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Autore: inesistente    01/10/2011    4 recensioni
Takako, Tomoe, Reika e Nanami sono quattro ventiduenni che dividono la loro vita fra il lavoro, le loro passioni e le relazioni sentimentali. Takako è la fashion victim per eccellenza del gruppo, Tomoe è il "maschiaccio indeciso", a Reika piace fare la "disponibile" mentre Nanami sogna il vero amore e l'abito bianco. Quattro amiche così diverse tra loro ma unite da un'incrollabile voglia di vivere, insieme sapranno affrontare qualsiasi prova che il destino metterà loro davanti
storia ad 8 mani.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 3
Takako





La ragazza sorrise, stringendole pallide mani del fratello, posate pigramente sulle lenzuola lattee.
Il ragazzo si sforzò di ricambiare il sorriso << allora, come sta il tuo sorcio? >> scherzò << gli prepari ancora il Sushi tutti i martedì? >>
Le dita affusolate della ragazza si mossero dando un delicato buffetto sulla gota del ragazzo
<< numero uno >> iniziò con tono altezzoso, drizzando le spalle ed alzando il mento << non è un sorcio ma un adorabile – molto più di te – gatto di razza siamese…e si >> abbassò il capo << gli preparo il sushi ogni martedì sera, e sai… >> additò il ragazzo con fare minaccioso << è molto più di compagnia di te, Tojiro! >>
Il ragazzo scoppiò in una flebile risata, le labbra pallide si tirarono in un sorriso nostalgico << sei sempre la solita bambina, Takako >>
La ragazza sorrise dolcemente ripiegandoli le coperte sulle spalle, come una madre premurosa << lo so fratellino >> sospirò, la sua voce si affievolì << lo so…>>
<< come va al lavoro? >>
<< Il solito >> sorrise la ragazza << sto progettando un nuovo modello, chissà che un giorno non mi promuovano a “stilista professionista” invece di rimanere al grado (ultimo gradino della scala, quasi prima degli addetti alle pulizie) di “apprendista” >>
<< Bhe, una che ha una stanza solo per i vestiti e le scarpe non si può ritenere una professionista responsabile >> l’informò il fratello, chiudendo gli occhi ed alzando un dito, fino ad imitare un professore che corregge con fare saputello un alunno ignorante
Takako gli riservò un occhiata assassina di riguardo.
<< non devi uscire con la tua amica sta sera? Quella che mi fa tanto “eroina dei romanzi rosa” >> cambiò velocemente discorso.
Takako roteò esageratamente lo sguardo scuro verso l’alto << si chiama Nanami! >>
<< bhe, almeno non ha un temperamento da pazzoide come te >>
Per un attimo regnò il silenzio, i due ragazzi si guardarono negli occhi, i rumori dell’ospedale, ovattati dalla porta entrarono come un dolce fruscio.
Infermiere che urlavano ordini, barelle che strusciavano lentamente, per consegnare il pasto e le medicine, bambini che ridacchiavano saltellando nelle culle e ragazzine che litigavano con i genitori perché non volevano prendere la medicina.
Takako socchiuse malignamente le palpebre
<< che cosa hai detto? >> sibilò lentamente
Tojiro deglutì a fatica, lo sguardo vagò disperatamente per la sala bianca, fermandosi sull’orologio alle spalle della sorella << ho ma guarda com’è tardi! >> iniziò con falsa preoccupazione << la tua amica ti sta aspettando al “Blumeire”
<< “Blumarine” >> lo corresse severamente, inforcando la borsa e mettendosela bruscamente a tracollo
Il ragazzo seguì con lo sguardo la sorella che usciva a passi lenti dalla camera, i tacchi degli audaci tronchetti neri.
Il ragazzo sospirò, un sorriso sulle labbra, mentre scuoteva il capo.
<< ha, non cambierà mai quella…>> 
 
Le giornate di Takako Seinjin erano sempre movimentate, bhe, forse troppo movimentate. Mentre usciva a passo fiero sui suoi tronchetti provò a ricostruirne una e si rese conto che era veramente una persona da stimare per i suoi ritmi:
 
7.00 sveglia
 
Takako sentì qualcosa ti ruvido ed umido arrivargli sulla faccia piccolo e ripetitivo
<< mhm >> borbottò girandosi sul lato prima che il gatto potesse leccargli ancora la faccia.
Un miagolio esasperato le fece aprire un occhio scuro, la vista ancora oscurata riuscì a distinguere appena i tratti di una finestra semiaperta da cui filtrava il pallido sole del mattino, roteò l’iride nera per tutta la stanza dalle pareti ricoperte da disegni e fotografie per poi far ricadere lo sguardo con un cipiglio severo sul siamese e pochi centimetri dal suo viso che miagolava costantemente senza darle tregua. Sbuffò aprendo l’altro occhio e mettendosi a sedere con un movimento fluido e preciso sul letto
<< Siam, sei sempre il solito >> commentò dolcemente accarezzando la testa del gatto si scompigliò i capelli in una mossa quasi isterica
 
7.05 lavaggio denti.
 
Takako si lavava i denti provocando una schiuma inverosimile sulle gengive che assomigliava alla rabbia, con la mano destra tenendo spasmodicamente lo spazzolino e facendolo saettare su e giù come un proiettile e con l’altra mano si pettinava i capelli, aggiustava il frangettone ed alzava il pollice soddisfatta del suo visino dai contorni delicati
 
7.07 lavaggio corpo
 
Takako aprì il getto d’acqua caldo che gli affondò sulla schiena in una sensazione rilassante iniziando a cantare con la sua voce stranamente intonata una canzone di note alte in successione, usando il flacone dorato del bagnoschiuma come microfono ed interpretando il rumore dell’acqua scrosciante come l’applauso del pubblico. Ricordava come da piccola cantava spesso accompagnata dal dolce suo del piano forte di suo fratello…smise subito di cantare fermando lo sguardo nel vuoto, lasciando andare lungo il fianco la mano con il bagnoschiuma
Già. Suo fratello.
 
7.17 (o si sperava) vestirsi
 
Ora preferita da Takako.
Se c’era una cosa che amava  quella erano i vestiti. Nel suo appartamento c’erano due stanze: una per se ed una per i suoi vestiti.
Dopo la diciassettesima prova davanti allo specchio capì che era fin troppo tardi per effettuare la diciottesima, si morse il labbro davanti allo specchio, maledetto tempo! Perché non creavano un dispositivo che permettesse di vestirsi in un secondo? Anzi no…meglio una società in cui arrivare in ritardo ha il palese significato di essere una persona educata.
 
 
Wow! E quella era solo la mattinata!
La ragazza mise in moto il motore dell’auto, un sorriso le trapassò le labbra.
Si, era proprio una persona da stimare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Eastre.
 
Una donna è inginocchiata sulla strada, lacrime sgorgano dal viso pallido, il vento inclina gli alberi neri ai suoi fianchi e le scompiglia i capelli rossi portandole indietro il lungo cappotto marrone, implora pietà in un grido disperato che si leva sul cielo grigio.
È lei.
È Eastre
 
Mi scuso enormemente per il ritardo, sono imperdonabile, davvero, non vi biasimerei se (sia voi autori degli altri capitoli, sia voi lettori) mi linciaste di brutto.
 
Un bacio grande.
Eastre
 
  
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