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Autore: xshelovesstyles    05/10/2011    1 recensioni
Tutto può cambiare in una sola notte.
E questo i One Direction lo sanno.
" ... Risero per cinque minuti, trascinati da Niall, quando delle urle li fece irrigidire. Con una manata sul sedile, Liam ordinò all'autista di fermarsi. Velocemente Harry aprì lo sportello e tutti e cinque si catapultarono fuori, ansimando e assistendo alla scena più agghiacciante che avessero mai visto.. "
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Christopher colpisce ancora.


Il cerchio dorato, quasi perfetto, si librò in aria, e con qualche capriola ricadde di nuovo sulla superficie dura, ruvida e accaldata della padella. Niall sorrise 
soddisfatto, e proprio mentre lo faceva il sole che entrava dalle finestre gli baciò delicatamente la guancia. Prese a scuotere la padella, a volte strofinandosi
l'occhio. Un uccellino lo destò dai suoi pensieri, mentre armeggiava con l'utensile da cucina, canticchiando allegramente. Il biondo si alzò sulle punte, e,
con aria curiosa, cercò di avvistare l'uccellino che cantava. Ignaro del fatto che un ragazzo dall'aria divertita stava scivolando dietro di lui, continuò a scuotere
la padella e a fissare fuori dalla finestra dai vetri appena appannati. Louis si alzò con un sorrisetto quasi maniaco e si accostò vicino al suo orecchio, per poi gridare.
- SUPERMAAAAAAAAAAAAAAN! -
Niall sobbalzò, e alzò la padella in gesto veloce, spaventato: il pancake volò per quasi tutta la cucina, e con uno splat si spiaccicò sul muro, proprio in testa all'entrata
della porta. Scivolò lentamente sulla superficie del muro lasciando una scia unticcia; arrivato al limite, stava per cadere a terra, ma Zayn passò di sotto, assonnato
e mezzo nudo, meritandosi perciò un pancake come nuovo cappellino.
- Maccheccazz.. -
E adesso, chiunque conosca quel gran pezzo di ragazzo di Zayn Jawaad Malik, sa perfettamente che non deve mai: 
1- Toccare le sue mutande predilette.
2- Toccare/rovinare i suoi capelli.
3- Toccare le sue spazzole.
E a quanto pare, la seconda regola era stata appena infranta. Quindi, abbiamo poche opzioni per il futuro dei due vicino al fornellino, che arretravano con aria
spaventata. Il ragazzo alzò la testa, toccandosi con aria sbalordita il nuovo copricapo giallo. Aprì la bocca, poi la richiuse. Poi la riaprì. Infine la richiuse. Era tra lo 
sbalordito e il furioso. Le labbra di Niall tremarono. E no, non ridete, non l'avete mai visto uno Zayn stra-incazzato.
- E'.. è stato Niall. - sussurrò impaurito Louis, e si nascose dietro il biondino. Sarebbe stato tutto davvero molto esilarante, visto che Zayn aveva un pancake in testa e
l'aria rincitrullita, ma il suo sguardo lampeggiava, e, come ho detto, Zayn Malik arrabbiato non è un bello spettacolo.
- HOOOOOOOOOORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN! -
 
 
 
