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Autore: Bloodlily    02/10/2011    1 recensioni
I nostri eroi galleggiano in mezzo al mare senza cibo... Una vera tragedia, soprattutto per il capitano! E quando approdano a Starvig Island... già il nome non è molto rassicurante...[to starve, in inglese, vuol dire "morire di fame" nda] Per (s)fortuna pare ci sia qualcuno disposto ad aiutarli... sì, ma quale prezzo?
Dopo molto tempo, la sto postando di nuovo da capo, infatti sono avvenuti cambiamenti piuttosto radicali ^^' Auguro una buona lettura a tutti! Bloodlily
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 IInd Chapter: Buona Notte

 

 

Il sole calava lentamente oltre l'orizzonte, tuffandosi in mare lasciandosi dietro un cielo infuocato. L'aria, con il sopraggiungere della notte, si era fatta più fresca, portando sollievo dopo l'arsura del giorno. La Going Merry ondeggiava dolcemente sull'acqua scura, assecondando i movimenti leggeri delle onde.

Nami alzò la testa, sospirando.

Gabbiani all'orizzonte.

L'isola era vicina. Tuttavia era troppo pericoloso continuare la navigazione anche di notte. D'altra parte, si trovavano pur sempre nella Rotta Maggiore. E lei era la navigatrice della ciurma dei pirati di Mugiwara. Nonostante fosse una vera esperta, non poteva mettere a rischio la vita dei suoi nakama. Non se lo sarebbe mai potuta perdonare.

Le tornò alla mente la prima volta che dovette affrontare le insidie di quello strano mare. Un'improvvisa tempesta che stava quasi per affondare la nave. Oppure quando la nave aveva invertito la rotta, senza nemmeno che lei se ne accorgesse, e mille altri episodi.

Non poté non ripensare a Bibi. Era lei che l'aveva aiutata a capire i meccanismi della Rotta Maggiore. Chissà come se la passava ora ad Alabasta...

Si ritrovò addosso un'ondata di malinconia e di tristezza al pensiero dell'amica. Era passato molto tempo da quando si erano lasciati indietro la loro compagna di viaggio. Una volta lasciato alle spalle il Regno di Alabasta, avevano viaggiato a lungo, finendo prima a Jaya e poi a Skypiea, la meravigliosa Isola nel Cielo, visitando altre innumerevoli isole.

Ora era sicuramente molto affezionata anche a Robin, ma Bibi era stata, ed era ancora, la sua prima vera amica. Prima non poteva permettersi di avere amici.

La mano destra si strinse sulla spalla sinistra, all'altezza del suo tatuaggio.

Dove prima c'era il marchio di Arlong, ora c'erano una girandola ed un mandarino.

Dove prima c'era solo dolore, adesso c'erano gioia e speranza.

Tutto grazie a lui.

Sorrise.

- Non potevo fare una scelta migliore partendo insieme a questa banda di scalmanati, Bellmer... - mormorò piano, inspirando profondamente la fresca aria dal profumo salmastro.

Il sole era infine tramontato. Il cielo prima tinto di rosso e arancione, lasciava spazio ai colori più scuri del viola e del blu. Già si potevano osservare innumerevoli stelle, e, in lontananza, la falce della luna crescente.

Con la coda dell'occhio, Nami vide Zoro dirigersi in silenzio verso l'ancora. Lo spadaccino la sollevò senza apparente sforzo, gettandola in mare. La navigatrice aggrottò le sopracciglia. Non si sarebbe mai potuta abituare alla forza sovrannaturale di Zoro. Era davvero un essere umano?

Pensò agli altri membri della ciurma. L'immagine sorridente del suo capitano le sfiorò la mente.

Beh, se non altro, Zoro non era l'unico mostro.

- Ehi, squattrinato! - lo chiamò per attirare la sua attenzione.

- Cosa vuoi, strega? - chiese lui di rimando, con aria estremamente diffidente. Quando c'era di mezzo la navigatrice, lo spadaccino non poteva non essere preoccupato per la sua sorte. Stupida mocciosa. La cosa buffa, e che lo irritava parecchio, era che si lasciava pure fare.

Scrutò la ragazza con aria torva, mentre un sorriso furbetto misto ad un sottile piacere perverso si dipinse sul viso di quest'ultima.

- Allora? Guarda che me ne vado - aggiunse Zoro sempre più irritato, dirigendosi a passi misurati verso la botola che conduceva sottocoperta. Non camminava troppo velocemente per non far vedere che aveva fretta di andarsene, ma nemmeno troppo lentamente per ridurre il tempo di permanenza sul ponte. Lo sguardo della mocciosa non gli piaceva per niente.

Nami stette ad osservarlo per un po', ridacchiando.

- Dato che ci sei, spadaccino povero in canna, ammaina anche le vele - disse lei calma, senza nascondere il divertimento nella sua voce.

