Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: FRC Coazze    07/10/2011    16 recensioni
E se in una notte di fine ottobre 'qualcuno' fosse corso in aiuto ai Potter? E se questo qualcuno fosse riuscito a salvare la giovane Lily? E se sempre questo qualcuno fosse una persona innamorata da sempre di lei? E se Harry fosse scomparso?
Troverete risposta (forse) a queste domande nelle mia ff!
Dal primo capitolo: "Silente si era accostato ancora. La sagoma che giaceva accanto alle ginocchia della professoressa ora aveva un volto… e, per la miseria, anche un nome! Oh, Albus conosceva bene il colore di fuoco di quei lunghi capelli… conosceva bene i lineamenti freschi di quella giovane donna: Lily Evans giaceva lì, sul freddo pavimento, svenuta e con una sanguinante ferita sul petto… ma viva!"
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il Principe della Notte'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scusatemi, piccola premessa. Allora, visto ciò che accade in questo capitolo, ho pensato di alzare il rating della storia quantomeno a GIALLO.  I prossimi capitoli, comunque, torneranno ad essere pienamente verdi, è solo un attimo di defiance, ma a causa di questo capitolo mi vedo costretta ad alzare il rating a tutta la storia. Bene, detto questo, vi lascio alla lettura. Ci vediamo in fondo.

*******


 

    Capitolo 15
 

GLI ARTIGLI DELLA GUERRIERA    


 

Il camino di Villa Silente tossicchiò nuvole di fumo mentre una fiammata color smeraldo rombava improvvisamente tra le sue ceneri contorcendosi, poi, in un ultimo spasmo attorno alla figura che si era appena materializzata tra le sue lingue, prima di adagiarsi, moribonda, in un sospiro.

Albus Silente uscì dal camino pulendosi le vesti azzurre dalla fuliggine. Si aggiustò gli occhiali sul naso arcuato e sospirò guardando la pendola del soggiorno segnare le tre e mezza del mattino. Non era certo l’ora più adatta per rientrare, ma aveva una giustificazione. Aveva pensato di trascorrere la notte ad Hogwarts, nei suoi alloggi, ma le parole di Lucius Malfoy avevano scritto un nuovo programma per quella notte. Se Lord Voldemort poteva rintracciare Severus attraverso il Marchio, allora era meglio accertarsi che il ragazzo non lasciasse la protezione delle barriere intorno alla villa.

Aveva passato le ore precedenti a pensare, cercando un modo per proteggere Severus senza doverlo costringere alla prigionia, ma neanche la sua mente brillante era riuscita a trovare una soluzione… almeno, non per il momento. E poi c’era la questione Harry. Oh, lui sapeva perché Voldemort aveva cercato i Potter, perché voleva uccidere il piccolo Harry… e lo sapeva anche Severus. Le mire del Signore Oscuro si erano però portate verso quest’ultimo, mentre sembrava essersi completamente dimenticato di Harry. Regnava uno strano silenzio tra i Cavalieri di Valpurga. E questo lo preoccupava. Sembrava che il Signore Oscuro fosse in attesa… e se attendeva voleva dire che il suo piano era già in atto. Ma quale piano? Davvero voleva solo Severus? Oppure intendeva trovare Harry attraverso di lui? Che cosa stava macchinando Tom Riddle tra i fantasmi silenziosi e discreti del suo antico maniero?

Silente scosse il capo. Se continuava ad arrabattarsi così, la soluzione del problema sarebbe stata una bella pozione contro il mal di testa. L’unica cosa che poteva fare era aspettare, lasciare che gli eventi si sviluppassero, sperando che i piani di Voldemort si rivelassero, o che egli commettesse un errore. Si massaggiò le tempie distrattamente, quindi provvide ad estrarre la bacchette per farsi luce prima di avviarsi verso il piano superiore. Aveva davvero bisogno di una bella dormita.

Salì le scale di legno, facendo attenzione a non fare troppo rumore, e si ritrovò davanti alla porta della stanza di Lily. Osservò il legno scuro, appena socchiuso. Non era buona educazione spiare nelle camere delle signore, no di certo… ma lui era Albus Silente, e poteva permettersi certe libertà, giusto? Spinse delicatamente la porta gettando un’occhiata all’interno della stanza cercando il letto della giovane. La luce azzurra della bacchetta filtrò indiscreta nella camera illuminando un letto vuoto, le coperte ammucchiate contro il muro.

