? >> chiese.
L’interpellato si fermò un secondo, era appena uscito dal bagno, un asciugamano blu in mano, apriva e chiudeva la bocca senza che da essa uscisse nessun suono.
<< Io … non ne ho idea >> ammise poi, dopo qualche attimo.
In quell’istante la porta si aprì rivelando due Medimagi mai visti prima.

§§§

Il Medimago più alto, quello che emanava una sorta di aura di rispetto, si era presentato come Dott. Wilkins, primario del reparto di Malattie da Incantesimo. Era un uomo di costituzione robusta, a dimostrarlo le due spalle da giocatore di Quiddich che incombevano su chiunque si avvicinasse troppo. Aveva i capelli castani costellati da fili bianchi come la neve, e riusciva a sovrastare Draco pur non raggiungendo la sua altezza di un metro e novanta.
Alle sue spalle, nella sua figura mingherlina, il magrissimo dott. Evans attendeva paziente.
<< Avremmo bisogno di sapere se, recentemente, siete venuti a stretto contatto fisico l’uno con l’altro >> chiese Wilkins secco.
Draco si chiese se stesse seriamente chiedendo a lui se si era scopato o meno la Granger, dico ma lo sapeva il medicastro con chi stava parlando?
<< Sì. >>
Suo malgrado Draco sentì quelle parole uscire dalla bocca della ragazza al suo fianco.
<< Stamattina siamo andati a sbattere l’uno contro l’altro nei corridoi del Ministero >> continuò quella.
Draco si rilassò immediatamente. Ecco cosa intendeva il Medimago con “stretto contatto”, pensò, vedendo quest’ultimo annuire con convinzione.
<< Signori, possiamo ragionevolmente pensare che entrambi, in un periodo più o meno recente, siate stati sottoposti ad un incanto di memoria. Ma non un Oblivion qualsiasi, qualcosa di molto più potente, ma, allo stesso tempo, molto più volubile >>
<< Magia Oscura >> asserì Draco.
<< Esatto. E supponiamo che, chi l’ha operata, sia un mago inesperto, qualcuno non avvezzo alla materia >> continuò il dottore.
<<  Come fate a dirlo? >> chiese la Granger.
<< Semplice, questo particolare incantesimo ha l’effetto di cancellare la memoria definitivamente. Senza possibilità, per chi ne è vittima, di recuperare i ricordi che sono stati rubati >> spiegò lo studioso << I vostri effetti collaterali sono la prova del mancato funzionamento dello stesso. Crediamo dunque che, nel vostro particolare caso, la rimozione sia reversibile >>
<< Ed è positivo, giusto? >> chiese Draco.
<< Sì, l’unico problema è che non è in nostro potere fare nulla per favorire il processo di guarigione. >>
<< Quindi niente medicinali? >> mugugnò la Granger da sopra il secchio che l’aveva prontamente accolta.
<< Solo qualcosa per fermare i conati >> sussurrò il Medimago più piccolo << Per quanto riguarda i ricordi, quelli dovrete riprenderveli da soli, noi rischieremmo di peggiorare le cose. >>
<< E come? >> chiese Draco.
Entrambi i medici alzarono le spalle rassegnati.
<< Il consiglio è innanzitutto quello di scoprire qual è il periodo che è stato cancellato e con che cosa è stato sostituito. >>
<< Distinguere i ricordi falsi da quelli veri, insomma >> la Mezzosangue ora era tornata operativa.
<< Sì. Gli oggetti quotidiani possono aiutare, cominciate con quelli che vi suscitano ricordi recenti e poi andate a ritroso >> il piccoletto aveva decisamente un’aria molto più tranquilla.
<< Un infermiere vi somministrerà qualcosa per il vomito, crediamo che lo scontro avuto stamattina abbia già scatenato una reazione nel vostro fisico. Vi resta solamente di scoprire il resto. >> disse il primario.
Entrambi i dottori si allontanarono, lasciando i due ragazzi pieni zeppi di cose a cui pensare.
<< A proposito >> disse ancora il piccoletto << Avete capito, vero, che di qualsiasi cosa si tratti vi riguarda entrambi, giusto? >>
Entrambi  annuirono.
<< Questo signori miei significa che vi hanno cancellato gli stessi ricordi, e sono pronto a scommettere che erano collegati ad entrambi >>
Draco fissò la Mezzosangue, lei lo guardava stupita, di rimando.
<< E’ un viaggio che dovete fare assieme, a volte anche il contatto fisico può contare parecchio. >>
La porta si chiuse di fronte a loro. Nessuno dei due era più in grado di parlare.


::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SPAZIO AUTRICE:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::.


Eccoci con un altro capitoletto. Il ritardo nella pubblicazione è dovuto ad un betaggio minuzioso da parte di Venenum, che ringrazio infinitamente per la collaborazione e per il tempo perduto dietro i miei errori di punteggiatura.
A livello di scrittura io sono già all'ultimo capitolo (il quinto) e quindi manca solo l'epilogo. Cercherò quindi di mantenere la pubblicazione veloce così posso tornare a dedicarmi  agli altri progetti futuri che ho in serbo per voi!

Alla prossima.
LyliRose
   
 
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