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Autore: Carmilla Lilith    11/10/2011    3 recensioni
Selene e Melissa sono due giovani devote alla dea Lilith e sono considerate delle streghe. Quando Melissa viene catturata e consegnata nelle mani dell'Inquisizione, Selene e giura vendetta... Ma cosa è accaduto a Melissa?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le sette spade di Efesto'
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Bene, miei cari lettori! Giungiamo al secondo capitolo della raccolta dedicata a Selene e Melissa. Questo capitolo a partecipato a ben due contest: “The Indoors Fantasy” indetto da Schwarzligh (terzo classificato più premio “Chiromante) e “NOTTE DI LUNA” indetto da VaniaMajor (primo classificato). Il banner (bellissimo) è opera di Shurei, che ringrazio, così come le giudici. Buona lettura, per le note ci troviamo alla fine!

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Una giovane dai lunghi e folti ricci corvini era rannicchiata in un angolo della cella, infreddolita.
Accanto alla fanciulla v’era un fauno, che tentava di scaldare la sfortunata creatura con il suo grezzo manto caprino e con il suo alito caldo.
“Sei così buono, figlio di Pan! Se mai usciremo vivi di qui, non dimenticherò mai la tua gentilezza!” Ringraziò la giovane, che probabilmente era sopravvissuta alle gelide notti danesi soltanto grazie all’aiuto del fauno.
“Non temere, Melissa. Sono felice di aiutare una vittima innocente della follia umana!” Rispose il fauno, accennando un breve sorriso.
 
I due erano rinchiusi in carcere da ormai un mese. Entrambi sapevano che le guardie stavano soltanto attendendo di avere una discreta dose di prigionieri, eretici o creature pagane che fossero, prima di arderli vivi sulla pubblica piazza.
Melissa sospirò, affranta. In fondo a che serviva sopravvivere agli stenti della prigionia quando era comunque destinata a morire?
Odiava quella cella, così angusta, tetra e gelida. Odiava essere nuovamente imprigionata, proprio ora che aveva appena scoperto il vero significato della parola libertà. Odiava quel pesante portone in legno, che le impediva di vedere che cosa stesse accadendo al di fuori di quella squallida gabbia dov’era rinchiusa.
La giovane prese in mano l’unico oggetto che le guardie non erano riuscite a sottrarle: era uno dei suoi tarocchi, quello rappresentante la Luna. Strano che fosse proprio la carta che associava a Selene, la sua amata, ad esserle rimasta!
Melissa aveva più di un motivo per collegare a quel tarocco l’immagine dell’amata: non solo Selene aveva il medesimo nome della dea lunare, ma per Melissa incarnava in pieno il significato della carta, ovvero una guida che l’aveva condotta fuori dalle tenebre. La sua luce, il suo punto fermo.
 
Selene era giunta nel villaggio di Melissa appena qualche mese prima. Viaggiava sola, fatto inusuale per una donna, soprattutto se giovane ed attraente come Selene: la giovane, infatti, non aveva più di ventidue anni ed era bionda, con lucenti occhi azzurri ed il fisico aggraziato ma formoso. Niente a che spartire con la timida e remissiva Melissa, una ragazza mora e con profondi occhi scuri, il fisico longilineo e ben poche forme in evidenza.
Nonostante Melissa fosse soltanto la cameriera della locanda dove Selene intendeva trascorrere qualche notte, la straniera sembrava molto interessata alla giovane mora, tanto che le si era presentata e aveva trascorso molte ore a conversare con lei. Le due cominciarono a fare insieme lunghe camminate nel bosco al limitare del villaggio e Selene decise di prolungare la sua permanenza.
Un giorno, mentre le due passeggiavano nella selva, Selene spiegò a Melissa il motivo del suo solitario pellegrinaggio: era considerata una strega e la Santa Romana Chiesa era alla sua ricerca, per questo motivo la giovane stava tentando di allontanarsi il più possibile da Roma, dirigendosi verso nord. Non sapeva se la Danimarca sarebbe stata la tappa finale del suo cammino, ma lo sperava con tutto il cuore.
Melissa rimase profondamente turbata da quella notizia: perché mai qualcuno avrebbe dovuto considerare una ragazza a modo come Selene una strega?
“Conosco i segreti delle erbe e dei fiori, Melissa. Per molti questi segreti sono rivelati soltanto agli adoratori del demonio, ma non è a Satana che io sono devota”. Rispose Selene, una volta che Melissa ebbe espresso i suoi dubbi.
“Ma non sei nemmeno cristiana, mi sbaglio?” Domandò la mora.
“No, non ti sbagli. Sono un’adepta della dea Lilith.” Rispose Selene.
Melissa sapeva che cosa sarebbe stato giusto fare, almeno secondo l’educazione ricevuta: sarebbe dovuta correre al villaggio per raccontare a Don Jorge, il prete, ciò che aveva appena scoperto.
Ma non lo fece. Spinta dalla curiosità, ma anche dalla stima che nutriva per la coraggiosa Selene, domandò: “Di che cosa si tratta?”.
 
