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Autore: LucreziaPo    11/10/2011    7 recensioni
Attenzione spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows! chi non vuole rovinarsi la sorpresa, non legga nulla!!!! e se dopo la morte di Voldemort, Dio decidesse di far esprimere ad Harry il desiderio di far tornare in vita le persone care che lui ha perso nella lotta??? e se lui accettasse?? ci saranno baci, battute e scherzi con i Malandrini di nuovo riuniti, amore, scommesse e risate!!!! mi raccomando ditemi che ne pensate!!! un bacione Lily Black 90
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I protecting you & A new Life'
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“Halloween! Adoro Halloween!”esclamò James, mentre con un colpo di bacchetta aiutava Lily a pulire e decorare le zucche.

“Come mai?”chiese Harry.

Halloween era il giorno in cui i suo genitori, anni prima, erano morti.

Non capiva come facesse ad adorare quel giorno, anche se notava come suo padre non si stesse ponendo nessun problema e con lui Lily.

Era come se ci avessero messo una pietra sopra e forse era la cosa migliore, invece di rimuginare su ricordi tristi.

“Tuo padre adora ogni festa, non chiedere mai il perché.”spiegò Sirius in fretta, beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.

“Non dovevi trovare casa ed andartene via da qui?”

“Ma se eri in lutto quando Sirius è partito per l’America!”rimbeccò Remus, aiutando Harry e Tonks a sistemare i tavoli in giardino.

Bastò un colpo di bacchetta ed i tavoli si disposero, coperti da tovaglie, piatti e bicchieri.

La madre di Harry, aiutata da Molly e Keira avevano dato il meglio di sé nel decorare la casa.

C’erano zucche galleggianti, pipistrelli volanti e piatti deliziosi ovunque.

Sembrava di essere tornati ad Hogwarts.

Avevano organizzato una cena in giardino, invitando la famiglia Weasley, Lupin e qualche membro dell’Ordine.

Tutti erano presenti tranne Ginny, che era rimasta ad Hogwarts per non perdere le lezioni.

Era difficile stare separati da lei, soprattutto per Harry.

Non bastavano solo le lettere e quindi lui cercava di recarsi il più possibile ad Hogwarts con la “scusa” di andare a trovare Dumbledore o Hagrid.

“E’ insopportabile!”

James indicò Sirius che gli fece la linguaccia e rise, mentre Remus sospirava.

“Tanto so che mi ami, Prongs. Ammettilo!”continuò Sirius ed evitò per un pelo un piatto che James gli aveva lasciato addosso.

“Sì. Alla follia, lo sai!”

James sfoderò la bacchetta, preparandosi a duellare.

“Oh, andiamo, smettetela di comportarvi d…”

Remus si zittì quando un lampo di luce fucsia lo sfiorò e decise di lasciar perdere.

Era davvero come se fossero ritornati al passato, con James e Sirius che battibeccavano come due idioti.

“Non entrate in cucina! James e Sirius stanno facendo i cretini!”annunciò, entrando in giardino.

Lily alzò gli occhi al cielo.

“Cretini?”domandò Molly.

“Stanno duellando.”spiegò Remus con una risata.

Quei due erano davvero incorreggibili.

“Basta che Sirius non tocchi i capelli di James. Altrimenti…”fece Lily e tutti risero.

“SIRIUS! QUESTA ME LA PAGHI!”

Harry fece appena in tempo a vedere i capelli di suo padre di un bel colore fucsia che subito James iniziò ad inseguire Sirius, che rideva come un matto.

Se la stava spassando alla grande.

“Voi non avete mai fatto così, vero?”chiese Keira ad Harry, Ron ed Hermione, che scossero la testa.

“No, mai.”

“Grazie a Dio hai preso l’intelligenza da tua madre, Harry.”

“Keira, ti ho sentita!”gridò James dalla casa e lei ridacchiò.

Dopo una fattura Gambemolli, un Levicorpus ed un incantesimo brufoloso, James e Sirius si diedero una calmata e la cena poté iniziare.

Ma Sirius non rinunciò a punzecchiare il fratello per tutto il tempo, anche se evitò l’uso della magia.

“…E tra un po’ è anche il tuo compleanno, Prongs.”fece Sirius.

“Vero. Mi hai già comprato il regalo?”ghignò James.

“Compleanno? Quando lo festeggi, James?”chiese Arthur.

“Il 9 novembre.”

“E quanti anni fai?”chiese Ron.

“Ron, non si chiede l’età! È da maleducati!”lo rimbeccò Percy, becccandosi un’occhiataccia da Fred e George.

“Andiamo, Perce! Il padre di Harry sarà un po’ più grande di Bill. Ci scommetto quello che vuoi!”

James, intanto, sorrideva.

“Ha la mia età.”disse Sirius.

“Già, ma tu te li porti male, gli anni!”rise James.

