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Autore: Ginny_Lily_6    13/10/2011    5 recensioni
“Scusa tesoro. Hai ragione non si dicono le parolacce! Però mamma sarebbe molto, molto, molto contenta se tu adesso ti vestissi e raccogliessi le tue cose in fretta. Nel giro diciamo di due minuti?”
“Ma mamma non ho ancora bevuto il mio latte con il cioccolato!”
“Mamma ti promette che ti da i soldini per comprare un’intera scatola di cioccorane tutte per te se ora fai in fretta ok?”
.....................................................................
“Papino, credo che il tuo orologio non funzioni bene. Dice che sono le sette e mezza ma non è possibile perché alle sette e mezza dovremmo essere alla stazione per partire…”
“Merda!!”
“Non si dicono le parolacce!”
“Mer, scusa Elly!mettiti addosso qualcosa che papà ti porta lì in un secondo con una materializzazione congiunta!”
La mattina del 23 dicembre le sveglie di Draco Malfoy e quella di Hermione Granger hanno suonato troppo tardi per entrambi segnando l'inizio di un Natale del tutto particolare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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All of these lines across my face
Tell you the story of who I am
So many stories of where I've been
And how I got to where I am
But these stories don't mean anything
When you've got no one to tell them to
It's true...I was made for you

The story –Brandi Carlile-

 

-Diagon Alley- Ore 15:30




Draco camminava in una Diagon Alley più affollata e rumorosa del solito, brulicante di gente impegnata nelle ultime compere natalizie pensando a come potesse affrontare il discorso con sua figlia. Era arrabbiato con Eleanor su questo non c'era dubbio alcuno. Da un lato però lo commuoveva capire quanto queste "fughe" che la piccola inscenava da qualche mese non fossero altro che una palese richiesta di attenzione. Non c'era da stupirsi che la piccola si comportasse così: in un anno aveva visto andarsene l'adorata madre a cui era estremamente legata ed aveva dovuto trasferirsi in una nuova città lasciando nonni, amici e parenti in Francia. In fondo che cosa le aveva offerto lui a parte il suo affetto e la sua venerazione? A Londra non c'era nulla che potesse restituirle il calore familiare nel quale era nata: i nonni paterni se ne erano andati da un pezzo, per fuggire all' ignominioso passato al quale erano legati e che, ad anni di distanza perseguitava tutta la famiglia, lui compreso. Amici, Zabini a parte con il quale aveva proseguito gli studi all'estero dopo Hogwarts non ne aveva perché per lui il mondo dopo la Seconda Guerra Magica si era diviso in due categorie di persone: quelli che lo temevano per quello che aveva fatto e quelli che lo disprezzavano per le stesse ragioni. Per questo dopo i M.A.G.O. aveva lasciato l' Inghilterra e si era trasferito in Francia dove il suo passato, benché circolassero voci su di lui, era sulla bocca di molte meno persone. Poi un giorno, dal nulla, nella sua vita era comparsa Alix, la mamma di Eleanor, bellissima, affascinante, intelligente e straordinariamente...babbana. Ebbene sì, Draco Lucius Malfoy, purosangue di nascita e orgoglioso di esserlo, intollerante nei confronti di chiunque mostrasse di avere qualcosa da spartire con il mondo non magico, conservatore fino al midollo, aveva capitolato di fronte ad un' ordinaria studentessa di Letteratura Inglese nel cui sangue non scorreva nemmeno una minuscola goccia di magia. Ciò che di lei l'aveva letteralmente stregato, oltre alla bellezza fuori dal comune, era il fatto che la ragazza l'avesse introdotto ad una vita che non aveva mai conosciuto: gli aveva insegnato cosa volesse dire l' amore incondizionato di una persona normale, libera da ogni vincolo imposto dall' appartenenza ad una certa classe sociale, gli aveva fatto conoscere il calore di una vera famiglia, facendolo accogliere come un figlio nella propria. Accanto a lei era riuscito lentamente e faticosamente a riabilitare il suo nome e a farsi strada, nuovamente, nel mondo magico. Poi però sua moglie l'aveva lasciato da solo con una figlia di appena quattro anni e, per quanto doloroso fosse staccarsi dalla terra in cui si era rifatto una vita e dalle persone che avevano reso possibile questo piccolo miracolo, aveva capito che era tempo di tornare a casa. Per questo quando Percy Weasley, fresco di elezione, l'aveva contattato per ricoprire la carica di Capo dell' Ufficio Cooperazione Magica Internazionale, vista l'influenza che il Serpeverde era ancora in grado di esercitare grazie al nome ed al patrimonio di famiglia e visti anche i brillanti risultati che fino ad allora era riuscito ad ottenere sia negli studi che nella carica di Ambasciatore del Ministero a Parigi, aveva colto al volo l'occasione per tornare a Londra e dimostrare al mondo quanto fosse cambiato. Sentiva in un certo senso di doverlo alla moglie che per anni aveva creduto in lui e l'aveva spronato davanti alle difficoltà che viveva a causa dei suoi errori passati, restandogli accanto anche nei momenti più bui nei quali, faticosamente, le aveva confessato chi era e che cosa aveva fatto in quel mondo così lontano come l' Inghilterra magica. Ora però che la figlia si comportava in questo modo l'avevano assalito i dubbi che fino ad allora era riuscito a nascondere, come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia: aveva fatto bene a tornare a casa? Era davvero così convinto che la sua presenza da sola avrebbe potuto bastare ad Eleanor? Come avrebbe fatto in futuro, quando la crescita della bambina avrebbe reso necessaria la presenza di una mamma, a sopperire a quella mancanza?

