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Autore: Talia Joyce    12/10/2011    2 recensioni
- Secondo te perché i genitori di Rachel hanno storto il naso?- domandò Blaine assorto, parcheggiando in una sorta di spiazzale poco trafficato. - Insomma, non sono gay anche loro?-
- Bhè, io sono gay e, se proprio devo essere sincero, questo posto sta facendo storcere il naso anche a me...- gli confessò Kurt restio a dar segno di voler scendere. Se ne stava li, con la cintura ancora allacciata, seduto in una macchina ormai a motore spento mentre era tutto intento a rigirarsi i pollici e a cercare di capire cosa diavolo ci fosse in lui che non andasse.
- In effetti non è esattamente...il genere di posto che, di solito, frequentiamo…- dovette ammettere Blaine lanciando un occhiata ad un gruppetto di uomini vestiti in maniera abbastanza kitsch, che stava sfilando davanti a loro proprio in quel momento. - Magari è solo questione d'abitudine...-
- Morirò prima di fare l'abitudine a...questo...- mormorò sconcertato Kurt lanciando un'occhiata all'insegna di un locale che, dalla posizione in cui si trovava, poteva intravedere di sbieco: "Scandl" recitava, inutile dire che il nome ed il modo in cui il neon, rosa per di più, lampeggiava ad intermittenza non lo stavano attirando per nulla.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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The scandal 2 *Oh-oh I want some more,
Oh-oh what are you waiting for?
Take a bite of  my heart tonight.

Oh-oh I want some more,
Oh-oh what are you waiting for?
What are you waiting for?
Say goodbye to my heart tonight.*

Ci mancava solo la radio, pensò spegnendola con un colpo secco dato, forse, con un po’ troppa veemenza.
- Ehi!- esclamò infatti Blaine che, sebbene si trovasse in una sorta di dormiveglia post-sbornia, percepì ugualmente l’entità del danno ricevuto.
- Buongiorno, persona divertente e spontanea. Dormito bene?- ironizzò Kurt velenosamente mentre, con gli occhi fissi sulla strada desolata, era intento a percorrerla a velocità sostenuta.
- Come sono…?- esordì lui con la voce ancora impastata di sonno, strizzando gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco il confuso universo in cui si era appena risvegliato. La luce del sole che stava per sorgere, poi, non aiutava di certo a fare in modo che si riuscisse ad orientare meglio.
- Sei tornato verso le quattro di mattina, hai battuto due colpi contro la portiera perché ti aprissi e poi sei sbrodolato lì sul sedile…dormi a bocca aperta e, di tanto in tanto, russi anche…- riassunse Kurt stropicciandosi gli occhi con due dita per poi portare l’intera mano a scompigliarsi i capelli nel tentativo di darsi una svegliata, fare le ore piccole non era mai stato nel suo stile di vita fino a quel momento. – Ti riporto a casa e poi vado a prendere il primo bus per Lima…- lo informò atono.
- Guarda che puoi rimanere a dormire un altro po’ da me e poi posso riaccompagnarti io nel pomeriggio…- gli rammentò l’altro stiracchiandosi e cercando di ridarsi un contegno, per quanto fosse possibile, dati i vestiti stropicciati e le profonde occhiaie violacee che gli circondavano gli occhi ancora poco vigili.
- So benissimo che posso, è che non voglio.- sentenziò Kurt cercando di risultare il più antipatico possibile.
- Mi dispiace, non avrei dovuto…- ammise Blaine improvvisamente colpito dal ricordo della sera precedente. Vergognandosi come non mai s’infilò silenziosamente la cintura e scelse di sedersi in una posizione più composta.
- Già- concordò Kurt arricciando le labbra e annuendo con decisione.
- Il fatto è che io…- iniziò moderatamente per poi accigliarsi e cambiare decisamente tono- No. No. La verità è che tu, Kurt, tu te ne vai in giro testardamente convinto che il sesso sia una cosa orribile e che vada evitato a tutti i costi…- riprese a parlare a raffica tentando, superato l'imbarazzo, di liberarsi da pensieri che lo avevano angosciato per fin troppo tempo.
