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Autore: Psyker_    02/10/2011    1 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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revisione 21

Il vento soffiava in quel contesto silenzioso e faceva da contorno ai quattro ragazzi finiti chissà come nel bel mezzo di quella foresta con l’intera nave. Liz aveva spiegato una possibile contromossa per affrontare Javia e Seiri ma senza uscire da quel covo misterioso, non avrebbe potuto organizzare l’assalto al Monte Metista; Valerian osservava dal ponte l’interno della foresta ma in lontananza avvistò soltanto altri alberi e vari arbusti di grandezza variabile che donavano a quel luogo un’aria piuttosto inquietante; Golden lucidava la sua katana sbuffando e Ruphis, l’unico visibilmente preoccupato, cercava di capire in quale punto del Saar si trovassero esaminando le piante e le foglie.

“Come siamo finiti nella giungla? Ci siamo teletrasportati?”

A quella domanda la strega sorrise ed avvicinandosi al piccolo drago gli si rivolse a bassa voce:

“Avresti preferito rimanere in balia di quel mostro?”
“La mia era semplice curiosità, inoltre non mi spiego come tu abbia fatto a spostare l’intera nave. La forza necessaria per uno cosa del genere non è umana!”
“Ho usato tutta la mia energia per fuggire da quell’uccellaccio, comunque sia è anche per questo che non possiamo essere troppo lontani, con i mezzi che avevo non mi sarei potuta allontanare dall’intero continente”
“Vuoi dire che siamo ancora nell’Euvenia?”
“Non credo, ma vicini... forse in una delle isole a Sud di Horion”
“L’arcipelago Marhus?”
“Esatto”
“Mmh… ho sentito storie terrificanti riguardo questo posto”
“Secondo quanto si racconta, qui i Phylis cominciano un particolare e pericoloso rito di iniziazione che determina i prossimi ‘Guerrieri Santi’ , che nella loro religione sono coloro che hanno il compito di difendere il ‘Padre’ fino alla morte. Già… il padre”
“Liz, forse la città del tuo amico Dan non è distante, potremo chiedergli aiuto!”

Al discorso intervenne Valerian che stufo di quella situazione si rivolse alla strega senza preavviso:

“Non puoi teletrasportarci nuovamente?”
“Certo, se sei disposto a sacrificare tutta la tua energia vitale per ripristinare i miei poteri”
“Da quando ti fai scrupoli? La vecchia Liz mi avrebbe già prosciugato”

La donna si avvicinò al giovane mago camminando lentamente e sfiorandogli il mento gli rispose sorridendo:

“C’è sempre una sola Liz, colei che sa fiutare un buon investimento. Vi porto fuori di qui ma contro l’Ebrion mi darete la vostra forza, che lo vogliate o no”
“Non sottovalutare un mago”
“E tu attento a non sottovalutare la strega!”

Quelle parole risuonarono nell’aria e trasportate tra le folate di vento sempre più solite e costanti, gelarono l’animo di Valerian, immobilizzato dallo sguardo diabolico della donna. Quegli occhi sembrarono risplendere nuovamente di una luce inquietante ed ogni parola da lei pronunciata tornò ad incutere una certa angoscia su tutti coloro che ne avevano a che fare. Senza alternative dunque, decisero all’unanimità di abbandonare la nave e attraversare a piedi la rigogliosa foresta. Il mago non perse tempo e balzando si portò ai piedi dell’imbarcazione.

“Vi muovete? Non ho intenzione di rimanere un secondo di più in questo luogo”

Dietro di lui scesero tutti gli altri celermente con Golden che rimase in coda al gruppo con la mano ben salda sull’elsa della sua spada per prevenire qualsiasi tipo di pericolo che quella selva poteva celare. Liz si portò a quel punto le mani sui fianchi rivolgendosi al piccolo drago:

“Dovresti avere un olfatto più sviluppato del nostro, concentrati e prova a captare l’odore umano. Non dovremmo essere troppo distanti dai centri abitati”
“No infatti, sento già qualcosa anche se non è proprio umano…”
“Da che parte?”
“Nord, direi comunque di controllare”
“Ok, allora occhi aperti e attenzione a dove mettete i piedi!”

Il gruppo si mosse fra le foglie dei numerosi alberi presenti ed anche se inciampando più volte a causa delle radici sporgenti, riuscirono ad avvicinarsi abbastanza alla fonte dell’odore sentito da Ruphis.

