-Allora, siete pronti?- s’informa David, voltandosi
verso i sedili posteriori alla ricerca degli occhi della ragazza.
-Mai stati più pronti!- gli sorride Connie, giocherellando con la fede all’anulare sinistro.
-Sarà una babbanata!- scherza Erick, dal sedile
di guida.
Il famigliare suono di caricamento della Walther P99 di Chester
risuona maligno nell’abitacolo della macchina. –Coraggio, ripetilo- lo invita
minaccioso Chaz, puntano la
canna della pistola sullo schienale del guidatore.
-Piantala Chaz!- lo
ammonisce la sorella. –Aiutami invece!- lo prega la ragazza, cercando di
chiudere l’allacciatura sulla schiena del giubbotto antiproiettili.
-Speriamo vada tutto bene- sospira David,
controllando per la millesima volta la propria Glock
26.
-Non so proprio di cosa tu abbia paura Dave, sul serio!- ironizza Erick,
brandendo con aria minacciosa la sua carabina Heckler
& Koch MP5.
-Forse del fatto che stiamo per addentrarci nel
covo di un pluriomicida ricercato?- ironizza Chester, controllando con sguardo
preoccupato i sicuri movimenti di Connie nel caricare
la propria SIG P226.
-Nah, babbanate!- ripete Erick, facendo un gesto vago con la mano, come se stesse
scacciando una mosca. –Siamo armati fino ai denti, che può succederci?-
domanda, retorico.
-Avete usato tutti i
proiettili modificati?- s’informa Chester con tono stranamente paterno,
ignorando i continui tentativi di Erick di farlo
impazzire.
I colleghi annuiscono
seri, ripensando ai proiettili con la molecola non riconosciuta che avevano
usato al posto di quelli in dotazione. Non sono sicuri che possano essere
utili, ma almeno così si sentono più sicuri.
-Connie…- sussurra un attimo
dopo David, visibilmente preoccupato.
-Sì, Dave?-
s’informa presto la ragazza, intrecciando le proprie dita con quelle del marito.
David sorride,
sporgendosi verso il retro della macchina.
-Ti amo- sussurra, in
modo quasi impercettibile.
-Ti amo anch’io- sorride Connie, baciando teneramente il marito.
-Ehi, ti voglio bene Chaz- sussurra Erick, sporgendosi a sua volta verso il ragazzo seduto sul
sedile dietro.
-Giuro che se usciamo
vivi da quella casa ti ammazzo…- biascica Chester, muovendo in modo isterico i
baffi e stringendo convulsamente la propria pistola.
-Oh, avanti! Non essere
così timido! Lo che, in fondo, tu mi vuoi…-
-GIU’!-
All’ordine di David,
tutti gli agenti si acquattano silenziosi, sbirciando dal finestrino i
movimenti nella strada.
La punk, con una certa
fretta, sta correndo verso di loro.
Nell’oscurità, David e Erick si scambiano uno sguardo
pieno di significato, sorridendosi a vicenda mentre, dietro, Chester accarezza
protettivo la mano della sorella.
Tonks, dopo essersi accertata di essere sola nella piazzetta, si ferma di fronte
al numero undici e al numero tredici di Grimmauld Place ed estrae la bacchetta, mormorando i contro
incantesimi necessari per entrare.
Erick apre con uno scatto il
piccolo portatile, osservando il puntino rosa sulla mappa. E’ fermo proprio
dove, a poche ore di distanza, sono spariti anche l’arancione e il verde.
David alza la mano, in
modo tale che tutti i componenti del gruppo possano
vederla.
Indice.
Medio.
Anulare.
E’ il segnale.
Silenziosi, i quattro
sgusciano fuori dalla vettura, avvicinandosi di soppiatto alle spalle dell’Auror.
-Scotland Yard… non fiatare!- la
ammonisce David, puntandole la canna della pistola alla nuca.
Tonks spalanca gli occhi,
sorpresa, per poi voltarsi di scatto verso l’agente, brandendo la bacchetta.
–Che cosa vu…- riesce a dire, un attimo prima che,
veloce, Chester le afferri il polso e devii il raggio
dell’incantesimo verso il suolo.
-Ferma!- le intima Erick,
puntandole la propria arma alla gola mentre Chester la disarma veloce e infila
la bacchetta della ragazza nei propri pantaloni.
Connie raggiunge il gruppo e, una volta rinfoderata
l’arma, ammanetta la ragazza.
-Che diavolo vi salta in mente?!-
strepita Tonks, cercando di divincolarsi dalla
stretta esperta della ragazza. –Hai il diritto di non parlare- le suggerisce
l’agente, strattonandola in piedi.
