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Autore: Whatadaph    02/10/2011    7 recensioni
Dominique Weasley ha diciassette anni, una media impeccabile e una vita apparentemente perfetta - nonostante ci siano troppi cugini di mezzo, una sorella ingombrante e centinaia di studenti che sono a conoscenza di ogni dettaglio della sua esistenza. Ha anche una migliore amica scomparsa, un ragazzo con la testa da un'altra parte e troppi segreti da nascondere.
Una Nuova Generazione piena di squallore e frivolezze, che dovrà pezzo per pezzo recuperare ciò che ha perduto.
Ispirato a Gossip Girl. Dal secondo capitolo:
Dominique Weasley si guardò allo specchio. Come sempre, non poté fare a meno di contrapporre la propria immagine a quella della sorella. [...] I capelli di Victoire sembravano brillare di luce propria, i suoi occhi violetti facevano sembrare banale il grigio di quelli di Dominique, la sua pelle era perfetta e priva di macchie. Victoire era più alta, più magra, più bella. Il ritratto della madre, l’orgoglio del padre, la ragazza di Teddy. Spostò una ciocca di capelli, si passò una mano sulla pancia. Si sentiva nauseata.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metamorphosis'
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Christmas Holidays (parte I)

Oh, I just want you for my own

More than you could ever know

Make my wish come true

Baby, all I want for Christmas is you!


Buongiorno, Sala Grande! Qui è Gossip Witch, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’élite di Hogwarts. La neve è bianca, l’agrifoglio rosso e lucido, il vischio malizioso, ed io auguro a tutti un felice (e stuzzicante) Natale. Qualcosa mi dice che anche queste vacanze saranno piene di scandali e discordie! Che cosa ne dite, ragazzi?

 

Come ogni anno, i cugini Weasley al completo avrebbero trascorso alla Tana le festività natalizie, alla completa mercé dell’amorevolezza di nonno Arthur e dell’ottima cucina di nonna Molly. Perciò, quel venti di dicembre, si erano radunati tutti alla stazione di Hogsmeade, assieme agli altri studenti in partenza, pronti a tornare a Londra: da lì un’apposita passaporta li avrebbe condotti a Ottery St. Catchpole, il villaggio semi-magico a poche miglia dal quale aveva sede la scalcagnata e pendente casa dei nonni.

Roxanne cercò Lysander, fra la ressa di studenti che affollavano il binario. Non sapeva se anche i gemelli Scamandro sarebbero tornati a casa per le vacanze, ma se così fosse stato avrebbe di certo avuto occasioni per tentare un chiarimento per il ragazzo: Luna Lovegood e il marito Rolf vivevano solamente un paio di colline più in là della Tana. Per quanto la riguardava, Roxanne non sapeva bene come sentirsi, riguardo a quel bacio disperato e frettoloso che Lysander le aveva posato sulle labbra; non aveva mai pensato che lui potesse piacerle, né di poter piacere a lui. A dire il vero, non lo aveva mai considerato sotto quel punto di vista.

Finalmente, le riuscì di distinguere nella folla la chioma biondo sporco di Lysander, che stava arrampicandosi sul predellino del treno assieme al gemello Lorcan. I due, sebbene si somigliassero moltissimo, presentavano tuttavia alcune sostanziali differenze che li rendevano decisamente più distinguibili. Lysander portava i capelli lunghi, era un poco più alto e aveva acquosi occhi azzurrini. Lorcan, invece, aveva iridi scure, parecchi tagli e scottature sulle guance e grosse mani callose, derivate dalla sconsiderata fissazione per l’applicazione pratica della Cura delle Creature Magiche.

Lysander parve accorgersi del suo sguardo, poiché si irrigidì e le lanciò un’occhiata furente. Anche Lorcan la guardò malissimo, prima di poggiare una mano sulla spalla del fratello, esortandolo a salire a bordo.

Adesso basta, decise Roxanne. In un modo o nell’altro, risolverò questa situazione.

 

“Tieni il mio regalo,” disse Lucy, porgendogli un pacchetto avvolto in carta dorata e lucida. “Volevo dartelo di persona”.