- Ma non è vero!- negò l’altro indeciso se offendersi o meno per quella descrizione per nulla calzante – Io non penso che il sesso sia orribile- affermò con risolutezza spegnendo il motore e prendendo in mano le chiavi per poi passarle al legittimo proprietario – Semplicemente non voglio che…che il sesso tra di noi avvenga come sarebbe avvenuto ieri notte, se non ti avessi fermato. Ad un certo punto la cosa è diventata…squallida. Ed io non voglio ricordarmela così, perché, quando mi tocchi, mi piace e non penso affatto che sia orribile…- gli confessò lanciandogli uno sguardo ferito.
- Davvero, mi dispiace…- si scusò ulteriormente Blaine abbassando il capo in un moto di vergogna più intenso dei precedenti. – Ho fatto la figura del perverito…come al solito...- ammise distogliendo lo sguardo e prendendo a guardare insistentemente fuori dal finestrino alla sua destra.
- Adesso non esagerare...- lo rimbeccò Kurt a cui, dopotutto, le particolari attenzioni che il brunetto tendeva spesso e volentieri a dedicargli non dispiacevano affatto.
- Mi hai spinto al limite, ecco.- si giustificò lui imbronciandosi e provando a venir fuori da quella situazione spinosa - Non so se te ne sei reso conto ma io sono pazzo di te, dico sul serio…sono completamente andato.- gli confessò facendolo arrossire a metà tra l'imbarazzato ed il compiaciuto. – Sei…tu sei…insomma, tu non mi sembri vero per quanto mi piaci. Tu sei perfetto per me, non trovo altro aggettivo per definirti e non so neanche perché ti sto dicendo tutto questo, ma il punto è che io, semplicemente, ti voglio. In tutti i sensi.- concluse inumidendosi le labbra prima di intrecciare gli occhi scuri con i suoi e prendere ansiosamente ad aspettare per una qualsiasi risposta.
- Anche io ti voglio.- ammise Kurt sforzandosi di superare l’imbarazzo e portando le braccia conserte contro il petto, come a farsi coraggio. – Sobrio però- sottolineò pochi attimi dopo aprendo la portiera ed uscendo: per quanto le sue parole lo avessero toccato, non era per nulla propenso a dargliela vinta tanto facilmente. – Mi ridaresti la maglia?- domandò recuperando le sue cose.
- Se sali un secondo mi cambio e te la restituisco – gli suggerì Blaine avviandosi per il vialetto acciottolato in direzione della porta d’ingresso.
- Ok- acconsentì lui mettendosi la tracolla in spalla e, stretto tra le mani il cappello recuperato dal retro dell’auto, si affrettò a seguirlo fin su per i tre gradini del patio.
Sbadigliando stette ad osservare pazientemente ogni  movimento che l’altro impiegò, prima, per cercare le chiavi, poi per riuscire ad infilare quella giusta nella serratura ed, infine, per tirare la maniglia e spingere la porta rivelando così un ampio atrio, al centro del quale, spiccava una scalinata in legno. Silenziosamente la risalirono per sbucare davanti ad un corridoio rivestito di moquette color crema.
- Devo togliermi le scarpe?- si premurò di chiedere all'altro in rispetto dell’assente signora Anderson che, a quanto pareva, ci teneva ad avere una bella casa meticolosamente ordinata.
- Non necessariamente…- rispose Blaine procedendo con le scarpe ai piedi. – La mia stanza è questa – gli disse dopo pochi passi fermandosi di fronte ad una porta scura – Non farai danni irreversibili se cammini fin qui con le scarpe…- lo invitò a proseguire prima di stringere la maniglia dorata per abbassarla.
La stanza di Blaine era semplice, seppur risultava evidente che i mobili fossero tutt’altro che economici. A riempirla c’erano un letto, un armadio a muro abbastanza capiente, una scrivania ed una piccola libreria il tutto, rigorosamente, il legno scuro. Le pareti erano bianche ed immacolate, il pavimento presentava la medesima delicata moquette del corridoio: decisamente lo stile degli Anderson era classico e bastato su un rigido criterio di elegante sobrietà. Inoltre, sembravano non aver badato a spese per arredare le varie stanze che aveva attraversato e, quella in cui era appena entrato, non faceva eccezione. Sulla scrivania spiccava l’enorme schermo bianco di un computer della Apple e, poco distante da lì, uno stereo dalle imponenti casse faceva bella mostra di se circondato da pile di CDs ordinatamente disposte. Due o tre quadri, di cui non riuscì ad intuire il soggetto in quanto parevano più macchie di colore sparse su tela che altro, adornavano il tutto dando un po’ di vita alla stanza.
