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Autore: Mami93    05/10/2011    1 recensioni
tk e kari sono amici,ma nessuno dei due sa di essere innamorato e ricambiato.la loro amicizia potrebbe diventare qualcosa di più, ma l'ostilita di lei verso l'amore e la nuova ragazza di lui faranno credere ai protagonisti che l'amore è tutto qui,fatto di sospiri,baci e nulla più. prima fanfic sui digimon,spero vi piaccia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la foto

Le campane della chiesa rintoccarono per la sesta volta. Kari guardò l’orologio per essere sicura dell’ora, non si era accorta di aver fatto così tardi al lavoro, ma proprio non aveva voglia di rincasare, mal che andava si sarebbe cotta qualcosa di surgelato. Cercando un po’ di refrigerio e soprattutto di pace, si diresse verso il parco dei bimbi. Il suo capo quel giorno era stato davvero insopportabile, ultimamente pretendeva troppo da lei, ma in generale da tutto lo staff, forse era agitato per il licenziamento di un suo collega. Si avvicinò alla ringhiera, appoggiando con i gomiti ad essa, lo sguardo perso. Gli ultimi tempi le erano andati discretamente bene, a giudicare obbiettivamente. Sapeva che non era tutto a posto, in primo luogo le mancava suo fratello più che mai, ma anche la presenza assente di Tk le pesava non poco, ma questo non l’avrebbe mai ammesso. Il lavoro la prendeva abbastanza, distraendola da tutti quei strani pensieri che le affollavano la mente quando non aveva nulla da fare. Purtroppo i suoi avevano ricominciato a litigare come prima, ma fortunatamente senza tirare mai in ballo Tai. Immersa com’era nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno la stava chiamando. Quando fu abbastanza vicino Tk le passò una mano davanti al viso, per risvegliarla. La ragazza si destò all’istante, per poi voltarsi a guardare chi fosse

“ah, sei tu!” esclamò delusa

“già, sono io. Vorrei parlarti, hai due minuti?” chiese anche fin troppo gentile, data le reazione della mora ,la quale accettò la proposta mal volentieri. Si sedettero su una panchina poco distante, e il primo a prendere la parola fu il ragazzo, vedendo che Kari non aveva intenzione di proferir parola

“è un po’ che non ti vedo, come stai?” provò a rompere il ghiaccio, ma l’effetto non fu quello desiderato

“era questo che volevi dirmi?” domandò scettica

“ok! Kari, so che ti ho ferito quel giorno” cominciò

“perspicace!” sussurrò la ragazza

“Kari fammi parlare” l’ammonì

“dai, parla” lo incoraggiò, apparentemente più curiosa

“dicevo, so di averti ferito, e ti giuro che mi dispiace, ma…”le parole gli vennero a meno

“ti prego, non dirmi che hai delle giustificazioni per ciò che mi hai detto” disse chiudendo gli occhi, come per attutire il colpo

“sì, e mi piacerebbe che mi lasciassi parlare, se non ti dispiace” sbuffò esasperato “devi ammettere che non sei stata propriamente carina con me ad accusarmi in quella maniera” la ragazza sorrise beffardamente

“ok, ora quindi è colpa mia?” domandò stranamente calma

“no, io non ti sto dando nessuna colpa, capisco che nessuno dei due ci è andato leggero, ma tu dovresti prenderti le tue responsabilità” chiarì

“che cosa avrei detto per farti arrabbiare in quella maniera, allora?” chiese allusiva

“innanzitutto il discorso era subito cominciato con te un po’ nervosetta” cominciò ignorando il viso offeso di Kari “poi mi hai accusato di essere rincoglionito quando sono con Mizuki, infine l’hai attaccata ingiustamente” il viso della ragazza si infiammò all’istante, ma non attaccò, perché fermata prontamente dal biondo, che alzò le mani per fermarla subito

“non la sto difendendo, calmati!” solo a quelle parole tutto tornò un po’ più calmo. Tk abbassò la testa, aspettando qualche secondo per formulare la frase. Kari lo guardava in attesa, senza muovere un muscolo, poi, finalmente, tornò a guardarla