Il cuore di Albus fece un tuffo. Richiuse la porta mentre un’improvvisa consapevolezza, con cui non avrebbe mai voluto avere niente a che fare, gli martellava nel petto. Sperava soltanto che l’idea che gli era balenata in testa fosse sbagliata, mentre si dirigeva con passo svelto verso la camera di Severus. Aprì la porta con mano tremante e la spinse. Panico. Guardò la camera vuota per un attimo, poi si voltò richiudendo la porta con forza dietro di sé. Si aggrappò con forza alla balaustra di legno che dava sull’ingresso, al piano di sotto.

Non era possibile. Aveva appena scoperto che doveva tenere Severus al sicuro dietro la barriera, ed ora tornava a casa solo per scoprire che il ragazzo era sparito. Insieme a Lily. Certo che il destino giocava davvero brutti scherzi agli uomini!

Conoscendo Severus, era improbabile che fosse uscito per farsi una passeggiata romantica nel giardino buio insieme a Lily. Sicuramente era andato a cercare Harry. Ma perché? Perché doveva fare di testa sua? E come avevano fatto ad andarsene? Perché Brix non lo aveva avvertito?

Silente agitò la bacchetta accendendo le luci del corridoio e dell’ingresso.

“Brix!” Gridò, la voce tremante di urgenza.

Corse verso la stanza dell’elfo, e bussò forte sul legno.

“Brix! Brix svegliati!” Tuonò. Ma non ricevette nessuna risposta.

Cercò di aprire la porta, ma la maniglia scattava a vuoto. Silente si lasciò sfuggire un sorriso. A quanto pareva, Severus aveva progettato tutto con attenzione.

“Alohomora.” Disse puntando la bacchetta contro la toppa della porta, ma non ottenne nessun risultato. Scosse la testa. Che si aspettava da Severus? Un semplice e banale incantesimo di sigillo che si impara a scuola al secondo anno?

Provò vari incantesimi prima di riuscire a sbloccare la porta. La spalancò con impeto, puntando la luce della bacchetta nella stanza ancora buia, solo per rimanere impietrito sulla soglia. Quasi si era aspettato di trovare Brix legato come un salame e imbavagliato, e invece l’elfo dormiva della grossa tutto infagottato nelle coperte calde. E russava come un cinghiale, oltretutto.

Silente si avvicinò in fretta al letto. Gli bastò poco per rendersi conto che l’elfo era sotto l’effetto di un incantesimo. Accese le candele del lampadario con un gesto stanco della mano, poi puntò la bacchetta verso l'elfo.

“Finite.” Disse.

“Brix, svegliati!” Esclamò poco dopo, scuotendolo.

Brix aprì gli occhi color nocciola in un attimo, ritrovandosi davanti quelli azzurri scintillanti di Albus. Fece un balzo indietro rischiando di rovesciarsi sul pavimento.

“Albus! Ti pare il modo di svegliare la gente!” Esclamò, allibito.

“Severus e Lily se ne sono andati.” Gli disse allora Silente.

Brix lo guardò sperduto per un attimo, cercando di afferrare appieno il significato di quella frase.

“Se ne sono andati? –Ripetè poi. –Come sarebbe ‘se ne sono andati’?! No. Sono entrambi nelle loro camere. Dormivano. Ho controllato ieri sera.”

“No, Brix. Le loro camere sono vuote.” Gli disse Silente, scuotendo il capo.

“No, no. Non è possibile.” Rispose l’elfo balzando giù dal letto e uscendo di corsa dalla stanza vestito solo della camicia da notte grigia.

Silente, rimasto solo nella camera di Brix, si sedette stancamente sul letto dello stesso passandosi una mano sul viso, sospirando. Era preoccupato come non lo era mai stato in vita sua. Quei due ragazzi si sarebbero ficcati nei guai, questo era poco ma sicuro. E lui cosa poteva fare? Poteva mandare qualcuno a cercarli, ma chi? E, soprattutto, dove? Dove erano andati quei due sconsiderati?

Si tolse gli occhiali a mezzaluna con un gesto stanco. I suoi occhi vagarono senza meta nella stanza mentre la sua mente lavorava indefessa. Ma i bracchi azzurri erano perspicaci anche senza quelle lenti a rafforzarne la vista, e si fiondarono subito verso un biglietto, un piccolo pezzo di pergamena che giaceva sul comodino lì di fianco.
Albus calzò nuovamente gli occhiali e afferrò il biglietto. Riconobbe la scrittura di Severus alla prima occhiata.

Non posso permettere che altri riparino ai miei errori. Intendo aiutare Lily a ritrovare suo figlio. So che leggerai queste righe quando ti sveglierai e il sole sarà già sorto, per allora il mio sigillo sulla porta sarà svanito e tu, se non avremmo ancora fatto ritorno, potrai avvertire Silente. Siamo diretti a Cokeworth, dai genitori di Lily.