- Me li fa mia cugina, ogni tanto me ne manda qualcuno…- gli disse Blaine notando che li stava guardando, poi si sfilò la t-shirt bianca e, con delicatezza, la distese sul letto davanti a lui – Ecco qui, ma se vuoi posso prestartene un’altra…- si offrì poi sedendosi sul materasso per slacciarsi le scarpe e, al contempo, dargli le spalle così da concedergli la privacy necessaria a cambiarsi rapidamente.
- E poi a mio padre che racconto se torno con una tua maglietta addosso?- gli fece notare Kurt appoggiando la tracolla ed il cappello sulla scrivania per poter sbottonare la camicia più agevolmente a mani libere.
- Sicuro che non vuoi rimanere?- gli propose nuovamente l’altro alzandosi ed andando a depositare le scarpe nella scarpiera dell’armadio a muro.
- Si, mi faccio una passeggiata fino alla stazione degli autobus e poi vado, non preoccuparti…- rispose sbrigativo appoggiando sulla sedia anche la camicia. Subito dopo, prese ad infilarsi la maglia stando ben accorto a sistemarsela una volta indossata, in modo tale da non destare sospetti.
- Dov’è il tuo gilet?- chiese Blaine, attento ai dettagli, puntellandosi su un piede per sfilare il calzino dall’altro.
- In borsa- fece lui mettendosi il cappello in testa e appoggiando sulla spalla la cinta della tracolla. – Bhè, io vado. Mandami un messaggio appena ti svegli, tanto per farmi sapere che non sei sprofondato in coma etilico…- si raccomandò lui avviandosi alla porta.
- Mandamene uno anche tu appena arrivi. Vuoi che ti accompagni giù?- propose depositando i due calzini, accompagnati dalla camicia, in una cesta che, evidentemente, doveva contenere i panni sporchi.
- Nono, tranquillo, me la caverò…-
- Bhè,  io ho bisogno di una doccia…- gli comunicò marciando all’indietro verso la porta alle sue spalle dietro cui, evidentemente, si trovava il bagno. – Ci sentiamo, ok?- lo salutò con un abbozzo di sorriso: lasciarlo andare così era l’ultima cosa che aveva intenzione di fare in quel momento ma si sentiva ancora troppo in colpa per anche solo provare a trattenerlo contro la sua volontà.
- Ci sentiamo…- concordò l’altro annuendo nel vederlo sparire, subito dopo, dietro la porta. Una manciata di minuti più tardi lo scroscio dell’acqua proveniente dall’interno della stanza adiacente lo ridestò facendogli notare di essere rimasto imbambolato a fissare il punto esatto in cui il proprio ragazzo era sparito. Un lieve canticchiare si diffuse nell’aria indice del fatto che, anche sotto la doccia, l’ex Warbler era riuscito a trovare un degno palcoscenico con tanto di pubblico costituito da flaconcini di shampoo. A seconda della diversa intensità con cui l’acqua veniva giù, Kurt, aveva iniziato, ben o male, ad immaginarsi quale dovesse essere la posizione di Blaine lì dentro. E così, senza che nemmeno se ne accorgesse e che quindi riuscisse ad impedirlo, improvvisamente, il ricordo di alcuni particolari momenti della notte precedente lo assalì facendolo avvampare: il suo cucciolo di pinguino interiore non solo pareva essersi risvegliato tutto d’un tratto ma stava seriamente iniziando a scalpitare. Incapace di muoversi e per nulla desideroso di lasciare quella stanza si appoggiò alla porta, da cui erano entrati, e respirò a fondo: il fatto che a pochi metri di distanza, celato da una semplice superficie in legno, ci fosse il proprio ragazzo nudo non poteva, non doveva fargli quell'effetto. E allora perché stava avvenendo?
- Hai dimenticato qualcosa?- gli domandò la familiare quanto inopportuna voce di Blaine il cui proprietario, a quanto pareva, non condivideva il precetto base per cui una doccia che si rispetti dovesse durare minimo un’ora. – è tutto ok?- aggiunse notando l’espressione sconvolta dell’altro.
