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Autore: telesette    11/10/2011    1 recensioni
Una storia non proprio originale ( anzi, forse anche piuttosto banale! ), però mentre scrivevo la trama mi sono detto: e se Tenten diventasse un Ninja-Medico? Se le sue capacità venissero messe a dura prova in qualche missione? Che cosa succederebbe ai suoi compagni, in particolare a Neji...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Neji si accorse che qualcosa non andava in Tenten dalla sua strana mancanza di loquacità. Ormai la conosceva troppo bene e, anche se non poteva vederla, sapeva riconoscere la tristezza della compagna nei suoi silenzi e nei respiri irregolari.
Logicamente a Villa Hyuga tutti, Hiashi per primo, ignoravano ancora i pettegolezzi che giravano in tutto il villaggio ( se un simile scandalo fosse giunto agli orecchi del severissimo capoclan, questi avrebbe potuto addirittura pretendere che Tenten fosse condannata a morte per aver osato sedurre il nipote in casa sua ); Tsunade era stata molto chiara circa le misure da adottare nel caso di Tenten tuttavia, malgrado il suo tentativo di spiegare al consiglio che la “colpa” di Tenten era tutta da dimostrare, l’Hokage non era riuscita ad impedire che le voci di corridoio fuori del palazzo si diffondessero ovunque. Nella migliore delle ipotesi, Tenten avrebbe dovuto rinunciare ad essere una kunoichi e forse anche costretta ad andarsene da Konoha per tutta la vita.
Neji non poteva immaginare cosa c’era dietro al silenzio della compagna ma ugualmente avvertiva la sua sofferenza. Anche se aveva perso la vista, nei giorni in cui Tenten si era presa cura di lui con grande generosità ed affetto, lo Hyuga aveva riscoperto una sensibilità maggiore a ciò che lo circondava: la mente e l’udito erano in grado di percepire quasi con chiarezza ogni tipo di rumore, dalle gocce d’acqua che Tenten strizzava nel bacile per inumidire le bende, al canto degli uccelli fuori dalla finestra; il suo mondo era buio ma al tatto riconosceva gli spazi e gli oggetti di quella camera, nonostante non ci avesse mai fatto particolare attenzione in passato; ma ciò che aveva risvegliato i suoi sentimenti sopiti era senza dubbio il tocco leggero con il quale Tenten carezzava il suo volto ogni sera per cambiargli le bende… Le dita della kunoichi, così delicate e sottili, esprimevano chiaramente tutto il calore di lei ed era una sensazione che Neji avvertiva fin dentro al petto, come se il suo cuore fosse in grado di “vedere” ciò che i suoi occhi non avevano mai notato in tanti anni che la conosceva. Per la prima volta dopo tanto tempo, Neji Hyuga si accorse che qualcuno era capace di mostrare sincero interesse nei suoi confronti; non era solo l’ammirazione che Tenten aveva sempre e apertamente dimostrato di avere per lui, quanto l’amorevolezza e la lealtà con cui la ragazza era sempre al suo fianco. Prima di diventare cieco, Neji aveva sempre visto Tenten come una compagna di straordinaria abilità e persona di assoluta fiducia. Ma ora che la luce dei suoi occhi si era spenta, poteva vedere un altro aspetto di lei che non aveva mai nemmeno considerato prima di allora: la sua grande ed innegabile dolcezza!
Nessuno a parte lei si sarebbe preso tanto disturbo per aiutare Neji Hyuga, nessuno avrebbe mostrato rispetto per un “arrogante misero invalido”… Solamente lei non si sarebbe mai sognata di guardarlo con commiserazione, tantomeno di approfittare del suo stato per deriderlo e umiliarlo come invece altri al suo posto avrebbero sicuramente fatto. Tenten si era sempre comportata correttamente con lui e, nel sentirla così triste e silenziosa, Neji non poté fare a meno di chiederle quali fossero i suoi problemi.

- C’è qualcosa che non va, Tenten?
- Come? - Tenten parve sorpresa da quella domanda così a bruciapelo.
- Da quando sei arrivata non hai detto altro a parte un “ciao”, sei rimasta in silenzio tutto il tempo e, a quanto ne so, non ti capita spesso di piangere!

Tenten si passò in fretta le dita sul volto per asciugarsi le lacrime calde sulle guance. Come aveva fatto Neji ad accorgersene?