- Via, Zayn, quel pancake ti stava da Dio. - 
Louis masticò il suo pancake rumorosamente e con un sorrisone angelico, poi ingoiò e trangugiò un pò di latte. Zayn lo guardò ancora più stizzito: Odiava quando 
qualcuno masticava rumorosamente. Si limitò a stare zitto e a consumare la sua colazione. Liam si schiarì la voce, dando un morso al suo kinder bueno.
- Cancella quel brutto muso, non ti dona. -
Zayn fece un gran sorrisone ebete, e guardò Liam, come dire " ecco, sei contento, adesso? ". Liam ricambiò ironico il sorriso. Poi si sentì un botto, 
ma nessuno di loro sobbalzò o fece nulla; Come se fosse normale. Niall si limitò a prendere il suo piatto sporco e infilarlo nella lavastoviglie.
- Haaarryyy, sei inciampato di nuovo sul pallone di Niall? - sbraitò Louis a bocca piena, posando la forchetta nel piatto con un rumore metallico. Niall prese 
di nuovo posto e Harry entrò in cucina, con gli occhi socchiusi e i capelli sparati in aria. Portava solo un paio di boxer neri e dei calzini giallo canarino.
- Niall, togli quel pallone o la prossima volta te lo sgonfio. - 
- Pff, tu la prossima volta invece di scendere le scale come un dannato, controlla se c'è qualcosa che può farti ruzzolare giù come un salame. -
Liam si alzò da tavola, sorridendo. Ogni mattina succedeva qualcosa; quel giorno Zayn aveva ricevuto un pancake in testa, Harry era caduto dalle scale. Si
annunciava una giornata divertente. O, almeno lo sembrava. Chi dice che tutto non può cambiare in un secondo?
- Prendo il giornale, bambini. - 
Furono le parole di Liam. Si alzò, e mentre Niall e Harry continuavano a scherzare, aprì la porta, controllò che non ci fosse nessuna fan mattutina che si fosse
accampata fuori casa loro ( Settimana corsa ), e uscì, tranquillo. Prese il giornale, e da lì gli si gelò il corpo. Ogni singolo muscolo, ogni singolo arto.
Rilesse di nuovo le parole sul giornale. Non ci credeva. Cioè.. non era vero. Le rilesse ancora, e ancora, e ancora, sbigottito come non mai. Continuava
a fissare le parole scritte a caratteri cubitali, stampate sulla prima pagina, in bella vista. Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male, sì.
Cosa c'era scritto? " << I ONE DIRECTION MI HANNO PICCHIATO >> ".
Era subito visibile. Da dentro provenivano i rumori dei ragazzi che scherzavano, di Niall che posava i piatti nella lavastoviglia, di Zayn che faceva la batteria
con la forchetta sui bicchieri capovolti. Liam li chiamò a gran voci, ma non arrivarono; erano evindentemente impegnati. Chiuse velocemente la porta,
e corse in cucina. Zayn stava facendo ancora la batteria, Harry e Louis si stavano bersagliando di pancake, Niall rideva come un matto e posava tutto.
- Ehi, Liam, cos'è quella faccia? - chiese Zayn, sorridendo. Fermò subito la forchetta, a un millimetro dal bicchiere e un nuovo " BOOM. "
- Hai visto Sarah Moline? -
- No, aspetta, la sua ex! Danielle? -
Liam perse la pazienza, e sbattè in malomodo il giornale scandaloso sul tavolo. Niall gettò lo straccio via, e subito accorse, leggendo. Pian piano tutti 
seguirono il suo esempio. Successivamente, ci fu silenzio. Ansia, incredulità, rabbia, forse. Fatto sta che l'unico rumore che si sentì nell'arco di dieci minuti,
fu il cinguettare allegro degli uccelli. Un attimo prima erano tutti felici. Scherzavano, ridevano. Un attimo dopo si erano tutti congelati.
Louis lesse di nuovo, e molto attentamente, le parole.
 
" << I One Direction mi hanno picchiato >> dice, Christopher Briel. << Ero fuori con la mia ragazza e sua sorella. Abbiamo iniziato a giocare con le mani.
Poi sono venuti loro, e hanno rovinato tutto. Chiedo giustizia e soldi. >> "
 
