Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lete89    11/10/2011    2 recensioni
David si schiarisce la gola, cercando di guadagnare qualche minuto prima di dire qualcosa che, lo sente, manderà su tutte le furie la collega. –Non avevano detto che era stato un incidente?- si arrischia a chiedere, prima di svoltare sicuro verso sinistra ed immettersi nella Brodway.
-Una fuga di gas, per la precisione- lo corregge Connie, sfogliando tutte le teorie elaborate in quegli anni di indagini non autorizzate.
-E tu non ci credi?- domanda, prima di dirigere la macchina nel parcheggio del luminoso New Scotland Yard .
Connie si limita a stiracchiare un sorriso, scuotendo la testa e accarezzando la mano del collega sul freno a mano. –Lascia stare- borbotta, per poi scendere veloce dalla macchina.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Peter Minus, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Allora, siete pronti

 

 

 

-Allora, siete pronti?- s’informa David, voltandosi verso i sedili posteriori alla ricerca degli occhi della ragazza.

-Mai stati più pronti!- gli sorride Connie, giocherellando con la fede all’anulare sinistro.

-Sarà una babbanata!- scherza Erick, dal sedile di guida.

Il famigliare suono di caricamento della Walther P99 di Chester risuona maligno nell’abitacolo della macchina. –Coraggio, ripetilo- lo invita minaccioso Chaz, puntano la canna della pistola sullo schienale del guidatore.

-Piantala Chaz!- lo ammonisce la sorella. –Aiutami invece!- lo prega la ragazza, cercando di chiudere l’allacciatura sulla schiena del giubbotto antiproiettili.

-Speriamo vada tutto bene- sospira David, controllando per la millesima volta la propria Glock 26.

-Non so proprio di cosa tu abbia paura Dave, sul serio!- ironizza Erick, brandendo con aria minacciosa la sua carabina Heckler & Koch MP5.

-Forse del fatto che stiamo per addentrarci nel covo di un pluriomicida ricercato?- ironizza Chester, controllando con sguardo preoccupato i sicuri movimenti di Connie nel caricare la propria SIG P226.

-Nah, babbanate!- ripete Erick, facendo un gesto vago con la mano, come se stesse scacciando una mosca. –Siamo armati fino ai denti, che può succederci?- domanda, retorico.

-Avete usato tutti i proiettili modificati?- s’informa Chester con tono stranamente paterno, ignorando i continui tentativi di Erick di farlo impazzire.

I colleghi annuiscono seri, ripensando ai proiettili con la molecola non riconosciuta che avevano usato al posto di quelli in dotazione. Non sono sicuri che possano essere utili, ma almeno così si sentono più sicuri.

-Connie…- sussurra un attimo dopo David, visibilmente preoccupato.

-Sì, Dave?- s’informa presto la ragazza, intrecciando le proprie dita con quelle del marito.

David sorride, sporgendosi verso il retro della macchina.

-Ti amo- sussurra, in modo quasi impercettibile.

-Ti amo anch’io- sorride Connie, baciando teneramente il marito.

-Ehi, ti voglio bene Chaz- sussurra Erick, sporgendosi a sua volta verso il ragazzo seduto sul sedile dietro.

-Giuro che se usciamo vivi da quella casa ti ammazzo…- biascica Chester, muovendo in modo isterico i baffi e stringendo convulsamente la propria pistola.

-Oh, avanti! Non essere così timido! Lo che, in fondo, tu mi vuoi…-

-GIU’!-

All’ordine di David, tutti gli agenti si acquattano silenziosi, sbirciando dal finestrino i movimenti nella strada.

La punk, con una certa fretta, sta correndo verso di loro.

Nell’oscurità, David e Erick si scambiano uno sguardo pieno di significato, sorridendosi a vicenda mentre, dietro, Chester accarezza protettivo la mano della sorella.

Tonks, dopo essersi accertata di essere sola nella piazzetta, si ferma di fronte al numero undici e al numero tredici di Grimmauld Place ed estrae la bacchetta, mormorando i contro incantesimi necessari per entrare.

