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Autore: Mary_Whitlock    04/10/2011    5 recensioni
Non esistono angeli e diavoli nel mondo umano come in quello vampiro, proprio come il tao il mondo è formato da persone bianche e nere ma in ogniuno di queste c’è sempre un punto diverso, un punto nero in un mare di bontà e un punto bianco in un mare di distruzione. Non che questo riesca sempre a prendere il sopravvento su una persona ma spesso lo porta a fare scelte sbagliate, soprattutto se spinto da un sentimento forte come l’amore. E’ di questo che parla la mia storia, di gelosia, di imbrogli, di angeli troppo cattivi e di diavoli troppo buoni.
DALLA STORIA:
- Jasper – ripete lei facendo un sospiro.
- Maria – rispondo io bloccando la mano che istintivamente era pronta richiudere la porta – Cosa vuoi da me? Cosa vuoi ancora?-
- Il tuo aiuto. Ti prego, ti scongiuro, ti supplico, aiutami ancora una volta-
CON GRANDE ONORE BETATA DA: AnnieMGreene
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Maria, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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PROLOGO

 

 

Da quando sono in casa Cullen ho incominciato a rivalutare il concetto di notte.

Non che mi piaccia, devo dire che fin da bambino ho sempre preferito il sole del mattino che la luna che le tenebre porta, ma da quando Alice si trova al mio fianco la notte sta diventando qualcosa di interessante. Sarà che tutto è iniziato con una sera… ma non penso che questo sia una vera e propria risposta o vorrebbe dire che dovrei amare anche la pioggia, cosa che invece detesto. Eppure ogni volta che la sera, lì seduto sul divano lei si appoggia a me qualcosa di magico nasce.

Siamo una coppia diversa dalle altre in questa famiglia, potremmo dire di fare eccezione.

Per quanto riguarda Bella e Edward sembra che scoccate le fameliche nove l’animale che è in loro salti fuori costringendoli ad unirsi in ogni modo conosciuto fino ora. Come un orologio loro si rinchiudono in camera e nessuno li vede più fino alla mattina seguente quando la piccola Renny con un forte urlo chiama a raccolta il padre. Poi ci sono Carlisle e Esme che non sono da meno. Carlisle sembra tanto il santarellino, l’uomo di fede ma secondo me tenersi a freno per così tanti anni gli ha fatto male. Non fraintendetemi non li sentiamo mai. Dopotutto sono i nostri genitori e per tanto devono mantenere il ruolo, ma non abbiamo 50 anni! Sappiamo benissimo cosa succede quando un uomo e una donna si rinchiudono nella loro camera da letto e non si vedono più. Per i rumori credo che il buon bel vecchio “papà” sia riuscito a rendere la sua camera talmente insonorizzata da non riuscire far sentire neanche alle nostre orecchie da vampiri i loro "lamenti". Infine ci sono Emmett e Rosalie. Tutti li vedono come i campioni in questo gioco, tutti li vedono pronti a distendersi uno sopra l’altro in qualsiasi luogo e momento, ma in realtà sono molto più vicini a me e Alice. Non hanno infatti un orologio, certo sono più “attivi” da questo punto di vista di me e il mio diavoletto ma restano comunque nei limiti: una o due volte a settimana. Bisogna ammettere che quelle volte meglio uscire di casa data la foga che ci mettono ma avviene raramente e quindi non da fastidio. Pure loro infatti passano la maggior parte delle serate cullati davanti al televisore a chiacchierare. Se dovessi parlare invece di me e Alice direi che non ce ne frega proprio niente di quel tipo di cose. Non prendeteci come dei moralisti anche noi abbiamo bisogno di quel tipo di divertimento anzi essendo vampiri, e per tanto più vicino all’animale di un essere umano, ne avremmo addirittura più necessità, ma non ne sentiamo l’esigenza di soddisfare questa voglia ogni giorno e passiamo le serate in modo diverso. Per di più non abbiamo nemmano mai rotto un mobile per la gioia di nostra madre.

Questo comportamento innaturale di me e Alice e la coppia che ho davanti credo dipenda dal fatto che io e Rose siamo stati già traditi da questo tipo di amore. Siamo infatti gli unici ad aver già soddisfatto in precedenza questa voglia e nessuno dei due ha avuto un lieto fine. Certo Rose non è andata così in là ma ha amato, si è concessa tanto a una persona che poi l’ha tradita, lo stesso posso dire che vale per me anche se tuttora non riesco a comprendere se fosse per amore o semplice passione.*

Il punto è che anche se ora non ho più questa voglia di dare sfogo al mio lato animalesco, con lei la notte ha cambiato totalemente significato nella mia testa. Prima non mi piaceva, era lugubre, oscura. Durante la notte combattevo, mi distaccavo dalla mia amata, rischiavo la vita. Il girono invece era il momento in cui il mio corpo si univa al suo o i nostri sguardi innocenti si trasformavano in chiacchierate che andavano sempre oltre le parole. Era tutto il contrario. Sta di fatto che ora la notte e mia e di Alice, è dedicata al nostro amore, è l’unico momento della giornata in cui ognuno ricorda all’altro che l’anelo che porta al dito non è un semplice ornamento.

