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Autore: _Girella_    06/10/2011    3 recensioni
Di certo i Jonas Brothers non si aspettavano la notizia che avrebbero avuto una sorella: proprio così, Denise e Paul Jonas hanno deciso di adottare una ragazza, che però fin da subito presenta problemi di inserimento. Cacciata da altre famiglie, mette a dura prova la pazienza dei tre fratelli, e soprattutto quella di Joe, che fina da subito inizia a litigare con lei, nonostante finisca poi per difenderla da un fidanzato molesto. E mentre Nick si innamorerà di una ragazza malata di cancro e Danielle sarà gelosa di una nuova amiciza di Kevin, Joe e Noemi vivranno una storia intricata tra amore, odio, litigi e risate.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel ragazzo proprio non gli piaceva…
                                                                   
Dopo tutto quel trambusto, che di certo dal piano di sotto non potevano non aver sentito, il silenzio del corridoio illuminato era quasi assordante. Una mano di Joe andò a scompigliarli i capelli in un gesto che voleva essere noncurante, ma in realtà tradiva un grande nervosismo. Non gliene andava bene una:il litigio con i fratelli era la ciliegina in cima a una torta di sventure.
   Come faceva a spiegare a Nick e Kevin che non era per gelosia che parlava? Okay forse si, un briciolo, ma era vero che quel ragazzo non gli piaceva per niente. Non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stesso e tutti quegli interrogativi lo mandavano in confusione, costringendolo a dire e fare cose che non pensava.
   Come poco prima con Nick. Sapeva di essere stato crudele a rinfacciargli ogni sua ex-ragazza, di averlo accusato di non essere capace di amare, e sapeva di essere stato assolutamente sciocco ad accusare Kevin di non sapere che cosa significasse essere innamorati. Kevin, la più romantica e dolce persona che lui avesse mai conosciuto.
   Sono un idiota si disse battendosi una mano in fronte. Era chiaro che Nick e Kev, alla fine, si erano scocciati dei suoi “Noemi di qua, Noemi di là”, come li chiamava scherzando Nick.
   Sferrò un pugno alla parete di fronte, tanto per aggiungere il dolore alla lista delle sensazioni deprimenti che provava.
   La sua rabbia verso i fratelli, che per un momento, un folle momento, aveva raggiunto limiti altissimi, scivolava lentamente scomparendo nel vento, come se si fosse resa conto di essere inutile e infantile.
   Eppure quel Ryan…
   Era però dispiaciuto che Nick e Kevin non lo avessero capito.
   Sentendosi straordinariamente stupido, bloccato sulle scale da solo come un idiota, Joe prese a camminare verso la sua stanza. Si fermò solo un secondo davanti alla porta di Nick dalla quale non proveniva alcun suono. Un terribile senso di colpa lo assalì all’improvviso facendolo quasi vacillare.
   Ogni passo era più faticoso del precedente, come se la rabbia e la vergogna crescessero ogni centimetro che percorreva, gravando sempre di più sulle sue spalle.
   Aveva senz’altro bisogno di schiarirsi le idee, perciò prese la via per la sua stanza a testa bassa.
   La stanza della porta di Noemi era aperta. Joe si ripromise di non voltarsi e proseguì per la sua strada. Ma non potè impedirsi di alzare lo sguardo solo un secondo quando fu proprio davanti all’apertura della porta. E quello che vide lo costrinse a fermarsi di botto senza curarsi di essere scoperto.
   Non era vuota. Dentro, seduti sul letto e troppo occupati a scambiarsi accese effusioni per accorgersi di lui, v’erano Ryan e Noemi. Lui le aveva passato una mano attorno alla testa e la cingeva come se non volesse lasciarla più andare.
   Una bomba esplose con un grido silenzioso dentro di lui, il suo cuore e i suoi polmoni iniziarono a ruotare ininterrottamente levandogli il respiro.
   Ordinò alle sue gambe di muoversi, ma quelle non lo ascoltarono, mentre gli occhi, ignorando i suoi ordini, non riuscivano a staccarsi da quell’immagine.
   Muovetevi! ordinò vigorosamente Joe e, con estrema lentezza, riuscì a oltrepassare la porta prima che i due si voltassero e si accorgessero della sua presenza.
   In una sorta di sordo incanto, si sentì trasportare in camera sua senza in realtà vederla.
   Cercava di ripetersi che non era successo niente di particolare. Noemi e il suo ragazzo(perché pensare a lui in questi termini lo faceva soffrire?) si stavano baciando, e lui in quella storia non centrava niente. E non ci sarebbe mai centrato.
    Eppure sentiva di aver bisogno di scambiare due parole con quel tizio.
 
