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Autore: Zebraviola    10/10/2011    20 recensioni
Da revisionare
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap 20

Capitolo 20


Dedicato ad un mio amico che oggi si laurea e io sono in un altro stato (amico che per altro non legge le mie storie quindi questa dedica è totalmente inutile xD). Anyway... Congratulations Cesare!

Il sonno per Hermione non ne voleva proprio sapere di venire.
La sera prima, finita la festa, lei e Severus si erano coricati molto stanchi ma, al contrario dell'uomo che era crollato non appena posata la testa sul cuscino, lei non era ancora riuscita a prendere sonno.
Dopo l'ennesimo tentativo ci rinunciò, forse una camomilla l'avrebbe aiutata.
Si sfilò piano dall'abbraccio quasi soffocante di Severus che, in risposta, emise un flebile grugnito prima di voltarsi dall'altra parte continuando a dormire alla grossa.
Hermione si mise la vestaglia di cotone, uscì nella sala comune deserta e buia, rabbrividendo per la frescura presente nella stanza dovuta alla finestra e imprecò per i brividi dovuti al repentino cambio di temperatura rispetto alla calda e accogliente camera da letto.
Si avvicinò alla finestra che qualcuno aveva lasciato spalancata e rimase incantata dallo spettacolo che la natura offriva ai suoi occhi; era una sera stranamente limpida per quel periodo dell'anno e la luna nuova faceva sì che il cielo fosse totalmente buio, trapuntato da migliaia di stelle, brillanti come diamanti.
Le stelle le facevano sempre tornare alla mente il momento in cui si era ricongiunta ai suoi genitori una volta avvenuta la totale e definitiva dipartita di Voldemort.
Non aveva raccontato nemmeno ai suoi amici del Momento, il momento in cui aveva realizzato di aver finalmente ritrovato i suoi genitori dopo lunghe perlustrazioni in lungo e largo per tutta l'Australia.
Non era stata una cosa immediata perchè Madama Chips le aveva detto che restituire i ricordi improvvisamente poteva essere pericoloso per la loro psiche e rischiava di farli uscire di senno. Hermione ci mise parecchi mesi per diventare amica di quella coppia di dentisti che si erano trovati una paziente che prendeva appuntamento periodicamente. Nemmeno loro si sapevano spiegare come mai la trovassero così familiare e avessero sentito fin da subito un forte istinto di protezione nei suoi confronti.
Dopo mesi di frequentazione, prima come paziente e poi come amica nonostante la differenza d'età, durante una cena di fine agosto Hermione, armata di coraggio e di speranza, dissolse l'incanto che teneva prigionieri i loro ricordi aspettando, trepidante, che la memoria tornasse.
Quella fu una sera di lacrime, di risate, di abbracci, ma soprattutto fu una serata di rinnovata serenità che loro tre, finalmente riuniti, rinnovarono sotto un manto stellato.
Questo era un altro dei motivi per cui, durante il suo settimo anno effettivo, passasse così tanto tempo sulla torre di astronomia.
Hermione sospirò, volendo porre un freno ai pensieri malinconici che sembravano non volerla abbandonare.
-Missy.- un elfo con un grembiule viola apparve con un leggero “pop”.
-Missy può fare qualcosa per la professoressa Granger?- chiese cortese e sorridente esibendo un inchino.
-Sì, grazie. Potresti portarmi una tazza di camomilla, per favore?-
-Missy esegue con piacere. Missy è dispiaciuto di non potere fare mai nulla per la professoressa Granger, Missy è stato forse cattivo?-
Hermione sospirò. Non era il primo elfo che le porgeva quella domanda, ai loro occhi se non gli imponevi ordini li reputavi indegni.
-Assolutamente no è solo che non è giusto che voi ci serviate in tutto e per tutto.-
-Ma Missy è contento di poter aiutare la professoressa Granger e gli insegnanti!-
La donna cercò di troncare lì il discorso, non volendo ancora ammettere di aver commesso un errore di calcolo durante la fondazione del C.R.E.P.A, ovvero che gli elfi domestici, purchè siano trattati bene e non come della carne da macello, erano ben contenti di servire i loro buoni padroni.
-Lo so Missy, sei un elfo bravissimo. Vorrei solo una tazza di camomilla, me la potresti portare?-
Dopo cinque minuti, finalmente, Hermione stringeva la tazza fumante tra le mani.
Quante cose che erano successe in quei mesi! Per forza che non riusciva a prendere sonno...
Solo tre mesi prima era una trentenne annoiata dalla monotonia della vita, con una vita affettiva e sessuale pressoché nulla. Insomma se le avessero detto che sarebbe diventata insegnante e capocasa ad Hogwarts, si sarebbe innamorata dell'arcigno professor Piton, ricambiata per giunta... bè, sicuramente avrebbe fatto ricoverare al San Mungo il fautore di tale profezia. E invece era andata esattamente così, con tutti gli annessi e connessi.
Hermione Granger si sentiva finalmente viva e quasi del tutto felice.
Se solo non ci fosse quel brutto evento negativo riguardante la sua migliore amica ad offuscarle tale felicità.
In quel periodo era così presa dal discorso delle auree e della condizione di Ginny da essersi perfino scordata del suo compleanno.
Proprio lei! Lei che non aveva mai dimenticato un suo compleanno.
Lei, che pretendeva sempre la torta di more su cui spegnere le candeline ed esprimere un desiderio.
Lei, che quando aveva creduto che i suoi amici se ne fossero dimenticati aveva passato tutto il giorno a commiserarsi per poi scoprire che le avevano organizzato una festa a sorpresa (*).
Insomma, proprio lei che aveva fatto del suo compleanno un culto personale, proprio lei se ne era completamente scordata in favore di cupi pensieri e pagine ingiallite di una donna del passato.
Hermione sospirò pesantemente, riportando lo sguardo al cielo, stava cercando di liberare la mente quando due braccia le cinsero la vita, due braccia ormai familiari, e si sentì stretta contro un petto solido dietro di lei.
Severus le posò un bacio sul collo lasciato scoperto dalla treccia che era solita acconciarsi per la notte e poi posò la testa sulla sua spalla.
-Ehi, che ci fai qui?- sussurrò lei continuando a guardare fuori dalla finestra.
-Il letto era freddo senza di te.- mugugnò lui, stringendola leggermente di più.
Hermione sorrise a quella risposta.
-Stavo pensando a questo sai?-
-Al fatto che il letto sia freddo senza di te?-
-No, al fatto che qualche mese fa non ti sarebbe passato minimamente per l'anticamera del cervello pensare che il tuo letto fosse freddo senza di me.-
-Tu sì che sai come uccidere il romanticismo...- commentò lui sulla difensiva, spiazzato dalla sua constatazione.
-Ma andiamo Severus, tu non sei romantico.- rispose lei posando la tazza su un tavolino e girandosi tra le sue braccia con sguardo furbo -Tu sei acido..- bacio -...e sei anche frigido- gli sussurrò direttamente nell'orecchio con tono malizioso.
Severus cercò di inghiottire l'eccesso improvviso di salivazione che l'aveva assalito.
-Ti faccio vedere io quanto sono frigido, ragazzina impertinente.- le rispose tirandosela di scatto completamente contro e baciandola con fervore.
Hermione rise nella sua bocca per poi stenderlo del tutto con un: -Non sono più una ragazzina, professore, non so se se ne è reso conto.-
-Ma sei impertinente.- rantolò lui trascinandosela di peso in camera e chiudendo di getto la porta mentre Hermione non la smetteva di sorridere.
Cosa aveva pensato della sua vita sessuale attuale?Oh sì, pienamente soddisfacente!