 

- Possibile che debbano essere così violenti ogni notte? – la voce scherzosa di Emmett rimbombò nella stanza senza far cessare però forti rumori provenienti dalla camera sopra di noi. Sei infatti mio padre aveva insonorizzato la stanza a qualcun altro non era stato permesso farlo e le fastidiose urla, perché alla fine è di questo che si tratta, invadevano tutto il salotto nel quale avevamo intenzione tutti e quattro di passare la notte.

- Secondo me è il rischio di arrivare vergine al matrimonio, ergo per cui da questo punto di vista, molto meglio aver peccato – risposi facendo zapping sul televisore e cercando qualcosa di interessante – insomma se aspettare 90 porta a questo risultato felice di essere andato contro le usanza a 16!-

- Io sono arrivata vergine al matrimonio e non sono così – esclamò Alice che se ne stava con la testa appoggita sulle mie gambe e allungava ogni tanto il braccio per giocare con i miei capelli.

- Tu non hai memoria del tuo passato quindi che ne sai! – fece notare Rose sorridendo mentre messa nella mia stessa posizione coccolando la testa dello scimmione – per quanto ne sappiamo ti saresti potuta fare un medico –

- Ah ah ah – scandì bene l’elfo imitando una falsa risata – ma che divertente –

- Non sono io la divertente del gruppo, io sono la stronza –

- Ti correggo – mi affretto a dire io – gli Hale sono i tenebrosi e stronzi della famiglia-

- Quanta discriminazione che c’è nel mondo – intervenne Emmett soffocando una risata – comunque da umano io ero come i nostri coinquilini, anche se non era amore -

- Risparmiaci la tua storia Em – intervenni bloccandolo – non mi interessa qunte te ne sei fatte! –

- Senti chi parla! Tramite una ricerca ho scoperto che i militari della guerra da te lottata avevano addirittura le puttane che entravano all’interno dell’accampamento per… -

- Emmett! – lo interruppi io scioccato, quella parte non volevo mica raccontarla a Alice.

- Che c’è ? E’ la verità! Molti militari dopo mesi ne sentivano la mancanza oppure altri non volevano morire senza non aver fatto questa esperienza e quindi…-

- Jasper non mi hai mai detto nulla al riguardo. – sogghignò divertita Alice tirandosi su a sedere.

- La vuoi piantare! – esclamai facendo finta di non averla sentita – Sono cose private! -

- Non sono cose private! – intervenne lui, seguendo l’esempio di Alice e posizionandosi seduto affianco alla compagna che non riusciva a smettere di ridere - E’ un semplice ricerca, può farla chiunque… anche Renesmee! Insomma non è colpa mia… -

La voce divertita di Emmett venne bloccata dal campanello portando il silenzio. Istintivamente presi il cellulare e fissai l’ora: 2:35.

Aver definito in quel preciso istante nella mia testa quel campanello come la mia salvezza era stato un gravissimo errore. Mi sono sempre ripetuto di non prendere decisioni affrettate ma in quel momento quella frase non mi aveva di certo bloccato. Potevo cambiare argomento, insomma una figura incappucciata che bussa alla porta di casa tua in piena notte non può che aiutarmi da questo punto di vista, ma per il resto sarebbe stata la mia rovina.

- Spero che siano i Volturi pronti ad ammazzarti, almeno mi tolgono un lavoro – esordii alzandomi e dirigendomi verso la porta.

- Tanto anche loro sarebbero dalla mia parte, sei tu l’ammazza vampiri non io, perché giustiziarmi? – mi rispose alzandosi e posandomi una mano su una spalla. – oppure potrebbe essere la sposa cadavere, dicono che è molto lugubre –

- Ce ne basta una – risposi guardando poi con un piccolo sorriso Rose che non si era mossa come Alice dal divano.