“Stai 12 anni ad Azkaban e poi ne riparliamo!”ribatté Sirius, ma neanche quell’accenno riuscì a togliergli il sorriso dal volto.

“Andiamo, quanti ne fai?”chiese Bill, seduto accanto a Fleur.

38.”

Tutti si voltarono a guardarlo.

“38? Caspita! Bill, sembra più giovane di te!”esclamò George e gli altri risero.

“Quello che non capisco è quanti anni dovresti avere realmente. Perché sei morto a 21 e quindi non ne hai 38…”iniziò Sirius, guardando James.

“Ne dovrei compiere 22, se tengo conto degli anni passati sulla Terra.”

“Sì, ma non hai la faccia da ventiduenne!”

“Questo è il discorso più sovrannaturale che abbia mai sentito.”constatò Charlie e tutti annuirono.

“Quindi Harry è nato quando avevate 20 anni.”dedusse Hermione, interrompendo i ragionamenti folli di Sirius e James.

“Mamma, avrai il triplo dell’età di Lily!”

Fred ghignò alla madre e si beccò un’occhiataccia.

“Eravate giovanissimi per avere un figlio.”constatò Molly.

Lily e James guardarono Harry con affetto ed il ragazzo arrossì lievemente.

“Infatti non era programmato.”spiegò Keira.

“Già. I miei impazzirono quando seppero che ero incinta di James.”

Lily rise, ripensandoci.

Soprattutto suo padre non l’aveva presa affatto bene.

Lui e James non andavano molto d’accordo, anche se sua madre l’adorava.

Non che non fosse d’accordo con il mondo della magia, ma James non era ritenuto adatto a Lily, secondo suo padre.

“I miei non erano d’accordo…o meglio, mio padre non era d’accordo che io stessi con James.”

“I tuoi sono sempre stati dei rompiscatole in quanto a materia di ragazzi.”asserì Keira.

Tutti ora guardavano Lily, in attesa che raccontasse.

“Perché non voleva che steste insieme?”domandò Harry.

Questa era una novità.

Lui non sapeva nulla dei suoi nonni.

“Beh, perché per circa 7 anni della sua vita ogni volta che tornava a casa diceva ai suoi quanto ero insopportabile, pallone gonfiato, testardo, ribelle, tronfio ed insistente.”fece James, enumerando le sue “qualità” con le dita.

Tutti risero.

“Beh, aveva ragione, Prongs. Eri davvero insopportabile!”fece Sirius con aria da finto innocente che non incantò nessuno.

“Siete stati delle pesti tutti e due, durante il periodo di Hogwarts ed eravate degli idioti!”spiegò Remus, prima che James e Sirius iniziassero a battibeccare di nuovo.

“E quando tuo padre mise la testa a posto e ci mettemmo insieme i miei non ci credevano. Pensavano che stessi scherzando, che…non so, non erano d’accordo e non lo furono neanche quando conobbero il ragazzo dolce, ribelle e gentile di cui m’ero pazzamente innamorata.”

Lily guardò con amore James che arrossì violentemente.

“James ci mise tipo 7 anni a convincere Lily ad uscire con lui ed era convinto di essersi intestardito con lei perché era l’unica a non cadere ai suoi piedi. Non s’era accorto di essersi innamorato di lei.”disse Sirius, mentre Lily baciava James sulle labbra, brevemente, prima di arruffargli i capelli.

“Se n’erano accorti tutti, perfino io che venivo da un’altra scuola, che James era davvero innamorato!”fece Keira e tutti risero.

“Tuo padre era un po’ ottuso con le faccende d’amore. Ed anche tua madre.”spiegò Remus, guardando Harry.

“Ehi!”protestarono Lily e James.

“Ehi, cosa? Eravate due ciechi!”

“Dai, Lily, continua a raccontare.”l’incalzò Tonks, gli occhi che luccicavano dalla curiosità.

Teddy, tra le sue braccia, guardò sua madre per un attimo, per poi concentrarsi sul panino che stava allegramente mangiucchiando.

“Dicevo, mio padre non andava d’accordo con James. Pensava che mi avesse fatto qualche sortilegio per convincermi a stare con lui…”

Harry si mosse a disagio sulla sedia.

Era la stessa cosa che aveva pensato, quando aveva visto il peggior ricordo di Piton ed aveva visto come sua madre e suo padre non andavano d’accordo.

“Però, alla fine accettò che ci sposassimo. Solo che non fu affatto felice che aspettassi un figlio da James. Non così presto, comunque. Ritenevano che non saremmo stati in grado di fare i genitori, essendo così giovani.”

“E tuo padre e tua madre erano terrorizzati all’idea di aspettare un bambino. È una cosa che spaventa tutti. Anche io e Sirius siamo spaventati.”ammise Keira con un lieve sorriso rivolto ad Harry.

“Mentre i tuoi nonni paterni erano al settimo cielo per la notizia. Ricordo che vivemmo con loro per un po’, prima di trovare questa casa qui.”continuò James.

