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Autore: miss moonlight    02/10/2011    15 recensioni
Marzio Chiba è il tipico ragazzo ribelle, conosciuto per le sue “bravate” e sempre sulla bocca di tutti. Leader del suo gruppo di amici, è l’unico che con la sua freddezza e calma riesce di tanto in tanto a tenerli a bada. Le mattine, i pomeriggi e le serate, scorrono con la loro monotonia caratterizzati dal mancato dialogo con il padre. Tutto cambia con l’arrivo di Bunny che, con la sua determinazione e la sua bontà incondizionata, mette Marzio difronte alla realtà e alle conseguenze dei suoi comportamenti. Marzio si ritroverà spesso a scoprire un nuovo mondo, il mondo di Bunny, fin quando i due non si troveranno coinvolti in una serie di situazioni che li porterà ad innamorarsi. Ma il lieto fine per i due è ancora lontano…
Due persone e due mondi a confronto, il tutto unito dalla magia che solo un sentimento potente può creare.
ATTENZIONE: Fanfic narrata dal punto di vista di Mamoru. Personaggi OOC!
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale. I fatti narrati sono frutto dell’immaginazione dell’autrice.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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L’appuntamento era per le nove ed io ero pronto e puntuale come un orologio svizzero.
Maglietta blu notte aderente, leggermente scollata, un comodo giubbino nero di pelle e degli altri e tanto comodi jeans color blu scuro erano stati i prescelti per quella serata. Capelli volutamente scompigliati e fissati con un po’ di cera e acqua di colonia, erano gli unici due particolari a cui badavo, per il resto mi basta solo essere in ordine.
I primi ad arrivare furono Yaten e Taiki. Corsi subito ad accoglierli prima che lo facessero i miei genitori, non volevo che vedessero le loro espressioni rassegnate al tipo di amicizie che avevo scelto di frequentare. Papà ci aveva tirato fuori dai guai tante volte... abbastanza per ricordarsi tutti i volti dei miei amici.
- Seiya e Moran stanno arrivando in taxi. Niente ripensamenti spero...-
- Sull’auto, Yaten? Tranquillo... ho sempre una mazza da baseball nel portabagagli - risi.
Taiki si lasciò cadere pesantemente sul divano - Un giorno ne comprerò uno uguale... ci starebbe bene davanti ad un caminetto...- muoveva le mani davanti a sé, mimando la scena. - Le ragazze vanno pazze per queste cose! -
Anche Yaten si accomodò allo stesso modo, con i cigolii di protesta del mio povero pezzo d'arredamento. - A me basterebbe una bella playstation davanti a qualsiasi divano...-
Guardai Taiki e scoppiammo a ridere. - Ecco spiegato perché con le donne sei una schiappa, amico! -
- Nah. Idioti, questi sono solo dettagli!-
Questi momenti tranquilli passati in compagnia erano i miei preferiti. Ero di buon umore e avevo iniziato a cantare un motivetto nell'attesa, mentre Yaten e Taiki si godevano il massaggio preimpostato del divano, quando il campanello suonò ancora.
Avevo lasciato la porta socchiusa per risparmiarmi di allontanarmi nuovamente ed aprire, perciò il primo ad entrare fu Seiya. Ci voltammo ancora sorridenti e rimanemmo per qualche secondo senza parole.
- Eee... Da da!!! - intonò Seiya, girando a braccia larghe su se stesso. - Allora, che ne pensate? -
Indossava un completo, formato da pantaloni e giacca, semi elegante rosso. Portava anche una camicia nera, la quale accentuava una cravatta in tinta con il completo. Sembrava uno di quei agenti segreti che si vedevano nei film d’azione, ma in un colore più appariscente.
Mi voltai verso gli altri due ancora seduti sul divano che nello stesso istante mi guardarono con aria perplessa. Anche loro non sapevano se ridere o lasciare che Seiya si divertisse nei panni di James Bond.
- Seiya!!! Va' al diavolo! Sta sera come minimo devi offrirmi tre giri di birra, visto che sei saltato fuori lasciando il conto del taxi a me!- irruppe Moran, paonazzo in volto, agitando una mano con l'indice puntato verso di lui, che continuava a sistemare l'orlo delle maniche.