Mi dispiace, Brix.

Cokeworth! Quel ragazzo aveva sempre idee brillanti! Peccato che dovesse per forza sempre fare di testa sua. Avvertire Minerva, no, eh? No, molto meglio andare là fuori, da soli, con il rischio di essere intercettati dai Mangiamorte.

Non posso permettere che altri riparino ai miei errori.

Albus rilesse quella prima frase. Capiva. Capiva che per Severus dover rimanere nascosto mentre altri rischiavano la vita era come essere imprigionato da catene roventi. Ma era anche vero che quanto era accaduto non era colpa sua, anche se lui riteneva il contrario. Quel ragazzo aveva il problema di accollarsi sempre tutte le colpe del mondo. Nessuno l’aveva mai incolpato di aver abbandonato Harry, nessuno l’aveva mai incolpato della morte di James Potter: era lui che si accusava. Senza ragione se non quella di credersi sbagliato e fuori posto in questo mondo, di non meritarsi la fiducia degli altri.

Non posso permettere che altri riparino ai miei errori.

Quali errori? Nessuno aveva mai riparato ai suoi errori al posto suo. Severus si era sempre preso tutto il carico di colpe senza sconti, aveva capito i suoi errori e si auto flagellava continuamente lungo l’irto sentiero della redenzione. Aveva ricucito gli strappi della sua anima con il filo della colpa e del dolore.

Non era stata colpa sua. Non spettava a lui mettersi in pericolo per riparare al danno di altri.

No, lui, Albus Silente, non poteva permettere che Severus riparasse agli errori di altri. Sì, c’era uno strano scambio di soggetto e complemento in quella frase scritta in fretta sulla pergamena. Uno strano scambio che stonava trasformando la melodia di quella calligrafia inclinata nel ghigno irridente di un mondo distorto, c’era qualcosa di estremamente sbagliato in quella frase: era tutto capovolto. Il credersi sbagliato del giovane si rifletteva in quelle parole di inchiostro scuro stillate dai suoi occhi color della notte. Erano piccole gocce di quel lago nero che dormiva al di là di quelle iridi nere e che Albus aveva scorto così tante volte. In quella strana e grottesca grotta che Severus aveva costruito al di là dei propri occhi tutto era rovesciato, spezzato, distorto. L’apparente calma di quelle acque sotterranee nascondeva il sonno di un dragone rabbioso, stanco, ferito, che covava rancore verso chi l’aveva sempre allontanato e umiliato.

Draco dormiens nunquam titillandus.

Chissà perché gli era improvvisamente venuto in mente il motto che troneggiava sull’arme della scuola. Ma, d’altronde era così. Il drago che dormiva nel lago nero degli occhi di Severus era stato forgiato dagli abusi e dalle umiliazioni, dalla solitudine e il continuo stuzzicarlo, mortificarlo aveva acceso la sua rabbia… ed era normale.

“Sono andati via…” Disse una voce triste, interrompendo il fiume di pensieri di Silente. Questi si voltò verso la porta dove Brix lo osservava con occhi amareggiati, abbattuti.

“Severus ti ha lasciato questo.” Gli disse allora Albus, mostrandogli il biglietto che teneva in mano.

Brix si avvicinò e prese il foglietto dalle mani di Silente. Lo lesse piano, stampandosi ogni singola parola nella mente.

Mi dispiace…” Mormorò tra sé e sé, leggendo le ultime parole del biglietto.

“Minerva mi aveva chiesto di sigillare l’entrata. – Disse poi ad Albus, gli occhi ancora fissi su quelle frasi scure. –Pensava che lui e Lily avessero intenzione di andare a cercare Harry. Ma io… -Alzò gli occhi verso Silente. –io ho voluto fidarmi di loro. Non pensavo se ne sarebbero davvero andati.”

Albus annuì col capo, tristemente.

“C’è di peggio.” Disse poi all’elfo.

“Vale a dire?” Gli domandò Brix restituendogli il biglietto.

Albus prese un lungo sospiro, mentre afferrava il foglio e lo posava nuovamente sul comodino. “Ho fatto una chiacchierata con Lucius Malfoy, questa sera. Voldemort può trovare Severus, può individuare il suo Marchio. Di fatto, volevo dirglielo quando si fosse svegliato, ma…” Silente si interruppe guardando Brix.

“Dobbiamo trovarli. –Disse l’elfo. –Dobbiamo farlo prima che loro li trovino. Sappiamo dove sono andati, mandiamo qualcuno a prenderli. Lupin o Hagrid o….” ma si bloccò, lasciando la frase a metà quando vide che Silente scuoteva il capo.

