Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: harry potter 90    22/06/2006    3 recensioni
Questo è il sesto anno di Harry Potter, rigorosamente inventato, con i personaggi della Rowling, naturalmente. Lord Voldemort è all'opera, morti, città saccheggiate, Giganti in libertà, l'oscurità avanza e un ragazzino se ne deve prendere tutto il carico. Misteri, il grande segreto dell'immortalità di Voldemort, la storia del velo, la verità su Grindelwald. La verità su Sirius. Una spia insospettabile, una seconda profezia. La verità incredibile su Albus Silente, il piano terribile su Hogwarts del Signore Oscuro. Ancora una volta, uno scontro inevitabile, Harry Potter contro Lord Voldemort.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di cominciare, una parola a Desdeus.

Mi dispiace davvero molto che non ti sia piaciuto Harry/Ellaniev, ma ti assicuro che nulla è definitivo, infatti deve ancora succedere molto e nei prossimi capitoli, se mi seguirai, vedrai.

C’è sempre posto per Hermione o altre.

Comunque grazie per aver recensito.

La lingua di Grifondoro 13° capitolo

La mattina dopo Harry si sentiva strano.

Era come se si fosse svegliato dopo aver faticato molto, si sentiva stanco e quasi inebetito.

Si vestì a caso, quasi crollando a terra, poi scese in sala.

Ron ed Hermione l’aspettavano, lei teneva in mano un pazzo di pane e marmellata per lui.

Harry si sedette stancamente e si guardò intorno.

Non vedeva Ellaniev, cosa che contribuì a renderlo ancora più stanco.

Quando finì di mangiare il pezzo di pane e ebbe bevuto una strana bevanda fumante ma molto buona, salì insieme a Ron ed Hermione al primo piano.

Là si trovavano l’aula di Trasfigurazione, Incantesimi e Arti Oscure.

Quest’ultima preoccupava non poco Harry, infatti a Durmstrang al posto di Difesa imparavano le Arti Oscure, e per giunta il professore era proprio quell’odioso mago tanto somigliante a Piton.

Arrivarono al primo piano, là li aspettava proprio quel professore.

Arrivati davanti alla sua faccia rugosa e tirata, disse: < Io sono professor Municiov!Non accetto comportamenti inadeguati fnella mia aula, chiaro? >.

Alcuni dissero un sì imbarazzato.

Il professore scoccò un’occhiataccia ad Harry e poi entrò nell’aula, seguito da quelli di Durmstrang piuttosto a disagio e da quelli di Hogwarts molto spaventati.

Si andarono tutti a sedere, Harry si mise accanto a Ron nel banco in terza fila, e con la coda dell’occhio vide all’ultimo banco, sola, Ellaniev.

Lui si voltò verso di lei, ma quella distolse lo sguardo.

< Mutatio Oratio! > disse la gelida voce del professore.

< Bene, così potrò parlare anche in modo che voi mi capiate!Qualcuno di voi sa lanciare delle maledizioni?Non intendo Schiantesimi o incantesimi inferiori come questo,ma maledizioni anche non oscure che sarebbero di sicuro più utili in un combattimento! > disse il professore con disprezzo e superiorità.

Harry si guardò intorno, nessuno di Hogwarts alzava la mano, tranne una Hermione imbarazzata, così la alzò pure lui.

Questo fu un duro colpo per il professore, che disse sorridendo maligno: < Non credo proprio che voi sappiate lanciare qualcosa che sia di più di un.... >.

< Lei ha chiesto se sappiamo lanciare maledizioni, signore, be, abbiamo alzato la mano, quindi qualcuna la sapremo fare! > disse Harry senza riuscire a trattenersi.

Il ricordo del volto in lacrime di Ellaniev divampò in lui, guardò con odio il professore che disse ghignando: < Potter, qui! >.

Harry si alzò, bacchetta in mano.

< Fammi vedere qualche maledizione! > disse il professore incrociando le braccia.

< Su cosa le devo lanciare? > disse Harry, sperando che la risposta fosse sul professore.

< Credo che ci potrà aiutare la mia alunna, Iranov, qui! > disse il professore con sguardo diabolico.

< No! > esclamò Harry indietreggiando.

< Non ti azzardare a rivolgerti ancora così a me, Potter, o tornerai di filato a Hogwarts!Lasciando qui le tue nuove amicizie! > disse il professore.

Ellaniev si avvicinò tremante e si fermò davanti a Harry.

< Incomincia pure, Potter, vedremo se Iranov è stata abbastanza studiosa! > disse il professore sempre più ghignante.

Harry levò la bacchetta e disse: < Fulmen! >, ma direzionò il raggio verso terra.

< Potter, fai di nuovo finta di sbagliare bersaglio e te ne torni a Hogwarts, ultimo avviso! > disse il professore minaccioso.

Ellaniev guardava Harry con paura, ma poi gli sorrise e annuì.

Harry annuì a sua volta e posò la bacchetta in tasca.

< Cosa stai facendo? > urlò il professore.

< Mi dispiace, non so lanciare maledizioni, le ho mentito! > disse Harry sorridente.

< Ah sì?E allora ti prendi una bella T, te l’hanno detto che i voti che prenderai qui saranno validi anche per Hogwarts?Incominci bene il nuovo trimestre, Potter! > disse il professore, perfido e soddisfatto.

< Mi dispiace, signore, ma non sono fatto per le arti oscure!Mi piace esserci contro! > disse Harry sorridendo radioso.

< Fuori dall’aula! > disse il professore indicando la porta.

Harry sorrise a Ellaniev e uscì.

Alla fine dell’ora Ron ed Hermione lo raggiunsero, Ron gli fece i complimenti per il coraggio che aveva avuto, Hermione lo ammonì come sempre, < Harry, non dovresti comportarti così, te lo stai facendo nemico! >.

< Mi dispiace, ma se per te dovevo colpire Ellaniev, allora non la pensiamo allo stesso modo! > disse rigido Harry.

Hermione lo guardò furiosa per un secondo ,ma poi si addolcì e disse: < Sì, scusa, hai ragione! >.

< Non preoccuparti! > disse Harry sorridendo.

< Harry! > disse una splendida voce da dietro.

Harry si voltò e ricevette l’abbraccio di Ellaniev.

< Stai bene? > le chiese Harry.

