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Autore: VelvetDrops    30/09/2011    1 recensioni
Salve a tutti, Sono VelvetDrops, Velvet per gli amici e finalmente ho deciso di condividere con voi il mio primo tentativo di romanzo.
La storia si svolge in una Spagna più o meno contemporanea ed ha per protagonisti dei ragazzi, giovani studenti di una scuola privata maschile. Amore, amicizia, decisioni importanti, ricerca, rabbia, collera, tristezza, significato... Questi sono alcuni dei temi, il resto lo lascio scoprire a voi.
Nei prossimi capitoli vi dirò qualcosa in più su di me e sul presunto libro, intanto spero che lo leggiate, che lo commentiate e che mi diate preziosi consigli e pareri. Grazie e buona lettura.
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P.S.:Aggiungo due righe perchè ho notato che molti leggono questo primo capitolo e poi abbandonano. Questa è soltanto una introduzione agli avvenimenti, non fatevi spaventare dall'atmosfera decadente ed un po' complicata, i successivi capitoli saranno un po' più articolati, spero, per quanto sempre decadenti e complicati, come me del resto.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" L' Etoile a pleuré... "
 
 

 

" La stella ha pianto rosa al cuore del tuo orecchio,
         bianco l'infinito è sceso dalla tua nuca ai reni;
         Rossastro il mano imperlò i tuoi vermigli seni,
         Nero l'uomo sanguinò al tuo sovrano fianco."
                                                      A. Rimbaud
 
 
 
Era novembre e passeggiavo per le vie del centro. Faceva inspiegabilmente freddo, pioveva e nonostante fossi tutto infagottato, con tanto di cappotto, sciarpa e guanti il freddo cominciava a penetrarmi nelle ossa. Così, solo e senza una direzione precisa decisi di infilarmi nel primo bar decente che avessi trovato. Dopo neppure un centinaio di metri la mia attenzione fu attirata da un locale molto illuminato e apparentemente tranquillo. Vi entrai, mi tolsi il cappotto, la sciarpa e i guanti e mi sedetti su di uno sgabello di fronte al bancone. Ordinai un succo d'arancia con una spruzzata di gin.  Nell'attesa mi guardai un po' intorno. C'erano poche persone quella sera. I più avevano deciso che forse era meglio rimanere al calduccio nella propria casa. La mia attenzione fu però attirata da una ragazza poco distante da dove ero seduto. Teneva lo sguardo fisso sul suo bicchiere. Aveva un viso delicato, leggermente rotondo, incorniciato da sottili capelli color del miele, lisci e lunghi. Il suo incarnato era incredibilmente chiaro, fatta eccezione per le guance, che brillavano rosee, e le labbra lucide e piene, colorite, come ciliegie mature. Si accorse che la stavo guardando e girò il capo verso di me. All'inizio fui un po’ titubante, poi mi feci coraggio e mi presentai. Dopo pochi minuti avevamo già fatto conoscenza e ridevamo come due vecchi amici. Sharleen, che dolce! E come era fresca la sua risata, e quanto acute le sue osservazioni. Decidemmo di andare a fare una passeggiata, adesso che il tempo si era ristabilito e la pioggia era cessata. Ricordo ancora come brillavano i suoi occhi scuri quando mi prese sottobraccio, prima di uscire dal bar, sorridendo come una bambina. Gli alberi frusciavano leggeri, scossi da un vento delicato; Il cielo era di un blu incantevole, sgombro di nuvole. Le stelle brillavano come in successione, a intermittenza. E la luna era maestosa, al pieno del suo splendore. Finalmente mi decisi a prendere la mano infreddolita di Sharleen. Dissi in tono estasiato : " La luna stasera è uno spettacolo da togliere il fiato a noi poveri, piccoli uomini! "
" Vorrei poterla vedere!" Disse lei.
" Eccola, è proprio là..." Esclamai allegro indicando con un dito quella meraviglia. Lei si voltò verso di me, il suo sorriso adesso era più malinconico, più triste, e solo in quel momento mi resi conto che i suoi occhi erano due profondi e oscuri laghi. Due stelle che non illuminavano più. Due spazi enormi che adesso sembravano inghiottirmi. Non trovavo niente di sensato da dire in quell' attimo. E anche se avessi avuto qualcosa in mente non sarei riuscito ad articolare neppure una semplicissima frase. Guardai la luna e per la prima volta pensai seriamente al fatto che c'erano persone che non potevano farlo e che non ci sarebbero mai riuscite. Potevano immaginarla? E come se conoscevano solamente il Nulla?
 
" Vuoi farmela vedere tu la luna, attraverso i tuoi occhi?... Parlamene!"
Disse Sharleen risvegliandomi da una fastidiosa sensazione di torpore.
 
" Sì, certo!" Le risposi stringendole la mano che adesso mi sembrava così fragile. Non sapevo neppure come iniziare. Ad esempio come potevo descrivere un colore ad una persona che non ne ha mai visto uno? Cosa significava per lei " Rosso" ? Come si descrive il " Rosso" ? No, non si descrive... Dovevo ricominciare. Ci sedemmo vicini, mano nella mano e iniziai a parlare, lentamente, cercando di associare oggetti, colori, forme con sensazioni tattili, emozioni, profumi, cose delle quali anche lei fosse a conoscenza. Intanto la guardavo e mi perdevo sempre di più nei suoi occhi senza fine, li sentivo dentro di me. Le regalavo una parte di me. Io e lei eravamo come legati adesso. Ci stavamo scambiando qualcosa di più prezioso di un dono, di più intimo di un bacio, di più desiderabile di qualsiasi altro contatto fisico. Lei vedeva attraverso me, io percepivo attraverso lei. Quello che non avrebbe mai visto erano i miei occhi gonfi, lucidi. Non li avrebbe mai visti neppure se le avessi gridato in ginocchio tutto il mio amore.
Mi avevi chiesto quale fosse stato l'amore più grande della mia vita. Sinceramente non avrei saputo rispondere a tale domanda, ma in quel momento mi hai fatto ricordare. In quel momento ho odiato te e la tua invadenza. 

  
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