Prap.
Qualcuno appallottolò il giornale, furioso; Harry. Gettò a terra la palla di carta, e quella cadde lentamente, quasi volteggiando.
- PICCHIATO! PICCHIATO! - urlò, fuori di sè. Tremava dalla rabbia, un lampo violento le balenò negli occhi. - NOI L'ABBIAMO PICCHIATO, CERTO, 
NOI GLI ABBIAMO FATTO IL CULO COSì, NOI ABBIAMO PICCHIATO QUELLE DUE POVERE RAGAZZE CHE SONO FINITE IN OSPEDALE! -
Mentre Harry si impeperonava, urlava e sputacchiava, Louis cercò di calmarlo, insieme a Niall. Liam, accigliato, guardava il giornale appallottolato e 
continuava a rimuginare sotto voce. Zayn stava zitto. Si accarezzò istintivamente lo stomaco, dove il pazzo l'aveva colpito, molti giorni prima.
Harry continuava a sbraitare. Era il più nervoso del gruppo, si irritava facilmente, soprattutto se era mattina. Liam si solleticò il mento, assorto nei pensieri.
- Harry, se ti incazzi come una bestia non risolvi nulla. -
- E' UN BUGIARDO! UN BUGIARDO!!! -
- Lo sappiamo, smettila di urlare! -
- Dobbiamo andare da quelle ragazze. Ci serve il loro aiuto. - suggerì Zayn, zittendo tutti.
- Concordo con Zayn. - ammettè Liam. Fece scrocchiare le nocche, demoralizzato. - Loro erano con noi. Ci difenderanno. -
In un nanosecondo, erano già fuori dall'ospedale, infagottati e coperti. Erano irriconoscibili. O almeno, lo speravano. Entrarono dentro e chiesero delle 
ragazze. " Valerie e Marie ". Speravano si chiamassero così. Di aver indovinato, almeno. Non è che la gente cambia nome tutti i giorni.
La giovane bionda dietro il bancone, disse loro che le signorine Valerie e Marie Givens erano andate via. A casa loro. Subito chiesero l'indirizzo, e, una
volta ottenuto, scapparono via.
La corsa continuò fino a casa delle due ragazze. Liam fermò la macchina e la parcheggiò. Tutti scesero velocemente. Il cielo era nero. La casetta si trovava
in mezzo a degli alberi morti. Era bella grande. C'era un grande giardino, con due moto. Una kawasaki nera 250r. Una liberty azzurra. Con passo svelto,
Harry bussò circa trenta volte alla porta, e se Liam non gli avesse Zayn non gli avesse fermato il pugno, l'avrebbe scardinata. Qualche secondo. 
Un ringhio di un cane, un graffiare dietro la porta. Un urlo isterico. Poi finalmente la porta si aprì, svelando una ragazza alta e formosa, dai lunghi capelli biondi.
Vanessa.
Fece una faccia seccata, come a dire " oh mio Dio, questi tizi sono di nuovo qui ". Alzò l'angolo della bocca in modo schifato, e li osservò, critica.
- Chi non muore si rivede. -
- Siamo giovani per morire! - urlò Louis, in panico.
- E anche per finire in carcere, quindi, facci entrare, bionda. - vociò Harry. Aveva ancora quella vena pazza/omicida negli occhi, e - forse sarà stato per quello - 
Vanessa si spostò dall'uscio; Harry entrò a grandi passi, seguiti dagli altri cinque. Un samoiedo bianco prese ad azzannare gli stivali di Liam, un gatto nero
invece, li fissava torvo dalla sua postazione stravaccata sul divano. La casa era in un perfetto ordine. La cucina era grande, tutta beige, seria. Accanto c'era il
salotto, con un divano, un piccolo tavolino. C'erano delle scale in legno che portavano ad un piano superiore. Era una casa normale. Tanne per il fatto che 
ti dava un senso di solitudine, tristezza. Era troppo seria.
- Dove sono? -
- Non stanno già male? Cosa volete da loro!? - schiamazzò Vanessa, in preda ad una crisi d'isteria. Zayn le si avvicinò, prendendole i polsi, che stavano già
per roteare e fare un tatuaggio a forma di mano sulla guancia di qualcuno.
- Non vogliamo farle nulla. Okay? Dobbiamo parlare ad entrambe. Ci porti da loro, adesso? Ti prego. -
Zayn sapeva essere molto persuasivo, quando voleva, e adesso la bionda ne era più che testimone. Lo guardò negli occhi, indecisa. Poi sospirò, e, con uno
strattone si divincolò dalla stretta ferrea del ragazzo. 
- Di qua. Venite. -
Salirono le scale, facendo attenzione agli scalini irregolari. Il cane, bianco come la neve, scodinzolò e li seguì. Poco dopo si aggiunse anche la gatta. Una volta
sul pianerottolo, c'era un lungo corridoio, pieno di porte. Vanessa proseguì, raggiungendo l'ultima porta. Bussò, con aria mortuaria.
- Ci sono visite. -
Una ragazza riccia e dagli occhi neri aprì, e trattenne il fiato quando vide la banda. Alzò pigramente la mano in segno di saluto, poi si fece da parte per farli 
entrare. La stanza, rispetto alla casa, sembrava molto più accogliente. Letto a castello, vivace parete viola. Due scrivanie, ordinate. Chitarre rock in ogni angolo.
Armadi in legno pieni di poster. Il samoiedo bianco si avvicinò ai piedi di una ragazza dai capelli corti e lisci, un pò mossi sulle punte. Marie. Al suo fianco,
c'era sua sorella Valerie stravaccata sul divano, che subito prendeva in braccio la gatta nera. I loro occhi erano di uno spiccante verde; la prima li aveva nella 
sfumatura mitilare, e si accordava con la sua espressione acida, la seconda aveva una sfumatura color smeraldo. I capelli castani e tendenti al nero, lisci e setosi
le ricadevano armoniosamente sulle spalle. Inarcò un sopracciglio.
- E voi che ci fate qui? -
Fece un mezzo sorriso. Non era così scontenta di rivederli.
- Dobbiamo parlarvi. -
 