- Non ti stupire, la cecità acutizza gli altri sensi - spiegò lo Hyuga tranquillo. - Anche se non posso vederti, riesco ad avvertire che sei triste… Tuttavia non posso sapere cos’è che ti rattrista, a meno che tu non voglia dirmelo!
- Ma no, non è nulla Neji, davvero è solo… Gli… Gli esami di questo secondo modulo sono molto più duri, sono molto stanca ultimamente!
- Capisco - fece lo Hyuga, chinando il capo. - Mi dispiace, per venire qui ogni notte a medicarmi, ti stai stancando molto più del dovuto! Non pensavo di arrecarti così tanto disturbo…
- Cosa dici ? Non è affatto un disturbo per me, figurati - si affrettò a tranquillizzarlo Tenten. - Sapessi quante notti in bianco trascorro di solito a studiare… Non diciamo sciocchezze, per favore, ah ah ah!

Tenten provò ingenuamente a buttarla sul ridere ma Neji non era uno sciocco. Malgrado la sua risata allegra infatti, era più che evidente che la ragazza non gli stava dicendo la verità.

- Tenten - la voce di Neji era calma e tranquilla come al solito ma, allo stesso tempo, esprimeva una forte punta di amarezza. - Sei molto buona a prenderti cura di me, davvero! Sinceramente non credo che riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per tutto quello che stai facendo…
- Non dirlo neanche per scherzo - ribatté subito lei. - E le volte che mi hai salvato la vita, allora? Se tu non fossi intervenuto, probabilmente io non sarei nemmeno qui adesso!

Neji sorrise debolmente. Tenten non era capace di mentire, perciò le sue parole suonavano ancora più liete perché dette con il cuore. Lo Hyuga si riteneva fortunato di avere lei come compagna di squadra ed era senza dubbio felice di godere di tanta stima da parte sua. Per un attimo quasi si trattenne dal porgerle ulteriori domande e tuttavia, senza sospettare neanche lontanamente la verità, le chiese quando avrebbe dovuto dare l’ultimo esame.
Tenten sentì la bacinella scivolarle di mano e questa cadde a terra con un tonfo, rovesciando il suo contenuto sul pavimento. Ora Neji ne era sicuro: Tenten gli stava nascondendo qualcosa di grave e, a giudicare dal suo comportamento, era qualcosa che lui non doveva sapere assolutamente.

- Tenten, dimmi la verità - la incalzò Neji. - Che cos’è successo oggi che ti ha sconvolta in questo modo?
- N… Niente Neji, ti assicuro che…
- Basta adesso!

Malgrado la mancanza della vista, negli ultimi giorni Neji aveva comunque riacquistato pienamente l’uso delle facoltà di movimento e una coscienza sufficiente degli spazi per potersi muovere senza difficoltà, almeno entro le pareti della sua camera. Il silenzio ostinato di Tenten lo fece scattare come una molla, spingendolo ad alzarsi in piedi e afferrare la ragazza per le spalle. Tenten rimase come impietrita, incapace di rispondere, non poteva dirgli semplicemente la verità senza temere la sua eventuale reazione. A causa delle bende il volto di Neji era parzialmente coperto e la sua espressione imperscrutabile, ma i lineamenti tirati del mento e delle labbra lasciavano comunque intendere che non avrebbe accettato altro che la verità come risposta.

- Mi hai sempre detto tutto con grande sincerità, una cosa che ho sempre apprezzato di te è che non mi hai mai mentito - sentenziò Neji con voce profonda. - Perché devi cominciare a farlo adesso?
- Neji, io non…
- Se ti trovi in qualche guaio per colpa mia, devi dirmelo; sai che non potrei mai permettermi di arrecarti alcun danno e ho il diritto di sapere!
- Oh, Neji - Tenten non poteva, non poteva assolutamente dirgli la verità, era più forte di lei. - Per favore, non chiedermi nulla…
Per favore!
- Perché - insistette dunque lo Hyuga. - Perché non vuoi dirmelo?
- Ti prego!

Stavolta era Tenten a supplicarlo, quasi piangendo.
Per un attimo Neji ebbe addirittura l’impressione di sentire sé stesso la notte in cui aveva “supplicato” Tenten di non rivelare a nessuno il suo segreto, e d’un tratto cominciò finalmente a intuire qualcosa… Evidentemente il problema nasceva proprio dalla promessa che gli aveva fatto e lei, a dimostrazione del grande affetto che provava nei suoi confronti, non voleva infrangerla in alcun modo. Neji le accarezzò il volto con entrambe le mani e, dopo averla rassicurata, le ripeté ancora la stessa domanda. Di nuovo Tenten esitò, temendo di farlo sentire in colpa ( l’ultima cosa che mai avrebbe voluto! ), ma furono le parole seguenti del ragazzo a convincerla.

- Tenten, le tue lacrime per me sono la migliore prova di affetto che tu potessi darmi: qualunque cosa sia successa, io non penserò male di te; tu mi hai sempre aiutato nei momenti difficili, adesso permettimi di fare lo stesso!