- Io…mi…mi domandavo…- iniziò Kurt tentando di non dare troppo a vedere il fatto di essere stato, decisamente, colto in flagrante. Certo, magari, se Blaine si fosse asciugato a dovere, quelle goccioline d’acqua che gli scorrevano lungo il petto nudo non avrebbero reso tanto difficile l’elaborazione di pensieri coerenti. - …si, insomma…tu…- tentò sperando che il pavimento si aprisse e lo ingoiasse – Tu ti sei…accorto, da subito, che…. che Sebastian ci stesse provando con te?- si risolse a dire senza neanche capacitarsi di come avesse fatto.
- Bhè, si…- rispose Blaine accigliandosi e prendendo a sfregarsi i capelli umidi con un altro asciugamano, molto simile a quello che teneva stretto in vita – non che ci volessero queste grandi doti intuitive: non è che ne abbia fatto proprio un mistero…-
- E tu hai accettato lo stesso il suo invito?- sbottò irritato, sentendosi improvvisamente molto più padrone di sé.
- Aveva bisogno di parlare, seriamente….- gli spiegò nuovamente Blaine chiudendo gli occhi come per richiamare a sé la pazienza necessaria. – A proposito, ma…Karofsky? Cos’è che voleva?- s’informò gettando via,
nella cesta dei panni sporchi, l’asciugamano di cui ormai non aveva più bisogno. Poi prese a scrutarlo di sottecchi con le mani sui fianchi, in attesa di una risposta.
- Voleva parlare anche lui…Ed io…ok, quella faccenda di Sebastian mi ha dato fastidio, ecco…- riconobbe Kurt stringendo con forza la maniglia della porta alle sue spalle. -...parecchio fastidio...-
- Si, l’ho notato dal modo in cui hai tirato fuori gli artigli. Ti hanno mai detto che se vieni provocato diventi una iena?- gli sorrise Blaine, intimamente compiaciuto per aver suscitato una tale gelosia nell’altro.
- Si, qualcuno potrebbe avermi accennato qualcosa a riguardo…- fece l’altro ricambiando il sorriso ed iniziando a ridurre cautamente la distanza che li separava, passo dopo passo. – Hai…hai impegni nel pomeriggio, per caso?- gli domandò inumidendosi le labbra e rendendole, involontariamente, parecchio più appetitose.
- Perché…?- rispose Blaine il cui pomo d’Adamo, nel deglutire, fece su e giù.
- Potrebbe, eventualmente, servirmi un passaggio a casa...- lo informò Kurt cercando di risultare il più atono possibile mentre, sul suo viso, era comparsa un'espressione a dir poco eloquente.
- Potrei, eventualmente, accompagnarti...- rispose Blaine disinvoltamente o, almeno, sperò di risultare tale. Poi, semplicemente, attese. Attese che fosse Kurt a colmare la distanza tra i loro corpi con l’ennesimo passo. Attese di sentire le sue labbra, morbide e carezzevoli, sulla sua bocca. Insomma, per una volta, lasciò che fosse l’altro a prendere l’iniziativa e a condurre il gioco cosa che, si ritrovò a pensare nel mentre la sua lingua veniva raggiunta e stuzzicata, non gli riusciva neanche poi tanto male. - Mi dispiace…- gli sussurrò nuovamente allontanandosi di qualche centimetro, giusto il tempo di riprendere fiato – Mi dispiace…- ripeté accarezzandogli il labbro inferiore con il pollice. – Mi dispiace…- continuò depositandogli un bacio, fin troppo casto, sulla guancia sinistra.
- è tutto ok…- sussurrò Kurt ormai dimentico di tutto. -…va bene così…- aggiunse con sincerità guardandolo con quei suoi occhi di uno strano grigio-verde. Poi tornò a baciarlo mentre, lentamente, la cinghia della borsa gli era scivolata nell’incavo tra braccio ed avambraccio. Con un gesto fluido se ne liberò lasciando che si depositasse al suolo con un tonfo appena percettibile, in quanto, attutito dalla moquette. Stessa sorte, poco dopo, toccò al suo cappello che, nella frenesia dei loro movimenti, volò via.
- Tanto per evitare incomprensioni di ogni sorta…- ricapitolò Blaine, in uno sprazzo di lucidità causato dal fatto di aver appena cozzato con i polpacci contro il materasso del suo letto -…siamo entrambi d’accordo sul fatto che Sebastian e Karofsky volessero solo parlare, giusto?-
- Si…- annuì Kurt spingendolo a sedersi per poi farlo sdraiare e sovrastarlo in una piacevole inversione degli usuali ruoli.