A quel punto io, Yaten e Taiki scoppiammo a ridere ancora una volta.
- Forza, andiamo!- dissi con le chiavi in mano. Ci dirigemmo in garage, al piano inferiore. Seiya, che avrebbe dovuto darmi le indicazioni stradali, si sedette accanto al posto di guida, gli altri tre sui sedili posteriori. Attraversai l'ampio giardino e pochi minuti dopo, sulle note di It's my life di Bon Jovi, eravamo sulla strada per il Cat Scratch Club.

***
- Vorrei sapere dove ci stai portando di preciso. Perché sei vestito in quel modo?-
Moran mi appoggiò. - Marzio ha ragione, vorrei saperlo anch'io visto che tu sembri un damerino e noi dei comuni ragazzi. - dallo specchietto retrovisore, riuscii a vedere Moran indicare noi altri e soffermarsi su Yaten con lo sguardo.
- Non guardare me! Mi ha detto spogliarelliste e ho pensato che fosse un night club come tutti gli altri...-
- Tranquilli, non sarete fuori luogo così.- sentenziò Seiya – Stasera voglio cambiare tattica, voglio avere l’aria sofisticata e importante come quella dei grandi uomini che si vedono di tanto in tanto nei club...-
Non basterà un vestito a cambiarti, pensai.
-... ho notato che sono quelli che si beccano più strusciate dalle ballerine!- spiegò.
- Sto guidando da quasi mezz’ora, Seiya...-
- Tranquillo, siamo arrivati. Prendi la prossima uscita. Lo spettacolo dovrebbe iniziare intorno le undici. Abbiamo il tempo di farci qualche birra, di ballare e Taiki potrà portarsi in bagno qualche ragazza...- scherzò.
- Il tipo da sveltine sei tu, io preferisco passare ad atti più impegnativi. Ma ti comprendo... tu non ne sei in grado, sono io che ho ereditato il gene famigliare. - gli rispose con lo stesso tono divertito, ma pungente.
- Non lo provocare, Taiki - mi intromisi anch'io - Sarebbe capace di scommettere su tutto...- ricordai l'episodio della camicia e a giudicare dal suo ghigno, Seiya fece altrettanto. Ma prestò attenzione alla strada e non rispose.
- Rallenta, ci siamo quasi... E' proprio sul confine della città, appena prima di entrare nel centro abitato.-
Grazie alla grande insegna illuminata da varie luci colorate, non ebbi problemi a individuare il posto.
Passai lentamente davanti all’entrata, in cerca di un parcheggio. Alcune ragazze, in abiti attillati, erano radunate sul marciapiede e, appena ci notarono, sorrisero tra di loro lanciandoci sguardi ammiccanti.
Fui costretto a fermarmi per farne attraversare altre quattro.
Un fischio d’approvazione provenne da Taiki – Wow ! -
Seiya sorrideva compiaciuto – Aspettate di vedere che cosa ci aspetta dentro! – disse in tono soddisfatto, poi aggiunse – Anche se credo che mi intratterrò in altri modi questa sera.-
Seccato guardai rapidamente la strada in cerca di un posto dove avrei potuto lasciare il Suv.
- Credo che vi farò scendere qui… è tutto pieno. Vado a parcheggiare più avanti e vi raggiungo dentro.-
- Ottima idea! – esclamò Yaten e scese dall’auto, seguito a ruota dagli altri.
Stavo già ripartendo quando vidi Seiya avvicinarsi al gruppo di ragazze dicendo – Ehi ragazze, vi va un po’ di compagnia? –
Sorrisi rassegnato. Era il solito.
Ed era anche quello più propenso a lasciarsi andare in ogni modo.
Per questo motivo, dalla notte in cui fece ubriacare a pezzi me e Moran per poi farci rompere i vetri dell’edificio scolastico, mantenevo un po’ di distacco con lui.
Ma lui era anche l’unico a far scattare qualcosa in me. Qualcosa simile all’irritazione davanti ad una prova difficile da superare.
Perché con Seiya spesso si rischiava di essere coinvolti in situazioni assurde per puro svago.
Come in quella notte… Mio padre dovette ripagare tutti i danni.
