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Autore: Sofi_Luthien    08/10/2011    7 recensioni
Ma le lacrime struggenti di Lavanda non arrivarono, né tantomeno i suoi bisbigli affranti. L’unica cosa che Ron riuscì a sentire fu un debole sospiro, quasi impercettibile.
Un tale silenzio non poteva provenire da Lavanda, questo era poco ma sicuro. Ron si arrischiò a socchiudere gli occhi, quel tanto che bastava per distinguere la sagoma seduta al fianco del suo letto.
Finché non se l’era trovata davanti non si era reso conto di quanto ci avesse sperato. La rivelazione fu quasi dolorosa.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'I giorni dei piccoli vecchi '
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6. Vapore bianco
 
 
Il fascino dell’Espresso per Hogwarts era un mistero che Ron non aveva mai condiviso fino in fondo. Prenderlo significava avventurarsi verso un anno di studio e lezioni complicate, e anche se la vicinanza di Harry e Hermione aveva reso la sua infanzia tutt’altro che monotona, il termine delle vacanze estive era sempre un piccolo trauma, di cui il treno scarlatto era simbolo.
 
Quell’anno, tuttavia, Ron percepiva l’atmosfera di velata nostalgia che gli adulti faticavano così tanto a descrivere. Il vapore usciva a sbuffi pigri e lenti, in contrasto con il vivace vociare degli studenti. Mancavano 20 minuti alla partenza, e l’inusuale puntualità gli diede modo di assaporare pienamente ogni singolo movimento della folla.
L’eccitazione dei bambini del primo anno era una ventata di energia pura, il loro entusiasmo infantile era la prova tangibile che il peggio era passato. I più grandi manifestavano ancora il timore guardingo di chi ha vissuto nella paura, non ancora dissipata nonostante Voldemort fosse morto ormai da qualche mese.
Qualcuno lo indicava e sorrideva al suo passaggio, altri lo salutavano cordialmente pur non conoscendolo di persona. Da quando erano emersi maggiori dettagli sulla battaglia di Hogwarts, Ron e Hermione erano stati al centro dell’attenzione quasi quanto Harry, il ché ovviamente comportava una serie di situazioni piuttosto imbarazzanti, come dover affrontare una donna in lacrime a Diagon Alley, che si era scagliata loro contro, ringraziandoli per aver salvato il mondo.
Harry sembrava esserci abituato, ma Ron aveva trascorso quasi tutta l’estate in casa, e non era ancora a suo agio con l’idea che tutti si girassero al suo passaggio. Sorrise tra se a quel pensiero – solo qualche anno prima avrebbe dato qualsiasi cosa per attirare l’attenzione in quel modo.
Si voltò verso la sua famiglia che salutava Ginny, mentre Harry tentava di mimetizzarsi tra di loro per non essere riconosciuto. La sua folta chioma nera e arruffata risaltava visibilmente tra le varie teste rosse dei Weasley, e ciò rendeva il suo tentativo di passare inosservato totalmente inutile, al punto che più di una volta si ritrovò circondato da estranei pronti a implorargli un autografo.
 
