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Autore: TheBlazer    03/10/2011    1 recensioni
Prima di diventare un esperto Domadraghi e il Campione della Lega di Johto, Lance deve pur essere stato un ragazzo come tutti gli altri... o forse no? Cosa significa lo strano marchio che gli segna la mano fin dalla nascita? Chi è la misteriosa figura che di quando in quando gli appare in sogno, ammonendolo di stare in guardia da un certo "Disertore"? Un dono senza precedenti scorre nel sangue di Lance, un dono magnifico e terribile allo stesso tempo. E ora che un Male antico come il mondo si prepara a sciogliere le sue millenarie catene, il compito di fermarlo spetta proprio a Lance, ad una giovane e coraggiosa ricercatrice di nome Reason Elm e a N, un enigmatico ragazzo dagli insoliti poteri. Ma tra maschere e verità, confessioni e segreti non detti, per il nostro Domadraghi non sarà facile distinguere gli amici dai nemici... (LanceXOC?, NXWhite)
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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-La Città delle Leggende Viventi-




Ci vollero tre giorni di marcia per raggiungere Amarantopoli. Durante il tragitto, i tre compagni non persero occasione di allenarsi: ogni sosta era buona per improvvisare uno scontro. Combattimento dopo combattimento, Reason rivelò la sua intera squadra (composta dal Glaceon bianco, la Beautifly beige, il Vulpix nero e un Pikachu rosso, rigorosamente tutti Shiny) mentre N sfoderò una gamma di creature straordinarie, diversissime da qualunque altro Pokemon che Lance avesse mai visto in vita sua, e che si scoprì essere un Samurott (una sorta di possente quadrupede marino), un Archeops (un incrocio tra un uccello e un dinosauro) e un Reuniclus (una curiosa creaturina informe dotata di braccia scindibili), oltre al demone-volpe di nome Zoroark che il Domadraghi aveva già incontrato a Mogania.
Quando finalmente arrivarono ad Amarantopoli, Lance rimase meravigliato dalla solenne bellezza della città. Al di sopra dei tetti svettava una torre, bianchissima e scintillante, una splendida sentinella che occhieggiava dal cielo una graziosa città di foggia tradizionale, in stile tipicamente giapponese. Nonostante fossero le cinque del pomeriggio, in giro non si vedeva quasi nessuno: tutto era avvolto nella quiete, turbata solo dal fruscio del fogliame smosso dal vento e dal cinguettio lontano di qualche Pidgey. I tre ragazzi decisero di comune accordo di dirigersi verso il Centro Pokemon, ma, mentre camminavano tra i muri silenziosi delle case, lo sguardo di Lance cadde su un edificio largo e piatto, dalle pareti annerite e in parte distrutte. La facciata era stata completamente devastata dalle fiamme, e l'unica cosa che si leggeva ancora (sebbene a fatica) era un cartello laccato di bianco che recava la scritta "Teatro degli Aceri".
- Doveva essere un teatro fantastico - disse Lance dispiaciuto.
- C'è da chiedersi perché l'incendio non si sia propagato alle case vicine - osservò N guardandosi attorno. - Qui c'è legno ovunque. Una scintilla sfuggita per caso potrebbe portare al disastro. -
- Ehi, guardate là! -
Lance s'avvicinò ad un muro laterale, forse la parte meno danneggiata dell'intero teatro. Su di esso erano affissi numerosi manifesti, tutti recanti i nomi di spettacoli che non si sarebbero mai più tenuti, ma ad attirare il Domadraghi era stato uno in particolare. Aveva un angolo bruciacchiato, però il resto era perfettamente leggibile. Lo staccò con molta delicatezza.
Sul manifesto era delineato un magnifico giardino orientale, con tanto di laghetto e ciliegi in fiore. Al centro dell'immagine troneggiava una ragazza fasciata in un serafico kimono color azzurro cielo; tra le mani candide reggeva un mazzetto di peonie rosate, che parevano sbocciare direttamente dalle sue dita, e al suo fianco era accoccolato un Vaporeon dall'aria aristocratica. Tuttavia lo sguardo di Lance era fisso sul suo viso: un viso adombrato dalla malinconia, ma sensuale e bellissimo, incorniciato da lunghi riccioli blu cobalto.
- Mion - mormorò Lance.
Reason, che stava osservando il manifesto da sopra la sua spalla, scosse lentamente la testa. - No, Lance, guardala bene. -
Lance lo fece, e notò che gli occhi della ragazza non erano castani come quelli di Mion, bensì di una dolce sfumatura dorata.