Io e Moran avevamo un carattere simile, ma lui era solo molto più estroverso, e proprio come me, aveva imparato quando perdere il controllo. Lasciai vagare in questo modo la mia mente finché, finalmente, non entrai anch’io nel locale.
L’alto volume della musica inizialmente mi stordì, mentre mi muovevo disorientato tra i tavolini rossi, il bancone del bar e i corpi che ballavano.
Li individuai seduti davanti a quello che sembrava un piccolo palco, in prima fila.
- Allora? Che cosa mi sono perso? – chiesi accomodandomi.
- Niente di importante, ancora. – mi rispose Taiki.
Mi guardai velocemente attorno. – Seiya dov’è? –
- Fuori, con quelle ragazze…- mi spiegò Yaten.
Una cameriera arrivò con un vassoio in mano e servì ognuno di noi.
- Avete già ordinato? – chiesi.
- Si, ho scelto io per te.- Moran mi passò una birra. – Spero vada bene.-
- Va bene, grazie. Ricordati di non esagerare, domani mattina abbiamo la scuola.-
Moran sbuffò, mentre i due fratelli risero.
- Ah, Yaten… Non li invidio per niente! - disse Taiki a suo fratello.
Passammo il tempo successivo a bere, Moran riuscì anche a ballare con una ragazza che aveva rimorchiato vicino al bancone. Mi stavo divertendo, fin quando non tornò Seiya.
- Marzio, mi servono le chiavi della macchina.- mi disse deciso.
- Non se ne parla. Che dovresti farci scusa? –
- Ho lasciato dentro il mio cellulare e mi servirebbe…-
Non ero convinto.
- Andiamo! Non ho intenzione di rubartela, fidati! – insistette.
Non poteva lasciare tutti noi a piedi, non poteva allontanarsi.: - Va bene, tieni. L’ho lasciata due incroci più avanti. E’ una zona isolata, era l’unico posto che ho trovato.-
- Ok, grazie! - afferrò il mazzo e si precipitò fuori.
Yaten lo guardò allontanarsi. - Che senso ha per lui essere qui se poi se ne sta tutto il tempo fuori?-
Risi. – Neanche quello che stiamo facendo noi ha poi tanto senso… Pagare per vedere ragazze spogliarsi…-
- Gli spogliarelli sono roba da far esplodere la testa se la ragazza ci sa fare…-
- Guardate Moran come se la spassa! – intervenne Taiki facendoci notare il nostro amico, ballava corpo a corpo con una sconosciuta – E poi viene a farci la morale sulla fedeltà e stronzate varie.- bevve un sorso del suo cocktail - Se non fosse perché ho paura di Heles, le manderei una foto. Sarebbe capace di fare fuori lui e quella ragazza. E subito dopo me solo per sfogarsi! –
- Dai, smettila. Non è poi così cattiva.- rispose Yaten ridendo insieme a me.
- Lui non la molla perché ha paura e lei non molla lui perché non troverebbe nessun’altro, semplice! –
Guardammo il nostro amico. Forse aveva ragione.
- La vita privata di Moran non ci riguarda, lasciamogli fare quello che gli pare.- sentenziai infine.
Le luci che fino ad allora erano state forti e intense, diventarono soffuse, la musica abbandonò i ritmi sfrenati, assumendone altri più quieti ma intensi.
- Oh oh… ci siamo! Avanti pupe, venite fuori! – Yaten non stava più nella pelle.
Mi guardai velocemente attorno e notai che tutti i tavoli erano pieni di ragazzi e uomini, le coppie invece consumavano qualcosa al bar o sedevano nella zona privè, appena visibile dalla nostra postazione, dove potevano continuare la serata con un programma diverso.
In quei luoghi, il tempo sembrava non scorrere mai… C’era sempre un modo per intrattenersi.
Moran tornò a sedersi accanto a me.
- Che fine ha fatto la ragazza? – chiesi.
- E’ tornata da dove è venuta… Sono un ragazzo serio io, cosa credevate?-
Lo guardammo con aria perplessa.
- Lasciamo stare! – disse voltandosi verso il palco.
Ad una ad una, cinque ragazze si disposero infila, iniziando a ballare in modo seducente.