“Era qui, ma non sembra esserci nulla”

In quel preciso istante, una lunga freccia scagliata da non molto lontano percorse in pochi istanti la distanza che la divideva dal suo obbiettivo ma giungendo in prossimità del collo della strega, si polverizzò bruciata da un’energia ardente. Liz si voltò nella direzione in cui credeva fosse arrivata e sorridendo si rivolse all’eventuale assalitore:

“Non mi sembra il modo migliore per uccidere una strega, mostrati”

Dai cespugli non vi fu nessuna risposta, piuttosto altre tre frecce vennero scoccate stavolta da una posizione più alta rispetto alla precedente. La donna afferrò quindi con un movimento felino la bacchetta con incastonata la gemma rossa e mediante un rapido movimento creò una cupola di fiamme che la difese nuovamente. Valerian e Golden si misero in allerta mentre Ruphis si nascose alle loro spalle. Il mago si rivolse a quel punto alla strega esponendo quella che era la sua ipotesi sull’assalto:

“Al monte Metista il tuo piccolo servitore ci aveva attaccati in modo simile, forse è un Phylis”

La strega si morse un labbro nervosamente e facendo roteare la piccola asta tra le dita, rispose all’affermazione del giovane:

“Se è davvero un Phylis siamo in un mare di guai, quelli che si inoltrano nella foresta della pioggia sono iniziati di Padre Dan, aspiranti guerrieri santi, come vi ho accennato prima”
“Foresta della pioggia?”
“E’ così che si chiama il cuore dell’arcipelago Marhus e sai perché?”
“Non mi sembra proprio il momento di giochetti”
“A causa della ‘pioggia’ che causano i figli di Horen, città dei Phylis”
“… Non ho per niente un buon presentimento!”

Il suono inconfondibile dello scoccare di mille frecce rimbombò per l’intera foresta e grazie allo schiantarsi delle loro punte contro le foglie, i quattro avventurieri intuirono quello che stava per abbattersi su di loro. Valerian sgranò gli occhi:

“E’ una pioggia di frecce!”

Liz si portò al centro del gruppo e chiudendo fra i palmi delle mani la gemma rossa, evocò la vera forza di cui quella pietra era colma: un’esplosione infuocata disintegrò la miriade di frecce vaganti tra aria e foglie ma essendo di consistenza quasi immateriale, non bruciò né alberi, né arbusti di alcun tipo. Ruphis riaprì gli occhi dopo averli sbarrati per lo spavento e notando di essere ancora vivo trasalì dall’entusiasmo.

“C-Come hai fatto?!”
“Non festeggiate, siamo ancora circondati e non se ne andranno finché non ci avranno ucciso, adesso è questa la loro missione da iniziati, siamo i loro sacrifici!”

Golden si spostò una ciocca di capelli che gli teneva velati gli occhi dorati e sfoderando la lama della sua spada, invitò quei piccoli guerrieri a farsi avanti. La strega gli fece però cenno con la mano di attendere ed invitando i compagni al silenzio, effettuò qualche passo indietro. Neppure il tempo di riprendere fiato però che due Phylis fecero la loro comparsa alle spalle di Valerian e con dei coltelli all’apparenza molto affilati, provarono a sgozzarlo silenziosamente. Il mago agì però quasi d’istinto e captando le presenze dietro di lui, si girò colpendo i due assassini con una gomitata. A quel punto congiunse le mani e diminuendo drasticamente la temperatura dell’aria nei loro pressi, creò delle mani di ghiaccio che li imprigionarono.

“Ce ne sono ancora, Liz dietro di te!”

La strega annuì ma sul punto di utilizzare nuovamente la gemma magica fu anticipata da Golden che con un fendente fece saltare la testa di tre Phylis con tra le mani dei flaconi contenenti un liquido giallognolo.

“Altri?”

Il mago si concentrò per un attimo ed indicando alla sua destra, oltre un grosso tronco d’albero, invitò l’amico a controllare. Lo spadaccino si diresse dunque oltre il ‘nascondiglio’ e prendendo alla sprovvista il Phylis, intento a preparare una miscela particolare con diversi ingredienti, gli strinse la gola guardandolo negli occhi.

“Che diavolo è?”

Il piccolo umanoide strizzò gli occhi spaventato senza neppure provare a liberarsi e Golden inarcò un sopracciglio sorpreso.

“Ma che razza di guerrieri scelti sono?”

Lo afferrò per la folta chioma bluastra a cresta che si ritrovava e lanciandolo presso Liz, chiese spiegazioni:

“Mi aspettavo dei professionisti ma questo qui non ha provato neppure a liberarsi dalla mia morsa”
“Lui non è un iniziato, a giudicare dalle vesti... direi più un alchimista”

Il Phylis rialzò lo sguardo fino ad allora tenuto basso e trovando conforto nelle parole della strega, parlò anche se balbettando.

“T-T-Tu conosci n-noi Phylis?”
“Ne ho avuto a che fare in passato, chi sei?”
“S-Sono effettivamente un alchimista, c-come fai a conoscere questa professione segreta?”

Golden sbuffò a facendo roteare la sua arma intimorì nuovamente l’umanoide.

“Non balbettare, mi rendi nervoso”
“O-Ok… cioè, ok...”

Nel frattempo, Valerian portò a fianco dell’alchimista anche gli altri due Phylis congelati per metà e poggiandosi al tronco di un albero, cominciò a porgli alcuni domande:

“Se vi sentite ancora soli potrei mettervi vicino anche le teste degli altri”

I tre prigionieri deglutirono non rispondendo, quindi Valerian continuò:

“Allora, dove siamo e soprattutto chi siete?”

Uno dei due congelati provò a parlare nonostante il dolore lancinante che lo pervadeva e dopo aver sospirato un paio di volte si rivolse al mago:

“Potete anche torturarci fino ad ucciderci, non parleremo mai a degli stupidi umani!”

