“Halloween!
Adoro Halloween!”esclamò James, mentre con un
colpo di bacchetta aiutava Lily a
pulire e decorare le zucche.
“Come
mai?”chiese Harry.
Halloween
era il giorno in cui i suo genitori, anni prima, erano morti.
Non
capiva come facesse ad adorare quel giorno, anche se notava come suo
padre non
si stesse ponendo nessun problema e con lui Lily.
Era
come se ci avessero messo una pietra sopra e forse era la cosa
migliore, invece
di rimuginare su ricordi tristi.
“Tuo
padre adora ogni festa, non chiedere mai il
perché.”spiegò Sirius in fretta,
beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.
“Non
dovevi trovare casa ed andartene via da qui?”
“Ma
se eri in lutto quando Sirius è partito per
l’America!”rimbeccò Remus, aiutando
Harry e Tonks a sistemare i tavoli in giardino.
Bastò
un colpo di bacchetta ed i tavoli si disposero, coperti da tovaglie,
piatti e
bicchieri.
La
madre di Harry, aiutata da Molly e Keira avevano dato il meglio di
sé nel decorare
la casa.
C’erano
zucche galleggianti, pipistrelli volanti e piatti deliziosi ovunque.
Sembrava
di essere tornati ad Hogwarts.
Avevano
organizzato una cena in giardino, invitando la famiglia Weasley, Lupin
e
qualche membro dell’Ordine.
Tutti
erano presenti tranne Ginny, che era rimasta ad Hogwarts per non
perdere le
lezioni.
Era
difficile stare separati da lei, soprattutto per Harry.
Non
bastavano solo le lettere e quindi lui cercava di recarsi il
più possibile ad
Hogwarts con la “scusa” di andare a trovare
Dumbledore o Hagrid.
“E’
insopportabile!”
James
indicò Sirius che gli fece la linguaccia e rise, mentre
Remus sospirava.
“Tanto
so che mi ami, Prongs. Ammettilo!”continuò Sirius
ed evitò per un pelo un
piatto che James gli aveva lasciato addosso.
“Sì.
Alla follia, lo sai!”
James
sfoderò la bacchetta, preparandosi a duellare.
“Oh,
andiamo, smettetela di comportarvi d…”
Remus
si zittì quando un lampo di luce fucsia lo sfiorò
e decise di lasciar perdere.
Era
davvero come se fossero ritornati al passato, con James e Sirius che
battibeccavano come due idioti.
“Non
entrate in cucina! James e Sirius stanno facendo i
cretini!”annunciò, entrando
in giardino.
Lily
alzò gli occhi al cielo.
“Cretini?”domandò
Molly.
“Stanno
duellando.”spiegò Remus con una risata.
Quei
due erano davvero incorreggibili.
“Basta
che Sirius non tocchi i capelli di James.
Altrimenti…”fece Lily e tutti risero.
“SIRIUS!
QUESTA ME LA PAGHI!”
Harry
fece appena in tempo a vedere i capelli di suo padre di un bel colore
fucsia
che subito James iniziò ad inseguire Sirius, che rideva come
un matto.
Se
la stava spassando alla grande.
“Voi
non avete mai fatto così, vero?”chiese Keira ad
Harry, Ron ed Hermione, che
scossero la testa.
“No,
mai.”
“Grazie
a Dio hai preso l’intelligenza da tua madre, Harry.”
“Keira,
ti ho sentita!”gridò James dalla casa e lei
ridacchiò.
Dopo
una fattura Gambemolli, un Levicorpus ed un incantesimo brufoloso,
James e Sirius
si diedero una calmata e la cena poté iniziare.
Ma
Sirius non rinunciò a punzecchiare il fratello per tutto il
tempo, anche se
evitò l’uso della magia.
“…E
tra un po’ è anche il tuo compleanno,
Prongs.”fece Sirius.
“Vero.
Mi hai già comprato il regalo?”ghignò
James.
“Compleanno?
Quando lo festeggi, James?”chiese Arthur.
“Il
9 novembre.”
“E
quanti anni fai?”chiese Ron.
“Ron,
non si chiede l’età! È da
maleducati!”lo rimbeccò Percy, becccandosi
un’occhiataccia da Fred e George.
“Andiamo,
Perce! Il padre di Harry sarà un po’
più grande di Bill. Ci scommetto quello
che vuoi!”
James,
intanto, sorrideva.
“Ha
la mia età.”disse Sirius.
“Già,
ma tu te li porti male, gli anni!”rise James.
“Stai
12 anni ad Azkaban e poi ne riparliamo!”ribatté
Sirius, ma neanche quell’accenno
riuscì a togliergli il sorriso dal volto.
“Andiamo,
quanti ne fai?”chiese Bill, seduto accanto a Fleur.
“
Tutti
si voltarono a guardarlo.
“38?
Caspita! Bill, sembra più giovane di
te!”esclamò George e gli altri risero.
“Quello
che non capisco è quanti anni dovresti avere realmente.
Perché sei morto a 21 e
quindi non ne hai 38…”iniziò Sirius,
guardando James.