E mentre qualcuno si stava divertendo qualcun altro si stava ponendo interrogativi che già da qualche giorno stava rinviando per timore.
Oliver non riusciva a trovare il coraggio di affrontare quel discorso con sé stesso, ma sentiva che oramai era doveroso porsi certe domande.
Era rimasto colpito da Sarah fin dal primo istante e, passionale ed impulsivo com'era, se ne era innamorato praticamente subito.
Quando poi lei sembrava finalmente essersi accorta di lui ne era rimasto letteralmente stupito e i primi giorni aveva vissuto su una nuvoletta rosa, ignaro del mondo circostante.
Viveva in funzione dei momenti che avrebbe passato con lei tra un bacio e l'altro, sognando qualcosa di più.
Ma, come già detto, Oliver era un tipo passionale e quel qualcosa di più pareva proprio che Sarah non volesse concederglielo.
Cominciò quindi a porsi qualche domanda, in primis cosa sapeva effettivamente lui della donna di cui era innamorato? Sapeva che era un tipo molto riservato e timido, che aveva avuto una storia importante con un uomo con cui era perfino fidanzata (l'ipotesi che quindi potesse essere vergine e per questo ritrosa ad andare oltre era quindi da scartare) e che era un'appassionata di libri.
E che era molto amica di Neville.
Ecco la persona che avrebbe potuto aiutarlo a fare chiarezza su chi fosse davvero Sarah, Neville! Del resto erano amici e, si sa, un uomo è sempre pronto ad aiutare un suo amico a conquistare la donna dei suoi sogni, no?
Insomma, aiuto-di-Neville+destrezza-di-Oliver=Amore di Sarah, no? Equazione perfetta. Quello che Oliver ignorava nella sua “equazione perfetta” era che il suo addendo e il suo risultato si stavano rotolando tra le lenzuola due appartamenti più in là.
Ma questo era un dato che ancora Oliver non avrebbe scoperto e avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di realizzare finalmente che “aiuto-di-Neville+destrezza-di-Oliver= Oliver-rimane-fregato”.