Fu così che Selene avviò Melissa al culto di Lilith, la venus aversa: una creatura forte ed indomita, che gli uomini temevano ma al contempo desideravano. Le due eressero un rudimentale altare in una radura del bosco, dove potevano praticare le loro funzioni indisturbate.
Non solo. Melissa scoprì, con suo sommo stupore, di avere delle sorprendenti doti divinatorie, che si rivelarono quando Selene le propose di osservare il futuro attraverso una sfera di cristallo che la giovane bionda portava sempre con sé: inizialmente Melissa riuscì a prevedere eventi che si svolgevano qualche istante dopo, per poi arrivare a preannunciare fatti che sarebbero accaduti ore, giorni e, infine, settimane dopo. Selene decise quindi di cedere il suo mazzo di tarocchi a Melissa, che aveva capacità divinatorie decisamente superiori alle sue.
Ma ciò che Selene non aveva previsto, nemmeno attraverso la divinazione, era il sentimento che sarebbe nato tra lei e Selene: la loro amicizia si tramutò in un legame ben più profondo, quasi simbiotico. Con non poco stupore, Melissa si accorse che desiderava Selene e che la sua amica contraccambiava i suoi sentimenti: fu naturale cominciare a scambiarsi effusioni, via via sempre più passionali.
Anche se le voci sul suo conto aumentavano, Melissa non se ne curava: per la prima volta nella sua vita si sentiva in pace con se stessa, priva del senso di oppressione che aveva sempre avvertito fino ad allora.
 
“Il tarocco della Luna.” Osservò Toag il Fauno, riportando Melissa alla realtà.
“Già, è tutto ciò che mi è rimasto.” Rispose la giovane, mentre gli occhi le divenivano lucidi.
Se solo Selene non fosse dovuta partire per andare in cerca di erbe rare! Melissa sapeva che la sua amata aveva voluto lasciarla nel villaggio perché la credeva al sicuro, ma così non era stato!
Don Jorge l’aveva accusata di stregoneria presso il tribunale della Santa Inquisizione e delle guardie l’avevano catturata e condotta fino a Copenhagen, in attesa di arderla sul rogo per i suoi peccati.
Melissa era stata rinchiusa in cella con Toag, un fauno che aveva disubbidito al decreto del Concilio di Trento che prevedeva la cacciata delle creature pagane nel sottosuolo. Toag era riuscito a sfuggire alla cattura per diverso tempo, fingendosi un caprone qualsiasi, ma era stato scoperto e catturato. La sua pubblica esecuzione avrebbe riscosso un notevole successo.
“Non temere, adepta di Lilith! Potranno sottrarci i nostri corpi, ma il nostro spirito sarà libero fino alla fine dei tempi!” La rincuorò il fauno, rivolgendole un sorriso virile.
Melissa era grata a Toag per non averla mai violata, come invece avevano più volte tentato di fare le guardie. Il fauno aveva immediatamente letto negli occhi di Melissa l’amore assoluto che provava per Selene, ed aveva deciso di rispettarla: la giovane era coraggiosa ed aveva lottato fino alla fine per difendere la sua libertà, Toag non poteva che apprezzare una scelta di vita così simile alla sua.
 