“Ne
dovrei compiere 22, se tengo conto degli anni passati sulla
Terra.”
“Sì,
ma non hai la faccia da ventiduenne!”
“Questo
è il discorso più sovrannaturale che abbia mai
sentito.”constatò Charlie e
tutti annuirono.
“Quindi
Harry è nato quando avevate 20 anni.”dedusse
Hermione, interrompendo i
ragionamenti folli di Sirius e James.
“Mamma,
avrai il triplo dell’età di Lily!”
Fred
ghignò alla madre e si beccò
un’occhiataccia.
“Eravate
giovanissimi per avere un figlio.”constatò Molly.
Lily
e James guardarono Harry con affetto ed il ragazzo arrossì
lievemente.
“Infatti
non era programmato.”spiegò Keira.
“Già.
I miei impazzirono quando seppero che ero incinta di James.”
Lily
rise, ripensandoci.
Soprattutto
suo padre non l’aveva presa affatto bene.
Lui
e James non andavano molto d’accordo, anche se sua madre
l’adorava.
Non
che non fosse d’accordo con il mondo della magia, ma James
non era ritenuto
adatto a Lily, secondo suo padre.
“I
miei non erano d’accordo…o meglio, mio padre non
era d’accordo che io stessi
con James.”
“I
tuoi sono sempre stati dei rompiscatole in quanto a materia di
ragazzi.”asserì
Keira.
Tutti
ora guardavano Lily, in attesa che raccontasse.
“Perché
non voleva che steste insieme?”domandò Harry.
Questa
era una novità.
Lui
non sapeva nulla dei suoi nonni.
“Beh,
perché per circa 7 anni della sua vita ogni volta che
tornava a casa diceva ai
suoi quanto ero insopportabile, pallone gonfiato, testardo, ribelle,
tronfio ed
insistente.”fece James, enumerando le sue
“qualità” con le dita.
Tutti
risero.
“Beh,
aveva ragione, Prongs. Eri davvero insopportabile!”fece
Sirius con aria da
finto innocente che non incantò nessuno.
“Siete
stati delle pesti tutti e due, durante il periodo di Hogwarts ed
eravate degli
idioti!”spiegò Remus, prima che James e Sirius
iniziassero a battibeccare di
nuovo.
“E
quando tuo padre mise la testa a posto e ci mettemmo insieme i miei non
ci
credevano. Pensavano che stessi scherzando, che…non so, non
erano d’accordo e
non lo furono neanche quando conobbero il ragazzo dolce, ribelle e
gentile di
cui m’ero pazzamente innamorata.”
Lily
guardò con amore James che arrossì violentemente.
“James
ci mise tipo 7 anni a convincere Lily ad uscire con lui ed era convinto
di
essersi intestardito con lei perché era l’unica a
non cadere ai suoi piedi. Non
s’era accorto di essersi innamorato di lei.”disse
Sirius, mentre Lily baciava
James sulle labbra, brevemente, prima di arruffargli i capelli.
“Se
n’erano accorti tutti, perfino io che venivo da
un’altra scuola, che James era
davvero innamorato!”fece Keira e tutti risero.
“Tuo
padre era un po’ ottuso con le faccende d’amore. Ed
anche tua madre.”spiegò
Remus, guardando Harry.
“Ehi!”protestarono
Lily e James.
“Ehi,
cosa? Eravate due ciechi!”
“Dai,
Lily, continua a raccontare.”l’incalzò
Tonks, gli occhi che luccicavano dalla
curiosità.
Teddy,
tra le sue braccia, guardò sua madre per un attimo, per poi
concentrarsi sul
panino che stava allegramente mangiucchiando.
“Dicevo,
mio padre non andava d’accordo con James. Pensava che mi
avesse fatto qualche
sortilegio per convincermi a stare con lui…”
Harry
si mosse a disagio sulla sedia.
Era
la stessa cosa che aveva pensato, quando aveva visto il peggior ricordo
di
Piton ed aveva visto come sua madre e suo padre non andavano
d’accordo.
“Però,
alla fine accettò che ci sposassimo. Solo che non fu affatto
felice che
aspettassi un figlio da James. Non così presto, comunque.
Ritenevano che non
saremmo stati in grado di fare i genitori, essendo così
giovani.”
“E
tuo padre e tua madre erano terrorizzati all’idea di
aspettare un bambino. È
una cosa che spaventa tutti. Anche io e Sirius siamo
spaventati.”ammise Keira
con un lieve sorriso rivolto ad Harry.
“Mentre
i tuoi nonni paterni erano al settimo cielo per la notizia. Ricordo che
vivemmo
con loro per un po’, prima di trovare questa casa
qui.”continuò James.
“Tua
nonna Dorea e tuo nonno Charlus erano davvero gentilissimi. Accolsero
anche me
quando fuggì di casa.”intervenne Sirius e tutti lo
guardarono, soprattutto la
famiglia Weasley.
“Scappasti
da casa?”chiese Arthur.
“Perché?”
“Perché
detestavo stare lì.”
Sirius
scrollò le spalle.