Scorpius parve felice come un bambino, mentre prendeva l’involto che la ragazza gli stava allungando, sorridendole con dolcezza.

“Mi raccomando,” riprese lei. “Non aprirlo prima della mattina di Natale...”

“Puoi starne certa,” le assicurò lui. “Il mio regalo arriverà via gufo, non volevo correre il rischio che lo aprissi prima del tempo e, beh... la verità è che non pensavo ce li saremmo scambiati oggi, e mi dispiace, perché...”

Ma Lucy sorrise, chiudendogli la bocca con un bacio, prima di allontanarsi lungo il binario.

Scorpius pensò una cosa, e sentì il bisogno di espletarla immediatamente.

“Lucy!” gridò, correndole dietro “Ho dimenticato una cosa!”

La ragazza si volse, un poco sorpresa, mentre il ragazzo la raggiungeva,

“Ti amo!”.

 

“Mi mancherai da morire!”

“Anche tu, amore mio...”

Albus osservò con espressione indecifrabile l’appassionato - e disgustosamente sdolcinato - saluto che James e Grace si stavano scambiando, sull’innevata banchina della stazione dei treni di Hogsmeade. I due si guardavano con occhi brillanti, e parevano incapaci di staccarsi.

“Grace, Jamie sta partendo per le vacanze di Natale, non per andare in guerra,” le fece notare amabilmente. “Soltanto per due settimane, oltretutto”.

La ragazza scoppiò a ridere, prima di dare un ultimo bacio a James e chinarsi poi per salutare Albus con un abbraccio stritolante, tale da fare invidia a nonna Molly.

Anche se mai l’avrebbe ammesso, era proprio per questo che il minore dei fratelli Potter tanto apprezzava la compagnia di Grace. Lei sapeva dimostrare affetto con una prontezza ed una spontaneità uniche: le riusciva in qualche modo naturale, come camminare o respirare. Oltretutto, Grace era una persona con la quale si poteva scherzare di ogni cosa: non se la prendeva mai, aveva una gentile e fresca ironia e le piaceva ridere.

Se mi fossi azzardato a dire una cosa del genere a Dom, probabilmente mi avrebbe ucciso.

Di certo, l’arrivederci di Dominique e Jacob, qualche metro più in là, non era quel che si potesse definire tenero. Spiritoso, sensuale, romantico forse, ma decisamente non tenero.

“Greengrass,” stava dicendo lei, senza sciogliere la passionale stretta del ragazzo dalla propria vita sottile. “Puoi stare certo che non mi mancherai affatto. Non ti azzardare a scrivermi, o...”

Ma le sue parole morirono contro le labbra di lui.

“Naturalmente,” soffiò Jacob contro il suo collo, prima di baciarla ancora.

Dominique lo degnò di uno sguardo altezzoso - ma ad Albus non sfuggirono un sorriso trattenuto e il caldo scintillio delle sue iridi -, prima di ricambiare il bacio con trasporto.

La locomotiva scarlatta fischiò, emettendo torbidi getti di vapore nella fredda aria dicembrina. Albus vide Jacob stringersi ancora una volta a Dominique, prima di avviarsi verso l’uscita della stazione.

Lui sorrise fra sé, salendo a bordo. Si accomodò nello stesso scompartimento dei fratelli e dei cugini, e fu nel caricare il proprio bagaglio sull’apposita reticella che, attraverso il vetro del finestrino, vide qualcosa di soprendente. Un ragazzo dai capelli castani si stava avvicinando a sua cugina con fare determinato: sussultò nel riconoscere Adrian Goldstein, il suo secondo battitore, la spilla da Caposcuola illuminata dai riverberi del debole sole invernale.

Strinse gli occhi, incuriosito. I due si stavano scambiando qualche parola: Dominique pareva piuttosto alterata, Adrian aveva un’espressione dura. Vide la ragazza sbottare, scuotere la testa con esasperazione e salire sul treno. Goldstein rimase lì dov’era per qualche istante, osservando con particolare intensità la direzione nella quale Dominique si era allontanata, prima di volgersi di scatto e allontanarsi in fretta.

Albus levò le sopracciglia, perplesso, prima di lasciarsi scivolare sul sedile e affrettarsi a ridere all’ultima battuta di Lily.