Allungai una mano verso la maniglia e appena l’afferrai un vortice di emozioni mi invase. Il mio corpo per un attimo entrò in contatto con quello della persona che un secondo prima aveva citofonato. La sua paura diventò mia, la sua vergogna la mia principale emozione. Odiavo quei momenti, odiavo quando le emozioni di una persona erano tanto più forti delle mie da sovrastarle. Non era certo la prima volta che capitava, anzi potremmo definirlo un effetto collaterale del mio potere. Il punto è che non posso essere ogni volta tanto felice da non permettere a nessuno di superarmi. Spesso a scuola non provi nemmeno delle vere emozioni, sei solo stordito dalla voce ripetitiva della prof. Ma non tutti sono come te. Certo che no. C’è l’arrapato, il depresso, l’innamorato, il super agitato… e arrivo ad un certo punto della giornata in cui il mio cervello non ce la fa più e non è più capace di darmi emozioni.

- Tutto ok?- mi chiese Emmett notando la mia reazione – com’è?-

- Non è pericoloso, ha solo tanta paura ed è piena di ansia. Non ha intenzione di farci del male – risposi aprendo poi la porta e trovandomi avanti a una donna inusuale. Aveva un mantello scuro che la ricopriva e le cadeva sul capo, gli occhi chini e gli abiti bagnati. I capelli scuri le cadevano mossi e scompigliati lungo la faccia e le mani erano unite in fronte al grembo quasi stesse pregando fino ad un minuto prima. La vista di un vampiro è cinque volte più acuta di quella di un banale essere umano ma da quella distanza non riuscivo comunque a scorgere niente di lei se non i lineamenti che si intravvedevano nel nero notturno.

- Chi siete? – chiesi con voce solenne come se non fosse una cortesia ma un vero e proprio ordine.

La fanciulla alzò il capo e ci fissò dritti negli occhi.

- Jasper – disse poi con voce quasi tremante - sono così lieta di vederti -

- Preferivo la sposa cadavere – disse sotto voce Emmett  - io me ne vado –

Stava per voltarsi ma io fui più veloce e senza distaccare gli occhi dalla fanciulla feci scattare il mio braccio afferrando il suo e costringendolo a restare al mio fianco. Non ho mai sofferto di paura, fin da bambino mi impegnavo a superare ogni mia fobia, anche se devo dire non sempre con tanto successo. “Le paure mi bloccano” mi ripetevo in uno dei miei tanti monologhi interioti “se vuoi essere forte devi controllare prima le tue emozioni e automaticamente imparerai a controllare te stesso”. Ma in quel momento quando quelle labbrea si erano schiuse producendo il mio nome la paura mi aveva assalito sovrastando quella che risidieva dentro di me non per mia cerazione. Perché anche se non avrei preso decisioni affrettate come prima, anche se l’avrei costretta a sporsi in avanti per avere la certezza della mia tesi, io già sapevo a chi apparteneva quella voce.

- Ditemi chi siete – ripetei io con tono ancora più severo mentre l’animale dentro di me era già pronto ad attaccare – rivelatemi il vostro volto –

La donna con passo insicuro si avvicinò arrivando fino a sotto la porta e togliendosi il cappuccio. Il mio respiro cessò.

I capelli erano spettinati e castani, gli occhi erano gialli quanto i miei e non adatti alla persona che li portava, il corpo formoso e i vestiti chiari la seguivano rendendola seducente.

- Jasper – ripete lei facendo un sospiro.

- Maria – rispondo io bloccando la mano che istintivamente era pronta richiudere la porta – Cosa vuoi da me? Cosa vuoi ancora?-

- Il tuo aiuto. Ti prego, ti scongiuro, ti supplico, aiutami ancora una volta-

 

 

 

* So che c'è anche Esme... ma lei in realtà non amava suo marito quindi la vedevo in un altra prospettiva

 

Salve a tutti

So di avere tante storie ancora aperte ma questa proprio mi ha catturata.

Ero sdraiata su un divano un pomeriggio di più o meno una anno fa che è nata l’idea di far diventare Maria ancora partecipe della storia, ma non sapevo come renderla avvincente. Poi un po’ di tempo fa mi è nata in tesa l’idea delle due notti,  della passione e dell’amore, di come quest'ultimo riesce a far modificare le persone ecc… e quindi è nata questa storia. Non prendetela come un OOC, so che fino all’ultimo capitolo potrà sembrare tale ma confidate in me, non c’è bisogno di mettere quella sigla. Per il reading l’ho messo per i capitoli 4 e 5 e parte del 6 ma non saranno mai nulla di sconvolgente… al contrario saranno maggiormente incentrati sui pensieri del protagonista. Per il titolo do la possibilità a voi di darmi dei suggerimenti… solo allora lo sceglierò =)

Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere se continuarla! =)

Mary

P.s. Se avete dei suggerimenti su come farla proseguire scrivetemeli pure, li aggiungerò o modificherò ciò che ho già scritto.

p.p.s. Questa storia non è betata quindi se trovate qualche errore che mi è sfuggito o delle imprecisioni fatemele pure presenti!

 

   
 
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