13. Capitolo
Chiuse gli occhi abbandonandosi dolcemente nell’abbraccio del comodo divano di pelle bianca che faceva bella mostra nella sua stanza.
Il suo respiro,
prima ansioso
e agitato, si stava pian piano normalizzando, l’incenso che
aveva acceso appena
era giunta stava finalmente facendo effetto e ora le inebriava la
mente. Lavanda
e magnolia rasserenavano e tranquillizzavano la mente di Hermione.
Aveva
sciolto i capelli liberandosi dalle innumerevoli forcine e ora i
boccoli lunghi
e pieni le ricadevano sulle spalle in modo scomposto. Con un leggero
gesto
portò indietro il capo, rilassandosi sopra il suo comodo
divano. Le dita lunghe
e sinuose torturavano la pergamena appena giunta via gufo, Ginny le
aveva mandato
una lettera, invitandola a mantenere la calma, almeno lei, di fronte
alle
probabili angherie del fratello.
Ron era il motivo che le aveva fatto abbandonare la cena anzitempo per ritirarsi e per certi versi scappare da quell’assurda situazione. Ma lo sapeva bene Hermione, non si poteva scappare. Lui era lì e tutti non facevano che ricordarglielo. Lui non faceva che ricordargli la sua pesante presenza. I suoi sguardi carichi di odio, i suoi sorrisi sprezzanti e le sue battute di cattivo gusto, com’era stata stupida a innamorarsi di un tale individuo, ingenua ecco cosa era. E non poteva essere solo Gabrielle la causa di quel cambiamento in Ron, non poteva essere solo l’astio per Draco, lui godeva nel metterla in imbarazzo nel mostrare le debolezze e i punti deboli della ragazza. Lui la umiliava ogni volta che la guardava facendola sentire inadeguata, sbagliata, sporca.
Come se
la fine del loro amore fosse solo causa sua, come se fosse stata lei a
tradire.
Respiro
profondamente,
inalando le essenze che vibravano nell’aria e si
alzò, Avrebbe dormito quella
notte magari ricorrendo alla pozione sonno senza sogni, ma non avrebbe
rivissuto il suo incubo.
Non voleva
rivedere per l’ennesima volta la notte
dell’abbandono, il pianto disperato, la preghiera
a non lasciarla.
Non
voleva rivedere lo schiaffo e la spinta
che Ron le infliggeva per liberarsi delle sue mani che disperate
cercavano di trattenerlo
ancora li, nella loro casa. Si era umiliata quella notte, si umiliava
da un
anno per tenerlo con sé, nonostante sapesse che non la amava
più e che forse
mai l’aveva amata.
Affetto,
forse provava affetto per quella
ragazza nata babbana che l’era stata affianco durante
l’adolescenza, che lo
capiva e lo sosteneva ma che non riusciva a farlo innamorare. Certe
volte,
quando si svegliava disperata dopo quei sogni, stentava anche lei a
dargli
torto. Chi mai vorrebbe stare con una come lei, priva di fascino,
taciturna e
dedita al lavoro ora e allo studio prima; nessuno neanche il
più innamorato
degli uomini. Si era trovata tante volte a dare ragione a Ron, dopo
quel sogno.
“Nessuno
vorrebbe starti al fianco, perché sei
arida Hermione”, queste erano state le sue ultime parole, le
ultime prima di
chiudere la porta alle sue spalle e sparire.
***
Dopo il
piccolo battibecco con Weasley si sentiva proprio bene, avrebbe voluto
spaccargli la faccia ma ci sarebbe stato anche quel momento, un giorno.
Lo
sapeva Draco che tra di loro si sarebbe risolto tutto così,
con un duello alla
babbana perché di riverenze e onore Ronald Weasley non ne
era degno. I duelli
con un troglodita non sono giusti, con lui si possono usare solo il
desto e il
sinistro, intervallati da alcuni ganci.
Rise
Draco, la situazione gli cominciava a piacere
e nonostante fosse notte inoltrata ed avesse ancora tra le mani la
lettera che Harry
gli aveva inviato, invitandolo a mantenere la calma difronte alle
probabili
battute di Ron, Draco continuava a rideva.
Amava quel
sentirsi sul filo di un rasoio, i pregiudizi erano il suo pane
quotidiano, l’avrebbero
seguito fino alla tomba e avrebbero seguito i suoi figli, se mai un
giorno ne
avesse avuto. Ma non gli importava lei ora era al suo fianco. Aveva
sfidato l’amore
della sua vita, una stretta al cuore percorse l’ex Sepeverde.
