Le campane della chiesa rintoccarono per la sesta
volta. Kari guardò l’orologio per essere sicura dell’ora, non si era accorta di
aver fatto così tardi al lavoro, ma proprio non aveva voglia di rincasare, mal
che andava si sarebbe cotta qualcosa di surgelato. Cercando un po’ di
refrigerio e soprattutto di pace, si diresse verso il parco dei bimbi. Il suo
capo quel giorno era stato davvero insopportabile, ultimamente pretendeva
troppo da lei, ma in generale da tutto lo staff, forse era agitato per il licenziamento
di un suo collega. Si avvicinò alla ringhiera, appoggiando con i gomiti ad
essa, lo sguardo perso. Gli ultimi tempi le erano andati discretamente bene, a
giudicare obbiettivamente. Sapeva che non era tutto a posto, in primo luogo le
mancava suo fratello più che mai, ma anche la presenza assente di Tk le pesava
non poco, ma questo non l’avrebbe mai ammesso. Il lavoro la prendeva
abbastanza, distraendola da tutti quei strani pensieri che le affollavano la
mente quando non aveva nulla da fare. Purtroppo i suoi avevano ricominciato a
litigare come prima, ma fortunatamente senza tirare mai in ballo Tai. Immersa
com’era nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno la stava chiamando.
Quando fu abbastanza vicino Tk le passò una mano davanti al viso, per
risvegliarla. La ragazza si destò all’istante, per poi voltarsi a guardare chi
fosse
“ah, sei tu!” esclamò delusa
“già, sono io. Vorrei parlarti, hai due minuti?” chiese
anche fin troppo gentile, data le reazione della mora ,la quale accettò la
proposta mal volentieri. Si sedettero su una panchina poco distante, e il primo
a prendere la parola fu il ragazzo, vedendo che Kari non aveva intenzione di
proferir parola
“è un po’ che non ti vedo, come stai?” provò a rompere
il ghiaccio, ma l’effetto non fu quello desiderato
“era questo che volevi dirmi?” domandò scettica
“ok! Kari, so che ti ho ferito quel giorno” cominciò
“perspicace!” sussurrò la ragazza
“Kari fammi parlare” l’ammonì
“dai, parla” lo incoraggiò, apparentemente più curiosa
“dicevo, so di averti ferito, e ti giuro che mi
dispiace, ma…”le parole gli vennero a meno
“ti prego, non dirmi che hai delle giustificazioni per
ciò che mi hai detto” disse chiudendo gli occhi, come per attutire il colpo
“sì, e mi piacerebbe che mi lasciassi parlare, se non ti
dispiace” sbuffò esasperato “devi ammettere che non sei stata propriamente
carina con me ad accusarmi in quella maniera” la ragazza sorrise beffardamente
“ok, ora quindi è colpa mia?” domandò stranamente calma
“no, io non ti sto dando nessuna colpa, capisco che
nessuno dei due ci è andato leggero, ma tu dovresti prenderti le tue
responsabilità” chiarì
“che cosa avrei detto per farti arrabbiare in quella
maniera, allora?” chiese allusiva
“innanzitutto il discorso era subito cominciato con te un
po’ nervosetta” cominciò ignorando il viso offeso di Kari “poi mi hai accusato
di essere rincoglionito quando sono con Mizuki, infine l’hai attaccata
ingiustamente” il viso della ragazza si infiammò all’istante, ma non attaccò,
perché fermata prontamente dal biondo, che alzò le mani per fermarla subito
“non la sto difendendo, calmati!” solo a quelle parole
tutto tornò un po’ più calmo. Tk abbassò la testa, aspettando qualche secondo
per formulare la frase. Kari lo guardava in attesa, senza muovere un muscolo,
poi, finalmente, tornò a guardarla
“quello che voglio dire, Kari”disse il suo nome come
catturare tutta la sua attenzione su se stesso “è che tutto questo non ha
senso, è accaduto tutto per una stupidaggine” si ribloccò, per poi riprendere
subito “non è questo ciò che voglio che tu capisca. Kari, mi manca parlare con
te come un tempo, dirti tutto quello che mi succede. In una parola mi manchi
te” a quelle parole tutta la rabbia che attanagliava Kari si sciolse in un
secondo. Si avvicinò tentennando, Tk, capendo ciò che voleva fare, la
precedette, stringendola fra le sue braccia, e sentendo la ragazza ricambiare