“Tua nonna Dorea e tuo nonno Charlus erano davvero gentilissimi. Accolsero anche me quando fuggì di casa.”intervenne Sirius e tutti lo guardarono, soprattutto la famiglia Weasley.

“Scappasti da casa?”chiese Arthur. “Perché?”

“Perché detestavo stare lì.”

Sirius scrollò le spalle.

“E soprattutto perché la sua famiglia non brillava certo per essere gentile e magnanima. Diciamo che era ed è piena di idioti e figli di puttana.

Come la maggior parte delle famiglie Purosangue che credono di essere migliori per la faccenda del sangue puro.”spiegò James, intrecciando le braccia dietro la nuca e dondolandosi con la sedia.

“Anche tu sei Purosangue.”disse Harry e James lo guardò.

Non suonava come un’accusa, ma quasi come una domanda, per voler capire come mai la sua famiglia fosse diversa.

“Sì, ma i miei non si sono mai importati del sangue o della magia. Io conosco Sirius quasi dalla nascita, perché le nostre famiglie, come tutte quelle Purosangue, sono imparentate.

Ed i genitori di Sirius interruppero di rapporti appena scoprirono che i miei andavano d’accordo anche con i Magonò ed i figli di Babbani. Ma poi Sirius venne smistato a Grifondoro, fu una “macchia” per la sua famiglia etc.

Quindi, al limite dell’esaurimento nervoso, Sirius scappò di casa e si trasferì da me quando avevamo 15 anni.”concluse James.

“Quindi, siete imparentati anche con i Malfoy? Ed i Lestrange?”chiese Ron.

“Non mi ci far pensare.”commentò James, cupo e Sirius rise.

“Abituatici.

Grazie al Cielo non facciamo mai riunioni di famiglia. Altrimenti finiremmo tutti a combattere ed a ucciderci a vicenda. Come l’ultima volta al Ministero.”

E tutti ricordarono che proprio Sirius era stato ucciso da sua cugina Bellatrix, della sua stessa famiglia e cadde il silenzio.

Fu un attimo ed ad Harry venne in mente la corsa al Ministero, la paura di perdere Sirius, la battaglia all’Ufficio Misteri, il velo…

Sentì improvvisamente freddo nel ricordare lo sguardo di Sirius, mentre…

“S-scusate.”

Harry borbottò in fretta una scusa e rientrò in casa, velocemente.

Possibile che gli facesse ancora quell’effetto ricordarlo?

Possibile che stare in quella casa, dove i suoi erano morti, non gli faceva davvero male, mentre ripensare alla morte di Sirius…era come se il cuore venisse stritolato per l’ennesima volta?

“Forse perché io non li ho visti morire, i miei genitori. Perché ero troppo piccolo per ricordare. Mentre quando Sirius è morto, io ero lì. Io ho provato a salvarlo. Ed ero lì.”pensò.

“Harry…”

Sirius si diede dell’idiota mentalmente per aver accennato al Ministero e rientrò in casa, prima che qualcuno avesse capito cos’era realmente successo.

Solo James capì e gli lanciò uno sguardo intenso.

“Harry?”

“Credevo di averlo superato.”

La voce di Harry era bassa e lui si sentiva un’idiota, seduto sul divano, il cuore in subbuglio.

Sirius s’avvicinò a lui e sedette sulla poltrona.

“Non credo si superi tanto in fretta. Io non ho superato la morte dei tuoi.”

“Non voglio essere debole, Sirius.”

Harry guardò il padrino che sorrise, piano.

“Tu non sei debole. Ed io sono stato, come al solito, un po’ rude ed indelicato ad accennare a ciò che è successo al Ministero. Mi dispiace.”

Harry non disse nulla.

“Non volevo andare via così. Ora mi prenderanno per un’idiota.”

Sirius rise, la sua risata simile ad un latrato, così familiare.

“Credimi, solo io e tuo padre abbiamo capito cosa c’era che non andava. Gli altri avranno solo pensato che la tua fosse una pausa bagno.”

Harry non poté trattenersi dal sorridere.

“E tu? Come hai spiegato il tuo correre qui?”

“Io dovevo solo prendere il dolce.”

Sirius accennò alla torta che troneggiava sul tavolo della cucina.

“Allora, possiamo dire che tu mi abbia aiutato con i piattini di carta ed i cucchiaini.”

Sirius gli cinse le spalle in un forte abbraccio ed Harry si sentì bene, al sicuro.

“Andiamo. O penseranno che un alligatore ti abbia assalito mentre eri in bagno ed io sia stato risucchiato da un buco nero in cucina.”

“Od attaccato dai Nargilli.”inventò Harry e scoppiarono a ridere di gusto.

“E…Harry, giusto perché tu lo sappia. Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”

 

Hogsmeade era ricoperta di neve, una neve così fitta da ricoprire il suolo di almeno mezzo metro.

