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Autore: _shehatesthesun    12/10/2011    1 recensioni
La storia è ambientata in un'isola non esistente nella realtà, i cui abitanti sembrano correre più piano rispetto agli altri paesi del mondo. Arianna è una ragazza viziata, fissata con il grande cinema e con lo shopping, e che possiede delle spiccate doti per la scrittura. Ma se ne renderà conto solo quando incontrerà Harold, ragazzo che ha sempre vissuto girando varie città del mondo e che le racconterà tutto dei suoi viaggi. La ragazza, affascinata, deciderà di lasciar perdere i vestiti costosi per tentare di importare il progresso e la cultura nel suo ottuso Paese, con l'aiuto del suo nuovo amico.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pesca di Maggio.

Ogni paese merita di avere un po' di notorietà. L'Italia è famosa per la pizza, la Francia per le baguette, l'America per il miglior cibo spazzatura e per la sua naturale inclinatura a inventare le peggiori cretinate, l'Olanda per la sua danza con gli zoccoli. Ma non è necessario essere così famosi nel mondo, basta prendere ad esempio quei paesini che festeggiano la festa della polenta per un fine settimana, una volta l'anno; oppure le città che festeggiano l'arrivo della primavera con maestose sfilate di moda. Così come queste anche Réalité-Fantaisie ha il suo periodo festoso: la pesca di Maggio. Essa avviene la terza settimana di questo mese, e l'isola si trasforma completamente. La cosa che più di tutti salta agli occhi è che le abitazioni, a seconda del luogo, sono agghindate con bandierine bicolori. Il nord si tinge di azzurro e verde, l'est di giallo e fucsia, il sud di rosso e blu e l'ovest di verde e bianco. E poi ci sono concerti infiniti per tutte le strade, ma il più gradito di tutti i tempo era quello del signor Stars an' Stripes, oramai deceduto. Che nome ridicolo, non trovate? Egli infatti era uno dei pochissimi uomini ad essere scontento di esser nato a Réalité-Fantaisie, e dunque si faceva chiamare in questo modo sperando che qualcuno pensasse che avesse una qualche origine statunitense. Tuttavia, ovviamente, nessuno credette mai a questo fatto, e quell'amabile vecchietto fu per decenni lo zimbello dell'isola. Ma tornando al discorso del concerto, egli aveva creato un bizzarro strumento, attaccando con lo scotch un flauto traverso all'estremità di un enorme violoncello, e a questo un paio di piatti che provocavano un fracasso insopportabile. Più che un concerto era una buffonata, ma era proprio questo che rendeva lo spettacolo così affollato, e il signor Stars an' Stripes ne era molto contento.
Durante la pesca di Maggio sono organizzati vari giochi: per i bambini ci sono cacce al tesoro e alle farfalle, delle gare di canto e di disegno, prove di agilità; ma tutto il paese è molto più interessato al Grande Torneo di Direzionato, l'evento dell'anno che tutti gli abitanti aspettano con impazienza undici mesi l'anno. Ma forse vi starete chiedendo perché di chiama Pesca di Maggio se ancora non ho accennato nemmeno ai pesci o all'acqua, giusto...? Ebbene, ogni pomeriggio gli abitanti di Réalité-Fantaisie partecipano ad una gara di pesca: così si ha il Pescatore del lunedì, il Pescatore del martedì e così via fino alla domenica. Tuttavia questi sono premi minori, messi a confronto con il titolo di Pescatore di Réalité-Fantasie, assegnato alla mezzanotte dell'ultima sera. Come avrete capito dunque tutta l'isola si impegna a dare il meglio di sé affinché la festa riesca perfettamente.
Quell'anno anche Arianna avrebbe partecipato alla storica gara di pesca, ed era addirittura decisa a vincerla. Aveva scelto il vestito da indossare l'ultimo giorno dei festeggiamenti sei mesi prima: si trattava di un superbo modello nero che scendeva fino alle ginocchia, e la vita era stretta da un grande fiocco bianco, situato dietro. Tutte le ragazze dell'isola erano, ovviamente, invidiose degli abiti che lei era solita portare, e ad Arianna certo non dispiaceva. Aveva un vestito diverso per ogni giorno della pesca di Maggio, e sicuramente non avrebbe fatto una figuraccia.