Anche Sarah quella notte si pose delle domande, più precisamente una domanda, la domanda. Quanto tempo sarebbe passato prima che lei riuscisse finalmente a parlare con Oliver e vivere finalmente il suo amore per Neville alla luce del sole?
Quella sera, come le ultime del resto, l'aveva passata tra le braccia dell'insegnante di Erbologia e di questo si vergognava molto.
Eppure lei non era mai stata una persona così e si sentiva tremendamente in colpa, come era giusto che fosse, a passare le notti con Neville, a fare per altro cose tutt'altro che caste, quando il suo fidanzato ufficiale dormiva a sole due stanze di distanza, credendola una ritrosa legata al passato che preferiva passare la notte da sola nella sua stanza.
Fu così che prese la decisione di non avere più contatti di natura amorosa con Neville finchè la situazione non si sarebbe risolta.
Niente abbracci, niente baci, niente passeggiate nei giardini di Hogwarts, niente imboscamenti improvvisi nelle serre come se due adolescenti e, soprattutto, niente incontri notturni (o diurni, precisò mentalmente ricordando con leggero imbarazzo l'esito dell'ultimo imboscamento nella serra 3 del giorno prima).
Adesso non le restava che comunicare la notizia al suo adorato erbologo, impegnato a russare alla grossa; sapeva già che non l'avrebbe accolta benissimo, ma avrebbe capito, ne era certa.

Hermione si svegliò aggrappata a Severus rendendosi conto che alla fine era riuscita ad addormentarsi.
Alla fine.
Sorrise soddisfatta per poi constatare che sarebbe stato il caso di alzarsi, a meno che non avessero voluto passare tutto il sabato mattina nel letto; il che, data l'assenza di lezioni nel week-end, non le pareva una così cattiva idea.
Decise così di tentare la sorte rintanandosi nuovamente nel cantuccio caldo che le braccia di Severus offrivano e sospirò beatamente, sentendosi presto stringere.
-Buongiorno.- sussurrò lei sorridente verso il viso ancora mezzo addormentato dell'uomo al suo fianco.
-...'Giorno...- rispose lui di rimando, tendendo tuttavia gli occhi chiusi ermeticamente.
Hermione si ritrovò a sghignazzare, pensando per l'ennesima volta a quanto pareva un bambino troppo cresciuto certe volte.
-Hai piani per la giornata?- chiese lei spostandogli delle ciocche dal viso.
-Restare a letto. Possibilmente con te dentro.- rispose lui continuando a mugugnare e facendola definitivamente scoppiare a ridere.
-Orsù mio prode cavaliere- e qui finalmente Severus aprì gli occhi lanciandole un'occhiata a metà tra il rimprovero e lo scetticismo che la fece ridere ancora di più -potremmo andare a fare un giro da qualche parte, che ne dici? Magari chiedo a Harry e Ginny se vogliono unirsi a noi.-
-Per carità! Non tutta la tribù Potter, te ne prego! Ma l'idea di allontanarci da questa gabbia di matti che pullula di pusillanime non è malvagia.-
-Tesoro, sei il preside di una scuola per giovani maghi! Cosa pensavi quando hai accettato il lavoro, di aver a che fare con degli adulti?- constatò ovvia lei.
-Speravo solo che ci fosse un pizzico di buon senso tra queste mura, quanto era bello potersi illudere!-
Hermione si trovò a ridere fragorosamente mentre si sedeva davanti allo specchio per sciogliersi la treccia, miracolosamente intatta nonostante la ginnastica notturna.
-Illusioni o non illusioni- continuò iniziando a spazzolarsi i capelli, non con pochi problemi -avevi qualche posto in mente per questa fuga giornaliera?- Severus sorrise enigmatico.
-Può darsi... vestiti alla babbana e porta un costume.-

