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Autore: Reghina    09/10/2011    1 recensioni
S-P-O-I-L-E-R!
"Pateticamente ridicolo.
Ecco cosa aveva pensato Drakul Mihawk quando Zoro si era prostrato davanti a lui, chiedendogli di insegnargli l'arte della spada.
Solo dopo aveva capito che quel ragazzino era tutto tranne che patetico o ridicolo.
Aveva un sogno da realizzare e voleva raggiungerlo a qualsiasi costo, oltre che per sé, per non essere di peso ai suoi compagni e al suo Capitano.[...]".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Zoro aspirò un poco d'aria, buttandola fuori.
Non poteva credere a quello che era successo e a come con nonchalance Occhi di falco l'avesse lasciato solo appena era crollato.
Quell'ultima cosa a ben pensarci nemmeno gli interessava più di tanto, però la sconfitta bruciava.
Si era addormentato come l'ultimo dei pivelli nel bel mezzo di quel bacio desideroso che pareva volergli strappare l'anima, subito dopo l'orgasmo travolgente che aveva sporcato il ventre candido e scolpito del maggiore.
Il Vice di Rufy sbuffò, passandosi una mano tra i corti capelli verdi.
Doveva farsi una doccia e poi tornare ad allenarsi, invece che pensare a cose come quella.
Non aveva tempo da perdere, tra due anni doveva incontrare i suoi compagni alle Sabondy e non poteva permettersi che venissero di nuovo sconfitti com'era successo.
Il suo Capitano aveva già sofferto troppo per quanto era successo e dopo ciò che era accaduto a Marineford, Zoro non voleva assolutamente che Rufy perdesse qualcun altro.
Sapeva che tutti loro la pensavano così, ed era solo per questo che nonostante la voglia di stargli vicino avevano accettato di aspettare due anni ed allenarsi, diventando più forti in modo che nulla potesse più batterli.
Quello era l'unico motivo per cui il giovane Cacciatore aveva chiesto a Mihawk di allenarlo nell'arte della spada, quello era l'unico motivo se ora si trovava in quella casa lugubre e spoglia dalle mille stanze che parevano tutte uguali, quello era l'unico motivo per cui non se n'era andato dopo aver sconfitto finalmente quelle scimmie.
< E allora che ci faccio nel suo letto?! > pensò, scattando seduto.
La vera motivazione che l'aveva spinto in quella stanza era dire a Occhi di falco che si era ristabilito dall'ultima batosta e quindi potevano – anzi, dovevano – riprendere gli allenamenti perché lui non aveva tempo da perdere in cose futili come riposarsi.
Il resto era successo così in fretta che forse il giovane non avrebbe davvero saputo dire come o cosa.
Le sensazioni che aveva provato erano state qualcosa di nuovo, particolare.
Non il semplice senso di rivalità che sentiva nei confronti di Mihawk, né quello di benessere che provava nello stare con i suoi compagni, o la soddisfazione che lo illuminava nell'affrontare e battere avversari fortissimi.
Niente di tutto quello, eppure allo stesso tempo qualcosa che vi assomigliava.
Soddisfazione e benessere uniti alla rivalità, in un miscuglio travolgente, insieme allo strano senso di non aver fatto niente di sbagliato.
Come quando aveva protetto Rufy da Orso, sentiva di non aver fatto alcun errore, se non quello di aver riflettuto troppo poco.
Lui però non era il tipo che si pentiva delle sue scelte o che faceva scelte di cui potersi pentire.
Quando decideva qualcosa perseguiva fino infondo e la portava a compimento senza eccezioni di sorta, a meno finché non veniva deluso o quella cosa si rivelava contro il suo sogno.
L'aveva detto anche al suo Capitano, prima di seguirlo.
Se dovessi rinunciare alla mia ambizione...ti squarcerai la pancia per scusarti!” era stata quella la frase che Zoro gli aveva detto all'inizio, quando si erano incontrati, e ci credeva ancora, nonostante fosse passato molto tempo.
Non avrebbe mai rinunciato al suo sogno, per nessuno e per nessun motivo.
Quindi non aveva senso rimanere nel letto di Occhi di falco, aspirando a pieni polmoni l'odore vagamente fastidioso di sesso e sudore, unito però ad una piacevole fragranza che Zoro non avrebbe saputo identificare, ma che aveva già percepito su tutto il corpo dello spadaccino migliore al mondo.
Era qualcosa che sapeva di mare, di metallo, di sangue e di chiuso, quasi un luogo per incantesimi tenuto lontano da occhi indiscreti.
Non che gli piacesse, ovviamente, ma si trovò a respirarlo affondo, quasi per capire che diamine d'essenza fosse.
“Aaah” ringhiò, alzandosi di scatto.
Non era da lui quel comportamento, doveva riprendersi e allenarsi immediatamente.
Aveva bisogno di tempo per trovare la faccia tosta di parlare nuovamente a Drakul senza comportarsi come una ragazzina isterica.
Lui era uno spadaccino che aspirava a diventare il migliore e come tale doveva porsi, senza ripensamenti.
Se mai si fosse pentito di qualcosa avrebbe semplicemente dovuto cambiare strada e sceglierne una che non gli dava rimpianti.
Entrò nella doccia del bagno di Mihawk, sicuro della sua scelta.
Due occhi dorati s'illuminarono d'orgoglio, mentre il padrone di casa tornava nel giardino da dov'era venuto.



La frase in corsivo è presa direttamente dal manga. Lo so che è da parecchio che non aggiorno, ma ho avuto qualche problemino. Cercherò di essere più puntuale <3 Fatemi sapere! 
   
 
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