“quello che voglio dire, Kari”disse il suo nome come catturare tutta la sua attenzione su se stesso “è che tutto questo non ha senso, è accaduto tutto per una stupidaggine” si ribloccò, per poi riprendere subito “non è questo ciò che voglio che tu capisca. Kari, mi manca parlare con te come un tempo, dirti tutto quello che mi succede. In una parola mi manchi te” a quelle parole tutta la rabbia che attanagliava Kari si sciolse in un secondo. Si avvicinò tentennando, Tk, capendo ciò che voleva fare, la precedette, stringendola fra le sue braccia, e sentendo la ragazza ricambiare l’abbraccio, tirò un sospiro di sollievo. Non fu proprio una rimpatriata fra amici, certo non era facile riuscire a trovare la spontaneità di sempre, ma gli sforzi compiuti da entrambi dettero il loro risultato, tranquillizzandoli entrambi. Purtroppo però anche le cose belle sono destinate a finire, infatti, proprio quando cominciavano ad essere più affiatati, un cellulare squillò. Tk estrasse il telefonino dalla tasca e premette un tasto, per poi riporlo dove era prima. Kari era in attesa di un cenno, quando il ragazzo la guardò mortificata

“scusa, devo andare. ho un appuntamento con Mizuki, me l’ero proprio dimenticato” dicendo questo, però, notò il viso deluso ed amareggiato della ragazza. Purtroppo nei pensieri di Kari non si era risolto nulla, infatti credeva che, non essendo affatto cambiato, avrebbe sempre preferito la propria ragazza, anteponendola a lei. Ma sbagliava. Infatti, dopo essersi allontanato di qualche passo, si voltò richiamandola

“Kari! Vuoi che chiami Mizuki e le dica di rimandare l’appuntamento?” Kari rimase piacevolmente sorpresa da quell’offerta, ma decise di rifiutare, non voleva farsi odiare da qualcuno che non la conosceva neppure.

“ne sei sicura? Guarda che a me non dispiace passere del tempo con te, e poi Mizuki la posso vedere anche in altri momenti!” chiarì

“no, tranquillo, vai pure. Saremo poi noi ad organizzarci per una serata,ok?” chiese speranzosa

“certo!” la rassicurò, prima di abbracciarla, per poi sparire dietro l’angolo. Kari rimase ancora un po’ al parco, giusto per vedere il sole tramontare. Un sorriso si allargò sul viso, pensando all’offerta che le aveva appena fatto Tk. Infondo, era stato gentile a voler disdire l’appuntamento per rimanere con lei, ciò voleva dire che ci teneva, a discapito di ciò che pensava lei stessa. Lentamente s’incamminò, mentre l’ultimo raggio spariva dietro ai monti.

 

 

La serata non era delle più allettanti, pizza e un film, ma di sicuro Sora Takenouchi non la vedeva sotto questo punto di vista: la pizza non l’aveva pagata lei, il film era di suo gradimento e il divano era occupato da Matt Ishida, non poteva chiedere di più. Si richiuse la porta del bagno dietro le spalle, tornò al suo posto sul divano appoggiandosi al ragazzo, il quale le passò il braccio attorno alle spalle. Mezz’ora dopo spensero la televisione, Sora si alzò per estrarre il dvd e si risedette, con le gambe incrociate, rivolta verso Matt.

“sai, oggi è un mese che è morto Tai” cominciò

“sì, lo so, non l’ho scordato” fissò la ragazza, che aveva uno sguardo vacuo “che hai?”

“il giorno in cui se ne è andato, la prima volta cosa che ho pensato è stato: cavolo Sora, puoi ritenerti fortunata, sei stata l’ultima a vederlo vivo!”