A questo pensava Draco mentre camminava verso la fioraia all'angolo fra il proseguimento magico di Charing Cross Road e la meno affollata Flamel Street. L'uomo, davanti alla vetrina, si fermò, fece un sospiro per farsi coraggio, ed entrò nel piccolo negozio.

-Lei deve essere il Signor Malfoy- una rotonda signora avvolta in un magliocino rosa lo accolse con un sorriso - sue figlia è nascosta sotto quel tavolo, a giorcare con il mio gatto ed i suoi cuccioli appena nati, vada pure-

-Elly?-

-Oui papà- la bambina non alzò nemmeno la testa, continuando ad accarezzare il gatto. Al padre bastò un istante per capire il perché lo aveva seguito fino a lì: l'animale somigliava straordinariamente ad Oscar, il gatto di sua moglie che era rimasto in Francia, con i cugini della piccola. Gli salì un groppo alla gola che gli impedì di rivolgersi a lei per sgridarla o per riservarle parole dure. Si sedette accanto alla piccola e cominciò a parlarle.

-Chérie, papà ha una riunione importantissima, forse la più importante della sua carriera e non dovrebbe stare qui con te che sei scappata da Hermione. Dobbiamo andarcene, lo capisci vero?-

La bambina non rispose.

-Elly potresti rispondermi?-

-Vorrei...restare qui, con Oscar-

-Quello non è Oscar. Lui è in Francia, con Charles e Michelle tesoro. Adesso per favore potresti fare la brava bambina, salutare tutti questi gattini e seguirmi?-

-Mi credi così ingenua papà? Lo so benissimo che Oscar, quello della mamma, è in Francia. Questo - la bambina sollevò uno dei minuscoli gattini da pelo rossiccio- è il MIO Oscar-

Ingenua? Merlino mia figlia passa due ore con la secchiona e già si trasforma in un libro parlante! E poi cos'è questa storia del gatto?

-Sono molto contento che tu abbia trovato un...amico Elly, ma mi capisci vero? Questa riunione é davvero importante tesoro e mi staranno già aspettando, non posso attardarmi ancora!-

Lo sguardo gonfio di tristezza che la figlia gli rivolse lo fece sentire più in colpa di quanto avrebbe creduto. 
Questa bambina prima o poi mi convicerà a presentarmi in ufficio con un una maglia con su scritto "Amo Potter" facendolo passare per una mia idea se continua così.  