l’abbraccio, tirò un sospiro di sollievo. Non fu proprio una rimpatriata fra
amici, certo non era facile riuscire a trovare la spontaneità di sempre, ma gli
sforzi compiuti da entrambi dettero il loro risultato, tranquillizzandoli
entrambi. Purtroppo però anche le cose belle sono destinate a finire, infatti,
proprio quando cominciavano ad essere più affiatati, un cellulare squillò. Tk
estrasse il telefonino dalla tasca e premette un tasto, per poi riporlo dove
era prima. Kari era in attesa di un cenno, quando il ragazzo la guardò
mortificata
“scusa, devo andare. ho un appuntamento con Mizuki, me
l’ero proprio dimenticato” dicendo questo, però, notò il viso deluso ed
amareggiato della ragazza. Purtroppo nei pensieri di Kari non si era risolto
nulla, infatti credeva che, non essendo affatto cambiato, avrebbe sempre
preferito la propria ragazza, anteponendola a lei. Ma sbagliava. Infatti, dopo
essersi allontanato di qualche passo, si voltò richiamandola
“Kari! Vuoi che chiami Mizuki e le dica di rimandare
l’appuntamento?” Kari rimase piacevolmente sorpresa da quell’offerta, ma decise
di rifiutare, non voleva farsi odiare da qualcuno che non la conosceva neppure.
“ne sei sicura? Guarda che a me non dispiace passere
del tempo con te, e poi Mizuki la posso vedere anche in altri momenti!” chiarì
“no, tranquillo, vai pure. Saremo poi noi ad
organizzarci per una serata,ok?” chiese speranzosa
“certo!” la rassicurò, prima di abbracciarla, per poi
sparire dietro l’angolo. Kari rimase ancora un po’ al parco, giusto per vedere
il sole tramontare. Un sorriso si allargò sul viso, pensando all’offerta che le
aveva appena fatto Tk. Infondo, era stato gentile a voler disdire l’appuntamento
per rimanere con lei, ciò voleva dire che ci teneva, a discapito di ciò che
pensava lei stessa. Lentamente s’incamminò, mentre l’ultimo raggio spariva
dietro ai monti.
La serata non era delle più allettanti, pizza e un
film, ma di sicuro Sora Takenouchi non la vedeva sotto questo punto di vista:
la pizza non l’aveva pagata lei, il film era di suo gradimento e il divano era
occupato da Matt Ishida, non poteva chiedere di più. Si richiuse la porta del
bagno dietro le spalle, tornò al suo posto sul divano appoggiandosi al ragazzo,
il quale le passò il braccio attorno alle spalle. Mezz’ora dopo spensero la
televisione, Sora si alzò per estrarre il dvd e si risedette, con le gambe
incrociate, rivolta verso Matt.
“sai, oggi è un mese che è morto Tai” cominciò
“sì, lo so, non l’ho scordato” fissò la ragazza, che
aveva uno sguardo vacuo “che hai?”
“il giorno in cui se ne è andato, la prima volta cosa
che ho pensato è stato: cavolo Sora, puoi ritenerti fortunata, sei stata
l’ultima a vederlo vivo!”
“e te ne senti colpevole?!” non era una domanda
“no, lo so che chi l’ha ucciso è stato un autista
impazzito, ma spesso, la notte, ripenso a quanto bastarda sia la vita; insomma,
se non fosse venuto a casa mia non sarebbe stato in auto in quel momento” Matt
scosse la testa
“il tuo discorso non ha senso Sora. Allora se fosse
rimasto di più a casa mia o a casa tua avrebbe ritardato di un solo secondo
evitando l’incidente, se voi non vi foste mai messi insieme non sarebbe dovuto
venire a casa tua per parlarti. Se, se, se. Non puoi fare una storia di se
quando tu non centri niente. Così è andata, lo chiamano destino” concluse
“destino meschino” specificò
“nessuno ha mai detto che non lo sia”
“tu dici bene, non ti senti la colpa addossata addosso”
alzò la voce. Matt la guardò senza capire
“nessuno ti sta incolpando Sora” provò a
tranquillizzarla
“si invece, io!” scoppiò, alzandosi in piedi “era il
mio migliore amico, l’ho fatto soffrire due volte e quando viene a parlarmi per
rendere la MIA vita ancora migliore annunciandomi che il suo rancore era
scomparso, IO sono l’ultima persona a vederlo vivo, e probabilmente sono la
causa indiretta della sua morte” quasi urlava, fu allora che Matt si alzò per
avvicinarsi lei, ma Sora si allontanò, evitandolo.
