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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    04/10/2011    1 recensioni
SECONDA CLASSIFICATA AL CONTEST "IN MEMORIAM" INDETTO DA DREAMWOLF91 SUL FORUM DI EFP
"Durante l’attacco al villaggio della foglia, Naruto ha affrontato il semidio Pain ma nonostante le nuove tecniche ne è uscito sconfitto, permettendo dunque al nemico di andarsene indisturbato. Il Quinto Hokage si è svegliato miracolosamente dal coma dopo pochi giorni ed ha così partecipato al summit dei cinque kage che si è tenuto nel paese del fulmine, nella speranza di trovare una soluzione alla grave minaccia che incombe… Ma quanti ricordi e quante pene possono aggiungersi ad un cuore già scalfito e dolorante?
Nemmeno la vendetta può portare ad un’apparente pace."
NB. La storia sarà divisa in tre parti perché troppo lunga per un capitolo solo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jiraya, Orochimaru, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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Lacrime di Lago
(Terza Parte)

 


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Mi stringe ancora di più a sé, ma nonostante questo non sento alcun cuore battere,
non sento calore scorrere nelle sue vene,
non sento alcuna vita nella sua anima di marmo…
Le sue mani si muovono a piacimento sul mio corpo, godendo di ogni singolo tocco, mentre le sue labbra assaporano ancora la pelle liscia del mio collo impuro.
Provo soltanto ribrezzo nei suoi confronti, mi fa pena.
 
- Sei un mostro, Orochimaru.-
 
Sono le sole parole che riesco a dirgli in questa stramba ed assurda situazione, ma appena le ho pronunciate lui ha fermato ogni movimento ed ora mi guarda, mi fissa, i suoi occhi gialli e maledetti sembrano sfidare i miei ambrati in un gioco troppo pericoloso per essere vinto da una perenne sfortunata come me.
Sfortunata nei giochi, certo, ma anche in amore e in tutto il resto.
 
- Non definirmi così, Principessa, io sono solo un uomo che sa ciò che vuole e fa di tutto per ottenerlo, a qualsiasi costo.-
 
Queste sue ultime parole mi procurano un brivido insopportabile lungo la schiena: aveva un obbiettivo e probabilmente lo sta raggiungendo, in qualsiasi modo gli sia possibile, così come anch’io avevo intenzione di fare:
volevo impedire questa guerra,
volevo uccidere Pain e vendicare Jiraya,
volevo proteggere ciò che di più caro mi è rimasto al mondo.
Volevo fare tutto questo, a qualsiasi costo, ma ora… Ora non sono così sicura di vincere.
 
Ma nonostante questo non abbasso lo sguardo, se devo perdere non ho comunque intenzione di farlo trionfare nel modo più eclatante: perché io non posso permettergli di rovinare ciò che Jiraya ha costruito e protetto,
non posso permettergli di vincere su di me e quindi anche su di lui!
Può anche violentarmi, di me non m’importa assolutamente nulla, ma non deve permettersi di prendersi gioco di lui!
 
- Ah già, tu sei quello a cui non importa un fico secco degli altri, ciò che conta per te sono il potere ed il possedere tutto ciò che più ti aggrada… Ma sappi che puoi anche stuprarmi, ma non mi avrai mai veramente: il mio cuore appartiene a qualcuno di molto, molto più importante di te.-
 
Il suo viso si tende e leggo lo stupore, la rabbia in quei suoi occhi maledettamente terrificanti, tanto che assottiglia lo sguardo e mi fissa come volesse entrare dentro di me e scoprire anche i segreti più nascosti: sta morendo di nervosismo, le mie parole lo hanno evidentemente irritato parecchio… Per non dire ingelosito.
 
- Jiraya è morto, Tsunade, lui non ci sarà mai più per te!-
 
Lo dice con cattiveria, in tono sprezzante, come volesse uccidermi con queste sue parole e farmi definitivamente cedere…
Invece ciò che ha detto non fa altro che rinvigorirmi, farmi tornare la forza di cui avevo bisogno e che mi consentirà di vincere, per una volta: non può permettersi di dire questo di Jiraya!
Lui non ha mai cercato di aiutarlo, non gliene è mai importato nulla e quindi non può pensare nemmeno lontanamente di conoscerlo così bene: Jiraya non è morto, il suo corpo sarà anche sprofondato negli abissi più bui ma il suo cuore resterà sempre animato nella luce…
Resterà sempre vivo dentro di me, battendo assieme al mio: e così in eterno.
 