Dato che le scuole chiudono durante questa settimana, tutta l'isola si presentò alle nove alla spiaggia Nord, pronti per il primo round. Arianna si presentò con un quarto d'ora in ritardo, perché si sa che le celebrità si fanno aspettare e desiderare; fece la sua entrata esagerando i modi, camminando in modo regale e sistemandosi continuamente i capelli che aveva accuratamente arricciato la mattina stessa. Il suo vestito, di un verde pallido molto primaverile, si attorcigliava un po' ogni volta che si girava per guardarsi intorno: molti ragazzi la guardavano, per poi girarsi dall'altra parte, leggermente rossi in viso, appena incontravano il suo sguardo; gli adulti invece, approvando ben poco i suoi modi, non la degnavano nemmeno di uno sguardo. Le venne incontro Noy Andreini, la figlia del direttore del Fiordalise, nonché una delle sue amiche più strette. Ella apparteneva, come si può facilmente immaginare, alla famiglia più ricca dell'isola, ma non era certo bella come Arianna: aveva occhi  opachi, per niente profondi e ben poco seducenti, e liscissimi capelli color carota, rovinati da tutti i prodotti che usava per renderli più luminosi. Ma, dato che aveva un armadio anche più grande di quello di Arianna e che suo fratello era davvero molto affascinante, restava comunque molto amica della nostra protagonista. Che poi, siamo sinceri, ad ogni star serve una ragazza più bruttina per apparire ancor più bella. Dopo esaurienti saluti e vari commenti sul look di altre ragazze, ci si dovette preparare per la contesa. Arianna si posizionò sul ponte, là dove con vernice color verde era segnato il numero ventidue, sistemò il suo cestino di vimini con dentro tutto il materiale per la pesca accanto a sé e si mise a sedere dopo aver lisciato per bene la gonna dell'abito. Fece per preparare l'amo, quando qualcuno la interpellò.
«Ma guarda cos'ha voluto la sorte!» fu l'esclamazione di Marco, che sfoggiava un sorriso soddisfatto. Egli era il figlio di uno dei più accaniti organizzatori della festa, dunque la ragazza immaginò subito che avesse chiesto al padre di metterli vicini di posto.
«Tuo padre è stato gentile ad accettare le tue richieste» disse con nonchalance, degnandolo appena di uno sguardo. In realtà dentro di sé sorrideva.
«Non è certo singolare che un padre aiuti il figlio a riconquistare una bella ragazza» affermò preparandosi per la gara. «Ma sappi che non ti farò vincere il titolo di Pescatore di Réalité-Fantaisie, quello proprio no.»
«Questo va contro i miei principî» commentò Arianna fingendo ancora che Marco fosse invisibile. Appoggiò la sua nuova canna da pesca accanto al cestino, e si passò una mano tra i capelli per dargli un po' più di volume. Adorava i suoi capelli, come tutto il suo corpo del resto.
«E cosa dicono i tuoi principî?» chiese Marco alzando un sopracciglio.
«Che quando un ragazzo ama un'altra ragazza deve dare a quest'ultima tutto ciò che vuole. E io voglio vincere» si girò verso di lui con un sorriso beffardo, con aria di sfida. Il ragazzo rimase per un attimo attonito, in cerca di qualcosa con cui ribattere.
«Questi tuoi fondamenti non hanno né capo né coda» affermò poi, cercando di zittire la ragazza con quella frase. Ma invano, sapeva perfettamente che era impossibile avere l'ultima parola con quella ragazza tanto seducente quanto ambiziosa e cocciuta.
«Io prendo i miei principî come postulati» fu la sua risposta gelata. E fu anche una risposta molto affascinante che destò molto stupore in Marco, tanto che si arrese senza aprire più bocca. Si tirò fino al polpaccio i calzettoni bianchi, già un po' sporchi di polvere, e si preparò per bene in attesa che fosse annunciato quel maledetto via!. Arianna fece lo stesso, soddisfatta di aver vinto anche quella piccola sfida.
La gara ebbe finalmente inizio, ed Arianna riuscì ad ottenere il titolo di Pescatore del lunedì. «È fatta» pensò automaticamente. Ma quanto si sbagliava!
I giorni che seguirono la festa infatti non andarono certo come il primo, la ragazza non vinse più nulla, e presto si rese conto che non sarebbe riuscita a raggiungere ciò che aveva desiderato. Quando se ne accorse pianse a lungo, disperata, finché non le venne in mente che se il vestito che aveva comprato per la domenica si fosse strappato, be' allora sarebbe stato tutto molto più drammatico.
Il venerdì andò alla finale del torneo di direzionato, dove giocavano anche Guido, il più agile senza alcuna ombra di dubbio, Marco e Stefano, il fratello di Noy. Quest'ultimo non era affatto come sua sorella: aveva gli stessi capelli rossi, ma ricci, e due grandi occhi blu. Un tipo di bellezza molto singolare, che non è facile da vedere in giro. In finale erano arrivati il Nord e l'Ovest dell'isola, e nessuno sapeva dichiarare con certezza chi di loro avrebbe vinto, e ciò rendeva la partita molto più emozionante. Arianna si sedette sui gradini, accanto ad una signora sulla sessantina, che aveva spesso incontrato per strada. Si guardò intorno: lo stadio era gremito di persone. Individuò la sua acerrima nemica, Franky Pirate, quella che aveva sedotto Marco mentre stavano ancora insieme, quella che andava a raccontare i fatti più falsi e contorti solo allo scopo di farsene uno in più. Indossava un ridicolo vestito giallo canarino fin troppo scollato, e al momento era intenta a coccolare Fumo, soprannome appartenente al ragazzo più arrogante di Réalité-Fantasie. Vide anche Roberto, uno dei suoi ex, che sgranocchiava un enorme pacchetto di popcorn insieme alla sua ragazza nuova di zecca, Jasmine, il quale nome si legge così come si scrive. E poi in prima fila c'era il suo amato professore di scienze, avvolto in una sciarpa azzurra e verde, e i suoi genitori, con tanto di bandierine e magliette di supporto per il Nord. Rimase per qualche altro minuto ad osservare tutti, finché la donna seduta accanto a lei decise di interrompere quel silenzio per introdurre un'interessante conversazione.