“allora perché non l’hai trattenuto un po’ di più?
Avresti evitato tutto questo” disse indicandola. Lo sguardo della ragazza
diventò dapprima preoccupato, poi infuriato
“ora anche tu mi incolpi? Come diavolo facevo a sapere
che sarebbe successo? Spiegamelo, spiegamelo!” gli urlò contro avvicinandosi
pericolosamente, fino ad essergli a un palmo dal naso. Matt, dal canto suo,
mantenne la sua incredibile calma
“semplice, non potevi saperlo. Come nessuno di noi
d'altronde, men che meno Tai. E proprio per questo tu sei colpevole come noi di
ciò che è successo”
“come voi?” domandò a sguardo basso non capendo
“ne più ne meno. Tu hai le stesse responsabilità che ha
Kari, ad esempio”
“ma Kari non centra nulla!” ovviò
“appunto” ci fu un attimo di silenzio, nel quale la
ragazza tornò a guardarlo, capendo cosa intendeva “Sora, stiamo litigando
perché ti incolpi, te ne rendi conto?” in quel momento tutto fu chiaro, gli
occhi le cominciarono a bruciare e si lasciò abbracciare, cominciando a
prenderlo a pugni sul petto
“non è giusto, non è giusto! Rivoglio Tai, voglio che
Tai torni qui da noi!” si sfogò
“sì, lo so, lo vogliamo tutti” disse Matt, poggiando la
testa su quella della rossa. Rimasero così per un po’, finche Sora non alzò la
testa, tirando su con il naso
“sono stata così meschina con te?” domandò guardandolo
negli occhi
“un po’” lo sguardo di Sora diceva tutto
“mha…” Matt fu veloce a ritrattare
“avevi bisogno di sfogarti, non ti condannerò” abbozzò
un sorriso. I due tornarono ad abbracciarsi, finche non fu ancora una volta la
ragazza a rompere il silenzio
“chissà come sarò sembrata capricciosa”
“sei sembrata?” chiese sorridendo alludendo all’uso del
passato nella frase. La ragazza gli arrivò un pugno, questa volta senza
lacrime, e quindi più forte
“ahia! Scherzavo. Stai diventando manesca, sai?” disse
massaggiandosi il punto dolorante
“è ciò che ti meriti per ciò che mi hai detto” si
giustificò, avvicinandosi per baciarlo
“adesso vorresti pure che ti baciassi, dopo che mi hai
picchiato?” Sora si avvicinò ancora di più
“non ti ho picchiato, esagerato! E poi approfittane,
quando puoi” Matt la prese in braccio, la rossa lo avvolse con le gambe intorno
alla vita
“ok, ne approfitto!” disse baciandola di sfuggita. Il
biondo si diresse verso la camera da letto, per poi chiuderla, con Sora ancora
avvinghiata a lui, con un piede.
Era passata una settimana da quando Kari e Tk si erano
riappacificati, e si erano visti quasi tutti i giorni. Quella domenica Tk si
svegliò di buon ora, per passare a prendere Mizuki in auto: avrebbero passato
tutto il giorno insieme. La decisione era stata presa dopo che quest’ultima lo
aveva accusato di abbandono. Tk non se la sentiva di controbattere, in quanto
se avesse difeso l’amica riconquistata di recente avrebbe scatenato un
putiferio. Così, per non darle ragione di cui preoccuparsi, le avrebbe concesso
una giornata intera, tutta per loro due, e , per essere sicuro, il giorno dopo
si sarebbero incontrati per una cena assieme a Kari, tanto per dimostrarle che
tra loro non c’era nulla. Erano solo le otto e un quarto, Mizuki sarebbe stata
pronta alle nove, più o meno, quindi decise di mettere un po’ in ordine il
salotto. Cominciò da una scrivania, sulla quale erano addossati libri su libri.