Così,
lei
considerava quel demente, il suo amore, uno che non l’aveva
mai rispettata,
amata, protetta. Ma ora aveva aperto gli occhi, i suoi grandi occhi
color
cioccolato e l’aveva finalmente visto quell’essere
imperfetto che non poteva
essere paragonato ad un uomo. E sorrise ancora Draco nel ricordare la
sua mano
lunga e sinuosa che sfiorava la sua, un semplice gesto nessuna parola
ma una
complicità tale da riscaldare il cuore e rasserenare
l’anima. Hermione era con
lui e non gli importava niente di cosa pensassero le altre persone.
Prese la sua
scopa e per la prima volta da quando era a Hogwarts decise di fare un
giro,
nonostante il vento, nonostante il freddo, nonostante tutto avrebbe
ripreso a
volare prima su una scopa e poi nella vita. Lo sentiva quella sarebbe
stata la
svolta e ora si sentiva pronto per giocarsi le sue carte, ora lei
avrebbe visto
anche lui, oltre al rosso. Forse non tutto era perduto anche un Malfoy
può
essere amato.
***
La mattina
dopo Tutti gli alunni della scuola furono accolti da una piacevole
novità,
nella bacheca, affianco all’ingresso principale fu affisso un
avviso che non
passò inosservato.
Grifondoro,
Corvonero, Tassorosso e Sepeverde per la prima volta provavano le
stesse
emozioni e cosa ancor più particolare parlottavano tra di
loro, ammiccavano
felici, cosa strana visto che non più tardi di una
mezz’ora sarebbero tutti
andati in classe per le rispettive lezioni.
Ma cosa era
che rendeva agitata l’intera popolazione di Hogwarts? Presto
detto. Quella
mattina fu affisso direttamente dal professore di Difese contro le arti
Oscure,
Draco Malfoy, l’invito per chi lo volesse iscriversi al
Leggendario club
dei Duellanti.
Nessuna
distinzione di
sesso, età o di casa, solo voglia di mettersi alla prova,
sfidare il pericolo
con classe e determinazione e una buona dose di abilità.
Questi, sono i
semplici ingredienti che servono per diventare un abile duellante.
Chi volesse
partecipare
può venire questa sera per la lezione di prova presso
l’aula 7 nelle segrete.
D.L.M. &
H.J.G.
Questo era
ciò era scritto nella missiva.
Ed è
per
questo che l’intera popolazione di Hogwarts non vedeva
l’ora che fosse già sera
per partecipare alla prima lezione presieduta da Hermione Granger
professoressa
di Trasfigurazione, direttrice della casa dei Grifondoro e Draco Malfoy
professore di difese contro le arti Oscure, direttore della casa di
Sepeverde.
I due professori
alle sette in punto percorrevano i corridoi che portavano alle segrete,
non si
parlavano dalla mattina e forse per i troppi occhi sopra non parlarono
neanche
li, mentre raggiungevano la vecchia stanza dei duelli. Giungi fino alla
grande
porta di pietra si guardarono appena, Hermione sfiorò la
mano del giovane uomo
e sfilò davanti a lui, precedendolo di alcuni passi, dopo di
che anche Draco
entrò nella grande stanza.
L’aula
si
presentava pressoché piena, molti ragazzi di tutte le case
erano presenti dai più
piccoli, che forse erano lì per vedere la novità,
ai più grandi desiderosi di
mettersi veramente alla prova.
Fu Malfoy il
primo a prendere la parola. Salì sulla pedana, posta al
centro della stanza,
interamente ricoperta da un grande tappetto rosso e dopo che tutti
piombarono
nel più assoluto silenzio, spiegò
l’intento ultimo di quel club.
<-
Benvenuti a tutti - Disse ammiccando come solo lui sapeva fare.
–
Io e sa Professoressa Granger, siamo felici
di aver scaturito in voi cosi tanto interesse - Sorrise sprezzante,
guardando i
bambini del primo anno che pendevano dalle sue labbra estasiati.
-Nel nostro
club, come avete già letto nella missiva, sono richieste
poche qualità che
credo voi tutti possediate- si schiarì la voce.
–
Determinazione; Sagacia; Abilità; Lealtà; e
una buona predisposizione agli incantesimi base. Niente di
più e presto questa
scuola avrà gli allievi più bravi nella nobile
arte del duello di tutta Europa-
Concluse Draco > .
I ragazzi si
guardavano tutti elettrizzati, fino a quando a parlare, non fu il turno
della
bella professoressa Granger.
< - Bene
ora vi spiego come si svolgeranno le lezioni - Disse la professoressa.