Erano vestite da gatte. Indossavano una gonna corta, alla quale era attaccata una simpatica codina, ed un top. Il volto era coperto da una maschera in stile cat woman e i capelli di ognuna erano raccolti in una coda.
Accesi una sigaretta.
- Graziose le gatte, eh? – disse Taiki mentre iniziavano a togliersi il top nero, lasciando scoperto il loro intimo superiore.
- Molto…- confermò Moran.
Lo spogliarello continuava e noi continuavamo a perderci con lo sguardo su quelle curve, su quei movimenti e sui quei corpi che si muovevano, travolgendoci in un vortice nel quale il tempo e lo spazio si confondevano. Una gattina bionda salì sul nostro tavolo, premiandoci con un balletto privato e Yaten rimediò anche un bacio e un tipico souvenir: poggiò la gamba sulla sua spalla, lentamente fece scivolare il collant e lo adagiò con sensualità intorno al collo del mio amico ipnotizzato.
Ad esse se ne alternarono altre, la coreografia sensuale lasciò spazio al ritmo incalzante del Can Can, con graziose ballerine che agitavano le loro gonne tra noi spettatori, regalandoci qualche carezza che, tra un bicchiere e l’altro di vodka, era sempre gradita.
Quandosi ritirarono dietro le quinte, Yaten e Taiki erano completamente sbronzi e per noi era giunto il momento di andar via.
Solo a quel punto mi ricordai di un piccolo particolare che avrei dovuto tenere a mente.
Seiya aveva le chiavi della mia auto.
Seiya poteva essere ovunque con la mia auto.
Immediatamente lo chiamai sul cellulare, ma il telefono squillava a vuoto.
- Merda! – quasi gridai, mentre mi alzavo sbattendo la sedia contro il tavolino.
- Che succede, Marzio? –
- Seiya, gli ho dato le chiavi della macchina. Paga il conto e trascina questi due fuori da qui. Aspettami all’uscita.- lasciai una banconota tra i bicchieri vuoti e mi precipitai fuori dal locale.
A passo veloce, cercavo ancora di rintracciare Seiya sul cellulare, ma non servì a nulla.
Tirai un filo di sollievo quando vidi che l’auto era proprio lì dove l’avevo lasciata.
Riuscii a scorgere delle sagome all’interno e perciò accelerai il passo e pochi istanti dopo ero già lì.
Mi resi conto però che il sospiro me lo ero concesso troppo in fretta. Mi bastò un’occhiata all’interno dell’auto per farmi assalire da un brutto presentimento.
Seiya era disteso seminudo sui sedili posteriori e accanto aveva una ragazza con addosso solo l’intimo. Nonostante l’oscurità, riuscì a notare il suo viso. Era pallido.
Aprì con uno scatto la portiera.
- Seiya, idiota alzati! – urlai per svegliarlo. Poi presi il viso della ragazza tra le mani e mi accorsi che qualcosa non andava. – Merda, Seiya! Alzati subito! –
Portandosi una mano alla testa, sembrò darmi retta. – Ehi, che diavolo succede? Perché urli? -
- Che hai combinato idiota? La ragazza sta male! – le diedi qualche schiaffetto sul viso, per farla svegliare, ma fu tutto inutile.
- Ma che dici, sta benissimo…-  si voltò per guardarla e nel tentativo di alzarsi la mosse, facendole così cadere un braccio dal sedile e vedendolo penzolare si spaventò.
- Merda! Aveva detto che era abituata, non pensavo che…- con uno scatto si mise a sedere, mentre io cercavo ancora di farle riprendere conoscenza.
- Che avete fatto? – chiesi infuriato – avete bevuto o…-
- Si, si, si! abbiamo bevuto qualche birra poi… poi abbiamo preso un po’ di roba… credevo che…-
Ero incredulo.
- Alcool e stupefacenti? Ti ha dato di volta il cervello per caso? Che diavolo credevi di fare?-
- Senti, ne parliamo dopo! Adesso risolviamo questo problema e velocemente. Che cosa facciamo?-
Cercai di mantenere la calma e ragionare.
