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Autore: Writer96    03/10/2011    9 recensioni
[Non vuole essere costretto a dire che suo fratello è un idiota, un imbecille, un invertebrato, un vigliacco.
Non vuole ammettere che, forse, nemmeno loro possono essere sempre indissolubilmente legati, perfettamente in sintonia.
Non vuole ammettere che entrambi hanno fallito.]
One shot| Triste, malinconico, introspettivo| James Potter
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Trema, trema così forte che è costretto a sedersi, la schiena contro il muro freddo e spigoloso del corridoio del sesto piano.
Si passa una mano tra i capelli e gli occhiali cadono, infrangendosi contro il terreno. Respira affannosamente, continuando a ripetersi che ha sedici anni, ormai, è un uomo e quindi non può piangere.
Un singhiozzo gli sfugge dalle labbra all’improvviso e lui si guarda intorno, temendo che qualcuno possa averlo visto o, ancor peggio, sentito.
Ma è solo, è la parola solo non è mai stata più adatta a lui.
E’ arido, dentro. Freddo, arido e impaurito.
Continua a tremare e non capisce se è per il dolore, per la rabbia o per la paura.
Un rivolo di sangue non suo gli cola lungo il braccio, arrivando fino al gomito, spaventosamente caldo e, quindi, fresco.


Si chiede perché per l’ennesima volta, per la sesta, la settima o l’ottava. Ma non trova comunque una risposta, non la trova e, del resto, nemmeno la cerca.
Non vuole essere costretto a dire che suo fratello è un idiota, un imbecille, un invertebrato, un vigliacco.
Non vuole ammettere che, forse, nemmeno loro possono essere sempre indissolubilmente legati, perfettamente in sintonia.
Non vuole ammettere che entrambi hanno fallito.
Flash delle ultime ore gli percorrono la mente ad alta velocità e non riesce a non pensare, a non ricordare.

Sangue, tanto sangue.

Urla, umane e non.

Tappezzeria stracciata, graffi tutt’intorno.

Il volto terreo di Snape, che indietreggia inciampando, mentre Remus si graffia il volto e il corpo, incapace di slegarsi dalle corde di James.

Vestiti stracciati, ginocchia sporche di terra.

E Sirius, Sirius che, immobile, non riesce a comprendere ciò che ha combinato.


James batte un pugno per terra e gli occhiali rimbalzano, dandogli la speranza di non avere la vista appannata per le lacrime e basta.
Non vuole alzarsi, non ancora. Vuole rimanere lì ad illudersi che non è successo niente e che sono tutti tranquilli e al sicuro.
Sospira, pensando a ciò che dovrà dire a Remus per spiegargli la presenza di quei graffi e di quelle corde che giacciono accanto a lui, lacerate da Silente e dalla sua rabbia.
Sente dei passi avvicinarsi e si alza, la mano sulla bacchetta e gli occhi di nuovo asciutti. La figura scura di Sirius si delinea sulle scale e James si irrigidisce, in maniera impercettibile.
Cammina, a passo spedito e lo supera, senza dire una parola, dilaniato dentro.

-James...-  sussurra Sirius e l’altro cerca di non pensare a lui come al traditore. Lo ignora, scendendo con noncuranza ogni gradino.
Sa che si è immobilizzato, il volto basso, gli occhi spalancati e il respiro mozzo. Sa che non si muoverà di lì per molto tempo, anche non pentendosi.
Lo sa, ma non riesce a fermarsi, a smettere di camminare.
Prima o poi troverà la forza di tornare indietro e perdonarlo, aiutarlo, tranquillizzarlo. Succederà, perché è suo fratello e non potrebbe fare altrimenti.
Per ora, James scende.
Ogni gradino è una coltellata, inferta ad entrambi.
-Quel corridoio è vietato, Black.-

Forse un giorno troverà la forza per chiedere scusa anche per questo.


 



Eccomi. Depressa e triste, ma soprattutto arrabbiata. Ho voluto rappresentare questo in James, nel momento in cui riflette dopo lo scherzo di Sirius. Mi pare di aver capito che si ambienta al quinto anno e, se è verso aprile, James ha davvero sedici anni. Detto ciò non so, sono arrabbiata, coem già detto, e mi sfogo scrivendo, perciò non ho la minima idea di ciò che ho scritto. La penultima battuta, l'accento posto sulla parola Black non è casuale. James vuole dire all'amico che, effettivamente, non si è comportato in maniera diversa da un normale Black.
Questa storia non è nè a scopo di lucro nè un tentativo di compiare qualcuno.
Ultima cosa, un grazie a Nali. Perchè ha ascoltato le mie farneticazioni, ancora una volta.

   
 
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