All of these lines across my face
Tell you the story of who I
am
So many stories of where
I've been
And how I got to where I am
But these stories don't
mean anything
When you've got no one to
tell them to
It's true...I was made for
you
The story –Brandi
Carlile-
-Diagon
Alley- Ore 15:30
Draco
camminava in una Diagon Alley più affollata e
rumorosa del solito, brulicante di gente impegnata nelle ultime compere
natalizie pensando a come potesse affrontare il discorso con
sua figlia.
Era arrabbiato con Eleanor su questo non c'era dubbio alcuno. Da un
lato però
lo commuoveva capire quanto queste "fughe" che la piccola inscenava
da qualche mese non fossero altro che una palese richiesta di
attenzione. Non
c'era da stupirsi che la piccola si comportasse così: in un
anno aveva visto
andarsene l'adorata madre a cui era estremamente legata ed aveva dovuto
trasferirsi in una nuova città lasciando nonni, amici e
parenti in Francia. In
fondo che cosa le aveva offerto lui a parte il suo affetto e la sua
venerazione? A Londra non c'era nulla che potesse restituirle il calore
familiare nel quale era nata: i nonni paterni se ne erano andati da un
pezzo,
per fuggire all' ignominioso passato al quale erano legati e che,
ad anni
di distanza perseguitava tutta la famiglia, lui compreso. Amici, Zabini
a parte
con il quale aveva proseguito gli studi all'estero dopo Hogwarts non ne
aveva
perché per lui il mondo dopo la Seconda Guerra Magica si era
diviso in due
categorie di persone: quelli che lo temevano per quello che aveva fatto
e
quelli che lo disprezzavano per le stesse ragioni. Per questo dopo i
M.A.G.O.
aveva lasciato l' Inghilterra e si era trasferito in Francia dove il
suo
passato, benché circolassero voci su di lui, era sulla bocca
di molte meno
persone. Poi un giorno, dal nulla, nella sua vita era comparsa Alix, la
mamma
di Eleanor, bellissima, affascinante, intelligente e
straordinariamente...babbana. Ebbene sì, Draco Lucius
Malfoy, purosangue di
nascita e orgoglioso di esserlo, intollerante nei confronti di chiunque
mostrasse di avere qualcosa da spartire con il mondo non magico,
conservatore
fino al midollo, aveva capitolato di fronte ad un' ordinaria
studentessa di
Letteratura Inglese nel cui sangue non scorreva nemmeno una minuscola
goccia di
magia. Ciò che di lei l'aveva letteralmente stregato, oltre
alla bellezza fuori
dal comune, era il fatto che la ragazza l'avesse introdotto ad una vita
che non
aveva mai conosciuto: gli aveva insegnato cosa volesse dire l' amore
incondizionato di una persona normale, libera da ogni vincolo imposto
dall'
appartenenza ad una certa classe sociale, gli aveva fatto conoscere il
calore
di una vera famiglia, facendolo accogliere come un figlio nella
propria.
Accanto a lei era riuscito lentamente e faticosamente a riabilitare il
suo nome
e a farsi strada, nuovamente, nel mondo magico. Poi però sua
moglie l'aveva
lasciato da solo con una figlia di appena quattro anni e, per quanto
doloroso
fosse staccarsi dalla terra in cui si era rifatto una vita e dalle
persone che
avevano reso possibile questo piccolo miracolo, aveva capito che era
tempo di
tornare a casa. Per questo quando Percy Weasley, fresco di elezione,
l'aveva
contattato per ricoprire la carica di Capo dell' Ufficio Cooperazione
Magica
Internazionale, vista l'influenza che il Serpeverde era ancora in grado
di
esercitare grazie al nome ed al patrimonio di famiglia e visti anche i
brillanti risultati che fino ad allora era riuscito ad ottenere sia
negli studi
che nella carica di Ambasciatore del Ministero a Parigi, aveva colto al
volo
l'occasione per tornare a Londra e dimostrare al mondo quanto fosse
cambiato.