Erick apre con uno scatto il piccolo portatile, osservando il puntino rosa sulla mappa. E’ fermo proprio dove, a poche ore di distanza, sono spariti anche l’arancione e il verde.

David alza la mano, in modo tale che tutti i componenti del gruppo possano vederla.

Indice.

Medio.

Anulare.

E’ il segnale.

Silenziosi, i quattro sgusciano fuori dalla vettura, avvicinandosi di soppiatto alle spalle dell’Auror.

-Scotland Yard… non fiatare!- la ammonisce David, puntandole la canna della pistola alla nuca.

Tonks spalanca gli occhi, sorpresa, per poi voltarsi di scatto verso l’agente, brandendo la bacchetta. –Che cosa vu…- riesce a dire, un attimo prima che, veloce, Chester le afferri il polso e devii il raggio dell’incantesimo verso il suolo.

-Ferma!- le intima Erick, puntandole la propria arma alla gola mentre Chester la disarma veloce e infila la bacchetta della ragazza nei propri pantaloni.

Connie raggiunge il gruppo e, una volta rinfoderata l’arma, ammanetta la ragazza.

-Che diavolo vi salta in mente?!- strepita Tonks, cercando di divincolarsi dalla stretta esperta della ragazza. –Hai il diritto di non parlare- le suggerisce l’agente, strattonandola in piedi.

David, intanto, osserva con la bocca spalancata la porta di fronte a sé.

-Cosa diavolo… Erick!- sbotta, richiamando l’amico sottovoce. –Non avevi detto che c’era un errore di numerazione e che il dodici non esisteva?- lo interroga, con una nota di isterismo nella voce.1

-Così mi hanno detto…- cerca di giustificarsi l’archivista, ignorando lo sguardo canzonatorio di Chester.

-Babbani?!- urla Tonks, sorpresa e arrabbiata. –Cosa vi salta in mente, si può sapere? Noi non…- mugugna, finché Connie non le punta l’arma alla tempia, spintonandola verso l’ingresso.

-Pronti?- chiede David, controllando che siano tutti in posizione.

Di nuovo.

Indice.

Medio.

Anulare.

Irruzione.

Dave spalanca la porta con un calcio, entrando veloce nella casa. Chester lo segue, la solita espressione scontrosa sul volto e i baffi vibranti. Connie spintona dentro una riluttante Tonks mentre Erick, in coda, controlla che nessuno in strada li abbia visti, richiudendo la porta.

-Scotland Yard!-

-Mani in vista!-

-Fermi tutti!-

-Siete in arresto!-

-Voooi!- urla una voce di donna. -Sudiciume! Sporchi Babbani che non siete altro! Come osate!2 - continua, acutizzando ad ogni parola la voce mentre i poliziotti, incapaci di comprendere da dove venissero le grida, mirano alle quattro pareti della piccola entrata.

-Tonks, sei tu?- domanda una voce, proveniente da chissà quale porta dello scuro corridoio.

I quattro agenti si guardano l’un l’altro, dandosi ordini con cenni rigidi del capo.

Si può intravedere una timida luce provenire dalla porta sul fondo.

Lesto, David s’incammina, spalle al muro, verso il fondo del corridoio.

Di nuovo.

Indice.

Medio.

Anulare.

VIA!

-Scotland Yard!-

-Mani in vista!-

-Fermi tutti!-

-Siete in arresto!-

Quando anche Erick riesce a entrare nell’ampia cucina, punta la carabina sul gruppo di persone che, allibite, li fissano dall’ampio tavolo.

-Non ci posso credere…- borbotta un uomo dai capelli rossi, alzandosi meravigliato dalla propria sedia. –Hai visto Molly? Babbani!- esulta, sorridendo con sincero interesse verso i quattro poliziotti che, rigidi, li tengono ancora sotto tiro.