***
 
Nick chiuse la porta con un gran botto, scaricandole contro tutta la frustrazione che provava e si buttò sul letto di schianto, affondando di qualche centimetro. Non poteva credere a quello che Joe gli aveva detto. Che lo considerasse solo un ragazzino incapace di amare. E nemmeno Kevin lo aveva protetto o difeso.
    Con rabbia, si tirò via una lacrima dal volto liscio, che però venne subito seguita da una terza e una quarta.
   Si sentiva in qualche modo attaccato. Tradito. Oltre che tanto, tanto triste…
   Le parole di Joe gli rimbombavano nelle orecchie, forti come se qualcuno le avesse urlate, ma anche piano, quasi sussurrate armoniosamente. Non sei capace di amare.
   Non è vero si disse sdraiandosi a pancia in giù e fissando la parete spoglia. Non è vero, so che cos’è l’amore!
   Che cos’è l’amore? Si chiese in quel momento. Esisteva una terminologia esatta per spiegarlo? Se cerchi sul vocabolario, senza dubbio trovi decine di definizioni diverse. Ma sono esatte?
   Amore, per alcuni, è essere un tutt’uno con l’altra persona, amare i suoi difetti a tal punto da farli diventare pregi, non poter vivere in pace senza sapere costantemente dove sia. Per altri, invece, è essere rassicurati dai suoi abbracci e dai suoi baci, è emozionarsi ogni volta che si sente il suo nome e non desiderare altro che stargli vicino.
   Eppure, per Nick, amore era semplicemente amore. E il fatto che ora si sentisse così confuso stava solo a significare quanto profondo fosse il significato nascosto dietro a questa parola, non più labile e concreto di quanto non lo fosse un ombra proiettata alla luce di una candela.
   Ma sapere che i tuoi fratelli lo consideravano un ragazzino incapace di provare veri sentimenti lo feriva.
   Si strofinò gli occhi e prese un profondo respiro per calmarsi, sperando che i suoi occhi non tradissero il fatto che aveva pianto. Alzandosi a fatica, si sedette sulla sedia della sua scrivania e afferrò la chitarra classica di legno scuro poggiata lì accanto.
   Cercando di svuotare la testa da ogni pensiero, suonò dolcemente qualche accordo. Quel semplice gesto, quel melodioso suono che gli penetrava fino al cuore aveva sempre avuto il potere di calmarlo e gli trasmetteva una sorta di pace. Anche adesso, nonostante tutto il resto del mondo gli apparisse grigio, cercava di concentrarsi solo sulla melodia che le sue dita sole producevano, ma era tanto difficile…
   Rivolse lo sguardo verso il sole pomeridiano che splendeva opaco attraverso il sottile strato di nubi bianche che rendeva ancor più perfetta quell’immagine che ogni pittore avrebbe voluto rappresentare.
   Un pittore è anche un po’ un poeta, che tramite i suoi quadri descrive ciò che qualcun altro racconterebbe con le parole, riuscendo a cogliere i significati più nascosti che in realtà sono davanti ai nostri occhi. Come avrebbe descritto un poeta quella scena? Un ragazzo dai capelli ricci e gli occhi lievemente arrossati, le guance solcate dai ricordi di quelle che erano state le più tristi delle lacrime, abbracciava la sua chitarra  perso nei suoi pensieri seduto davanti alla finestra, lo sguardo malinconico rivolto al sole che gli illuminava il volto e al mare che splendeva sotto il medesimo sole, solitamente portatore di allegria e felicità e adesso unico testimone di un grande dolore malamente nascosto dietro uno sguardo di ghiaccio.