“E
soprattutto perché la sua famiglia non brillava certo per
essere gentile e
magnanima. Diciamo che era ed è piena di idioti e figli di
puttana.
Come
la maggior parte delle famiglie Purosangue che credono di essere
migliori per
la faccenda del sangue puro.”spiegò James,
intrecciando le braccia dietro la
nuca e dondolandosi con la sedia.
“Anche
tu sei Purosangue.”disse Harry e James lo guardò.
Non
suonava come un’accusa, ma quasi come una domanda, per voler
capire come mai la
sua famiglia fosse diversa.
“Sì,
ma i miei non si sono mai importati del sangue o della magia. Io
conosco Sirius
quasi dalla nascita, perché le nostre famiglie, come tutte
quelle Purosangue,
sono imparentate.
Ed
i genitori di Sirius interruppero di rapporti appena scoprirono che i
miei
andavano d’accordo anche con i Magonò ed i figli
di Babbani. Ma poi Sirius
venne smistato a Grifondoro, fu una “macchia” per
la sua famiglia etc.
Quindi,
al limite dell’esaurimento nervoso, Sirius scappò
di casa e si trasferì da me
quando avevamo 15 anni.”concluse James.
“Quindi,
siete imparentati anche con i Malfoy? Ed i Lestrange?”chiese
Ron.
“Non
mi ci far pensare.”commentò James, cupo e Sirius
rise.
“Abituatici.
Grazie
al Cielo non facciamo mai riunioni di famiglia. Altrimenti finiremmo
tutti a
combattere ed a ucciderci a vicenda. Come l’ultima volta al
Ministero.”
E
tutti ricordarono che proprio Sirius era stato ucciso da sua cugina
Bellatrix,
della sua stessa famiglia e cadde il silenzio.
Fu
un attimo ed ad Harry venne in mente la corsa al Ministero, la paura di
perdere
Sirius, la battaglia all’Ufficio Misteri, il velo…
Sentì
improvvisamente freddo nel ricordare lo sguardo di Sirius,
mentre…
“S-scusate.”
Harry
borbottò in fretta una scusa e rientrò in casa,
velocemente.
Possibile
che gli facesse ancora quell’effetto ricordarlo?
Possibile
che stare in quella casa, dove i suoi erano morti, non gli faceva
davvero male,
mentre ripensare alla morte di Sirius…era come se il cuore
venisse stritolato
per l’ennesima volta?
“Forse
perché io non li ho visti morire, i miei genitori.
Perché ero troppo piccolo
per ricordare. Mentre quando Sirius è morto, io ero
lì. Io ho provato a
salvarlo. Ed ero lì.”pensò.
“Harry…”
Sirius
si diede dell’idiota mentalmente per aver accennato al
Ministero e rientrò in
casa, prima che qualcuno avesse capito cos’era realmente
successo.
Solo
James capì e gli lanciò uno sguardo intenso.
“Harry?”
“Credevo
di averlo superato.”
La
voce di Harry era bassa e lui si sentiva un’idiota, seduto
sul divano, il cuore
in subbuglio.
Sirius
s’avvicinò a lui e sedette sulla poltrona.
“Non
credo si superi tanto in fretta. Io non ho superato la morte dei
tuoi.”
“Non
voglio essere debole, Sirius.”
Harry
guardò il padrino che sorrise, piano.
“Tu
non sei debole. Ed io sono stato, come al solito, un po’ rude
ed indelicato ad
accennare a ciò che è successo al Ministero. Mi
dispiace.”
Harry
non disse nulla.
“Non
volevo andare via così. Ora mi prenderanno per
un’idiota.”
Sirius
rise, la sua risata simile ad un latrato, così familiare.
“Credimi,
solo io e tuo padre abbiamo capito cosa c’era che non andava.
Gli altri avranno
solo pensato che la tua fosse una pausa bagno.”
Harry
non poté trattenersi dal sorridere.
“E
tu? Come hai spiegato il tuo correre qui?”
“Io
dovevo solo prendere il dolce.”
Sirius
accennò alla torta che troneggiava sul tavolo della cucina.
“Allora,
possiamo dire che tu mi abbia aiutato con i piattini di carta ed i
cucchiaini.”
Sirius
gli cinse le spalle in un forte abbraccio ed Harry si sentì
bene, al sicuro.
“Andiamo.
O penseranno che un alligatore ti abbia assalito mentre eri in bagno ed
io sia
stato risucchiato da un buco nero in cucina.”
“Od
attaccato dai Nargilli.”inventò Harry e
scoppiarono a ridere di gusto.
“E…Harry,
giusto perché tu lo sappia. Non ho intenzione di andare da
nessuna parte.”
Hogsmeade
era ricoperta di neve, una neve così fitta da ricoprire il
suolo di almeno
mezzo metro.
Harry
e Sirius arrancarono con fatica, seguendo Remus e ringraziando che non
ci fosse
una bufera di neve.
Almeno
al momento.
Entrarono
di corsa dentro Mielandia ed Harry accolse con piacere il profumo di
dolci ed
il calore che l’invase appena mise piede dentro.