-Non ci posso credere!- fu quello che esclamò Hermione nemmeno un'ora dopo appena si trovò davanti una piccola villetta in stile Tudor in una delle principali vie di Brighton a pochi passi dal mare.
La donna si girò verso il suo compagno con aria incredula.
-È tua?- chiese sinceramente interessata.
Lui in risposta le indicò la cassetta delle lettere in metallo nero dove, in un bel argento brillante, torreggiava il nome “Piton”.
-A dir la verità era dei miei nonni paterni, era la loro casa. Ma adesso è mia.-
-I tuoi nonni paterni? Ma io pensavo che odiassi tuo padre.-
-E infatti è così, ho odiato profondamente quell'uomo ma non i suoi genitori. Anzi furono proprio loro a decidere che alla loro morte la casa sarebbe passata direttamente a me. Credo che tra tutte le persone che Tobias Piton deluse ci fossero anche loro.- concluse mesto alzando leggermente le spalle.
-Bè vuoi vedere la casa?-
Ad Hermione brillarono gli occhi e spinse il cancelletto in ferro battuto.
La casa era su due piani, all'esterno appariva in mattoni rossi con gli infissi e le decorazioni bianche, in perfetto stile Tudor.
Appena dentro si ritrovò in un piccolo corridoio con una rampa di scale e tre porte.
Aprì curiosa la prima a destra trovandosi in uno studio con una libreria piena di testi di legge babbani e libri di pozioni, una scrivania in mogano e, subito accanto, un enorme calderone e un mobiletto con una notevole collezione di ingredienti.
-Tuo nonno era un avvocato per caso?- domandò incuriosita dai libri di legge.
-Era il migliore avvocato del Sussex.- rispose lui orgoglioso.
-Vedo che la modestia fa parte del corredo genetico dei Piton!- rise lei.
La seconda porta dava su un salotto accogliente, con un divano di pelle bianca che aveva visto tempi migliori, un caminetto in marmo bianco, una televisione un po' datata (che sicuramente Severus non aveva mai usato), una libreria con due poltrone accanto e la moquette bianca.
Lei adorava la moquette, soprattutto adorava la sensazione che provava quando ci camminava sopra a piedi scalzi.
Infine trovò la cucina, piccola ma provvista di tutto, perfino di un forno a microonde, ed un'altra porta a vetri che dava su una veranda coperta.
-Veramente bellissima! Certo sarebbe da fare qualche cambiamento per renderla un po' più moderna ma è veramente splendida. Come mai tu non vivi qui?- chiese avvicinandosi a lui che era rimasto in salotto.
-È troppo grande per viverci da solo. Ci vengo quando ho bisogno di quiete, ma succede molto sporadicamente.-
-Ma è una casa completamente babbana?-
-Per chi mi hai preso Granger? Ovvio che no! Il camino del salotto è collegato con quello nel mio studio e ci sono scudi e incantesimi anti-intrusione lungo tutto il perimetro. Tuttavia apprezzo alcune qualità babbane, come ad esempio l'elettricità. E prima che tu me lo chieda, sappi che la televisione funziona e, udite udite, sono anche capace di usarla.-
-Bravo bravo! E sopra cosa c'è?-
-Tre camere da letto, una lavanderia e due bagni. Vuoi vedere?-
Hermione battè le mani eccitata come una bambina in pasticceria e si fece condurre su per le scale.
La prima camera capì subito essere quella principale. Era una stanza molto luminosa con un letto moderno con una coloratissima coperta patchwork e un cassettone su cui giaceva, sempre più incredibile ma vero, un altro televisore.
Rimase incantata davanti ad un gruppo di cornici appese accanto al mobile, alcune magiche e alte, molte altre, tradizionali.
In particolare la colpì una foto di un bambino di circa cinque anni in braccio ad un uomo che immaginò fosse il nonno e con accanto una donna.
-Sono i tuoi nonni?-
-Sì, passavo buona parte dell'estate qui con loro, mio nonno mi insegnò a giocare a scacchi quando ancora avevo solo cinque anni. Mia nonna invece mi portava sempre a raccogliere fiori sulle colline qui vicino, le Seven Sisters. È stata lei ad insegnarmi a leggere, sai lei era un'insegnante.- rispose lui perso nei ricordi.
-Dovevi essere molto attaccato a loro...-
-Sì, molto. Non ho mai conosciuto i miei nonni materni e, come ben sai, la situazione nella mia famiglia non era per nulla facile. I miei nonni sono stati i cardini della mia infanzia e gli ero molto affezionato. È il motivo principale per cui non ho voluto vendere questa casa.-
Severus parlò più a se stesso che ad Hermione e percorse con l'indice i contorni del viso della donna.
