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Autore: _Deina13    04/10/2011    2 recensioni
Cosa dovrei fare? sono innamorata, per la prima volta in vita mia. Se da quando sono nata sono stata costretta a fare sesso con uomini per soldi. Praticamente da sempre! Ed ora arriva lui. Mi fa innamorare, e poi mi fa soffrire. E se non sono stata cresciuta per amare, come posso sopportare tutto questo senza soffrire?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Antento allo scalino- sussurrai con voce rauca.
Stavo aiutando Nico ad entrare a casa. Aveva solo un'occhio nero e un paio di lividi, ma era sfinito, e così anche io
-Okay..- disse piano senza sforzarsi -questo sarà un aneddoto da raccontare ai nostr figli- sorrise
I nostri figli. Cazzo, avrei dovuto dirglielo.
Risi ironicamente -credi che gli importerà mai qualcosa?-
Intanto eravamo arrivati in camera da letto e lo avevo fatto sdraiare. Mi sedetti affianco a lui
-Senti...- riprese dopo un pò -dovresti farti controllare questo..-
Passò le dita sulla cicatrice che Tòmas mi aveva lasciato sulla nuca facedomi cadere, aveva sanguinato per un bel pò, solo ora stava smettendo
-Va bene- dissi io per calmarlo -domani vado in ospedale-
-Meglio- cincordò
Presi un sospiro e mi alzai a prendere la cassetta di pronto soccorso, quando tornai in camera di sedetti di nuovo affianco a lui e gli sbottonai la camicia
-Ehyehyehy!- esclamò lui di fretta -non ti sembra un pò presto adesso?-
-Scemo- gli tirai un piccolo schiaffo ed iniziai a passargli l'acqua ossigenata sui lividi -brucia?-
-No, non molto- sussurrò stanco -come ti senti?-
-Beh il mio ex fidanzato che non mi ha tradito e il mio fidanzato che mi ha tradito si sono appena picchiati davanti a tutti per me, ma per il resto sto bene- ironizzai
Rise -beh almeno adesso possiamo stare insieme- mi passò una mano fra i capelli
-Ascolta- ripresi io -non ti dà fastidio il fatto che teoricamente tu finiresti in prigione se qualcuno ci vedesse?-
-Non hai più tredici anni- disse pronto -ora sei penalmente perseguibile, puoi finire in un carcere minorile...-
-Grazie mille avvocato- gli diedi una placca sulla pancia che lo fece piegare in due -ora si che sono molto più tranquilla!-
Cercò di ridere ma la pancia gli faceva troppo male -la prossima volta ricordami di evitare frasi del genere-
Risi -sei bellissimo quando ridi, sai?- dissi con lo sguardo fisso accarezzandogli il viso
-Tu sei bellissima e basta- ci demmo un piccolo bacio e sorridemmo
-Quello che volevo dire..- dissi passandogli una borsa di ghiaccio sull'occhio nero -è che potrebbero mandarti al fresco per pedofilia...-
-Chissene- si tirò su a sedere -non mi frega, ho te in ogni caso-
Ci demmo un bacio, un'altro ancora, e senza preavviso ci ritrovammo un'ora dopo mezzi sbronzi e nudi nel letto, uno accanto all'altro che ci abbracciavamo. Era tutto bellissimo con lui. Tutto sembrava più bello e, anche se ogni piccola cosa mi ricordava il fatto che io avessi solo quattordici anni e lui quasi ventuno, andavamo avanti felici
-Posso farti una domanda?- fece lui accarezzandomi i capelli
-Dimmi- sussurrai
-Perchè ogni giorno sei sempre più bella?- mi sorrise
-Oh beh, segreto- misi il dito davanti la bocca mi misi a ridere
-Certo, sono il tuo fidanzato, non il tuo menager, giusto!- sdrammatizzò e ci stringemmo ancora più forte
-Davvero avevi già programmato tutta la nostra vita insieme?- gli chiesi guardandolo nelgi occhi
-Certo, il giorno in cui ti avrei chiesto di sposarmi, 16 novembre, la data del nostro matrimonio, 24 maggio, la nascita del nostro primo figlio, 15 febbraio..- iniziò con il fare da sognatore -certo non avremo un solo bambino ma due o tre...anzi cinque, tre femmine e due maschi...o forse di più..-
-Oh..- sospirai. Doveva saperlo. Rimasi a guardarlo negli occhi con aria affranta per qualche istante
-Che c'è?- domandò dolcemente quando si accorse che qualcosa non andava.