Non ci volle molto per riassumere brevemente la situazione: la voce che Kiba aveva sparso in giro, la notte in cui aveva scorto Tenten salire di nascosto in camera di Neji dalla finestra, aveva dato origine a molte chiacchiere; non potendo dire la verità, era ovvio che Tenten avesse preferito non difendersi in alcun modo per non tradire la promessa fatta a Neji ma il prezzo che stava pagando per questo suo silenzio era altissimo… Dopo aver appreso fino a che punto Tenten era disposta a rinunciare ai suoi sogni per lui, lo Hyuga fu assalito dal rimorso e dalla vergogna. Per ore e ore rimase immobile, incapace di dire qualunque cosa, e solamente alle prime luci dell’alba si decise ad interrompere il suo silenzio.

- Tenten - esclamò. - Perdonami…

La kunoichi sbarrò gli occhi per lo stupore. Neji si alzò in piedi, seppur barcollante a causa della cecità e di quelle rivelazioni, e si appoggiò alla parete sollevando la testa deciso.

- Tutto questo è successo per colpa del mio egoismo e del mio orgoglio - disse Neji con amarezza. - Senza volerlo sono riuscito a danneggiare proprio te, che non lo meritavi… Adesso però spetta a me rimediare a tutto questo!
- Neji, che cosa vuoi dire?

Lo Hyuga provò istintivamente a fare un passo avanti ma, data la confusione della sua mente, finì per incespicare e sbattere inavvertitamente contro un mobile all’altezza del suo fianco. Comprendendo dunque di non poter farcela da solo, chiese a Tenten un ultimo grande favore.

- Ti prego - mormorò. - Accompagnami dall’Hokage, in modo che tutta questa faccenda venga chiarita!

 

***

 

Poco dopo nelle strade di Konoha, tutti poterono assistere coi propri occhi ad uno spettacolo incredibile: il nobile Neji Hyuga, con gli occhi interamente avvolti dalle bende, si accompagnava come un cieco alla stessa ragazza che fino a un giorno addietro era stata accusata di essere la sua concubina. Il pensiero di cosa potesse essere successo al famoso “Genio degli Hyuga” era ovviamente sconosciuto a tutti; perfino i loro giovani compagni ninja osservavano la scena con incredulità e lo stesso Inuzuka non si sarebbe mai aspettato di vedere un giorno l’arrogante Neji Hyuga dipendere da qualcuno come un misero e patetico invalido.
Mentre camminava a passo lento verso il palazzo dell’Hokage, Neji poté sentire chiaramente gli occhi di tutti puntati su di sé ciononostante proseguì a testa alta affidandosi alla mano sicura di Tenten che lo accompagnava. Le chiacchiere e i mormorii, frasi come “avete visto?” oppure “che gli sarà successo? Poveretto”, risuonavano nelle sue orecchie come tanti shuriken affilati che non poteva in alcun modo evitare… Tuttavia doveva accettare quell’umiliazione, così come Tenten era stata disposta ad accettare la propria per lui; dalle sue parole adesso dipendeva il futuro della sola persona che era stata in grado di aprirgli gli occhi a tutto ciò che si era sempre rifiutato ostinatamente di vedere.
Tenten immaginava cosa lui stesse provando tuttavia, dopo che lui aveva espresso chiaramente il suo desiderio di trascinarsi dall’Hokage da solo se necessario, si era infine rassegnata ad accompagnarlo in questa sua decisione.

 

***

 

Una volta al cospetto di Tsunade, quest’ultima ascoltò con estremo interesse le parole del giovane Hyuga. Quando questi ebbe finito di spiegare le ragioni che lo avevano indotto al silenzio, e di come Tenten si fosse adoperata per medicarlo in segreto durante tutto il tempo della sua convalescenza, la donna annuì soddisfatta.

- Il tuo è stato un comportamento molto egoista, Neji - osservò Tsunade. - Tacendo sulle tue condizioni, hai messo Tenten in una posizione compromettente purché ti reggesse il sacco! Naturalmente terrò conto delle sue buone intenzioni e certamente butterò via quell’assurdo provvedimento disciplinare nei suoi confronti… Ma non posso passare sopra su questo suo atteggiamento sconsiderato: un simile comportamento è inammissibile per un ninja medico; perciò Tenten abbandonerà seduta stante i corsi, è assolutamente fuori discussione!
- Tenten ha dato prova di essere estremamente portata per questo ruolo - ribatté Neji tranquillo.

Tsunade aggrottò le sopracciglia.

- Sei sicuro di questa tua affermazione?