- Tu t’illudi, Orochimaru. Finché lo ricorderò lui resterà sempre dentro di me e finché porterò il suo calore ed il suo amore nel petto il suo cuore non smetterà mai di battere. La sua anima vivrà in eterno affianco alla mia e questo, questo è ciò che tu non potrai mai avere, mai! Nemmeno con tutte le tecniche di questo assurdo mondo.-
 
Mi libero rapidamente un braccio dalla sua salda presa, approfittando di questo suo momento di confusione, e lo colpisco in volto con un pugno abbastanza potente, tanto da scaraventarlo dalla parte opposta della terrazza: sento di nuovo la forza scorrermi nelle vene, quell’energia e quella voglia di lottare e di vincere sono tornate di nuovo dentro di me!
E questo lo devo soltanto a te, Jiraya, senza il tuo calore io non sarei stata in grado di reagire, di oppormi a quel viscido serpente.
 
Tu per me ci sei sempre, amico mio, anche dopo la morte…
Hai mantenuto la tua parola.
 
Mi allontano dalla parete e resto ferma nella mia posizione: il mio sguardo è più determinato che mai, per non dire minaccioso, ed i miei occhi ambrati brillano alla luce della luna enfatizzando la mia decisione più profonda, la mia volontà di impedire che tutto ciò per cui Jiraya ha lottato venga distrutto.
Ora con la morte del suo amato allievo resto l’unica ancora in vita, l’unica ancora in grado di lottare per gli ideali che ci hanno sempre unito, e quindi l’unica a poter finalmente porre fine alla minaccia di questa serpe che si è preso gioco di entrambi per tanto, troppo tempo.
 
Lui si rialza a fatica e con il dorso della tunica nera che ancora lo avvolge si pulisce un rivolo di sangue che gli esce dalle labbra, probabilmente causato dal mio colpo: barcolla e vedo che fatica a reggersi in piedi, ma nonostante questo il suo sguardo resta minaccioso e violento.
 
- Dunque è questo ciò che pensi? Che Jiraya possa ancora vivere dentro di te? Tu sei pazza, Tsunade, la tua è pura disperazione!-
- E la tua è pura illusione! Non sei mai stato in grado di comprendere i sentimenti né tantomeno cosa fosse quel legame che da sempre ha unito me e Jiraya: è per questo che ti sei ostinato a voler conoscere tutte le tecniche, per cercare di superarci in qualcosa dove tu non avevi alcuna possibilità di riuscita!-
 
Stiamo gridando entrambi, la rabbia che tanto ci assilla sta ormai prendendo il sopravvento su di noi: questa è la vera resa dei conti, questo scontro è già avvenuto molto tempo fa ed anche in quel caso fui l’unica a sfidarlo, Jiraya era stato messo fuori combattimento, proprio come ora…
Ma questa volta la partita sarà chiusa per sempre, e per una volta vincerò io!
 
- Taci, Tsunade… Non volevo ucciderti, ma mi trovo costretto a farlo.-
- Questa sarà la tua ultima battaglia, Orochimaru!-
 
Facciamo un rapido scatto l’uno verso l’altro e finalmente lo scontro avviene: dalla sua bocca fuoriesce una lunga ed affilata lama ed io riesco appena a schivare quel colpo, tanto che resto ferita e sanguinante ad un braccio ma riesco comunque a sferrargli un forte calcio nel basso ventre.
 
Ci allontaniamo di nuovo, ci scrutiamo, ci studiamo, ma soprattutto comprendiamo quanto siamo diventati diversi e quanto inevitabilmente le nostre strade si siano divise: Jiraya aveva speranza nella nostra amicizia, credeva che prima o poi saremo riusciti a tornare insieme, che il nostro legame non si sarebbe mai spezzato…
Sin da bambino, lui non aveva nemmeno lontanamente immaginato che saremmo giunti a questo: lui morto, Orochimaru un pericoloso criminale ed io una specie di paladina della giustizia che si ritrova sulle spalle il peso di tante parole mai pronunciate e promesse infrangibili.
 