 

“Greengrass, puoi stare certo che non mi mancherai affatto. Non ti azzardare a scrivermi, o...”

Per una volta, a Dominique non diede affatto fastidio l’essere interrotta, e si beò del fermo tocco di Jacob sulle proprie labbra.

“Naturalmente...” soffiò lui.

La locomotiva, inopportuna, fischiò per richiamare gli studenti a bordo. Jacob la baciò ancora una volta, prima di allontanarsi verso l’uscita, e non appena si fu voltato Dominique si concesse di sorridere fra sé e sé. Si volse verso il treno, un poco timorosa: temeva le vacanze di Natale più di ogni altra cosa, considerato il carico di abbondantissimi pranzi e cene che comportavano, e soprattutto sapeva bene che protagonisti delle festività sarebbero stati Victoire e il suo matrimonio imminente.

A causa dell’ansia, il giorno prima aveva vomitato di nuovo.

Per l’ultima volta.

Fece per salire sul treno, quando una voce spiacevolmente familiare la costrinse a voltarsi.

“Dominique”.

“Lo sapevo!” alzò gli occhi al cielo. “Almeno oggi, non potevi lasciarmi in pace?”

“Dominique”.

“L’hai già detto. Che cosa vuoi, Goldstein?”

Vide chiaramente la mascella del ragazzo irrigidirsi.

“Solo augurarti buon Natale,” replicò duramente Adrian. “Divertiti durante le vacanze”.

Lei gli lanciò un’occhiata gelida.

“Ah, beh,” disse freddamente. “Allora grazie tante”.

Si voltò e fece per andarsene, ma Goldstein la trattenne per un braccio.

“Devo parlarti, Dominique”.

“No, non devi” ribatté, secca.

Si divincolò dalla sua stretta e si affrettò verso il treno, senza guardarsi indietro.

Se l’avesse fatto, forse avrebbe saputo dare un nome alla veemenza che ardeva negli occhi di Adrian, che aleggiava sul suo volto. O forse, non ne avrebbe avuto il coraggio.

 

Caro Jamie,

Mi manchi. Come stai passando le vacanze?

Qui è una pacchia! Scorpius e Jake non fanno altro che lanciarsi palle di neve e giocare a Sparaschiocco dalla mattina alla sera. Naturalmente, gioco con loro. Nelle battaglie di neve vinco sempre io, e anche a Sparaschiocco. Jacob continua a proporre di giocare a Wand-Poker¹, proprio perché perdere gli brucia (e io a Wand-Poker faccio decisamente pena).

Qualche volta studio, anche se Scorpius dice che faccio finta, per il resto passiamo ore ed ore davanti al fuoco della loro Sala Comune a divorare focaccine natalizie, che gli elfi domestici gentilmente ci procurano. Quasi nessuno è rimasto a scuola per le vacanze. Del nostro anno, di Grifondoro c’è solo quel musone di Adrian Goldstein, che come puoi ben immaginare è sempre solo, poverino.

Le vacanze sono belle, ma mi manchi. Tanto.

Saluta i tuoi genitori, Albus, Lily, Roxanne e naturalmente anche Domi!

Ti amo.

Grace

Cara Grace,

Mi manchi anche tu, amore. Da morire.

Qui alla Tana è tutto piuttosto caotico e rumoroso, come sempre. C’è un sacco di confusione, e la casa minaccia di esplodere per sovraffollamento. Io divido la camera con Albus, Louis, Teddy, Hugo e il piccolo Freddie (che tanto piccolo poi non è, visto che l’anno prossimo farà il primo anno ma già è alto quasi quanto me). Credo che Dominique sia sull’orlo di una crisi di nervi. Dorme assieme a Roxanne e Lily, e sai bene quanto mia sorella sappia essere assillante, quando vuole. Anche Rose, Molly e Lucy dormono nella stessa stanza. Victorie, con questa storia del matrimonio, è riuscita ad ottenere una camera tutta per sé, il che è una vera ingiustizia, considerato che noi ragazzi dormiamo in sei nella vecchia soffitta dello zio Ron (talmente piena di manifesti dei Cannoni di Chudley da far male agli occhi).