Sentiva in un certo senso di doverlo alla moglie che per anni aveva
creduto in
lui e l'aveva spronato davanti alle difficoltà che viveva a
causa dei suoi
errori passati, restandogli accanto anche nei momenti più
bui nei quali,
faticosamente, le aveva confessato chi era e che cosa aveva fatto in
quel mondo
così lontano come l' Inghilterra magica. Ora però
che la figlia si comportava
in questo modo l'avevano assalito i dubbi che fino ad allora era
riuscito a
nascondere, come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia: aveva
fatto
bene a tornare a casa? Era davvero così convinto che la sua
presenza da sola
avrebbe potuto bastare ad Eleanor? Come avrebbe fatto in futuro, quando
la
crescita della bambina avrebbe reso necessaria la presenza di una
mamma, a
sopperire a quella mancanza?
A questo pensava Draco mentre camminava verso la fioraia
all'angolo fra
il proseguimento magico di Charing Cross Road e la meno affollata
Flamel
Street. L'uomo, davanti alla vetrina, si fermò, fece un
sospiro per farsi
coraggio, ed entrò nel piccolo negozio.
-Lei deve essere il Signor Malfoy- una rotonda signora
avvolta in un
magliocino rosa lo accolse con un sorriso - sue figlia è
nascosta sotto quel
tavolo, a giorcare con il mio gatto ed i suoi cuccioli appena nati,
vada pure-
-Elly?-
-Oui papà- la bambina non alzò
nemmeno la testa, continuando ad
accarezzare il gatto. Al padre bastò un istante per capire
il perché lo aveva
seguito fino a lì: l'animale somigliava straordinariamente
ad Oscar, il gatto
di sua moglie che era rimasto in Francia, con i cugini della piccola.
Gli salì
un groppo alla gola che gli impedì di rivolgersi a lei per
sgridarla o per
riservarle parole dure. Si sedette accanto alla piccola e
cominciò a parlarle.
-Chérie, papà ha una riunione
importantissima, forse la più importante
della sua carriera e non dovrebbe stare qui con te che sei scappata da
Hermione. Dobbiamo andarcene, lo capisci vero?-
La bambina non rispose.
-Elly potresti rispondermi?-
-Vorrei...restare qui, con Oscar-
-Quello non è Oscar. Lui è in
Francia, con Charles e Michelle tesoro.
Adesso per favore potresti fare la brava bambina, salutare tutti questi
gattini
e seguirmi?-
-Mi credi così ingenua papà? Lo so
benissimo che Oscar, quello della
mamma, è in Francia. Questo - la bambina sollevò
uno dei minuscoli gattini da
pelo rossiccio- è il MIO Oscar-
Ingenua? Merlino mia figlia passa due
ore con la secchiona e già
si trasforma in un libro parlante! E poi cos'è questa storia
del gatto?
-Sono molto contento che tu abbia trovato un...amico Elly,
ma mi capisci
vero? Questa riunione é davvero importante tesoro e mi
staranno già aspettando,
non posso attardarmi ancora!-
Lo sguardo gonfio di tristezza che la figlia gli rivolse
lo fece sentire
più in colpa di quanto avrebbe creduto.
Questa bambina prima o poi mi
convicerà a presentarmi in ufficio con
un una maglia con su scritto "Amo Potter" facendolo passare per una
mia idea se continua così.
Si scrollò le spalle, fece un profondo respiro
e decise che sua figlia
valeva molto di più di qualsiasi riunione lavorativa.
-Ti piace molto questo gattino vero?-
-Oh papino c'est trop mignon. Guarda, mi lecca la mano, si
è già
affezionato-
La mente dell'uomo lavorava febbrilmente.
Un gatto. Un gatto che
salta. I soprammobili di famiglia. Un gatto che perde il pelo.