< Sì, scusa per il mio comportamento, sono stata sciocca!Non mi importa di quello che ci faranno, Harry, voglio solo stare con et! > disse lei radiosa.

< E io pure! > disse Harry.

Poi si avviarono mano nella mano verso l’aula di trasfigurazione.

Li attendeva un professore basso e tarchiato, con lunghi baffi da tricheco, ma con un’aria non troppo severa.

Spiegò loro che durante quei tre mesi i professori di Hogwarts e di Durmstrang si sarebbero alternati le ore, una volta l’uno, tranne per Arti Oscure che purtroppo sarebbe stata solo di Municiov, Pozioni e Difesa Contro Le Arti Oscure che visti i compiti di Lupin e Kingsley a Hogwarts non potevano essere seguite da loro.

Passarono due ore facendo dei test, perchè il professore voleva vedere i loro livello, alla fine esclamò soddisfatto che erano ad un livello superiore a quelli di Durmstrang.

Poi fecero lezione di Incantesimi con Vitioius, che fu accolto molto allegramente da quelli di Durmstrang.

Il pomeriggio passò tra la lezione di Cura delle Creature Magiche di Hagrid, che fece curare loro degli splendidi uccelli bianchi somiglianti a delle aquile, e quella di Difesa Contro Le Arti Oscure, guidata da un professore di nome Libonovich, burbero e autoritario, ma non troppo malvagio.

Anche lui fece fare loro dei test per vedere le loro capacità ,naturalmente restò senza parole quando vide che sapevano fare incantesimi che andavano ben oltre anche il settimo anno di Hogwarts.

La sera Ron, Hermione, Harry ed Ellaniev andarono a cenare, stanchi ma soddisfatti.

< In fondo le lezioni non sono state tanto male!Se sarà così tutti e tre i mesi, siamo a posto! > disse Ron servendosi di zuppa di cipolle.

< Se non fosse per Municiov! > disse Harry.

< Non ci pensare, la cosa migliore è non fornirgli pretesti per incominciare! > disse Ellaniev dolce.

< Giusto! > concordò Hermione.

Ron rise di gusto e disse: < Sì, come no, voglio vedere Harry che resisterà e si starà zitto nel suo banchetto! >.

< Questo perchè non sa controllare le sue emozioni, per questo va male in Occlumanzia! > disse Hermione altezzosa.

< Vorrei vedere a te con un insegnante come Piton, e poi sono migliorato! > disse Harry.

Ma a quel punto Harry scattò all’indietro per la sorpresa e fece cadere la forchetta a terra.

Sentiva qualcosa di strano dentro la sua testa, non sapeva cosa, ma un’unica sensazione gli apparve in mente: un intruso.

Possibile che qualcuno stava cercando di entrare nella sua mente?

Si sentì girare la testa, ma poi si concentrò, svuotò la mente, cercò di non prestare attenzione ad Ellaniev che lo scuoteva preoccupata e Ron che gli gridava chissà cosa.

Riuscì a svuotare la mente e appena lo ebbe fatto successe una cosa raggelante, vide dei pensieri scorrergli via dalla mente, poi un’immagine, un viso orrendo: Lord Voldemort.

Chiuse la mente, con la ferrea convinzione di non far uscire niente, così il contatto finì, sentì il sudore sulla fronte, ebbe un gran giro di testa, poi perse i sensi.

*

Si risvegliò con un senso di stanchezza e pesantezza incredibile.

Aprì gli occhi e vide davanti a se il volto corrucciato di Albus Silente.

< Ben svegliato, Harry! > disse il Preside con un sorriso.

Harry prese dal comodino gli occhiali e con fatica si alzò sul cuscino.

Era in infermeria ed era solo con Silente.

< Bu....Buongiorno professo.....Scusi, è che mi sento così, così stanco! > disse Harry facendo cadere la braccia lungo i fianchi, non si sentiva nemmeno la forza di rialzarle.

Silente si sedette accanto a lui e lo guardò intensamente, poi disse: < Cosa ti è successo, Harry, ti trovi qui da cinque ore! >.

< Cinque ore? > esclamò Harry, era stato svenuto tutto quel tempo!

Raccontò a Silente per filo e per segno quello che era successo, facendo delle pause ogni tanto per riposarsi, non aveva neanche forza a sufficienza per parlare.

< Professore, sa per caso perchè mi sento così stanco?Non so perchè, ma credo che sia collegato.. >.

< Io credo di avere un’idea, Harry!Vedi, sono rimasto strabiliato di quello che hai fato la sera della festa, tu naturalmente non lo sai, ma hai lanciato un incantesimo potentissimo e immensamente antico nella lingua segreta, o Grifondiana! > disse Silente estasiato.

< Lingua originale?Scusi, non capisco... >.

< Ai tempi dei fondatori di Hogwarts, girava la voce che esistesse una setta potentissima, la Congregazione del Fondatore, io fui contattato da Grifondoro in persona per entrare in quella setta fondata da lui stesso!Era una setta per formare i maghi in maniera diversa, insegnando incantesimi completamente sconosciuti, perchè fatti in una lingua allora sconosciuta, inventata da Grifondoro in persona!Conoscendo la lingua Grifondiana si possono creare gli incantesimi, è così che i maghi più potenti e famosi della storia hanno creato molti degli incantesimi oggi a nostra conoscenza, ma la maggioranza di loro aveva solo una piccolissima conoscenza della lingua, tramandata da genitori in figli, e quindi a poco a poco dimenticata! > disse Silente guardando fuori dalla finestra, perso nei ricordi.

< Quindi lei la conosce, professore? > chiese Harry.

< Solo alcune parole, Harry, quando entrai nella setta, dopo circa un mese Grifondoro morì! > disse Silente.

< Ma professore, come ho fatto io a usare un incantesimo in quella lingua se non la conosco? > chiese Harry.

< Non ti so rispondere, Harry ,forse, essendo destinato ai poteri di Grifondoro, qualcuno ti è passato tramite la discendenza, e nel momento di pericolo è venuto fuori, forse per questo ti senti così stanco, si deve essere molto forti e cauti per usare la lingua segreta!Conoscerla è un potere grandissimo, potresti dire in quella lingua librati in aria e ti libreresti in aria, ma se sbagliassi anche una sola vocale, potresti dire per esempio ucciditi, è un potere assai grande, e i grandi poteri causano sempre grandi responsabilità! > disse Silente guardando profondamente Harry.

