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Autore: Lizzyluna    05/10/2011    1 recensioni
I ritratti si muovono, ma non cambiano. Come non cambiano i sentimenti di Regulus.
Scritta per il Crack Pairing Contest.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Regulus Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Millegusti + 1 - Coppie per tutte le stagioni'
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Bugie (1974)


Il salone di Villa Black era affollato di ospiti di riguardo, tutti Purosangue di antica discendenza e tutti ansiosi di congratularsi con Cygnus e Druella per il fidanzamento della figlia. La festeggiata passava da un invitato all’altro distribuendo sorrisi e inchini con grazia regale, senza lasciar trasparire la noia per quell’interminabile ricevimento, mentre al suo fianco il promesso sposo cercava di sbadigliare nel modo più discreto possibile, fingendo di interessarsi ai discorsi di persone che non aveva mai visto in vita sua.
«Non possiamo confonderci tra la folla e tagliare la corda?» sussurrò il ragazzo quando l’ultima ondata di parenti francesi, terminati i convenevoli, li lasciò per dedicarsi al buffet.
«Con questo vestito è un po’difficile passare inosservati, Rodolphus» osservò Bellatrix, impacchettata in un’ingombrante torta nuziale di stoffa e merletti (color giallo grano, naturalmente: la signora Lestrange aveva ammirato il ritratto durante una visita a Casa Black e aveva dichiarato delizioso l’abbigliamento della futura nuora, e tanto era bastato per convincere Druella ad ordinare un altro abito da cerimonia simile a quello ma ancora più elaborato, cosa per cui Bellatrix la detestava con tutto il cuore).
«Non hai torto, è davvero tremendo» approvò Rodolphus con un brivido. «Non oso pensare a come sarà l’abito da sposa, credo che non riuscirò nemmeno ad avvicinarmi a te».
«Avrai tutto il tempo del mondo per starmi vicino» rispose sbrigativa la ragazza. «Che ne diresti di fare il bravo cavaliere e portarmi qualcosa da bere? Ho la gola più secca della faccia di tua zia Chara».
«Abbassa la voce, ci sente benissimo quando vuole» la ammonì il giovane con una risata sommessa. «Vino elfico o succo di zucca?»
«Succo di zucca? Mi hai presa per una mocciosa?» reagì Bellatrix, sottolineando la domanda con un colpo di ventaglio sull’orecchio del fidanzato. «Muoviti, e già che ci sei prendimi una tartina».
«Cominci già a comandarmi a bacchetta, mia signora? Guarda che non siamo ancora sposati» le ricordò Rodolphus, ma si affrettò ugualmente ad accontentarla, congedandosi con un buffo inchino da elfo domestico che gli fece sfiorare il pavimento col naso.
Il suo Rodolphus. Così galante. Così Purosangue. Così perfetto.
Saremo felici insieme, si ripeté. Felici. È la persona giusta.
Il suo sguardo vagò per la stanza stipata di maghi e streghe, quasi tutte persone che non conosceva e di cui non le importava nulla (Ma dovrebbe essere la mia festa). Scorse Narcissa, elegantissima nel suo vestito grigio, e Rabastan, affiancato da Lucius Malfoy e da quel suo amico straniero (ma non Andromeda: no, Andromeda non c’era, e non ci sarebbe più stata. Niente festa di fidanzamento per lei) e poco più in là, su un divanetto, la figura familiare di un tredicenne dai capelli neri che osservava la folla con indifferenza. Era cresciuto in fretta durante i mesi di scuola: il suo viso si era fatto lungo e magro, perdendo le rotondità infantili, e ormai somigliava ad una versione più seria e meno appariscente del fratello maggiore; non alzò nemmeno gli occhi quando lei gli si avvicinò, ma si scostò per farle posto sul divano, invito che accolse con gratitudine. «Non si saluta più, cuginetto?» lo stuzzicò, sedendosi al suo fianco. «Non dirmi che sei geloso!»
Regulus rimase immobile, senza dar segno di averla sentita, ma a Bellatrix non sfuggì la brusca contrazione della mano che teneva posata su un ginocchio. Ritenne che come risposta fosse più che sufficiente, e più sincera di quanto si aspettasse; per questo si stupì quando, parecchi minuti dopo, un mormorio sommesso la richiamò: «Non gli vuoi bene».
«Come dici, Regulus?»
«Non vuoi bene a Rodolphus» ripeté il ragazzino senza guardarla. «Lo sposi perché è giusto così, e solo per questo».
«Ma certo che gli voglio bene!» protestò lei. «Siamo amici da quando eravamo piccoli, ci conosciamo alla perfezione e saremo felici insieme...» Si interruppe, rendendosi conto che era la stessa frase che rivolgeva a sé stessa ogni volta che pensava a quel matrimonio. Come se volesse convincersi che era proprio così che stavano le cose.
«Lo sai anche tu, vedi» commentò Regulus con la perversa soddisfazione dell’adolescente che ha appena messo un adulto nel sacco. «Un amico non è un marito. Almeno, non un buon marito».
«Tu invece saresti un marito perfetto, non è così, lattante?» rispose Bellatrix, irritata da quel sorrisetto saccente e ancor più dai dubbi che l’infernale ragazzino era riuscito a suscitare. «Beh, il tuo piccolo, patetico cuore può stare tranquillo: hai ragione, non amo Rodolphus... e ti garantisco che finché vivrò non amerò nessun altro». Si piegò verso di lui e aggiunse con un sorriso gelido: «Soprattutto non te, sgorbio».
Il sogghigno incredulo aleggiava ancora sul viso del ragazzo quando Rodolphus emerse dalla folla, portando due bicchieri in equilibrio precario su un vassoio e imprecando contro l’inefficienza degli elfi domestici. Il piccolo Black si affrettò a cedergli il posto, congedandosi con un’ultima occhiata impertinente alla coppia, e il giovane si sedette pesantemente, evitando per un soffio di rovesciare il vino sul vestito della sua dama. «Sono appena riuscito a sfuggire alla tua prozia» spiegò stravolto. «C’è mancato poco che mi cavasse il sangue per vedere se è davvero puro... Ti prego, dimmi che non dovremo invitarla a Natale».
Bellatrix annuì distrattamente e tese la mano per prendere il calice che lui le porgeva. «Rodolphus...» mormorò assorta, «sei davvero convinto di tutto questo?»
«Cos... certo che lo sono, Bella!» rispose lui meravigliato, sottolineando l’affermazione con un gesto energico che provocò una piccola tempesta nel suo bicchiere. «Avrò una sposa bella, giovane e Purosangue, cos’altro dovrei volere?»
La ragazza bevve un sorso del suo vino, scrutando la sala attraverso il delicato cristallo del calice. A pochi passi da lei, Narcissa rideva di gusto per una battuta di Lucius. «Già...» commentò. «Cos’altro?»

