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Autore: PanteraNera94    06/10/2011    2 recensioni
"Nell’alte vie dell’universo intero, che chiedo mai, che spero…
altro che gli occhi tuoi più vago, altro più dolce aver che il tuo pensiero?".
Fan-fiction scritta come seguito di Breaking Dawn e ambientata sei anni dopo la fine del romanzo che tutti amiamo e tutti conosciamo. Dal punto di vista di Renesmee, una storia che narra della sua crescita interiore ed esteriore, del suo crescende amore nei confronti di Jacob e delle reazione che esso comporterà nei suoi genitori...Enjoy!
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 10: Vacanza


Ricordati che ti chiamerò tre volte al giorno, quindi tieni il cellulare acceso e non dimenticarlo da qualche parte”. Annuii piano senza ascoltare, ormai la paternale andava avanti da un quarto d'ora e l'agitazione di mio padre cresceva mano a mano che l'orario della sua partenza si avvicinava. Io non ero preoccupata ne ansiosa, me ne stavo seduta su una delle valige, mentre mio padre faceva avanti e indietro per metterle in macchina e mia madre prendeva le ultime cose che mancavano. Quando mio padre uscì di nuovo, sospirai e lo seguii con lo sguardo attraverso la finestra.

Spero che non mi chiami ogni cinque minuti” mormorai, continuando a guardarlo.

Gli sequestrerò il cellulare” rispose mia madre, ridendo. Intanto mio padre era tornato, pronto per prendere la prossima valigia e mi sorrise a mo' di scuse, come se avesse sentito tutta la conversazione. Quando ebbero finito li accompagnai sul ciglio della porta per aspettare Jake.

Nessie, mi raccomando...” ricominciò mio padre, sempre più agitato.

Papà è una vacanza!” sibilai. “Devi divertirti, io starò bene”.

Non era molto convinto, sarei stata un suo pensiero fisso. “Tre volte al giorno, non te lo dimenticare”.

Si” sbuffai e lui rise, divertito. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, poi mia madre impaziente iniziò a guardarsi intorno, a differenza di mio padre non vedeva l'ora di partire e lasciarsi Forks alle spalle e non la biasimavo per questo.

Ma dov'è Jacob?!” esclamò infine.

Starà arrivando, amore” la rassicurò mio padre. “L'aereo è tra un'ora”. Mia madre non rispose, ma continuò a guardare tra gli alberi alla ricerca del più piccolo suono o movimento che avesse potuto presagire l'arrivo del mio lupo. Anche io non vedevo l'ora che partisse, un'intera settimana da sola con Jake, la mia carta di credito e la mia macchina nuova, cosa potevo volere di più dalla vita? Dopo circa un quarto d'ora Jake spuntò in forma umana dai cespugli di fronte la mia casetta e si avvicinò svelto con un gran sorriso stampato in faccia.

Finalmente!” sibilò mia madre.

Jacob” lo salutò mio padre, quando ci raggiunse.

Non potevi venire in forma di lupo?” lo sgridò mia madre.

Andiamo, Bells!” si giustificò lui. “Solo cinque minuti di ritardo”.

Ora è meglio che andiamo” continuò lei, senza rispondergli. Mi si avvicinò e mi abbracciò, continuando a ringraziarmi. “Divertitevi” mormorai, mentre si allontanava, lasciando spazio a mio padre.

Nessie?” chiese lui, severo.

Si, papà, tre volte al giorno” sbuffai, sorridendogli e lui mi strinse forte a se, come se non volesse lasciarmi. Poi, allontanandosi, lanciò un'occhiata di avvertimento a Jacob che gli rispose con un sorriso compiaciuto, prima che lui salisse in macchina. Li guardammo andare via, quando la macchina sparì tra i cespugli rientrammo in casa e ci accomodammo sul divano.

Perché hai fatto tardi?” chiesi a Jake.

Sono venuto con la moto” rispose, ridendo.”Cosa vuoi fare oggi?”.

Non lo so” risposi. “Di certo non voglio rimanere qui”.

Claire mi sta implorando di rivederti” sghignazzò lui. “E mio padre dice che non vado mai a trovarlo”.

Allora si va a La Push!” esclamai, contenta.

Esatto” rispose lui.

Allora vado a prepararmi” mormorai, fiondandomi in camera mia. Presi la prima borsa che mi trovai davanti, ci infilaii un costume e una felpa e un jeans di ricambio, nel caso Jake avesse deciso di buttarmi in acqua vestita. Poi presi il telefono e velocemente composi il numero di Alice, che rispose al primo squillo.

Nessie?”.

Ciao, Alice” risposi. “Volevo solo dirti che stamattina vado a La Push con Jake”.

Va bene”mormorò. “Ma stasera fate un salto anche qui!”.

D'accordo” esclamai. “Ora però devo andare, ciao!”. Chiusi la chiamata e raggiunsi Jake nel soggiorno, lui mi guardò un attimo e poi, chiese: “Andiamo?”.