 
                                                                 
 
Marie, che per tutto il tempo era stata senza fiatare, strinse i pugni. Valerie le lanciò un'occhiata, poi fissò i ragazzi, uno ad uno, a mò di scusa. Il labbro inferiore
le tremò. Si sentiva terribilmente in colpa. Li aveva mandato nei casini.
- E' colpa nostra. Non.. scusateci. -
- Colpa nostra? E' colpa di quel malato del tuo fidanzato! - scoppiò improvvisamente Marie, e mentre lo faceva spalancò gli occhi in un gesto folle. Urlò così
tanto che il samoiedo scappò via da lei, e si rifugiò nelle braccia di Alexis, poggiata come sempre al muro.
- Povero Pancake. -
Louis sorrise. Un cane che si chiamava Pancake? E lui che si riteneva folle perchè voleva chiamare Muffin il suo cricetino. Poi ritornò serio e riprese a guardare
la situazione. Zayn cercava di spiegare che non era colpa loro, affatto, che erano felici di averle, come dire, " salvate ". Ma gli uscì solo un balbettio.
Valerie guardò la sorella in modo truce.
- Non è il mio fidanzato! - urlò, fuori di sè. - E se tu non ti fossi messa in mezzo come Superman, forse nessuno sarebbe in questi casini! -
- Avrei dovuto lasciarti nelle mani di quel pazzo!? Valerie! -
- Silenzio! - sbottò Vanessa, massaggiandosi le tempie. - Ragazze, smettetela di urlare! -
Le sorelle tossicchiarono, e si guardarono con astio. Liam si schiarì la voce, e guardò entrambi. Si grattò il collo con aria imbarazzata, quasi colpevole.
- Non diamo la colpa a nessuno, sia chiaro. Ma.. insomma, lui non è quello bravo. -
- E NOI NON SIAMO I CATTIVI. - vociò Harry, serrando le labbra. Liam, con uno sguardo d'intesa, lo zittì. Poi fissò di nuovo le ragazze, sporgendosi sulla sedia
e stringendo la mano nell'altra.
- Dobbiamo dire che non è vero. Respingere l'accusa. Quello che è. Voi ci appoggiereste. Vero? -
- Cosa ti fa pensare il contrario, Zayn!? -
- Sono Liam. -
- Zayn, Liam, è lo stesso! - sbottò la ragazza dagli occhi verde militare. La sorella la guardò, mordicchiandosi l'interno della guancia sinistra.
- Mi pare pur ovvio che appoggieremo voi, anche perchè non siamo delle stronzette che appoggierebbero il colpevole della situazione. Dico, ci hai scambiato
per fessacchiotte!? -
Sia Valerie, che Marie, sembravano un tantino nervose. Ma chi poteva biasimarle, dopo quello che era successo? Harry scosse la testa in segno di comprensione,
e la rabbia sbollì. Marie si schiarì la voce, a disagio.
- Vi ringraziamo tanto. Sul serio. -
- Non sappiamo nemmeno perchè ci aiutate. - mormorò Valerie. 
- Voi avete bisogno di aiuto! - esclamò Niall, tornato d'un tratto a parlare. Era stato in silenzio per tutto il tempo, ad osservare. - Dove sono i vostri genitori?
E' pericoloso stare da sole! -
- Loro ci odiano. -
La guardò, in cerca di spiegazioni. Non si poteva odiare un figlio. Non si può. Nemmeno il peggior padre o madre del mondo può farlo, è una cosa decisamente
crudele.
- Io sono indisponente e schizofrenica, lei è dark e psicopatica. - fece la maggiore a mò di scuse.
- Io non sono Dark. -
- Mamma e papà non la pensano così. -
- Forza, andiamo in cucina! - suggerì Alexis, sorridendo shemba. - Almeno nessuno si scanna. Hop, hop. -
E sfarfallò via, con i riccioli che ondeggiavano. Liam la seguì, così come Zayn, Niall, Louis, Valerie, Marie, Vanessa, e infine Harry, che fece passare davanti il
samoiedo e il gattino, e poi chiuse la porta dietro di sè. 
Si ritrovarono tutti in cucina, a bere thè. Valerie si strinse nel golfino bianco, sfregandosi le mani.
- Dio, che freddo. -
Niall bevve un altro sorso, e trasalì; si era scottato la lingua. 
- Ops. L'ho fatto troppo bollente. - si scusò Vanessa, sedendosi a tavolino, tra Zayn e Niall. Sorrise e prese a bere anche lei. I ragazzi incominciarono a parlottare,
la giornata si alleggerì. Si raccontarono uno dell'altra, e, quando le ragazze scoprirono che in realtà loro erano quei One Direction, e che erano stra-famosi e considerati
degli Dei scesi in terra, quasi le tazze cadevano di mano a tutte e quattro. 
Parlarono, parlarono, e parlarono.
Ma stavano bene insieme.
Era una bella compagnia, la loro.
 