Il divano
di velluto verde di mia madre. Un gatto che ha bisogno di rifarsi le
unghie. Il
MIO letto di pelle. Un gatto che gioca con le cose appese. Gli arazzi
di famiglia....Un
gatto che salta, perde il pelo, ha bisogno di rifarsi le unghie e gioca
con le
cose appese. Merlino, casa mia verrebbe distrutta. Ohhh al diavolo!
-Elly, mon chou, magari potremmo chiedere alla signora se
il tuo Oscar
ha bisogno di una famiglia. So che non siamo in molti ma penso che
potrebbe
stare bene con noi due che ne dici?-
-Oh papà, sarebbe così bello!
Sarebbe come essere di nuovo in Francia!-
-Consideralo un regalo di Natale anticipato, va bene?-
Bip
Bip
Messaggio da Hermione Granger: Dove cazzo sei? Giuro che se mi tocca
sopportare
da sola altri dieci minuti Percy ed il suo ego smisurato che tentano di
far
passare in sordina la tua assenza faccio ciò che la Stanza
delle Necessità
dieci anni fa non è riuscita a compiere, dannato furetto!
é
ora di raccattare quel maledetto gatto e
muoversi.
-Elly,
dobbiamo smaterializzarci. Potresti tenere
stretto Oscar e darmi la mano?- disse l'uomo con tono inquieto.
-Papà la smaterializzazione no!-
-Forza tesoro, dammi la mano, adesso- la voce, oltre ad
alzarsi di
stariati decibel, stava assumento un tono scocciato.
-Ma papà...-
-Ti ho detto di darmi la mano, Eleanor- Ecco, ora era
INCAZZATO nero.
Sembrava la fotocopia di suo padre quando da piccolo faceva i capricci:
occhi
gelidi e tono sprezzante. Se quell'atteggiamento avesse sortito nella
figlia la
stessa sensazione che provava lui quando Lucius lo sgridava non gli era
dato
sapere. La bambina però infilò velocemente il
gattino nel suo zainetto, sincerandosi
che potesse uscire con la testa e si arrampicò fra le
braccia del padre.
-Papà non essere cattivo con me-disse
schioccandogli un bacio salivoso
sulla guancia e rivolgendogli il sorriso più zuccheroso che
poteva.
Ruffiana, proprio come me. Tesoro,
sarai uno schianto di
Serpeverde.
***
Ore
15: 45 Ministero della Magia
-Signor
Ministro, vous
comprenez, non possiamo attendere oltre. Domani è la vigilia
di Natale e
dobbiamo tornare a casa. Le passaporte sono già state
predisposte e se
indugiamo ancora rischiamo di perderle, je suis desolé-
l'ambasciatore francese
cominciava a spazientirsi
Percy era sulle spine. Hermione fissava i rappresentanti dei Ministeri
lambiccandosi sul come avrebbe potuto posticipare ancora la riunione.
Dove si é cacciato Malfoy?
Il tempo stringeva ed anche lei doveva andarsene se non
voleva essere
licenziata su due piedi. Aveva già tentato ogni strada: la
sua presenza
all'inizio era stata fonte di una certa distrazione da parte degli
ospiti
stranieri, in fondo godeva ancora di una certa fama nel mondo magico e
nessuno
di era risparmiato nel farle domande su di lei, su Harry e sulla loro
vita post
bellica.
-Ministro Weasley, davvero non possiamo permetterci di attendere.
é un peccato
che il Signor Malfoy non possa presenziare alla sua prima riunione
ufficiale...-
-Sono desolato. Le assicuro che avrà un' ottima scusa per
questo ritardo-
-Forse è troppo impegnato a sbrigare gli affari di
famiglia?-
Merlino. Qui si mette male. Fai lavorare il cervello Hermione!
-Come prego?- Percy sembrava seduto su un cactus.