Andiamo” concordai e lo seguii fuori casa. Mi assicurai che il cellulare fosse nella sua tasca e che non ci fosse il silenzioso, stavo per rimetterlo in tasca quando squillò tra le mie mani.

Papà?” chiesi, sconcertata. “Avete dimenticato qualcosa?”.

No, Nessie” rispose lui. “Cosa stavi facendo?”.

Niente” spiegai. “Stavo per andare a La Push con Jake”.

Ah” sussurrò. “Sta attenta”.

Si, papà” lo rassicurai. “Dove siete?”.

Stiamo per imbarcarci” mormorò. “Ora però vado, tesoro”.

Va bene, papà” lo salutai.

Già, mi manchi” sbuffò lui. “Ti voglio bene”.

Anch'io” risposi e attaccai. Jacob, intanto, era andato a riprendere la moto che aveva lasciato tra i cespugli ed era tornato, fermandosi di fronte a me, sorridendo soddisfatto. Velocemente rimisi il cellulare nella tasca dei jeans e poi salii sulla moto.

Tieniti forte!” mi avvisò Jake e io, senza farmelo ripetere, mi aggrappai alla sua schiena. La moto partì in un attimo e insieme alla polvere si alzò anche un ruggito assordante, subito cominciò a sfrecciare nella foresta evitando gli alberi agilmente. Visto che rimanemmo nella foresta, evitando strade e traffico, dimezzammo la durata del viaggio e arrivati a La Push trovammo Quil e Claire sulla spiaggia che giocavano come al solito. Nessuno dei due ci vide e io seguii Jake nel suo garage, dove posò con cura la moto attento a non danneggiarla e poi, ci dirigemmo insieme sulla spiaggia e io andai incontro a Claire.

Claire” la chiamai. Appena mi vide il suo viso si illuminò e mi corse incontro urlando: “Nessie, Nessie!”. Aprii le braccia, istintivamente, e lei mi buttò le braccia al collo ridendo. Raggiungemmo Quil e Jake che scherzavano sulla spiaggia scambiandosi pugni amichevoli.

Allora” li chiamò Claire, con la sua vocina squillante. “cosa facciamo oggi?”.

Cosa vuoi fare, piccola?” chiese Quil, sempre pronto ad esaudire ogni sui piccolo capriccio.

Il bagno!” urlò lei, saltellando.

Vado a mettermi il costume” mormorai al mio lupo, mentre Claire era già salita sulle spalle di Quil e insieme stavano andando ad immergersi tra le onde. Jacob non rispose, allora mi diressi verso casa sua, così da potermi cambiare. Ma prima che mi allontanassi troppo, il mio lupo mi fu alle spalle e mi prese per un braccio.

Non c'è ne bisogno” mormorò. Cercai di liberarmi, ma la presa ferrea di Jacob si spostò dal mio braccio alla vita e senza troppe cerimonie mi alzò da terra, trascinandomi verso la spiaggia. Prima che Jacob mi facesse fare un bel tuffo tra le onde, il mio cellulare squillò e lui fu costretto a rimettermi sulla spiaggia, sbuffando. Non ebbi neanche bisogno di controllare il nome sul display. “Papà?”.

Ciao, tesoro” mi salutò come se niente fosse. “Cosa stai facendo?”.

Stavo per fare il bagno” risposi, mentre cercavo di allontanarmi da Jake. Salvare i vestiti era ancora nei miei piani...

Con chi?” chiese mio padre.

Con Jake, Claire e Quil” mormorai, guardandomi intorno.

Va bene” sospirò lui. “Allora ti lascio divertire”.

Potresti provare a farlo anche tu” suggerii. “Avevi detto tra volte al giorno, non in un'ora”.

Rise di gusto e quando la risata si spense, disse: “Hai ragione, tesoro, divertiti!”.

Ciao, papà” lo salutai.

Ciao, Nessie” rispose e attaccò. Misi il cellulare nella borsa per evitare che si bagnasse e cercai, di nuovo, di raggiungere la casa di Jake. Ma lui era proprio lì che mi aspettava, appoggiato alla veranda, sorridente. Mi venne incontro e non riuscii a scappare, questa volta mi prese in braccio e corse verso il mare, per non rischiare di essere di nuovo interrotto da qualcuno, mentre io gli urlavo: “No! Jake, fammi cambiare!”. Ma lui ridendo mi lasciò cadere in acqua, mentre Claire rideva e batteva le mani insieme a Quil. In un attimo mi ritrovai sommersa, con il sedere sul fondale e le onde che si infrangevano sulla mia schiena, comunque riuscivo ancora a sentire le risate di Claire e dei due licantropi. Mi alzai velocemente e ridendo mi avventai sul mio lupo cercando di farlo cadere, il risultato fu che mi ritrovai sul petto nudo del mio licantropo, mentre lui se la rideva steso sul fondale. La giornata passò in fretta tra schizzi, urla e risate. A pranzo ci fermammo da Billy che fu molto contento di riavere suo figlio a casa, insieme a noi, come al solito c'erano Rachel e Paul ormai inseparabili. Mangiammo tranquillamente e dopo io e Jake facemmo una passeggiata da soli sulla spiaggia. Non parlammo di niente in particolare, eravamo solo felici di essere un po' da soli. Quando il sole cominciò a calare decidemmo di andare a casa Cullen, anche se sapevamo che Alice avrebbe continuato a torturarci con la storia dei vestiti per la scuola. Salutai tutti velocemente e poi raggiunsi Jake nel suo garage, intento a portare fuori la moto.