La nonna non fa altro che cucinare dalla mattina alla sera e rimetterci la camicia nei pantaloni con un colpo di bacchetta. Ci è mancato poco che Al la incenerisse con lo sguardo, per questo. Teme che possa fare del male alle sue parti basse. E’ malato, lo so.

Roxanne è depressa, ma nessuno sa perché. Ho provato in tutti i modi a farle sputare il rospo, ma niente! Penso di mandare Lucy in avanscoperta. Sta talmente zitta che alla fine si finisce a dirle tutto per esasperazione, per riempire il silenzio.

Dominique riceve stormi di gufi. Dovresti dire a Jacob di scrivere un po’ meno: il cortile si sta riempendo di cacche. Naturalmente (non) scherzo.

Ti amo tantissimo.

James

Jamie,

Sei sicuro che sia Jacob a mandare gufi a Dom? Non l’ho mai visto leggere né scrivere lettere, e praticamente stiamo insieme tutto il giorno. Bah. Scriverà di notte, che ne so. Ho sempre detto che non è molto normale!

Dì ad Albus da parte mia che le sue parti basse sono in grave pericolo. Mettere la camicia nei pantaloni potrebbe comprometterle definitivamente.

Mi mancate tutti quanti tanto (ma tu tantissimo). Visto che ad Hogwarts siamo rimasti una ventina di studenti al massimo, in Sala Grande hanno sistemato un’unica tavolata, anche assieme ai professori. Io, Jake e Scorpius ci siamo messi più lontani possibile da Lumacorno, ma seduto accanto a noi c’era il professor Paciock, che ci ha raccontato aneddoti sui nostri genitori, ai tempi della scuola. Sai che il padre di Scorpius una volta è stato trasfigurato in un furetto da un insegnante? Che poi neanche era un insegnante, ma un Mangiamorte sotto Polisucco. Scorpius ha riso per un’ora di fila, con ricadute di risolini per tutta la giornata. Sembrava si fosse drogato. Ad ogni modo, deve essere veramente innamorato di Lucy. Non l’ho mai visto così!

Dominique mangia?

Ti amo da morire.

Grace

Tesoro,

Davvero non è Greengrass a scrivere a Dom? E allora chi mai potrebbe essere?

Ho riferito ad Albus le tue parole. Lui si è messo a ridere, ma ha anche detto di stare in guardia perché potrebbe arrivarti una maledizione per posta.

Anche tu mi manchi moltissimo, amore mio. Ti giuro, non sai quanto vorrei poterti stringere, baciare, guardare. Due settimane mi sembrano un’eternità, lontano da te. (Lo so, sono melenso e sdolcinato come una donzella innamorata, faccio pietà. Però sono giustificato: non sarà una donzella ma innamorato sì!).

Restate lontani da Lumacorno, anche da parte mia e di Albus.

Beh, zio Neville è una forza. Mi sembra che una volta lo zio Ron ci avesse accennato la storia di un furetto rimbalzante, ma la zia Hermione l’ha azzittito. Ad ogni modo, chiedi al professor Paciock di raccontarvi come ha ucciso Nagini, il serpente-horcrux di Voldemort. E’ davvero un’impresa epica, te lo assicuro.

Ho parlato a papà della nostra idea di diventare Auror, e mi è sembrato molto contento.

Nonna Molly ha capito che ho una ragazza, e subito ha detto di invitarti alla Tana, la prossima estate. Naturalmente verrai anche per il matrimonio di Victoire, quindi potresti trattenerti qualche settimana! Sempre se ti va.

Dominique mangia poco, ma mangia.

Ti amo, amore.

James

Jamie,

Non ho idea di chi possa essere, se non lui! Sei sicuro che le lettere vengano da Hogwarts?

Dì ad Albus che è un vero tesoro e che controllerò la posta con molta attenzione.

No, donzella, non sei melenso. Mi fai solo tanto, tanto, tanto felice.

Ti amo così tanto che non so più come dirlo.