“e te ne senti colpevole?!” non era una domanda

“no, lo so che chi l’ha ucciso è stato un autista impazzito, ma spesso, la notte, ripenso a quanto bastarda sia la vita; insomma, se non fosse venuto a casa mia non sarebbe stato in auto in quel momento” Matt scosse la testa

“il tuo discorso non ha senso Sora. Allora se fosse rimasto di più a casa mia o a casa tua avrebbe ritardato di un solo secondo evitando l’incidente, se voi non vi foste mai messi insieme non sarebbe dovuto venire a casa tua per parlarti. Se, se, se. Non puoi fare una storia di se quando tu non centri niente. Così è andata, lo chiamano destino” concluse

“destino meschino” specificò

“nessuno ha mai detto che non lo sia”

“tu dici bene, non ti senti la colpa addossata addosso” alzò la voce. Matt la guardò senza capire

“nessuno ti sta incolpando Sora” provò a tranquillizzarla

“si invece, io!” scoppiò, alzandosi in piedi “era il mio migliore amico, l’ho fatto soffrire due volte e quando viene a parlarmi per rendere la MIA vita ancora migliore annunciandomi che il suo rancore era scomparso, IO sono l’ultima persona a vederlo vivo, e probabilmente sono la causa indiretta della sua morte” quasi urlava, fu allora che Matt si alzò per avvicinarsi lei, ma Sora si allontanò, evitandolo.

“allora perché non l’hai trattenuto un po’ di più? Avresti evitato tutto questo” disse indicandola. Lo sguardo della ragazza diventò dapprima preoccupato, poi infuriato

“ora anche tu mi incolpi? Come diavolo facevo a sapere che sarebbe successo? Spiegamelo, spiegamelo!” gli urlò contro avvicinandosi pericolosamente, fino ad essergli a un palmo dal naso. Matt, dal canto suo, mantenne la sua incredibile calma

“semplice, non potevi saperlo. Come nessuno di noi d'altronde, men che meno Tai. E proprio per questo tu sei colpevole come noi di ciò che è successo”

“come voi?” domandò a sguardo basso non capendo

“ne più ne meno. Tu hai le stesse responsabilità che ha Kari, ad esempio”

“ma Kari non centra nulla!” ovviò

“appunto” ci fu un attimo di silenzio, nel quale la ragazza tornò a guardarlo, capendo cosa intendeva “Sora, stiamo litigando perché ti incolpi, te ne rendi conto?” in quel momento tutto fu chiaro, gli occhi le cominciarono a bruciare e si lasciò abbracciare, cominciando a prenderlo a pugni sul petto

“non è giusto, non è giusto! Rivoglio Tai, voglio che Tai torni qui da noi!” si sfogò

“sì, lo so, lo vogliamo tutti” disse Matt, poggiando la testa su quella della rossa. Rimasero così per un po’, finche Sora non alzò la testa, tirando su con il naso

“sono stata così meschina con te?” domandò guardandolo negli occhi

“un po’” lo sguardo di Sora diceva tutto

“mha…” Matt fu veloce a ritrattare

“avevi bisogno di sfogarti, non ti condannerò” abbozzò un sorriso. I due tornarono ad abbracciarsi, finche non fu ancora una volta la ragazza a rompere il silenzio

“chissà come sarò sembrata capricciosa”

“sei sembrata?” chiese sorridendo alludendo all’uso del passato nella frase. La ragazza gli arrivò un pugno, questa volta senza lacrime, e quindi più forte

“ahia! Scherzavo. Stai diventando manesca, sai?” disse massaggiandosi il punto dolorante

“è ciò che ti meriti per ciò che mi hai detto” si giustificò, avvicinandosi per baciarlo

“adesso vorresti pure che ti baciassi, dopo che mi hai picchiato?” Sora si avvicinò ancora di più

“non ti ho picchiato, esagerato! E poi approfittane, quando puoi” Matt la prese in braccio, la rossa lo avvolse con le gambe intorno alla vita

“ok, ne approfitto!” disse baciandola di sfuggita. Il biondo si diresse verso la camera da letto, per poi chiuderla, con Sora ancora avvinghiata a lui, con un piede.