Se tua zia ricomincia con la storia della scuola, giuro che me ne vado!” sibilò.

Non puoi” risposi, sorniona. “Devi rimanere con me, l'hai promesso!”.

A tua zia non dispiacerà torturarti per tutta la notte!” scherzò.

Si diverte di più a torturare te” constatai.

Andiamo” mi chiamò, sorridendo. “Salta su”. Velocemente, salii sulla moto e mi aggrappai alle sue spalle, mentre partiva. Questa volta non passammo per la foresta, ma usammo la strada abituale. Qualcosa mi diceva che stava facendo di tutto per perdere tempo e io non avevo nulla in contrario. Arrivammo a casa Cullen quando ormai era quasi buio e gli ultimi raggi di sole giocavano tra gli aghi di pino, creando sul terreno strani disegni danzanti. Ad accoglierci a casa Cullen fu mia nonna e, con mia grande sorpresa, Alice e Jasper non erano in casa.

Dov'è Alice?” chiesi.

Sono andati a caccia” sussurrò, titubante, mia nonna. Poi si defilò in cucina dicendo che doveva prepararci la cena. In casa c'era una strana atmosfera, probabilmente era successo qualcosa e nessuno voleva mettermi al corrente dell'accaduto. Jacob fece finta di niente e seguì mia nonna in cucina, mentre io mi accomodai sul divano, vicino a Rose.

Cosa hai fatto oggi?” chiese, subito.

Siamo stati in spiaggia” risposi, senza pensarci.

Ti sei divertita?” continuò, cercando di portare avanti la conversazione.

Molto” esclamai, soddisfatta. Era stata una giornata meravigliosa ed ero sicura che il resto della settimana sarebbe andato ancora meglio. Rosalie non aggiunse altro e io ispezionai con gli occhi la stanza in cerca di qualcosa che non quadrasse, ma non vi trovai niente. Mio nonno, come al solito, era nel suo studio, potevo sentire le pagine dei libri girarsi una dopo l'altra molto velocemente, poi i miei occhi caddero su Emmett che faceva zapping con aria arrabbiata e infastidita. Quello era l'unico particolare che non quadrava, ma non ci feci molto caso... Rimanemmo un po' in silenzio, quando sentii il mio cellulare vibrare. Scattai verso la mia borsa e risposi, prima ancora che la mia mano fosse arrivata sul mio viso.

Papà?” risposi.

Ciao, Nessie!” esclamò lui.

Dove siete?” chiesi curiosa.

Sulla spiaggia” scherzò lui.

Com'è l'isola?”.

Bellissima” spiegò. “Esattamente come la ricordavo”.

La tua memoria è infallibile...” mormorai, contenta.

Tu dove sei?” continuò mio padre.

Siamo a casa Cullen”

Nessie è pronto!” mi chiamò mia nonna.

E' meglio che tu vada” consigliò mio padre.

Va bene” risposi. “Allora ci sentiamo domani?”.

Perché?” sbottò lui.

Hai detto tre volte al giorno” spiegai. “Mi hai già chiamata tre volte”.

Va bene” sospirò. “Allora buonanotte”.

Buonanotte” risposi ridendo, non era una cosa che si augurava spesso ai vampiri. Misi il telefono nella tasca dei jeans, andai in cucina e trovai Jake era già seduto a tavola e mi aspettava impaziente. Mi sedetti a tavola e cominciammo a mangiare, mentre mia nonna si allontanò.

Vuoi dormire qui o andiamo a casa?” chiese Jake, mentre finiva il piatto di pasta.

Voglio andare a casa” risposi, pensierosa.

Bene” mormorò lui, molto sollevato da quella prospettiva. Dopo cena, rimanemmo un altro po' con i miei zii e poi tornammo a casa. Come la prima, volta Jake non usò le strade ma attraversammo la foresta che ormai era immersa nel buio e i suoi abitanti dormivano tranquilli, a parte qualche eccezione come un gufo appollaiato su un albero nell'attesa di una preda. Per quanto fosse buio e la foresta illuminata solo dal leggero bagliore della luna, riuscivo a vedere ogni piccolo dettaglio che ad un normale umano sarebbe rimasto celato. Arrivati a casa Jake lasciò la moto all'entrata e poi mi seguì in casa.