Lumacorno ci ha incastrati. Naturalmente è riuscito a mettere in imbarazzo il povero Scorpius, mentre Jake sghignazzava senza sosta. Ma bisogna ammettere che lo spettacolo era qualcosa di esilarante. Immagina uno Scorpius tutto rosso, mentre Lumacorno snocciola complimenti su complimenti e possibili future raccomandazioni a non finire. Ho preferito non dirgli dell’Accademia Auror, dato che non voglio nessun aiuto. A proposito, sono felice che a tuo padre piaccia l’idea! Spero solo di essere all’altezza (perché tu lo sei di certo).

Ho chiesto al professor Paciock a proposito del serpente. Hai ragione, è un vero eroe!

Certo che mi va di venire, quest’estate! Dì a tua nonna che non vedo l’ora di conoscerla!

Tieni d’occhio Dominique, per favore. Non vorrei che avesse una ricaduta.

Ti amo ti amo ti amo.

Grace

Grace,

Ho controllato le buste! Vengono da Hogwarts, ma non c’è il nome del mittente, e leggere la posta di Dominique non mi sembrava giusto. Comunque, la scrittura mi è vagamente familiare, anche se non riesco proprio a ricordare a chi appartenga. E’ un vero mistero!

Mi fa tanto, tanto, tanto felice il farti tanto, tanto, tanto felice.

Ti amo.

Povero Scorpius! Mi è simpatico, quel ragazzo. Lumacorno ha una capacità unica di creare imbarazzo. Gli unici che si divertono con lui sono quelli come Albus, che non si vergognano di niente, oppure quelli con il bisogno patologico di complimenti che ha Dominique.

Credimi, sei all’altezza. Sei una strega molto brillante, amore.

La nonna si è quasi commossa.

Scusami se non scrivo altro, ma Lily mi assilla da due ore affinché la accompagni a far acquisti.

Ti amo.

James

 

Dritto, rovescio, dritto, rovescio...

Molly Weasley sedeva sulla consunta poltrona di pelle del salotto, accanto al caminetto, lavorando ai ferri per Hugo una calda sciarpa blu, tinta emblematica di Corvonero. Finalmente, dopo ore e ore passate in cucina, era riuscita a ritagliare un momento tutto per sé: Lily aveva costretto James ad accompagnarla a fare compere, Victoire e Teddy erano usciti, Rose stava come sempre chiusa nella propria stanza, tutti gli altri stavano giocando a Quidditch - con questo freddo! - dietro la collina, con l’eccezionale presenza di Dominique, la quale aveva gentilmente degnato i cugini e gli zii della propria compagnia.

“Nonna?”

Molly si volse verso la nipote: Roxanne la guardava con serietà e con l’aria stranamente spenta, vagamente simile ad un palloncino sgonfio, che pareva aver deciso di assumere per l’intera durata delle vacanze natalizie. Le sorrise dolcemente, distogliendosi dai ferri.

Come tutti, anche l’anziana donna si era chiesta quale potesse essere la causa del pessimo stato d’animo della giovane, e come tutti non era giunta ad una risposta plausibile. Tuttavia, aveva scelto di non indagare: qualora Roxanne le avesse chiesto un consiglio, sarebbe stata lieta di darglielo, ma finché ciò non fosse avvenuto, non l’avrebbe di certo tartassata di domande.

“Dimmi, tesoro mio”.

Roxanne sorrise con un certo sforzo.

“Esco. Devo andare al villaggio a comprare... a finire gli ultimi regali, ecco”.

Naturalmente Molly non le credette neanche un po’. Roxanne, contrariamente al fratello e a qualcuno dei cugini, non era mai stata in grado di mentire, e solitamente per la fine di novembre aveva già terminato gli acquisti natalizi. Tuttavia, il suo istinto le suggerì che sarebbe stato meglio lasciarla andare, così assecondò la sua bugia.

“Va bene, tesoro. Vai pure. Lo dico io agli altri”.

Roxanne le lanciò uno sguardo grato - sapeva che Molly aveva solo finto di crederle - e accennò ad un sorriso, prima di imbaccuccarsi per bene e uscire all’esterno.

Una volta fuori, prese la direzione esattamente opposta al villaggio, simile ad un puntino di lana colorata che percorreva la campagna imbiancata di neve. Oltrepassò diversi campi, parecchie macchie di alberi e una fattoria, e finalmente raggiunse una casa incastonata fra le colline.

