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Autore: FloxWeasley    03/10/2011    5 recensioni
Charlie Weasley era l'unico dei suoi fratelli felicemente single, libero da qualsiasi impegno familiare.
Era sicuro che lo sarebbe stato per sempre.
Gli sarebbe piaciuto, prima o poi, incontrare una che avrebbe amato più delle altre... ma niente di più.
E se invece che una ragazza, Charlie si ritrovasse la vita sconvolta da una bambina?
Come se la caverebbe come padre?
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Purtroppo i bambini non sputano fuoco.

Cap. 2

Questioni di tempo

 

Fino a poco tempo prima, Charlie sarebbe stato disposto a giurare che odori del genere sarebbero stati solo dolci ricordi, a casa sua.

Ma in una mattina era cambiato tutto.

Ed ora si ritrovava ad annusare odore di latte, biscotti, borotalco, pappe per bambini.

E doveva ammettere che non gli dispiaceva così tanto.

Anche avere una bambina per casa si era rivelato bello -non facile, per carità- e piano piano ci si stava abituando.

Vedere Allison gattonare, sfidarla a dire parole difficili come motocicletta, gioco che aveva sempre fatto con i suoi, tenerle la mano la sera finché non si addormentava, cercare di farla mangiare senza sporcare mezza cucina.

Ci si stava abituando e si stava immedesimando nel ruolo di padre, nonostante in cuor suo sussultasse ogni volta che pensava sono padre!

Ma c'era una cosa a cui non si era ancora abituato, e sapeva che non ci si sarebbe abituato mai.

I pannolini.

Merlino, ero convinto di essermi liberato di questi cosi più di vent'anni fa, quando Ginny ha smesso di usarli!

Allison continuò a fare pernacchie, felice, mentre Charlie la cambiava sul suo fasciatoio.

Finalmente, quando fu pulita e profumata, Charlie la prese in braccio e la portò in sala, dove la posò nel suo box.

-Vado a preparare la pappa- fece, salutando la bimba con la mano.

Lei rispose la saluto con la sua manina minuscola e lo guardò sparire in cucina, immobile nel suo box.

 

-Pààààààààààààà- urlò Allison dopo una mezz'ora buona in cui Charlie aveva potuto cucinare in pace. Non che in cucina fosse un mago, ma per fortuna i geni di sua madre lo avevano raggiunto.

Charlie si bloccò nell'azione di sbucciare una carota.

Ho sentito bene? Mi ha chiamato pà?

Gli piaceva definirsi un vero uomo, perciò non piangeva mai, ma in quel momento gli venne quasi voglia di farlo.

Se qualcuno l'avesse visto in quel momento, sarebbe scoppiato a ridere, perché era perfettamente immobile, con il coltello sospeso a mezz'aria, il grembiule che gli aveva regalato sua madre legato in vita.

Rimase in quella posizione finché un secondo urlo di Allison lo riscosse.

-Pàààààààààààààààààààààà!

Lasciò il coltello e andò dalla bambina, che non appena lo vide si allargò in un sorriso sdentato.

-Pà- esclamò, felice di vederlo.

-Hai ragione, ti ho lasciato da sola un po' troppo. Ti metto nel seggiolone- disse Charlie, prendendola in braccio e cercando di ignorare le lacrime che gli pungevano gli angoli degli occhi.

Una volta in cucina mise la bambina nel seggiolone e tornò a tagliare le carote, mentre dietro di sé Allison borbottava tra sé e sé.

Chi ti ha insegnato a chiamarmi così?

Di sicuro è stata la nonna.

Io non ti ho mai detto di chiamarmi papà, è stato un colpo, sai?

Non pensavo che mi avresti mai considerato un padre, ancora di meno pensavo che l'avresti fatto così presto!

Pensavo che ci avresti messo del tempo a digerire il cambio di famiglia. Invece no. Ci hai messo pochissimo. Neanche un mese.

Stavo per piangere, ti rendi conto?

Io!

Te l'ho già detto, se volevi cambiarmi la vita ci sei riuscita alla grande.

Mise sul fuoco la pentola con la cena e si girò verso la bambina.

Lei non se ne accorse neanche, tanto era presa a borbottare i suoi dialoghi solitari.

La tirò fuori dal seggiolone, tenendola davanti al viso, così vicina che i loro nasi erano quasi a contatto.

La guardò negli occhi e lei fece lo stesso, quasi capisse che non era il momento di fare pernacchie o di parlare da sola.

Allungò la sua manina verso il viso dell'uomo e strinse nel pugno una ciocca di capelli rossi.

Charlie sorrise e portò le braccia sopra alla testa, così che Allison fosse in alto. Poi iniziò a farla girare, mentre lei rideva come una matta.

Ad un tratto smise di girare e la rimise nel seggiolone, dove cominciò a farle il solletico. Lei ricominciò a ridere, contorcendosi.

Solo dopo parecchi strilli acuti della bambina Charlie smise di farle il solletico e si sedette su una sedia.

-Soffri il solletico, eh piccola?- esclamò Charlie, divertito.

Lei in tutta risposta fece una pernacchia.

 

 

Finalmente sono riuscita a scrivere il secondo capitolo!
Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, davvero, ma tra la mia recente passione per i contest, la scuola e le vacanze prima di
quest'ultima non avevo uno straccio di idea per questa storia.

Questo capitolo è dedicato a tutte quelle fantastiche ragazze che mi hanno chiesto un sequel perché volevano vedere Charlie in versione mamma alle prese con la piccola. Eccovi accontentate!
Per quanto riguarda il prossimo capitolo, non so né quando arriverà né cosa riguarderà.
Ma credo proprio che ci sarà.
Grazie a chi ha recensito/seguito/ricordato/preferito/letto silenziosamente questa storia.
Ps: Nelle note dello scorso capitolo ho detto qualcosa a proposito di Fred e Roxanne nati nel 2011 e Allison nel 2012.
Resettate tutto, perché il mio personale albero genealogico della nuova generazione è cambiato ed emergerà se ci sarà un capitolo di una classica riunione di famiglia made in Weasley.
Sperando di non avervi deluso con questo capitolo, magari troppo mieloso o serio, vi do appuntamento al prossimo!

  
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