< Ma professore, cosa mi è successo quando sono svenuto?Era come se... > disse Harry guardandosi le mani, sembravano stanche quanto la sua mente.

< Harry, da quello che mi hai detto, qualcuno ha cercato di entrare nella tua mente, e dato che hai visto l’immagine di Tom, non credo ci siano dubbi su chi sia stato!Questo è un fatto che mi preoccupa enormemente, perchè in questo caso non si tratta di Legilimanzia, ma Tom ha cercato di rubarti i pensieri, e per fare questo si usa una formula nella lingua Grifondiana!Non dubito che Tom possa conoscere alcune parole, di quanto ha imparato, ma in questi tempi rimango sempre più sconcertato, annulla incantesimi antichissimi e sconosciuti, usa maledizioni ideate da Serpeverde in persona, conosce bene formule in lingua Grifondiana per aprire la mente, insomma, è come se avesse un ponte con il passato! > disse Silente pensieroso.

< Professore, cosa devo fare? > chiese Harry.

< Proseguiremo le nostre lezioni, Harry, ma visto le nuove complicanze, è meglio farle ogni pomeriggio, se te la senti!Credo che tu sia pronto a imparare quelle poche parole che so sulla lingua Grifondiana, che sono comunque grandi incantesimi!Così potremo anche incominciare al più presto la Legilimanzia, per un compito molto importante! > disse Silente alzandosi sorridente.

< Va bene, professore! > disse Harry.

< Ora riposa, prima che Madama Chips mi scaraventi fuori dalla finestra!Sopra il comodino c’è una pozione, bevila, ti farà dormire senza fare sogni!Poi domattina, se ti sentirai bene, potrai andare al secondo piano per la lezione di pozioni!Buona notte! > disse il Preside, fece un gran sorriso e uscì.

Harry bevve la pozione verde dal bicchiere alla sua sinistra, poi si addormentò subito.

Quando si svegliò, si risentì stranamente in forze, come se la stanchezza per le passate fatiche fosse finalmente passata.

Scese in Sala, non c’era nessuno, così fece una rapida colazione e andò al secondo piano.

Quando entrò nell’aula, spiegò cosa era successo al professore di pozioni, e quello per fortuna lo mandò a sedere senza arrabbiarsi per il ritardo.

Passarono le due ore a fare delle complicate pozioni per curare puntine, macchie sulla pelle, quindi cose per nulla interessanti.

Quando Harry uscì dall’aula era annoiato a morte, stessa cosa se non peggiore per Ron.

Per fortuna gli si avvicinò Ellaniev e con un bacio lo fece svegliare subito.

Andarono alla seconda lezione di Trasfigurazione, la McGranitt li fece lavorare sodo per due ore, ancora con la Trasfigurazione umana.

Fu mentre che Harry tentava di trasformare il dito di Ron in un cilindro di cartone che successe.

Harry perse leggermente l’equilibrio e si appoggiò ad un banco, la mente invasa nuovamente dello strano presentimento di una intrusione.

Chiuse la mente come l’altra volta, svuotandola di ogni pensiero e dell’immagine di Ron che lo sorreggeva chiedendogli cosa aveva.

Ma stavolta Harry capì che l’attacco alla sua mente era devastante, più forte di quello dell’altra volta, sentiva chiaramente la presenza di un’essenza malvagia, di Voldemort....

Sentì sfuggirgli nuovamente dei pensieri dalla testa verso l’esterno, ad un certo punto vide l’ingresso di Grimmuald Place, non poteva lasciarlo andare, non poteva....

Si concentrò su quel pensiero, era come se una mano lo tirasse dall’esterno e lui invece lo trattenesse con la mente.

Ma sentì venir meno le forze, si sentì cadere in ginocchio per terra, anche se con un remoto senso di attrito col pavimento, poi sentì una voce forte e chiara, che gridò: < Ente Gradinu Atca Nei! >.

Harry si sentì svuotare la mente, la forza che lo premeva dall’esterno sparire, poi, come l’altra volta, perse i sensi, l’ultimo ricordo, una barba bianca....

Si risvegliò sentendosi tirare per le spalle.

Mise a fuoco lentamente e vide davanti a se Silente, la McGranitt, Ron, Hermione ed Ellaniev, poi un uomo sconosciuto, sulla cinquantina d’anni, ma con una lunga barba bianca, che gli ricadeva fino alle spalle.

Portava una lunga veste bordò e lo guardava con un sorriso radioso, con gli occhi azzurri e i capelli quasi bianchi e a caschetto.

< Harry, stai bene? > chiese Silente, guardandolo in tralice.

< Sì...Sì, professore, è successo di nuovo.... >.

< Non ti preoccupare, oggi pomeriggio cercheremo di rimediare a questa situazione!Intanto, ti presento una persona, Nicol Flatres! > disse Silente.

< Buongiorno! > disse Harry, con un lieve capogiro.

Quello sorrise e strinse la sua mano.

< Harry, è meglio se ti vai a riposare!Sei esentato dalle lezioni rimanenti di oggi ,ma per favore alle cinque del pomeriggio vieni nel mio ufficio, è al quinto piano, ultima porta a destra! > disse Silente, poi se ne andò salutando la McGranitt, seguito dal signor Flatres.

Harry salì al dormitorio e, arrivato al letto ,vi crollò sopra, addormentandosi.

Ma il sonno fu come al solito tormentato, sognava sempre quel velo e Sirius che ci finiva attraverso.

Poi compariva lo specchio che Sirius gli aveva regalato e da quello spuntava la sua immagine che invocava aiuto.

Poi scompariva tutto e appariva Voldemort che cercava di entrare nella sua mente e usciva un suo pensiero, una sua immagine, Ellaniev, Ellaniev che cadeva a terra morta....

*

Quando si svegliò salì subito le scale, barcollando leggermente, la stanchezza gli era tornata, amplificata.

Era come se gli attacchi alla mente lo privassero di energia, forse per difendere la mente doveva usufruire dell’energia corporea...

Arrivò al quinto piano e imboccò il corridoio a destra, appoggiandosi di tanto in tanto al muro fiocamente illuminato, per reggersi.