 

Era passata una settimana da quando Kari e Tk si erano riappacificati, e si erano visti quasi tutti i giorni. Quella domenica Tk si svegliò di buon ora, per passare a prendere Mizuki in auto: avrebbero passato tutto il giorno insieme. La decisione era stata presa dopo che quest’ultima lo aveva accusato di abbandono. Tk non se la sentiva di controbattere, in quanto se avesse difeso l’amica riconquistata di recente avrebbe scatenato un putiferio. Così, per non darle ragione di cui preoccuparsi, le avrebbe concesso una giornata intera, tutta per loro due, e , per essere sicuro, il giorno dopo si sarebbero incontrati per una cena assieme a Kari, tanto per dimostrarle che tra loro non c’era nulla. Erano solo le otto e un quarto, Mizuki sarebbe stata pronta alle nove, più o meno, quindi decise di mettere un po’ in ordine il salotto. Cominciò da una scrivania, sulla quale erano addossati libri su libri. Li prese, per controllare cosa fossero, e rimetterli al loro posto. L’ultimo volume che gli capitò fra le mani fu un libro rilegato di cuoio, spesso e particolarmente peso. All’istante capì che era un album di fotografie che, a quanto ricordava, lo aveva usato per trovare delle foto da incorniciare. Si chinò per riporlo nel mobiletto dove teneva tutti gli album, ma l’impresa si rivelò più complicata del previsto: lo spazio era sempre quello, ma le foto aumentavano. Fu costretto ad estrarre un album più piccolo, ma da questo sfuggì una foto, che si infilò proprio sotto il divano. Ripose tutti i contenitori e si sdraiò per recuperare la foto. Quando fu tra le sue mani si rialzò, e vi buttò un occhio sopra: due bimbi, probabilmente avevano entrambi otto o nove anni, che sorridevano seduti su un ramo di un’enorme albero. Il ragazzo si sedette sul divano, osservando la foto che aveva tra le mani, il suo passato, ciò che era, o meglio, erano. Lui e Kari, uno accanto all’altra, così felici e spensierati, senza problemi per la testa, prima che Tai se ne andasse, prima ancora che ragazze gelose facessero scenate di gelosia, loro due, soli. I suoi occhi si soffermarono sulla ragazza. Già allora era carina, teneva i capelli corti. Osservandola meglio, un’immagine si fece strada nella sua mente: Kari a otto anni assomigliava in maniera straordinaria a Mizuki. Lo stesso taglio di capelli, lo stesso sguardo, lo stesso portamento. Una sola cosa era differente, le differenziava: il sorriso, quello che solo da una settimana era tornato a splendere come una volta sul volto della sua migliore amica. Lo squillo del suo cellulare lo risvegliò dalle sue riflessioni. Corse a rispondere

“ciao amore, io sono già pronta, se vuoi passare a prendermi…”

“s-si, arrivo” la salutò ancora un po’ confuso. Guardò la foto che aveva appoggiato sul tavolo, rimase qualche secondo immobile poi l’afferrò, aprì il suo portafoglio e la inserì in una tasca, afferrò le chiavi dell’auto e uscì di casa di corsa.

 

“in quel momento l’avrei ucciso volentieri. Innanzitutto aveva un’arroganza che faceva concorrenza alle mie compagne del liceo, e in più ha avuto anche il coraggio di andare a chiedere al capo che il posto fosse dato a lui. Ma sai cosa gli ha risposto, lo sai? – mi dispiace caro, ma ormai ho già deciso che il posto deve essere dato alla nostra Mizuki, le farei uno spregio a scavalcarla in questa maniera-, parole sue, giuro. E così io ho guardato quello stronzo di Yuro, ho girato i tacchi e me ne sono andata sorridendo, da vera signore, no?” non ricevendo risposta Mizuki si voltò a guardare Tk, che, come prevedeva, non l’ascoltava affatto. Gli sventolò una mano davanti agli occhi, e solo allora il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri “Tk! Hai sentito cosa ho detto?” chiese in tono accusativo

“sì, che te ne sei andata da vera signora” provò a rimediare. La ragazza accelerò il passo, concentrando lo sguardo sulle panchine non distanti da loro

“sei assente oggi, che ti è successo?” chiese senza un minimo interesse intanto che si sedeva. Tk si accomodò accanto a lei, poggiando il cestino del mangiare sul tavolo

“nulla, ero solo pensieroso”