- S'assomigliano da morire - disse il rosso, scorrendo il foglio in cerca di nuove informazioni. - Vediamo... cavolo, questa andava in scena cinque anni fa... lo spettacolo è "La Regina delle Peonie", e la prima attrice si chiama... - strizzò gli occhi per leggere sulla carta annerita - Kandata Shion. -
- Kandata - ripeté Reason. - Come Mion. -
- Probabilmente è sua sorella - ipotizzò N.
- Cerchiamola, no? - propose Lance. - Potremmo scoprire qualcosa di più su Mion e sul Team Sancta. Insomma, se sono sorelle si terranno in contatto, no? -
Arrivati al Centro Pokemon, prima di tutto consegnarono le proprie pokeball all'infermiera Joy di turno, dopodiché N le chiese garbatamente se sapesse dove potevano trovare Kandata Shion. Bastò quel nome perché l'infermiera dai capelli rosa s'incupisse.
- Non potete trovarla - disse, intrecciando tristemente le mani. - Shion è morta anni fa. Non riuscì a salvarsi dall'incendio che distrusse il Teatro degli Aceri. -
- Oh - balbettò N, preso in contropiede. - Mi dispiace molto. -
- Era mia amica - confessò Joy. - Lei e il suo Vaporeon erano il vanto e l'orgoglio della città. Era la migliore attrice e kimono girl che Amarantopoli avesse mai avuto l'onore di ospitare... oh, fu una tragedia, una vera tragedia. -
Reason adottò il suo tono più delicato. - Può dirci cosa causò l'incendio? -
L'infermiera Joy si volse e sussurrò qualcosa ad una Chensey di passaggio, che annuì e s'affrettò a portare le pokeball dei tre nella stanza adiacente. Quando la porta scorrevole si chiuse, Joy si girò di nuovo verso i ragazzi.
- Non è chiaro - sussurrò, quasi temendo che qualcuno s'infuriasse a sentirla. - Nessuno ne parla, ma tutti pensano che si sia trattato di un tentativo di omicidio colposo. Io non c'ero, ma mi hanno riferito che, poco prima dell'incendio, un enorme Pokemon volante sia comparso in cielo, con certe ali scintillanti come fiamme vive. -
Reason pensò istintivamente al suo protettore, e un lieve senso di nausea le strinse lo stomaco. Possibile che fosse stato il suo predecessore a causare quello scempio?
No, si disse con fermezza, lottando contro una crescente ondata di panico. Il professor Glacier e N hanno detto che gli spiriti dei protettori riposano nelle anime dei Custodi fin dalla nascita. Anche il mio è sempre stato dentro di me, giorno dell'incendio compreso... non può essere stato lui.
Focalizzò con la mente la creatura infuocata. Inalò il ricordo della sua potenza, della sua fierezza, ma anche della sua sconfinata bontà. Le sue fiamme erano benevole e protettive. Il fuoco malvagio che aveva divorato il teatro non poteva essere stato generato da lei.
Un sorriso incandescente brillò nella sua mente, e il marchio a mezzaluna sul suo braccio si scaldò in modo quasi impercettibile. Reason dedusse che era il suo modo di dire grazie.
- Vedete, Amarantopoli è una città particolare - stava dicendo nel frattempo l'infermiera Joy. - Si dice che in passato fosse sacra agli dèi, e che tutt'ora le leggende vi camminino insieme ai mortali. Avete visto la Torre di Latta, vero? Un tempo, oltre ad essa vi era anche una seconda torre, denominata Torre d'Ottone, ed entrambe ospitavano sulla sommità un leggendario Pokemon alato. -
- Wow - disse Lance, affascinato. - E poi? -
- Poi la Torre d'Ottone venne distrutta da un incendio, e il Pokemon che l'abitava volò via, verso il mare... -
- Ferma ferma ferma, un altro incendio?! - esclamò Reason, sorpresa. - Com'è possibile? -
- Nessuno lo sa - fu l'enigmatica risposta della donna.
La conversazione si troncò lì. L'infermiera Joy tornò a badare al bancone, e Lance, Reason e N attesero pazientemente che le loro pokeball venissero riconsegnate prima di concedersi una passeggiata all'aperto. Fuori spirava un vento leggero, piacevole, e c'era così tanta calma che potevano sentire il terreno scricchiolare sotto i loro piedi.
- Vi sembra una coincidenza? - chiese Lance ad un certo punto, dopo alcuni minuti di silenzio. - Voglio dire, Shion è morta in circostanze misteriose, probabilmente dietro l'attacco di un Pokemon leggendario. Vi sembra una coincidenza che Mion abbia deciso di dare la caccia ai Custodi? -
- Forse spera di poter incontrare l'assassino di Shion - considerò N.
- A me non sembrano una coincidenza nemmeno tutti questi incendi - aggiunse Reason. - Non pensate che chi ha distrutto il Teatro degli Aceri sia la stessa persona che ha incendiato la Torre d'Ottone? -
Le parole della ragazza destarono in Lance un orribile presentimento.