Arrivò in fondo al corridoio, davanti a una porta marrone e logora, con sopra una targhetta dorata: Preside di Hogwarts.

Bussò e la voce pacata di Silente disse: < Avanti! >.

Quando Harry entrò, si bloccò per la sorpresa.

L’ufficio era precisamente uguale a quello di Hogwarts, stesso arredamento, stessi mobili, stesso trespolo con una Fanny dormiente sopra.

< Vedo che sei sorpreso dal mio ufficio, Harry! > disse Silente sorridente, indicandogli di sedersi, < Ho pensato di farlo uguale a quello di Hogwarts, sai, noi vecchi siamo troppo romantici! >.

Harry sorrise e si diresse verso la poltrona, in quella accanto c’era l’uomo della mattina, Nicol Flatres.

< Buon pomeriggio, Harry! > disse l’uomo allegro.

< Buongiorno, signore! > salutò Harry e si sedette.

< Be, credo che sia il momento di presentarti veramente, Nicolas! > disse Silente sedendosi con un sorriso.

Il signor Flatres sorrise a sua volta e, estratta la bacchetta, incominciò a trasformarsi.

Non cambiò poi molto, il colore degli occhi cambiò in un marrone scuro, i capelli divennero folti e scompigliati, solo con alcuni capelli bianchi, dando l’idea di un uomo sulla quarantina, scomparve la barba bianca e i corpo si fece un po’ più snello e meno "vecchio", mentre le rughe sparirono completamente, lasciando il posto a dei lineamenti delicati.

< Salve, Harry, sono Nicolas Flamel, o meglio, Nicolas Serpeverde!Chiamami come vuoi! > disse l’uomo porgendogli la mano, come se solo allora si stessero presentando veramente.

< Flamel?Quel Flamel? > chiese Harry inebetito, stanco più che mai, facendo addirittura fatica a stringere la mano dell’uomo.

< In carne, ossa e ampolle! > disse Flamel sorridente.

< Bene, Harry, ti ho già raccontato la verità, Nicolas è in realtà il fratello di Serpeverde e sta dalla nostra parte contro Voldemort!Ora naturalmente vorrai sapere che ci fa qui e perchè ti ho convocato! > disse Silente.

Harry annuì, appoggiandosi alla poltrona.

< Vedo che la lingua del caro Grifondoro ti da già i primi problemi, be, è naturale, usarla senza nemmeno saperla in realtà, di sicuro è un bello spreco di potere magico!Sai, in questo momento probabilmente non riusciresti nemmeno a fare un Incanto Scudo! > disse Nicolas guardandolo fisso.

< Quindi, quando si usa questa lingua, diminuisce l’energia? > disse Harry frustrato.

< Non l’energia, il potere magico, ci vuole molto esercizio, forza di volontà e forza interiore per fare diminuire al minimo il potere magico dopo aver usato la lingua!A te è diminuita anche l’energia fisica perchè non essendo esperto della lingua e anzi non conoscendola affatto, hai subito un duro colpo usandola!Può essere molto pericolosa! > disse Flamel.

< Ma Voldemort ha cercato di entrarmi nella mente, non ho usato nessuna parola sconosciuta... >.

< Sì che l’hai usata, forse nemmeno te ne sei accorto, ma per aver resistito ad un attacco mentale del genere la devi per forza aver usata, ma a quanto pare è qualcun altro che la usa per te, e questo ci riporta alla tua discendenza di Grifondoro!Forse puoi usarla essendo un suo discendente, ma questo ti rende molto debole! > rispose Flamel pensieroso.

< Quindi... > disse il Preside dopo il suo silenzio, < Questa discussione ti dovrebbe aver fatto capire il motivo per cui ho invitato a stare qui Nicolas! >.

< Per aiutarmi con la lingua? > disse Harry esitante.

< Per insegnarti la lingua Grifondiana, Harry! > disse Silente.

< Come per insegnarmi?Lui la...Cioè, lei, signor Flamel, la sa? > disse Harry incerto, prima rivolgendosi a Silente e poi a Flamel, entrambi sorridenti.

< Be, si, posso affermare di saperla, Harry, ero nella setta di Grifondoro da molto prima che entrasse Silente, quindi ho avuto l’onore di avere come maestro Grifondoro! > disse Flamel.

< Ma, ha detto che è pericolosa! > disse Harry incerto.

< Lo è, Harry! > disse Silente diventando serio, < Ma se tu te la senti, sono sicuro che avrai la forza necessaria, imparando la lingua, diventerai fortissimo! >.

< O debolissimo, Harry!Non per scoraggiarti, ma devi essere preparato a ciò che ti aspetta! > disse Flamel corrucciato.

< Ormai sono pronto a tutto, con Voldemort è da tempo che ho solo sofferenze, tanto vale continuare! > disse Harry guardandosi i piedi, desolato.

Flamel gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con un sorriso affettuosissimo.

< Sei molto coraggioso! > gli disse Flamel.

< O molto pazzo! > disse Harry accennando un sorriso di gratitudine e sentendosi meno stanco.

Silente e Flamel risero di gusto e poi il Preside andò a prendere dall’armadio una bottiglia di Idromele, lo versò in tre bicchieri e levandoli disse: < A Harry e a un futuro migliore! >.

Passarono un’altra mezz’ora ridendosela di gusto su tempi passati e incredibili misfatti compiuti da Silente in persona da giovane.

Quando Harry uscì dall’ufficio era molto meno stanco e molto più allegro, anche se consapevole di quello che lo aspettava la mattina dopo, quando al posto della doppia ora di pozioni sarebbe andato con Nicolas ad esercitarsi.

Passò il resto della serata da solo nel dormitorio, non andò nemmeno a mangiare per cena, non si sentiva in grado di fare nemmeno le scale.

Si addormentò presto, dopo aver passato lunghi minuti a svuotare la mente, così non sognò niente di pericoloso, tranne un incubo come al solito su Sirius.

La mattina dopo si svegliò e scese con un Ron che lo tempestò di domande, a cui rispondere fu difficile per lo stanco Harry.

Passò le ore di Difesa e di Incantesimi, facendo finta di ascoltare la teoria e lanciando incantesimi di debolezza incredibile, che gli valsero una S a trasfigurazione.