David, intanto, osserva con la bocca spalancata la
porta di fronte a sé.
-Cosa diavolo… Erick!-
sbotta, richiamando l’amico sottovoce. –Non avevi detto che c’era un errore di
numerazione e che il dodici non esisteva?- lo interroga, con una nota di isterismo nella voce.1
-Così mi hanno detto…- cerca di giustificarsi
l’archivista, ignorando lo sguardo canzonatorio di Chester.
-Babbani?!- urla Tonks, sorpresa e arrabbiata. –Cosa vi salta in mente, si
può sapere? Noi non…- mugugna, finché Connie non le
punta l’arma alla tempia, spintonandola verso
l’ingresso.
-Pronti?- chiede David, controllando che siano
tutti in posizione.
Di nuovo.
Indice.
Medio.
Anulare.
Irruzione.
Dave spalanca la porta con un calcio, entrando veloce
nella casa. Chester lo segue, la solita espressione
scontrosa sul volto e i baffi vibranti. Connie spintona dentro una riluttante Tonks
mentre Erick, in coda, controlla che nessuno in
strada li abbia visti, richiudendo la porta.
-Scotland Yard!-
-Mani in vista!-
-Fermi tutti!-
-Siete in arresto!-
-Voooi!- urla una voce di donna. -Sudiciume! Sporchi Babbani che non siete
altro! Come osate!2 - continua, acutizzando
ad ogni parola la voce mentre i poliziotti, incapaci di comprendere da dove
venissero le grida, mirano alle quattro pareti della piccola entrata.
-Tonks, sei tu?- domanda una voce,
proveniente da chissà quale porta dello scuro corridoio.
I quattro agenti si guardano l’un
l’altro, dandosi ordini con cenni rigidi del capo.
Si può intravedere una timida luce
provenire dalla porta sul fondo.
Lesto, David s’incammina, spalle al
muro, verso il fondo del corridoio.
Di nuovo.
Indice.
Medio.
Anulare.
VIA!
-Scotland Yard!-
-Mani in vista!-
-Fermi tutti!-
-Siete in arresto!-
Quando anche Erick
riesce a entrare nell’ampia cucina, punta la carabina sul gruppo di persone
che, allibite, li fissano dall’ampio tavolo.
-Non ci posso credere…- borbotta un
uomo dai capelli rossi, alzandosi meravigliato dalla propria sedia. –Hai visto
Molly? Babbani!- esulta, sorridendo con sincero
interesse verso i quattro poliziotti che, rigidi, li tengono ancora sotto tiro.
-Babbano lo dirai a tua sorella!- sbotta
minaccioso Erick, invitandolo a tornare seduto con un
cenno eloquente con la canna della sua Heckler
& Koch MP5.
-Oh, per tutti i calderoni!- si lamenta la grossa
donna al fianco dell’uomo. –Arthur, torna seduto!- gli ordina, strattonandolo
per la maglia.
-Dora, stai bene?- s’informa con una
nota di preoccupazione un uomo dall’aria malaticcia, sporgendosi dalla propria
sedia.
-Indietro!- gli ringhia Chester,
impedendogli la visuale della sorella che, rigida, continua a puntare la
propria pistola alla tempia della punk, evitandole di divincolarsi.
-Dave, lo riconosco! E’ Lupin!- urla Connie, mentre David suda freddo per l’inaspettata
minoranza numerica.
Remus aggrotta la fronte. –Ci conosciamo?-
domanda poi, cercando di intravedere la persona che ha parlato.
-Fate silenzio se non volete che vi
faccia saltare le cervella!- urla minaccioso Erick, passando la propria arma su tutti i presenti
con movimenti veloci.
-Piantala di fare il cretino!- lo
ammonisce Chester, mentre una goccia di sudore gli scivola dalla fronte.
-Erano anni che volevo dirlo!- gli
confessa elettrizzato l’archivista, tornando a puntare l’arma sul gruppo di
persone.
-Agente Canter…
come siete arrivati qui?- domanda sinceramente
sorpreso Kingsley Shacklebolt.
-Gettate le armi!- ordina con tono
imperioso David.
-Hai sentito,
Molly? Le armi! Oh, non ero così
eccitato dalla nascita di Ginny!- non si trattiene da
dire Arthur, beccandosi l’ennesima occhiata ammonitrice della moglie.
-Sì, insomma, le bacchette!- si sforza di dire David, ignorando quanto quelle parole
gli sembrino ridicole. –Gettatele ai nostri piedi, subito! Non avete via di
scampo!- ordina, accennando con un cenno del capo a una assolutamente
tranquilla Tonks.