Hai visto com'erano tesi i miei zii?” chiesi, prendendolo in contropiede. Non avevo dimenticato gli strani atteggiamenti della mia famiglia e sapevo che se fosse successo qualcosa Jacob non ne sarebbe stato tenuto all'oscuro.

Io non ho notato niente” si giustificò.

Mi sarò impressionata” sospirai, se pensava che sarebbe finita li si sbagliava. Non ero una bambina e non volevo essere trattata come tale.

Allora vado a cambiarmi” continuai, chiudendomi in bagno. Jake aspettò paziente nel soggiorno che finissi e dopo lo raggiunsi. Lo trovai che fissava il divano accigliato.

Che stai facendo?” lo scrutai.

Non posso dormire qui” si lamentò. “Questo divano è troppo piccolo”. Mi avvicinai al divano e confrontai, mentalmente, la grandezza delle sue spalle e quella del divano. No, non ci sarebbe mai entrato, almeno che non avesse voluto dormire per metà sul pavimento, ma non era molto comoda come idea.

No, hai ragione” sospirai. Cominciai a guardarmi intorno cercando una soluzione, gli unici letti disponibili erano quello dei miei genitori e il mio. Fallo dormire nel letto dei miei genitori era fuori discussione, i miei genitori non avrebbero gradito la puzza. L'alternativa era fallo dormire con me, cosa che mio padre non avrebbe apprezzato per niente, anzi, avrebbe cacciato fuori Jacob a calci. Ma, mio padre non doveva saperlo per forza... chissà perché l'idea di disubbidire mi dava sempre una scarica di adrenalina, dopotutto mascherare l'odore sarebbe stato facile, se Jake aveva passato la settimana con me era normale che una volta o due gli era capitato di entrare in camera mia o sedersi sul mio letto. Per fare quel ragionamento ci misi circa mezzo secondo e rivalutando l'idea mi sembrò sempre più entusiasmante.

Puoi dormire con me” mormorai, abbassando lo sguardo.

Tuo padre mi ucciderebbe” constatò lui, ironicamente.

Non è detto che debba saperlo” sorrisi, maliziosa.

Se la metti così” acconsentì, imitando il mio sorriso. Ci dirigemmo in camera mia e lui mi prese per mano, quel contatto così casuale mi scatenò una miriade di sensazioni diverse. Il caldo della sua mano, la forza della sua stretta e il sorriso che era rimasto sul suo volto fecero si che il mio corpo venisse inondato da brividi di calore che mi attraversarono velocemente e che poi si riunirono nel mio stomaco e rimasero lì per un bel po'. Lui si adagiò lentamente sul mio letto e aspettò paziente che spegnessi il cellulare, poi mi accoccolai accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto nudo e mi addormentai mentre mi accarezzava i capelli...


Il giorno dopo non fu affatto facile svegliarsi, sarei potuta rimanere anche tutto il giorno accoccolata sul petto del mio licantropo. Ma decisi di alzarmi e visto che Jake non ne voleva sapere, cominciai a lavarmi e poi andai a preparare la colazione. Quando fu pronta la misi in tavola e mi diressi in camera mia per svegliare il mio licantropo, sorprendentemente era già sveglio e lo trovai seduto sul letto che contemplava la stanza ancora mezzo addormentato.

La colazione è pronta” lo informai.

Bene” rispose, sorridendomi e seguendomi in cucina. Non ci mise molto a finire tutto quello che avevo preparato, mentre io me la presi più con comodo.

Cosa facciamo oggi?” chiese, curioso.

Potremmo andare da Charlie” riflettei.

Si” acconsentì. “E' una buona idea”. Finita la colazione, cominciai a rimettere in ordine la cucina mentre Jake si dava una rinfrescata. Poi, sempre in sella alla sua moto, ci dirigemmo a casa di mio nonno. Jake posò la moto nel vialetto e poi, insieme andammo verso la porta di mio nonno. Bussammo due volte, poi l'uscio della porta si aprì e con nostra grande sorpresa, fu Leah ad accoglierci in casa.

Ciao, Leah” la salutai.

Ciao, Nessie” rispose lei con sufficienza.

Cosa ci fai qui?”.

Jacob!” urlò Seth venendoci incontro. “Ehy, Nessie!”.

Ciao, Seth” intonammo in coro io e il mio lupo.

Rimaniamo a pranzo” ci informò Leah, prima di farci entrare. Mio nonno chiacchierava amabilmente con Sue e nessuno dei due si era accorto del nostro ingresso.

Ciao, nonno” lo salutai.

Lui sorpreso, si alzò di scatto e mi venne incontro. “Nessie!”.

Come stai?” gli chiesi, premurosa.

Benissimo e tu? Dove sono i tuoi genitori?” domandò guardandosi intorno, ma trovò solo Jake.

Diciamo che si sono presi una vacanza” ironizzai.

E tu che ci fai qui?” continuò.

Ho pensato di venirti a trovare” spiegai.