-Babbano lo dirai a tua sorella!- sbotta minaccioso Erick, invitandolo a tornare seduto con un cenno eloquente con la canna della sua Heckler & Koch MP5.

-Oh, per tutti i calderoni!- si lamenta la grossa donna al fianco dell’uomo. –Arthur, torna seduto!- gli ordina, strattonandolo per la maglia.

-Dora, stai bene?- s’informa con una nota di preoccupazione un uomo dall’aria malaticcia, sporgendosi dalla propria sedia.

-Indietro!- gli ringhia Chester, impedendogli la visuale della sorella che, rigida, continua a puntare la propria pistola alla tempia della punk, evitandole di divincolarsi.

-Dave, lo riconosco! E’ Lupin!- urla Connie, mentre David suda freddo per l’inaspettata minoranza numerica.

Remus aggrotta la fronte. –Ci conosciamo?- domanda poi, cercando di intravedere la persona che ha parlato.

-Fate silenzio se non volete che vi faccia saltare le cervella!- urla minaccioso Erick, passando la propria arma su tutti i presenti con movimenti veloci.

-Piantala di fare il cretino!- lo ammonisce Chester, mentre una goccia di sudore gli scivola dalla fronte.

-Erano anni che volevo dirlo!- gli confessa elettrizzato l’archivista, tornando a puntare l’arma sul gruppo di persone.

-Agente Canter… come siete arrivati qui?- domanda sinceramente sorpreso Kingsley Shacklebolt.

-Gettate le armi!- ordina con tono imperioso David.

-Hai sentito, Molly? Le armi! Oh, non ero così eccitato dalla nascita di Ginny!- non si trattiene da dire Arthur, beccandosi l’ennesima occhiata ammonitrice della moglie.

-Sì, insomma, le bacchette!- si sforza di dire David, ignorando quanto quelle parole gli sembrino ridicole. –Gettatele ai nostri piedi, subito! Non avete via di scampo!- ordina, accennando con un cenno del capo a una assolutamente tranquilla Tonks.

-Congratulazioni Black, davvero- sibila canzonatoria una voce. –Davvero un Quartier Generale perfetto, a prova di Mangiamorte. Non a prova di Babbani ma, come si dice, non si può avere tutto dalla vita, giusto?- conclude, con una smorfia di soddisfazione nella voce.

-Oh, taci Mocciosus!- lo zittisce la figura che, dalla sua posizione, dà le spalle alla porta.

-Piton!- grida Connie, spintonando Tonks fino al tavolo per vederlo meglio. –Ah, lo sapevo! Me lo sentivo che eri coinvolto!-

Severus, a quell’affermazione, alza appena un sopracciglio, riconoscendo la poco gradita ospite.

-Tu- comanda Chester, con sguardo d’odio alla figura col volto ancora nascosto. –Voltati-.

L’uomo di spalle si gira lento, ritrovandosi la canna della pistola del ragazzo esattamente appoggiata alla fronte.

-Entrate così in casa mia e vi permettete anche di dare degli ordini?- chiede, con la voce acutizzata dalla rabbia.

Le mani di Chester tremano, mentre antiche voci di vendetta gli risuonano nella mente. Connie, al suo fianco, si immobilizza, lo sguardo fisso negli occhi neri dell’uomo.

-Sirius Black?- interviene Dave, facendo un cenno del capo ad Erick perché spintoni Chaz di lato, per evitare il peggio.

-Chi mi vuole?- sghignazza divertito Black, appoggiando i gomiti sul tavolo, in una posizione comoda.

-Scotland Yard- mormora febbricitante David, la bocca impastata per la soddisfazione. –Sei in arresto-.

-ALLE TUE SPALLE DAVE!- urla Erick, iniziando a far fuoco verso il corridoio dove un uomo avanza zoppicante.

-Oh no, non di nuovo!- abbaia Moody, deviando i proiettili della carabina con un semplice movimento di bacchetta. Stupeficium!- urla dopo, facendo uscire un raggio scarlatto dalla propria bacchetta.

