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Autore: Gisella_Incompleta    12/10/2011    1 recensioni
In questo mondo pieno di pregiudizi non è l'aspetto quello che conta. Sì,è vero, come sei fatta dentro interessa solo ad un medico, ma l'incontro con una persona completamente diversa da te, ma allo stesso tempo simili può farti cambiare idea.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: scusate se vi ho fatto aspettare tanto. Avendo iniziato da poco la scuola avevo bisogno dei miei tempi. Scusate ancora. Spero sarete gli stessi di sempre. Non abbandonatemi, eh. Io sto qui. Grazie. :3


Il sole stava calando e la sera si avvicinava.
Nella mia mente si svolgeva un film, ma la protagonista, cioè io, non aveva il copione. Non sapeva che dire. Per fortuna c’era la mia suggeritrice accanto a me, Martina. Lei sapeva che fare in ogni occasione.
Stavamo accucciate nello stesso letto a vedere un film horror quando squillò il telefono. Mi ricordò la scena di “The ring”. Forse avrei preferito che mi rispondesse qualcuno dicendo “Tra sette giorni morirai”. Invece no, era il ragazzo della hall.
-Buona sera. Lo faccio salire?
-Emmh, è qui?
-Sì.
-Ok, fallo salire.
Ero in panico.
-Cazzo, Martina, è qui!
-Cos’è tutta quest’agitazione?
-Avevamo un appuntamento, diamine.
-Sì, amore, ma lo sanno tutti che l’hai fatto per far ingelosire Daniele.
-No!
-Come no?
Sentimmo lo scricchiolio della porta, qualcuno stava entrando. E quel qualcuno era lui.
-Posso?
Rimasi in silenzio, a quel punto fu Martina a prendere l’iniziativa.
-Certo!
Come faceva ad essere così sicura di sé? Dove trovava tutta questa forza?
Mi tremavano le gambe.
Era meglio sedermi sul letto. Non sapevo che dire, che fare. Mugugna un:
-C-c-ome va?
-Bene, grazie. A voi?
-Tutto bene.
-Benissimo.
Lanciai un’occhiata a Martina. Doveva assolutamente dire qualcosa. Almeno lei che ha sempre la risposta pronta o la domanda adatta al momento giusto. Quella volta, però, fu troppo diretta:
-Come mai passi di qui? Sorrideva, lei. Io no, ero arrossita, avevo un espressione da pesce lesso.
-Devo chiarire una cosa con Adrienne.
Avevo il suo sguardo intenso verso di me. Un oceano verde smeraldo s’infrangeva contro di me. Dissi sottovoce:
-Cosa…?
Ora i suoi occhi però era diretti verso il basso. Non trovava le parole? No, macchè. Di sicuro non conosceva così bene l’italiano. Si riprese dopo poco:
-Perché non sei venuta in discoteca? O meglio, perché non sei venuta per me?
-Ero lì, Enrique.
-Sì, ma con quello sì.
-Quello lì è il mio ragazzo!
-Bene, allora è meglio che vada via di qui.
-No!
-Perché no? Che senso ha?
Aveva gli occhi lucidi, la faccenda doveva andare nelle mani della mia migliore amica:
-Che intenzioni avevi con lei?
-Niente. Ora vado, ciao.
Andò via, sbattendo la porta.
Scoppiai in lacrime, ma non capii il perché.
Martina non volle sapere nulla, mi strinse forte a sé e questo mi rassicurò.
Ero confusa, ma di certo non volevo perdere Daniele.
Scrissi con la tastiere del mio nuovo cellulare un messaggio sdolcinato:
“Non voglio perderti, Daniele. Ti amo.”
Ci pensai su, poi Martina mi fece l’occhiolino, allora capii che era la cosa giusta. Sul display del telefono comparve la scritta “Messaggio inviato”.
Dopo qualche minuto arrivò la risposta: “Non mi perderai mai, amore. Ti amo anch’io.”
Stavo di certo meglio. Dopo poco capii che per essere felice bastavano loro, Daniele e Martina, nessun intruso.
  
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