Hai fatto benissimo!” esclamò, illuminandosi. Ci accomodammo in salotto, che con tutti quei licantropi sembrava ancora più piccolo. Io, Sue e Leah eravamo sedute sul divano, mentre mio nonno si era posizionato sulla sua poltrona e Jake e Seth erano seduti a terra a pochi passi da me. Mio nonno parlava del più e del meno, quindi non ci prestai molta attenzione e cominciai a fare zapping sulla TV nuova che gli avevamo regalato, finché una frase di Sue non attirò la mia attenzione...

E di tutte quelle ragazze morte, che mi dici?” chiese, preoccupata. “State indagando?”.

Facciamo il possibile” rispose, sconfortato mio nonno. “Ma arriviamo sempre un attimo dopo”.

Avete qualche indizio?” domandò Sue sempre più preoccupata.

No, purtroppo” mormorò mio nonno. “Chiunque sia è un maestro in queste cose”.

Hai visto la partita di baseball?” intervenne Jacob per troncare quel discorso.

No” spiegò mio nonno. “Ieri abbiamo fatto gli straordinari”.

Come mai?” chiesi, innocentemente.

Ne hanno trovata un'altra” mi informò. “Proprio di fronte al negozio dei Newton”.

Ah, si?” risposi, sarcastica, lanciando un'occhiataccia a Jacob, che, come al solito, fece finta di niente. Ora quadrava tutto, l'assenza di Alice e Jasper la sera prima, il nervosismo di Emmett e la tensione che si respirava a casa Cullen. Cercai di nascondere la rabbia, ma non fu semplice, così andai in cucina ad aiutare Sue a preparare il pranzo, per distrarmi un po'. Mangiai in silenzio, mentre mio nonno continuava ad intrattenere una discussione che non stavo seguendo e rispondevo solo quando ero interpellata. Comunque fu una giornata piacevole e come la precedente finì in fretta e per fortuna mio padre mi aveva chiamata solo una volta. La sera arrivò in fretta e fummo costretti a salutare e ad andare via, salii sulla moto senza dire una parola e invece di aggrapparmi alle sue spalle, usai solo i piedi per tenermi in equilibrio e lui non disse niente... Arrivati a casa Cullen si respirava un'atmosfera molto più serena, giustamente pensavano di averla scampata. Ad accoglierci fu Alice che era già sul punto di ricominciare con i suoi discorsi sulla moda, ma probabilmente la mia espressione le fece cambiare idea.

Grazie per avermi detto che ne avevano trovata un'altra” sputai, appena entrata nel salotto.

Io non ero d'accordo!” si difese subito Emmett.

Tu volevi solo andare con loro!” lo accusò Rose.

Questo non cambia le cose” sibilai.

Mi dispiace, tesoro” mormorò mio nonno.

Non sono una bambina” esclamai, stizzita. “E non voglio essere trattata come tale!”.

Hai ragione” concluse mio nonno. “Non succederà più”. Finita la discussione mi diressi in cucina, dove mia nonna aveva già preparato la cena. Io e Jake mangiammo in silenzio e quando avemmo finito, tornammo a casa, dopo aver dato la buona notte a tutti.

Nessie” mormorò lui, appena entrati in casa.

Non pensare di passarla liscia” lo accusai. “Tu sapevi tutto!”.

Volevamo solo proteggerti” si giustificò.

Mentendomi?” chiesi, sarcastica.

Ehy, tutti sbagliano!” esclamò.

Si” concessi. “Ma quando la smetterai di considerarmi una bambina?!”.

Io non ti considero una bambina” rispose, semplicemente. Poi, di fronte al mio silenzio si avvicinò e stringendomi al suo petto, mormorò: “Mi perdoni?”.

Mi prometti che non accadrà più?” mormorai.

Promesso”.

Non ci fu bisogno di dire altro, insieme ci dirigemmo nella mia camera e come la sera precedente, mi addormentai sul suo petto caldo, cullata dal suo respiro...


Il giorno dopo, il risveglio non fu tanto piacevole. Il battere dei rami sulla finestra e il rumore della pioggia insistente che si abbatteva contro il vetro mi svegliarono violentemente. Mi guardai intorno confusa, dopotutto non ero ancora pronta per svegliarmi...guardai la sveglia: le cinque, fantastico! Sapevo che non sarei riuscita a riaddormentarmi, quindi mi alzai per non disturbare il mio lupo che al contrario dormiva come se niente fosse. Era bellissimo nell'incoscienza in cui lo costringeva il sonno e il respiro regolare e profondo mi calmava più di qualsiasi altra cosa. Mi diressi in salotto chiudendo piano la porta e mi posizionai sul divano, accendendo la TV. Probabilmente mi appisolai di nuovo, perché quando chiusi gli occhi ero sicura fossero le cinque, mentre quando li riaprii erano circa le otto. Dopotutto in soggiorno non si sentiva la pioggia, quindi riaddormentarmi fu molto più facile.

Oggi non si esce” constatò il mio lupo, arrivandomi alle spalle.

Mi sa di no” sospirai, triste.