“Ci vuole troppo tempo.” Disse Silente.

“Allora ci vado io!” Esclamò subito Brix, deciso.

“No, Brix. –Gli disse Silente. -Ho un’idea migliore. Li recupereremo senza scomodare nessuno… ma ho bisogno di andare ad Hogwarts.”

***

Il lampo azzurro si infranse con uno stridio sulla barriera invisibile eretta da Lily. Severus vide il bagliore spegnersi poco lontano da lui mentre continuava a stringere l’avambraccio dolorante.

Lily era tesa, di fianco a lui, la bacchetta alzata, i suoi occhi scattavano verso il vicolo da cui era arrivato l’incantesimo. Sperava che i suoi genitori avessero il buon senso di rimanere in casa, ma non voleva arrischiarsi a guardare alle sue spalle. Fece qualche passo indietro finchè non sentì il duro metallo del cancello premere contro la sua schiena. Rintanarsi sotto la protezione dell’Incanto Fidelius non sarebbe servito a niente, il Mangiamorte sarebbe rimasto lì  fuori ad attenderli, sarebbero stati in trappola.

“Attenta!”

Era così presa dai suoi pensieri che non si accorse di un secondo incantesimo che si dirigeva svelto verso di loro. La voce di Severus l’aveva smossa in tempo per vedere quella luce chiara guizzare davanti a lei e morire in uno spasmo.

Si voltò verso il giovane al suo fianco. Severus aveva la bacchetta levata, gli occhi scintillavano attenti dietro al velo di dolore e ai lineamenti contratti.

Una sagoma scura si mosse tra le ombre del vicolo davanti a loro.

“Stupeficium!” Gridò Severus. Il suo incantesimo si scontrò con alcuni cassonetti nascosti dall’oscurità, mentre il misterioso assalitore rispondeva all’attacco.

Severus fu svelto ad erigere una barriera e deviare l’incantesimo, ma non si accorse di un secondo attacco dalla sua sinistra. Lily, però, sì. Si protese in avanti deragliando la fattura e attaccando a sua volta.

Chi li aveva assaliti da sinistra dovette esporsi alla luce dei lampioni mentre si faceva avanti per proteggersi dall’incantesimo di Lily. La luce calda scintillò sulla sua maschera d’argento per un attimo, prima che il Mangiamorte tornasse a ripararsi dietro un muretto. 

Il suo compare, nel frattempo, non aveva perso tempo. Il suo incantesimo mancò la spalla di Lily per un soffio.

“Reducto!” Gridò il secondo Mangiamorte, mirando al petto di Severus. Questi schivò a malapena il colpo, mentre lanciava un incantesimo non verbale verso l’altro che si coprì prontamente dietro al muro.

Lily stava tenendo a bada il Mangiamorte del vicolo, ma non c’era verso di colpirlo. I suoi incantesimi continuavano a mancare il mago, ben nascosto nell’oscurità, mentre, invece, lei e Severus erano allo scoperto e non avevano modo di ripararsi dietro a qualcosa.

“Confringo!” Urlò Severus puntando la bacchetta verso il vicolo. L’incantesimo si schiantò nel buio con una fiammata di luce. Il rombo dell’esplosione distrasse il Mangiamorte dietro al muro.

“Corri!” Intimò Severus a Lily deciso ad approfittare della distrazione dei due maghi oscuri. La spinse verso destra con urgenza cercando di smuoverla.

“Dobbiamo spostarci da qui! Avanti!” Disse Severus. Lily corse, corse lungo la strada mentre il ragazzo la seguiva a breve.

Severus si voltò indietro quando sentì un incantesimo sfiorargli sibilando l’orecchio sinistro. I due Mangiamorte si erano ripresi dall’esplosione ed ora li stavano inseguendo lungo la via lanciando maledizioni a casaccio verso di loro, fatture che li evitavano e li superavano andandosi ad infrangere contro le siepi e contro i lampioni.

“Stupeficium!” Gridò Severus cercando di colpire il Mangiamorte più vicino, mancandolo.

Lily rallentò per voltarsi verso di lui mentre una fattura le sfiorava il fianco.

“Non fermarti! Corri!” La incitò Severus erigendo un incantesimo scudo tra loro e i Mangiamorte.

 I due Mangiamorte si erano avvicinati e ora correvano a pochi metri da loro, spalla a spalla. Severus vide il primo seguace di Voldemort, quello che poco prima era nascosto nel vicolo, aveva superato il compagno e ora correva pochi passi davanti allo stesso.“Incarceramus!” Gridò il ragazzo colpendo il primo Mangiamorte. Funi comparvero attorcigliandosi introno al corpo del mago che cadde a terra con un tonfo, mentre il compare che lo seguiva inciampò su di lui accompagnandolo nella caduta. Severus si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto prima di rivolgersi a Lily.

