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Autore: _AmyBlack_    05/10/2011    2 recensioni
Metti caso di essere una Mezzosangue. Ora, immagina che il tuo migliore amico si chiami Draco Malfoy. Impossibile? Può darsi. Ma se il sole rovente dell'estate riuscisse a sciogliere la maschera che il giovane Malfoy porta ogni singolo giorno della sua vita da studente alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I giorni seguenti passarono in un lampo, le conversazioni passate sembravano essersi dissolte nel nulla, come se non ci fossero mai state. E in un lampo, così, arrivarono la lettera di ammissione ad Hogwarts, il momento di fare compere a Diagon Alley, i bagagli da preparare e l’eccitazione per un’avventura completamente nuova agli occhi di Nathalie. Draco trovava buffa la sua emozione, non capiva come una persona potesse essere così felice di dover frequentare ‘quel vecchio castello in rovina gestita da quel vecchio, decrepito, stolto e ormai giunto alla fine di un preside’.
La ragazza, tuttavia, aveva l'impressione di scorgere una microcellula di preoccupazione che si stendeva negli occhi di Draco. Per forza, si diceva, è tutta l’estate che succedono cose impreviste, e ora mi metto a sospettare di tutto e di tutti.
In ogni caso, arrivò il momento. L’Espresso per Hogwarts occupava l’intera visuale di Nathalie, o forse era solo un’impressione. Non disse una parola, ma persino chi non la conosceva poteva facilmente intuire le milioni di parole che la neo-studentessa stava trattenendo dietro la barriera di trentadue denti splendidamente esposti al mondo per manifestare la sua immensa felicità.
Seguì Draco fino allo scompartimento, nel quale si sedette con innata leggerezza. Seguirono i suoi movimenti due ragazzi (entrambi tozzi, ma uno un po’ più alto dell’altro) e una ragazza magra, dai capelli corvini e lisci, non molto lunghi. I due la squadravano con aria piuttosto intontita (‘Tiger e Goyle, i due scemi’ pensò). La ragazza la fissava torva e sospettosa. Nath non aveva idea di chi fosse.
Mentre era impegnata a non farci caso, lo sguardo di Nathalie si fissò sul viso che pareva scolpito nella pietra, incredibilmente perfetto, freddo e altezzoso di Draco, dovendocisi soffermare per qualche secondo per riconoscerlo. Come se nel passaggio nello scompartimento l’avesse travolto un’ondata d’aria diversa che gli aveva fatto un lavaggio del cervello e l’avesse cambiato così, all’improvviso.
Quante volte si era sentita stupida per i pensieri che le passavano per la testa, soltanto durante quell’estate? Ecco, questa era l’ennesima. Dopodichè fissò gli occhi sul meraviglioso paesaggio in continuo cambiamento fuori dal finestrino e si rinchiuse dentro una bolla isolata dal mondo, perdendone ogni contatto.



Nathalie si trovava al nel centro di un’immensa sala, la chiamavano Sala Grande. E a dirla tutta, per quanto ansiosamente avesse aspettato quel momento, si sentiva impacciata come non mai tra i bambini del primo anno che aspettavano di essere smistati. Chi la guardava poteva vedere una ragazzina un po’ troppo alta rispetto agli altri che si chiudeva come un riccio nella speranza di rimpicciolirsi e che spostava lo sguardo lontano da quello dei nuovi compagni con evidente aria forzatamente indifferente. Si sentiva avvampare ogni secondo di più, la temperatura diventava sempre più alta. Ovviamente, proprio come in quelle occasioni che vorresti passassero il più in fretta possibile, Nathalie fu chiamata per ultima.
«…Ed eccezionalmente quest’anno abbiamo una studentessa che frequenterà i corsi degli studenti del sesto anno, essendosi spostata da un’altra eccellente scuola di magia. Sono certa che si rimetterà presto in pari con il programma degli altri compagni. Nathalie Stander.» Annunciò una donna a cui era difficile attribuire un’età e dall’aria severa e rigida. La chiamavano professoressa McGranitt, colei che le aveva spedito la lettera di ammissione a Hogwarts.
Fu un’impresa trascinare le gambe verso lo sgabello che l’aspettava davanti alla tavolata riservata ai professori. Una volta seduta, la professoressa le appoggiò un cappello vecchio e rattoppato più volte, che prese vita nell’istante in cui la sua stoffa toccò la testa della ragazza.