Harry e Sirius arrancarono con fatica, seguendo Remus e ringraziando che non ci fosse una bufera di neve.

Almeno al momento.

Entrarono di corsa dentro Mielandia ed Harry accolse con piacere il profumo di dolci ed il calore che l’invase appena mise piede dentro.

“Per fortuna! Mi stavo congelando!”protestò Sirius e guardò Remus come se fosse colpa sua se s’erano congelati.

“Ehi, non guardare me! È per James che siamo qui!”

Harry sorrise nel vederli battibeccare.

Remus era sempre stato molto sulle sue ed introverso da quando l’aveva conosciuto, ma notava grazie a Tonks ed al ritorno dei suoi amici un notevole cambiamento.

Era più sereno.

“Già, ma mica me la posso prendere con lui se domani compie gli anni e dobbiamo ancora comprargli il regalo!”

Harry si sentiva stranamente a disagio.

Fino a pochi giorni fa non sapeva neanche il compleanno di suo padre e non aveva la minima idea di quali fossero i suoi gusti.

Sirius parve intuire i suoi pensieri, perché disse:

“Tuo padre hai dei gusti molto difficili. A parte il Quidditch, tua madre, te ed i suoi amici non ho idea di cosa voglia.”

“Questo?”

Remus indicò un grosso pezzo di cioccolato alle nocciole.

“E’ per te o per lui?”

Remus ridacchiò.

“A James piacciono le nocciole.”

Nocciole.

Ecco una cosa da appuntarsi da qualche parte.

Saccheggiarono per un po’ Mielandia, ritornando più carichi di cibo e meno di galeoni quando uscirono.

La bufera, tanto temuta, l’investì.

“Credete che qui vendano dei sonagli per renne?”domandò Sirius, coprendosi con il mantello e la sciarpa.

“Renne?”chiese Remus, poi capì.

“Sirius, ti ucciderà!”

“Per papà? Ma si trasforma in un cervo, non in una renna!”

“Devo ancora vendicarmi dell’ultimo regalo che mi ha fatto a Natale!”

“Quello del ‘80?”rise Remus ed Harry li guardò, interrogativo.

“Gli regalò una medaglietta con su scritto Fido, a forma di osso.”spiegò Remus ed Harry non scoppiò a ridere solo perché ricevette un’occhiataccia preventiva da Sirius.

“Quindi, ora tocca a me!”

 

“Non ci posso credere! Te ne sei ricordato! Cavolo, ti ho davvero fatto arrabbiare quella volta!”

James rise di gusto quando scartò il sonaglio per renne, legato ad un bel fiocco rosso.

“Già…ricordo che mi facesti trasformare in cane ed indossare quel coso per far divertire Harry…”

“Era piccolo! E gli piacevi quand’eri un cane!”rise James e tutti gli invitati alla festa ridacchiarono.

“Oh, ce l’hai una foto?”chiese Tonks e James annuì.

“Certo! Gliene avrò scattate a decine!”

“Comunque mi aspetto che tu faccia lo stesso quando nascerà mio figlio.”fece Sirius con aria fintamente minacciosa.

James rise, abbracciandolo.

“Te lo prometto. Mi travestirò anche da clown per tua figlia o figlio.” E guardò Keira.

“Niente clown! Sai che li odio!”

Keira rabbrividì.

Li detestava davvero.

James abbozzò un sorriso di scusa, ma sotto sotto stava ridendo tra sé.

“La festa sta andando bene, no?”

Lily s’avvicinò a Keira che annuì.

Avevano invitato i membri dell’Ordine, i Weasley, Remus e Tonks e c’erano perfino Dumbledore e la Mcgranitt.

“James si sta divertendo.”constatò Keira osservando l’amico che giocava a chi beveva più Whisky Incendiario in 5 minuti con Sirius, Remus e Tonks.

“Giocherei anche io, se…”

Keira accennò alla pancia e Lily sorrise.

“Mi ricordo della sfida che faceste tu e Sirius con quella roba. E tu stramazzasti dopo 10 bicchieri.”

“Ehi! Quella roba è terribile! E poi Sirius ha uno stomaco di ferro, non so come faccia a sopportare quella roba senza dare di stomaco!”

Keira osservò, poi, dolcemente il piccolo Ted che dormiva nel suo passeggino.

“E’ tenerissimo.”mormorò. “Cavolo, non mi sono mai sentita così materna.”

“E’ l’effetto di essere incinta. Vedi tutto rosa. Soprattutto quando vedi un bambino…gli ormoni impazziscono e non vedi l’ora di averne uno tu.”

“E tu? Niente altri bambini?”

Lily scosse il capo.

“Assolutamente no.

E poi vedendo te alle prese con le nausee…no, assolutamente no!”

“Ammettilo che vuoi trattare Harry ancora come un bambino!”

Keira sorrise all’amica.