-E come sono morti?- si azzardò a chiedere lei.
Il viso dell'uomo si indurì.
-Voldemort li ha uccisi. Una settimana prima dell'uccisione dei Potter, diceva che era l'unica radice che mi teneva legato al mondo babbano e per questo doveva essere estirpata. Mi ordinò di ucciderli ma io mi rifiutai. Il risultato fu scontato, li attaccò in giardino mentre stavano curando i cespugli di rose. Non ebbero scampo. In quanto a me... bè, non puoi rifiutare un ordine di Voldemort e pensare di passarla liscia, senza conseguenze. Questa è la conseguenza per non aver voluto uccidere le uniche persone che mi avevano veramente voluto bene.- concluse mesto alzando di poco la maglia sulla schiena e indicando due grosse cicatrici quasi parallele.
-Evidentemente pensava che per essermi rifiutato di uccidere due babbani il miglior modo per farmela pagare fosse infliggermi una tortura babbana. E la frusta era uno strumento a cui era particolarmente affezionato.-
Hermione gli si avvicinò abbracciandolo stretto da dietro, mentre una lacrima solitaria solcava la la sua guancia.
-Perdonami... non volevo riportare a galla vecchie ferite.- sussurrò dispiaciuta.
Severus si girò verso di lei stupito e confuso.
-Perdonarti? Non capisci che tu sei la prima vera fonte di felicità dalla mia infanzia? Non capisci quanto tu mi abbia salvato donandomi una felicità che non ricordavo nemmeno si potesse provare?- le disse accorato per poi abbracciarla.
-Tu sei la mia famiglia adesso e questa non è certo una cosa per cui uno deve farsi perdonare.-
Restarono per qualche secondo così, abbracciati nel corpo e nello spirito da quel senso di appartenenza che aleggiava tra di loro.
Il primo a resuscitare da quello stato di torpore e a cercare di darsi un contegno fu Severus. -Bè, basta con questo sentimentalismo, altrimenti avrò bisogno di un'iniezione di insulina! Vieni, ti faccio vedere la parte più bella di questa stanza.-
-Il letto?- chiese lei maliziosa.
-No. Ma mi sono messo con una ninfomane?!- sbottò lui, fintamente risentito ma profondamente tentato.
-Antipatico.- Hermione mise su in broncio, ma non riuscì a trattenere un'espressione di autentico stupore di fronte alla visuale che le si parava davanti aperta la finestra. La distesa del mare, in tutto il suo splendore e colori, era uno spettacolo che proprio non si aspettava.
-È bellissimo.-
Severus sorrise soddisfatto per poi richiudere la finestra e prenderla per mano.
-Vieni, ti faccio vedere il resto della casa. Prima di tutto questo è il bagno della camera.- Un bagno corredato di tutto e piastrellato di bianco fece capolino dietro una porta a specchio vicino all'armadio.
Seguirono la camera degli ospiti, un altro bagno, la lavanderia con tanto di lavatrice e ferro da stiro ed infine rimase una sola porta di legno bianco con una targhetta di cartone e un nome scritto con quella che a prima vista sembrava essere pasta di sale colorata: Severus.
-E questa era la mia camera, era la vecchia stanza degli ospiti che mia nonna riadattò per me.- La stanza era semplice ma allo stesso tempo molto personale. Vi era un letto da bambino con le lenzuola azzurre ricamate in blu, parecchi giocattoli magici e babbani e tanti, tantissimi disegni alle pareti.
-Ma se non vieni mai come fa ad essere tutto pulito? Nemmeno un granello di polvere.-
-Un elfo viene una volta alla settimana e pulisce tutto e, prima che tu esponga lamentele, ti dico subito che è stipendiato.-
-È una casa veramente bellissima. Come mai non vieni spesso, visto che ci sei così legato?-
-Te l'ho detto, è troppo grande per me solo...- rispose lui -ma chissà, magari un giorno potremmo riempirla noi, insieme.-
Il cuore di Hermione si fermò a quelle parole e al significato che esse nascondevano.
Riempirla insieme? Come... una famiglia? E magari con un piccolo Piton a giocare con tutti quei giocattoli che giacevano inutilizzati in quella cameretta.
-Adesso sono io ad aver bisogno di un'iniezione di insulina però.- si ritrovò a sussurrare mentre gli prendeva la testa tra le mani e lo avvicinava a sé per baciarlo.
-Bene, dopo aver appurato che siamo da ricoverare entrambi per diabete... che ne dici se andiamo in spiaggia? Con questo caldo allucinante e completamente fuori stagione potremmo anche arrischiarci a fare un bagno.- propose lui cominciando a scendere le scale.
Ed Hermione, dall'alto della sua nuvoletta rosa, non poté fare a meno di seguirlo.

