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Autore: 9Pepe4    02/10/2011    5 recensioni
«Sei proprio un irresponsabile» lo accusò, scuotendo la testa.
Goku sgranò gli occhi. «Perché? Cos’ho fatto?»
Bulma arricciò le labbra. «Lascia stare» replicò. «Piuttosto, come stanno Vegeta e Trunks?» domandò, cambiando argomento.
«Trunks sta benone» affermò Goku, osservando il bambino che – «Ga, ga, ah!» – cercava di mettersi in bocca il proprio pugnetto.
Bulma alzò gli occhi al cielo. «Parlavo dell’altro Trunks» precisò. «Di quello del futuro».
Goku si voltò a guardarla con un sorriso disarmante. «Lo so» replicò.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Goku, Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era da un po’ di tempo che volevo scrivere qualcosa sull’amicizia tra Goku e Bulma.
Sperando di non aver fatto un’idiozia, vi auguro buona lettura ^^



Passaggi di tempo

Bulma osservò l’imponente cyborg su cui stava lavorando.
Incuteva timore anche ora che, privo di sensi, rimaneva disteso sul lettino del laboratorio, poiché guardandolo non si poteva fare a meno di capire che era stato costruito come macchina da guerra.
La donna arricciò le labbra, chinandosi in avanti per riprendere il proprio lavoro. In quel preciso momento, Goku comparve dal nulla a pochi passi da lei, due dita sulla fronte e l’altra mano intenta a reggere il Dragon Radar.
Probabilmente, se ormai non si fosse abituata all’idea della capacità dell’amico di teletrasportarsi, Bulma non si sarebbe potuta evitare un bel sussulto. Ma dato che le cose stavano diversamente, si limitò a salutarlo, riportando immediatamente l’attenzione sull’androide.
«Bene, ecco fatto!» dichiarò Goku, in tono allegro. «Ho già recuperato tutte le sfere! E a proposito, Bulma, grazie mille per il radar».
«Figurati» rispose distrattamente lei. «Appoggialo pure là sopra» aggiunse, indicando con un gesto vago la piccola cassettiera sistemata poco lontano.
Goku sorrise e si mosse a fare quanto gli era stato chiesto, lanciando appena un’occhiata alla culla in vimini del piccolo Trunks, il quale dormiva beatamente sotto un fagotto di coperte, dopodiché si apprestò a teletrasportarsi un’altra volta.
«Ma perché sei ancora un Super Saiyan, scusa?» domandò però Bulma, fermandolo. «Dovrai aspettare qualche giorno prima di combattere».
Goku si portò una mano dietro la nuca e alzò gli occhi verso i ciuffi che gli ricadevano sulla fronte. «Oh già!» commentò, come se si fosse reso conto solo in quel momento di avere i capelli biondi. «Be’, in poche parole credo sia meglio che il mio corpo si abitui a questo stadio».
«Mmm». Bulma osservò la testa di C-16, soffermandosi in particolare sul foro che le permetteva di vedere i circuiti dell’androide. «Veramente non ne capisco l’utilità, ma fa lo stesso… Qui il maniaco della guerra sei tu, non io».
Goku la fissò con aria incerta, ma poi si strinse nelle spalle. «Adesso vado, vorrei…»
Non fece in tempo a finire la frase che uno strillo veemente riempì l’aria.
Il saiyan si guardò attorno con aria spaesata, mentre Bulma comprese immediatamente la fonte di quel suono, e si girò verso la culla dove il figlio, svegliatosi all’improvviso, aveva iniziato a piangere rumorosamente.
La donna mosse istintivamente un passo verso il lettino del neonato, ma in quel momento si rese conto di avere le mani unte di grasso e olio per motori. Si bloccò e si rivolse a Goku, parlando in tono alto per sovrastare le urla di Trunks: «Goku, potresti prenderlo tu? Io ho le mani tutte sporche!»
Lui la guardò con occhi sbarrati, dopodiché si affrettò ad avvicinarsi alla culla. All’interno di questa, il piccolo Trunks aveva iniziato a piangere con maggior insistenza, scalciando via le coperte e facendosi paonazzo in viso.
Bulma, resa particolarmente irritabile dagli strepiti del figlio, aggredì Goku senza troppi complimenti: «Che cosa stai aspettando?! Che smetta da solo?!»
Il saiyan trasalì e si chinò sul bambino urlante, prendendolo in braccio più delicatamente che poteva e iniziando a cullarlo con fare impacciato.