- E con “parlare” intendi “parlare e basta”, giusto? Perché io lo intendo così…- precisò l’altro non sapendo bene che entità suprema ringraziare per quello che Kurt aveva preso a fare con il suo collo.
- Anche io…- annuì quest'ultimo strofinando al contempo il naso su quel suo acenno di barba che non si era premurato di rasare dopo la doccia, inebriandosi così di quella pelle ancora fresca di acqua: un bel cambiamento rispetto all'odore dell'ultima volta.
- Nel senso che abbiamo parlato a…parole…- si sforzò di chiarire il più possibile l’altro, cercando di regolare i gemiti che stavano iniziando a sfuggirgli dalla bocca senza che potesse farci poi più di tanto. Gemiti causati dal fatto che Kurt aveva preso a strofinare inconsciamente quanto istintivamente il proprio bacino contro il suo.
- Si, solo quello. Solo parole. Giuro.- confermò rapido il suddetto, particolarmente deliziato dalla novità di poter gestire a suo piacimento il ritmo dei movimenti - E, se ti rivedo di nuovo con quel tizio ti giuro allo stesso modo, che prendo e lo azzannano alla carotide, mi avvalgo dell’infermità mentale momentanea e lo azzanno…- lo informò maliziosamente. Poi, per dar maggior concretezza alle proprie parole, andò a stringere i denti sul collo del ragazzo sotto di sé il quale, piacevolmente sorpreso, non poté impedirsi di esprimere rumorosamente la propria approvazione. – Morirebbe dissanguato nel giro di pochi secondi e sarebbe solo ed unicamente colpa tua…- concluse soddisfatto sollevandosi quel tanto che bastava per osservare ciò che ne rimaneva di Blaine.
- Afferrato il concetto, Dracula- annuì quest’ultimo enfatizzando il tutto con il capo, per quanto la posizione supina glielo permettesse, ed aggrappandosi alle sue natiche onde accompagnare meglio tutto quello sfregare che avrebbe seriamente finito con il farlo impazzire. – Ed ora che è tutto chiaro e cristallino, torniamo a noi… Non credi che manchi qualcosa…?- si sforzò di domandarlgi con tono ovvio lanciandogli uno sguardo significativo, da cui, Kurt avrebbe dovuto intendere a cosa si riferisse – …o meglio, non credi ci sia qualcosa di troppo?- riprovò notando l’espressione perplessa dell’altro la quale, nonostante il nuovo suggerimento, non accennò a svanire. - I vestiti…- gli suggerì allungando le braccia verso il suo gilet per sfilarglielo. – Posso?- si assicurò prima di agire.
Il ragazzo in questione si limitò ad annuire e a lasciarsi trascinare giù, in uno scambio di posizioni che causò la caduta di una certa asciugamano che aveva involontariamente finito con lo scivolare via lasciando qualcuno nudo, interamente nudo. Fu così che Kurt, per la prima volta, si ritrovò davanti qualcosa che…bhè…non lo deluse.
- Sei nudo…- balbettò poi, del tutto nuovo a quel genere di situazione. Lo sguardo di sottecchi che gli rivolse risultò tanto innocente che Blaine gli avrebbe volentieri strappato via i vestit a morsi se non avesse avuto il timore di passare nuovamente per "Mr. Pervertito". - E tu non lo sei abbastanza…- si limitò a farlgi notare, allora, adoperandosi con zelo per rimediare all’inconveniente.
- Mi piace – mormorò Kurt con spudorata sincerità riferendosi a tutte le sensazioni che le sue mani avevano preso a suscitare, ovunque, su di lui.
- Noto…- gli sussurrò di rimando Blaine passando una mano al di sopra della stoffa dei suoi boxer e trovandola insolitamente tesa. – Di un po’…tu non hai mai…?- domandò a bruciapelo infilandosi con risolutezza oltre l'elastico e prendendo a tirarlo giù in modo tale da liberare la pulsante erezione da quello scomodo ingombro. 
- No- ammise lui del tutto nuovo anche e sopratutto a quel particolare tipo di esperienza.
- Mai?- insistette l’altro incredulo per poi, afferratogli il pene con un pizzico di esitazione, percepire chiaramente il ragazzo sussultare tra le sue mani. 
- Mai.- sospirò Kurt ad occhi chiusi, completamente rilassato ed abbandonato contro il cuscino mentre l'altro aveva ormai preso a muovere la propria mano con un ritmo regolare e sempre più deciso.