Un sibilo nell’orecchio le fece alzare d’istinto la mano per grattarsi, ma si trattenne non appena riconobbe in quel soffio delle parole.
«Scelta complicata, senz’altro… Quanto coraggio dentro di te. Questo sicuro. E quanta astuzia ed ambizione. Assolutamente brillante. E anche leale…»
Tremore folle. Draco la fissava. Immobile. Serio.
«Ma credo di sapere in quale casa ti troveresti meglio. GRIFONDORO!»
Dal tavolo dei Grifoni si alzò un boato e un applauso.
Quel sorriso scappò. Fu il sollievo del non sentirsi più sotto esame, sicuramente.
E’ difficile descrivere con precisione ciò che accade subito dopo, perché fu tutto in una frazione di secondo, eppure parve un’eternità. Il viso sorridente di Nathalie verso la tavolata dei Grifondoro, poi a quella dei Serpeverde; Draco, fino a un momento prima concentrato e convinto che lei sarebbe diventata una Serpe, ora si copriva il viso con entrambe le mani, deluso dalle parole del Cappello.
E il sorriso scomparve, e i sensi di colpa si fiondarono sullo stomaco, e di nuovo Nath non riusciva a muovere un passo verso il suo tavolo. Ci volle qualche secondo prima che Nathalie realizzò di essere sotto gli occhi di tutta la scuola e di doversi affrettare a raggiungere i suoi nuovi compagni.
Nonostante si sentisse già abbastanza delusa da sé stessa e non volesse aggravare la situazione, fu attratta dal posto libero accanto ad un ragazzo alto e slanciato, dal naso lungo e a punta e capelli color rosso fuoco. Capelli rossi. E lei sapeva che non era una buona cosa. Così non fu sorpresa, piuttosto disillusa, quando Draco strabuzzò gli occhi alla vista di Nath che con leggerezza si andava a sedere accanto al rosso e ad una ragazza dai capelli lunghi e nerissimi, legati con un elastico anch’esso nero.
«Ciao…» Disse infine con voce tremante, con un tono che sembrava più fare una domanda che un saluto vero e proprio. Il ragazzo rosso si voltò con una coscia di pollo in mano e con la bocca straripante le rispose.
«Ciao.»
Si voltarono anche le due ragazze di fronte: una dai capelli lisci e rossi come quelli del ragazzo – deve essere la sorella, pensò – e l’altra dai capelli castani e crespi. Quella dai capelli castani le sorrise. «Nathalie, giusto? Da che scuola vieni?»
«Da Henley, è più nel Nord dell’Inghilterra rispetto a Hogwarts.» ricambiò il sorriso.
Poi parlò la rossa, ma non si rivolse a Nathalie.
«Eccolo. E’ coperto di sangue. Perché è sempre coperto di sangue?»
«Stavolta pare sia il suo.» Rispose il fratello.
Tutta l’attenzione si rivolse ad un ragazzo alto e dai capelli neri e spettinati, coperto di sangue sul viso. Portava un paio di occhiali rotondi e un’espressione seria. Si andò a sedere accanto al ragazzo rosso.
«Cos’è successo?» Domandò la castana.
«Niente.» Rispose il nuovo arrivato. Poi si accorse che Nath lo stava osservando, così le rivolse un lieve sorriso che lei ricambiò.
«Oh, non ci siamo presentati!» Esclamò d’un tratto la rossa. «Io sono Ginny Weasley. E loro sono Hermione Granger, Ron Weasley e Harry Potter.» Li presentò indicandoli uno per uno. Ma Nath conosceva già i loro nomi.
Ah, eccoli di nuovo i sensi di colpa!
«Io sono Nathalie Stander.» Strinse la mano a tutti.
I suoi occhi rotearono verso la tavolata dall’altro lato della sala, e si scoraggiò vedendo Draco decisamente arrabbiato mentre cercava in tutti i modi di non guardarla e fulminarla con gli occhi.
Ma la conversazione cominciò ad animarsi, e Nath si sentiva ben accetta in quel gruppo. Il suo amico avrebbe dovuto accettare la situazione, e l’avrebbe fatto. Insomma, si conoscevano da undici anni oppure no? Perciò decise di lasciarsi andare e sorridere, godendosi il banchetto di inizio anno e i suoi nuovi amici.
  
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