“Per
fortuna! Mi stavo congelando!”protestò Sirius e
guardò Remus come se fosse
colpa sua se s’erano congelati.
“Ehi,
non guardare me! È per James che siamo qui!”
Harry
sorrise nel vederli battibeccare.
Remus
era sempre stato molto sulle sue ed introverso da quando
l’aveva conosciuto, ma
notava grazie a Tonks ed al ritorno dei suoi amici un notevole
cambiamento.
Era
più sereno.
“Già,
ma mica me la posso prendere con lui se domani compie gli anni e
dobbiamo
ancora comprargli il regalo!”
Harry
si sentiva stranamente a disagio.
Fino
a pochi giorni fa non sapeva neanche il compleanno di suo padre e non
aveva la
minima idea di quali fossero i suoi gusti.
Sirius
parve intuire i suoi pensieri, perché disse:
“Tuo
padre hai dei gusti molto difficili. A parte il Quidditch, tua madre,
te ed i
suoi amici non ho idea di cosa voglia.”
“Questo?”
Remus
indicò un grosso pezzo di cioccolato alle nocciole.
“E’
per te o per lui?”
Remus
ridacchiò.
“A
James piacciono le nocciole.”
Nocciole.
Ecco
una cosa da appuntarsi da qualche parte.
Saccheggiarono
per un po’ Mielandia, ritornando più carichi di
cibo e meno di galeoni quando
uscirono.
La
bufera, tanto temuta, l’investì.
“Credete
che qui vendano dei sonagli per renne?”domandò
Sirius, coprendosi con il
mantello e la sciarpa.
“Renne?”chiese
Remus, poi capì.
“Sirius,
ti ucciderà!”
“Per
papà? Ma si trasforma in un cervo, non in una
renna!”
“Devo
ancora vendicarmi dell’ultimo regalo che mi ha fatto a
Natale!”
“Quello
del ‘80?”rise Remus ed Harry li guardò,
interrogativo.
“Gli
regalò una medaglietta con su scritto Fido, a forma di
osso.”spiegò Remus ed
Harry non scoppiò a ridere solo perché ricevette
un’occhiataccia preventiva da
Sirius.
“Quindi,
ora tocca a me!”
“Non
ci posso credere! Te ne sei ricordato! Cavolo, ti ho davvero fatto
arrabbiare
quella volta!”
James
rise di gusto quando scartò il sonaglio per renne, legato ad
un bel fiocco
rosso.
“Già…ricordo
che mi facesti trasformare in cane ed indossare quel coso per far
divertire
Harry…”
“Era
piccolo! E gli piacevi quand’eri un cane!”rise
James e tutti gli invitati alla
festa ridacchiarono.
“Oh,
ce l’hai una foto?”chiese Tonks e James
annuì.
“Certo!
Gliene avrò scattate a decine!”
“Comunque
mi aspetto che tu faccia lo stesso quando nascerà mio
figlio.”fece Sirius con
aria fintamente minacciosa.
James
rise, abbracciandolo.
“Te
lo prometto. Mi travestirò anche da clown per tua figlia o
figlio.” E guardò
Keira.
“Niente
clown! Sai che li odio!”
Keira
rabbrividì.
Li
detestava davvero.
James
abbozzò un sorriso di scusa, ma sotto sotto stava ridendo
tra sé.
“La
festa sta andando bene, no?”
Lily
s’avvicinò a Keira che annuì.
Avevano
invitato i membri dell’Ordine, i Weasley, Remus e Tonks e
c’erano perfino
Dumbledore e la Mcgranitt.
“James
si sta divertendo.”constatò Keira osservando
l’amico che giocava a chi beveva
più Whisky Incendiario in 5 minuti con Sirius, Remus e Tonks.
“Giocherei
anche io, se…”
Keira
accennò alla pancia e Lily sorrise.
“Mi
ricordo della sfida che faceste tu e Sirius con quella roba. E tu
stramazzasti
dopo 10 bicchieri.”
“Ehi!
Quella roba è terribile! E poi Sirius ha uno stomaco di
ferro, non so come
faccia a sopportare quella roba senza dare di stomaco!”
Keira
osservò, poi, dolcemente il piccolo Ted che dormiva nel suo
passeggino.
“E’
tenerissimo.”mormorò. “Cavolo, non mi
sono mai sentita così materna.”
“E’
l’effetto di essere incinta. Vedi tutto rosa. Soprattutto
quando vedi un
bambino…gli ormoni impazziscono e non vedi l’ora
di averne uno tu.”
“E
tu? Niente altri bambini?”
Lily
scosse il capo.
“Assolutamente
no.
E
poi vedendo te alle prese con le nausee…no, assolutamente
no!”
“Ammettilo
che vuoi trattare Harry ancora come un bambino!”
Keira
sorrise all’amica.
“Mi
piacerebbe, ma è un adulto, ormai.”
“Credo
che anche lui vorrebbe rimanere ancora il tuo bambino, Lils.”
“Credo
che vomiterà tutta la notte, vero? O conosci qualche pozione
da fargli bere?”
Harry
s’avvicinò alla madre ed indicò il
padre.