- La portiamo al pronto soccorso. Rivestila, muoviti!-
- No, non puoi! Se vengono a sapere che sono stato io a darle la roba finirò nei guai! Ci chiederanno come mai eravamo con lei e se si mettono a fare i test anche a noi sono fottuto! –
- Intanto la portiamo lì e per strada mi verrà qualcosa in mente! -
Iniziò a rivestirla. Almeno mi stava dando ascolto.
- Gli altri dove sono? Moran, Yaten, Taiki che fine hanno fatto?-
Altro problema. Due erano fuori gioco, che cosa dovevo fare?
- ‘Fanculo, Seiya! Tu e le tue cazzate! – imprecai contro di lui. – Dammi le chiavi, muoviti! Andiamo a prenderli.-
Due attimi dopo ero già al posto di guida e in pochi minuti arrivai davanti all’ uscita del locale dove Moran mi stava aspettando sostenendo Yaten e Taiki come meglio poteva.
Scesi per dargli una mano.
- Che cosa sta succedendo? – mi chiese notando la mia tensione.
- Dobbiamo muoverci. Sali avanti, loro si stringeranno dietro. Abbiamo un problema.-
Guardò all’interno della macchina e vide Seiya con la ragazza tra le braccia.
- Cazzo… muoviamoci!-
Sistemammo i due dietro e poi ripartii diretto all’ospedale più vicino. Intanto Seiya era riuscito a far riprendere la ragazza. Era già qualcosa. Tornai a pensare lucidamente.
- Ascoltate. Io scendo con lei al pronto soccorso, non possiamo lasciarla sola in questo stato.- guardai Seiya dallo specchietto retrovisore. – Non mi importa di quello che dirà, sono affari tuoi! Mi hai già messo abbastanza nei casini! –
Lo vidi alzare le mani in segno di resa. Ripresi a parlare, spiegando ciò che avevo in mente : - Dirò che l’ho trovata svenuta vicino ad un locale, se faranno dei controlli anche a me non ci saranno problemi. Dopodiché ci penserà Moran a portarvi a casa. Io rimarrò lì il tempo necessario, poi prenderò un taxi.-
Ci furono istanti di silenzio generale. Solo Seiya continuava a sussurrare qualcosa alla ragazza, per tenerla sveglia.
- Come si chiama? – domandò Moran.
- Mm… Sally… si… si chiama Sally. – rispose Seiya poi continuò a dirle : - Andrà tutto bene, sta’ tranquilla.- si rivolse a me : - Per fortuna l’abbiamo ripresa in tempo.-
- Per fortuna Marzio è arrivato in tempo.- ribatté Moran.
Io continuavo a guidare, ma dentro di me la rabbia diminuiva, lasciando posto al sollievo.
Arrivai all’ospedale più vicino subito dopo. Fortunatamente la ragazza riuscì a reggersi un po’ in piedi e così la feci appoggiare a me per portarla dentro.
- Aspetta, Mamoru! – mi richiamò Moran. – La sua borsa.- Mi passò la sua borsetta nera e salì al posto del guidatore per poi ripartire. Io entrai nell’ospedale, un’infermiera mi vide e si precipitò ad aiutarmi. Spiegai velocemente la situazione e lei mi disse che se ne sarebbe subito occupata, ma mi chiese di restare nella sala d’aspetto. Non potei fare altro.
Prima di condurre via la ragazza mi avvicinai a lei : - Non ti preoccupare, adesso ti faranno star bene, Sally.-
Cercò di focalizzarmi meglio e debolmente mi disse:- Io mi chiamo Sidia…- poi la portò via.
Rimasi così da solo senza sapere cos’altro fare.
Mi guardai attorno e successivamente individuai la porta che dava alla sala d’aspetto, quindi attraversai l’entrata e superai il bancone per poi ritrovarmi davanti ad una piccola stanza con delle sedie blu accostate ai muri e altre disposte in modo frontale ad esse, creando più file. C’erano solo tre persone, una coppia di anziani e una ragazza che non ebbi difficoltà a riconoscere.
Bunny sedeva infondo la stanza, con il capo chino sul cellulare.
Avanzai verso di lei, che non appena percepì la mia presenza alzò lo sguardo.
- Tu? Che cosa ci fai qui? – era sorpresa quasi quanto me.
