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Autore: _Alien_    04/10/2011    1 recensioni
Edward vuole trovare la persona giusta.
così, si affida ad un sito per cuori solitari. ma sembra che stavolta il Web abbia fatto cilecca... ma sarà davvero così?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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 Cavoli, capperi e ogni verdura dell’universo! Quel sito aveva trovato una persona compatibile con me!
Scusate se non mi sono presentata. Mi chiamo Isabella Marie Swann, ma per tutti sono Bells o Bella.
Lavoro all’Emporio Grunge di Seattle e sono un’accanita fan del Grunge Rock.
Chi mi vede, dice che sono una punk: ho i capelli scuri, una ciocca rosa e una verde, undici buchi alle orecchie e un anellino al naso. Indosso sempre magliette e jeans strappati e le mie Converse sono mooolto vintage.
Sono laureata in scienze politiche, già, nessuno se lo sarebbe mai aspettato da una tipa come me.
Ma la verità è che avrei voluto fare altro nella vita. Avrei voluto entrare in politica, aiutare le persone.
Ma non è andata come avevo sperato.
Mio padre morì e mia madre ebbe un esaurimento nervoso dopo che il suo nuovo marito l’aveva tradita. Quindi, nessuno poteva pagarmi i master necessari per completare la mia formazione.
E addio al mio sogno... ma niente sentimentalismi, sono una donna forte, io!
Ero fidanzata con Jacob Black, per tutti Jake, un meccanico sosia di Taylor Lautner, con la differenza che lui ha una cresta blu, rosa e gialla e qualche orecchino.
Ed era proprio questo il punto!
Mi ero iscritta a quel sito per gioco, per far ingelosire Jake, non pensavo che la cosa si sarebbe fatta così scottante!
Lessi il profilo risultato “compatibile” con il mio.
Ciao!!! A Magic Love ha trovato 1 persona compatibile con te!
Nickname EddiexD
Dove cercarmi Chicago, Studio Legale Glake&Sully
02 334 562 7789
Rilessi quel profilo almeno un miliardo di volte prima di chiudere il PC. Cosa dovevo fare? Non potevo certo presentarmi a Chicago così! O era lui che doveva venire a Seattle? Non lo sapevo e... non mi interessava. O almeno così credevo...
Riaprii la finestra del sito e premetti il tasto per entrare nella chat.
Gulp! Lui era connesso!
Cosa fare?
Scrissi incerta la parola Ciao.
Un bling! mi annunciò la risposta.
Ciao.Wow, quel tizio era così banale. Decisi di mettermi offline. Ma qualcosa mi trattenne dal farlo.
Tu ki saresti? Nella realtà, intendo.
Ma sei scemo? Chi sarei? E non esiste la “c” nella tua tastiera?
Sono una a cui non piace fare la figura della deficiente.
E mi scollegai.
 
Due mesi dopo...
 
L’Emporio Grunge, quel giorno, era pieno zeppo di turisti e fan del genere.
Le mie colleghe Angela e Jessica correvano da una parte all’altra, cercando di soddisfare 10 clienti alla volta.
Io guardavo l’orologio, non vedevo l’ora di uscire da quell’inferno. Jake sarebbe dovuto passare a prendermi.
Lo chiamai perché, come al solito, era in super ritardo.
- Dove cavolo sei? Ti sto aspettando da un’ora! – urlai, cercando di sovrastare la confusione del negozio.
<<  Ma come dove sono? A lavoro, baby! >> rise Jake, con i suoi soliti modi menefreghisti.
- Eravamo d’accordo che dovevi passare a prendermi alle 17.00 e ora sono le 18.30! – sbraitai io. Quando faceva così, era insopportabile.
<< Scusa, baby. Ho tanto lavoro da fare... >> quello che sentii dopo mi lasciò sconvolta.
<< Tesorino, con chi parli? >> udii chiaramente Jake ridacchiare e subito dopo ricomporsi e ridere.
- Sei con qualche ragazza troppo stupida per accorgersi della tua cretinaggine, vero? – ero fuori di me. E Jake prendeva i miei sentimenti e se li giocava a poker.
<< Ehi, baby, non fare così... >> continuava a ridere quello, lo immaginavo con un sorriso ebete stampato in faccia.
- Sai che ti dico? Vuoi proprio saperlo? Tra noi è finita, chiaro? – e pigiai con forza il tasto per sopprimere la chiamata.
Ero sconvolta e confusa, Jacob non aveva fatto altro che prendermi in giro! E io mi ero lasciata abbindolare come uno stoccafisso!
Mi pungevano gli occhi, tanto valeva mettersi a lavorare per dimenticare.
- Ehm, scusami... – una ragazza forse un po’ più piccola della sua età le sorrideva.
Lei si asciugò le lacrime e assunse un aria professionale.
- Cosa posso fare per te?
- Vorrei comprare una maglietta... ma non è per me, è per il fratello del mio ragazzo... – e si fece avanti, con un broncio colossale, un ragazzo alto, dai capelli ramati e gli occhi verdi come smeraldi.
Rimasi interdetta da quel tipo, era così bello, così tremendamente diverso da Jake...
- Allora? Ci mostra le magliette? – continuò imperterrita l’altra ragazza.
- Certo... – mormorai impercettibilmente, facendomi strada tra la folla.
Intanto, il ragazzo mi aveva puntato gli occhi addosso e io mi sentivo un po’lusingata e un po’imbarazzata.
- Bene, abbiamo una vasta scelta... questa verde... quella gialla... quella rossa... e poi c’è quella blu con la griff dei Nirvana... – consigliai i miei due clienti.
- Che ne dici, Edward? Quella blu è forte! E poi a te piace il blu! – saltellò la ragazza.
- Alice, ti prego! Mi vedi andare a lavoro con una maglietta dei Nirvana? Che figura ci faccio? – ribatté esasperato Edward. Era quello il suo nome... bellissimo come il suo proprietario.
- Ma dai! Non vivi solo per lavorare, Eddie! – sbuffò Alice, arraffando la maglietta blu.
- Spero che Jazz non pensi a male... – disse, prima di sbottonare la leggera e raffinata camicia di lino di Edward per rimpiazzarla prima con i suoi pettorali abbastanza scolpiti e poi con la maglietta.
Eddie arrossì violentemente.
- Wow, sei una favola! Non pensi anche tu? – mi chiese Alice.
- Io... – non sapevo proprio cosa dire. Avrei voluto urlare che era una schianto, ma non potevo farlo...
- Sì, direi che può andare... – abbassai lo sguardo. Lui fu scosso da un leggero tremito.
- Ok, quanto costa? – esclamò con una luce del tutto diversa negli occhi, svestendosi e riabbottonandosi la camicia.
- Sono 20 $ e 65 centesimi. – risposi, con voce incolore, mentre mi dirigevo alla cassa già meno affollata.
Alice tirò fuori il portafogli, ma Edward fu più veloce di lei e pagò con la carta di credito.
Io, mentre digitavo la quota, controllai il documento di identità necessario.
Edward Cullen, avvocato... oh, come sei bello!!!
Sorrisi ai clienti e li salutai con un cenno della mano.
Ma Eddie, a differenza di Alice che era corsa fuori dall’emporio, mi chiese con naturalezza:
- Come si chiama?
Io sorrisi lievemente.
- Isabella Swann, ma Lei può chiamarmi Bella...
Lui sorrise per l’ennesima volta e se ne andò, compiaciuto.
Io avevo capito solo una cosa di quello strano incontro: il Destino esisteva.

  
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