Rotto
(1980)
«Ho finito i
biscotti».
Bellatrix posò la tazza di
tè e guardò accigliata il piatto
da portata davanti a lei, ancora colmo di dolcetti rotondi. Uno giaceva
spezzato sul tavolino, rivelando l’insolito ripieno a base di
pergamena: era un
Biscotto della Fortuna, e a differenza di quelli Babbani funzionava
davvero.
«Ho finito i biscotti. Non
ne ho più» ripeté il ragazzo
seduto accanto a lei, e uno strano sorriso gli illuminò il
viso pallido e
magro. Non c’era più bellezza in quei lineamenti:
solo gli occhi grigi
conservavano un barlume di vivacità, ma era un lontano
ricordo di quello
che possedevano un tempo, prima di annullarsi dietro la spettrale
maschera da
Mangiamorte. Era, rifletté Bellatrix, come se quella
maschera ne avesse
lentamente assorbito le forze, lasciando solo un guscio vuoto
Non era
pronto per
unirsi a noi, pensò. Non
era
preparato. Povero, sciocco bambino.
«Vuoi ancora
biscotti?» gli chiese a voce bassa. «Li faccio
portare subito, chiamo un elfo domestico e...»
«Non parlavo di
quelli» la interruppe Regulus. «Non di
quelli».
«Di cosa,
allora?» insistette lei. «Puoi avere tutto quello
che...» ma Regulus non la stava ascoltando: fissava il quadro
di fronte a lui,
sempre con quel sorriso vacuo. Sulla tela, copia perfetta di quella
conservata
a Casa Black, la ragazza vestita di giallo strinse a sé il
bambino, come per
difenderlo dalla follia che leggeva in quello sguardo, e a quella vista
la
signora Lestrange, nota per la mancanza di scrupoli quando si trattava
di
uccidere e torturare, sentì qualcosa di acuto e gelido
pungerle il cuore.
Poi Regulus parlò di
nuovo, e lei ebbe la certezza che il
giovane mago fosse impazzito. «Non ho più
biscotti, Bella. Ho dato tutti quelli
che avevo: ai miei genitori, a Sirius, a Lumacorno, perfino al Signore
Oscuro.
Ho sempre fatto il bravo bambino, e cosa ne ho ricavato? Un pugno di
briciole e
un livido sul polso».
«Non dire
sciocchezze!» lo interruppe Bellatrix. «Il Signore
Oscuro ha molta stima per te, ti considera uno dei suoi più
fedeli seguaci...
quando sarà il momento, non mancherà di
ricompensare chi lo avrà servito con
costanza».
«Non capisci»
obiettò il ragazzo, e la sua voce prese un
tono cantilenante che fece rabbrividire la Mangiamorte.
«Nessuno capisce.
Offrite tutti i vostri biscotti, come bravi bambini educati, e vi
restano le
briciole e non ve ne accorgete. Quando avrete le mani vuote, allora...
oh, sarà
tardi. Troppo tardi».
Tacque di colpo, continuando a
studiare il dipinto, e
Bellatrix pensò alla vena di pazzia che si nascondeva nel
sangue dei Black,
come un invisibile albero genealogico intessuto di oscure allusioni,
frasi
lasciate a metà e discorsi interrotti all’arrivo
dei bambini.
«Frammenti di
anima» disse di nuovo il ragazzo in tono
sognante. «L’ho regalata a te e tu non
l’hai voluta. Dov’è la mia anima,
adesso? Dov’è la tua?»
Smettila,
Regulus. Mi
fai paura, avrebbe voluto dire lei, ma le parole le morirono
in gola quando
Regulus accostò il viso al suo, con un luccichio febbrile
negli occhi grigi. «Mi
resta solo lo zucchero ormai» sussurrò,
«ma arriverò fino in fondo... ad ogni
costo».
Si avvicinò ulteriormente
e Bellatrix si preparò a lottare
per respingerlo, qualsiasi cosa avesse intenzione di fare; invece il
ragazzo si
limitò a sfiorarle le labbra con la fronte, come per
prendersi un ultimo bacio.
«Addio, Bella» concluse. «Abbi cura della
tua anima» e si Smaterializzò,
lasciandola sola nel salottino.
Quando Rodolphus rincasò,
un’ora più tardi, Bellatrix era
ancora seduta davanti alla tazza di tè ormai gelido.
«Hai avuto visite?» chiese
lui sorridendo. «Oppure quella pettinatura civettuola
è per me?»
«È una pinza per
capelli, Rodolphus» rispose la strega con
voce incolore. «La porto da anni».
«Sul serio?»
commentò il marito incredulo. «Come è
possibile
che quel fiocco mi sia sfuggito?»