Zoro si fermò accanto all'albero maestro, alzando lo sguardo verso il castello di poppa, dove stava Nami.

- E perché dovrei farlo mocciosa, sentiamo? - la voce uscì burbera con un tono di sfida, mentre incrociava le braccia davanti al petto, aspettando una risposta che già conosceva.

Il ghigno che si allargò sul volto della navigatrice non fece altro che confermare le sue certezze. Sbuffò.

- Non ti devo ricordare quanto mi devi, vero Zoro? - lo stuzzicò, sperando in una sua reazione. Si appoggiò con i gomiti sul corrimano, la testa sostenuta da entrambe le mani, il busto sporto in avanti. Non poté fare a mano di sogghignare ancora di più.

Il volto di Zoro si distorse in una smorfia. Si mosse per fare quello che gli era stato implicitamente ordinato.

- Stupida mocciosa, avara, strozzina... - borbottò piano, digrignando i denti, tirando la corda per ammainare la vela.

- Hai detto qualcosa, squattrinato? - domandò innocentemente lei, riuscendo a trattenere a stento una risata.

Lo spadaccino si limitò a non rispondere, cercando di ignorarla con tutte le sue forze. Da parte sua, Nami continuava a godersi quegli istanti, non perdendosi nessuna delle espressioni del nakama.

Lo spadaccino stava salendo sulla coffa per annodare la vela, sempre imprecando e borbottando parole sconnesse, quando Sanji uscì dalla cambusa.

- La cena è pronta Nami-chan, vado a chiamare anche gli altri - le disse vedendola lì accanto, per poi dirigersi verso la botola che conduceva sottocoperta.

Nami sentì un crampo allo stomaco, e si girò a guardare verso la cucina.

Zoro, ancora appeso in cima all'albero maestro, smise di borbottare, concentrandosi su quello che doveva fare.

Osservò gli altri uscire da sottocoperta, per riunirsi stancamente in cambusa. Lanciò una veloce occhiata verso Nami, che pareva non volesse più divertirsi alle sue spalle, mentre raggiungeva anche lei la cucina. Ancora non aveva visto Rufy schizzare fuori dalla botola al sentore del cibo, e la cosa lo preoccupò un poco.

Infatti si sentivano strani rumori provenire da sottocoperta, e quando già gli altri erano a tavola, vide emergere dalla botola il suo capitano intrappolato nella presa ferrea del cuoco. Quando lo vide si rilassò nuovamente, iniziando a scendere dall'albero maestro.

- Eddai, Sanji, ti ho già detto che non ruberò più il cibo agli altri... - piagnucolava il capitano, mentre veniva trascinato verso la cambusa.

- Sì, come oggi a pranzo, capitano dei miei stivali - disse Sanji guardandolo malamente.

Rufy distolse lo sguardo, guardando di lato, facendo una stranissima espressione.

- Usop non lo mangiava, e quindi ho pensato che sarebbe stato uno spreco buttare via quella carne... - si giustificò, tentando sempre di evitare di incrociare gli occhi con il cuoco che lo teneva saldamente.

- Non tutti si ingozzano come te, e sai benissimo di avere torto - la voce del cuoco era cupa.

Questa volta Rufy non osò replicare, guardando più intensamente un punto nel vuoto.

Sanji sospirò, aveva ormai raggiunto la porta della cucina. Sentì i passi dello spadaccino proprio dietro di lui, e solo in quel momento lasciò la presa dal suo capitano.

Rufy adocchiò i piatti già vuoti dei suoi nakama, tranne tre che erano ancora intatti. Non riuscì a non trattenere un verso di disapprovazione osservando l'esigua quantità di cibo. Si lasciò cadere al suo posto, finendo di mangiare ancor prima che lo spadaccino e il cuoco si potessero sedere.

Sanji strinse i pugni. Appena avesse recuperato delle cibarie, avrebbe cucinato una montagna di manicaretti per la sua ciurma, in particolare per Rufy. Non ne comprendeva il motivo, ma lo faceva sentire male vederlo così. Ma attribuiva la colpa di questa sensazione al ricordo del suo passato. Certo, non si trovavano nemmeno lontanamente nella stessa situazione, ma qui si stava parlando di Monkey D. Rufy e del suo stomaco. Stomaco, più un buco nero, a pensarci bene.

Il capitano appoggiò il mento sul tavolo. Un potente ruggito proveniente dalla sua pancia riempì il silenzio della cucina.

- Fameeeee... - pronunciò appena, per poi beccarsi un pugno in testa da parte di Nami.

- Insomma! Cerca almeno di trattenerti, non ricordarcelo ogni due secondi! Ti sembra forse che noi ci stiamo lamentando? - strepitò verso Rufy, che però già non le degnava più un briciolo attenzione.