“Mi piacerebbe, ma è un adulto, ormai.”

“Credo che anche lui vorrebbe rimanere ancora il tuo bambino, Lils.”

“Credo che vomiterà tutta la notte, vero? O conosci qualche pozione da fargli bere?”

Harry s’avvicinò alla madre ed indicò il padre.

“Credo che avrà un orribile mal di testa per giorni e si risentirà della sconfitta.”

Lily indicò Remus e Tonks che rinunciavano prima dello scadere del tempo e si gettavano sul divano, abbracciati e sbronzi, mentre Sirius e James rimanevano ancora in gara.

“Sirius lo batterà?”

“Su quello ci puoi scommettere.”sorrise Lily.

Fu naturale passare una mano tra i capelli del figlio e scompigliarglieli.

Poi la ritirò subito.

“Scusami…è stato un gesto inconscio.”

Harry la guardò per un attimo, sorridendo.

“Non fa nulla. Anche papà me li scompiglia sempre. Mentre la signora Weasley cerca di tenerli giù.”

Lily rise e l’abbracciò, stringendoselo al cuore.

“Non staranno mai giù, credimi. Conosco tuo padre da quando avevo 11 anni e quei capelli non stanno mai al loro posto.”

Harry rimase tra le sue braccia, ricambiando la stretta.

“Credo che tua madre voglia farti restare il suo bambino ancora per un po’.”disse Keira ad Harry che sorrise.

“A me sta bene.”

Gli era mancata da morire sua madre.

La donna che gli avrebbe rimboccato le coperte, che gli avrebbe accarezzato i capelli, abbracciato o consolato in qualsiasi istante della sua vita, se solo avesse potuto farlo.

Lily respirò tra i capelli del figlio, gli occhi colmi di lacrime.

“Mamma…”

“Sto bene. Solo…credevo ti avrebbe dato fastidio.”

Harry la strinse più forte.

Come avrebbe potuto dargli fastidio avere sua madre accanto?

“Perché? Perché ho 18 anni?”

Lily annuì.

Harry scosse il capo.

“Allora, posso coccolarti ancora per un po’?”

“Quanto vuoi.”pensò Harry e glielo comunicò abbracciandola più stretta e sfiorandole i capelli.

 

Furono le urla a svegliarlo.

Urla di dolore, familiari.

Era una donna che urlava, che supplicava. E poi c’era quella risata, no…due risate malvagie, così fredde da far accapponare la pelle.

Harry si svegliò di colpo, il cuore in gola.

La prima cosa che sentì fu il freddo, un freddo gelido che lo fece rabbrividire e gli fece rizzare i peli sulla nuca.

Poi ricordò le urla.

Erano di sua madre.

Scattò in piedi, afferrò la bacchetta e corse fuori dalla stanza.

Ed andò a sbattere contro di lei.

Lily.

“Mamma? Mamma, stai bene? Ho sentito…”

Era lì, di fronte a lui, un po’ pallida, ma viva.

E poi Harry capì.

“Scusa…era…uno stupido sogno.”

Lily sorrise e gli cinse il corpo.

“Magari fosse un sogno.”

La casa era immersa nell’oscurità e l’unica cosa scintillante e luminosa era alle spalle di Lily.

Era un Patronus.

Ed era una cerva.

“Dissennatori? A Godric’s Hollow?”

Subito Harry capì a cosa era dovuto l’incubo.

“Già, hanno deciso di farci una visita!”gridò qualcuno dal piano di sotto.

James.

Harry lo vide avanzare, seguito dal suo Patronus che era un cervo, proprio come il suo.

“Tuo padre è furioso. Stiamo cercando di capire cosa sta succedendo e speravamo che non avesse effetti su di te, dato che ci sono 4 Patronus a proteggere la casa. Ma a quanto pare anche tu sei turbato.”

“Sto bene.”mormorò Harry automaticamente e seguì sua madre in salotto.

Lì suo padre discuteva animatamente con Kingsley, il cui viso spuntava dal camino acceso, Keira era seduta sul divano, con una tazza di thè tra le mani ed il suo patronus, un gatto, acciambellato sulle sue gambe e Sirius…Sirius era pallidissimo e giaceva sdraiato sul divano.

Il suo Patronus, un enorme cane, era seduto sul pavimento accanto a lui.

“No, Kingsley! Non è possibile! Come diavolo ha fatto il Ministero a farseli sfuggire? È opera dei Mangiamorte?”stava gridando James, camminando su e giù davanti al camino.

Per un attimo fugace ad Harry ricordò il modo di camminare di Dumbledore.

Kingsley lanciò uno sguardo oltre le spalle e guardò Harry per poi rivolgere uno sguardo eloquente a James.

“Puoi parlare davanti a mio figlio. Lo scoprire comunque, per com’è fatto. Kingsley, chi c’è dietro questa storia? Non si tratta di un paio di Dissennatori! Il villaggio è circondato!”