 
… Sin da bambini, Jiraya aveva sempre avuto fiducia in noi e credeva che ogni cosa ci avrebbe unito sempre di più, mentre le nostre strade erano già inevitabilmente divise…
 
- Uffa, il mio cerchio è piccolo!-
 
Una bambina dai capelli biondissimi raccolti in una piccola coda di cavallo si era seduta a terra con le braccia incrociate sul petto ed un’espressione alquanto imbronciata: i suoi occhietti vispi e furbi erano riflessi sullo specchio d’acqua dolce che si estendeva davanti al suo corpicino minuto.
L’erba di un verde brillante ondeggiava al passaggio di un leggero venticello primaverile, mentre alcuni goccioline di rugiada ancora si mostravano brillanti alla luce di un sole mattutino e prematuro.
 
- Scommetto che il mio è più grande!-
 
Un bambino dall’aria solare quanto infantile corse allegro affianco alla compagna e con un gesto rapido lanciò un sassolino nell’acqua del lago, fermandosi appena sulla riva e rischiando di cadervi dentro come un salame: Tsunade si era già preparata a ridere di quella scena, ma con suo dispiacere la divertente scena non si era verificata.
 
I capelli bianchi e scompigliati di Jiraya erano ritti sulla sua nuca, ribelli e vivaci quanto lui, mentre i suoi occhi di un nero brillante osservavano speranzosi il sassolino appena lanciato cedere alla forza di gravità: teneva i pugni stretti sul petto, fremendo dall’agitazione, mentre con la coda dell’occhio osservava ogni singola espressione di quella bambina tanto irascibile quanto dolce.
Aveva il viso delicato e limpido ed il bambino non poté che restare incantato da quei lineamenti perfetti messi in risalto dalla tiepida luce del sole: era solo un bambino, ma già conosceva quanto potente fosse la forza dell’amore.
 
Si ridestò da quei pensieri, scuotendo più volte la nuca e finalmente il momento tanto atteso da entrambi arrivò: il sassolino giunse sino alla superficie del lago e sprofondò rapidamente nelle sue acque cristalline, mentre gli guardi attenti dei due bambini osservavano i grandi cerchi che si erano formati al suo passaggio.
Jiraya fece un salto sul posto e mostrò i suoi denti bianchissimi, lasciando che un sorriso di estrema soddisfazione si dipingesse sul suo viso ancora ingenuo.
 
- Evviva! Ho vinto di nuovo io!-
 
Gridava soddisfatto di sé mentre la bambina affianco a lui si imbronciò ulteriormente e fece una piccola smorfia con il labbro inferiore, distogliendo lo sguardo dalla superficie ormai quieta di quelle acque dolci.
 
- Uffa non è divertente, io perdo sempre!-
 
Disse con irritazione, quasi stesse dando la colpa più alla sua perenne sfortuna che alla bravura del compagno e, di fronte a quell’atteggiamento, Jiraya placò la sua gioia, concentrandosi sull’espressione della bambina e cercando di capire perché se la prendesse tanto: in fondo era solo un gioco e, come ogni volta, lei doveva aspettarsi di perdere!
Ma nonostante questa reazione, il piccolo ninja dei rospi tornò a sorridere serenamente e si avvicinò ulteriormente alla riva del lago per raccogliere qualcosa, mentre Tsunade, nonostante si fingesse indispettita, osservava ogni suo gesto con la coda dell’occhio, sospettosa e curiosa allo stesso tempo.
 
Dopo pochi attimi, Jiraya si inginocchiò affianco a lei e le porse un sassolino, guardandola con quanta più serenità e dolcezza il suo viso potesse esprimere: era un bambino, certo, ma già allora era a conoscenza del l’animo della compagna e per questo l’amava ogni giorno di più, anche se se ne sarebbe reso conto solo molto più tardi.
 
- Allora usiamo due sassolini, lanciandoli insieme sono sicuro che il cerchio diventerà ancora più grande!-
 
Disse con un entusiasmo contenuto e Tsunade lo scrutò a lungo con quei suoi occhioni ambrati, quando ad un tratto prese la piccola pietra dalle mani del compagno e gli regalò un sorriso modesto ma che raccoglieva in sé tutto l’affetto che la piccola sapeva donare al compagno.
 