“l’ho notato, ma cos’è che ti preoccupa tanto?” chiese. Tk non mosse un muscolo, rimanendo immobile, ma evidentemente attento “è successo qualcosa al lavoro?” provò ad indovinare, vedendo che lui non aveva intenzione di aprir bocca. Scosse la testa, rimanendo con gli occhi assenti “centra qualcosa Matt o roba del genere?” tentò un’altra volta, ma senza ricevere una risposta migliore della precedente. Mizuki cominciava a spazientirsi, ma il momento non le sembrava il più adatto a litigare, voleva passare un po’ di tempo con il suo ragazzo, avrebbe cercato di resistere il più possibile prima di urlargli dietro. Allungò una mano accarezzandogli il mento, costringendolo a guardarla. Rimasero così per un attimo “amore, cosa c’è? Perché non vuoi parlarmi?” tentò di addolcirlo. Finalmente il ragazzo parlò

“dai Mizuki, lascia stare, sono solo un po’ strano oggi, mangiamo che è meglio” disse alzandosi, sfuggendo alla sua presa

“sì, è meglio” borbottò alzandosi

 

La signora scostò nuovamente le tende, e, con sua enorme sorpresa, il ragazzo si trovava ancora lì fuori ad aspettare. Si era seduto sul muretto, guardò l’orologio poi la finestra sopra di lui. La donna sorrise, quel giovane aveva molta pazienza, era più di mezz’ora che si trovava lì sotto. Finalmente il portone si aprì, e una bellissima ragazza dai capelli corti uscì. “ha, la gioventù. Chissà come si amano” pensò intanto che lasciava cadere le tende, tornando a sedersi accanto al marito mezzo addormentato davanti alla tv.

 

“Mizuki giuro che ti ucciderei” esclamò Tk mentre saliva in auto

“uffa, ma perché hai così fretta?” chiese innocentemente

“perché ci staranno già aspettando” disse partendo

“ok ok, potrai dare la colpa a me, ma chi sono gli altri due, che non ho capito bene?”

“certo che darò la colpa a te” abbozzò un sorriso “gli altri due sono Miyako e Ken, te li ho già presentati. Sai l’amica di Kari?” spiegò

“ah, sì, ho capito, è simpatica, ma Kari c’è allora?” chiese innocentemente

“si che c’è, perché non dovrebbe?” si voltò a guardarla, arrestando la macchina al semaforo

“così, non mi hai più detto niente” disse allungandosi per baciarlo. Il viaggio durò altri dieci minuti, e quando arrivarono trovarono i tre ragazzi ad attenderli davanti alla porta del ristorante

“pensavamo ci aveste dato buca” fu Miyako a parlare, entrando

“scusate, è colpa mia” si giustificò la ragazza. Tk si diresse ad abbracciare Kari, poi Ken. Entrarono dentro e seguirono il cameriere che li accompagno al tavolo, lasciando loro dei menu

“allora, vi siete divertiti a far la scampagnata in montagna?” aprì il discorso Miya

“come fai a saperlo?” chiese Mizuki incuriosita. Uno sguardo fra l’interpellata e Kari chiarì tutto.

“allora, che ordinate voi?” chiese Ken per tranquillizzare la situazione

“ehm… io prenderei… un piatto di Tempura” si affrettò a dire Miyako “voi?” domandò guardando gli altri

“io prendo Miso e Tōfu” decise sicuro Ken

“ok, allora a me basta un piatto di Soba” disse Kari guardando gli ultimi due rimasti

“oh, Tk guarda, ci sono gli Onigiri, prendiamone un piatto insieme, ti va?” chiese speranzosa Mizuki guardandolo

“va bene, che vada per gli Onigiri” non fece in tempo a finire la frase che la ragazza gli saltò al collo ringraziandolo, stampandogli un bacio davanti agli sguardi attoniti dei presenti. Fortunatamente per gli altri arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. I ragazzi chiacchierarono del più e del meno, mangiarono e scherzarono, anche Kari e Mizuki sembravano andare d’accordo, quella serata si stava concludendo proprio bene. Verso le nove e mezzo decisero di uscire. Dopo molti tentativi Tk riuscì a convincere tutti gli altri a farsi offrire la cena, così si alzò prendendo il portafoglio, ma Mizuki lo precedette

“vado io tranquillo, resta pure seduto” disse prendendoglielo dalle mani e dirigendosi al bancone. Tk, dopo un primo momento di sorpresa si risedette, ma all’istante gli venne in mente una casa