Harry rabbrividì inconsapevolmente.

Aveva la nausea.

Nonostante fosse sveglio la sua mente era piena d’orrore.

Immagini di morti, sangue gli affollavano il cervello e le urla non cessavano di smettere.

Si passò una mano sul volto, trattenendo un conato.

L’aria era così fredda che sembrava fossero immersi nell’acqua gelida.

Lily gli cinse le spalle con le braccia e lo pilotò verso il divano, dove crollò accanto a Keira.

“Ciao.”salutò lei, cupa.

“James…sai che ci sono cose che non posso dire qui.”disse Kingsley. “Vieni al Ministero, ne parliamo lì.”

“Non lascio la mia famiglia incustodita, Kingsley! È una follia! Sirius sta male e scommetto che si accanirebbero su Harry se la protezione venisse meno!”

Harry lo guardò, tentando di fulminarlo con lo sguardo, ma James non lo stava guardando.

Era troppo concentrato ad arrabbiarsi con Kingsley.

Keira s’alzò per sedersi accanto a Sirius e sfiorargli i capelli scuri.

Era molto pallido.

“Non sta male quanto te, ma dopo essere stato così tanto rinchiuso ad Azkaban, non ce la fa a contrastarli.”mormorò Lily, guardando il figlio.

“Io sto bene.”mentì Harry, cercando di zittire le voci.

Lily lo guardò, scettica.

“Credo che tu stia rivivendo i tuoi peggiori ricordi. È quello che stiamo rivivendo tutti. Ma tu hai sofferto molto più di tutti noi messi insieme. È normale stare male.”

Harry la guardò.

“Tu cosa senti o vedi?”

Lily rimase in silenzio per un attimo ed Harry si pentì di averle chiesto una cosa del genere.

“I miei genitori. Sono stati uccisi dai Mangiamorte, poco dopo la tua nascita. E la morte di James, il suo combattimento contro Voldemort e…”

La voce si spense ed Harry si sentì un idiota.

Perché gliel’aveva chiesto?

“Scusa. Non avrei dovuto chiedertelo.”

Lily scosse il capo e l’abbracciò.

La cerva di posizionò accanto a loro e si sentirono investiti di pace e tranquillità.

“Se i Mangiamorte sono dietro questa storia, sai a chi mirano, James. Malocchio ritiene che sia opportuno dirglielo.”

“Dì a Malocchio di chiudere il becco. Non è lui a decidere.”

“Secondo me, ha ragione. Ha il diritto di sapere. Tu lo vorresti sapere.”

“Io sono un adulto, Kingsley. E so come si comporterebbe se lo sapesse.”

Kingsley guardò verso Harry che ricambiò lo sguardo e capì.

Stavano parlando di lui.

“Cosa sta succedendo?”chiese all’improvviso.

James non rispose e si volse verso Kingsley.

“L’Ordine?”

“Sta mandando dei rinforzi. Remus e Tonks dovrebbero essere da te a minuti ed anche Malocchio e Dumbledore. E tutti e due sono d’accordo con…”

“Kingsley, no! Non…no.”

“Si può sapere cosa sta succedendo?”

“Harry, c’è una cosa che…”iniziò Kingsley, ma tacque dinanzi allo sguardo di James.

“Papà…”

Harry lo guardò, senza capire.

Cosa diamine stava succedendo da rendere suo padre così agitato? E portare Dissennatori a Godric’s Hollow?

Il Pop della smaterializzazione lo spinse voltarsi.

Remus, Tonks, Malocchio, Dumbledore e perfino Piton apparvero nel salotto, tutti accompagnati dai loro Patroni.

“James non ha ancora detto nulla ad Harry.”disse Kingsley e subito dopo apparve anche lui nel salotto dei Potter.

James alzò gli occhi al cielo.

“Qualcuno si vuole degnare di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?”sbottò Harry, irritato.

Cos’era che lo riguardava che tutti sapevano tranne lui?

Notò che tutti lo guardavano, perfino Sirius che s’era messo seduto e mangiava un enorme pezzo di cioccolata con Remus e Keira.

“Papà, dimmi cosa sta succedendo.”

James alzò lo sguardo ed incrociò quello del figlio, supplichevole.

“Io…è meglio che tu non sappia nulla. Potresti reagire male.”

“Non trattarmi come un bambino.”

James sospirò e si sedette di fronte a lui.

“E’ arrivata una lettera al Ministero. Dei Mangiamorte. Diciamo che l’abbiamo intuito dalla potente Maledizione che era impressa sulla carta. Un nostro Auror ha quasi rischiato di perdere una mano nell’aprirla.

Hanno minacciato di fare una strage di Babbani e figli di Babbani se…non ti avessimo consegnato loro.”

Harry lo guardò, incredulo, senza sapere cosa dire.

Tutti tacevano.

James lo guardava, lo sguardo colmo di dolore.