- Neanche in bagno…? Sai com’è…- continuò curioso abbassandosi su un suo capezzolo e dedicando particolari attenzioni anche a lui.
- No…- negò nuovamente Kurt portando ad affondare le mani nei ricci bruni di Blaine, bisognoso di stringere qualcosa, di aggrapparsi a qualcosa.
- Neanche sotto la doccia…?- riprovò lui staccandosi dal capezzolo che, mediante lingua e denti, aveva contribuito a rendere turgido: era curioso di andare fino in fondo a quella faccenda, sebbene sembrava non esserci poi tanto da sapere.
Nel frattempo la sua mano aveva aumentato sia ritmo che frequenza a tutto vantaggio dell’altro, il quale, sarebbe riuscito tranquillamente a toccare il cielo con un dito, senza problemi, se solo qualcuno non si stesse adoperando per impedirglielo mediante tartassanti domande inopportune.
- No, Blaine. Mai. In nessuno luogo. In alcun modo. Mai, prima di adesso…- fu la telegrafica risposta che il suddetto riuscì ad elaborare, in quanto, il suo auto controllo stava seriamente iniziando a venire sempre meno ogni secondo di più. Dal modo in cui aveva iniziato a muoversi e ad assecondare con il bacino i movimenti di quella mano, infatti, sembrava essere prossimo al termine.
- Almeno, ti lavi quiggù…?.- lo stuzzicò Blaine tempestandolo di baci sul ventre.
- Certo che mi lavo, Blaine…!- riuscì ad esclamare con un tono indignato che, sebbene fosse molto lontano da quello che utilizzava di solito, risultò sufficientemente convincente. – Che domande…-
- Oh, allora posso provare…- sussurrò maliziosamente il suddetto.
- Cosa vuoi prova-re…?OhperPattiLuPone- esclamò in fine trattenendo bruscamente il fiato per quella calda nonché piacevolissima sensazione che lo aveva appena avvolto.
- Patti LuPone?- riemerse Blaine strofinando le labbra tra di loro nel tentativo di renderle meno secche – Guarda che la bocca è la mia…!- gli fece notare in un convincente finto tono lamentoso.
- Continua…- lo esortò Kurt eccitato, sorprendendo entrambi, per poi mitigare il tutto aggiungendo un cortese quanto supplicante-…per piacere…-.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte: con un sorrisetto compiaciuto ritornò a concentrarsi su ciò che aveva interrotto premurandosi di far in modo che labbra e lingua svolgessero il loro ruolo alla perfezione.
Poco dopo, leccandosi le labbra, poté esser sicuro che Kurt doveva aver gradito particolarmente il suo primo orgasmo.
Quello doveva assaggiarlo, pensò quest'ultimo assai poco castamente comprendendo a pieno quanto quel "sono pazzo di te", confessatogli poco prima di Blaine, valesse anche per lui. Era pazzo
di felicità quando si trovava con Blaine, era gelosamente pazzo quando si trattava di Blaine, era semplicemente pazzo di Blaine, il suo ragazzo. 
Ed anche in quel momento, mentre si stava sforzando di rialzarsi in modo tale da poter raggiungere le labbra del suddetto, si sentiva pazzo. Tuttavia la cosa non gli dispiacque per nulla e così, prendendosi tutto il tempo di cui necessitava, si assaggiò, esplorando a fondo quella bocca che gli aveva appena terminato di regalargli i cinque minuti più fantastici della sua vita.
Era stato strano, a tratti assurdo e, soprattutto, gli era piaciuto da matti.
Un po’ titubante portò la mano sinistra a scendere progressivamente dalla guancia di Blaine al collo per poi, passando per il petto e l’anca, raggiungere la meta che si era mentalmente prefissato.
- Wow…- fu tutto quello che uscì dalla bocca di Blaine. Il sospiro caldo che ne risultò andò ad infrangersi nello spazio tra il naso e la bocca di Kurt, dato che la distanza tra di loro era minima. Spinto da ciò, quest’ultimo, lo baciò d’istinto nel mentre le sue rapide capacità di apprendimento stavano dando sfoggio di sé stesse pochi metri più in basso.
- Io sto…Kurt, attento…- provò a dire Blaine, pochi minuti dopo, senza troppo successo. Un gemito particolarmente strozzato da parte sua e l’improvvisa sensazione che qualcosa di caldo ed appiccicoso gli stesse inondando la mano, avvertirono Kurt che i giochi si erano appena conclusi ufficialmente anche per il ragazzo.