Zoro infatti, senza parlare, aveva sporto il suo piatto verso il capitano.

Con un rapido sguardo, Sanji vide che non aveva toccato nulla.

- Tieni Rufy, sennò dopo chi la sente la strega - disse annoiato, mentre Rufy guardava il piatto che gli veniva offerto con le stelline negli occhi.

- Strega a chi, brutto spadaccino squattrinato e scansafatiche? - si alterò Nami, rivolgendo ora la sua ira su Zoro.

- Perché, non lo sei mocciosa? - anche lui alzò la voce, guardando di traverso la navigatrice con aria truce.

- Non ti permetto di chiamare la dolce Nami-chan in quel modo, marimo! Chiedile subito scusa! - Sanji non riuscì a trattenersi, irrompendo nella loro discussione.

- Ecco, almeno una persona che capisce qualcosa! - Nami lanciò uno sguardo ammiccante verso il cuoco, che subito perse la testa.

- Mia dolcissima sirena, per te questo e altro!! - disse, gli occhi a cuore e in preda a strani movimenti del corpo.

Rufy ne approfittò per finire quello che il cuoco aveva ancora nel piatto, allungando velocemente il braccio. Robin sorrise nell'osservarlo, mentre Usop accanto a lei borbottava qualcosa sul fatto che fosse ingiusto che alla fine il capitano avesse mangiato per tre. Lanciò una veloce occhiata a Chopper, seduto di fronte a lui.

- Tuttavia non è un problema per me... - disse quindi con aria di chi la sa lunga, massaggiandosi il mento con una mano, facendo in modo che la piccola renna potesse sentire.

- Io riuscirei a sopravvivere senza mangiare nulla anche per un mese intero... -

Osservò di sottecchi la reazione del medico, che non si fece attendere.

- Dici davvero?? - Chopper osservava Usop ammirato, stelline negli occhi e tutt'intorno.

Usop trattenne un sorrisetto compiaciuto, rimanendo serio.

- Ma certo! Del resto è un'esperienza che ho già vissuto - annuì, toccandosi con un dito la punta del naso.

- Tutto accadde quando ancora abitavo nel mio villaggio natale. Fu un anno di terribile carestia, e quindi... - così il cecchino incominciò a raccontare, la piccola renna che pendeva dalle sue labbra.

Zoro si guardò attorno sbuffando, terribilmente irritato dalle smancerie di quello stupido cuoco, da Nami che civettava con lui per avere un appoggio e per sentirsi dire che era bella, e in qualche modo anche da tutto il resto.

Si alzò in piedi, lasciando la cambusa, passando la mano destra sull'impugnatura delle sue tre fedeli katane.

- Oi, marimo, dove stai andando? - la voce un po' acida di Sanji lo raggiunse.

- Ho il turno di guardia - rispose seccato, prima di sbattere la porta dietro di sé.

 

 

Ormai sulla Going Merry dormivano tutti. Tutti meno Zoro, che approfittava di quell'attimo di tregua per allenarsi. Del resto doveva passare la notte sveglio, non voleva sprecare tempo senza fare nulla.

Tuttavia, dopo appena cento addominali e cento flessioni, si interruppe. Un rumore proveniente da sottocoperta attirò la sua attenzione, e aguzzando gli occhi vide una figura emergere dalla botola. Riconobbe subito la forma di un inconfondibile cappello di paglia sgattaiolare su per le scale, ed introdursi furtivamente in cucina. Ma non si preoccupò più di tanto.

Sanji infatti aveva preso a dormire direttamente in cambusa, per evitare gli spuntini notturni del capitano.

Dopo qualche minuto, infatti, Rufy uscì dalla cambusa piagnucolando, sparendo nuovamente sottocoperta.

Lo spadaccino osservò il suo capitano, ed un sommesso brontolio proveniente dal suo stomaco diede voce ai suoi pensieri. Imprecando, riprese ad allenarsi, anche se con meno vigore delle settimane precedenti.

Altri rumori giunsero al suo orecchio, questa volta diretti verso di lui. Si interruppe nuovamente. Quando fu abbastanza vicino, riuscì a riconoscere Sanji.

- Cosa vuoi, sopracciglio arrotolato? - sbuffò irritato.

- Mi sto allenando - aggiunse subito dopo, volendo troncare la discussione sul nascere. Non aveva proprio voglia di litigare.

Il cuoco però era di parere diverso.

- E' da cinque giorni che salti regolarmente tutti i pasti per darli a Rufy, stupida testa d'alga - disse il biondo pacato, accendendosi lentamente una sigaretta.

Lo spadaccino fece una smorfia mentre riprendeva con i suoi esercizi.

- Non sono affari tuoi, cuocastro da quattro soldi -

- Oh, io invece credo che lo siano eccome, visto che sono il cuoco su questa nave, ed è mia responsabilità assicurarmi che ognuno abbia la sua porzione di cibo - insistette il cuoco.