Andò al secondo piano, dove in fondo ad un corridoio a sinistra si trovava una sala dove lo avrebbe aspettato Flamel.

Quando entrò vide Flamel seduto in un banco, sfogliando un grosso libro dall’aria antica quanto importante, nero e rilegato in bordi di vero oro, con il titolo La Lingua Grifondiana, di Godric Grifondoro, scritto in lettere d’argento.

< Ciao, Harry, prego, siediti al mio posto! > disse Flamel alzandosi.

Harry salutò e si sedette.

< Allora, le prime esercitazioni saranno estenuanti e noiosissime, quindi ,se perderai la concentrazione o vagherai nella mente per le isole Haway, stai sicuro che non ti rimproverò ,perchè so cosa significa apprendere questa lingua!La prima cosa che devi apprendere è l’alfabeto, perciò ora andrai alla prima pagina del libro e studierai tutte le lettere e tutti i numeri.

Ci starai molto, perchè impararli a memoria non è cosa facile, visto che ogni lettera della lingua Grifondiana non è una semplice vocale o consonante, ma è composta da più consonanti e vocali!Per esempio, la lettera A si dice TL!Lo so, è complicato, ma è fondamentale che tu impari l’alfabeto molto bene!Prego, incomincia a leggere e ripeti ogni lettera almeno dieci volte! > disse Flamel camminando intorno al banco.

Harry passò le due ore leggendo e ripetendo le lettere incomprensibili della lingua Grifondiana, aveva mal di testa e un sonno forsennato.

Era difficilissima la lingua, per esempio T si diceva KL, oppure S si diceva CR.

Era una lingua senza senso e irrazionale, con delle lettere pronunciate in maniera pazzesca.

Quando finirono le due ore, Harry uscì dall’aula frastornato, con la mente piena di YA che era il numero tre o GRU che era il numero dieci.

Si diresse verso l’aula di Arti Oscure, temendo come sarebbe andata, visto la sua debolezza in quel momento.

Entrò nell’aula e si andò a sedere con Ellaniev, che lo tirò un po’ di morale con il suo bacio e le sue risate.

Il professore si gettò subito su di lui, dicendogli in cagnesco: < Potter, come si chiama l’ideatore della maledizione che abbiamo studiato ieri? >.

Harry vagò tra i ricordi, ma le lettere insensate delle ore precedenti gli offuscavano la mente, Ellaniev al suo fianco suggeriva lievemente, ma il professore la sgridò e allora stette in silenzio.

< Non me lo ricordo, professore! > disse Harry stancamente.

< Stasera in punizione, Potter, dalle sei alle otto dovrai pulire quest’aula da cima a fondo, domani la voglio vedere splendente! > disse il Professore.

Harry serrò i pugni, quel professore doveva essere il fratello gemello di Piton....

Passò la sera a pulire l’aula di Arti Oscure, che tra l’altro pareva molto più sporca della mattina, c’erano persino muri imbrattati, proprio come se "qualcuno" l’avesse sporcata apposta.

Quando alle otto staccò, l’aula splendeva.

Si diresse barcollando verso la Sala dei Banchetti, non riuscendo nemmeno bene a vedere.

Scese le ultime scale e udì le voci che provenivano dalla Sala, allegre e spensierate, completamente opposte al suo umore.

Stava per entrare quando sentì la stanchezza arrivare ad un limite incredibile, perse l’equilibro nelle gambe e la vista gli sfocò, poi, perse nuovamente i sensi...

Si risvegliò nella ormai troppo familiare infermeria, sopra di lui non c’era Silente, come le altre volte, ma Flamel.

< Sono felice che ti sia finalmente svegliato, Harry!Renderai felice la tua ragazza, che è da giorni che piange e ti viene a fare continuamente visita, insieme ai tuoi amici, naturalmente! > disse Nicolas passandogli gli occhiali.

Harry li inforcò e disse preoccupato: < Da giorni?Da quanto sono qui? >.

< Be, astrattamente si può dire da un’eternità, esattamente, da più di due settimane! > rispose Nicolas.

< Che cosa? > esplose Harry.

< Esatto, oggi è il diciassette febbraio! > disse Nicolas.

< Ma ho perso un sacco di lezioni! > disse Harry sconsolato.

< Be, a dir la verità, credo che dovrai recuperare solo Trasfigurazione Umana, nelle altre materie consoci incantesimi molto più avanzati grazie ai tuoi allenamenti con l’Ordine! > disse con un sorriso incoraggiante Nicolas.

Harry annuì non molto convinto, ma poi si riprese percependo che non si sentiva più quella maledetta stanchezza che tanto in quei giorni l’aveva tormentato.

< Ritornerà, Harry!Non solo perchè ora dovremo studiare la lingua Grifondiana molto più approfonditamente, ma perchè credo che Voldemort stia attingendo a fonti magiche antiche per farti aumentare la stanchezza e penetrarti nella mente!Voglio essere sincero con te, Harry, non per scoraggiarti, ma per prepararti!Non so se resisterai, la tua energia e il tuo potere magico verranno messi alla prova come non mai, come nemmeno in tutti i tuoi numerosi combattimenti estenuanti!Ma ho fiducia in te, e la devi avere pure tu, in te stesso, solo così potrai farcela! > disse Flamel.

Poi si alzò, sorrise e se ne andò, lasciando entrare Ron, Hermione e una Ellaniev che lo corse ad abbracciare e a baciare.

Era ora di pranzo, così Ron ed Hermione andarono a prendere qualcosa da mangiare anche per Harry.

Ellaniev rimase con lui, il suo viso era coperto dalle lacrime, prima di preoccupazione, ora di felicità.

< Non piangere più, Elly, ora sto bene, non sono più stanco! > disse Harry.

< Sì, lo so, ma se penso a quando eri qua svenuto, col volto cadaverico, io.... > disse Ellaniev reprimendo le lacrime.

< So che ti preoccupi per me, ma mi sa che ci dovrai fare l’abitudine! > disse Harry sorridendo.

Ellaniev rise leggermente e lo abbracciò di nuovo.

Stettero abbracciati fino a quando spuntarono Ron ed Hermione, che portavano quattro vassoi di mangiare.

Raccontarono ad Harry quello che avevano fatto in quelle due settimane, tra punizioni di Ron col professore bulgaro, super voti di Hermione in Trasfigurazione e problemi che Ellaniev aveva avuto con l’omone che Harry aveva Schiantato.

