Già da quando avevo 4 anni giocavo a calcio. Io e mio fratello ci divertivamo molto col nostro vecchio pallone; così ogni giorno andavamo in cortile, che ci fosse bel tempo o meno, per giocare. Eravamo solo bambini, ma già progettavamo di diventare i “migliorissimi calciatori di sempre”, come ripetevamo sempre ai nostri genitori.
Poi è arrivata La Valanga.
Anche se non posso più giocare a calcio con mio fratello, ci gioco con la mia squadra e mi sento bene, esattamente come prima della Valanga.
E ogni giorno vado al campo della scuola, che ci sia bel tempo o meno, per giocare. Beh, questa cosa di giocare anche sotto la pioggia non è che mi entusiasmi, ma il nostro capitano pensa che sia importante allenarsi sempre, così nessuno protesta. In effetti, devo ringraziare Mark per questi duri allenamenti, che aiutano molto a migliorare per realizzare il mio sogno.
Questa è un’altra cosa che non è cambiata affatto da quando ero piccolo: intendo veramente diventare un calciatore spettacolare e so che se ci riuscirò sarà grazie solo alla mia squadra e agli allenamenti che, senza interruzioni, Mark ci costringe a fare.
Devo molto anche ad Axel. Lui mi sostiene proprio come gli altri, ma a differenza di loro mi ha saputo riportare - anche se in modo duro, duro quanto una pallonata in faccia - alla realtà quando ne avevo veramente bisogno.
Ma a più di chiunque altro, devo ringraziare Kevin.
Lui mi ha saputo parlare da vero amico e mi ha capito veramente.
Grazie Axel. Grazie Mark. Grazie, Kevin.
Axel: Siamo una squadra: ci si aiuta sempre nelle avversità. Jude: So cosa vuol dire quando succedono cose come la morte dei genitori e so che è difficile superare una cosa simile. Ma Shawn ce l’ha fatta, come me e Celia e come tanti altri. MARK: Lo dico sempre io che l’allenamento è come le polpettine di riso: un nutrimento per corpo e anima.