- D’accordo, proviamo!-
 
Jiraya le tese la mano e la bambina dai capelli dorati non esitò a prenderla con fare deciso quanto dolce, cosicché lui l’aiutò ad alzarsi in piedi: in quel loro tocco, in quella stretta infantile quanto semplice, v’era racchiuso tutto l’affetto che l’uno provava nei confronti dell’altro.
Le loro piccole sagome erano delineate dai raggi del sole ormai alto nel cielo, mentre la figura riflessa metteva in evidenza quanto entrambi fossero uniti e quanto i loro corpi fossero più vicini di quanto immaginassero.
Si lanciarono uno sguardo d’intesa e dopo aver contato fino a tre, lanciarono i piccoli sassolini in un unico punto e sulla superficie del lago si creò una serie di cerchi molto più grandi rispetto a prima, tanto che sul volto di entrambi i bambini si dipinse un sorriso meravigliato ed entusiasta: quei piccoli disegni sull’acqua sembravano continuare a mostrarsi più del dovuto, come se anche il lago fosse partecipe di quel momento tanto magico quanto intimo.
 
- Era enorme! Hai visto, Jiraya, quanto era più grande? Eh, hai visto?-
 
L’entusiasmo di Tsunade non poteva che rendere Jiraya il bambino più felice del mondo: vederla ridere di gioia e rivolgersi a lui con sorrisi affettuosi e sereni non potevano che essere la visione migliore che il compagno avesse mai desiderato.
 
Restarono estasiati da quello spettacolo per qualche minuto, fin quando la bambina non si voltò dalla parte opposta, volgendo le spalle alle acque del lago, e appoggiò la propria mano piccola e delicata affianco alla bocca, prendendo ad urlare in direzione di un grande albero ai cui piedi era seduto il loro compagno dalla pelle bianca e smorta.
 
- Ehi Orochimaru, vieni a giocare con noi?-
 
Aveva gridato la piccola, nella speranza che il compagno abbandonasse quel suo essere solitario e misterioso e si unisse a loro in quel gioco tanto divertente quanto semplice: la sua espressione era speranzosa e Jiraya, nonostante desiderasse restare solo con quella bambina dolce e fin troppo determinata, si sforzò di rimanere sereno ed incitò quel suo amico tenebroso a partecipare a quel loro nuovo gioco.
 
- No.-
- Ma dai! Se tiriamo tre sassolini, il cerchio sarà più grande!-
- Ho detto di no, i vostri stupidi giochi non mi interessano.-
 
Rispose freddamente il bambino dai capelli lunghi e neri, tanto che voltò il proprio sguardo altrove ed ignorò le successive incitazioni dei compagni che ancora dalla sponda del lago tentavano invano di attirare la sua attenzione.
 
Jiraya temette che Tsunade potesse imbronciarsi ancora una volta, a causa del comportamento di Orochimaru, e la cosa gli dispiaceva parecchio dato che amava vedere la compagna sorridere ed essere felice, ma con suo grande stupore Tsunade si voltò verso di lui porgendogli un sassolino: un sorriso ampio e sincero era dipinto sul viso limpido e delicato della bambina e a questa visione Jiraya non poté che fare altrettanto.
 
- Ci riproviamo, Jiraya?-


 
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Dopo un duro e fin troppo lungo combattimento, finalmente il vincitore avrà ciò che gli spetta.
Il corpo quasi privo di sensi di Orochimaru è ancora immobilizzato sotto di me, mentre io alzo il mio pugno contornato di una lucina azzurrognola  e mi preparo a dargli il colpo di grazia…
 
No, Jiraya, non ci riproveremo mai più…
Non saremo mai più un team, una squadra, degli amici.
Anche se tu continui a vivere dentro di me, lui è ormai lontano da noi: e questo lo avremmo dovuto capire ormai da tempo, ma la nostra ingenua bontà ci ha sempre costretti a chiudere gli occhi su quella che era la vera realtà.
 