- Che io sappia, a Johto ci sono tre Emissari: l'Emissario dei Ghiacci, l'Emissario dei Tuoni e l'Emissario delle Fiamme. Anche se ora potrebbero esserne rimasti solo due, vista la bravata di Reason. -

L'aveva detto N il giorno prima... possibile che fosse l'imbeccata giusta?
- L'Emissario delle Fiamme - mormorò il Domadraghi, quasi tra sé.
N s'accigliò. - Cosa? -
- Hai detto che a Johto ci sono tre seguaci del Disertore, ovvero gli Emissari dei Ghiacci, dei Tuoni e delle Fiamme - disse Lance con voce più sicura. - E se ad attaccare il teatro e la Torre fosse stato l'Emissario delle Fiamme? -
- Forse - accettò Reason. - Ma a quale scopo? Gli Emissari vogliono i Custodi, non le kimono girl. -
- Due incendi, un uccello di fuoco... fin qui combacia - insisté il rosso. - Parliamoci chiaro, quanti piromani dai poteri soprannaturali se ne vanno a spasso per Johto? -
- E' una possibilità da non escludere - ammise N.
I loro passi li avevano condotti fino alla palestra. Sembrava l'unico edificio moderno, a parte il Centro Pokemon. Guardandolo, Lance pensò al suo sogno di diventare Campione, e per la prima volta si rese conto di quanto la strada fosse ancora lunga. Lunga e tortuosa: non poteva essere altrimenti, ora che tutto quel casino di Custodi e protetti si era abbattuto su di lui. Ma se tutto si fosse risolto per il meglio, se davvero lui e Ree e N avessero sconfitto il Disertore una volta per tutti... a quel punto non ci sarebbe stato più nessuno tra lui e la vittoria.
Sì, beh, nessuno tranne sette capopalestra, i Superquattro e l'allenatore più potente di Johto.
Sciocchi dettagli secondari.
- Verrò qui domattina - comunicò agli altri due.
Reason annuì. - Mi sembra di ricordare che Fosca, la capopalestra, usi Pokemon di tipo Spettro. -
- Ricordi bene - disse una voce sconosciuta.
I tre si girarono. Accanto all'ingresso della palestra si materializzò un ragazzo sui sedici o diciassette anni. Aveva i capelli biondo-argenteo, lunghi fino alle spalle, e penetranti occhi viola come il cielo al crepuscolo. Il suo abbigliamento era tutto chiaro: una maglietta gialla e azzurro pastello, jeans chiari, scarpe bianche. L'unica traccia di scuro era nel suo ciondolo, sagomato a forma di tao.
- Io sono Angelo - disse il ragazzo, con voce calma e un po' languida. - Sono il figlio di Fosca, e in sua assenza anche il reggende della palestra. Posso fare qualcosa per voi? -
- Niente, a parte dire a Fosca di non affezionarsi troppo a quella medaglia, perché domani sarà mia - disse Lance.
Angelo rise sommessamente. - Intendevo un consiglio più pratico. Io non sono il suo portavoce. Se tieni così tanto alla medaglia Nebbia, comunque, sarà a me che dovrai strapparla. -
- Tua madre non c'è? -
- E' malata - tagliò corto il biondo.
Reason si fece avanti accanto a Lance. - Posso dedurre che anche tu alleni Pokemon di tipo Spettro? -
- Oh, sì. Ad Amarantopoli puoi trovarne un po', se sai dove cercarne. - Nel guardarla, sul viso di Angelo si dipinse un sorriso luminoso. - Certo, se tutti gli allenatori coltivassero amicizie così affascinanti, la mia vita sarebbe parecchio meno noiosa. Di ragazze così carine non se ne vedono tutti i giorni. -
- Oh, beh, grazie. - La ragazza rispose al sorriso, lusingata. - Io comunque sono Reason, e loro sono Lance e N... -
- Nathaniel - precisò subito l'altro. 
- Reason è un nome bellissimo - disse Angelo, come se non avesse sentito altro, incrociando languidamente le braccia davanti al petto. - Sono contento che non sia tu a dover combattere contro di me. Non per vantarmi, ma sono più forte di quanto non si immagini... -
- Vedremo - borbottò Lance.
- ... e mi dispiace sempre veder perdere simili bellezze - continuò il biondo imperterrito. - Domani, se desiderate, potrei farvi fare un giro alla Torre di Latta. Dopo la sconfitta di Lance, intendo... magari vi tirerà un po' su di morale. -
- Piantala di parlare come se fossi destinato a perdere! -
- Ma tu sei destinato a perdere. Come minimo non sai nemmeno com'è fatto, un Pokemon Spettro, mentre io ho studiato i draghi per secoli. Un figlio di Amarantopoli non sarebbe degno del suo nome, se non conoscesse per filo e per segno ogni leggenda vivente. -
Lance si chiese se di tanto in tanto non sarebbe stato meglio togliersi il mantello. Ovvio, un vero Domadraghi non gira mai senza mantello, ma forse fuori da Ebanopoli era un tantino troppo riconoscibile.
- Visiteremo la Torre con grande piacere - si mise di mezzo N, col suo solito tono pacato - dopo la vittoria di Lance. -
Il rosso lo guardò con sincera gratitudine.
- Vada come deve andare - replicò Angelo. - Ma comunque vada, per me sarà un onore scortare voi e la dolce Reason fino alla Torre di Latta. I piani bassi sono ancora visitabili... il loro fascino vi sorprenderà. -
- Certo, certo. - Lance era seccato, non solo perché quel tipo continuava a pronosticare la sua sconfitta, ma anche per le sue eccessive attenzioni per Reason. Non che tra loro ci fosse niente, intendiamoci... ma perché con tutte le belle ragazze che c'erano al mondo il signor Preveggente doveva fissarsi proprio su di lei?
Magari ci prova così con tutte, si disse il ragazzo, senza troppa convinzione.
Mentre lo guardava chiacchierare amabilmente con la castana, però, Lance non poté fare a meno di pensare a cosa significasse Reason per lui. Era sua amica e compagna di viaggio, sì... e forse anche qualcosa di...
Sandra.
Il pensiero della Domadraghi dalle chiome indaco gli illuminò la mente.
Reason, Mion e il resto delle donne di Johto vennero spazzate via dai suoi pensieri, allo stesso modo in cui il sorgere del sole spegne tutte le altre stelle.