Li prese, per controllare cosa fossero, e rimetterli al loro posto. L’ultimo volume
che gli capitò fra le mani fu un libro rilegato di cuoio, spesso e
particolarmente peso. All’istante capì che era un album di fotografie che, a
quanto ricordava, lo aveva usato per trovare delle foto da incorniciare. Si
chinò per riporlo nel mobiletto dove teneva tutti gli album, ma l’impresa si
rivelò più complicata del previsto: lo spazio era sempre quello, ma le foto
aumentavano. Fu costretto ad estrarre un album più piccolo, ma da questo sfuggì
una foto, che si infilò proprio sotto il divano. Ripose tutti i contenitori e
si sdraiò per recuperare la foto. Quando fu tra le sue mani si rialzò, e vi
buttò un occhio sopra: due bimbi, probabilmente avevano entrambi otto o nove
anni, che sorridevano seduti su un ramo di un’enorme albero. Il ragazzo si sedette
sul divano, osservando la foto che aveva tra le mani, il suo passato, ciò che
era, o meglio, erano. Lui e Kari, uno accanto all’altra, così felici e
spensierati, senza problemi per la testa, prima che Tai se ne andasse, prima
ancora che ragazze gelose facessero scenate di gelosia, loro due, soli. I suoi
occhi si soffermarono sulla ragazza. Già allora era carina, teneva i capelli
corti. Osservandola meglio, un’immagine si fece strada nella sua mente: Kari a
otto anni assomigliava in maniera straordinaria a Mizuki. Lo stesso taglio di
capelli, lo stesso sguardo, lo stesso portamento. Una sola cosa era differente,
le differenziava: il sorriso, quello che solo da una settimana era tornato a
splendere come una volta sul volto della sua migliore amica. Lo squillo del suo
cellulare lo risvegliò dalle sue riflessioni. Corse a rispondere
“ciao amore, io sono già pronta, se vuoi passare a
prendermi…”
“s-si, arrivo” la salutò ancora un po’ confuso. Guardò
la foto che aveva appoggiato sul tavolo, rimase qualche secondo immobile poi
l’afferrò, aprì il suo portafoglio e la inserì in una tasca, afferrò le chiavi
dell’auto e uscì di casa di corsa.
“in quel momento l’avrei ucciso volentieri.
Innanzitutto aveva un’arroganza che faceva concorrenza alle mie compagne del liceo,
e in più ha avuto anche il coraggio di andare a chiedere al capo che il posto fosse
dato a lui. Ma sai cosa gli ha risposto, lo sai? – mi dispiace caro, ma ormai
ho già deciso che il posto deve essere dato alla nostra Mizuki, le farei uno
spregio a scavalcarla in questa maniera-, parole sue, giuro. E così io ho
guardato quello stronzo di Yuro, ho girato i tacchi e me ne sono andata
sorridendo, da vera signore, no?” non ricevendo risposta Mizuki si voltò a
guardare Tk, che, come prevedeva, non l’ascoltava affatto. Gli sventolò una
mano davanti agli occhi, e solo allora il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri
“Tk! Hai sentito cosa ho detto?” chiese in tono accusativo
“sì, che te ne sei andata da vera signora” provò a
rimediare. La ragazza accelerò il passo, concentrando lo sguardo sulle panchine
non distanti da loro
“sei assente oggi, che ti è successo?” chiese senza un
minimo interesse intanto che si sedeva. Tk si accomodò accanto a lei, poggiando
il cestino del mangiare sul tavolo
“nulla, ero solo pensieroso”
“l’ho notato, ma cos’è che ti preoccupa tanto?” chiese.
Tk non mosse un muscolo, rimanendo immobile, ma evidentemente attento “è
successo qualcosa al lavoro?” provò ad indovinare, vedendo che lui non aveva
intenzione di aprir bocca. Scosse la testa, rimanendo con gli occhi assenti
“centra qualcosa Matt o roba del genere?” tentò un’altra volta, ma senza
ricevere una risposta migliore della precedente. Mizuki cominciava a
spazientirsi, ma il momento non le sembrava il più adatto a litigare, voleva passare
un po’ di tempo con il suo ragazzo, avrebbe cercato di resistere il più
possibile prima di urlargli dietro. Allungò una mano accarezzandogli il mento,
costringendolo a guardarla. Rimasero così per un attimo “amore, cosa c’è?