Ed ora eccomi qui, a chiudere definitivamente questo capitolo: non so dire se sia stato positivo o negativo per me, certo è che non sarei mai voluta arrivare sino a questo punto…
Orochimaru è un mostro, ha compiuto gesta orribili e mi ha ricattata nel peggiore dei modi, servendosi dei miei sentimenti più intimi e dolorosi: eppure io non riesco ad odiarlo, a disprezzarlo…
 
Osservo il suo corpo esanime, ha il viso ricoperto di quell’odioso colore rossastro, il suo respiro è lento e molto affaticato…
Anch’io sono in gravi condizioni, ma il mio corpo è sicuramente in una miglior situazione rispetto al mio animo: devo uccidere una persona a cui ho voluto bene, non è certamente una scelta facile.
 
Non pensavo che sarei mai arrivata a questo punto…
Ho sempre immaginato che, alla fine, sareste stati voi due a scontrarvi: Jiraya ed Orochimaru, i due ninja leggendari, il buono ed il cattivo.
E invece non è andata così, ci sono qui io al tuo posto, Jiraya, anche se preferirei ci fossi tu: tu sapresti fare la cosa giusta, invece io sono certa che sbaglierò, come ogni volta.
Ma non posso più permettere a mostri simili di fare del male a ciò che di più caro ci è rimasto,
non posso permettergli di infangare ancora il tuo nome, i tuoi sacrifici e le tue lotte:
ma soprattutto non posso permettermi ancora di perdere.
 
Carico il pugno e colpisco il suo petto con tutta la forza che ho in corpo, affondando la mia mano ricoperta di chakra nel suo addome: il pavimento sotto di noi si frantuma, il cemento cede sotto la mia potenza e noi precipitiamo verso il basso.
Tutto ciò che vedo è un amico che muore, ed insieme ad esso cade una lacrima.
 
Sì, è la mia.
No, non sto piangendo, e non piangerò per Orochimaru…
Ma non posso trattenere il dolore che provo, l’ennesimo, per aver messo fine a tutto ciò che ancora mi legava alla mia infanzia.
Ora mi resta soltanto il tuo spirito, Jiraya, ma tra queste macerie e questo sangue amaro a me sembra sempre di essere troppo sola…
 
Atterro in piedi sull’erba bagnata, mentre altri pezzi di quello che era un terrazzo del palazzo del Raikage cadono inevitabilmente sul terreno, seppellendo il corpo di Orochimaru…
Guardalo, Jiraya, cosa vedi?
Un mostro o un tuo ex compagno?
Una vittoria o una sconfitta?
 
Sento dei passi rapidi avvicinarsi alle mie spalle ma non mi volto, non m’importa sapere di chi si tratti: i miei occhi ambrati sembrano aver perso la loro lucentezza e vagano nell’oscurità della notte senza una meta, come cercassero una via di fuga che in realtà non esiste…
 
- Avete sconfitto il potente e pericoloso Orochimaru! I miei complimenti per la vittoria, Quinto Hokage.-
 
Come ogni volta, quell’irritante dello Tsuchikage non ha capito nulla, assolutamente nulla di ciò che sta accadendo.
Per una volta vorrei provare dolore, forse addirittura rancore verso me stessa ma non ci riesco: non sento nulla, alcuna emozione, alcun sentimento…
Assaporo solamente l’amarezza di aver chiuso col passato nel peggiore dei modi.
 
Mi volto verso le quattro figure alle mie spalle con una certa lentezza, come non fossi davvero intenzionata a farlo: li fisso, uno per uno, il mio sguardo analizza ogni loro pensiero mentre i miei occhi ambrati hanno ripreso a brillare alla luce fioca della luna.
 
- La morte non può essere che una sconfitta, Tsuchikage, e noi dovremmo impararlo.-

La mia voce è fredda e concisa, priva di alcuna emozione: è indifferente, impura…

Restano stupiti da questa mia affermazione e lancio loro un ultimo sguardo severo, come volessi rimproverarli, mostrargli quanto in realtà sia sbagliato ciò che io ho fatto…
 
E’ vero, ho liberato le terre ninja da una grave minaccia, ma a quale prezzo?
Questa non è una vittoria,
una vita che si piega non è una vittoria,
una creatura che perde il suo essere non è una vittoria…
No, è soltanto un’amara sconfitta.
 
Ed io ho perso, come sempre.
 
Faccio alcuni passi tra la terra nuda e le macerie che ancora restano immobili, conficcate nel terreno dopo essersi frantumate e divise le une dalle altre.
 