Nel frattempo, N fissava la grande Torre argentea che svettava in lontananza. Essa irradiava un'aura antica e potente, un'aura che lo attirava in maniera irresistibile. Non aveva mai sentito nulla del genere, prima d'ora... se non nella Torre Dragospira di Unima, quando Zekrom era apparso davanti a lui. Dopotutto, come aveva detto Angelo, Amarantopoli era la città delle leggende viventi. Non c'era da stupirsi se al suo interno traboccava una simile fonte di potere.
Un potere che solo lui poteva percepire, almeno fino a quando Lance e Reason non avessero padroneggiato a pieno i loro talenti. Volgendosi verso di loro (l'uno guardava imbambolato nel vuoto, l'altra chiacchierava amabilmente con Angelo) il ragazzo dai capelli verdi non poté fare a meno di pregare Arceus di avere tempo sufficiente per prepararli.
A difendersi dal Team Sancta.
A perfezionare i loro poteri psichici.
A lottare per la loro vita.



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E si va avanti... tra parentesi, Angelo è un figo, credo che sia il mio capopalestra preferito, almeno a Johto. Allora, qual è il vero legame tra Shion e Mion, e cos'è accaduto davvero la notte dell'incendio? Il nostro Lance riuscirà a prevalere o verrà preso a pedate nel sedere?

Stay tuned :)

P.S. Ho notato che in alcuni momenti il titolo dei capitoli si vede, in altri no, e non ho ancora capito in base a cosa cambi o.O a voi si vede? comunque, il regalino di After è a questo indirizzo qui: http://tinypic.com/view.php?pic=2qau0kz&s=7

Bacio,
- Flames
 
  
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