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Autore: lady of dreams    13/06/2006    3 recensioni
Non è facile accettare un'amore, implica impegno, dolore e a volte sofferenza. Who, being loved, is poor? Lo capirà Lily che in fondo vale la pena soffrire? Che non si possono cancellare i momenti magici? continuerà ad odiare James o capirà di amarlo? Di loro conosciamo la fine, ma che ne è stato dell'inizio?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai quel posto odioso era una specie di ossessione

 

Ormai quel posto odioso era una specie di ossessione. Da due settimane non faceva altro che andare lì a piangersi addosso e a tentare di studiare. Era quasi riuscita ad arrivare a patti con se stessa: quel sentimento strano e sconosciuto che la tormentava era libero di importunarla solo quando i compiti erano terminati. Cercava in tutti i modi di impedirsi quel tormento ma non si può patteggiare con i sentimenti. Si era gettata nello studio, ce la metteva tutta per essere sempre occupata e concentrarsi. Anche se era riuscita a spiegarsi con Chiara, parlava poco o per nulla. Questo comportamento aveva finito per preoccupare anche Valery che continuava a mantenersi a debita distanza. Tutto stava lentamente migliorando, l'amica si era quasi convinta che a Lily non importasse nulla di Sirius ma non era ancora disposta a cedere. All'inizio se l'era presa persino con Chiara ma poi aveva capito di non poter buttar via cinque anni d'amicizia.

Chiara ormai sapeva dove scappava Lily, un paio di volte era venuta a farle compagnia ma non aveva trovato il posto di suo gradimento e aveva lasciato perdere. O almeno questo aveva detto a Lily.

Chiara Masser era molto più acuta dell'amica ed era convinta che i problemi di Lily si riducessero ad una sola persona, che ormai cercava di evitare il più possibile: il bel cercatore di Grifondoro.

Per lei era più che palese che i sospiri di Lily (per i troppi compiti), le sue lacrime (perchè il vento le mandava le pagliuzze negli occhi), le notti insonni (per finire di scrivere il tema per Lumacorno), le fughe (per trovare tranquillità) non fossero altro che pene d'amore ed era più che decisa ad aiutarla.

 

James Potter anche lui soffriva, e scaricava nervosismo e frustrazione sulla sua squadra di Quiddich. Quella settimana aveva deciso di fare degli allenamenti extra tutti i giorni, suscitando le più che giustificate proteste dei suoi giocatori.

-Potter, sarai pure il capitano, sarai pure un ottimo cercatore e tutto quello che ti pare ma sei completamente pazzo

-Brown, chi è il capitano? Io. Chi decide? io

Al che tutti erano costretti a starsi zitti, pena il raddoppiare delle ore di allenamento.

Chiara era riuscita a trascinare Lily ad un allenamento e James, che in questo vedeva solo che la prova del grande amore della rossa per lui, l'aveva quasi investita con la scopa per l'entusiasmo!

-Evans, cosa ti porta qui? è il richiamo del mio fascino? Hai appena scoperto di non potermi resistere?

-Direi proprio di no, Potter. Hai tutto il fascino di un ferro da stiro! Sono venuta a vedere come tratti male la squadra di Grifondoro!

I giocatori, avendo sapientemente intuito che era la Evans la causa di tutti quegli allenamenti, fissavano la scena con opportunistica curiosità, pregando che il capitano tornasse finalmente di buon umore.

Potter non si fece certo scoraggiare dalle parole acide della ragazza e tornò all'attacco.

-E da quando ti interessi al Quiddich?

Lily sentiva che le guance stavano per andarle in fiamme. Non aveva nessuna intenzione di arrossire davanti a lui.

è un insopportabile, odioso, stupido sbruffone pieno di che si da tante arie. Non è proprio il caso di arrossire per lui.

Ma contemporaneamente non poteva scordare ciò che l'aveva tormentata per tanto tempo: quella festa assurda!

Pur di non dargli questa soddisfazione si girò e se ne andò dal campo a grandi passi. Potè sentire dietro di la voce di Potter che gridava che l'allenamento era sospeso e la seguiva con la scopa.

Cominciava a sentirsi irritata.

Doveva lasciarla in pace.

Si voltò, trovandoselo a mezz'aria dietro di lei, a pochi centimetri, che la fissava triste.

No, no e poi no! Non mi faccio intenerire.

Era così carino quando non si comportava da sbruffone e sembrava così dispiaciuto.

No.

Stava per parlare.

Non doveva permetterglielo.

 

James stava per implorarla di restare per una volta soltanto al campo, poi sperava di scongiurarla a fare un giro sulla scopa con lui. La sua fantasia sfrenata aveva preso il via. Avrebbe messo da parte l'orgoglio e l'avrebbe pregata, lui il grande James Potter si sarebbe ridotto a chiedere ad una ragazza.... No. Improvvisamente si rese conto che non poteva farlo. E per l'ennesima volta si comportò da cretino.

-Forza Evans! So perfettamente che non vedi l'ora di salire con me, su questa stupenda scopa e fare un giro per le nuvole. Qualunque ragazza lo vorrebbe, stiamo parlando di un giro con me!

Ecco adesso non era più carino.