Melissa osservò più attentamente il tarocco, notando che era rovesciato: la Luna Nera. La mancanza di guida, lo smarrimento, il caos: quale raffigurazione migliore per lo stato d’animo della giovane, rinchiusa tra quelle gelide ed umide mura, destinata ad uscirne soltanto per andare al macello?
Toag rizzò improvvisamente la testa, allarmato. “Che succede?” Domandò Melissa, stupita dal comportamento del fauno.
“C’è qualcosa che non va, non senti questo trambusto?” Rispose il fauno, alzandosi e raggiungendo rapidamente la porta della loro cella.
Melissa rimase in ascolto: nei corridoi generalmente si udiva soltanto il suono dei lamenti dei prigionieri, mentre ora le urla erano più numerose e si stavano intensificando. All’improvviso nel corridoio calò il buio più totale.
Melissa balzò in piedi, spaventata. Cosa diamine stava accadendo? Avevano deciso di portarli al rogo, celando il loro trasporto alla vista degli altri prigionieri?
“Toag, dove sei?” Domandò la giovane, cercando il suo compagno di sventura. Il fauno le fu subito accanto, ma non proferì parola: era in ascolto, attento a non farsi sfuggire alcun suono.
Le urla rimbombavano per i corridoi bui e nessuno riusciva a capire che cosa stesse succedendo. Il caos regnava sovrano e lo smarrimento sembrava non essersi impossessato soltanto dei prigionieri, ma anche delle guardie.
All’improvviso Melissa trattenne il respiro: una debole luce era comparsa dinanzi alla grata della sua cella e qualcuno stava armeggiando con un pesante mazzo di chiavi. Toag si era buttato a terra, in preda ad un pianto sconsolato.
“Toag, che ti prende? Ti prego, non fare così!” Disse Melissa, andando in soccorso al fauno: non c’era alcun motivo plausibile per il suo improvviso cambio di comportamento!
La porta della cella si aprì e Melissa non poté trattenere la sua meraviglia: Selene era sulla soglia della porta, con una torcia nella mano sinistra e una spada, la cui lama era sporca di sangue, nella destra.
“Selene, amore mio!” Esclamò Melissa, abbracciando l’amata, che dovete allargare la braccia per evitare che la spada e la torcia danneggiassero Melissa.
“Melissa, sono così felice di averti ritrovata! Ma ora dobbiamo andarcene da questo luogo infernale!” Disse Selene, sciogliendo l’abbraccio.
Melissa annuì, per poi spostare lo sguardo su Toag, che era ancora in preda ai singhiozzi. “Non posso lasciarlo qui!” Esclamò la giovane: il fauno era stato l’unico ad impedirle d’impazzire durante la prigionia, non lo avrebbe mai abbandonato!
“Oh, non sapevo che fosse tuo amico! Scusami!” Disse Selene, facendo ruotare la spada in senso antiorario: subito Toag smise di piangere e si alzò in piedi, smarrito.
“Per tutti gli Dèi, qualcuno vuole spiegarmi che sta…” Disse il fauno, prima di venire bruscamente zittito da Selene con un: “Zitto, fauno! Vi spiegherò tutto quando saremo fuori di qui!”.
Toag rivolse uno sguardo spaesato a Melissa, che gli fece cenno di seguire Selene fuori dalla cella.
 