“Nel vicolo!” Le disse poi il ragazzo, notando una stradina buia aprirsi sulla loro destra. Lily si gettò in quella direzione sparendo tra le ombre del vicolo. Severus stava per seguirla quando andò a sbattere contro qualcosa di invisibile che era comparso dal nulla proprio davanti a lui. Cadde sulla schiena con un tonfo sordo sbattendo violentemente la testa contro l’asfalto, un forte lampo invase i suoi occhi, mentre una risata roca si faceva strada nella sua testa. La bacchetta gli sfuggì di mano.

“Ma guarda, il piccolo principe è caduto. Si sarà fatto male il principino?” Disse la voce di una donna, tagliente gelida, proprio sopra di lui, mentre cercava di mettere a fuoco le immagini che si presentavano ai suoi occhi. Ma non ne aveva bisogno, dopotutto. Non aveva bisogno di vedere il volto della donna che lo sovrastava: avrebbe riconosciuto quella voce e quella risata ovunque. Bellatrix Black.

Ci mise un po’ ad allontanare quelle fastidiose macchie bianche dai suoi occhi, ma quando queste finalmente lo abbandonarono si ritrovò con il volto di Bellatrix a pochi centimetri dal suo. Gli occhi scuri della donna erano fissi nei suoi e i suoi lunghi capelli ricci gli solleticavano il viso, la bacchetta di Bellatrix premeva contro la sua gola. La testa continuava a pulsargli dolorosamente e lo stesso faceva il braccio sinistro. Il Marchio lanciò una fitta più forte delle altre che si propagò lungo il suo braccio come una scarica elettrica facendolo gemere per il dolore.

Bellatrix sorrise. 

“Ti fa male, principino?” domandò premendo la bacchetta più forte sulla sua gola. Severus sentì il suo alito caldo su di lui e scostò il capo di lato. La sua bacchetta giaceva abbandonata qualche passo più in là, in mezzo alla strada. Era a terra, disarmato e con la bacchetta della Mangiamorte puntata alla gola. Sperò soltanto che Lily si fosse smaterializzata a Villa Silente, che almeno lei fosse in salvo.

Spostò lo sguardo verso la stradina in cui era scomparsa la ragazza.

“La tua amica Sanguesporco non può venire ad aiutarti.” Gli disse Bellatrix seguendo il suo sguardo.

Severus continuò a guardare da quella parte. Lui non voleva che Lily tornasse ad aiutarlo… sperava solo che la ragazza si fosse messa in salvo.

Sentì la donna farsi più vicina finchè la sua bocca non gli sfiorò l’orecchio sinistro.

“Non sei stato molto carino con i miei compagni.” Sussurrò Bellatrix in un sibilo, solleticando i capelli del giovane mentre la mano della donna scendeva ad accarezzargli un fianco.

Severus sussultò a quel contatto cercando di scostarsi.

“Lasciami!” Disse deciso. Ma sentì solo Bellatrix sogghignare arricciando le labbra contro il lobo dell’orecchio.

“Oh, niente affatto, principino. Il Signore Oscuro vuole vederti. Sai, ci tiene tanto a scambiare quattro innocenti chiacchiere con te.” Disse la Mangiamorte.

“Innocenti? Ma ti ascolti quando parli Bella? Sei solo una pazza fanatica.” Ringhiò Severus cercando di allontanarsi dalla donna, senza successo.

Bellatrix ghignò. La mano che accarezzava il fianco di Severus artigliò i suoi vestiti, strattonandoli ed estraendo la camicia bianca dai pantaloni. Il ragazzo tremò quando sentì l’aria fredda della notte sfiorare il lembo esposto della sua pelle. Un brivido lo percorse quando le dita di Bellatrix si unirono a quelle del freddo spodestandole in pochi attimi.

La mano della donna si spinse sotto la camicia di Severus accarezzando la sua pelle chiara, sfiorando la linea appena accennata degli addominali.

“Levami le mani di dosso!” Esclamò Severus cercando di controllare il suo respiro. Bellatrix aveva una sadica idea di tortura. Oh, a lei piaceva sentire le sue vittime gridare di dolore, la tortura psicologica non dava  le stesse soddisfazioni, ma poteva essere altrettanto crudele. Godette dello sguardo ferito e spaventato di Severus che scattava a destra e a sinistra, come della pelle liscia che sentiva scorrere sotto le sue dita.