In effetti l'acqua non era così fredda e i due poterono concedersi un bel bagno prima di crogiolarsi al sole come due lucertole.
Erano ormai due ore che si trovavano in spiaggia ed Hermione, stanca di stare lì a guardare il cielo mentre il suo uomo aveva deciso di addormentarsi, tirò fuori dalla borsa il diario di Althea e decise di concedersi qualche pagina.

25 Febbraio 1605

Iris e Lady Polly hanno litigato molto violentemente.
Oggi pomeriggio la mia padrona è stata chiamata negli appartamenti della madre da una cameriera, volevo accompagnarla ma mi ha impedito di farlo.
Ho atteso fuori dall'ingresso dell'anticamera e ho udito solamente tante urla e rumori di vetri rotti.
Dopo poco più di una mezz'ora Iris è uscita in lacrime e si è rintanata nella sua camera privata. Non mi è stato permesso di starle accanto e Lady Polly mi ha fatto trasferire negli alloggi della servitù, in camera con Kate, la cameriera germanica.
Spero domani di avere occasione di vederla e capire il motivo del suo dolore.

27 Febbraio 1605

Sono ormai due giorni che non vedo Iris e questo mi preoccupa; ho mosso richiesta più volte a Lady Polly per avere la concessione di andare a sincerarmi delle sue condizioni, ma invano.
Non può essere una semplice malattia, che motivo ci sarebbe di piangere mattina e sera per una malattia?
Sento solo dei flebili singhiozzi provenire da dietro la porta di legno bianco con inserti dorati della sua camera; pare la porta del Paradiso, ma io so che sta celando l'inferno.
Il suo inferno.