“Abbiamo rifiutato.”disse Malocchio. “Ovviamente. Ed abbiamo aumentato le misure di sicurezza ovunque. Questa dei Dissennatori è una nuova trovata, temo.”

“Da quanto lo sapete?”domandò Harry, guardandoli.

“Un paio di settimane.”disse Kingsley.

“E non mi avete detto nulla? Avete permesso che uccidessero delle persone per difendere me?”esclamò, alzando la voce.

“Harry, non è morto nessuno. Ci stiamo proteggendo dai Mangiamorte e stiamo vegliando anche sui babbani. Non accadrà nulla.”disse Remus.

Ma non era vero.

C’erano stati attacchi a babbani negli ultimi giorni.

Di colpo ad Harry vennero in mente i titoli dei giornali dei giorni precedenti.

I Mangiamorte avevano ucciso.

Solo per avere lui.

“No, non è vero. Hanno ucciso. Non siete riusciti a fermarli tutti.”ribatté. “Come avete potuto non dirmi nulla, dannazione?”

“Che cosa avresti potuto fare?”chiese Sirius, guardandolo.

Aveva la voce roca.

“Impedire che uccidessero! È me che vogliono! Perché diavolo non…”

“Cosa? Harry, cosa? Cosa diavolo vuoi fare? Ti vuoi consegnare a loro?”urlò James, furioso.

Lo sguardo fermo di Harry fece capire ogni cosa.

No, non avrebbe permesso che morissero innocenti.

Li doveva affrontare.

“Harry, è una follia! Non ti permetterò di fare una cosa così idiota!”gridò James.

“Non sono affari tuoi!”urlò Harry di rimando.

“Sei mio figlio! Sei affar mio!”

Dumbledore fece per avvicinarsi ed aprir bocca, ma James lo zittì:

“Stanne fuori, ok? Non è il momento per le tue pillole di saggezza od idiozie del genere! Non permetterò che vada là fuori a farsi ammazzare!”

“James, ha il dir…”

“No, non venirmi a parlare di diritto di decidere! Dannazione! Ha 18 anni!”

“IO NON PERMETTERO’ CHE ALTRI MUOIANO A CAUSA MIA!”urlò Harry e fece per uscire, ma James l’afferrò per un braccio e lo bloccò.

“Lasciami! Lasciami andare! Sei impazzito? Vuoi che li uccidano tutti?”

“Ce ne occuperemo noi Auror!”

“Non è una vostra battaglia! È me che vogliono! Lasciami!”

Harry si liberò dalla stretta del padre, furioso.

Possibile che non capisse?

“Harry, James ha ragione. Uscire lì fuori sarebbe una follia! I Mangiamorte non si fermerebbero neanche se ti uccidessero. Sono folli ed ora che Voldemort è morto non hanno più nulla da perdere e vogliono “divertirsi”. Voglio fare del male a te solo per vendetta.”disse Remus, ragionevole.

“Credo spetti ad Harry decidere cosa fare.”disse, calmo, Dumbledore.

“Saresti così egoista da mandarlo a morire, vero?”disse James, gelido e cadde il silenzio.

Dumbledore lo guardò, gli occhi azzurro intenso che scrutavano quelli del figlio.

“E’ adulto, James.”disse calmo e controllato.

“Questo non lo rende invincibile e lo sai bene!”

“Devi lasciare che io decida per conto mio.”disse Harry, fermo.

“Lascia che ti faccia una domanda. Se qualcuno che ami si fosse trovato nella tua stessa situazione…se Ginny si fosse trovata nella tua situazione, o Ron, o tua madre…li avresti lasciati andare sapendo cosa rischiavano? Sapendo che potrebbero, molto probabilmente, non tornare più?”

Harry guardò quegli occhi nocciola che lo fissavano intensamente e disperatamente.

“Non andare. Potresti morire.”dicevano.

Ed ancora. “Non posso perderti di nuovo.”

Cadde il silenzio.

Poi il Patronus di Sirius s’avvicinò ad Harry, sfiorandogli la mano e facendolo sussultare.

“Noi andiamo là fuori.”disse Sirius, inghiottendo un ultimo pezzo di cioccolata, seguito da Remus, Piton, Dumbledore, Kingsley, Malocchio e Tonks.

James esitò per un attimo.

Harry lo vide aprire la bocca e poi richiuderla, senza aver detto nulla.

“Sono tuo padre, Harry. Ho il diritto e dovere di proteggerti. Anche se sei grande. Non permetterò che ti facciano del male o che facciano del male a qualcun altro.”

James lo baciò sulla fronte ed uscì, lasciando Harry con Lily e Keira.

 

“Oddio, Harry! E cosa hai intenzione di fare? Non vorrai uscire là fuori ed affrontarli? Ti ucciderebbero! L’ultima volta…”

“Sì, Hermione. L’ultima volta hanno quasi ucciso me e mio padre. Ma cosa dovrei fare? Lasciar fare a loro? E se qualcuno di loro morisse a causa mia?