1 mese dopo.
 
- Lasciami! Lasciami! Ti prego, Christopher lasciami! -
Il suono risuonò per tutto il viale abbandonato, coprendo gli sgocciolii dei tubi che perdevano, i rumori dei gatti che si nascondevano tra i bidoni sgangherati.
Le lacrime sgorgavano agli occhi della ragazza, ma nessuno poteva sentirla. Non doveva allontanarsi, si morse un labbro, fino a farlo sanguinare. Vide la pazzia
negli occhi blu di Christopher, come un mese fa, quando aggreddì lei e sua sorella.
Oh, Dio, proteggimi.
Oh, Dio, ascolta le mie lacrime.
Pregava, ma nessuno l'aiutava. Era lì, nelle mani di quel pazzo.
Oh, Dio, ti prego. Manda il mio angelo custode.
Poi un urlo.
 
- Ehi, gente, dov'è Marie? - chiese Harry, scuotendo il capo riccio. Si sedette a tavolo con i ragazzi, infilandosi un boccone di pizza filante in bocca. Valerie
si guardò attorno, curiosa, e, quasi preoccupata. Lei di norma non era paranoica, ma quando si trattava della sorellina, mandava scintille.
- Ah, non lo so. Ha detto che andava a controllare la sua ' bambina. ' -
La kawasaki. Si riferiva alla moto. Marie aveva sempre avuto un gran legame con quell'aggeggio, Valerie lo sapeva, ma quasi non riusciva a capirlo. Harry
si diede un'altra occhiata attorno, sospettoso.
- Okay, vado a ripescarla. -
Si alzò il cappuccio in testa e si strinse nella felpa, uscendo dalla pizzeria a passo lento. Urlò alcune volte il suo nome, finchè non arrivò davanti ad un vicolo.
Sentiva qualcosa.
Mugolii. Lamenti.
Un aiuto.
Un urlo soffocato.
Marie.
Harry scattò verso il vicolo, correndo come un pazzo.
Il tizio. Marie.
Tutto successe contemporaneamente. Vide negli occhi verdi di Marie le lacrime che sgorgavano come un fiume in piena.
- Aiutami - mimò con le labbra.
 
La polizia portava via il ragazzo. Capelli neri, occhi blu elettrico. Bello, alto. Ma con uno sguardo folle. Valerie si sentiva a pezzi. Non poteva. Non poteva averlo
fatto. Prima lei. Poi la sua sorellina. Aveva violato il corpo di sua sorella. Maiale. Ma ora lo portavano via. L'avrebbero portato in carcere, nel riformatorio.
Ovunque, ma lontano da loro. 
La sorellina piangeva, avvolta in un cappotto. I suoi vestiti erano zuppi. Quel maiale l'aveva gettata a terra. Rabbrividii, quando un braccio le attraversò le spalle.
Si girò, sobbalzando e con le lacrime agli occhi, e vide Niall, che le sorrideva triste.
- E' tutto passato, Valy. Ora sta bene. -
La ragazza nascose il viso nel suo petto, e scoppiò in un pianto.
 

xshelovesstyles.
eccomi qui, con un nuovissimo-issimo capitolo!
è un pò confusionario, ma in questi giorni non ho molta voglia di scrivere. Non odiate Marie e Valerie. Sono un pò antipatiche con lo scazzo, ma sono ragazze d'oro. (?)
detto questo.. ah, boh oò
scusate se sono stata frettolosa ç^ç
al prossimo capitolo :3
xxx

  
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