Severus era pietrificato. Le braccia bloccate sull’asfalto come legate da lacci di piombo. Bellatrix continuava a sogghignare, trovava il gioco divertente a quanto pareva. Quella donna era pazza.

“Ehi, Bella! L’hai preso, a quanto pare.” Disse una voce maschile a pochi passi da loro.

Severus alzò lo sguardo. I due Mangiamorte che li avevano attaccati poco prima, avevano raggiunto la loro compagna. Indossavano ancora le maschere d’argento che distorcevano la loro voce, aggiungendovi un’eco metallica quando essa passava attraverso le fessure del metallo che contornavano le loro bocche.

Bellatrix ritrasse la mano che vagava impudica sull’addome di Severus e guardò i due Mangiamorte senza allontanare la bacchetta che continuava a premere sulla gola di Severus.

“Sì. Io l’ho preso. –Disse Bellatrix in tono trionfante. –Il Signore Oscuro sarà compiaciuto quando saprà che io, io!, ho catturato il suo mezzo principe. Voi due siete degli incapaci!” Tuonò poi, quasi ringhiando mentre sputava addosso ai due Mangiamorte le ultime parole.

I due tacquero. Impossibile vedere le loro espressioni attraverso l’argento gelido delle maschere.

Bellatrix abbassò nuovamente il viso verso quello di Severus.

“Su, Severus. Saluta Rabastan e Rodolphus… Sono tanto contenti di vederti.” Gli disse in un sibilo.

Severus cercò di liberarsi dalla stretta di Bellatrix, ma questa afferrò con forza il suo braccio sinistro torcendolo con forza dietro la sua schiena. Il ragazzo urlò quando le dita della Mangiamorte premettero sul Marchio bruciante prima che gli mancasse il respiro per la fitta lancinante che la forte contorsione gli aveva procurato. La scarica di dolore superò la sua spalla fino a stringere con forza i suoi polmoni, costringendolo ad uno spasmo, lasciandolo boccheggiante, in cerca di aria. Sentì a malapena i due Mangiamorte ridacchiare compiaciuti.  

“Perché non fai divertire anche noi, eh?” Propose uno dei due facendo un passo avanti.

“Il Signore Oscuro ha detto di volerlo vivo, Rabastan.” Disse l’altro trattenendolo per un braccio.

“Oh, ma noi non lo uccidiamo… gli facciamo solo pagare il suo tradimento. Ha tradito tutti noi, non solo il Signore Oscuro.” Gli rispose Rabastan.

Rodolphus rimase in silenzio, in muto acconsentimento, e il fratello ne approfittò per avvicinarsi ancora.

“E’ qui alla nostra mercè. Perché non possiamo prenderci la nostra parte?” Abbaiò Rabastan.

“Perché il Signore Oscuro ha detto di non toccarlo.” Gli rispose Ballatrix in un ringhio.

“Il Signore Oscuro ha detto di volerlo vivo, non incolume. E tu lo stai già toccando.” Le fece allora notare Rodolphus, affiancandosi al fratello.

Bellatrix ridacchiò malignamente.

“Tacete! Spetta al Signore Oscuro il primo boccone. –Disse ai due Mangiamorte. –Non vorrete privarlo della sua preda…”

I due si guardarono senza dire una parola. Bellatrix strinse la presa sul braccio di Severus torcendolo ancora più forte, sorridendo nel sentire il sangue scorrerle lungo le dita. Severus gemette, la vista che andava appannandosi sotto la caligine bianca delle lacrime di dolore.

“La tua amichetta ti ha abbandonato, Severus.” Gli disse Bellatrix

“Ha fatto la cosa giusta. Almeno lei è al sicuro.” Ringhiò Severus.

“Al sicuro? Oh, non ci spererei così tanto. Una volta che ti avremo consegnato al Signore Oscuro ci occuperemo anche di lei, puoi starne certo.” Chiosò Bellatrix, senza smettere di sogghignare.

Severus gemette di nuovo. Doveva liberarsi in qualche modo, ma come? Bellatrix lo stringeva in una morsa e la sua bacchetta si trovava a terra a tre metri da lui. Lily doveva essere bloccata dietro la barriera contro cui lui aveva abbattuto: non aveva modo di venire ad aiutarlo. La sua mente sperava che Lily si fosse messa in salvo, mentre il suo cuore continuava a sperare disperatamente che lei non lo avesse abbandonato… che sarebbe tornata a prenderlo, a salvarlo. Guardò verso il vicolo vuoto, pregando che Lily arrivasse e maledicendo sé stesso per sperarlo. Lily non sarebbe venuta… Lily non doveva venire. L’aveva già messa in pericolo quanto bastava, ora era giusto che lui se la cavasse da solo.