“Credo
che avrà un orribile mal di testa per giorni e si
risentirà della sconfitta.”
Lily
indicò Remus e Tonks che rinunciavano prima dello scadere
del tempo e si
gettavano sul divano, abbracciati e sbronzi, mentre Sirius e James
rimanevano
ancora in gara.
“Sirius
lo batterà?”
“Su
quello ci puoi scommettere.”sorrise Lily.
Fu
naturale passare una mano tra i capelli del figlio e scompigliarglieli.
Poi
la ritirò subito.
“Scusami…è
stato un gesto inconscio.”
Harry
la guardò per un attimo, sorridendo.
“Non
fa nulla. Anche papà me li scompiglia sempre. Mentre la
signora Weasley cerca
di tenerli giù.”
Lily
rise e l’abbracciò, stringendoselo al cuore.
“Non
staranno mai giù, credimi. Conosco tuo padre da quando avevo
11 anni e quei
capelli non stanno mai al loro posto.”
Harry
rimase tra le sue braccia, ricambiando la stretta.
“Credo
che tua madre voglia farti restare il suo bambino ancora per un
po’.”disse
Keira ad Harry che sorrise.
“A
me sta bene.”
Gli
era mancata da morire sua madre.
La
donna che gli avrebbe rimboccato le coperte, che gli avrebbe
accarezzato i
capelli, abbracciato o consolato in qualsiasi istante della sua vita,
se solo
avesse potuto farlo.
Lily
respirò tra i capelli del figlio, gli occhi colmi di lacrime.
“Mamma…”
“Sto
bene. Solo…credevo ti avrebbe dato fastidio.”
Harry
la strinse più forte.
Come
avrebbe potuto dargli fastidio avere sua madre accanto?
“Perché?
Perché ho 18 anni?”
Lily
annuì.
Harry
scosse il capo.
“Allora,
posso coccolarti ancora per un po’?”
“Quanto
vuoi.”pensò Harry e glielo comunicò
abbracciandola più stretta e sfiorandole i
capelli.
Furono
le urla a svegliarlo.
Urla
di dolore, familiari.
Era
una donna che urlava, che supplicava. E poi c’era quella
risata, no…due risate
malvagie, così fredde da far accapponare la pelle.
Harry
si svegliò di colpo, il cuore in gola.
La
prima cosa che sentì fu il freddo, un freddo gelido che lo
fece rabbrividire e
gli fece rizzare i peli sulla nuca.
Poi
ricordò le urla.
Erano
di sua madre.
Scattò
in piedi, afferrò la bacchetta e corse fuori dalla stanza.
Ed
andò a sbattere contro di lei.
Lily.
“Mamma?
Mamma, stai bene? Ho sentito…”
Era
lì, di fronte a lui, un po’ pallida, ma viva.
E
poi Harry capì.
“Scusa…era…uno
stupido sogno.”
Lily
sorrise e gli cinse il corpo.
“Magari
fosse un sogno.”
La
casa era immersa nell’oscurità e l’unica
cosa scintillante e luminosa era alle
spalle di Lily.
Era
un Patronus.
Ed
era una cerva.
“Dissennatori?
A Godric’s Hollow?”
Subito
Harry capì a cosa era dovuto l’incubo.
“Già,
hanno deciso di farci una visita!”gridò qualcuno
dal piano di sotto.
James.
Harry
lo vide avanzare, seguito dal suo Patronus che era un cervo, proprio
come il
suo.
“Tuo
padre è furioso. Stiamo cercando di capire cosa sta
succedendo e speravamo che
non avesse effetti su di te, dato che ci sono 4 Patronus a proteggere
la casa.
Ma a quanto pare anche tu sei turbato.”
“Sto
bene.”mormorò Harry automaticamente e
seguì sua madre in salotto.
Lì
suo padre discuteva animatamente con Kingsley, il cui viso spuntava dal
camino
acceso, Keira era seduta sul divano, con una tazza di thè
tra le mani ed il suo
patronus, un gatto, acciambellato sulle sue gambe e
Sirius…Sirius era
pallidissimo e giaceva sdraiato sul divano.
Il
suo Patronus, un enorme cane, era seduto sul pavimento accanto a lui.
“No,
Kingsley! Non è possibile! Come diavolo ha fatto il
Ministero a farseli
sfuggire? È opera dei Mangiamorte?”stava gridando
James, camminando su e giù
davanti al camino.
Per
un attimo fugace ad Harry ricordò il modo di camminare di
Dumbledore.
Kingsley
lanciò uno sguardo oltre le spalle e guardò Harry
per poi rivolgere uno sguardo
eloquente a James.
“Puoi
parlare davanti a mio figlio. Lo scoprire comunque, per
com’è fatto. Kingsley,
chi c’è dietro questa storia? Non si tratta di un
paio di Dissennatori! Il
villaggio è circondato!”
Harry
rabbrividì inconsapevolmente.
Aveva
la nausea.
Nonostante
fosse sveglio la sua mente era piena d’orrore.
Immagini
di morti, sangue gli affollavano il cervello e le urla non cessavano di
smettere.