Hermione scese dal treno in quel momento, attirando l’attenzione di parecchi passanti.
“Spostiamoci di qui.” – disse, alzando gli occhi al cielo – “Qualcuno dovrebbe insegnare a questa gente che non è molto educato fissare le persone così sfacciatamente!”
Lo prese per mano borbottando ancora qualcosa e lo condusse in un angolo vicino all’uscita, relativamente al riparo da occhi indiscreti.
“Hai sistemato il tuo baule?” Chiese Ron, per smorzare la tensione del momento.
“Oh, si. Ho trovato un posto con Ginny e Luna.”
Rimasero in silenzio per un po’. Ron aveva evitato accuratamente di pensare alla partenza di Hermione il più a lungo possibile. C’era stato parecchio trambusto in quegli ultimi giorni, con lei che andava avanti e indietro dalla Tana a casa sua, divisa tra lui e i suoi genitori tornati dall’Australia.
Ma ora non si poteva più rimandare, l’espresso l’avrebbe riportata ad Hogwarts, per la prima volta senza di lui.
“Non sarà la stessa cosa senza di voi.” Disse lei con dolcezza, leggendogli nel pensiero.
“Te la caverai alla grande.” Tentò di incitarla Ron, senza troppa convinzione.
“Mi mancherai.”
“Hermione…anche tu, tanto.” Che fatica! Parlare era diventato dannatamente difficile. Si sentiva il petto pesante, circondato da una piccola angoscia.
Lei non sembrò capace di aggiungere altro. Si guardò attorno, e parve sopraffatta dalla stessa sensazione malinconica che aveva provato lui. C’era però una strana delicatezza nel suo sguardo, un piccolo sorriso carico di ottimismo nascosto.
“Ci vedremo presto, a Hogsmeade. Quest’anno passerà velocemente, vedrai. E poi avremo tutto il tempo per…”
“Per stare insieme.” Le sorrise Ron.
“Si.” Confermò lei, rianimata. “Guarda tutte queste persone…sembrano felici, non trovi? O almeno, sembra che lo possano essere. Possiamo esserlo anche noi, adesso.”
“Si, è solo che…è così brutto vederti andare via.” Confessò.
“Tornerò prima ancora che tu ti accorga che me ne sono andata.” Scherzò lei, provando a sorridere ancora.
“Bugiarda.” Rispose Ron, abbracciandola.
Rimasero stretti per quello che sembrò a malapena un secondo. Il treno fischiò, segno che il loro tempo si stava esaurendo.
“Ti amo, Ron.” Era stato un sussurro appena udibile, ma esprimeva pienamente la forza emotiva che si era creata tra di loro. Non si erano detti ti amo quasi mai, e ogni volta il tono dato alle parole assumeva una cadenza diversa. C’era stato il primo, goffo ti amo di Ron, nel pollaio. Poi era stata la volta di Hermione, prima di partire per l’Australia, un po’ intimorita ed emozionata. E poi questo piccolo, timido ti amo, che racchiudeva tanta gioia quanta tristezza.
“E’ l’ultima volta che ci salutiamo in questo modo. Quando tornerai non ti lascerò più andare da nessuna parte.”
“Oh cielo, allora dovrò approfittarne!” Il viso di Hermione era tornato parzialmente sereno, e i suoi occhi brillavano di un rinnovato entusiasmo carico di aspettativa che Ron conosceva bene: un nuovo anno a Hogwarts!
Hermione stava per vivere il suo momento. Non era più la ragazzina dentona e antipatica dei primi anni. Era un’eroina che stava per prendere il massimo dei voti in tutti i M.A.G.O. che avrebbe affrontato. Non che lei ne fosse convinta, ovviamente. Aveva trascorso gli ultimi giorni in preda al panico, ripassando con ansia febbrile le vecchie materie tralasciate da oltre un anno e gridando a chiunque fosse disposto ad ascoltarla che era rimasta scandalosamente indietro con il programma. D’altronde sarebbe stato da sciocchi illudersi che la sua maniacale devozione per i libri venisse minimamente scalfita dalla guerra. Era una di quelle cose talmente radicate in lei che non sarebbero cambiate mai, nemmeno dalla distruzione della morte.
 
Ron la riaccompagnò vicino al treno, dandole il tempo di salutare tutti gli altri.
Tentando di mascherare gli occhi lucidi gli diede un ultimo bacio, prima di salire e chiudere lo sportello dietro di se. Lei, Ginny e Luna si affacciarono al finestrino mentre il treno prendeva velocità, salutandoli con la mano.
Poco a poco, dell’Espresso per Hogwarts non rimase che un’ombra di fumo bianco contro il cielo.
La folla si disperse lontano dal binario, ma Ron si prese ancora un momento per guardarsi attorno.
C’era una piacevole solitudine tra quelle rotaie vuote, una pace purissima e ordinata, immutabile.
Ron sentì la familiare voce di Harry che lo chiamava e fece dietrofront per raggiungere la sua famiglia, ma prima di andarsene tornò ancora una volta a guardare la scia dell’espresso.
Hermione aveva ragione, quello era il momento in cui sarebbe iniziata la difficile ricostruzione delle loro vite. Sarebbero potuti essere felici, anzi, lo sarebbero stati sicuramente. Un passo dietro l’altro, come la folle rincorsa di un treno sui binari.
Lei era andata a riprendersi il suo futuro, e lui, pur così lontano in quel momento, ne faceva parte.
Che adorabile controsenso, che magnifica sensazione! La distanza sembrava una barzelletta, ora che capiva quanto forti fossero insieme. Una consapevolezza del tutto nuova, quella di poter contare per sempre sull’amore di qualcuno.
Oh si, gli sarebbe mancata terribilmente, su questo si era rassegnato. E l’idea di tornare in quella casa, il cui silenzio sarebbe rimbombato con forza maggiore ora che lei e Ginny non c’erano più, gli faceva rimpiangere la sua assenza prima ancora di percepirla davvero.
Eppure non poteva fare a meno, pensando al domani, di essere ottimista.
Lasciò il vuoto che si era portato dentro sul binario 9 ¾, e si avvicinò a Harry con un sorriso promettente.
Si sorprese nel constatare che l’amico sembrava ugualmente sereno, e il suo cuore si alleggerì ulteriormente, rendendosi conto di avere, ancora una volta, un fratello occhialuto e spettinato con cui dividere se stesso.