- Potrei farti la stessa domanda, testolina buffa. E’ successo qualcosa di grave?- mi accomodai accanto a lei, voltandomi leggermente verso il suo lato. Lei era seduta verso la porta da cui ero appena entrato. Portava le mani sulle gambe ed era appoggiata pesantemente sullo schienale della sedia. Sembrava stanca, doveva essere lì da ore.
- No, per fortuna. Sono qui per una bambina che era con me questo pomeriggio e ha avuto un mancamento. Purtroppo è di salute molto cagionevole…adesso la stanno visitando.- mi rispose chiudendo gli occhi, mentre poggiava meglio la testa al muro.
- E tu? Esci sempre con la borsetta? – scherzò facendomi notare che tra le mani avevo ancora la borsa di Sidia.
- Ah no, questa è di una ragazza che ho soccorso…- spiegai.
- Cos’ha avuto? –
- Qualcuno di noi ha esagerato, questa sera. Alcool e stupefacenti credo. La situazione è sfuggita di mano e…-
Si portò a sedere con uno scatto guardandomi con gli occhi sgranati :- Alcool e stupefacenti? Siete pazzi?-
Mi alzai in piedi. - Senti, all’inizio ero infuriato anch’io. Era solo una serata con i miei amici e mentre io ero in un locale a bere con gli altri, Seiya si è lasciato andare troppo. Che altro potrei fare oltre a rimproverarlo? Voleva divertirsi, ha sbagliato e noi abbiamo sbagliato a lasciarlo da solo sapendo che ha poco autocontrollo. Andiamo Bunny, hai diciannove anni anche tu! -
- Davvero perfette le tue giustificazioni, ci hai lavorato tanto su, eh? Siete degli stupidi incoscienti, in questo caso non si trattava solo di voi. È stata coinvolta anche un’altra persona che ora sta male! Che cosa sarebbe accaduto se per un attimo nessuno di voi avesse fatto la scelta sensata di portarla qui? Ci sono altri modi per divertirsi e il responsabile che ha ridotto quella povera ragazza in uno stato così grave, dovrebbe essere punito!.-
- Riecco l’atteggiamento da paladina della giustizia! – avevo davvero detto ciò che pensavo ad alta voce?
Sospirò. – Che cosa farai se ti chiederanno spiegazioni? Se ti faranno dei test? –
- Se avessi bevuto tanto da star male e mi fossi drogato anch’io non sarei qui. Dirò che l’ho trovata e l’ho soccorsa.-
- Spero per te che tu sia credibile…-
Lo speravo anch’io, ma non lo dissi.
Ritornai a sedermi e ripresi in mano la borsa. Iniziai a cercare qualche documento, qualche numero, qualcosa da poter lasciare alle infermiere affinché potessero rintracciare i suoi familiari.
Trovai il cellulare e dalla rubrica segnai, su un foglietto che trovai lì dentro, un numero memorizzato sotto la voce : Mamma.
C’erano anche dei documenti, tra cui la carta d’identità che scivolò sul pavimento e si aprì. Bunny la raccolse e passandomela si soffermò sulla foto.
- È una bella ragazza…-
Guardai anch’io la foto. Con i lunghi capelli che cadevano sul viso, il sorriso accennato e gli occhi scuri, Sidia era veramente bella.
Si avvicinò un’infermiera e rivolgendosi a me, mi chiese come avevo trovato Sidia e se fossi un suo conoscente. Risposi di no e le diedi i contatti che avevo trovato nella sua borsa, lasciandole anche quella. Mi disse che potevo andare e che avrebbero rintracciato loro qualcuno. Poi si rivolse a Bunny, che era ancora accanto a me.
- Signorina, Ottavia adesso sta meglio. Le abbiamo dato dei tranquillanti e ora sta dormendo. Vorremmo tenerla sotto osservazione per questa notte. Abbiamo già contattato la sua tutrice, verrà a prenderla lei domani mattina.-
- Va bene, la ringrazio di tutto.-
- Si figuri. Farebbe bene a tornare a casa, è tardi. Può stare tranquilla per ogni cosa, Ottavia avrà tutto quello di cui ha bisogno.-
- Ne sono sicura, buona notte.-
L’infermiera si congedò ed io e Bunny ci ritrovammo di nuovo da soli.