Perché non vuoi parlarmi?” tentò di addolcirlo. Finalmente il ragazzo parlò
“dai Mizuki, lascia stare, sono solo un po’ strano
oggi, mangiamo che è meglio” disse alzandosi, sfuggendo alla sua presa
“sì, è meglio” borbottò alzandosi
La signora scostò nuovamente le tende, e, con sua
enorme sorpresa, il ragazzo si trovava ancora lì fuori ad aspettare. Si era
seduto sul muretto, guardò l’orologio poi la finestra sopra di lui. La donna
sorrise, quel giovane aveva molta pazienza, era più di mezz’ora che si trovava lì
sotto. Finalmente il portone si aprì, e una bellissima ragazza dai capelli
corti uscì. “ha, la gioventù. Chissà come si amano” pensò intanto che lasciava
cadere le tende, tornando a sedersi accanto al marito mezzo addormentato
davanti alla tv.
“Mizuki giuro che ti ucciderei” esclamò Tk mentre
saliva in auto
“uffa, ma perché hai così fretta?” chiese
innocentemente
“perché ci staranno già aspettando” disse partendo
“ok ok, potrai dare la colpa a me, ma chi sono gli
altri due, che non ho capito bene?”
“certo che darò la colpa a te” abbozzò un sorriso “gli
altri due sono Miyako e Ken, te li ho già presentati. Sai l’amica di Kari?”
spiegò
“ah, sì, ho capito, è simpatica, ma Kari c’è allora?”
chiese innocentemente
“si che c’è, perché non dovrebbe?” si voltò a
guardarla, arrestando la macchina al semaforo
“così, non mi hai più detto niente” disse allungandosi
per baciarlo. Il viaggio durò altri dieci minuti, e quando arrivarono trovarono
i tre ragazzi ad attenderli davanti alla porta del ristorante
“pensavamo ci aveste dato buca” fu Miyako a parlare,
entrando
“scusate, è colpa mia” si giustificò la ragazza. Tk si
diresse ad abbracciare Kari, poi Ken. Entrarono dentro e seguirono il cameriere
che li accompagno al tavolo, lasciando loro dei menu
“allora, vi siete divertiti a far la scampagnata in
montagna?” aprì il discorso Miya
“come fai a saperlo?” chiese Mizuki incuriosita. Uno
sguardo fra l’interpellata e Kari chiarì tutto.
“allora, che ordinate voi?” chiese Ken per
tranquillizzare la situazione
“ehm… io prenderei… un piatto di Tempura” si affrettò a
dire Miyako “voi?” domandò guardando gli altri
“io prendo Miso e Tōfu” decise sicuro Ken
“ok, allora a me basta un piatto di Soba” disse Kari
guardando gli ultimi due rimasti
“oh, Tk guarda, ci sono gli Onigiri, prendiamone un
piatto insieme, ti va?” chiese speranzosa Mizuki guardandolo
“va bene, che vada per gli Onigiri” non fece in tempo a
finire la frase che la ragazza gli saltò al collo ringraziandolo, stampandogli
un bacio davanti agli sguardi attoniti dei presenti. Fortunatamente per gli
altri arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. I ragazzi chiacchierarono
del più e del meno, mangiarono e scherzarono, anche Kari e Mizuki sembravano
andare d’accordo, quella serata si stava concludendo proprio bene. Verso le
nove e mezzo decisero di uscire. Dopo molti tentativi Tk riuscì a convincere
tutti gli altri a farsi offrire la cena, così si alzò prendendo il portafoglio,
ma Mizuki lo precedette
“vado io tranquillo, resta pure seduto” disse
prendendoglielo dalle mani e dirigendosi al bancone. Tk, dopo un primo momento
di sorpresa si risedette, ma all’istante gli venne in mente una casa