«Tu devi essere Arianna, dico bene...?» fece ammiccando i suoi occhi  verdi-azzurri. La ragazza pensò che doveva essere davvero bella da giovane.
«Esatto. E lei...?» chiese di rimando, sorridendo.
«Oh, chiamami semplicemente Ilda! Odio la gente che mi chiama signora Sigàr, che mi dà del lei e blablabla. Si sa da soli che siamo vecchi eh! Non c'è bisogno che voi giovani ce lo ricordiate ogni santa volta» disse esasperata, senza motivo dato che Arianna non aveva ancora aperto bocca.
«D'accordo Ilda» disse la ragazza trattenendo una risata. «Chi pensi che vincerà?» chiese poi ammirandosi le unghie perfettamente pulite.
«Non lo so, ma io tifo per l'Ovest! L'Ovest regna! Iuhu!» esclamò la donna. Arianna questa volta non poté trattenersi, e scoppiò in una grassa risata.
«Io invece spero che vinca il Nord, sai, ci gioca mio fratello» affermò dopo essersi calmata.
«Davvero? E chi è tuo fratello?» chiese Ilda, molto interessata alla faccenda.
«Guido» fu la risposta di Arianna, sempre sorridente. Quella donna le piaceva maledettamente, avrebbe voluto essere come lei alla sua età. Era uno spirito libero, sempre giovane, sbarazzino. «Guido Giuliani» precisò.
«Quel tipo alto, affascinante, con i pettorali scolpitissimi?» chiese guardando Arianna dritta negli occhi.
«Proprio lui».
«È un peccato che sia tuo fratello» commentò Ilda frugando nella sua borsa. «Per te intendo, io se avessi la tua età me lo sarei già fatto da un pezzo!» Arianna riscoppiò a ridere, colpita dalle parole poco genuine di quella donna. La partita iniziò proprio in quel momento, ed entrambe si zittirono, decise a non perdere alcun particolare del gioco. Guardarono senza sbattere le ciglia per una mezz'oretta, interrotta in qua e là da schiamazzi e urli di approvazione o meno.
«Ma tu hai sempre vissuto qui ragazza mia?» chiese improvvisamente, costringendo la ragazza a distogliere lo sguardo dalla partita.
«Ovviamente» rispose lei cauta, sbirciando con la coda dell'occhio Stefano e i suoi ricci focosi.
«E ti piacerebbe vivere da qualche altra parte?» fu la sua domanda impertinente. Nessuno si azzardava mai a chiedere queste cose sull'isola, erano argomenti proibiti. Si viveva lì e basta, fine della questione.
«Non saprei... sinceramente non ci ho mai pensato. Cioè si sa...» si interruppe per salutare Virginia, una sua vecchia compagna di scuola, che le aveva fatto un cenno con la mano da qualche fila più avanti. «Stavo dicendo, qua non se ne parla mai. Sei la prima persona che mi pone questa domanda, e dunque ci dovrei pensare. Però ho il mito degli Stati Uniti, intendo che amo le grandi attrici americane, e tutto ciò che arriva sull'isola dall'America, benché non sia molto.»
«Ah, l'America! Ci ho vissuto per sette anni e sei mesi, e sono stati i peggiori della mia vita. Innanzitutto sono ingrassata di dieci chili, ma lì è inevitabile perché mangi solo da McDonald praticamente» affermò la donna, mostrando una goffa aria saggia.
«McDonald...?» chiese Arianna con aria perplessa.
«Fast-Food. Patite fritte, pollo fritto, panini pieni di salse e carni grasse. Tutte schifezze anti-salutari» spiegò sorridente Ilda.
«Aspetta! Hai detto che hai vissuto negli Stati Uniti?» realizzò finalmente la ragazza. Quella donna le piaceva sempre di più.
«Già, e in Francia e in Inghilterra. Poi con la vecchiaia mi sono trasferita in questo posto terribile, e ormai resterò qui finché campo» nella sua voce c'era qualcosa di triste, di rassegnato. «Senti, ti va di venire a cena da me una sera? Così magari ti racconto un po' la mia storia...» propose la donna sfoggiando un sorriso smagliante.
«Certo, sarebbe delizioso» rispose prontamente Arianna.
«Lunedì sera?»
«Andata» fu la parola che chiuse la conversazione, dato che una manciata di secondi dopo il Nord vinse la partita e tutta Réalité-Fantaisie si mise a festeggiare fino a notte inoltrata, sperando che la prossima pesca di Maggio sarebbe arrivata il più presto possibile.
  
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