Che ci facevi sul divano?” chiese, curioso.

Mi sono svegliata perché la pioggia mi dava fastidio” spiegai.

Va bene” concesse. “La colazione è pronta”. Mi alzai sorpresa e felice e lo seguii in cucina. Si era dato da fare, aveva preparato uova, bacon, biscotti e latte e fui felice di sedermi a tavola per assaggiare la cucina del mio lupo. Nonostante avesse preparato una colazione per quattro, non ci mise più di qualche minuto per finire la sua porzione e mentre aspettava che io finissi, fischiettava felice.

E' una tempesta in piena regola” riflettei, una volta tornati in salotto.

Già” rispose lui. “E in pieno agosto!”.

C'è poco da stupirsi” convenni. “Siamo a Forks!”.

E' vero” concesse. “Allora cosa facciamo oggi?”.

Non lo so” mormorai. “Cosa vuoi fare?”. Non rispose, prese il telecomando e mettendosi comodo sul divano cominciò a cercare un programma interessante. Allora mi alzai e mi diressi in camera mia, dove presi un libro che mi aveva consigliato mia madre “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. Era uno dei suoi preferiti e anche mio nonno quando seppe che lo stavo leggendo fu contento della mia scelta e mi consigliò di leggere anche gli altri libri della Austen. Tornai in salotto e sedendomi sul divano, cominciai a sfogliare i libri tranquillamente, mente il mio lupo guardava la TV.

Hai intenzione di leggere tutto il giorno?” sbuffò.

Hai idee migliori?” chiesi, curiosa.

Uffa!” si lamentò. “E pensare che oggi volevo andare a caccia!”.

Possiamo andarci domani” consigliai. “Non penso che pioverà”.

Si, hai ragione” concesse. “Ma oggi cosa facciamo?”.

Non lo so” riflettei.

Cominciamo a buttare quel libro!” scherzò, sfilandomelo dalle mani e alzandolo in aria, dove non potevo arrivare.

Ridammelo!”esclamai, mentre saltellavo per cercare di riprendermelo, conscia che fosse tutto inutile.

Non hai un camino?” chiese, divertito.

Non osare!” sibilai. Lui si alzò dal divano, tenendo sempre il libro in aria, e cominciò ad indietreggiare mano a mano che mi avvicinavo per cercare di prenderlo. Cosa che era fisicamente impossibile, visto che lui era alto due metri e io poco più di un metro e sessantacinque... Avrei potuto saltare, ma così avrei rotto qualcosa e non volevo correre il rischio di dover correre in capo al mondo per poterla sostituire, così continuavo a seguirlo per tutta la casa, senza ottenere risultati.

Andiamo, Jake!”.

Perché?” chiese, noncurante. “Io mi sto divertendo!”. Non ebbi il tempo di rispondere, che sentii il cellulare vibrare nella mia stanza, così, per non far aspettare mio padre, corsi a rispondere. La conversazione non fu lunga, ma Jake si annoiò lo stesso e andò a sedersi sul divano, lasciando il libro sulla scrivania. Mio padre non si sorprese affatto che a Forks piovesse e mi raccontò un po' quello che stavano facendo loro sull'isola e dopo i soliti saluti, attaccai. Tornata in salotto, Jake era di nuovo seduto sul divano intento a guardare la TV, così silenziosamente mi avvicinai e staccai la spina dal muro.

Cosa stai facendo!?” sibilò.

Se io non posso leggere, tu non puoi guardare la televisione” spiegai.

Allora cosa vuoi fare?” chiese, alzandosi.

Mi guardai intorno ancora una volta e poi gli risposi. “Come te la cavi a dama?”.

Cosa?” domandò, sconcertato.

Che c'è di male?”.

Vada per la dama” concesse, con un sorriso ironico. Corsi nel mio armadio e cominciai a cercare la scatola della dama, ma fu più difficile di quanto credessi. Alice con tutti quei vestiti doveva averla spostata in fondo all'armadio. Speravo solo che non l'avesse buttata per sbaglio, alla fine mi affidai al mio olfatto e quando sentii l'odore di un vecchio scatolo, fui sicura di averla trovata. Passammo tutta la mattinata a giocare a dama, visto che dopo le prima incertezze, Jake cominciò a divertirsi sul serio e amava prendermi in giro ogni volta che riusciva a fare dama o a mangiarmi una pedina, per non parlare poi di quando riusciva a vincere. L'ora di pranzo arrivò senza neanche che ce ne accorgessimo, anche perché sorprendentemente mio padre non mi aveva ancora chiamata, forse mia madre aveva trovato una maniera efficace per tenerlo distratto. Io e Jake ci divertimmo a preparare il pranzo insieme e a criticare a vicenda la cucina altrui. Dopo pranzo decidemmo di guardare un film, la scelta fu ardua visto che i film di mia madre erano abbastanza vecchi e secondo Jake anche noiosi, aveva tutti i tipi di Romeo e Giulietta e tutti film del genere, alla fine optammo per una commedia. Una commedia che in fin dei conti non faceva ridere così tanto, anzi, era anche noiosa. Così appoggiai la testa sulla spalla del mio lupo, che per poco non si addormentava. Intanto, la pioggia imperterrita non voleva saperne di finire e quel film andava avanti da circa due ore e non voleva proprio saperne di finire. Durante il pomeriggio mi avevano chiamata mio padre e mia nonna, entrambi volevano sapere cosa stessi facendo e se mi stessi annoiando e ad entrambi dovetti mentire per evitare che Alice o qualcun altro arrivasse a farci compagnia.