Ora poteva anche inveirgli contro. Nessun stupido batticuore, senso di colpa o vuoto angoscioso dentro di le avrebbero impedito di mandare a quel paese lui, il Quiddich e tutte le scope del mondo magico!

-Potter, tu non sei nessuno... scendi dal piedistallo, smettila di darti tante arie e di pensare che tutto ti sia dovuto. Non siamo tutti al tuo servizio, Potter, io tanto meno la tua squadra di Quiddich!

Aveva iniziato con un tono calmo, non voleva lasciarsi andare, eppure aveva finito con l'urlare come sempre quando parlavano.

Se ne stava andando. Di nuovo. Troppe volte era successo. E troppe volte ancora sarebbe successo.

Sono un emerito cretino. Ha ragione lei. Basta.

La squadra ne aveva approfittato per andarsene, lentamente erano spariti mentre i due ragazzi battibeccavano, Potter era assolutamente furioso, non si accorse che Chiara era rimasta lì.

-Io so dove sta andando. Se vuoi, posso dirtelo!

 

Remus, Minus e Sirius erano anche loro sugli spalti, intenti ad osservare quel pazzo del loro amico che faceva l'ennesima scenata. Remus stava per salutare allegramente Chiara quando si accorse che stava parlando con Potter. Forse era meglio lasciar perdere, se c'era qualcuno che lo poteva aiutare su come comportarsi con Lily quella era proprio la sua migliore amica. Avrebbe parlato con lei più tardi, non c'era fretta.

I tre amici osservarono il cambiamento di umore di James, adesso sembrava a dir poco euforico. Lo videro correre via.

-Lunastorta dove starà andando quel deficiente?

-Forse da Lily, Felpato

-Spero di no... quella ragazza ha un caratterino...

 

Ok, so dov'è andata! Non devo assolutamente farmi prendere dal panico. No..no ma che dico James Potter e il panico sono due cose assolutamente incompatibili. Adesso andrò da lei, con calma, molta calma, sarò calmissimo, si! Un bel respiro, meglio due va', sempre meglio abbondare. Forse dovrei tornare indietro e fare un po' di prove. Oh magari potrei portare quel ciondolo! è tanto che volevo darglielo, se continua così non glielo darò mai! Ecco adesso lo vado a prendere in dormitorio e se per caso incontro Pete o Sirius, beh, posso mimare una conversazione. Certo Remus sarebbe più adatto per i consigli ma... non credo voglia immedesimarsi in Lily, no, non è proprio il tipo, sempre così dignitoso e perfetto. Devo prendere il ciondolo! è così carino non può non piacerle! O e se non le piacesse? No.. no non sono questi discorsi da fare. Magari verrà con me alla festa di Halloween, sarebbe fantastico. Non va bene, sono troppo entusiasta, devo stare calmo.

In preda a ragionamenti uno più sconclusionato dell'altro, James era  riuscito a portarsi fino alla torre di Grifondoro, dopo aver sbagliato strada solo due o tre volte. Lì ebbe la fortuna, o sfortuna dipende dai punti di vista, di incrociare Sirius.

-Felpato, mi devi aiutare. Sto andando da Lily. Le porterò il ciondolo, le chiederò di uscire e... e...

-Ancora non sei andato! Accidenti!

-Eh, volevo un aiuto, un sostegno morale, forse questa è la volta buona...

Sirius provava una punta di invidia per il suo amico, in fondo ricordava con quanto piacere aveva accolto il bacio di Lily. Una punta di amarezza gli impediva di mostrare il giusto slancio nell'aiutare il suo amico. Per la verità Felpato appariva anche un po' mesto e deluso, ma James non se ne accorse minimamente.

-Ramoso, cosa ti fa pensare che stavolta sarà diverso? Ci hai appena litigato!

-Appunto, sicuramente avrà bisogno di essere consolata!

Sirius su questo punto nutriva diversi dubbi. La Evans raramente si mostrava debole e se era scappata via sicuramente era perchè voleva star sola, Sirius ne sapeva qualcosa.

-Lei per me è importante. Non so quanto sia giusto chiedertelo, ma io ho bisogno di te.

Ormai Sirius si era rassegnato, non poteva negare aiuto al suo amico. non sarebbe stato giusto, tutto quello che li univa e li aveva uniti non si poteva dimenticare. La fratellanza che avevano stretto sin dall'inizio era più forte di qualsiasi legame di sangue che il ragazzo avesse mai avuto.

-Che vuoi che faccia, Ramoso?

-Nulla di difficile devi solo interpretare la parte di Lily?

Sirius non provò neanche un istante a trattenere le risate.

-Io dovrei interpretare la parte della Evans? Oh ma è facilissimo!

Potter lo guardava speranzoso.

-No Potter non uscirò mai con te, mettitelo in testa e smettila di importunarmi!

Sirius pronunciò il tutto con una voce in falsetto molto smielata.

-Così non mi sei di aiuto!

-I malandrini non sono fatti per i compiti seri. Dovresti saperlo!

-D'accordo, me la caverò da solo.

Nonostante il fallito aiuto di Sirius, Potter era ancora baldanzoso: quella doveva essere la sua più grande possibilità, non l'avrebbe sprecata.

  
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