“no, aspetta Mizuki!” si alzò di scatto, afferrò la
giacca e si fiondò verso la proprio ragazza. Gli altri si scambiarono sguardi
incuriositi, si alzarono prendendo a loro volta le borse e i copri spalla e
seguirono gli altri. Arrivarono giusto in tempo per vedere la scena
dall’inizio. Tk non fece in tempo a fermarla, Mizuki aprì il portafoglio per
estrarre i soldi ma si bloccò di scatto. Rimase qualche secondo così, poi il
biondo le strappò l’involucro dalle mani, allungò delle banconote al commesso,
lasciandogli il resto. Mizuki non si era mossa di un millimetro, teneva ancora
le mani a coppa, come se tenesse un portafoglio invisibile. Ad un tratto tutto le
fu chiaro
“che cosa vuol dire scusa?” gli urlò contro. Tk la
prese per le spalle, gettando uno sguardo fugace agli amici per incitarli ad
uscire, e spinse la propria ragazza fuori dal locale
“tu ora devi spiegarmi, hai capito?” continuò furiosa
quando ebbero raggiunto la strada opposta. Tutti i ragazzi la guardavano, non
capendo cosa stava succedendo
“ma cosa è successo?” azzardò Miyako
“lui ha una foto di se e Kari insieme” sbraitò
puntandogli un dito contro
“cosa?” domandò scioccata la diretta interessata. La situazione
non si presentava delle migliori, così Ken e la sua ragazza optarono per
andarsene
“sarebbe meglio che noi ce ne andiamo, così vi
chiarite, ok?” senza neppure aspettare una risposta i due si dileguarono,
lasciandoli soli. Mizuki si voltò, dando le spalle al ragazzo, e tentò di
allontanarsi, a passo spedito, ma Tk la riacciuffò per un braccio
“o mi dai una spiegazione valida, o mi rivedrai a
Capodanno, chiaro?” Kari in quel momento non sapeva cosa fare, voleva andarsene,
ma la curiosità era troppa, e infondo centrava anche lei con quella storia,
così decise di restare
“Mizu, non c’è bisogno che ti arrabbi così, mi sembra una
reazione un tantino esagerata”
“e…” cominciò ad urlare, ma si bloccò all’istante, si
guardò intorno, poi riprese, abbassando il tono di voce “esagerata?” il suo
volto era contratto
“è una foto, nulla di più”
“se posso intromettermi, potrei sapere che di quale
stai parlando?” provò ad intervenire Kari. Il biondo gliela mostrò, lasciandola
di stucco “perché hai una foto di noi due da piccoli nel portafoglio?” domandò
innocentemente, ma con un sorriso sulle labbra
“è quel che mi sto chiedendo anch’io” li interruppe Mizuki
“è una foto!” ripeté esasperato Tk
“eravamo appena tornati dal campeggio estivo, non è
vero?” continuò tranquilla Kari. L’altra ragazza girò i tacchi e si incamminò
verso casa
“no, aspetta Mizuki” provò a fermarla il ragazzo
“ne parliamo domani, ora sono stanca, vado a casa a
piedi” lo liquidò senza neanche fermarsi. Tk si voltò a guardare Kari, che
fissava ancora la foto
“ti accompagno a casa?” chiese. Lei annuì,
restituendogli la foto. In macchina calò il silenzio, finche non fu la mora a
parlare
“comunque te le cerchi”
“in che senso?”
“vai a dire ad una ragazza che ha una reazione
esagerata quando è arrabbiata? Sei davvero suicida allora” spiegò
“però non avevo tutti i torti, giusto?” domandò sicuro
“questo non posso dirlo, solidarietà femminile”
“meschine. Comunque si, eravamo appena tornati dal
campeggio” riprese il discorso
“già, a quanto ricordo avevi litigato con Matt, no?”