Si scrollò le spalle, fece un profondo respiro e decise che sua figlia valeva molto di più di qualsiasi riunione lavorativa.

-Ti piace molto questo gattino vero?-

-Oh papino c'est trop mignon. Guarda, mi lecca la mano, si è già affezionato-

La mente dell'uomo lavorava febbrilmente. Un gatto. Un gatto che salta. I soprammobili di famiglia. Un gatto che perde il pelo. Il divano di velluto verde di mia madre. Un gatto che ha bisogno di rifarsi le unghie. Il MIO letto di pelle. Un gatto che gioca con le cose appese. Gli arazzi di famiglia....Un gatto che salta, perde il pelo, ha bisogno di rifarsi le unghie e gioca con le cose appese. Merlino, casa mia verrebbe distrutta. Ohhh al diavolo!

-Elly, mon chou, magari potremmo chiedere alla signora se il tuo Oscar ha bisogno di una famiglia. So che non siamo in molti ma penso che potrebbe stare bene con noi due che ne dici?-

-Oh papà, sarebbe così bello! Sarebbe come essere di nuovo in Francia!-

-Consideralo un regalo di Natale anticipato, va bene?-

Bip Bip

Messaggio da Hermione Granger: Dove cazzo sei? Giuro che se mi tocca sopportare da sola altri dieci minuti Percy ed il suo ego smisurato che tentano di far passare in sordina la tua assenza faccio ciò che la Stanza delle Necessità dieci anni fa non è riuscita a compiere, dannato furetto!


é ora di raccattare quel maledetto gatto e muoversi.

-Elly, dobbiamo smaterializzarci. Potresti tenere stretto Oscar e darmi la mano?- disse l'uomo con tono inquieto.

-Papà la smaterializzazione no!-

-Forza tesoro, dammi la mano, adesso- la voce, oltre ad alzarsi di stariati decibel, stava assumento un tono scocciato.

-Ma papà...-

-Ti ho detto di darmi la mano, Eleanor- Ecco, ora era INCAZZATO nero. Sembrava la fotocopia di suo padre quando da piccolo faceva i capricci: occhi gelidi e tono sprezzante. Se quell'atteggiamento avesse sortito nella figlia la stessa sensazione che provava lui quando Lucius lo sgridava non gli era dato sapere. La bambina però infilò velocemente il gattino nel suo zainetto, sincerandosi che potesse uscire con la testa e si arrampicò fra le braccia del padre.

-Papà non essere cattivo con me-disse schioccandogli un bacio salivoso sulla guancia e rivolgendogli il sorriso più zuccheroso che poteva.

Ruffiana, proprio come me. Tesoro, sarai uno schianto di Serpeverde.

***

Ore 15: 45 Ministero della Magia

 

-Signor Ministro, vous comprenez, non possiamo attendere oltre. Domani è la vigilia di Natale e dobbiamo tornare a casa. Le passaporte sono già state predisposte e se indugiamo ancora rischiamo di perderle, je suis desolé- l'ambasciatore francese cominciava a spazientirsi

Percy era sulle spine. Hermione fissava i rappresentanti dei Ministeri lambiccandosi sul come avrebbe potuto posticipare ancora la riunione.
 

Dove si é cacciato Malfoy?

Il tempo stringeva ed anche lei doveva andarsene se non voleva essere licenziata su due piedi. Aveva già tentato ogni strada: la sua presenza all'inizio era stata fonte di una certa distrazione da parte degli ospiti stranieri, in fondo godeva ancora di una certa fama nel mondo magico e nessuno di era risparmiato nel farle domande su di lei, su Harry e sulla loro vita post bellica.