< Cosa ti ha fatto? > chiese subito Harry.

< Niente, Harry, mi ha solo strappato la borsa dei libri, ma l’ho subito riparata, non ti

preoccupare! > disse Ellaniev sorridente, senza però riuscire a nascondere l’amarezza per la sua situazione.

Restarono lì a parlare del più e del meno, poi i tre andarono a lezione, lasciando Harry con Silente, che era giunto insieme ad un preoccupatissimo Hagrid.

< Harry, come stai? > chiese il mezzogigante abbracciandolo ,anzi, stritolandolo.

< Be...Bene, Hagrid! > disse Harry senza fiato.

Hagrid gli sorrise e lasciò il posto a Silente.

< Harry, domani se te la senti puoi tornare a frequentare le lezioni! > disse il Preside.

< Certo, signore! > disse Harry.

< Mi dispiace Harry! > disse d’un tratto Silente.

< Di...Di cosa, signore? > chiese Harry intontito.

< Di quello che ti sto facendo fare, la lingua Grifondiana!Lo so che ti sta distruggendo, e peggiorerà sempre di più, potresti anche... > disse il Preside con una faccia stanca e preoccupata come Harry non l’aveva mai visto.

< Signore, lei non mi ha obbligato, è stata una mia scelta, la colpa è solo di Voldemort!Imparerò quella lingua, professore, se mi darà nuovi poteri per sconfiggere Voldemort! > disse Harry fermamente.

Silente lo guardò con un viso pieno di ammirazione, mentre Harry distolse imbarazzato lo sguardo.

< Buona giornata, Harry! > disse Silente, e uscì.

< Ciao, Harry ,stammi bene e vieni a trovarmi, sto in una stanza al sesto piano! > disse Hagrid abbracciandolo di nuovo e uscendo.

Harry passò il pomeriggio leggendo degli appunti che gli aveva portato Hermione sulle lezioni che aveva saltato, così non sarebbe stato poi così difficile recuperare.

Arrivata la sera Madama Chips gli diede il permesso di andarsene dall’infermeria e così andò a cenare nella Sala.

Trovò Ron, Hermione ed Ellaniev seduti insieme, ma non essendoci posto, vagò per il lungo tavolo a forma di ferro di cavallo.

Vide che c’era un posto tra alcuni studenti di Durmstrang, così si andò a sedere lì.

Salutò i due che c’erano ai suoi lati, uno dei due lo guardò in cagnesco e si voltò, l’altro lo salutò allegramente.

Harry stava per servirsi quando l’antipatico di Durmstrang a destra si alzò per fare sedere il famigerato omone.

< Eccoti qui, Potter! > disse stringendogli il braccio.

< Lasciami! > disse Harry, divincolandosi ma non riuscendo ad allentare la stretta.

< Tu e io abbiamo conto in sospeso! > disse lui stringendo più forte.

Harry lo guardò negli occhi e una furia lo pervase, ricordò del maltrattamento ad Ellaniev e nella sua mente scattò una scintilla solitaria, una parola, sentì gli occhi dilatarsi, le mani diventare bollenti, la vista gli si annebbiò leggermente e la faccia dell’omone divenne confusa e di un colore verdognolo, poi fu come se la parola che gli era venuta in mente divampasse di energia e nella sua mente una cupa voce androgina disse: < Trende! >.

Improvvisamente non vide più, come se gli occhi gli fossero girati verso l’interno della mente, video una luce accecante, un lampo, poi un fulmine partire e attraversare la mente per entrare in quella dell’omone, poi la stretta al braccio non ci fu più e perse i sensi.

*

< Silente, dobbiamo nasconderlo! > disse una voce preoccupata.

< Non possiamo! > disse la voce di Silente, carica incredibilmente di paura.

< Stanno arrivando, Arthur non potrà fare niente, Silente, è omicidio!Il Wizengamot non potrà chiudere un occhio soltanto per via del suo nome! > disse un’altra voce, quella della McGranitt.

< Potremmo spiegare il vero motivo.... > disse esitante la voce di Silente, ma fu interrotto da un’altra voce, quella di Flamel: < Vorresti veramente spiattellare la lingua Grifondiana?Non puoi farlo, Albus! >.

Harry si sentiva in uno strano mondo, cercò di ragionare, ma gli riusciva difficile.

Capì che doveva essere in una specie di dormiveglia, sentiva quelle voci, ma di che parlavano?

Poi sentì quella risoluta di Silente dire: < Nascondetelo in una stanza, solo voi, nessuno lo deve sapere!Io dirò che Voldemort l’ha rapito! >.

< Cosa?Vuoi veramente inventarti che Harry è stato rapito da Voldemort? > chiese Lupin scioccato.

< Come nasconderesti tu la sua scomparsa? > disse Silente, poi ci furono dei passi e una porta si aprì.

Harry sentì delle mani che prendevano il suo corpo e lo alzavano per trasportarlo chissà dove, poi svenne di nuovo.

*

Si risvegliò con un dolore lancinante alla cicatrice, capì subito che non era in infermeria.

Cercò gli occhiali alla sua destra, ma poi sentì una mano che glieli porgeva.

Li prese e li mise, si alzò sul cuscino, massaggiandosi la cicatrice che gli faceva male, poi guardò avanti.

Davanti a lui c’era un Remus Lupin cadaverico, con il viso preoccupato.

< Cosa c’è, Remus?Cosa è successo? > chiese Harry preoccupato, aveva paura di quello che avrebbe saputo.

< Harry, sai da quanto ti trovi qui svenuto? > disse Lupin, aveva una folta barba, completamente non curata, i capelli bianchi stavano rapidamente sostituendo quei pochi neri.

< Da tanto? > disse Harry preoccupato.

< Harry, oggi è il nove marzo! > disse Lupin guardandosi le mani callose.

Rimasero in silenzio, Harry non sapeva cosa dire.

Era da ben venti giorni là, subito gli vennero alla mente la miriade di lezioni perdute, la disperazione di Ellaniev, la preoccupazione di Ron, Hermione, le lezioni con Flamel perse, lezioni di vitale importanza....

< Risulti scomparso dal diciassette febbraio! > disse Lupin.