“Stupeficium!” Gridò una voce.

Severus chiuse gli occhi, sperando che fosse tutto un sogno… che quella non fosse… che quella fosse la voce di Lily.

Ma non era un sogno. Bellatrix fu colta alla sprovvista: ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo per vedere la scia rossa dell’incantesimo che questo la colpì spingendola lontano da Severus, mandandola a sbattere, svenuta, sull’asfalto freddo della strada.

I fratelli Lestrange non si fecero cogliere altrettanto impreparati. Lily deviò a malapena l’incantesimo che Rabastan aveva lanciato contro di lei.

“Expelliarmus!” Gridò la ragazza cercando di colpire l’uomo, ma così facendo non fece in tempo a proteggersi da una fattura di Rodolphus che la colpì al braccio destro lasciandovi una profonda bruciatura.

“Protego!” Esclamò fermando in tempo un secondo incantesimo del Mangiamorte, e spostando la barriera a proteggersi il fianco dal lampo rosso che era scaturito dalla bacchetta di Rabastan. Non riusciva a tenere a bada entrambi. Se attaccava non poteva proteggersi e se si proteggeva non poteva rispondere agli assalti.

“Stupeficium!” Un fascio rosso colpì Rodolphus al ventre scaraventandolo violentemente contro un lampione. L’asta di ferro tremò sotto quel colpo mentre il Mangiamorte si accasciava a terra privo di sensi.

Lily si voltò a destra, cercando l’origine dell’incantesimo che aveva colpito Rodolphus, e vide Severus sdraiato sul fianco in mezzo alla strada. Era appoggiato al braccio destro mentre con il sinistro dolorante reggeva la bacchetta.

Il ragazzo, libero dalla stretta di Bellatrix, aveva approfittato dell’intervento di Lily per trascinarsi verso la sua bacchetta. La ragazza non poteva tenere a bada due Mangiamorte potenti come i Lestrange da sola. Aveva fatto forza sul braccio pulsante per cercare di alzarsi, ma aveva dovuto desistere, così si era trascinato carponi, gettandosi sulla bacchetta.

Rabastan aveva visto il fratello accasciarsi inerme e aveva puntato la bacchetta contro Severus, ma non fece mai in tempo a scagliare la sua fattura perché venne colpito da un incantesimo di Lily che lo sbalzò indietro lasciandolo privo di sensi, disteso scompostamente a cavallo del marciapiede, vicino al fratello.

Severus abbassò la bacchetta, prendendo delle profonde boccate d’aria. Fece forza sul braccio sano cercando si mettersi seduto, due braccia gli vennero in aiuto cingendogli i fianchi sostenendolo mentre lui si alzava lentamente in piedi.

“Stai bene?” Domandò la voce dietro di lui.

Si voltò. Il viso sorridente di Lily lo accolse. Lui aprì la bocca per rispondere, ma non ne uscì alcun suono, come se tutta la forza rimasta nei suoi polmoni si fosse spenta nel gridare quell’incantesimo poco prima.

“Stai bene?” Ripetè Lily senza allontanare dal viso quel sorriso da bambina.

Severus deglutì, cercando di trovare le parole.

“Sì, sto bene.” Annuì poi. Aveva ancora il respiro mozzo per la fitta di poco prima e gli occhi resi lucidi dal panno inesorabile della sofferenza.

Lily portò una mano sulla guancia del giovane. Fece passare il dorso delle sue dita sullo zigomo di Severus sentendo il calore di lui sulla sua pelle. Il ragazzo non si scostò da quel contatto. Le dita di Lily sul suo viso erano acqua fresca in quel momento, non poté trattenersi dal sorriderle dolcemente… forse il primo vero sorriso che le sue labbra accettavano di mostrare. E lo stava regalando a Lily. Era felice che lei fosse tornata ad aiutarlo… era felice di averla lì accanto a sé.

“Andiamo via.” Gli disse Lily, scostando la mano liscia dal suo viso. Continuava a sorridergli teneramente, non poteva fare altro. Le dispiacque dover rompere quel piccolo contatto con Severus. Non sapeva perché gli aveva sfiorato la guancia in quel modo, ma il sorriso che le aveva rivolto il giovane le aveva scaldato il cuore… e ora interrompere quel legame era come imbavagliare quel cuore per impedirgli di battere.

Severus annuì. I Mangiamorte non avrebbero impiegato molto a riprendere i sensi.

“Oh, no. Non andate proprio da nessuna parte! Expelliarmus!” Rodolphus Lestrange si era alzato da terra e puntava contro i due ragazzi le cui bacchette erano schizzate via dalle loro rispettive prese. Il viso affilato e scarno era ora libero dalla maschera d’argento che aveva perduto nella caduto. Gli occhi neri scintillavano pieni di una rabbia nervosa.