Il tuo gusto nello scegliere i film è quasi peggiore di quello di tua madre” scherzò il mio lupo.

Questo lo hai scelto tu!” lo accusai. “Io preferivo una delle versioni di Romeo e Giulietta”.

Che noia!” brontolò. “Tanto già lo sai che muoiono entrambi!”.

Cosa c'entra?!” esclamai, alzandomi per guardarlo negli occhi. “E' il resto della storia che conta!”.

Certo” sorrise, sarcastico. “Il loro amore eterno!”.

Proprio quello!” sbuffai. Lui mi guardò serio un attimo e poi sorrise scuotendo la testa.

Cosa c'è?” chiesi.

Scrollò le spalle e poi ridendo, rispose: “Tanto muoiono!”. Gli diedi un pugno sul braccio e mi unii alla sua risata, era sorprendete come riuscisse a ridere su qualunque cosa, anche su una storia romantica come quella di Romeo e Giulietta. Quando la risata si spense, continuammo a fissarci negli occhi, come se cercassi una risposta o qualcosa del genere, neanche lo sapevo... quando lo guardavo negli occhi perdevo la concezione del tempo e dello spazio e non riuscivo neanche a riflettere lucidamente. Mentre formulavo quei pensieri mi accorsi che il braccio che aveva messo sulle mie spalle stava stringendo la presa e che il suo viso si stesse avvicinando lentamente a me. Desiderai chiudere gli occhi e lasciarmi andare a quel momento, sicura che questa volta non ci sarebbe stato nessuno ad interromperci, ma la parte più ragionevole di me mi ricordò che mio padre lo avrebbe preso come un tradimento, avrebbe pensato che avessimo aspettato che lui non ci fosse a tenerci d'occhio per lasciarci andare. Non volevo ferire mio padre, ma non volevo ferire neanche il mio lupo, comunque alla fine a malincuore decisi che quello non era il momento giusto. Mi alzai di scatto, sfuggendo alla sua presa.

E'...è... meglio che vada a preparare la cena” balbettai e mentre mi allontanavo, lo vidi sorridere come se se lo aspettasse. Scappai in cucina e cominciai a preparare la cena, non sapevo neanche quello che stavo facendo, ero troppo agitata per pensarci. Mi fermai solo quando mi accorsi che le grandi braccia di Jake, si appoggiavano sul piano della cucina, costringendomi tra lui e i mobili di fronte a me. Quando mi girai, me lo ritrovai col viso a pochi centimetri dal mio, che mi scrutava senza dire niente. Rimanemmo così un istante infinito e poi la sua mano destra si alzò, posizionandosi sotto il mio mento per portarlo all'altezza del suo viso.

Jake...io...io...” balbettai, incapace di formulare una frase coerente.

Ti amo” rispose lui, con tutto l'ardore di cui era capace la sua voce. Non mi diede neanche il tempo rispondergli, che le sue labbra furono sulle mie e questa volta non mi opposi, non volevo farlo. Ogni cellula presente nel mio corpo si sporgeva verso di lui, mentre le sue mani scesero sui miei fianchi e mi portarono verso il muro, dove mi ci costrinsero con un leggera spinta. Tutti le preoccupazioni, tutte le paure erano scomparse, non ricordavo più niente e non volevo farlo, vivevo quel momento come fosse il più bello della mia vita e niente poteva interromperlo. Lontanamente, come se provenisse da un altro pianeta, sentii la vibrazione insistente di un cellulare, ma lo ignorai, chiunque fosse avrebbe aspettato. Quando il baciò finì, mi ritrovai a guardarlo negli occhi e questa volta le parole non mi mancarono.

Ti amo” mormorai e lui sorrise, felice, poi per un'ultima volta avvicinò di nuovo le nostre labbra delicatamente, prima di lasciarmi andare. Non dicemmo niente, lui si sedette a tavola e io ripresi a preparare la cena. Mi sentivo felice, non ero mai stata così in pace con me stessa, sentivo che Jake era tutto quello che volevo e niente riuscì a turbare la serenità di quella sera. Dopo cena richiamai mio padre e riuscii a nascondere tutta la mia euforia, inscenando anche un po' di noia per la giornata passata a far niente. Poi mi accoccolai tra le braccia del mio lupo e questa volta invece che un bacio sulla guancia, mi diede la buonanotte con un bacio vero e proprio che mi fece scivolare in un sonno leggero e felice...