- Torni a casa in auto? – le chiesi, sperando quasi in un passaggio.
- No, credo che cercherò di trovare un taxi…- mi disse mentre si dirigeva verso l’uscita. La seguii anch’io.
- Bene, siamo in due allora. Ti darebbe fastidio se lo prendessimo insieme? La direzione è la stessa e sono già le due e mezza, sarà difficile trovarne due.-
- Certo, non è un problema. Anche perché a dire il vero mi preoccupava tornare a casa da sola a quest’ora. Non si sa mai che tipi di persone si possono incontrare… Magari qualcuno come il tuo amico…-
- Ok, testolina buffa! Ho recepito il messaggio! –
Rise. – Certo che io e te apparteniamo a due mondi completamente diversi…-
- Vero, ma del tuo mondo non credo che ci sia niente di adatto a me o che possa interessarmi in qualche modo.-
-Questo solo perché tu del mio mondo, se vogliamo chiamarlo così, non sai niente… Ci sono altre cose per cui vale la pena di sprecare energie, cose di cui non hai la più pallida idea.-
Eravamo appena usciti fuori, la strada circostante era deserta. Guardai Bunny, divertito.
- Che tipo di cose? – chiesi curioso di sapere a cosa si riferisse, anche se all’istante ricordai ciò che mi aveva detto Heles in mensa.
- Parlartene non servirebbe a niente. Sminuirebbe solamente. Dovresti vedere e sperimentare di persona, ne rimarresti colpito.-
Scossi la testa : - Mi dispiace, ho altre priorità. – la guardai mentre si sfregava le braccia infreddolita. Indossava solamente un vestitino leggero rosa e la sua borsa. – Non hai un cappotto? – le domandai.
- No, questo pomeriggio il tempo era perfetto, non credevo ne avessi avuto bisogno.- mi spiegò e immediatamente le porsi la mia giacca di pelle.
- Tieni, metti questo…-
La vidi indugiare, ma alla fine non lo rifiutò. Doveva sentire davvero freddo, in effetti la temperatura era calata di qualche grado.
- Ti ringrazio… Sai, sono convinta che in realtà ci sia qualcosa di buono in te, qualcosa che ti rende diverso … Non lo so, ma questi piccoli gesti non fanno che dimostrarlo.-
- Eh? Che stai dicendo? – Bunny faceva sempre dei discorsi così strani? Era già la seconda volta che lo faceva con me.
- Niente. Lascia stare…- scosse la testa.
- Chiamo un taxi.- dissi allontanandomi di pochi passi con il cellulare in mano.
Sospirai stanco.
Mi aspettava ancora mezz’ora di viaggio con Bunny prima che sulla mia giornata potesse essere scritta la parola fine.
Con il cellulare all’orecchio, mi voltai istintivamente a guardare quella strana ragazza.
Guardava la luna con aria assorta…
Non era Bunny a far parte di un altro mondo, ma era un mondo totalmente a me sconosciuto che faceva parte di lei.




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Ed ecco giunta anche la fine di questo capitolo! :)
E mentre le fan sfegatate di Rea si associano con quelle di Sidia per scovarmi e farmi fuori, io mi dileguo il più lontano possibile!!! xD
Come avrete notato ho inserito un nuovo personaggio, Sidia.
Inizialmente doveva solo essere una comparsa, ma da qualche giorno stavo pensando di darle un ruolo ben preciso nella storia. Vedrò nel corso della stesura che mi verrà in mente! ;) Ho inserito anche Ottavia e lei sarà sicuramente presente nei prossimi capitoli. A piccoli passi entreremo nel mondo di Bunny!
Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia annoiate!
Mi lasciate i vostri pareri? Vorrei capire che ne pensate! :)
Vi ringrazio per aver letto!
Al prossimo capitolo, un bacio!
Debora.

P.s: Trovate qui nella mia pagina le immagini che più rispecchiano il locale nelle mia fantasia! ;)http://www.facebook.com/pages/-Il-piccolo-spazio-di-miss-moonlight-/147980305296643#!/media/set/?set=a.154871511274189.35288.147980305296643&type=1
   
 
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