Si
passò una mano sul volto, trattenendo un conato.
L’aria
era così fredda che sembrava fossero immersi
nell’acqua gelida.
Lily
gli cinse le spalle con le braccia e lo pilotò verso il
divano, dove crollò
accanto a Keira.
“Ciao.”salutò
lei, cupa.
“James…sai
che ci sono cose che non posso dire qui.”disse Kingsley.
“Vieni al Ministero,
ne parliamo lì.”
“Non
lascio la mia famiglia incustodita, Kingsley! È una follia!
Sirius sta male e
scommetto che si accanirebbero su Harry se la protezione venisse
meno!”
Harry
lo guardò, tentando di fulminarlo con lo sguardo, ma James
non lo stava
guardando.
Era
troppo concentrato ad arrabbiarsi con Kingsley.
Keira
s’alzò per sedersi accanto a Sirius e sfiorargli i
capelli scuri.
Era
molto pallido.
“Non
sta male quanto te, ma dopo essere stato così tanto
rinchiuso ad Azkaban, non
ce la fa a contrastarli.”mormorò Lily, guardando
il figlio.
“Io
sto bene.”mentì Harry, cercando di zittire le voci.
Lily
lo guardò, scettica.
“Credo
che tu stia rivivendo i tuoi peggiori ricordi. È quello che
stiamo rivivendo
tutti. Ma tu hai sofferto molto più di tutti noi messi
insieme. È normale stare
male.”
Harry
la guardò.
“Tu
cosa senti o vedi?”
Lily
rimase in silenzio per un attimo ed Harry si pentì di averle
chiesto una cosa
del genere.
“I
miei genitori. Sono stati uccisi dai Mangiamorte, poco dopo la tua
nascita. E
la morte di James, il suo combattimento contro Voldemort
e…”
La
voce si spense ed Harry si sentì un idiota.
Perché
gliel’aveva chiesto?
“Scusa.
Non avrei dovuto chiedertelo.”
Lily
scosse il capo e l’abbracciò.
La
cerva di posizionò accanto a loro e si sentirono investiti
di pace e
tranquillità.
“Se
i Mangiamorte sono dietro questa storia, sai a chi mirano, James.
Malocchio
ritiene che sia opportuno dirglielo.”
“Dì
a Malocchio di chiudere il becco. Non è lui a
decidere.”
“Secondo
me, ha ragione. Ha il diritto di sapere. Tu lo vorresti
sapere.”
“Io
sono un adulto, Kingsley. E so come si comporterebbe se lo
sapesse.”
Kingsley
guardò verso Harry che ricambiò lo sguardo e
capì.
Stavano
parlando di lui.
“Cosa
sta succedendo?”chiese all’improvviso.
James
non rispose e si volse verso Kingsley.
“L’Ordine?”
“Sta
mandando dei rinforzi. Remus e Tonks dovrebbero essere da te a minuti
ed anche
Malocchio e Dumbledore. E tutti e due sono d’accordo
con…”
“Kingsley,
no! Non…no.”
“Si
può sapere cosa sta succedendo?”
“Harry,
c’è una cosa
che…”iniziò Kingsley, ma tacque dinanzi
allo sguardo di James.
“Papà…”
Harry
lo guardò, senza capire.
Cosa
diamine stava succedendo da rendere suo padre così agitato?
E portare
Dissennatori a Godric’s Hollow?
Il
Pop della smaterializzazione lo spinse voltarsi.
Remus,
Tonks, Malocchio, Dumbledore e perfino Piton apparvero nel salotto,
tutti
accompagnati dai loro Patroni.
“James
non ha ancora detto nulla ad Harry.”disse Kingsley e subito
dopo apparve anche
lui nel salotto dei Potter.
James
alzò gli occhi al cielo.
“Qualcuno
si vuole degnare di spiegarmi cosa diavolo sta
succedendo?”sbottò Harry,
irritato.
Cos’era
che lo riguardava che tutti sapevano tranne lui?
Notò
che tutti lo guardavano, perfino Sirius che s’era messo
seduto e mangiava un
enorme pezzo di cioccolata con Remus e Keira.
“Papà,
dimmi cosa sta succedendo.”
James
alzò lo sguardo ed incrociò quello del figlio,
supplichevole.
“Io…è
meglio che tu non sappia nulla. Potresti reagire male.”
“Non
trattarmi come un bambino.”
James
sospirò e si sedette di fronte a lui.
“E’
arrivata una lettera al Ministero. Dei Mangiamorte. Diciamo che
l’abbiamo
intuito dalla potente Maledizione che era impressa sulla carta. Un
nostro Auror
ha quasi rischiato di perdere una mano nell’aprirla.
Hanno
minacciato di fare una strage di Babbani e figli di Babbani
se…non ti avessimo
consegnato loro.”
Harry
lo guardò, incredulo, senza sapere cosa dire.
Tutti
tacevano.
James
lo guardava, lo sguardo colmo di dolore.