Il giorno dopo il risveglio conservò la gioia del giorno prima e come avevo predetto in cielo splendeva il sole. Mi alzai di scattò quando mi accorsi che Jacob non era al mio fianco e mi precipitai in cucina dove lo trovai a preparare la colazione come il giorno prima.

Buongiorno” lo salutai felice, mentre mi avvicinavo a lui.

Ciao, tesoro” mi salutò, mentre mi accarezzava i capelli. “Allora, oggi a caccia?”.

Si” risposi, eccitata. “Ho voglia di sangue”.

Bleah!” scherzò lui, facendo una smorfia. Dopo fatto la colazione, andammo subito a caccia. Fu più facile concentrarsi una volta che lui si fu trasformato, anche se non la smetteva di spingermi con il suo enorme muso o di leccarmi la faccia. Alla fine abbattemmo un cervo a testa e dopo che ebbi finito di bere il suo sangue, mi guardai intorno chiedendomi cosa avremmo potuto fare quel giorno. Mentre mi avvicinavo a Jake, che si ripuliva il muso nel fiume, ci raggiunsero anche Seth e Leah. Si scambiarono qualche sguardo e poi i due lupi sparirono nella foresta.

Cosa volevano?” chiesi, curiosa e lui scrollo le enormi spalle.

Cosa facciamo ora?” domandai, ancora. Lui corse nella foresta, dove non potessi vederlo e quando tornò era in forma umana.

Cosa vuoi fare?” esclamò, sorridente.

Non lo so” mugugnai.

Alla fine decidemmo di andare a casa Cullen, dove passammo una giornata piacevole insieme ai miei zii. Naturalmente, evitammo di metterli al corrente che io e Jake stavano insieme... quella parola mi sembrava alquanto inusuale, strana... Non volevamo scatenare liti, Rose non avrebbe reagito bene e mi bastava immaginare la reazione di mio padre, solo per rabbrividire. Il resto della giornata passò in modo tranquillo, Jake era bravo a mentire quando non c'era nessuno che poteva leggergli nel pensiero. Anche le giornate che mancavano all'arrivo dei miei genitori passarono felici e spensierate, anche se più passava il tempo più mi rendevo conto di ciò che avevamo fatto e mi preoccupava la reazione di mio padre. Non sapevo ancora se dirglielo o meno, mi faceva paura pensare che avrebbe potuto impedirmi di stare con Jacob e non sapevo proprio come affrontare la situazione. Jake dal canto suo non era molto d'aiuto, il suo menefreghismo non coincideva molto con la mia preoccupazione e per giunta non potevo parlarne con nessuno, visto che i miei parenti vampiri non ne sarebbero stati molto più entusiasti di mio padre. Purtroppo i due giorni rimanenti passarono troppo in fretta e alla fine del secondo dovetti affrontare il discorso con Jacob.

Pensi che dovremmo dirlo a mio padre?” chiesi, sedendomi accanto a lui sul divano.

Perché?” domandò, scettico.

Non penso che la prenderà bene” spiegai.

Non la prenderebbe bene comunque” insistette.

Si” risposi. “Ma ora lui non c'è... lo prenderebbe come un tradimento...”.

Ti fai troppi problemi” sbuffò.

Forse non avremmo dovuto” sospirai.

Perché?!” esclamò.

Mi fa paura la reazione che potrebbe avere” mormorai. Jacob mi si avvicinò con aria protettiva e mi avvolse tra le sue possenti braccia, poggiando il mento sulla mia testa.

Non permetterò che ti succeda nulla” mi rassicurò.

So che lui non mi farebbe del male” spiegai. “Ho solo paura di perderti”.

Ti ho aspettata per sette anni” sussurrò. “Non sarà di certo tua padre a dividerci”.

Ti amo, Jake”.

Ora lo so”. Alzai la testa per guardarlo e i nostri sguardi si incrociarono, mentre Jake riuniva le nostre labbra ancora una volta. Quando le nostre labbra si separarono, rimanemmo in silenzio a guardare il vuoto. Pensai a come sarebbe stato il ritorno dei miei genitori, Jacob non era bravo a tenere i suoi pensieri per sé e io non avevo capito se volevo dirglielo o meno... forse avrei dovuto parlarne con mia madre, visto che l'idea di affrontare mio padre non mi sfiorava nemmeno, avrei potuto lasciare a lei l'ingrato compito...Comunque era meglio se Jake non ci fosse stato, per evitare incidenti...

Jake” lo chiamai. “Penso che tu non dovrei essere qui al ritorno dei miei”.

Perché?” chiese, noncurante.

Non vorrei che ti scappasse qualcosa...”.

Se proprio ci tieni” mormorò.

Grazie” sospirai.

NDA: Questo è un capitolo bellissimo finalmente c'è il primo bacio ** lo adoro solo per questo. Spero che vi piaccia quanto piace a me e mi farebbe piacere ricevere i vostri pareri. Grazie e buona lettura.

  
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