– Chi è
interessato deve firmare la pergamena che ho lasciato nella cattedra
vicino
alla porta. Per prima cosa dobbiamo vedere quali sono i vostri
rudimentali con
gli incantesimi difensivi - Riprese
fiato.
–La difesa, badate bene è il miglior attacco- Sorrise.
–
Anche Il grande Harry Potter ad esempio,
usava spesso un expelliamus anche nella grande battaglia che un
più complicato
e pericoloso incantesimo offensivo- tutti gli occhi erano su di lei e
lo
sapeva, che strega straordinaria era la Granger, una serpe ammaliatrice
nascosta in una Grifondoro.
– Dopo
di
che, verrete divisi in due gruppi le ragazze si alleneranno con il
professor
Malfoy- il direttore della casa la guardo stranito.- mentre i ragazzi
si
eserciteranno con la sottoscritta->.
<- Io se
fossi in voi- disse una voce riconoscibilissima proveniente da un
angolo
nascosto dell’aula,- chiederei una dimostrazione ai
professori. –disse ghignando.
–
Infondo, chi vi dice che il professor Malfoy
è abile negli incantesimi difensivi, da quanto dice la
stampa-, gli occhi dell’uomo
brillavano – dovrebbe conoscere molti incantesimi, ma dubito
che siano legali e
noi non vogliamo certo che le giovani menti che risiedono in questa
scuola,
apprendano l’arte oscura. Giusto Signorina Granger->
<- Giusto
signor Weasley. - Sorrise lei di rimando, lasciando l’uomo
interdetto. – Quindi,
non troverà niente di sbagliato se sarà lei a
duellare con il Professor Malfoy.
- L’uomo deglutì->.
Draco negli
anni dell’accademia per diventare Auror era stato il migliore
in incantesimi e
duelli, nessuno mai era riuscito a schiantarlo e solo le esercitazioni
con
Harry Potter finivano con un pareggio.
< - Ma
certo- disse il biondo - Per i miei alunni non mi tiro mai indietro.
Neanche
sfidare un auror tanto famoso, mi preoccupa se poi voi, cari ragazzi
riuscirete
ad apprendere la preziosa arte.- Disse
avanzando lentamente e riprendendo il suo posto affianco della
professoressa
Granger, che sorrideva di rimando al collega.- La Prego signor Weasley
di voler
duellare con me, ma la imploro non mi umili- lo canzonò il
professore
trattenendo a stento le risate >.
Ora tutti i
ragazzi si girarono verso l’angolo in cui l’auror,
chiamato dal ministero per
osservare i comportamenti dell’ex Mangiamorte e ora
professore di difese, si
trovava. I ragazzini incominciarono ad ammiccare e a borbottare tra
loro. Weasley
non riuscì a capire cosa dicevano quelle pulci ma dai
sorrisi divertiti dei più
grandi si poteva ben capire cosa quelle menti immaginavano.
Paura,
timore per l’uomo tanto avvezzo all’arte oscura.
<- Certo-
> disse il rosso avanzando svogliatamente fino alla pedana dove
lo
attendevano i due professori.
Tutti gli
occhi dei ragazzi erano ora puntati sui tre; alla sinistra si trovava
il rosso Ron
Weasley, l’Auror alto e dinoccolato, famoso per essere uno
degli elementi del
famoso trio che sconfisse l’oscuro signore. Era agitato
Weasley, lo si capiva
dai gesti guizzanti, dalle movenze e dall’espressione tirata
del suo volto.
A tutti i
presenti, ora era chiaro, che della spavalderia che un attimo prima
animava l’auror
non vi era più traccia.
L’uomo
che si
trovava alla sua destra incuteva rispetto. Era Alto, biondo, sereno e
sorrideva
beffardo.
Niente avrebbe
scalfito la prestanza fiera di Draco Malfoy, l’eleganza che
era innata nei suoi
movimenti. Ammaliava con lo sguardo Draco, sapeva di sprigionare con un
semplice gesto paura e riverenza e lì davanti
all’unico nemico rimasto restava immobile
aspettando il primo gesto, la prima sfida, il passo falso che il rosso
avrebbe
inesorabilmente commesso. Aveva sangue freddo Malfoy altra dote
importante per
superare indenni una battaglia o un semplice duello dimostrativo, ma
quello non
era un semplice duello era la resa dei conti dopo anni.
La donna,
invece, si era già pentita di aver assecondato il duello tra
i due. Da una parte
c’era il suo ex fidanzato che l’aveva delusa e
abbandonata e dall’altra il suo
amico che in tutti quegli anni l’aveva difesa, sostenuta e
aiutata e ora lì tra
i due fuochi doveva essere imparziale.