“Abbiamo
rifiutato.”disse Malocchio. “Ovviamente. Ed abbiamo
aumentato le misure di
sicurezza ovunque. Questa dei Dissennatori è una nuova
trovata, temo.”
“Da
quanto lo sapete?”domandò Harry, guardandoli.
“Un
paio di settimane.”disse Kingsley.
“E
non mi avete detto nulla? Avete permesso che uccidessero delle persone
per
difendere me?”esclamò, alzando la voce.
“Harry,
non è morto nessuno. Ci stiamo proteggendo dai Mangiamorte e
stiamo vegliando
anche sui babbani. Non accadrà nulla.”disse Remus.
Ma
non era vero.
C’erano
stati attacchi a babbani negli ultimi giorni.
Di
colpo ad Harry vennero in mente i titoli dei giornali dei giorni
precedenti.
I
Mangiamorte avevano ucciso.
Solo
per avere lui.
“No,
non è vero. Hanno ucciso. Non siete riusciti a fermarli
tutti.”ribatté. “Come
avete potuto non dirmi nulla, dannazione?”
“Che
cosa avresti potuto fare?”chiese Sirius, guardandolo.
Aveva
la voce roca.
“Impedire
che uccidessero! È me che vogliono! Perché
diavolo non…”
“Cosa?
Harry, cosa? Cosa diavolo vuoi fare? Ti vuoi consegnare a
loro?”urlò James,
furioso.
Lo
sguardo fermo di Harry fece capire ogni cosa.
No,
non avrebbe permesso che morissero innocenti.
Li
doveva affrontare.
“Harry,
è una follia! Non ti permetterò di fare una cosa
così idiota!”gridò James.
“Non
sono affari tuoi!”urlò Harry di rimando.
“Sei
mio figlio! Sei affar mio!”
Dumbledore
fece per avvicinarsi ed aprir bocca, ma James lo zittì:
“Stanne
fuori, ok? Non è il momento per le tue pillole di saggezza
od idiozie del
genere! Non permetterò che vada là fuori a farsi
ammazzare!”
“James,
ha il dir…”
“No,
non venirmi a parlare di diritto di decidere! Dannazione! Ha 18
anni!”
“IO
NON PERMETTERO’ CHE ALTRI MUOIANO A CAUSA
MIA!”urlò Harry e fece per uscire, ma
James l’afferrò per un braccio e lo
bloccò.
“Lasciami!
Lasciami andare! Sei impazzito? Vuoi che li uccidano tutti?”
“Ce
ne occuperemo noi Auror!”
“Non
è una vostra battaglia! È me che vogliono!
Lasciami!”
Harry
si liberò dalla stretta del padre, furioso.
Possibile
che non capisse?
“Harry, James ha ragione. Uscire lì fuori
sarebbe
una follia! I Mangiamorte non si fermerebbero neanche se ti
uccidessero. Sono
folli ed ora che Voldemort è morto non hanno più
nulla da perdere e vogliono
“divertirsi”. Voglio fare del male a te solo per
vendetta.”disse Remus,
ragionevole.
“Credo
spetti ad Harry decidere cosa fare.”disse, calmo, Dumbledore.
“Saresti
così egoista da mandarlo a morire, vero?”disse
James, gelido e cadde il
silenzio.
Dumbledore
lo guardò, gli occhi azzurro intenso che scrutavano quelli
del figlio.
“E’
adulto, James.”disse calmo e controllato.
“Questo
non lo rende invincibile e lo sai bene!”
“Devi
lasciare che io decida per conto mio.”disse Harry, fermo.
“Lascia
che ti faccia una domanda. Se qualcuno che ami si fosse trovato nella
tua
stessa situazione…se Ginny si fosse trovata nella tua
situazione, o Ron, o tua
madre…li avresti lasciati andare sapendo cosa rischiavano?
Sapendo che
potrebbero, molto probabilmente, non tornare più?”
Harry
guardò quegli occhi nocciola che lo fissavano intensamente e
disperatamente.
“Non
andare. Potresti morire.”dicevano.
Ed
ancora. “Non posso perderti di nuovo.”
Cadde
il silenzio.
Poi
il Patronus di Sirius s’avvicinò ad Harry,
sfiorandogli la mano e facendolo
sussultare.
“Noi
andiamo là fuori.”disse Sirius, inghiottendo un
ultimo pezzo di cioccolata,
seguito da Remus, Piton, Dumbledore, Kingsley, Malocchio e Tonks.
James
esitò per un attimo.
Harry
lo vide aprire la bocca e poi richiuderla, senza aver detto nulla.
“Sono
tuo padre, Harry. Ho il diritto e dovere di proteggerti. Anche se sei
grande.
Non permetterò che ti facciano del male o che facciano del
male a qualcun
altro.”
James
lo baciò sulla fronte ed uscì, lasciando Harry
con Lily e Keira.
“Oddio,
Harry! E cosa hai intenzione di fare? Non vorrai uscire là
fuori ed
affrontarli? Ti ucciderebbero! L’ultima
volta…”
“Sì,
Hermione. L’ultima volta hanno quasi ucciso me e mio padre.