Erick ne viene investito in pieno e, per il colpo, perde l’arma e si schianta alla parete dall’altra parte della cucina, accasciandosi quindi privo di sensi.

-Erick!- urla con preoccupazione Chester, seguendo con lo sguardo il volo dell’amico.

-Petrificus Totalus- si limita a biascicare Lupin, agitando con poca convinzione la bacchetta.

Il ragazzo, improvvisamente freddo e bianco, si schianta a terra terribilmente rigido, con in mano ancora la pistola.

-No, Chaz!- scatta Connie, indebolendo la presa attorno a Tonks. L’Auror, approfittandosene, si abbassa di colpo, facendola cadere a terra con uno sgambetto.

-Incarceramus- sibila, con un moto di soddisfazione, Piton, facendo attenzione che le funi invisibili si stringano anche attorno alla bocca della ragazza.

-Connie!- grida disperato Dave, abbassandosi verso la ragazza che si divincola per terra.

La bacchetta di Sirius saetta veloce, colpendo in pieno il ragazzo con il proprio incantesimo. -Levicorpus!-

Dave, in un attimo, si ritrova appeso per una caviglia al soffitto della cucina.

-Bene, bene, bene…- ridacchia Sirius. –E’ stato divertente-.

-Qualcuno mi vuole liberare da questi… queste… cose?!- ringhia stridula Tonks, strattonando le manette.

-Vigilanza costante, Tonks!- la rimprovera Alastor, indirizzando un raggio verso la serratura delle manette e aprendole con facilità. –Te lo sei dimenticato?- insiste, notando la faccia dispiaciuta della ragazza che si accarezza i polsi mentre Remus, visibilmente sollevato, scuote la testa ridacchiando.

-E di loro, cosa ne facciamo?- domanda con sincero interesse Arthur, studiando da vicino il corpo svenuto di Erick.

-Lascialo stare!- urla dalla sua scomoda posizione Dave, divincolandosi indemoniato.

-Oh, povero caro- borbotta sconsolata Molly, notando il colorito rossastro che ha assunto la faccia di David. –Sirius, avanti! Lascialo andare-.

-Non ci penso nemmeno!- ridacchia Black, divertito da quella scena.

Piton afferra il proprio bicchiere di vino, sorseggiandolo appena, gli occhi fissi nello sguardo piangente e colmo d’odio di Connie.

-Kingsley, sono tutti tuoi- ordina imperioso Malocchio, sedendosi a sua volta sulla panca instabile della polverosa cucina. –Obliviali e abbandonali da qualche parte- suggerisce mentre lo sguardo dell’Auror si ferma con una nota di rammarico sulla figura immobile di Chester.

-Agente Canter- domanda alla fine, alzandosi in piedi e avvicinandosi al ragazzo appeso al soffitto, con il rischio di essere colpito da una sua manata. –Perché?- si limita a chiedere, scuotendo la testa.

-B-Black!- ringhia rabbioso David, il volto paonazzo e l’incapacità di parlare per il troppo sangue alla testa.

-Sirius!- lo prega di nuovo la signora Weasley, notando con disappunto lo sguardo divertito del Malandrino. –Oh, e va bene!- sbotta, estraendo la propria bacchetta da una piega della gonna. –Liberacorpus!-

David, all’improvviso rilasciato, cade a terra in un tonfo sordo, ansimando rumorosamente.

-Ehi, io questa l’ho già vista…- borbotta Tonks, avvicinandosi curiosa al volto in lacrime di Connie. –Ma certo! Moody, non era la Babbana che dovevamo Oblivare e che è fuggita?- ricorda, all’improvviso, mentre l’anziano Auror scrolla le spalle, indifferente.

-Curioso, no?- insiste Dora, avvicinandosi al corpo immobile di Chester e recuperando dalla sua tasca la propria bacchetta, causando uno straziante suono gutturale di Connie.