Trunks, da parte sua, non sembrava affatto soddisfatto, e continuava a piangere tre le braccia muscolose dell’uomo, agitando con forza i pugnetti.
«Ehm… e adesso?» azzardò Goku, fissando preoccupato il bambino quasi si fosse trattato di un extra-terrestre giunto da una lontana galassia per distruggere la Terra.
«Coccolalo un po’, accidenti! Non senti che non si è minimamente calmato?!»
Goku sbatté le palpebre, frastornato tanto dalle grida dell’amica quanto da quelle del piccolo Trunks. Appoggiò il bimbo contro il proprio petto, dandogli delle leggere pacche sulla schiena, ma non ci fu verso.
Trunks continuava a piangere, e le lacrime rotolavano a fiumi sulle sue guance paonazze.
«Goku, insomma!» strillò Bulma, innervosita. «E tu saresti un padre?! Sei davvero imbranato!»
«Ehi» si difese istintivamente il saiyan, «non credo che Vegeta sia poi tanto più bravo di me!»
Dallo sguardo fiammeggiante che comparve negli occhi dell’amica, però, si rese immediatamente conto di aver detto la cosa sbagliata. Tanto più che Bulma, inviperita, afferrò un cacciavite e lo scagliò dall’altra parte della stanza.
Basito da quello scatto d’ira, Goku ringraziò mentalmente il cielo per il fatto di avere il piccolo Trunks tra le braccia. Infatti, se così non fosse stato, era certo che Bulma gliel’avrebbe tirato addosso, il cacciavite.
D’accordo, probabilmente non si sarebbe fatto male, ma non sarebbe stato comunque piacevole.
«Tu dovresti sapere che Vegeta non si è mai occupato di Trunks!» esclamò Bulma, stizzita.
Il bambino, nell’udire le urla della madre, si mise a frignare come un disperato, mentre Goku lo maneggiava come se non sapesse bene cosa farsene.
«Oh, al diavolo!» sbottò Bulma. I suoi occhi saettarono tutt’attorno alla ricerca di uno straccio. Quando ne individuò uno, si lanciò subito ad arraffarlo, e iniziò a strofinarsi velocemente le mani.
Goku, intanto, aveva afferrato il piccolo Trunks sotto le ascelle, e lo aveva alzato un paio di volte verso il cielo. «Dai che ti piace» sussurrò, speranzoso – con Gohan aveva funzionato. «Lo so che ti piace».
Trunks arricciò il nasino e strinse gli occhi, schiudendo la bocca come a voler prendere fiato per un altro urlo… E invece smise di agitarsi, fissando Goku con due lacrimucce agli angoli degli occhi azzurri.
Il Super Saiyan esultò silenziosamente. Era fatta!
Bulma, che in quel momento si era tesa in avanti, pronta a togliere il figlio dalle braccia dell’amico, si fermò e inclinò la testa, osservando il bambino acquietato.
«Da non credere» sospirò, con riluttante approvazione. «Allora con i bambini non sei così imbranato».
Goku lanciò uno sguardo soddisfatto al piccolo Trunks. «Già» concordò, con un sorriso smagliante.
Il bambino aveva assunto un’espressione corrucciata che ricordava come non mai il cipiglio del Principe dei Saiyan.
«Ma… Bulma» domandò Goku, ingenuamente, «davvero Vegeta non si è mai occupato di Trunks?»
Bulma sospirò pesantemente, sentendosi stremata. «Tu ce lo vedi a cambiare il pannolino di suo figlio?» ribatté, con una certa acidità.
Goku ci pensò su per qualche momento. «No, in effetti no» concluse alla fine.
«E poi ti avevo già detto che io e Vegeta non stiamo più insieme» aggiunse Bulma, piazzandosi le mani sui fianchi.
Goku ridacchiò. «Hai ragione, hai ragione» ammise, per poi strizzare l’occhio al piccolo Trunks.
Il bambino, incuriosito, prese a tendere le manine verso il volto del saiyan davanti a lui, emettendo dei versi sommessi.
Bulma scosse la testa ed andò in un angolo a sedersi a gambe incrociate, con la schiena poggiata contro il muro del laboratorio. Goku la guardò perplesso, poi avvicinò Trunks al proprio petto e andò ad accomodarsi vicino all’amica.