“Lurida Sanguesporco. Ora la paghi!” Rodolphus puntò la sua bacchetta contro Lily. Dalla sua punta scaturì una scia di un tempestoso rosso fuoco. Prima ancora che Lily potesse fare qualcosa, vide Severus pararsi davanti a lei. La maledizione colpì il ragazzo in pieno petto con violenza. Fu scagliato indietro trascinando Lily con sé nella caduta.

Lily sentì le unghie nere dell'asfalto cercare di lacerare il suo mantello scuro, affondando in esso con scie di atrito bruciante.La ragazza si rialzò a stento. Cercò Severus con lo sguardo. Il ragazzo era disteso supino, boccheggiava, il corpo scosso da improvvisi colpi di tosse. Si avvicinò a lui a carponi. Severus teneva gli occhi chiusi, aveva il corpo scosso da tremiti e un’ampia bruciatura sul petto dove l’anatema lo aveva colpito. Tossiva e non riusciva a respirare, rivoli di sangue gli cerchiavano la bocca macchiando il suo mento e lasciando strisce vermiglie nel loro lento cammino sulla pelle candida.

“Sev…” Mormorò Lily posando una mano sulla spalla del giovane. Severus gemette e tossì di nuovo mentre un nuovo sbocco di sangue macchiava le sue labbra.

“Sev…” Lily sentiva le lacrime scorrerle inesorabili e calde sul viso. Sfiorò il viso del ragazzo scostandogli una ciocca color carbone dagli occhi serrati.

Il Mangiamorte era a pochi metri da lei, stava levando nuovamente la bacchetta. Ma a lei non importava, non vedeva più nulla intorno a lei. Solo Severus.

“Sev…” ripetè per l’ennesima volta. Una lacrima scivolò lenta sul suo mento prima di cadere andando a infrangersi, come una piccola perla, sul petto ansante del giovane.

Udì Rodolphus Lestrange urlare una maledizione. Ma quella fattura non la colpì mai. Sentì come uno strappo trascinarla via, come quello di una smaterializzazione… ma lei non si era smaterializzata e Severus non aveva certo la forza per farlo. Un vortice la accolse. Tutto intorno a lei prese a girare. Sentiva la presenza di Severus accanto a sé, e questo in qualche modo la rassicurava.

Il gorgo la abbandonò improvvisamente su un pavimento di pietra. Era sdraiata sulla schiena e sentiva il calore di Severus vicino a sè. Era confusa e non riusciva a mettere a fuoco il luogo in cui si trovava attraverso il velo pesante delle lacrime che continuavano a scendere sul suo viso.

“Lily! Severus!- Esclamò improvvisamente una voce conosciuta. –Grazie al cielo, sono riuscito a trovarvi!”

 

*******

 

Ecco, innanzi tutto devo chiedere scusa. Volevo postare questo capitolo ieri sera, ma tra una cosa e l’altra mi sono ritrovata a mezzanotte senza averlo ancora finito, per cui mi scuso del ritardo.

Seconda cosa: se vi state chiedendo che maledizione ha colpito Severus, ve lo dico, perché mi sento in colpa per aver postato in ritardo. E’ la maledizione di Dolohov, che proprio lui usa nel quinto libro al Ministero della Magia contro l’E.S. E’ non verbale per cui Rodolphus non ha bisogno di pronunciare l’incanto per scagliarla contro Severus. In pratica provoca profonde ferite interne, invisibili da fuori.

Terza cosa: se vi state chiedendo a chi appartiene la voce sconosciuta della fine del capitolo, non ve lo dico. Ma se fate lavorare un po’ le vostre testoline sono sicura che ci arriverete… non è poi così difficile.

Quarta cosa: il titolo si riferisce a Bellatrix. Come probabilmente saprete Bellatrix è il nome di una stella della costellazione di Orione (Gamma Orionis, per esser precisi) e una delle stelle più brillanti della volta celeste (la ventiseiesima) e la più splendente della costellazione dopo Rigel e la gigante rossa Betelgeuse (scusate se la tiro per le lunghe, ma io adoro l'astronomia!). Il suo nome è di origine latine e significa, appunto, "La Guerriera".

A proposito, speroBellatrix sia stata di vostro gradimento. Io ho fatto del mio meglio, ma mi sono resa conto che è un personaggio estremamente difficile da gestire e ho paura di aver fatto un po’ di pasticci.

Aspetto le vostre recensioni, mi raccomando! Alla prossima!!!

 
  

  
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: FRC Coazze