-Non… potremmo liberarla?- chiede alla fine, impietosita. –Mi fa un po’ pena vederla così…-

Molly le accenna di sì con la testa mentre lei, preoccupata, schiaffeggia leggermente il volto di Dave che, lentamente, sta tornando al colorito normale.

-Oh, li liberiamo tutti?- domanda tranquillo Arthur, puntando la bacchetta verso il corpo di Erick e mormorando un allegro Innerva.

Tonks, veloce, agita la bacchetta verso Connie che, con sommo dispiacere di Piton, si mette in ginocchio, iniziando a tossire rumorosamente.

-Che cosa…- si limita a dire inebetito Erick. –Su su ragazzo, va tutto bene…- lo rassicura Arthur, aiutandolo a sedersi al tavolo.

-Quindi manca solo questo qui- constata Sirius, dando leggeri colpetti con la punta della scarpa alla figura immobile di Chester.

-Stagli lontano!- urla Connie, proprio nel momento in cui Black ha alzato la bacchetta e ha mormorato qualcosa verso il ragazzo.

Dave si alza di scatto, colpendolo con un pugno sulla mascella e riversandosi con lui sul tavolo.

Connie zoppica a fatica verso il fratello, chiamandolo preoccupata.

-Agente Canter! Agente, si calmi!- lo prega Kingsley, afferrandolo per le spalle e allontanandolo da Sirius che, con il labbro sanguinante, sghignazza senza vergogna. –Non mi divertivo così da anni!- ammette alla fine, mettendosi seduto.

-Ba-bastardo…- bofonchia Chester, stringendo la mano della sorella per rassicurarla.

-Erick, tutto bene?- chiama David, fissando l’amico che, ancora spaesato, accetta un bicchiere di vino offertogli da un gioviale Arthur.

-Mai stato meglio, amico- risponde l’archivista, mimando un sorriso.

 

-Quindi è andata così- conclude David, fissando con occhi seri il volto tranquillo di Kingsley.

-Esattamente- acconsente l’uomo, versandogli un altro bicchiere di vino.

-Che storia figa! Maghi, incantesimi, amici traditori… se me la raccontassero non ci crederei!- commenta a voce alta Erick, per poi tornare a confabulare col signor Weasley riguardo le prese della corrente e la parola Babbani.

-Perché dovremmo credervi?- domanda guardingo Chester, fissando con odio il sorriso di scherno di Sirius.

-Perché potavamo uccidervi invece che tentare di spiegarvi la verità- sghignazza Black, agitando con noncuranza la bacchetta.

Connie strozza in gola un verso di paura.

-Oh, non preoccuparti- la rassicura Lupin al suo fianco. –Nessuno di noi vuole uccidervi. Beh, forse Severus sì, ma glielo impediremo…- scherza, guadagnandosi un’occhiata di ammonimento da parte del diretto interessato.

-Oh avanti, cosa sono quelle facce? In fondo, avete trovato Black, no?- li rassicura Kingsley, sinceramente sorpreso dall’abilità dei quattro poliziotti.

-Già, un ottimo lavoro- acconsente Moody, prima di tornare a leggere con sincera sorpresa l’agenda della ragazza e tutte le note fatte sul caso.

David si sporge dalla panca, controllando lo stato degli amici.

-Quindi… missione compiuta?- domanda perplesso Erick, mentre Molly rimprovera il marito di non stressare tanto quel povero ragazzo.

-Missione compiuta- acconsente David, fissando compiaciuto il sorrisino di soddisfazione sul volto di Chester che, finalmente, sa spiegarsi l’origine di quella molecola che aveva isolato. Magia.

-Cosa? No!- sbotta Connie, alzandosi in piedi di scatto. –Dobbiamo prendere Minus!-

-Minus è fuori dalla vostra portata- la informa con freddezza Piton.

-Smettila Constance- la ammonisce a sua volta il fratello. –Volevi sapere chi ha ucciso papà, beh, adesso lo sai- chiarisce.

-E che cosa dovrei dire alle famiglie delle altre vittime? E a Emily? Che l’uomo che le ha rovinato la vita è ancora libero perché noi non siamo stati in grado di catturarlo?- grida, sentendo poi la mano rassicurante di Erick sulla propria spalla.