- Scusa…- gli mormorò quest'ultimo ancora ad occhi chiusi, con un’espressione di pura beatitudine stampata in faccia.
- Non ti preoccupare…- lo tranquillizzò Kurt che, non sapendo cosa fare, aveva preso ad aspettare lo step successivo in ginocchio su quelle lenzuola ormai disfatte: si sentiva particolarmente attivo e felice.
- Tieni…- gli disse porgendogli un fazzoletto sbucato da chissà dove. Aveva gli occhi liquidi e più scuri del solito, quasi si faceva fatica a distinguere la pupilla da tutto il resto dell'iride. Era la prima volta che li vedeva di quel colore.
- E così…- esordì Blaine trascinandosi dietro Kurt, nello sdraiarsi, ed andando ad intrecciare le gambe con le sue. -…adesso hai toccato me ma mai te stesso…-
- Già – si ritrovò a dover riconoscere Kurt
- Suona un po’ inquietante come cosa…- gli confessò l'altro riflettendoci su a sopracciglia aggrottate.
- Bhè, scusa, tu ti…insomma, ti sei mai…?- balbettò l’altro a disagio con lo sguardo basso, avendo trovato nel mento di Blaine un qualcosa di molto interessante su cui concentrarsi onde evitare di incrociarne lo sguardo.
- Certo- gli confermò, senza la minima nota d’imbarazzo nella voce, il ragazzo a cui si era ritrovato avvinghiato.- Secondo te cosa stavo facendo sotto la doccia, prima…?- aggiunse facendogli strabuzzare gli occhi per l’incredulità.
- Tu! Io…no, mi rifiuto di crederci…- negò Kurt interrompendo ogni contatto e scattando a sedere come una molla.
- Fa come preferisci…- gli concesse Blaine con una risatina prima di stropicciare il guanciale e posizionarsi a pancia in giù con il chiaro intento di addormentarsi.
- Andiamo, io ero lì fuori. Tu…tu non puoi averlo fatto davvero, insomma…me ne sarei accorto, no?- ribatté del tutto deciso a dimostrare l’irrealtà della cosa – Blaine, mi stai ascoltando?- lo richiamò a sé ma invano: non ricevette alcuna risposta, fino alle tre di quel pomeriggio.

                  The End


_-*Spazio Autrice*-_
Uhm...conclusione in un certo qual modo...indegna? Si, non è piaciuta molto neanche a me: mi è sembrata troppo "breve e sbrigativa" ma, gira e rigira, non sono proprio riuscita a fare di meglio, in quanto, tutto quello che ho provato ad aggiungere mi sembrava banale e superfluo.
Inizialmente ero orientata ad andare davvero fino in fondo (Klex) ma poi mi sono detta "Ehi, questi due sono alle prime armi e, per quanto ne abbiamo tutti voglia, non posso mandarli da zero a mille in una sola notte...". Inoltre, non ho mai descritto scene yaoi e volevo testarmi un po' prima di combinare pasticci.
Così, alla fine, è uscita questa sorta di roba un po' impacciata che oscilla tra l'ironico ed il tenero. Ok, c'è più ironia che tenerezza ma ho pensato che questo possa benissimo essere il loro modo, tutto personale, di stemprare la tensione che si crea in certi momenti particolarmente intimi.
Per quanto riguarda il Klex vero e proprio ci sto provando e, se mai uscirà qualcosa di decente, credo proprio che posterò.
Bhè fatemi sapere che ne pensate! :)

P.S. le recensioni che ho ricevuto, sia per "Sunset" che per il capitolo precedente, hanno davvero scaldato quella pompa alimentata ad alcool che è il mio cuoricino! Grazie mille, mi ha fatto davvero piacere leggere le vostre impressioni *///*. Mi scuso per non essere riuscita a rispondervi singolarmente ma, tra tutti gli impegni e la confusione pre-universitaria, il momento è passato e mi sembrava di cattivo gusto rispondere anni luce dopo! Così ho pensato di ringraziare in questo spazio tutti quelli che hanno letto/aggiunto tra i preferiti/perso cinque minuti per recensire le mie fan fic. Grazie, ancora! ^^

Baci, Talia.
A presto, spero!
   
 
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