Ma cosa dovrei
fare? Lasciar fare a loro? E se qualcuno di loro morisse a causa mia?
È
me che vogliono.”
“Ma
faresti solo il loro gioco andando da loro.”disse Ron,
mangiando un biscotto.
Harry
guardò i suoi amici, senza sapere cosa fare.
Suo
padre e Sirius erano tornati quella mattina presto, esausti e
Godric’s Hollow
era stata purificata dai Dissennatori con l’aiuto sia
dell’Ordine che degli
Auror del Ministero.
Ma
la situazione era inalterata.
I
Mangiamorte non si sarebbero fermati.
“Non
si fermerebbero comunque secondo Remus.”disse Harry.
“Ha
ragione.”disse Hermione, saggiamente.
“Hai
parlato con tuo padre?”aggiunse, poi.
“No.
Doveva dirmi la verità.”
“Capisco
che tu sia arrabbiato con lui, Harry. Ma l’ha fatto solo per
proteggerti. E non
è l’unico che ti ha nascosto la
verità.”disse Ron e Hermione lo guardò.
Non
era il modo giusto per aiutarlo.
“Ron!”
“E’
la verità.”
“Infatti,
sono arrabbiato anche con Sirius e gli altri. Ma lui…mi
tratta come se fossi un
bambino. Non lo sopporto. Odio che vogliano proteggermi a tutti i
costi.
Mio
padre è testardo ed ha imposto protezioni ovunque io vada.
Mi
sento controllato e lo odio.”
Hermione
lo guardò, comprensiva.
Erano
seduti in camera di Ron e nonostante tutto fosse così
accogliente, Harry sapeva
benissimo che i membri dell’Ordine lo tenevano
d’occhio per evitare che facesse
qualche sciocchezza.
“Harry…so
che è difficile, ma sei stato in coma per settimane quando i
Mangiamorte hanno
aggredito te e tuo padre. Ed eravamo distrutti, perché
pensavamo che tu potessi
morire. Tua madre era a pezzi. Sirius era irriconoscibile.
Ti
stanno proteggendo perché ti amano. Ti proteggono
perché sono la tua famiglia.
E
se tuo padre è troppo protettivo è
perché non ha potuto proteggerti per anni,
Harry. Cerca di capire.”
Lo
trovò seduto in biblioteca, con un libro tra le mani, i
capelli scuri, appena
un po’ brizzolati, che gli ricadevano sul viso, lo sguardo
concentrato.
Harry
lo vide passarsi una mano tra i capelli folti, un’abitudine
che non avrebbe mai
abbandonato e voltarsi verso di lui.
“Ehi…”
“Ciao.
Tutto bene?”
“Credevo
non mi avresti rivolto mai più la parola. Credevo fossi
arrabbiato con me.”
“Lo
sono. Un po’.”
James
rise.
“E’
meglio di quanto m’aspettassi. Mi dispiace non averti detto
nulla. Volevo solo
tenerti fuori da questa assurda vicenda il più possibile. E
mi dispiace di
averti urlato contro ieri.
Ma…sei
mio figlio, Harry. E so che sei grande, ormai, ma non voglio che tu
corra
rischi. Vorrei riuscire a proteggerti, anche se so benissimo che sa
cavartela
anche senza di me. Come hai fatto in questi anni.”
C’era
una nota di rimpianto nella sua voce, che Harry notò.
“Odio
essere tenuto d’occhio e non potermi muovere senza essere
osservato.”
James
rise ancora, guardandolo negli occhi.
“So
come ci si sente. Sono rimasto rinchiuso qui per tanto tempo quando
seppi che
Voldemort ci dava la caccia. E stavo impazzendo. Non voglio che tu viva
la
stessa cosa, ma non voglio neanche che tu muoia.”
“Non
potrei sopportarlo.”pensò James e
guardò il ragazzo che aveva di fronte.
Harry
non sapeva cosa dire.
Affondò
le mani nelle tasche, tacendo.
“Niente
urla? O sfuriate?”chiese James.
“Ho
già urlato ieri sera. Non voglio restare chiuso qui
finché tutti i Mangiamorte
non saranno catturati, comunque. Capisco che tu voglia proteggermi, ma
finirei
per impazzire.”
James
sorrise.
“Non
volevo tenerti prigioniero. Voglio solo che tu stia attento. E che sia
con un
Membro dell’Ordine se esci.”
Perfetto…aveva
anche la scorta, ora.
Grazie a tutti coloro che hanno commentato la mia storia o l'hanno inserita tra le preferite o seguite, grazie di cuore!
Un appunto, so che il compleanno di James non è il 9 novembre, ma ho scritto così perchè lo dedico ad una mia amica che fa il compleanno quel giorno!
Ecco secondo me chi sarebbe perfetto per interpretare Sirius da giovane:
http://ewpopwatch.files.wordpress.com/2009/09/ian-somerhalder_l.jpg
http://www.celebritygossip.com/public/celebrity_pictures/ian_somerhalder_1655_6.jpg
http://vampiresagaaustralia.com/wp-content/uploads/2011/02/ian-somerhalder.jpg
A presto!!!!!!!!!