-Ministro Weasley, davvero non possiamo permetterci di attendere. é un peccato che il Signor Malfoy non possa presenziare alla sua
 prima riunione ufficiale...-

-Sono desolato. Le assicuro che avrà un' ottima scusa per questo ritardo-

-Forse è troppo impegnato a sbrigare gli affari
 di famiglia?-

Merlino. Qui si mette male. Fai lavorare il cervello Hermione!

-Come prego?- Percy sembrava seduto su un cactus.

-Forse il Signor Malfoy è troppo impegnato a sistemare le...questioni...private per potersi occupare del suo paese-


-Non capisco di cosa stia parlando-

-Suvvia Ministro non mi dica che il ritorno in Inghilterra del Signor Malfoy non sia in qualche modo legato al cruciale processo che avrà luogo questo pomeriggio stesso sul coinvolgimento di alcuni dei più giovani rampolli delle famiglie della vostra nobiltà nelle questioni legate ai Mangiamorte...- 

Oh andiamo questa storia è ridicola. Draco non c'entra niente con questo processo, il suo nome non compare nemmeno dra la lista dei testimoni! Che cosa vuole insinuare questo borioso francese?

-Il caso della famiglia Malfoy è già stato oggetto di parecchie disquisizioni in passato Signor Ambasciatore ma il giudizio circa la loro posizione è stato emesso anni orsono. Il caso è chiuso da tempo ormai- disse la donna con l' aria di chi non ammetteva repliche.

Percy le lanciò un' occhiata infuriato. Se il solo fatto che la cognata stesse lì con quella peste di suo figlio gli era appena tollerabile una sua saccente intrusione che ricordava tanto i tempi di scuola gli era del tutto insopportabile.

-Hermione io credo che nella tua posizione...-

-Ecco proprio della mia posizione vorrei parlare. Lo sa lei chi é l'avvocato incaricato dell'accusa? Io. In quanto avvocato coinvolto nel processo ho diritto a conoscere la lista dei testimoni della difesa e le posso assicurare che il nome Draco Lucius Malfoy non vi compare. A meno che lei, Signor Ambasciatore, non stia insinuando che il nostro Capo della Cooperazione Magica Internazionale compaia sul banco degli imputati...-

Il francese arrossì violentemente -Io....-

-Perché questa sarebbe un'accusa molto, molto grave, lei ne é consapevole?-

Stronzo di un francese. Ti ho messo in buca.

Percy cominciò a rilassarsi. Dopotutto la presenza di Hermione lì si era rivelata provvidenziale.

-Non volevo....-

-Oh me lo auguro. Perché questo comporterebbe un grosso incidente diplomatico-Hermione sorrise soddisfatta. 

-Io...suppongo di sì. Sono spiacente-

-Eccomi!!! Scusatemi ho avuto un piccolo imprevisto....- Draco sopraggiunse trafelato sulla scena con la figlia in spalla che gli sgualciva l' eccessivamente costoso abito.

Ad un'occhiata più accorta ciò che vide gli provocò un eccesso di risate che dovette saggiamente soffocare: l'ambasciatore francese sembrava mortificato ed il suo viso aveva assunto una tonalità che variava dal viola al porpora.  Quello che più lo divertiva però era l'atteggiamento di Percy: il primo ministro infatti a metà fra il divertito e lo sconcertato si prodigava in scuse e sviolinate nei confronti dell' ambasciatore francese più consone ad un ex Serpeverde che ad un fiero Grifondoro. Hermione squadrava entrambi con aria sprezzante, con le braccia incrociate sotto il petto ed il mento sollevato in segno di sfida. L'uomo dovette sbattere gli occhi perché la vista lo stava ingannando mostrandogli l'immagine di una tredicenne magrolina, con una criniera di capelli ribelli, intenta a mostrarsi fiera per l'aver messo, ancora una volta, tutti in buca con la sua intelligenza. 

Che cavolo di è inventata la Granger in mia assenza? Questa scenetta non promette nulla di buono.

