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Autore: Navras    05/10/2011    0 recensioni
"Perché sei qui?"
"Per mostrarvi cos'è la vera musica"
"E che cos'è?"
"Lo vedrai"
"Chi sei?"
"Una persona che tu non riuscirai mai a controllare"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just One Night

"Eileen! Eileen! Eileen!"

Ventimila persone, là fuori.

Solo lei, lì davanti.

Lei e la band di supporto.

Ma questo non era importante.

Gli accompagnatori erano solo anonime comparse, delle ombre davanti alla più famosa androide cantante che la storia abbia mai conosciuto.

Eppure Eileen Knewhl, per chissà quale motivo, in quei momenti si scordava sempre di essere quasi perfetta. Si dimenticava che il suo corpo e la sua voce erano stati concepiti ad un unico scopo: cantare.

Era, quella, l'ultima data del suo tour mondiale per pubblicizzare l'album Try Again, un cd molto rock che aveva sotterrato ogni record. Quella sera l'androide avrebbe affrontato i suoi fan di Amburgo, ma date le prestazioni degli ultimi concerti non c'era motivo di preoccuparsi.

Eppure, Eileen aveva paura. Una volta si chiese se non fosse stata creata così: forse una persona che ha paura di sbagliare, difficilmente compie degli errori.

C'era un termometro, nel Backstage, ma era troppo lontano per permettere a Eileen di leggerlo. Di sicuro doveva fare molto freddo, perché gli umani si erano coperti di giacche e cappotti. Un androide però non ha bisogno di tali sotterfugi.

Immersa nel tipico stato di trance che accompagnava quei momenti, il cyborg alzò il capo. Davanti a lei, attraverso uno specchio, si impose il proprio riflesso: Era tale e quale ad una comune umana di diciotto anni, ma molto più bella. Aveva i capelli color rame, lunghi e pieni di graziose sfumature, il viso da gatto e la pelle liscissima. Era di media statura e molto snella. Aveva due occhi di un azzurro chiarissimo e molto luminoso, che incutevano nell'interlocutore una certa soggezione e molto, molto fascino.

Esteticamente, era davvero l'apoteosi della bellezza.

Arrivò il momento.

Fuori si sentì l'intro del concerto, una versione modificata di Ready suonata dalla band di accompagnamento. Un brano istrumentale che aveva l'unico scopo di accompagnare Eileen nella sua entrata trionfale al centro del palco.

L'androide salì sulla piattaforma mobile, un disco sospeso in aria. Esso la sollevò sopra lo schermo del palco. Da lì ebbe modo di vedere una lunga distesa di ventimila tedeschi che agitavano, nella notte, piccoli cerchi fosforescenti. Appena fu visibile, scattò un lunghissimo applauso.

D'improvviso tutta l'ansia svanì.

Eileen alzò il braccio.

Calò il silenzio.

"Sei pronta, Amburgo!?" gridò alla folla in perfetto tedesco.

"Sì!"

"Allora cominciamo!"

Due ore dopo, Eileen concluse il concerto migliore del tour. Era a due metri dalle ringhiere, quelle maledette mura che la tenevano lontana dalle persone. L'ultima nota, l'ultimo applauso, il più lungo.

Eileen incitava la folla sorridente, ringraziava i fan per il loro amore e il loro supporto. Salì sul palco e, mentre andava verso il backstage, agitava la mano e si inchinava davanti al proprio pubblico.

Fu lì che lo vide la prima volta.

Un'ombra, immobile, tra altre persone che si agitavano e la acclamavano. La guardava dritta degli occhi, come se stesse cercando qualcosa.

La ragazza si fermò a guardarla, ma in un attimo l'ombra scomparve, come portata via dal vento.

Finì il concerto migliore della sua vita con un vago senso d'inquetudine.

 

 

 

  
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