La prima impressione che si percepiva, nell’osservare casa Scamandro, era quella di stare sognando. Si sarebbe detta un miraggio, un allucinazione: una immensa caffettiera che sorgeva in mezzo alla neve, circondata da alberi dal fiorame variopinto anche in pieno inverno e curiosi animali che producevano strani versi. Guardando meglio, tuttavia, si distinguevano finestre sparse qua e là, in ordine apparentemente casuale, una porta d’ingresso piccola e rotonda² e un comignolo in corrispondenza del beccuccio della caffettiera, affinché si avesse l’illusione del vapore prodotto dal caffé bollente.

Per la prima volta da settimane, Roxanne sentì il preludio di una nascente risata gorgogliare nel petto.

Speriamo che abbiano messo almeno qualche Repello Babbanum!

Sempre ridacchiando, scese lungo la cresta della collina e oltrepassò il confusionario giardino, evitando prontamente gli attacchi di qualche piccolo animale. Finalmente, raggiunse la porta circolare, che era dipinta di un intenso giallo limone, priva di pomello, con al centro un piccolo battente a foggia di testa di corvo. Allungò una mano per bussare, quando quello improvvisamente spalancò il becco.

“Chi è la!?” gracchiò, facendola sobbalzare.

“Ro-Roxanne Weasley” balbettò in risposta.

“E perché sei qua!?”

“Io...”

Dall’interno si udì qualcuno strillare qualcosa, poi un sonoro tramestio. La porta si aprì con un cigolio, e Lorcan sbucò fuori.

“Cricket!” esclamò, rivolgendosi al battente. “Ti ho detto almeno un migliaio di volte di non...”

Non appena la vide, il ragazzo si arrestò. Le lanciò uno sguardo inviperito e le sbatté la porta in faccia.

“Lorcan!” gridò lei “Per favore, aprimi!”

“Lorcan?” udì dall’altra parte la voce di Lysander. “Chi era?”

I cardini cigolarono ancora, mentre l’uscio veniva nuovamente aperto e il secondo gemello si affacciava alla soglia. Parve stupefatto.

“Roxanne?” sussurrò.

“Lysander,” cominciò lei. “Volevo chiederti scusa, io...”

Lui annuì semplicemente.

“Mi dispiace”.

Annuì ancora.

“Potrai mai perdonarmi?”

Chinò ancora la testa. Roxanne lo guardò.

“Beh,” fece. “Insomma... grazie”.

Girò sui tacchi, e fece per andarsene.

“Prima o poi!” disse inaspettatamente il ragazzo. “Prima o poi ti perdonerò!”

Roxanne si volse nuovamente verso la casa, ma la porta era stata chiusa.

 

 


 

¹ Un semplice poker mi pareva troppo scontato. Perciò, ecco qua Wand-Poker (letteralmente, Bacchetta-Poker).

² L’idea della porta rotonda, con la maniglia (in questo caso, Cricket il Corvo Battente) al centro, l’ho presa dal Signore degli Anelli. Immagino ricorderete tutti la verde porta della casa di Bilbo!

 

Note dell’Autrice

Confermo l’aggiornamento della domenica. Non sono riuscita a far entrare tutte le feste natalizie in un capitolo, perciò ho diviso il due parti la “puntata” 1x11. Vi volevo anche dire che - AIUTO!

L’Autrice ha infranto il regolamento di Hogwarts, importando alcolici illegali all’interno del castello. Sono Caposcuola, era mio dovere punirla.

Si dice che io sia un tipo noioso. Beh, non è affatto vero! Sono anche piuttosto carino, sapete? Somiglio a William Moseley.

L’Autrice vi comunica che ha pubblicato la prima drabble di una raccolta su Scorpius e Lucy, intitolata Ten things Scorpius Malfoy loves about Lucy Weasley. Le farebbe piacere se deste un’occhiata (e magari lasciaste una recensione). Questo è il suo account Facebook. A proposito! Mi chiamo Adrian Goldstein, l’ho già detto?

 

Grazie a tutti voi <3







 

   
 
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