Mi staccai da lui e mi misi seduta sul letto. Mi rimisi lentamente la biancheria intima e poi mi alzai ed andai verso l'armadio cercando qualcosa di decente da mettermi fra i suoi vestiti
-Allora?- chiese di nuovo.
Mi girai verso di lui per guardarlo. Aveva un'aria strana, così chiusi l'armadio e mi inginocchiai davanti al letto per parlargli
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese preoccupuato
-Nono...è che..- mi feci forza ed iniziai -senti..so che avrei dovuto dirtelo prima ma...non ne avevo il coraggio e così...-
-Che c'è? Cos'è successo?- ricominciò lui
-C'è che..- inspirai -dovresti lasciarmi- finii
-Cosa?- disse indignato -che ti prende?-
-Nulla-
-Allora...che significa?- non capiva
-Ascolta, io non sono buona a nulla, rifletti, non ho mai avuto una famiglia, non so neppure che significhi e poi..-
-E poi?- cercò di farmi continuare lui
Lo guardai negli occhi per un attimo e sospirai -ricordi quando ti ho raccontato di come mia zia ha iniziato a farmi prostituire?-
Annuì
-Bene- ero pronta -la prima volta, avevo dieci anni, e mi toccò iniziare con un uomo di mezza età, praticamente mezzo morto, era il triplo di me, avevo paura- feci una pausa per calmarmi, poi ripresi -ti basta se ti dico solo che...ero troppo piccola a quel tempo?-
Aprì la bocca per darle fiato ma non uscì alcun suono. Lo guardai negli occhi
-Subii un trauma fisico fortissimo. Ma non si degnarono di mandarmi in ospedale, a dodici anni mi fecero fare delle analisi, per la fertilità..-mi bloccai. Non riuscivo ad andare avanti
-No..- sussurrò lui con la voce rotta
Annuii -sono sterile Nico-
Mi alzai e mi diressi di nuovo verso l'armadio. Presi una t-shirt consumata e un paio di vecchi jeans scoloriti. Mi misi le scarpe e mi avvicinai di nuovo al letto
-Non sono buona a nulla, visto?- feci un piccolo sorriso ed uscii dalla porta.
Nicolas era rimasto lì intontito a guardarmi, come se gli fosse appena successo qualcosa di irreparabile, in parte lo era. Non era riuscito a spiccicare parola dopo che glielo avevo detto. Nona vrei dovuto aspettare così tanto, ma meglio allora che poi.
    Sotto il palazzo mi stavo scervellando per avere una piccola idea di come tornare a casa. Alla fine decisi di andare a piedi. Era quasi l'una di notte, a quell'ora andavano in giro solo i drogati, anche se io ero una di loro, era meglio evitare. Due ore e mezza dopo ero a casa.
Erano le quattro meno un quarto quando arrivai a casa. Sapevo di cosa avevo bisogno, più di tutto. Arrivai in bagno ed aprii l'acqua fredda della vasca da bagno, ci misi dentro una bottiglia intera di bagnoschiuma, per farci molta schiuma. Mi tolsi lentamente i vestiti e li feci cadere a terra. Non chiusi a chiave la porta, non mi importava se qualcuno entrasse e mi vedesse. Alle quattro di mattina mi immersi nell'acqua gelida, con  le cuffie imprermeabili dell'iPod, mentre ascoltavo e riascoltavo Shine di  Anna Nalick mentre mi passavo una lametta sul polso, ancora e ancora più in profondità. L'acqua si era colorata di un rosso denso. Ma non mi importava. Il mio trucco era stato completamente sciolto dalle lacrime, mentre tornavo, cosìcchè l'acqua avrebbe solo continuato il lavoro. Avevo la faccia nera dal mascara e il mio petto sentiva la pesantezza della catenina che Nico mi aveva regalato. Sapevo che era meglio così. Ma faceva male.
''Non può piovere per sempre'' aveva scritto, ma continuava a piovere.
   
 
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