Era ormai notte inoltrata quando l’ultimo invitato si congedò dai padroni di casa, lasciandosi alle spalle il salone deserto; giocherellando oziosamente con i nastri dell’abito giallo, Bellatrix lo guardò percorrere il viale dalla finestra della sua camera ed aspettò che raggiungesse il punto in cui Rodolphus si era voltato a salutarla prima di Smaterializzarsi al fianco della madre.
«Non vai a dormire, Bella?» sbadigliò Narcissa, facendo capolino dalla porta socchiusa.
«Sì, adesso vado» rispose lei. «Cos’è quella cosa che hai in mano?»
«Oh, l’ho trovata di sotto» rispose la sorella strofinandosi gli occhi gonfi di sonno. «È una farfalla, poverina... Lucius la stava calpestando».
«Una farfalla...» ripeté Bellatrix pensierosa.
«Sì, rossa come quella del tuo quadro, pensavo addirittura che fosse caduta da lì... oh, guarda, è ancora viva!» esclamò Narcissa, e tese la mano per mostrarle che le ali dell’insetto si muovevano debolmente, come se stesse tentando di alzarsi in volo. «Puoi tenerla, se vuoi» aggiunse generosamente, posandola sul comodino. «Magari puoi metterla su un cappello... sai, come decorazione».
«Perché dovrei mettere un insetto mezzo morto sul mio cappello?» obiettò Bellatrix. «Dove hai detto che l’hai trovata, Cissy?»
«Sotto il quadro» rispose distrattamente la ragazza. «Quello con te e Regulus... a proposito di trovare, hai visto i miei guanti?»
Bellatrix scosse la testa e si voltò per chiudere la finestra, improvvisamente consapevole della lieve brezza notturna che soffiava nella stanza. Un raggio di luna si specchiò nei suoi capelli, traendone un bagliore d’argento che svanì subito.


Questo è senza dubbio il mio capitolo preferito: mi mancava usare Rodolpus l'Amicone nei siparitti comici (sto lentamente rovinando la reputazione di tutti i Mangiamorte). Per l'angolo delle Informazioni Random che Non Aggiungono Nulla alla Storia, l' amico straniero di Lucius è Igor Karkaroff.
Si è capito, vero, cos'era il bagliore d'argento?

Grazie per il seguito, non mi aspettavo che qualcuno leggesse 'sta roba.

   
 
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