“sì, e sono corso da Tai piangendo, urlando che volevo
fosse lui mio fratello” continuò sorridendo. Arrestò la macchina davanti a
casa, ma nessuno dei due accennò a chiudere il discorso
“è vero! Correvi sempre da Tai quando litigavi con Matt”
un ricordo amaro le offuscò gli occhi
“siete uguali tu e Mizuki” disse riportandola alla
realtà
“come scusa?” Tk alzò il viso, guardandola
“ho detto che la somiglianza fra voi due è
impressionante… c’è, quando tu eri piccola, intendo” si affretto a specificare
“davvero?” chiese spiazzata “e questo che cosa
comporta?” continuò innocente
“nulla” si affrettò a rispondere il ragazzo
“no, cosa hai capito, non intendevo ora in questo
momento che cosa comporta, io…” abbassò la testa, diventando bordeaux, come Tk,
d’altronde “scendo, che è meglio” disse aprendo la portiera. Quando fu sul
punto di richiuderla, il richiamo del ragazzo la bloccò
“fai una cosa, avverti Miyako che non è successo nulla,
se no la curiosità la porterà a chiamarti alle tre di notte” avvertì con un
sorriso sulle labbra. Anche Kari si mise a ridere
“d’accordo, lo farò, buonanotte” concluse
“buonanotte Kari” disse poco prima che chiudesse la
portiera.
E rieccomi qui. Per vostra fortuna (spero) sono stata
veloce questa volta. Ne ho approfittato durante le vacanze e i tre giorni che
sono rimasta a casa con l’influenza. Allora, che ne dite? Vi piace questo
capitolo? Non so se sembra a me, ma è diverso dai soliti. Finalmente rivediamo
la coppia Miyako-Ken, ed anche Matt e Sora tornano fra noi, anche se per poco
tempo. E in più troviamo Mizuki per metà capitolo, un record! Mi piace l’idea
della cena fuori, anche se è stato un po’ azzardato far uscire due coppie con
una sola single, non dite? Ora vi chiederete cosa sono quegli strani cibi che
gli ho fatto ordinare, ebbene, dopo un paio di ricerche su internet, ecco cosa
ho trovato:
*Miso 味噌: Zuppa a base di riso e soia, può essere
servita con Tofu, oppure verdure, carne
* Tōfu 豆腐: Specie di formaggio derivante dalla soia.
Non ha sapore in quanto lo prende dai cibi a cui si accompagna
* Soba 蕎麦: spaghetti di grano saraceno serviti
freddi
* Tempura 天麩羅: verdura o pesce in una
pastella molto leggera, fritti per immersione
*Onigiri お握り: involtini a base di riso
e alghe crude, solitamente di forma triangolare. Possono essere di solo riso
oppure ripieni di pesce o carne. Molto diffusa è la versione con all'interno
l'umeboshi 梅干
una tipica prugna giapponese seccata con il sale, dal sapore aspro.
Premetto che questi sono i cibi di invitanti, gli altri
mi mettevano un po’ ribrezzo, sinceramente. L’unica cosa che sono sicura sia
buona è il Tōfu, che io adoro, anche se devo ammettere che il Sushi mi attira. Comunque,
fatemi sapere che ve ne pare. Passiamo ora alle recensioni:
lunakiss: mi piaceva
mettere un po’ di Tai in ogni capitolo, come se fosse d’obbligo ricordarsi che
c’è ancora, e anche qui è spesso presente. Immagino tu sarai contenta di sapere
che Mizuki e Tk hanno litigavi vero? Bhè, voglio darti un avvertimento,
preparati, perché il prossimo capitolo sarà davvero scoppiettante, non puoi immaginare
che cosa ho in serbo per la nostra “adorata” Mizuki…
valkiria: bhè, se la Kari che
è dentro di te ha queste reazioni io comincerei a preoccuparmi, dove trova dei
banchi? Comunque, in questo capitolo un briciolo di Sorato c’è stato, e spero
sia di tuo gradimento. Il drammatico che è in te si trova anche in me, e pure
io dopo me ne pento, ma questa volta nessun dubbio si è smosso in me. Qualcosa fra
i due succederà, tu tieni d’occhio il prossimo capitolo.
Hikari Yagami: com’è
questo capitolo? Intrigante come i precedenti? Vedo che tutte siete ansiose che
fra i due succeda qualcosa, ma dovrete aspettare, almeno un altro capitolo. Oggi
mi diverto troppo a stuzzicarvi, ma l’idea di ciò che succederà nel prossimo
capitolo mi eccita.
Come al solito ringrazio
infinitamente
ThiaguellaItaly per aver
inserito la storia tra le preferite,
ChibiRoby, fedysS , lunakiss, valerinxa che seguono la
storia e infine anche tutti i lettori che mi leggono nel silenzio. Che dirvi di
più, al prossimo capitolo
Vostra Honey