<- Bene-
disse la donna. Distogliendo i ragazzi dal brusio in cui erano ricaduti
- Ora
il Professor Malfoy e il signor Weasley andranno rispettivamente
infondo alla
pedana uno a destra e l’altro a sinistra-. Riprese fiato,
mentre con lo sguardo
osservava i due uomini che obbedirono alla sua richiesta. - Dopo di
che, ci sarà
il famoso inchino, niente di sfarzoso un modo elegante per incominciare
il duello,
basta abbassare un poco il capo. Questa badate bene è la
prima regola, fare l’inchino
è sinonimo di rispetto verso l’altro, si duella
per l’onore- Sorrise la Granger
. – Poi, al mio tre partirà il duello vero e
proprio- finì. –Ora se siete
pronti, disse rivolta ai due uomini che stavano sulla pedana.
–Potete iniziare->.
I due uomini
s’inchinarono brevemente senza mai perdersi di vista. Gli
occhi grigi di Draco
scrutavano quelli azzurri di Ron. Sollevarono contemporaneamente il
capo e dopo
che la Professoressa Granger dichiarò aperto il duello,
incominciò il
combattimento di bacchette.
<-
Furnunculus-
disse l’auror, un attimo prima che la Granger desse in
realtà il via->.
<-Stop-
disse la professoressa, -Al mio via, non prima Weasley è
scorretto. Ora potete
riprendere->.
<-Tarantallegra-
disse Malfoy mentre le gambe dell’auror presero a ballare sul
posto>.
<-scalpo-
grido l’auror>
<-Protego-
urlo Draco sventando l’attacco>.
<-Stupeficio-Disse
il professore schiantando l’auror nel muro- Grazie, grazie-
disse Draco
sorridendo alle ragazzine che applaudivano al suo stupendo
incantesimo>.
<-Serpensoria-
disse Ron, sorridendo beffardo per aver colto alla sprovvista
l’ex sepeverde>.
<-Evanesco-
Disse il biondo. –Avis- Disse subito dopo, senza attendere la replica
dell’auror. – Expelliarmus-
concluse e mentre ancora Ron combatteva con uno stormo di uccelli
impazziti, la
bacchetta gli volò dalle mani>.
<- Duello
concluso- urlò la Granger –Grazie ai nostri
duellanti- riprese, facendo con un
abile gesto della bacchetta evanescere lo stormo dal viso di Ron, che
usci
dalla stanza senza proferì parola seguito dallo sguardo
allibito di tutti i
ragazzi. – Va bene, doveva esserci l’inchino
conclusivo, ma delle volte la
rabbia fa dimenticare dei semplici gesti- sorrise>.
Un fragoroso
applauso avvolse i due professori mentre una fila lunghissima di
ragazzi di tutte
le case si apprestava a iscrivere il proprio nome al club dei duellanti.
<-
è
andata bene- ammiccò Draco>.
<-si,
penso di sì. Si sono iscritti tutti. Non so come faremo a
fare lezione con
cento alunni->. Era preoccupata Hermione.
<- Dopo
la prima lezione diverranno molti meno, fidati e alla fine resteranno
solo i
più abili- disse Draco >.
<- ne sei
così sicuro?- chiese la riccia>.
<-
Sicurissimo
Granger, quanto sono sicuro dell’avversione del tuo ex per
l’incantesimo
Avis->.
<-l’hai
fatto apposta- disse lei guardandolo male>.
<-Assolutamente
sì, cosi si ricorda che non deve farti del male->.
<-Draco-
disse fermandosi di colpo –Perché fai
così->.
<-Cosa
farei, di grazia->.
<-
Perché
mi vuoi bene?- Chiese la donna, spiazzando il professore di Difese che
si
riprese un attimo prima di rispondere>.
<-
perché,
sei una gemma rara e preziosa, Hermione Granger e non tollero che una
sottospecie
di troll ti tratti con sufficienza e poca grazia. Meriti il meglio e
lui è
niente in confronto a te->.
Spazio Autrice.
Buona Domenica mie care, vedo che la storia vi piace e ne sono felice, spero di non deludervi.
Aimè ho peccato, nessun duello alla babbana tra Draco e Ron ma no sono sicura che un giorno il tanto agognato scontro avvenga, per ora spero vi accontentiate dell'umiliazione pubblica in fatto di incantesimi.
Ditemi che ne pensate, grazie in anticipo a tutte .
kiss