Per tutta risposta Neji si sciolse le bende dagli occhi e mostrò all’Hokage il modo impeccabile in cui Tenten si fosse presa cura delle sue ferite. A parte gli occhi spenti e senza lucidità, non c’era effettivamente più traccia di ustioni o bruciature e la zona intorno alle palpebre era solo lievemente arrossata. Tsunade dovette ammettere che le doti pratiche di Tenten erano eccellenti ma non poteva ugualmente tornare sulla sua decisione.

- Se Tenten ha sbagliato, Tsunade-Sama, la colpa è solo e unicamente mia… Ma impedirle di diventare un ninja medico spero si renda conto che, al livello attuale, sarebbe un grave errore!

Tsunade si morse il labbro con un leggero disappunto. Ovviamente sapeva che nelle parole di Neji c’era un grande fondo di verità, ma non poteva lo stesso dimenticare il modo in cui i due ragazzi si erano comportati.

- Ti prometto che ci penserò sopra - tagliò corto l’Hokage, per non mostrarsi troppo arrendevole. - Ma per quanto riguarda il resto, date le tue condizioni, mi pare evidente che non puoi più svolgere le mansioni di un ninja!
- Me ne rendo conto - ammise Neji. - Infatti l’altro motivo per cui sono qui è quello di rassegnare le mie dimissioni…

Il cuore di Tenten mancò un battito, non appena vide Neji deporre sulla scrivania dell’Hokage il proprio coprifronte. Tsunade osservò l’oggetto senza dire una parola e, socchiudendo gli occhi, annuì leggermente col capo.

- Capisco che non deve essere facile per te accettare questa realtà, Neji - esclamò la donna. - E ti assicuro che ne sono profondamente addolorata!
- Bisogna accettare le cose così come stanno - concluse Neji in tono secco. - E’ inutile cercare di nascondersi la verità, ormai l’ho capito!

Così dicendo Neji si voltò verso Tenten, pregandola ancora una volta di accompagnarlo a casa. Tenten annuì debolmente e, senza aggiungere altro, entrambi lasciarono l’ufficio dell’Hokage.

 

***

 

La notizia che Neji Hyuga era diventato cieco si sparse quasi più rapidamente delle malignità sul conto di Tenten. Davanti all’uscita del palazzo infatti, i due giovani trovarono ad attenderli un folto gruppo di persone, tra cui Sakura e altri amici. Sakura fu la prima ad avvicinarsi, ansiosa di scusarsi con Tenten per tutte le cose che le aveva detto il giorno prima, tuttavia Tenten si limitò ad annuire dicendo che non c’era più nulla da aggiungere ormai. Anche Rock Lee, incapace di trattenere oltre le lacrime, si avvicinò a Neji per ringraziarlo di avergli salvato la vita.

- Neeejiiiii - singhiozzò disperato il moro dalle folte sopracciglia, abbracciando l’amico fin quasi a soffocarlo. - Non dimenticherò mai il tuo gesto, te lo assicuro, conserverò il ricordo nel mio cuore per sempre!

Lo Hyuga ebbe un attimo di smarrimento, mentre la classica gocciolina cominciò a colargli lungo la fronte, tuttavia rispose con noncuranza alla dimostrazione di affetto sincero di Rock Lee e ( incredibile ma vero! ) per un attimo si ebbe l’impressione che stesse addirittura “sorridendo”.
Anche Kiba pareva ansioso di salutare il nuovo argomento di conversazione di tutta Konoha.

- Non so davvero come scusarmi - fece l’Inuzuka, grattandosi la nuca con imbarazzo. - Non potevo immaginare che Tenten andasse a trovarti ogni notte solo per medicarti…

Tutti i presenti, escluso Neji, puntarono minacciosamente lo sguardo contro Kiba. Questi però, incurante del loro astio, tirò fuori un oggetto da dietro la schiena e lo porse garbatamente a Neji.

- Ecco, prendi - esclamò. - Spero che ti sarà utile, ora che non puoi vedere, così almeno non rischierai di inciampare per strada!

Come l’Inuzuka porse un bastone per ciechi nelle mani dello Hyuga, Tenten ebbe quasi l’impulso incontenibile di prenderlo e fracassarlo sulla testa di quell’idiota ma, con sua grande sorpresa, Neji sollevò la mano facendole segno di lasciar perdere. In fondo Neji sapeva perfettamente che questa sarebbe stata la reazione generale di molti d’ora in poi, dunque era meglio abituarsi fin da subito alla sua nuova condizione. Senza dire una parola, lo Hyuga accettò l’oggetto dalle mani dell’Inuzuka e lo usò per allontanarsi lungo la strada. Tenten sentiva il forte bisogno di piangere ma, comprendendo quanto fosse difficile per lui quel momento, si costrinse ad accompagnarlo senza emettere un solo fiato.

 

( continua )

   
 
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