< Un bel po’, quindi! > disse con un sorrisetto Harry, ma poi si rabbuiò e scattò: < Come scomparso? >.

< Scomparso, rapito, torturato....morto!Non si sa! > disse Lupin.

< Remus, cosa è successo? > chiese Harry afferrandolo per un braccio.

< Ti ricordi quando stavi litigando con quel ragazzo di Durmstrang?A cena? > disse Lupin, senza guardarlo.

Harry annuì.

< Be, non so come dirtelo, ma...Ecco... Harry, l’hai ucciso! > disse Lupin portandosi le mani alla testa.

Harry rimase immobile, ripercorse come un fulmine i ricordi di quella sera, la vista annebbiata, la luce nella mente, una parola a lui sconosciuta, un fulmine che penetrava nella testa del ragazzo, poi era svenuto...

< Non può essere, io...Io non avevo nemmeno la bacchetta!Io... > balbettò incapace di trovare una soluzione.

< Harry, Harry! > gridò Lupin alzandosi dal letto ,con le lacrime agli occhi, < Ormai dovresti saperlo che tu puoi fare cose...Cose anormali! >.

< Ma, ma io...Non ho fatto niente... > disse Harry, ma Lupin lo interruppe come una furia:

< Niente!Quello è caduto a terra in un secondo, un buco nella fronte, lo sai che gli hanno riscontrato?Perforazione del cervello, causa: sconosciuta! >.

< Ma io... >.

< Ti abbiamo dovuto nascondere, ora il mondo sa che sei stato rapito da Voldemort, che il ragazzo è stato ucciso nel tentativo di proteggerti!Gli Auror ti cercano, cercano Voldemort, lo cercano per trovarti!Quando tu sei qui! > gridò Lupin.

Harry stette in silenzio, non aveva mai visto un Lupin così, aveva paura, era arrabbiato?Ma che colpa ne aveva lui?

< Se si venisse a sapere la verità ,saresti condannato ad Azkaban!Omicidio!Il figlio di James! > gridò ancora Lupin, le lacrime gli rigavano il viso.

< Remus... >.

Ma lui aprì la porta e uscì, facendo entrare un angosciato Silente.

< Non vi ho voluto interrompere, Remus aveva bisogno di questo sfogo!Ma ti assicuro che non ce l’ha con te, è stato solo un brutto colpo!Gli passerà, bisogna lasciar fare al tempo! > disse il Preside, serio.

Harry non osava guardarlo ,aveva ucciso un ragazzo, aveva ucciso un innocente!Non era un Mangiamorte, per quanto odioso, non era Voldemort, e lui l’aveva ucciso.

< Non ti angosciare per colpe che non sono tue, Harry! > disse Silente, sedendosi accanto a lui sul letto.

Harry pianse, pianse fiumi di lacrime, di dolore, di pena, di sofferenze....

Silente gli porse un fazzoletto, senza parlare, guardandolo dolcemente.

Harry si asciugò gli occhi e disse tremante: < Cosa devo fare, signore?Sono pronto a tutto! >.

< So che sei pronto a tutto, Harry ,per questo.... > disse Silente restando un minuto in silenzio, poi riprese con angoscia, < Ti insegnerò la Legilimanzia, per un compito che ti dirò in seguito,

Harry! >.

< E con il signor Flamel? > chiese Harry.

< Harry, tu non frequenterai più le lezioni qua a Durmstrang, per questo mese che rimane!Ti dedicherai esclusivamente agli incontri con Nicolas e dopo cena a quelle con me, se te la senti! > disse Silente.

Harry rimase in silenzio, non frequentare più le lezioni...

< Mi pare che sia mio dovere, dopo quello che ho fatto! > disse mesto.

< Non è stata colpa tua, ne sono convinto!Sono sicuro che stavolta Tom sia riuscito ad entrare nella tua mente e controllarti, infatti hai usato una parola della lingua Grifondiana, solo quella può perforare il cervello così! > disse Silente dolce.

Si alzò e si diresse alla porta, < Nicolas ti aspetta ,quando ti sentirai pronto, vai nella solita stanza!Io, con l’aiuto di Arthur, farò credere che sei sfuggito a Voldemort, grazie al tradimento di un suo Mangiamorte, e che ora ti trovi qua al sicuro! >.

Uscì dalla stanza e lasciò Harry solo con la sua angoscia.

Dopo cinque minuti Harry si alzò dal letto e vagò per i corridoi, pensando a quello che aveva fatto.

Ma alla fine, pensò, doveva rammaricarsi di quello che "Voldemort" gli aveva fatto fare.

Entrò nella stanza e trovò Nicolas lì ad aspettarlo.

Rimasero in silenzio, Flamel non sembrava intenzionato a parlare, guardava in silenzio Harry.

< Mi impegnerò!Non mi interessa di quello che ho fatto, perchè non l’ho fatto io, per favore, mi insegni bene, perchè gliela devo fare pagare!Farò tutto!Sono disposto a tutto! > disse Harry, guardando in basso, determinato.

Alzò lo sguardo, deciso, e vide che Flamel sorrideva.

L’uomo si voltò, prese il libro antico e lo porse a Harry, facendogli segno di sedersi.

< Vedrò se sei veramente determinato, se dici veramente, se sei veramente convinto ,allora starai qui fino alle otto ,senza pranzo, a leggere migliaia di parole in lingua Grifondiana e impararle!Leggendole la tua mente le assimilerà, perciò sarà un po’ come utilizzarle, e allora il tuo potere magico e, visto la tua inesperienza, la tua energia, diminuiranno!Se sei veramente deciso e forte, dovrai resistere!Questa è la mia prova, questa è la prova del destino che ti attende! > disse Flamel, poi uscì.

Harry guardò scioccato la porta chiudersi.

Si voltò verso il libro e lo aprì.

Era pieno di parole che avrebbe dovuto imparare a memoria.

Prima una spiegazione diceva: Anche se ogni lettera si pronuncia in un determinato modo, le parole della lingua non verranno composte da queste, perchè verrebbero interminabili.

Invece, si dovrà imparare a memoria ogni parola e alla fine l’esatto modo di metterle in ordine, perchè un ordine sbagliato può causare di tutto.

Poi incominciavano parole senza senso, come Pleter che significava "acqua" e nbami che significava "non".