«E così, ormai manca poco al torneo di Cell» commentò Bulma, osservando il figlio che balbettava alcune paroline incomprensibili.
«Sì» confermò Goku. «Sette giorni. Ma non preoccuparti» aggiunse, ottimista, «andrà tutto bene».
La donna lo fissò. «Sei proprio un irresponsabile» lo accusò, scuotendo la testa.
Goku sgranò gli occhi. «Perché? Cos’ho fatto?»
Bulma arricciò le labbra. «Lascia stare» replicò. «Piuttosto, come stanno Vegeta e Trunks?» domandò, cambiando argomento.
«Trunks sta benone» affermò Goku, osservando il bambino che – «Ga, ga, ah!» – cercava di mettersi in bocca il proprio pugnetto.
Bulma alzò gli occhi al cielo. «Parlavo dell’altro Trunks» precisò. «Di quello del futuro».
Goku si voltò a guardarla con un sorriso disarmante. «Lo so» replicò, compiaciuto della propria battuta.
«E allora?» insistette Bulma. «Come sta?»
Il saiyan rifletté. «Non lo so con esattezza… Non è che parli molto, e adesso è entrato nella Stanza dello Spirito e del Tempo. Ma penso che stia bene, tutto sommato».
Bulma lo fissò, inarcando pericolosamente le sopracciglia.
«Era un po’ preoccupato, ecco» si affrettò quindi ad aggiungere Goku.
«E ti stupisci?!» lo aggredì Bulma. «A parte la situazione in cui ci troviamo, avrà anche una nostalgia pazzesca di casa, poverino!» esclamò, pensando che le sarebbe piaciuto poter dare un po’ di conforto a quel suo figlio proveniente da un’altra dimensione.
«Di casa?» ripeté Goku, per poi portarsi una mano alla fronte – mentre con l’altra reggeva il piccolo Trunks contro la propria spalla. «Hai ragione! Non ci avevo pensato…»
Bulma lo guardò esasperata. «Adesso che l’hai capito faresti meglio ad andare a rassicurarlo un po’» sbottò, per poi prendere il figlio piccolo dalle mani dell’amico.
Goku si corrucciò. «…Giusto».
«Maa-ma» sospirò il piccolo Trunks, abbandonando il capino sul seno di Bulma e addormentandosi in un momento.
«Ma adesso sarà meglio che vada» aggiunse Goku, alzandosi in piedi imitato dalla donna. Si poggiò due dita sulla fronte, concentrandosi. «Ah, Bulma!» esclamò di colpo, guardando l’amica da sotto la propria mano.
«Sì?» fece lei, inarcando le sopracciglia e coccolando gelosamente il corpicino addormentato del figlio.
«Sono sicuro che prima o poi anche Vegeta imparerà ad occuparsi di Trunks!» dichiarò Goku, con la fiduciosa convinzione di un bambino.
Bulma non fece in tempo a replicare che il saiyan scomparve, e a lei non rimase altro che abbassare lo sguardo sul figlio.
Trunks dormiva pacificamente. Aveva infilato un pollice in bocca, e lo succhiava piano, forse sognando di bere un po’ di latte.
Bulma pensò anche all’altro suo figlio, quello già grande. Pensò ai suoi occhi, l’esatta replica di quelli del bimbo che le stava dormendo in braccio, e ai suoi pochi sorrisi. Pensò alla maniera in cui guardava Vegeta… Cullò il piccolo Trunks. «Che persona, il tuo papà» disse, pensierosa. «Ci ha conquistati tutti».
Le tornò in mente il sorriso di Goku. Senza dubbio, era trascorso parecchio tempo, da quando l’amico non era altro che un marmocchio con la coda!
Ripensò alle parole che il saiyan aveva detto appena prima di andarsene… E si ritrovò a sperare con tutto il cuore che lui avesse ragione.








Note:
Il titolo “Passaggi di tempo” è preso da un verso della canzone “Anime Salve” di Fabrizio De André.
È il 19 Maggio, il Torneo di Cell sarà il 26.
È possibile che questa One-Shot non rimanga tale, ma abbia una sorta di seguito, che dovrebbe contemplare una conversazione tra Goku e Mirai Trunks (una scena tra loro due è infatti un’altra cosa che mi piacerebbe molto scrivere ^^). Per adesso metto “Completa” perché devo ancora decidere se fare o no la parte aggiuntiva.
Vi farò sapere su questa pagina.
  
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