Valerian calò la testa sorridendo, poi si avvicinò improvvisamente al Phylis afferrandolo per il collo con violenza:

“Tu forse non hai capito che non ho tempo da perdere...”

Lo osservò intensamente negli occhi evocando quell’ormai tipica energia violetta ed ammaliando il prigioniero, provò a raccogliere quante più informazioni possibili:

“Dimmi chi siete e come facciamo ad uscire da questa foresta, adesso!”

L’umanoide riuscì a resistere per alcuni secondi ma quell’energia stregata andava troppo oltre le sue capacità di difesa. Allora cedette al controllo mentale del mago e come ipnotizzato cominciò a farneticare qualcosa riguardo quella selva dalla vegetazione fitta e rigogliosa.

“A-A...Alba…”
“Cosa?”
“A-Alba, Alba di Vapuria…”
“Che diavolo dici?!”
“E’ l’unica cosa che può purificare il mondo…”
“Se non ti decidi a parlare chiaramente giuro che ti uccido!”

Liz intervenne al discorso zittendo Valerian, poi incrociò le braccia e lasciò finire di parlare il sofferente Phylis.

“Q-Quando l’Alba di Vapuria risplende, tutte le ombre vengono avvolte... è la combinazione degli elementi supremi”

La strega si portò una mano sul mento cominciando a camminare avanti e indietro, quelle parole l’avevano colpita e in un certo senso anche inquietata.

“Dove si trova l’Alba?”
“Nel cuore della foresta, dove l’albero respira”

Valerian si rialzò interrompendo il legame creato con il Phylis ed aggrottando le sopracciglia osservò in malo modo Liz che nel frattempo sembrò osservare il colore delle foglie lì presenti.  Le esaminava da vicino con sguardo attendo ma il suo viso piuttosto confuso non lasciava presagire nulla di positivo. A quel punto voltò quindi la testa in direzione del resto del gruppo e prese la parola:

“L’Alba di Vapuria è un particolare veleno mortale creato da un animale leggendario di nome “Thanas”. Grazie alla sua particolare ghiandola secerne questa sorta di liquido trasparente che ha effetti catastrofici sull’organismo umano. Non capisco però cosa possa voler dire il Phylis… Loro di solito usano il veleno in combinazione alle frecce e potrei anche capire il perché della ricerca di un così prezioso e raro veleno ma... purificare il mondo? Non ha senso”

L’umanoide aveva intanto perso conoscenza e quelli rimanenti tremavano al pensiero di poter fare la sua stessa fine. Liz raggiunse intanto l’alchimista e sollevandolo da terra lo mise a sedere su un grosso masso.

“Che cosa ne sai tu?”
“Ti prego, non farmi male...”
“Potrei arrostirti in un secondo eppure non lo faccio perché mi stai simpatico. Se non parli però potrei cambiare idea”
“Io sono stato assoldato soltanto per lavorare il veleno... ma non so a cosa gli potesse servire e perché lo volessero, sono solo un alchimista!”

La strega lo osservò per un istante, poi effettuò qualche passo indietro scuotendo il capo.

“Dice la verità”

Golden infilzò la sua spada nel terreno della foresta per attirare l’attenzione, poi indicò il piccolo alchimista sorridendo e con quella sua aria prepotente si rivolse al resto del gruppo:

“Lui viene con noi, perché io personalmente non ho intenzione di lasciarmi sfuggire un gingillo così prezioso”
“Gingillo?”
“Il veleno, deve essere potente e lui potrà guidarci... non è vero piccoletto?”

L’espressione inquietante dello spadaccino spaventò il Phylis che annuendo quasi per costrizione che per altro non osò rispondere. Ruphis non sembrava essere molto d’accordo, quella ricerca dell’ignoto lo spaventava nonostante le alternative non fossero molte.

“Non possiamo inoltrarci nel profondo della foresta, come ne usciremo?”

Titubante ma finalmente felice di poter essere ‘utile’, rispose il Phylis prontamente:

“Ho del materiale con cui avrei dovuto creare un segnale una volta completata la missione. Ci sarebbero venuti a prendere a quel punto”
“Chi…?”
“Gli altri Garris”

Liz sgranò gli occhi, finalmente aveva tutto chiaro.

“Ecco chi diavolo siete, i Garris, il gruppo ribelle alla religione del ‘Padre’. Ma cosa volevate fare con questo veleno?!”
“Giuro che non lo so... sono solo un alchimista!”

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“Eccola! Finisci i preparativi Naos, è ora...”

Una nave volante sfrecciava nel cielo limpido dell’Euvenia ma in lontananza la grande sfera oscura creata dal potere celato all’interno della quinta cacciatrice della notte, sovrastava lo splendido azzurro che ne era rimasto. Javia assisteva imponente dal velivolo e sorridendo lasciò che il vento smuovesse il suo essere sicuro e determinato. Era la resa dei conti.

“Siamo pronti, dopo ciò... l’intero Saar sarà nostro!”

 

 

 

  
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