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Autore: GreenNightmare    01/10/2011    6 recensioni
Ci tengo a specificare che questa storiella nasceva come one-shot dedicata al compleanno di American Idiot e che, beh, non mi sarei mai aspettata di scrivere un secondo capitolo. Cosa che però è successa, precisamente ieri sera, attorno alle undici e mezza.
Che dire, non so bene neanch'io cosa sia. Parla di Jimmy, il Gesù della Periferia che tutti noi conosciamo, e della sua Whatsername. Ma c'è anche un terzo personaggio, che conosciamo altrettanto bene, ma che più che una creatura in carne ed ossa è una presenza nella testa di Jimmy, una presenza decisamente maligna, anche se nel nome si presenta come Santo. Beh, che altro dire, spero che vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incubo.
Un altro, fottutissimo incubo.
C’era sempre un sacco di sangue nei tuoi incubi. Non avevi mai capito bene il perché – forse perché la tua vita era un continuo sanguinare, fisicamente e spiritualmente. 
Così, non appena chiudevi gli occhi, ogni cosa si tingeva di rosso e rigagnoli vermigli ti colavano addosso, lungo la schiena e le braccia, sentivi la sua consistenza appiccicaticcia sulla tua pelle bianca.
Furono i battiti furiosi e disperati del tuo stesso cuore a svegliarti nel bel mezzo della notte.
Ansimavi. Non riuscivi a respirare. I tuoi polmoni sembravano essersi accartocciati su loro stessi, e ti impedivano di pensare lucidamente. Sapevi solo che volevi, disperatamente, respirare, e che non ne eri in grado. Era come avere un peso enorme che ti premeva contro il petto, proprio tra le costole, e ti schiacciava contro il materasso logoro.
Con uno sforzo immenso, riuscisti a liberarti del lenzuolo sottile che ti avvolgeva e aderiva al tuo corpo a causa del sudore con dei calci. Rotolasti giù dal letto, sbattendo contro il pavimento duro, e ti stringesti le ginocchia tra le braccia cercando, con tutte le tue forze, di calmare i tuoi respiri affannosi. Te ne stavi lì rannicchiato per terra con gli occhi sbarrati, quandorealizzasti che era tutta colpa sua. Avevi quei dannati attacchi d’ansia ogni volta che lo combattevi, che gli gridavi di andarsene. Non si era più fatto sentire dalla sera precedente, quando aveva ridacchiato deliziato vedendoti correre via come un posseduto da… da… Comesichiama. E ora si stava vendicando, avvelenandoti il respiro e facendoti letteralmente impazzire.
E’ una battaglia persa. Non puoi vincermi.
Ti conficcasti con forza le unghie nel petto, cercando di afferrarti il cuore che batteva come impazzito; volevi strappartelo via dal petto e lanciarlo lontano; tutto, pur di non dover subire un altro attimo quell’atroce sofferenza. Saresti morto, lo sapevi. Ancora un po’, e saresti morto. Emettesti un debole verso strozzato e lo sentisti ridere.
Era una risata malvagia, tipica di chi è consapevole di stare combattendo una battaglia il cui esito è già stato deciso in partenza.
Il tuo cuore cominciò, finalmente a rallentare, e il respiro a farsi più regolare. Inspirasti a lungo, profondamente, e sentisti che ti tornava un po’ di quella lucidità che avevi perso. Anche se eri ateo, ringraziasti Dio a bassa voce. Ti alzasti in piedi reggendoti a malapena sulle gambe malferme. Tremavi da capo a piedi e sentivi i brividi e i rigagnoli di sudore che ti correvano lungo la schiena. Ti aggrappasti alla parete accanto a te per non cadere, respirando a fondo. Dalla stanza accanto proveniva il rumore soffocato dei gemiti di tua madre e di un altro uomo qualsiasi. Lo schifo e la pena che provavi per te stesso per un attimo cancellarono tutti gli altri pensieri, compreso il terrore mortale che provavi verso quel Santo il cui scopo forse era ucciderti, o forse no.
I brividi ora ti correvano per tutto il corpo, ma non sembrava più banale pelle d’oca. Pungevano, t’infilzavano, ti sfioravano ovunque. Abbassasti lo sguardo sulle tue gambe e per poco non vomitasti nauseato.
Ragni. Ragni ovunque, che correvano lungo il tuo corpo, si arrampicavano su per le tue gambe e ti s’infilavano nei vestiti, nelle pieghe della pelle e dei muscoli, ovunque. Migliaia di minuscoli ragni che sembravano volerti seppellire sotto le loro innumerevoli zampe. Emettesti un gemito strozzato, assolutamente terrorizzato. Quando un gruppo di loro ti risalì su per il collo e cominciò a invaderti il viso, partì l’urlo, furioso e disperato.
- Lasciatemi!!! Andatevene viaaaaa!!! –
Nei recessi più profondi della tua mente, Saint Jimmy ridacchiava deliziato.
Cominciasti a scrollarteli di dosso, ma più ne volavano via, più te ne risalivano addosso, fino a costringerti rannicchiato a terra, a scalciare contro il nulla.
Fu in quella posizione che ti trovò tua madre, che, mezza spogliata e con il trucco sbavato, si era affacciata dalla porta della tua camera per capire che diavolo stesse succedendo.
- Jimmy! Sei impazzito?! Che diavolo stai facendo?! – Esclamò, più rabbiosa che il figlio avesse interrotto la sua nottata che spaventata per lo stesso.
I ragni scomparvero all’improvviso, come la sera prima erano scomparse le giostre e i bambini e la musica.
Sentisti un fiotto di rabbia velenosa e nausea che si tradussero nei conati che scossero il tuo corpo per qualche minuto.
Guardasti tua madre con gli occhi sbarrati, terrorizzato e sicuro di te come non mai, un rivolo di sangue che ti colava dal naso.
- Si, mamma, sono impazzito.- Sussurrasti piano, e vedesti il suo viso trasformarsi da scocciato in una vera e propria maschera di paura. La tua espressione allucinata, da folle, unita a quel tono di voce così tranquillo e sottile, dovevano averla spaventata a morte. Sorridesti sardonico, soddisfatto di quel risultato, ti alzasti in piedi e uscisti dalla tua camera spintonando tua madre, che per poco non cadde a terra, ma tu non la degnasti di uno sguardo. Avevi una paura fottuta, ma nel frattempo ti sentivi potente, forte come un dio pagano… O come un Santo.
Uscisti di casa nel buio completo della notte più nera, illuminata solo dalla sporadica e debole luce dei lampioni. Sorridesti di un sorriso affilato, sardonico, e in quel momento lo sapesti con tutte le tue forze.
Saint Jimmy aveva vinto.
Era ora di iniziare il massacro. 

  
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