-Forse il Signor Malfoy è troppo impegnato a sistemare
le...questioni...private
per potersi occupare del suo paese-
-Non
capisco di cosa stia parlando-
-Suvvia Ministro non mi dica che il ritorno in Inghilterra
del Signor
Malfoy non sia in qualche modo legato al cruciale processo che
avrà luogo
questo pomeriggio stesso sul coinvolgimento di alcuni dei
più giovani rampolli
delle famiglie della vostra nobiltà nelle questioni legate
ai
Mangiamorte...-
Oh andiamo questa storia è ridicola.
Draco non c'entra niente con
questo processo, il suo nome non compare nemmeno dra la lista dei
testimoni!
Che cosa vuole insinuare questo borioso francese?
-Il caso della famiglia Malfoy è già
stato oggetto di parecchie
disquisizioni in passato Signor Ambasciatore ma il giudizio circa la
loro
posizione è stato emesso anni orsono. Il caso è
chiuso da tempo ormai- disse la
donna con l' aria di chi non ammetteva repliche.
Percy le lanciò un' occhiata infuriato. Se il
solo fatto che la cognata
stesse lì con quella peste di suo figlio gli era appena
tollerabile una sua
saccente intrusione che ricordava tanto i tempi di scuola gli era del
tutto
insopportabile.
-Hermione io credo che nella tua posizione...-
-Ecco proprio della mia posizione vorrei parlare. Lo sa
lei chi é
l'avvocato incaricato dell'accusa? Io. In quanto avvocato coinvolto nel
processo ho diritto a conoscere la lista dei testimoni della difesa e
le posso
assicurare che il nome Draco Lucius Malfoy non vi compare. A meno che
lei,
Signor Ambasciatore, non stia insinuando che il nostro Capo della
Cooperazione
Magica Internazionale compaia sul banco degli imputati...-
Il francese arrossì violentemente -Io....-
-Perché questa sarebbe un'accusa molto, molto
grave, lei ne é
consapevole?-
Stronzo di un francese. Ti ho messo in buca.
Percy cominciò a rilassarsi. Dopotutto la
presenza di Hermione lì si era
rivelata provvidenziale.
-Non volevo....-
-Oh me lo auguro. Perché questo comporterebbe
un grosso incidente
diplomatico-Hermione sorrise soddisfatta.
-Io...suppongo di sì. Sono spiacente-
-Eccomi!!! Scusatemi ho avuto un piccolo imprevisto....-
Draco
sopraggiunse trafelato sulla scena con la figlia in spalla che gli
sgualciva l'
eccessivamente costoso abito.
Ad un'occhiata più accorta ciò che
vide gli provocò un eccesso di risate
che dovette saggiamente soffocare: l'ambasciatore francese sembrava
mortificato
ed il suo viso aveva assunto una tonalità che variava dal
viola al
porpora. Quello che più lo divertiva
però era l'atteggiamento di Percy:
il primo ministro infatti a metà fra il divertito e lo
sconcertato si prodigava
in scuse e sviolinate nei confronti dell' ambasciatore francese
più consone ad
un ex Serpeverde che ad un fiero Grifondoro.
Hermione squadrava entrambi
con aria sprezzante, con le braccia incrociate sotto il petto ed il
mento
sollevato in segno di sfida. L'uomo dovette sbattere gli occhi
perché la vista
lo stava ingannando mostrandogli l'immagine di una tredicenne
magrolina, con
una criniera di capelli ribelli, intenta a mostrarsi fiera per l'aver
messo,
ancora una volta, tutti in buca con la sua intelligenza.
Che cavolo di è inventata la
Granger in mia assenza? Questa
scenetta non promette nulla di buono.
-Ho...interrotto qualcosa?-
-Oh Draco. Non credo, l' ambasciatore ed io avevamo giusto
finito. Ora,
se volete scusarmi ho un processo che mi attende. Tesoro, fai il bravo
mentre
la mamma è via- schioccò un bacio sulla fronte
del figlio poi si rivolse, come
se nulla fosse accaduto a Malfoy -Ci vediamo allo stadio del Quiddich
quindi?
