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Autore: Aout    02/10/2011    0 recensioni
Una ragazza, una trama intricata e un narratore irritante.
Spero recensirete.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte buia e tempestosa…
Non fate quella faccia, nell'incipit di un racconto epico è d’obbligo la metafora meteorologica, se poi il tempo è pure burrascoso è ancora meglio. Dicevo? Ah, sì…
Era una notte buia e tempestosa, i lampi squarciavano il cielo e ai rombi dei tuoni si inchinavano le pendici dei monti, scossi da quella lugubre sinfonia…
Non è di vostro gradimento? Forse è giusto un tantino banale, forse un po’ troppo. Allora mi conviene trovare un inizio che ottemperi di più ai vostri gusti, in fondo si scrive perché qualcuno legga, quindi…
Era una giornata…
No non potete chiedermelo, insomma, se non tutti apprezzano le atmosfere tenebrose, ancor meno si trova qualcuno che ami la primavera, i fiori, i frutti e tutti quegli animaletti tanto graziosi (ho davvero scritto una cosa così…?) che la popolano.
Quindi risolviamo il problema, basta con le metafore e le descrizioni poetiche.
E no, non preoccupatevi, non mi dilungherò ancora a parlare delle mie tecniche narrative perché so che non vi interessano, se non avete ancora smesso di leggere lo farete a minuti, con tutte queste inutili chiacchiere (per tutti quelli che hanno smesso di leggere non sapete cosa vi state perdendo, no in effetti non lo sapete proprio dato che avete smesso…). Ecco la storia:
Boom!
( ho detto che avrei smesso con le litanie poetiche, non che avrei rinunciato ad un inizio d’effetto, va bene niente più interruzioni)
Si girò spaventata a quel tonfo: uno stupido, piccolo ragazzino del primo anno aveva fatto crollare una pila di libri, sicuramente più alta di lui. Lì per lì fu presa dall’irrefrenabile impulso di urlagli qualcosa di davvero poco carino in faccia; perché non poteva starsene un attimo in pace a studiare? Per una volta aveva due ore libere, e, già era costretta a stare sui libri di scuola quando avrebbe voluto fare ben altro, e adesso non poteva nemmeno farlo in un minimo di silenzio? Ma si trattenne, prese due respiri profondi e ritornò alle sue cinquecentesche guerre di successione. Quel giorno era particolarmente nervosa, forse al pensiero delle ininterrotte verifiche che l’avrebbero accompagnata da lì alla fine dell’anno, o forse perché quella mattina aveva trovato il suo cane Fuffy (nome ben poco originale che ogni qual volta poteva, cercava di giustificare attribuendolo alla poca fantasia del suo fratellino) mangiare comodamente le sue scarpe preferite, ballerine in vernice del cui fiocco argentato ora non rimaneva che ben poco. Ma non era quello il vero motivo, e cercare di ingannare se stessa era inutile. La sera prima aveva avuto una lunga e animata discussione con Andrea, suo migliore amico dai tempi della scuola elementare, e con Giada, fidanzata di Andrea nonché compagna di banco della nostra protagonista, che appena potevano si scagliavano su di lei, giusto per smetterla anche solo un minuto di litigare tra di loro. Il pacato dialogo, per altro per via elettronica (cosa che, come saprete, non aiuta ad esprimersi al meglio) si era concluso con una serie di invettive niente affatto concilianti che l’avevano tormentata per tutta la notte, provocandole oltretutto sogni confusi che le avevano lasciato un gusto amaro al risveglio. Non si soffermò ancora a pensare a quella notte e a qualunque cosa l’avesse popolata, rubandole i suoi soliti, timidi sogni insensati, sostituendoli da strane figure che non poteva ricordarsi. Era troppo impegnata a quel punto, Re Enrico e i suoi successori erano le uniche cose sulle quali doveva concentrarsi, tutte quelle insensate guerre ormai finite da innumerevoli anni richiamavano la sua più intenta attenzione.
Ancora un' ora le ci volle per concludere quel capitolo, mai la storia le era sembrata così noiosa e difficile come in quel momento. Stancamente chiuse il libro, si alzò e si stava dirigendo all’entrata della biblioteca quando una voce la raggiunse: un ragazzo sulla sinistra la guardava con due grandi occhi chiari
(forse la cosa potrebbe parvi poco originale, ma tranquilli non ho al minima intenzione di descrivervelo come il David di Michelangelo in persona, magari con un visibile ammasso di muscoli sotto la maglietta aderente leggermente sbottonata; anzi, facciamo così, non lo descriverò per niente, così almeno potrete immaginarvi chi più vi pare e non avrete niente da dire sulle mie prolungate raffigurazioni, a proposito di questo forse mi sono dilungato troppo, ecco la storia…)
un ragazzo sulla sinistra la guardava con due grandi occhi chiari, sotto gli occhiali cerchiati di corno:
- Sapresti indicarmi dove trovare le cartine della città?- disse con un accento nordico, forse inglese o qualcosa del genere.
-Non so, chiedi alla bibliotecaria - rispose lei indicando una signora allampanata che giusto in quel momento stava uscendo da una saletta – lei ti aiuterà.
-Grazie mille- disse allora lui, con un grande sorriso ad illuminargli il volto.
Quel primo incontro fu effettivamente abbastanza deludente, quando ora ci ripensa, Roberta ( è il nome della nostra protagonista ovvio, non ve lo avevo ancora accennato?) non può che chiedersi come abbia potuto tutto avere inizio da un momento così insulso.
 
 
 
Angolo autore: Personalmente, non ho mai compreso bene la storia dei diversi punti di vista che l’autore può o non può utilizzare all’interno di un suo scritto; almeno fino ad adesso. Vi spiego: quello che parla, che dice di essere l’autore e interviene anche in modo alquanto irritante nella vicenda, non sono io; è anch’egli un personaggio nel quale non vorrei mi s'identificasse.
(Ergo la protagonista è narratrice diciamo di secondo, terzo, quarto grado? Non chiedetemelo, ho mentito, questa storia dei narratori ancora mi angustia…)
Detto ciò veniamo a dati più tecnici, spero che la mia storia via abbia anche solo vagamente interessato e che magari vogliate farmelo sapere (ovviamente siete nella più piena libertà di recensire o meno, gradirei solo capire se uno stile del genere, che qui sperimento per la prima volta, possa piacervi). Grazie mille…
  
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