Zoro ghignò, i muscoli contratti dallo sforzo.

- Del cibo che mi passi tu posso farne quello che voglio -

Sanji fece roteare gli occhi. Quella testa d'insalata riusciva ad essere veramente testarda quando voleva.

- Rufy mi ha raccontato che sei riuscito a rimanere nove giorni senza mangiare - iniziò a dire, e Zoro sentì una nota di rabbia nel tono di voce del biondo.

- E se fosse per me ti lascerei anche morire di fame, ma dopo chi lo sente il capitano? -

Zoro si alzò da terra, sorridendo beffardo al cuoco.

- Sta' pure tranquillo, che non morirò di fame - detto questo, diede le spalle al cuoco, per andare a recuperare i pesi.

Per tutta risposta, lo stomaco di Zoro si fece nuovamente sentire.

Lo spadaccino imprecò mentalmente, quindi non si accorse che Sanji gli si era avvicinato. Un secondo dopo si ritrovò faccia a faccia con il cuoco, che aveva un'espressione davvero arrabbiata... o era preoccupazione?

- Adesso stammi a sentire, stupida testa d'alga che non sei altro - esordì il biondo, puntandogli un dito contro lo sterno.

- Non me ne frega niente se cerchi di fare lo stoico. Non devi dimostrare niente a nessuno, e con le buone o con le cattive, anche se dovessi prenderti a calci in culo per tutto il tempo, tu adesso mangi quello che ti ho preparato, hai capito marimo? -

Zoro non riuscì a replicare nulla. Continuava a fissare il cuoco, che pareva non avere ancora finito. Dopo aver ripreso fiato dopo la prima sfuriata, infatti, Sanji riprese a parlare, anche se con un tono di voce più basso.

- Io so cosa vuol dire avere fame... - disse serissimo in volto.

- E non permetterò mai, mai, che qualcuno dei miei nakama debba patire quello che ho passato io... -

La voce di Sanji si abbassò fino a spegnersi sulle ultime parole.

I due rimasero a guardarsi per un po', prima che Sanji decidesse di tornare in cucina.

- Ti ho lasciato il piatto lì - disse infine noncurante, gettando il mozzicone di sigaretta in mare.

Zoro lo osservò allontanarsi. Vide il piatto per terra, stracolmo di cibo. Lo raccolse, iniziando a mangiare in silenzio.

Cavolo, quanto era buono.

 

 

Sanji tornò in cambusa, sperando vivamente per lo stupido spadaccino di trovare il piatto vuoto il giorno dopo. Guardò le sue coperte stese per terra, sospirando. Sicuramente non era la sistemazione più comoda, ma almeno stando in cucina sarebbe riuscito a proteggere meglio quel poco che era rimasto.

Iniziò a sbottonarsi la camicia, per poi piegarla con cura e appoggiarla sulla panca. Si tolse anche le scarpe, per infine sdraiarsi a terra sopra le coperte.

Kami, se faceva caldo.

Rufy era già arrivato, quindi dubitava che tentasse nuovamente di sgraffignare cibo.

A dispetto di questo, sentì la porta cigolare nuovamente.

Aprì gli occhi imprecando, mettendosi di nuovo a sedere. Socchiuse gli occhi, riconoscendo il suo capitano (di nuovo) sulla soglia.

- Ti ho già detto che non puoi prendere da mangiare, Rufy, non costringermi a spedirti fuori di qui a calci... -

- Questa volta non sono qui per mangiare - sbuffò Rufy contrariato, mettendo su il broncio.

- Perché mi accusi se non ho ancora fatto niente? -

- Se vieni qui di notte è solo per svuotare la dispensa... ed è per colpa tua se sono costretto a dormire sul pavimento di legno della cucina - mormorò stancamente il cuoco.

Il viso del capitano si illuminò con un sorriso.

- Allora ti faccio compagnia! -

Sanji non fece nemmeno in tempo a replicare, che Rufy gli saltò addosso, facendolo stendere nuovamente per terra. In meno di due secondi, il capitano si era accoccolato al suo fianco, poggiando la testa nell'incavo della sua spalla destra.

- Rufy...? - sussurrò piano.

Ma l'altro stava già dormendo.

Il cuoco sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

Osservò per un po' il suo capitano.

- Buona notte -

E si addormentò anche lui.

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Mille grazie per le recensioni ricevute, e grazie anche chi segue la mia FF!!
Per il primo periodo riuscirò ad aggiornare più spesso, in quanto ho i capitoli già pronti, poi lentamente prenderò il mio ritmo normale, trovando il tempo di scrivere quando non lavoro :P

Un saluto a tutti, e alla prossima!!
S t a y T u n e d

Bloodlily

  
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