Melissa guidò i due evasi fuori dalla mura della città, in una piccola stalla abbandonata. La fuga dei tre fu facilitata dalla luna nuova, che garantiva un’oscurità pressoché totale ed ostacolava la loro ricerca.
Una volta giunte al sicuro, Selene e Melissa poterono finalmente abbracciarsi e concedersi un lungo bacio, osservato con una certa perplessità da Toag, che a stento capiva come fosse giunto in quella stalla abbandonata.
“Come hai fatto a trovarmi?” Domandò Melissa a Selene, una volta terminato il momento d’intimità.
“Lilith è venuta in nostro soccorso, amore mio! Ella ha fatto sì che Lype, l’incarnazione della tristezza, mi cedesse la sua spada, forgiata dal Dio Efesto in persona. Lype è riuscita a percepire i tuoi tristi pensieri e a localizzarti con precisione, non ho dovuto far altro che seguire le sue indicazioni.” Spiegò Selene.
“Non so come tu abbia fatto ad introdurti nel carcere, la guardie erano moltissime!” Intervenne Toag, impressionato.
“Questa spada ha un potere sensazionale: più vi è assenza di luce, più si potrà indurre angoscia nei propri avversari. Per questo ho dovuto attendere oggi, il primo giorno di luna nuova, per liberarvi: c’era pochissima luce e farmi largo tra una folla di uomini urlanti e piangenti è stato facilissimo! Quando poi sono arrivata davanti alla vostra cella, la spada ha cominciato a vibrare: l’ennesimo aiuto di Lype e Liltih!” Rispose Selene, sorridendo in modo vagamente sadico.
“Ora che cosa facciamo?” Domandò Melissa.
“Trascorreremo la notte qui, dovremmo essere al sicuro finché non sorgerà il sole. Domani dovremo ripartire, la soluzione migliore credo che sia dirigerci ancora più a nord.” Rispose Selene, dopo aver pensato qualche istante.
“Che ne dite della Norvegia? Prima di venire catturato mi stavo dirigendo là. I folletti che ho incontrato dicono che c’è qualcuno che ci può aiutare!” Propose Toag.
Melissa e Selene si scambiarono una rapida occhiata: in fondo non avevano più nulla da perdere e se qualcuno poteva davvero aiutarle, valeva la pena di rischiare.
“Va bene, fauno! Verremo in Norvegia con te!” Acconsentì Selene.
“Bene, ma smettila di chiamarmi fauno! Il mio nome è Toag!” Precisò, un po’ seccato, il figlio di Pan. Melissa ridacchiò, divertita.
“Va bene… Toag. Ora però cercate di riposare, siete provati dalla prigionia e domani ci attende un lungo viaggio!” Disse Selene.
 
Selene era seduta, vigile. Melissa era sdraiata accanto a lei e le poggiava la testa sul grembo. Il suo sonno sembrava sereno, anche se Selene non poteva che domandarsi quali torture atroci avesse subito il suo povero angelo. Forse se non l’avesse mai fatta cambiare…
Il russare caprino di Toag interruppe le riflessioni della giovane: era troppo tardi per rimuginare sul passato, ora ciò che doveva fare era condurre al sicuro la sua amata e quel fauno orgoglioso. Ci sarebbe riuscita, a qualsiasi costo.

 

L’angolo dell’autrice

 

Allora, qualche nota tanto per cominciare: Il titolo della canzone è ispirato alla canzone Caged dei Within Temptation, mentre il nome Toag, dato al fauno, è l’anagramma della parola goat (capra, in inglese) e richiama l’aspetto caprino della creatura. Infine, Selene è il nome della divinità della luna.
L’inserimento del tarocco, del fauno e della luna nuova sono dovuti ai parametri da rispettare per il contest di Schwarzlight, così come la prevalenza di ambienti chiusi. La luna e la notte, invece, erano i parametri da rispettare per il concorso di VaniaMajor. Non appena avrò i banner di “The Indoors Fantasy” li aggiungerò!
Vi aspetto per l’ultimo capitolo, dove assisteremo al rapimento di Melissa dal punto di vista della giovane indovina! A presto,

 

Carmilla Lilith.

 

   
 
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