Sento un profumo familiare, qualcosa di dolce e delicato, accompagnato da un suono melodioso e naturale: faccio ancora alcuni passi e finalmente giungo a questa splendida fonte di magia e turbamento.
Una distesa d’acqua dolce mi si presenta davanti agli occhi, come a volermi ricordare la crudeltà della sua presenza e quanto questa mi abbia accompagnata, nel bene e nel male, nella mia travagliata vita.
 
Sorrido amaramente: a volte il destino sa giocare davvero in modo meschino.
Resto immobile sulla sua riva, la mia immagine si riflette appena su questo specchio d’acqua, ma io non ho il coraggio di vedere cosa in realtà vi sia ritratto.
 
Ancora una volta i miei occhi liberano una lacrima, amara e dolorosa, la quale mi delinea il viso dal profilo delicato e crea una piccolo solco nella mia guancia rosata.
Poi, finalmente, abbandona questa mia pelle morbida e si lascia cadere nell’oscurità, sino a giungere a quelle acque dolci e amare che mi hanno assillata ed accompagnata.
 
La mia vita non appartiene a questo lago di dolore, ma sicuramente le mie lacrime ne fanno parte più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Dunque anche tu ora, Jiraya, ne sei diventato il custode.
La vendetta è stata portata a termine, ciò che era da fare è stato fatto.
 
Riposa in pace tra queste acque dolci,
dimentica l’amarezza di una morte ingiusta,
mentre io resto ancora qui, a specchiarmi nella mia sconfitta, così come la luna si specchia nel mio lago di lacrime.
 

 FINE
Grazie per la lettura ^.^

 
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 GIUDIZIO DEL GIUDICE "Dreamwolf91"

Grammatica e Sintassi: x 8,5
Forma e Stile: x 9
Caratterizzazione Personaggio che ricorda: x 10
Caratterizzazione personaggio ricordato: x 10
IC:9
Originalità: x 9,5
Gradimento personale: 5
Attinenza al tema: 10
Punti Bonus: 3
Totale: 74
 
Eccomi qua...allora come hai visto sono stata costretta a toglierti qualche punto nell’originalità.
Ora ti spiego tutto….
Allora iniziamo dalla parte più noiosa, la grammatica e la sintassi di qua e di là ti sono scappate delle virgole,(Forse per la lunghezza della Fiction…) e qualche errore di battitura, lo stile mi è piaciuto anche se abbastanza semplice, ottime descrizioni, non troppo pesanti, ottima introspezione, storia interessante con qualche punto con un IC che non mi è sembrato appieno rispettato: soprattutto per quanto riguarda Orochimaru, mi è sembrato un po’ troppo, come posso dire?  Instabile nei punti con Tsunade, però con il resto della storia ci stava…quindi non credo di essere stata troppo dura.  Per quanto riguarda l’originalità ti ho tolto qualche punto, perché fortunatamente o sfortunatamente, ho trovato alcune cose simili alle altre storie che hai scritto, dopotutto sono i tuoi soggetti preferiti(Senza colpa sorella…li amo anch’io ^^^). Nonostante mi è sembrato di vedere tutte le tue opere racchiuse in questa one shot ed è una cosa positiva, perché si è visto quanto puoi arrivare in alto. Per il resto ti ho tolto due punti bonus per il cambio di pacchetto. Ora dopo averti strigliato per bene passiamo alle cose che ho apprezzato di più. Allora iniziamo, le scene che mi sono piaciute di più erano quelle del passato, dall’ultima scena con i sassolini, a quella in cui succede il fattaccio e credo che tu capisca di che parlo non è vero^^^? Nella seconda scena ho visto una Tsunade diversa, debole e fragile, vulnerabile, molto diversa dalla Hokage del Villaggio della foglia, la cosa più bella e che sei stata fedele al cento per cento al personaggio. E proprio per questo che hai ricevuto il massimo dei punti nelle caratterizzazioni dei personaggi, Jiraya e Tsunade mi sono piaciuti tantissimo, è li hai resi meravigliosamente senza sforare nell’OOC ed è questa la cosa che conta
 
E poi…mmm…cos' altro, posso dire senza vergogna che è stata una  delle storie migliori, che mi hanno mandato. 

BUNNER ^.^

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