Freddy ha tutto ciò che gli serve per cambiarsi nello
zainetto. Se ti chiedono
il perché Ron non ci sia digli che aveva un impegno
improrogabile. A dopo-
Poi la donna fece una cosa del tutto inaspettata: si
sollevò sulle punte
e si avvicinò alla guancia dell' uomo, come per baciarla.
- Non ti illudere furetto platinato e raffredda i bollenti
spiriti.
Volevo solo dirti che ti ho salvato il culo-
-Io...ehm...grazie- l'uomo le sussurrò di
rimando sentendosi turbato da
quel fugace ed improvviso contatto.
-Dopotutto ho dimostrato di essere sempre la migliore-
Hermione sfiorò
anche l' altra guancia pregando che i presenti scambiassero il gesto
con un
saluto fra...amici? Il profumo del costosissimo dopobarba dell' uomo le
rivelò
un' essenza di lavanda che le suonava familiare, le risvegliava ricordi
d'infanzia, come il profumo dei dolci fatti dalla mamma per Natale.
Merlino, io conosco il profumo di Malfoy. Dopo
dieci anni io
riconosco il suo odore. Da quando Malfoy profuma di buono? E da quando
questo
profumo rievoca momenti della mia vita di cui non credevo nemmeno di
avere più
memoria?
Cosa fa la Granger, mi annusa?
Ok, questo é troppo Hermione. Passi
che sei gentile perché accudisce
Freddy. Passi anche che cerchi di farti perdonare per avere smarrito la
sua
preziosa figlia in giro per Diagon Alley. Ma tutte queste fantasie,
cosa
significano? E con questo gesto cosa volevi dimostrare? é
possibile che tu
abbia provato...piacere?
L'uomo sorrise. Quell' attimo di complicità l'
aveva stupito sì, ma
piacevolmente. Per un attimo si perse a guardare il bagliore dorato che
i
boccoli della donna emanavano.
-Ehm ehm- l'attimo di distrazione fu interrotto dal
tossicchiare di
Percy Weasley che, al pari del fratello minore, sembrava mostrare la
sfera
emotiva di un cucchiaino.
Per qualche secondo cadde un silenzio glaciale nella
stanza: Draco
guardava Hermione con l' aria di uno che ha appena visto Voldemort
ballare la
lambada, Hermione fissava Draco come se avesse davanti Piton in mutande
con i
cuoricini, Percy squadrava i due percependo che la scarica elettrica
che
l'avrebbe colpito se si fosse intromesso l'avrebbe reso più
ribambito di un
troll di montagna e gli ambasciatori che seguivano la scenetta
spostavano lo
sguardo dal biondo, alla mora ed al rosso, grattandosi perplessi chi la
testa
pelata, chi la barba, chi la pancia.
Non é possibile. Ti sei messo a
flirtare con la Granger in ufficio,
davanti a mezza Europa riunita. Sei ridicolo Draco. Non solo ti
presenti in
ritardo alla tua prima riunione ma ti metti anche a fare l' idiota
sotto il
naso di tutti. La prossima mossa quale sarà, confessarle il
tuo amore
stringendola appassionatamente davanti agli occhi del suo (EX!)
cognato?? E
datti un contegno cazzo, mi dai il voltastomaco!
-Allora. Pronti per mettersi al lavoro?- Malfoy
batté le mani nella
speranza di distrarre i presenti dall' imbarazzante silenzio che si era
creato.
Merlino, fa che abbocchino, fa che abbocchino...
-Pronti!- Percy prese sottobraccio l' ambasciatore
francese conducendolo
verso la Sala Riunioni e ponendo così fine alla surreale
situazione.
...grazie al cielo hanno abboccato.
Se Draco avesse osato guardare il Primo Ministro negli
occhi però
avrebbe colto una strana espressione. Quella di qualcuno la che
la sa
lunga.
***