   E una ragazza dietro di lui…
   Scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo dall’orizzonte, Nick si accorse che qualcuno gli aveva poggiato una mano sulla spalla. Alzò gli occhi su Noemi che lo guardava preoccupata.
   Nick impose alla sua voce di sembrare normale.
   -Come sei entrata?-.
   Come non detto…
   Noemi tentò un sorriso –Con il doppio della chiave, è ovvio-.
   -La prossima volta mi ricorderò di prendere anche quello-.
   Ignorando lo strano sarcasmo, Noemi si sedette sul letto alle sue spalle costringendolo a voltare la sedia per poterla guardare negli occhi, nonostante in quel momento non ne avesse per niente voglia.
   -Cosa c’è?- le chiese cercando di non sembrare troppo sgarbato.
   -Vi ho sentiti gridare-.
   -Ryan dov’è?-.
   -Mi ha detto di passare a salutarti, torna a casa. Ma non cambiare argomento-.
   Visto che il ragazzo continuava a tacere e a fuggire al suo sguardo, continuò
   -Nick cos’è successo? Non ho sentito cosa vi dicevate ma… eravate arrabbiatissimi l’uno con l’altro, non sembravate nemmeno voi…-.
   -Noemi, è stato solo un momentaneo litigio, può succedere. Kevin probabilmente è preoccupato per qualcosa, io magari ho detto ho fatto qualcosa che gli ha dato fastidio, Joe…-.
   S’interruppe e per evitare che nuove lacrime gli spuntassero dagli occhi si voltò nuovamente verso l’orizzonte che non era più bello come prima.
   Noemi si alzò, gli occhi fissi sulle sue spalle, e gli si avvicinò lentamente.
   -Nick, che cosa ti ha fatto?-.
   -Chi?-.
   -Joe, e chi sennò?-.
   -Che ti fa pensare che mi abbia fatto qualcosa?- domandò Nick cercando di sembrare disinvolto ma sapendo benissimo di non averla convinta. In fondo, non convinceva nemmeno se stesso.
   -Potrei elencarti una sequela di cose che mi fanno pensare che ti abbia fatto o detto qualcosa, ma siccome non hai voglia di parlarne, non sarò certo io a costringerti a farlo-.
   Si allontanò da lui e si avvicinò alla porta, senza voltarsi, se non proprio all’ultimo
   -Sappi solo che ti vuole un bene indescrivibile, sia lui che Kevin, e nonostante il suo carattere, verrà a scusarsi-.
   Poi, senza dire altro, uscì.
   Nick non si voltò, evitando così che si accorgesse che aveva ricominciato a piangere, nonostante cercasse in tutte le maniere possibili e immaginabili di evitarselo.
   Speriamo…
 
***
 
Sentendo che Ryan salutava gli altri componenti della famiglia, Joe prese una decisione e si fiondò davanti alla porta per incettarlo dopo che aveva salutato Kevin.
   -Posso parlarti?-.
   Ryan lo seguì sospettoso nell’angolo più lontano dagli altri e si voltò di colpo, bloccando Joe spalle al muro.
   -Sta’ lontano da Noemi-.
 
Spazio Autrice:
wooo okay! Mi sono seduta davanti al computer sfidando il blocco dello scrittore e questo è il risultato… Mah… Comunque spero che vi sia piaciuto….Lo spero tantooo =( =) =D
   Pooovero Nick =’( Mi mette tanta tristezza!!!
   Basta, vi saluto =) Oltre ai soliti ringraziamenti per i recensori! Il concorso per il monumento è ancora aperto ahah…
   Ciao a tutti =)
   Marty_love Jonas
   
 
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