-Ho...interrotto qualcosa?-

-Oh Draco. Non credo, l' ambasciatore ed io avevamo giusto finito. Ora, se volete scusarmi ho un processo che mi attende. Tesoro, fai il bravo mentre la mamma è via- schioccò un bacio sulla fronte del figlio poi si rivolse, come se nulla fosse accaduto a Malfoy -Ci vediamo allo stadio del Quiddich quindi? Freddy ha tutto ciò che gli serve per cambiarsi nello zainetto. Se ti chiedono il perché Ron non ci sia digli che aveva un impegno improrogabile. A dopo-

Poi la donna fece una cosa del tutto inaspettata: si sollevò sulle punte e si avvicinò alla guancia dell' uomo, come per baciarla.

- Non ti illudere furetto platinato e raffredda i bollenti spiriti. Volevo solo dirti che ti ho salvato il culo- 

-Io...ehm...grazie- l'uomo le sussurrò di rimando sentendosi turbato da quel fugace ed improvviso contatto.

-Dopotutto ho dimostrato di essere sempre la migliore- Hermione sfiorò anche l' altra guancia pregando che i presenti scambiassero il gesto con un saluto fra...amici? Il profumo del costosissimo dopobarba dell' uomo le rivelò un' essenza di lavanda che le suonava familiare, le risvegliava ricordi d'infanzia, come il profumo dei dolci fatti dalla mamma per Natale.

Merlino, io conosco il profumo di Malfoy. Dopo dieci anni io riconosco il suo odore. Da quando Malfoy profuma di buono? E da quando questo profumo rievoca momenti della mia vita di cui non credevo nemmeno di avere più memoria?

Cosa fa la Granger, mi annusa?

Ok, questo é troppo Hermione. Passi che sei gentile perché accudisce Freddy. Passi anche che cerchi di farti perdonare per avere smarrito la sua preziosa figlia in giro per Diagon Alley. Ma tutte queste fantasie, cosa significano? E con questo gesto cosa volevi dimostrare? é possibile che tu abbia provato...piacere?

L'uomo sorrise. Quell' attimo di complicità l' aveva stupito sì, ma piacevolmente. Per un attimo si perse a guardare il bagliore dorato che i boccoli della donna emanavano.

-Ehm ehm- l'attimo di distrazione fu interrotto dal tossicchiare di Percy Weasley che, al pari del fratello minore, sembrava mostrare la sfera emotiva di un cucchiaino. 

Per qualche secondo cadde un silenzio glaciale nella stanza: Draco guardava Hermione con l' aria di uno che ha appena visto Voldemort ballare la lambada, Hermione fissava Draco come se avesse davanti Piton in mutande con i cuoricini, Percy squadrava i due percependo che la scarica elettrica che l'avrebbe colpito se si fosse intromesso l'avrebbe reso più ribambito di un troll di montagna e gli ambasciatori che seguivano la scenetta spostavano lo sguardo dal biondo, alla mora ed al rosso, grattandosi perplessi chi la testa pelata, chi la barba, chi la pancia.

Non é possibile. Ti sei messo a flirtare con la Granger in ufficio, davanti a mezza Europa riunita. Sei ridicolo Draco. Non solo ti presenti in ritardo alla tua prima riunione ma ti metti anche a fare l' idiota sotto il naso di tutti. La prossima mossa quale sarà, confessarle il tuo amore stringendola appassionatamente davanti agli occhi del suo (EX!) cognato?? E datti un contegno cazzo, mi dai il voltastomaco!

-Allora. Pronti per mettersi al lavoro?- Malfoy batté le mani nella speranza di distrarre i presenti dall' imbarazzante silenzio che si era creato.

Merlino, fa che abbocchino, fa che abbocchino...

-Pronti!- Percy prese sottobraccio l' ambasciatore francese conducendolo verso la Sala Riunioni e ponendo così fine alla surreale situazione.

...grazie al cielo hanno abboccato.

Se Draco avesse osato guardare il Primo Ministro negli occhi però avrebbe colto una strana espressione. Quella di qualcuno la che la sa lunga. 

***

 

   
 
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