“no, aspetta Mizuki!” si alzò di scatto, afferrò la giacca e si fiondò verso la proprio ragazza. Gli altri si scambiarono sguardi incuriositi, si alzarono prendendo a loro volta le borse e i copri spalla e seguirono gli altri. Arrivarono giusto in tempo per vedere la scena dall’inizio. Tk non fece in tempo a fermarla, Mizuki aprì il portafoglio per estrarre i soldi ma si bloccò di scatto. Rimase qualche secondo così, poi il biondo le strappò l’involucro dalle mani, allungò delle banconote al commesso, lasciandogli il resto. Mizuki non si era mossa di un millimetro, teneva ancora le mani a coppa, come se tenesse un portafoglio invisibile. Ad un tratto tutto le fu chiaro

“che cosa vuol dire scusa?” gli urlò contro. Tk la prese per le spalle, gettando uno sguardo fugace agli amici per incitarli ad uscire, e spinse la propria ragazza fuori dal locale

“tu ora devi spiegarmi, hai capito?” continuò furiosa quando ebbero raggiunto la strada opposta. Tutti i ragazzi la guardavano, non capendo cosa stava succedendo

“ma cosa è successo?” azzardò Miyako

“lui ha una foto di se e Kari insieme” sbraitò puntandogli un dito contro

“cosa?” domandò scioccata la diretta interessata. La situazione non si presentava delle migliori, così Ken e la sua ragazza optarono per andarsene

“sarebbe meglio che noi ce ne andiamo, così vi chiarite, ok?” senza neppure aspettare una risposta i due si dileguarono, lasciandoli soli. Mizuki si voltò, dando le spalle al ragazzo, e tentò di allontanarsi, a passo spedito, ma Tk la riacciuffò per un braccio

“o mi dai una spiegazione valida, o mi rivedrai a Capodanno, chiaro?” Kari in quel momento non sapeva cosa fare, voleva andarsene, ma la curiosità era troppa, e infondo centrava anche lei con quella storia, così decise di restare

“Mizu, non c’è bisogno che ti arrabbi così, mi sembra una reazione un tantino esagerata”

“e…” cominciò ad urlare, ma si bloccò all’istante, si guardò intorno, poi riprese, abbassando il tono di voce “esagerata?” il suo volto era contratto

“è una foto, nulla di più”

“se posso intromettermi, potrei sapere che di quale stai parlando?” provò ad intervenire Kari. Il biondo gliela mostrò, lasciandola di stucco “perché hai una foto di noi due da piccoli nel portafoglio?” domandò innocentemente, ma con un sorriso sulle labbra

“è quel che mi sto chiedendo anch’io” li interruppe Mizuki

“è una foto!” ripeté esasperato Tk

“eravamo appena tornati dal campeggio estivo, non è vero?” continuò tranquilla Kari. L’altra ragazza girò i tacchi e si incamminò verso casa

“no, aspetta Mizuki” provò a fermarla il ragazzo

“ne parliamo domani, ora sono stanca, vado a casa a piedi” lo liquidò senza neanche fermarsi. Tk si voltò a guardare Kari, che fissava ancora la foto

“ti accompagno a casa?” chiese. Lei annuì, restituendogli la foto. In macchina calò il silenzio, finche non fu la mora a parlare

“comunque te le cerchi”

“in che senso?”

“vai a dire ad una ragazza che ha una reazione esagerata quando è arrabbiata? Sei davvero suicida allora” spiegò

“però non avevo tutti i torti, giusto?” domandò sicuro

“questo non posso dirlo, solidarietà femminile”

“meschine. Comunque si, eravamo appena tornati dal campeggio” riprese il discorso

“già, a quanto ricordo avevi litigato con Matt, no?”