2 Marzo 1605

Iris non piange più. Non ne avrà più la possibilità.
Quando stamattina Kate è venuta a dirmi che aveva trovato la padroncina morta non potevo crederci. Iris, la mia dolce amica Iris, si è tolta la vita con un fermacarte d'argento, evidentemente la sofferenza era troppa per andare avanti.
Ho pianto per ore per la perdita della mia cara amica e anche dopo averla seppellita non posso fare a meno di pensare a quanto mi manchi e, soprattutto, al fatto che Lady Polly ne sia in qualche modo colpevole.
Prima o poi scoprirò il motivo di tale litigio, ma adesso non posso fare altro che pregare per l'anima della dolce Iris, sperando che le sue disgrazie in vita, qualunque esse siano, le allevino la pena dell'inferno e che il suo destino non sia quello di rimanere ramo secco nella terra arida, ma che le sue radici possano arrivare al regno dei cieli (**).
Addio amica mia, mi mancherai molto.


Hermione alzò lo sguardo dal diario e si accorse di avere gli occhi umidi. Non sapeva se per la triste fine di Iris o per le implicazioni che essa comportava.
Uno stormo di gabbiano volò basso, provocando rumore con i loro striduli garriti, ma Hermione non li sentì, troppo presa dalla mera conclusione che Iris fosse morta.
E che la sua aura fosse diventata viola.




Angolino di Zebraviola
Noticine
(*) Riferimento alla ff di compleanno che ho scritto (e che non ha cagato nessuno, ma che era immaginabile visto che non mi sono impegnata nemmeno un po' xD). Se avete coraggio a leggerla la trovate nella mia pagina, si intitola: Hermione Granger adorava i compleanni, soprattutto il suo  (lo so, titolo del piffero xD)

(**) Riferimento alla Divina Commedia di Dante. Più precisamente i suicidi si trovano nel II° Girone dei violenti e la loro pena è quella di essere mutati in alberi secchi. Ora, cronologicamente parlando è fattibile pensare che l'opera di Dante fosse conosciuta anche in Inghilterra nel 1605 (cronologicamente parlando) e Althea sa leggere e scrivere (ovviamente xD altrimenti come lo scriveva il diario?). Vive in casa di nobili che potrebbero aver avuto una copia della Commedia. Insomma, per come la vedo io è fattibile xD

Che dire, è stato un capitolo veramente lungo da scrivere. Non avevo proprio ispirazione e dopo le prime scene e le pagine di diario mi sono detta Caspita, sono solo 3 pagine, devi mettere qualcos'altro!
Poi è arrivato lo spunto, ovvero la vacanza a Brighton dove per altro sono ancora (e per inciso IO il 2 ottobre ho fatto il bagno qui nell'oceano U.U robe da matti solo a pensarlo, ma la temperatura lo permetteva xD).
Il papà di Piton era babbano, si sa, e perchè allora i suoi nonni non potevano avere una casa normale in questa bellissima cittadina di mare? E perchè allora lui no poteva essere molto legato a loro? E perchè non portarci Hermione? XD
Insomma, alla fine sono riuscita a scrivere addirittura due pagine su questa casa di Brighton, spero vi sia piaciuta (io al momento ci vivo dentro ed è bellissima U.U).
La povera Iris... è povera! :( Mi è molto dispiaciuto farla finire così ma era il suo destino, poveraccia.
Il povero Oliver... è poveraccio anche lui xD Mamma mia mi sono sentita in colpa io per Sarah mentre scrivevo quella parte :P
La storia poi di Voldemort che uccide i nonni invece di Severus è venuta così dal nulla, ma mi piaceva e quindi l'ho lasciata, spero piaccia anche a voi.
Bon, ho finito di tediarvi con queste note inutili :P
Comunque adesso visto che fino a dicembre non devo lavorare avrò più tempo libero (o meno, a seconda dei punti di vista) e ho già parecchie idee per i prossimi capitoli che, ahimè, saranno anche gli ultimi :( (ma tanto con la frequenza con cui sto pubblicando ultimamente penso che arriveremo tranquillamente al prossimo anno xD)
Come sempre vi lascio con il link di Facebook (su, siete in centinaia ad aver la storia tra preferite, seguite e altre che mi sembra impossibile che solo 80 di voi abbiano faccialibro xD
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Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

   
 
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