-Congratulazioni Black,
davvero- sibila canzonatoria una voce. –Davvero un Quartier
Generale perfetto, a prova di Mangiamorte. Non
a prova di Babbani ma, come si dice, non si può avere
tutto dalla vita, giusto?- conclude, con una smorfia
di soddisfazione nella voce.
-Oh, taci Mocciosus!-
lo zittisce la figura che, dalla sua posizione, dà le spalle alla porta.
-Piton!- grida Connie,
spintonando Tonks fino al
tavolo per vederlo meglio. –Ah, lo sapevo! Me lo sentivo che eri coinvolto!-
Severus, a quell’affermazione, alza appena un
sopracciglio, riconoscendo la poco gradita ospite.
-Tu- comanda Chester, con sguardo d’odio
alla figura col volto ancora nascosto. –Voltati-.
L’uomo di spalle si gira lento,
ritrovandosi la canna della pistola del ragazzo esattamente appoggiata alla
fronte.
-Entrate così in casa mia e vi
permettete anche di dare degli ordini?- chiede, con la
voce acutizzata dalla rabbia.
Le mani di Chester tremano, mentre
antiche voci di vendetta gli risuonano nella mente. Connie,
al suo fianco, si immobilizza, lo sguardo fisso negli
occhi neri dell’uomo.
-Sirius Black?-
interviene Dave, facendo un cenno del capo ad Erick perché spintoni Chaz di lato, per evitare il peggio.
-Chi mi vuole?- sghignazza divertito Black, appoggiando i gomiti sul tavolo, in una posizione
comoda.
-Scotland Yard- mormora febbricitante David, la
bocca impastata per la soddisfazione. –Sei in arresto-.
-ALLE TUE SPALLE DAVE!- urla Erick, iniziando a far fuoco verso il corridoio dove un
uomo avanza zoppicante.
-Oh no, non di nuovo!- abbaia Moody, deviando i proiettili della carabina con un semplice
movimento di bacchetta. –Stupeficium!- urla dopo, facendo
uscire un raggio scarlatto dalla propria bacchetta.
Erick ne viene
investito in pieno e, per il colpo, perde l’arma e si schianta alla parete
dall’altra parte della cucina, accasciandosi quindi privo di sensi.
-Erick!- urla con preoccupazione Chester,
seguendo con lo sguardo il volo dell’amico.
-Petrificus
Totalus- si limita a biascicare Lupin, agitando
con poca convinzione la bacchetta.
Il ragazzo, improvvisamente freddo e
bianco, si schianta a terra terribilmente rigido, con
in mano ancora la pistola.
-No, Chaz!-
scatta Connie, indebolendo la presa attorno a Tonks. L’Auror,
approfittandosene, si abbassa di colpo, facendola cadere a terra con uno
sgambetto.
-Incarceramus- sibila, con un moto di soddisfazione, Piton, facendo attenzione che le funi invisibili si stringano
anche attorno alla bocca della ragazza.
-Connie!- grida disperato Dave,
abbassandosi verso la ragazza che si divincola per terra.
La bacchetta di Sirius
saetta veloce, colpendo in pieno il ragazzo con il proprio incantesimo. -Levicorpus!-
Dave, in un attimo, si ritrova appeso per
una caviglia al soffitto della cucina.
-Bene, bene, bene…- ridacchia Sirius. –E’ stato divertente-.
-Qualcuno mi vuole liberare da questi…
queste… cose?!-
ringhia stridula Tonks, strattonando le manette.
-Vigilanza costante, Tonks!- la rimprovera Alastor,
indirizzando un raggio verso la serratura delle manette e aprendole con
facilità. –Te lo sei dimenticato?- insiste, notando la faccia dispiaciuta della
ragazza che si accarezza i polsi mentre Remus, visibilmente sollevato, scuote la testa
ridacchiando.
-E di loro, cosa ne facciamo?- domanda
con sincero interesse Arthur, studiando da vicino il corpo svenuto di Erick.
-Lascialo stare!- urla dalla sua
scomoda posizione Dave, divincolandosi indemoniato.
-Oh, povero caro- borbotta sconsolata
Molly, notando il colorito rossastro che ha assunto la faccia di David. –Sirius, avanti! Lascialo andare-.
-Non ci penso nemmeno!- ridacchia Black, divertito da quella scena.
Piton afferra il proprio bicchiere di vino, sorseggiandolo
appena, gli occhi fissi nello sguardo piangente e colmo d’odio di Connie.