È me che vogliono.”

“Ma faresti solo il loro gioco andando da loro.”disse Ron, mangiando un biscotto.

Harry guardò i suoi amici, senza sapere cosa fare.

Suo padre e Sirius erano tornati quella mattina presto, esausti e Godric’s Hollow era stata purificata dai Dissennatori con l’aiuto sia dell’Ordine che degli Auror del Ministero.

Ma la situazione era inalterata.

I Mangiamorte non si sarebbero fermati.

“Non si fermerebbero comunque secondo Remus.”disse Harry.

“Ha ragione.”disse Hermione, saggiamente.

“Hai parlato con tuo padre?”aggiunse, poi.

“No. Doveva dirmi la verità.”

“Capisco che tu sia arrabbiato con lui, Harry. Ma l’ha fatto solo per proteggerti. E non è l’unico che ti ha nascosto la verità.”disse Ron e Hermione lo guardò.

Non era il modo giusto per aiutarlo.

“Ron!”

“E’ la verità.”

“Infatti, sono arrabbiato anche con Sirius e gli altri. Ma lui…mi tratta come se fossi un bambino. Non lo sopporto. Odio che vogliano proteggermi a tutti i costi.

Mio padre è testardo ed ha imposto protezioni ovunque io vada.

Mi sento controllato e lo odio.”

Hermione lo guardò, comprensiva.

Erano seduti in camera di Ron e nonostante tutto fosse così accogliente, Harry sapeva benissimo che i membri dell’Ordine lo tenevano d’occhio per evitare che facesse qualche sciocchezza.

“Harry…so che è difficile, ma sei stato in coma per settimane quando i Mangiamorte hanno aggredito te e tuo padre. Ed eravamo distrutti, perché pensavamo che tu potessi morire. Tua madre era a pezzi. Sirius era irriconoscibile.

Ti stanno proteggendo perché ti amano. Ti proteggono perché sono la tua famiglia.

E se tuo padre è troppo protettivo è perché non ha potuto proteggerti per anni, Harry. Cerca di capire.”

 

Lo trovò seduto in biblioteca, con un libro tra le mani, i capelli scuri, appena un po’ brizzolati, che gli ricadevano sul viso, lo sguardo concentrato.

Harry lo vide passarsi una mano tra i capelli folti, un’abitudine che non avrebbe mai abbandonato e voltarsi verso di lui.

“Ehi…”

“Ciao. Tutto bene?”

“Credevo non mi avresti rivolto mai più la parola. Credevo fossi arrabbiato con me.”

“Lo sono. Un po’.”

James rise.

“E’ meglio di quanto m’aspettassi. Mi dispiace non averti detto nulla. Volevo solo tenerti fuori da questa assurda vicenda il più possibile. E mi dispiace di averti urlato contro ieri.

Ma…sei mio figlio, Harry. E so che sei grande, ormai, ma non voglio che tu corra rischi. Vorrei riuscire a proteggerti, anche se so benissimo che sa cavartela anche senza di me. Come hai fatto in questi anni.”

C’era una nota di rimpianto nella sua voce, che Harry notò.

“Odio essere tenuto d’occhio e non potermi muovere senza essere osservato.”

James rise ancora, guardandolo negli occhi.

“So come ci si sente. Sono rimasto rinchiuso qui per tanto tempo quando seppi che Voldemort ci dava la caccia. E stavo impazzendo. Non voglio che tu viva la stessa cosa, ma non voglio neanche che tu muoia.”

“Non potrei sopportarlo.”pensò James e guardò il ragazzo che aveva di fronte.

Harry non sapeva cosa dire.

Affondò le mani nelle tasche, tacendo.

“Niente urla? O sfuriate?”chiese James.

“Ho già urlato ieri sera. Non voglio restare chiuso qui finché tutti i Mangiamorte non saranno catturati, comunque. Capisco che tu voglia proteggermi, ma finirei per impazzire.”

James sorrise.

“Non volevo tenerti prigioniero. Voglio solo che tu stia attento. E che sia con un Membro dell’Ordine se esci.”

Perfetto…aveva anche la scorta, ora.

Spazio autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno commentato la mia storia o l'hanno inserita tra le preferite o seguite, grazie di cuore!
Un appunto, so che il compleanno di James non è il 9 novembre, ma ho scritto così perchè lo dedico ad una mia amica che fa il compleanno quel giorno!
Ecco secondo me chi sarebbe perfetto per interpretare Sirius da giovane:

 

http://ewpopwatch.files.wordpress.com/2009/09/ian-somerhalder_l.jpg

 

http://www.celebritygossip.com/public/celebrity_pictures/ian_somerhalder_1655_6.jpg

 

http://vampiresagaaustralia.com/wp-content/uploads/2011/02/ian-somerhalder.jpg

A presto!!!!!!!!!

  
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