“sì, e sono corso da Tai piangendo, urlando che volevo fosse lui mio fratello” continuò sorridendo. Arrestò la macchina davanti a casa, ma nessuno dei due accennò a chiudere il discorso

“è vero! Correvi sempre da Tai quando litigavi con Matt” un ricordo amaro le offuscò gli occhi

“siete uguali tu e Mizuki” disse riportandola alla realtà

“come scusa?” Tk alzò il viso, guardandola

“ho detto che la somiglianza fra voi due è impressionante… c’è, quando tu eri piccola, intendo” si affretto a specificare

“davvero?” chiese spiazzata “e questo che cosa comporta?” continuò innocente

“nulla” si affrettò a rispondere il ragazzo

“no, cosa hai capito, non intendevo ora in questo momento che cosa comporta, io…” abbassò la testa, diventando bordeaux, come Tk, d’altronde “scendo, che è meglio” disse aprendo la portiera. Quando fu sul punto di richiuderla, il richiamo del ragazzo la bloccò

“fai una cosa, avverti Miyako che non è successo nulla, se no la curiosità la porterà a chiamarti alle tre di notte” avvertì con un sorriso sulle labbra. Anche Kari si mise a ridere

“d’accordo, lo farò, buonanotte” concluse

“buonanotte Kari” disse poco prima che chiudesse la portiera.

 

E rieccomi qui. Per vostra fortuna (spero) sono stata veloce questa volta. Ne ho approfittato durante le vacanze e i tre giorni che sono rimasta a casa con l’influenza. Allora, che ne dite? Vi piace questo capitolo? Non so se sembra a me, ma è diverso dai soliti. Finalmente rivediamo la coppia Miyako-Ken, ed anche Matt e Sora tornano fra noi, anche se per poco tempo. E in più troviamo Mizuki per metà capitolo, un record! Mi piace l’idea della cena fuori, anche se è stato un po’ azzardato far uscire due coppie con una sola single, non dite? Ora vi chiederete cosa sono quegli strani cibi che gli ho fatto ordinare, ebbene, dopo un paio di ricerche su internet, ecco cosa ho trovato:

*Miso 味噌: Zuppa a base di riso e soia, può essere servita con Tofu, oppure verdure, carne

* Tōfu 豆腐: Specie di formaggio derivante dalla soia. Non ha sapore in quanto lo prende dai cibi a cui si accompagna

* Soba 蕎麦: spaghetti di grano saraceno serviti freddi

* Tempura 天麩羅: verdura o pesce in una pastella molto leggera, fritti per immersione

*Onigiri お握り: involtini a base di riso e alghe crude, solitamente di forma triangolare. Possono essere di solo riso oppure ripieni di pesce o carne. Molto diffusa è la versione con all'interno l'umeboshi 梅干 una tipica prugna giapponese seccata con il sale, dal sapore aspro.

Premetto che questi sono i cibi di invitanti, gli altri mi mettevano un po’ ribrezzo, sinceramente. L’unica cosa che sono sicura sia buona è il Tōfu, che io adoro, anche se devo ammettere che il Sushi mi attira. Comunque, fatemi sapere che ve ne pare. Passiamo ora alle recensioni:

 lunakiss: mi piaceva mettere un po’ di Tai in ogni capitolo, come se fosse d’obbligo ricordarsi che c’è ancora, e anche qui è spesso presente. Immagino tu sarai contenta di sapere che Mizuki e Tk hanno litigavi vero? Bhè, voglio darti un avvertimento, preparati, perché il prossimo capitolo sarà davvero scoppiettante, non puoi immaginare che cosa ho in serbo per la nostra “adorata” Mizuki…

valkiria: bhè, se la Kari che è dentro di te ha queste reazioni io comincerei a preoccuparmi, dove trova dei banchi? Comunque, in questo capitolo un briciolo di Sorato c’è stato, e spero sia di tuo gradimento. Il drammatico che è in te si trova anche in me, e pure io dopo me ne pento, ma questa volta nessun dubbio si è smosso in me. Qualcosa fra i due succederà, tu tieni d’occhio il prossimo capitolo.

Hikari Yagami: com’è questo capitolo? Intrigante come i precedenti? Vedo che tutte siete ansiose che fra i due succeda qualcosa, ma dovrete aspettare, almeno un altro capitolo. Oggi mi diverto troppo a stuzzicarvi, ma l’idea di ciò che succederà nel prossimo capitolo mi eccita.

Come al solito ringrazio infinitamente

ThiaguellaItaly per aver inserito la storia tra le preferite,

ChibiRoby, fedysS , lunakiss, valerinxa che seguono la storia e infine anche tutti i lettori che mi leggono nel silenzio. Che dirvi di più, al prossimo capitolo

Vostra Honey

  
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