-Kingsley, sono tutti tuoi- ordina
imperioso Malocchio, sedendosi a sua volta sulla panca instabile della
polverosa cucina. –Obliviali e abbandonali da qualche
parte- suggerisce mentre lo sguardo dell’Auror si
ferma con una nota di rammarico sulla figura immobile di Chester.
-Agente Canter-
domanda alla fine, alzandosi in piedi e avvicinandosi al ragazzo appeso al
soffitto, con il rischio di essere colpito da una sua manata. –Perché?- si
limita a chiedere, scuotendo la testa.
-B-Black!- ringhia
rabbioso David, il volto paonazzo e l’incapacità di parlare per il troppo
sangue alla testa.
-Sirius!- lo prega di nuovo la signora Weasley, notando con disappunto lo sguardo divertito del
Malandrino. –Oh, e va bene!- sbotta, estraendo la propria bacchetta da una
piega della gonna. –Liberacorpus!-
David, all’improvviso rilasciato, cade
a terra in un tonfo sordo, ansimando rumorosamente.
-Ehi, io questa l’ho già vista…-
borbotta Tonks, avvicinandosi curiosa al volto in lacrime
di Connie. –Ma certo! Moody, non era
-Curioso, no?- insiste Dora,
avvicinandosi al corpo immobile di Chester e recuperando dalla sua tasca la
propria bacchetta, causando uno straziante suono gutturale di Connie.
-Non… potremmo liberarla?- chiede alla
fine, impietosita. –Mi fa un po’ pena vederla così…-
Molly le accenna di sì con la testa
mentre lei, preoccupata, schiaffeggia leggermente il volto di Dave che, lentamente, sta tornando al colorito normale.
-Oh, li liberiamo tutti?- domanda tranquillo Arthur, puntando la bacchetta verso il
corpo di Erick e mormorando un allegro Innerva.
Tonks, veloce, agita la bacchetta verso Connie che, con sommo dispiacere di Piton,
si mette in ginocchio, iniziando a tossire rumorosamente.
-Che cosa…- si limita a dire inebetito Erick. –Su su ragazzo, va tutto
bene…- lo rassicura Arthur, aiutandolo a sedersi al tavolo.
-Quindi manca solo
questo qui- constata Sirius, dando leggeri colpetti
con la punta della scarpa alla figura immobile di Chester.
-Stagli lontano!- urla Connie, proprio nel momento in cui Black
ha alzato la bacchetta e ha mormorato qualcosa verso il ragazzo.
Dave si alza di scatto, colpendolo con un
pugno sulla mascella e riversandosi con lui sul tavolo.
Connie zoppica a fatica verso il fratello, chiamandolo
preoccupata.
-Agente Canter!
Agente, si calmi!- lo prega Kingsley, afferrandolo
per le spalle e allontanandolo da Sirius che, con il
labbro sanguinante, sghignazza senza vergogna. –Non mi divertivo così da anni!-
ammette alla fine, mettendosi seduto.
-Ba-bastardo…- bofonchia Chester, stringendo la
mano della sorella per rassicurarla.
-Erick, tutto bene?- chiama David, fissando
l’amico che, ancora spaesato, accetta un bicchiere di vino offertogli da un
gioviale Arthur.
-Mai stato meglio,
amico- risponde l’archivista, mimando un sorriso.
-Quindi è andata così- conclude
David, fissando con occhi seri il volto tranquillo di Kingsley.
-Esattamente- acconsente
l’uomo, versandogli un altro bicchiere di vino.
-Che storia figa! Maghi, incantesimi,
amici traditori… se me la raccontassero non ci
crederei!- commenta a voce alta Erick, per poi
tornare a confabulare col signor Weasley riguardo le
prese della corrente e la parola Babbani.
-Perché dovremmo credervi?- domanda
guardingo Chester, fissando con odio il sorriso di scherno di Sirius.
-Perché potavamo uccidervi invece che tentare di
spiegarvi la verità- sghignazza Black, agitando con
noncuranza la bacchetta.
Connie strozza in gola un verso di paura.
-Oh, non preoccuparti- la rassicura Lupin al suo
fianco. –Nessuno di noi vuole uccidervi. Beh, forse Severus
sì, ma glielo impediremo…- scherza, guadagnandosi un’occhiata di ammonimento da
parte del diretto interessato.
-Oh avanti, cosa sono quelle facce? In fondo, avete
trovato Black, no?- li rassicura Kingsley,
sinceramente sorpreso dall’abilità dei quattro poliziotti.