Quelle parole innocenti calarono come
un masso sul cuore di
Bellatrix. «Fiocco, hai detto?»
«Sì, quel fiocco
rosso» spiegò Rodolphus. «È
carino, anche
se un tantino visto... Bella, cosa c’è? Ti senti
male?»
Incapace di rispondere, la strega
alzò lentamente lo sguardo
sul ritratto, sapendo in anticipo ciò che avrebbe trovato:
la ragazzina vestita
di giallo con il viso tra le mani, e ai suoi piedi una farfalla morta.
Il bambino dai capelli neri non
c’era più.
Ecco l'ultimo capitolo (segue giudizio): chi è
riuscito a
scoprire il mistero dietro i titoli?
Angolo del backstage: inizialmente il progetto era di farne una one
shot in cui Bellatrix, irritata dall'immobiltà, dal caldo e
dalle briciole nel vestito, sfogava la propria ira su Regulus durante
l'assenza del pittore. Più la leggo e più sono
convinta che dividerla sia stata un'ottima idea.
Anche il finale è stato cambiato: pensavo di affidare la
battuta a Lucius prima della riunione dei Mangiamorte, ma
così è decisamente più naturale (e poi
c'è Rodolphus, che dà sempre un tocco di classe). La farfalla che ritorna fiocco è stata ispirata da Lumacorno e dal suo pesciolino nel sesto film.
E nel caso ve lo stiate chiedendo, quel foglietto nel Biscotto della
Fortuna di Regulus era bianco.
Grazie per la lettura.
Seconda classificata al Crack
Pairing Contest
– 2nd edition!
Seconda classificata.
§ - Ritratto di signora, Lizzyluna:
• Grammatica e forma: 14/15
• Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
• Originalità della trama: 10/10
• Attinenza al tema assegnato: 10/10
• Gradimento personale: 5/5
Totale: 49/50.
Cosa posso dire di questa storia? Non ne ho davvero idea.
È una fic lunga, fluida, che non potrebbe essere noiosa
nemmeno volendo, triste, drammatica, agrodolce, romantica. In
particolare mi ha colpito l'ultima “fotografia”. Le
parole di Regulus, la vena di follia lucida che fa parte del patrimonio
genetico della famiglia, l'arrivo di Rodolphus e le sue parole ingenue
e innocenti, la devastante sensazione di sapere in anticipo
ciò che Bellatrix vedrà nel ritratto e allo
stesso tempo lo stupore di aver avuto ragione. Un mix di emozioni che
lascia davvero senza parole pur avendo tanto da dire.
Anche le altre fotografie non sono da meno, i personaggi risultano
perfettamente caratterizzati: Andromeda e Sirius, benché
compaiano poco e sempre in modo secondario, Narcissa e il suo amore
per Lucius, Rodolphus (sì, è un tesoro) e la sua
tranquilla inconsapevolezza, Orion, Walburga, Druella, Cygnus... tutti
realistici ed incredibilmente veri. Non ho potuto
che darti il punteggio pieno nel parametro apposito, come anche ho
fatto nell'originalità. Descrivi scene quotidiane,
sentimenti semplici e che a volte paiono scontati, sicurezze fallate,
tutto in un modo che non dà mai idea di essere forzato o
pesante.
Tutti gli elementi del pacchetto sono utilizzati in maniera
impeccabile; biscotto, fermaglio, ritratto, devo davvero farti i miei
complimenti per aver scritto una storia completamente incentrata su di
loro e che allo stesso tempo spazia in molte altre direzioni. Il colore
è forse quello meno d'impatto, ma comunque è
utilizzato perfettamente.
La penalizzazione nella grammatica è per per due spazi
mancati e alcuni piccoli errori ripetuti che ho trovato
nell'impostazione dei dialoghi, ma per il resto non ho niente da
sottolineare.
Una storia bellissima, sotto ogni punto di vista. Complimenti, davvero.
Oscar al Miglior Attore Non Protagonista a Regulus Black (e nomination come Miglior Sceneggiatura e Miglior Film) a Gli Oscar delle fanfictions - Flash Contest
- Miglior Attore Non Protagonista
Schiuma da barba – mazza94
Beatriz Aldaya - The Mirror of Erised's Violin
Arcadia17 - La porta a sonagli
Lilith Edwige Atena - Forse è solo una storia d'amore
Lizzyluna - Ritratto di signora
Regulus che si innamora della giovanissima Bellatrix Black, portandosi dietro la sua cotta per anni, fino alla morte: è stata sicuramente una bella scelta far scoppiare la scintilla quando la cugina aveva solo dodici anni e lui appena due, anche se la storia è dal punto di vista di Bellatrix il lettore riesce a comprendere i sentimenti del piccolo Regulus.
Il biscotto, e non dico altro.