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Nota:

Non ho mai commentato i capitoli precedenti perchè ho preferito lasciare un'unica nota finale, dando qualche breve spiegazione.

Prima di tutto, la scelta dei vari momenti si basa sul percorso emotivo di Ron e Hermione (ovviamente secondo la mia visione personale) che parte dal rendersi conto dei propri sentimenti al riuscire ad esprimerli in totale serentià.
Per questa ragione ho scelto l'infermeria per il primo capitolo, momento di riappacificazione e, forse, di consapevolezza tacita da parte di entrambi.

Il preludio alla partenza con Harry è un altro momento secondo me molto importante, perchè sia Ron che Hermione si rendono conto di che enorme rischio valga questo viaggio, e di quanto sia fondamentale in un momento simile poter contare l'uno sull'altra.

Non poteva mancare la seconda riappacificazione, dopo la partenza di Ron. Diciamocelo, Hermione è furibonda e ne ha tutte le ragioni, ma poi sembra ovvio che se la farà passare. Quello che è più dubbio, a mio modo di vedere, è se tra di loro tornerà ad esserci il rapporto di fiducia che c'era prima. Per questo motivo l'ho ritenuto un momento importante, che segna la volontà di Ron di rimediare all'errore compiuto e la scelta di Hermione di tornare a fidarsi di lui.

Il capitolo sul piano per entrare alla Gringott è più di transizione. Ron e Hermione sono ormai pienamente consapevoli di amarsi, ma capiscono che non possono ancora esprimere appieno quello che c'è tra di loro. 

Il quinto capitolo è dedicato alla prima, vera dichiarazione d'amore. Ho pensato che nonostante la situazione ormai ovvia, entrambi si trovassero in parecchia difficoltà, date le circostanze, a manifestare ciò che pensano veramente.

E infine quest'ultimo capitolo sulla partenza di Hermione per Hogwarts. Avrei potuto scrivere altri capitoli, ma non avrei fatto che ribadire il concetto ormai assodato che Ron e Hermione si amano, e non avrebbe avuto molto senso data la scelta di impostazione che ho fatto per questa raccolta. 
Ho approfittato dell'immagine sempre suggestiva del treno che parte per rendere l'idea del loro futuro in cambiamento, ma che potranno comunque condividere. Volevo evocare questa sensazione dolceamara e nostalgica, che è un po' quella che ho provato io quando ho finito di leggere Harry Potter. Questa è anche la ragione per cui ho terminato il racconto con una riflessione su Ron e Harry.

Grazie davvero a tutti quelli che hanno recensito la storia e a chi l'ha letta. Spero vi sia piaciuta, ho fatto il possibile per rendere i personaggi fedeli a quelli descritti dalla Rowling, ma ovviamente ci ho messo del mio quindi abbiate pazienza se a volte si sono comportati in modo che non sembrerebbe conforme al loro carattere. C'è da dire che in una situazione come quella che hanno vissuto in questo contesto può accadere di fare cose avventate che in tempi normali non si farebbero, quindi mi sono sentita libera di rendere Ron un po' più audace del consueto.

A presto!

 

  
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