-Già, un ottimo lavoro- acconsente Moody, prima di tornare a leggere con sincera sorpresa
l’agenda della ragazza e tutte le note fatte sul caso.
David si sporge dalla panca, controllando lo stato
degli amici.
-Quindi… missione compiuta?- domanda
perplesso Erick, mentre Molly rimprovera il
marito di non stressare tanto quel povero ragazzo.
-Missione compiuta- acconsente David, fissando compiaciuto
il sorrisino di soddisfazione sul volto di Chester che, finalmente, sa spiegarsi
l’origine di quella molecola che aveva isolato. Magia.
-Cosa? No!- sbotta Connie,
alzandosi in piedi di scatto. –Dobbiamo prendere Minus!-
-Minus è fuori dalla vostra portata- la informa con
freddezza Piton.
-Smettila Constance- la
ammonisce a sua volta il fratello. –Volevi sapere chi ha ucciso papà, beh,
adesso lo sai- chiarisce.
-E che cosa dovrei dire alle famiglie delle altre
vittime? E a Emily? Che l’uomo che le ha rovinato la vita è ancora libero
perché noi non siamo stati in grado di catturarlo?- grida, sentendo poi la mano
rassicurante di Erick sulla propria spalla.
-Non indagate su Minus, è
troppo pericoloso per voi- suggerisce Kingsley, cercando
di far capire a David la serietà della questione.
-Agente… Auror Shacklebolt
– si corregge, scusandosi con un gesto del capo. –Prometti che mi terrai
informato sullo svolgimento delle indagini sulla cattura di Peter Minus?- domanda, con aria grave.
-Lo prometto- mente il mago, profondamente
determinato a ricontattare quei quattro agenti quando quella storia sarà finita.
Ha sempre pensato che ci sarebbe bisogno di una squadra di collegamento con il
Mondo Babbano.
-Ma… David! Noi…- bofonchia Constance, cercando lo sguardo del marito.
-Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo Connie- le sussurra, abbracciandola innamorato. –Non siamo
in grado di fare altro, lo capisci?- le mormora vicino all’orecchio.
Constance si guarda attorno, ripercorrendo le
ultime ore, la facilità con cui sono caduti in mano loro, l’impotenza e la
frustrazione provata legata da corde invisibili su quel pavimento.
Inghiotte le lacrime.
-Non l’ho neanche mai visto- sibila,
con rabbia, affondando il volto nell’incavo rassicurante della spalla del
marito.
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Note:
1.
“Harry pensò, e non fece in tempo a
raggiungere il posto dove doveva trovarsi il numero 12
di Grimmauld Place, che una
porta consumata emerse dal nulla fra i numeri 11 e 13, prontamente seguita da
muri sporche e finestre sudice. Era come pensare che una nuova casa si fosse gonfiata,
spingendo quelle ai suoi lati fuori dal suo perimetro. Harry rimase sbalordito.
Lo stereo al numero 11 aveva un rumore sordo. Pareva
che i babbani dentro non avessero sentito nulla” da Harry Potter e l’Ordine della Fenice
- A parlare è il ritratto di Walburga
Black, madre di Sirius
Ebbene sì, ecco la fine. La settimana prossima pubblicherò l’epilogo e ci saluteremo!
Quindi, come promesso, ecco qui le corrispondenze Case/personaggi originali da me ipotizzate (in corsivo gli aggettivi usati dal Cappello Parlante per :smistare i ragazzi):
GRIFONDORO: David Canter: perché si dimostra il più audace (viola il compito affidatogli dal Commissario Scott per coprire Connie nel capitolo secondo), con più fegato (basta vedere l’ultimo capitolo pubblicato) e con cavalleria (basti pensare al comportamento con Connie).
SERPEVERDE:Chester White: perché astuto (mi vengono in mente i suoi giochini di parole) e intraprendente (basti pensare agli esperimenti anche pericolosi che conduce).
TASSOROSSO: Constance
White: perché
CORVONERO: Erick Miller: intelligenza, creatività, apprendimento e saggezza sono le caratteristiche di questa Casa e, come sappiamo, Erick ha tre lauree (apprendimento), è sicuramente creativo (basti pensare al suo modo di esprimersi), è intelligente (capisce da solo che cosa stanno macchinando i colleghi) e saggezza (beh, a modo suo, tutto ciò che dice ha un senso effettivamente corretto).
Questa, ripeto, è una mia versione. In realtà ognuno può pensare come preferisce anche perché, sinceramente, diversi personaggi di Harry Potter li avrei visti meglio in altre Case rispetto alle loro ufficiali (Neville, Hermione, Tiger, Goyle…)