-Non indagate su Minus, è troppo pericoloso per voi- suggerisce Kingsley, cercando di far capire a David la serietà della questione.

-Agente… Auror Shacklebolt – si corregge, scusandosi con un gesto del capo. –Prometti che mi terrai informato sullo svolgimento delle indagini sulla cattura di Peter Minus?- domanda, con aria grave.

-Lo prometto- mente il mago, profondamente determinato a ricontattare quei quattro agenti quando quella storia sarà finita. Ha sempre pensato che ci sarebbe bisogno di una squadra di collegamento con il Mondo Babbano.

-Ma… David! Noi…- bofonchia Constance, cercando lo sguardo del marito.

-Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo Connie- le sussurra, abbracciandola innamorato. –Non siamo in grado di fare altro, lo capisci?- le mormora vicino all’orecchio.

Constance si guarda attorno, ripercorrendo le ultime ore, la facilità con cui sono caduti in mano loro, l’impotenza e la frustrazione provata legata da corde invisibili su quel pavimento.

Inghiotte le lacrime.

-Non l’ho neanche mai visto- sibila, con rabbia, affondando il volto nell’incavo rassicurante della spalla del marito.

 

_______________________________________________________________

 

Note:

 

1.    Harry pensò, e non fece in tempo a raggiungere il posto dove doveva trovarsi il numero 12 di Grimmauld Place, che una porta consumata emerse dal nulla fra i numeri 11 e 13, prontamente seguita da muri sporche e finestre sudice. Era come pensare che una nuova casa si fosse gonfiata, spingendo quelle ai suoi lati fuori dal suo perimetro. Harry rimase sbalordito. Lo stereo al numero 11 aveva un rumore sordo. Pareva che i babbani dentro non avessero sentito nulla” da Harry Potter e l’Ordine della Fenice

  1. A parlare è il ritratto di Walburga Black, madre di Sirius

 

 

 

Ebbene sì, ecco la fine. La settimana prossima pubblicherò l’epilogo e ci saluteremo!

Quindi, come promesso, ecco qui le corrispondenze Case/personaggi originali da me ipotizzate (in corsivo gli aggettivi usati dal Cappello Parlante per :smistare i ragazzi):

 

GRIFONDORO: David Canter: perché si dimostra il più audace (viola il compito affidatogli dal Commissario Scott per coprire Connie nel capitolo secondo), con più fegato (basta vedere l’ultimo capitolo pubblicato) e con cavalleria (basti pensare al comportamento con Connie).

 

SERPEVERDE:Chester White: perché astuto (mi vengono in mente i suoi giochini di parole) e intraprendente (basti pensare agli esperimenti anche pericolosi che conduce).

 

TASSOROSSO: Constance White: perché la Casa ha come caratteristiche costanza, tolleranza, pazienza e correttezza, aggettivi che, secondo me, calzano a pennello con la ragazza, con la sua voglia di giustizia per la morte del padre e la continua ricerca per svelare quel mistero. Ricerca che non la vede in prima linea (molto lavoro lo fanno gli altri visto che lei è stata sospesa dall’incarico) ma della quale è continuo stimolo.

 

CORVONERO: Erick Miller: intelligenza, creatività, apprendimento e saggezza sono le caratteristiche di questa Casa e, come sappiamo, Erick ha tre lauree (apprendimento), è sicuramente creativo (basti pensare al suo modo di esprimersi), è intelligente (capisce da solo che cosa stanno macchinando i colleghi) e saggezza (beh, a modo suo, tutto ciò che dice ha un senso effettivamente corretto).

 

Questa, ripeto, è una mia versione. In realtà ognuno può pensare come preferisce anche perché, sinceramente, diversi personaggi di Harry Potter li avrei visti meglio in altre Case rispetto alle loro ufficiali (Neville, Hermione, Tiger, Goyle…)

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lete89