Leggendo alla rinfusa quelle parole, gli venne subito una certa stanchezza mentale, riuscendo meno a leggere, mentre i morsi della fame si incominciavano a sentire, visto che non aveva fatto colazione.

Si alzò e girò per l’aula, cosa doveva fare?

Si sentiva veramente convinto per tentare un’impresa del genere?Avrebbe resistito alla antica lingua?Avrebbe resistito fino alle otto di sera?Senza mangiare?

Non si sentiva convinto ,e allora come poteva sperare di farcela?

Si andò a sedere e si portò le mani alla testa.

Poi pensò a Sirius, al ragazzo morto, a Cedric, ai suoi genitori.

Si alzò di scatto e serrò i pugni, le lacrime agli occhi.

Come posso permettermi di cedere?Non voglio vendicare i miei genitori, Sirius, Cedric, e tutte le persone che hanno sofferto?Poteri mai più guardarmi allo specchi se non lo facessi?Non voglio proteggere Hermione, Ellaniev, Ron, Ginny, Neville?Ripagare Silente per i suoi sforzi e per la sua fiducia?Non sono più un bambino, devo trovare la forza!

Si sedette e lesse le parole, imprimendole in testa a forza, ripetendole venti volte, a caso, in ordine,cercando di fare delle frasi.

Continuò così, mentre persino la mano che teneva aperto il libro stava per cedere.

Arrivò l’ora di pranzo, e lo stomaco brontolava.

Passarono altre tre ore, le mani gli penzolavano lungo i fianchi, la schiena appoggiata allo schienale della sedia, non riuscendo più a stare dritta.

La mente vagava tra parole, la vista offuscata, che riusciva a mettere a fuoco le scritte con molta difficoltà.

La bocca riarsa per la sete, un dolore allo stomaco per la fame.

Cercò di raddrizzarsi, ma cadde a terra.

Sentiva che i sensi lo stavano abbandonando, nella sua mente si chiedeva: Quanto starò svenuto stavolta?Settimane, mesi?

Ma poi comparsero nella mente anche i volti sorridenti dei suoi genitori, Sirius che cadeva nel velo, la vendetta....La risata di Bellatrix, Minus che uccideva Cedric... Voldemort, Voldemort che lo uccideva, la luce verde....

Fu come se fosse esploso un petardo nella sua mente, si rialzò, la vista annebbiata, un forte mal di testa, lo stomaco ormai incontrollabile, la bocca arida....

Continuò a leggere, a memorizzare, mentre gli occhi quasi vagavano soli, mentre lo stomaco gli lanciava fitte ,mentre la testa girava come un vortice incontrollabile...

Ma c’erano quelle immagini, dei suoi genitori, di Sirius, a cui si teneva aggrappato, l’unico ponte con la realtà che gli impediva di svenire e di finire in un altro mondo, quello dell’oblio...

Quando sentì la porta aprirsi ,sorrise, mentre quasi non ci vedeva più.

Si voltò lentamente e alla cieca verso dietro, sempre sorridendo, aprì gli occhi e mise a fuoco.

Flamel lo guardava sbalordito, poi sorrise, un sorriso raggiante, compiaciuto, pieno di ammirazione, ce l’aveva fatta....

Cadde a terra, felice, si stava abbandonando all’oblio quando una mano gli sollevò la testa e con parole affettuose disse: < Non è il momento, Harry, di cedere alle tenebre!Segui me! >.

Harry cercò di rallentare la perdita dei sensi, cercò di aggrapparsi a quella voce.

Poi la risentì: < Bravo, Harry, così!Ora lascia fare a me!Inte drasc alumos caio! >.

Sentì immediatamente tornare l’energia, la vista, scomparire il mal di testa, anche se rimanere il dolore allo stomaco e l’aridità alla bocca.

Vide Flamel cadere in ginocchio accanto a lui, il viso contratto dalla stanchezza.

< Signor Flamel, cosa... >.

< Harry, ho eseguito un incantesimo per donarti una parte della mia energia, ora lasciami riposare e non preoccuparti!Domani sarò in perfette condizioni!Ora corri da Silente!Vai! > disse Flamel toccandosi il petto e ansimando.

Harry annuì e corse fuori, ma prima di uscire Flamel lo chiamò e gli disse raggiante: < Bravo, ce l’hai fatta!Vedrai che ora la strada sarà in discesa! >.

Harry sorrise e corse via.

Arrivò all’ufficio di Silente, bussò e la voce pacata gli disse di entrare.

Quando entrò Silente gli sorrideva dalla scrivania, dove c’erano vassoi piani di mangiare e soprattutto di dolci, con grandi brocche si succo di zucca.

< Prego, Harry!Prima il dovere! > disse Silente facendo l’occhiolino e indicandogli il mangiare.

Harry sorrise felice e si precipitò alla scrivania.

Mangiò tutto, tale era la fame, mentre svuotò tre brocche di succo di zucca.

Quando ebbe finito, era talmente sazio che ora il mal di stomaco lo aveva per la troppa pienezza, ma almeno era riposato e allegro.

< Sono molto orgoglioso di te, Harry!Quando Nicolas mi ha detto che prova ti aveva dato, sono rimasto scioccato, sicuro che ti avrei trovato svenuto nuovamente, stavolta però privo di quasi tutta l’energia!Ma ora che hai superato la prova, ti verrà sempre più facile controllare la lingua Grifondiana, così che consumerà sempre meno energia, finché passerà al potere magico, ma esercitandoti ridurrai al minimo anche quello! > disse Silente tutto d’un fiato e molto allegro.

< Ho imparato, credo, tutto i vocabolario! > disse sorridendo Harry.

< Ne sono sicuro!Così non ti resta che imparare il giusto ordine in cui vanno messe le parole, poi sarai pronto! > disse Silente.

Harry annuì.

< Ora, però, purtroppo ,le tue fatiche non sono finite, Harry!Dovrai imparare la Legilimanzia! > continuò Silente,< Primo, perchè usandola in un certo modo, funzionerà come Occlumanzia, proteggendoti la mente, secondo: per un compito che poi ti spiegherò! >.

< Va bene, signore! > disse Harry, era pronto a tutto ,si sentiva più forte, più motivato.

< La Legilimanzia è la materia attraverso la quale si penetra nella mente di una persona per captare o, per i Legilimens più bravi, addirittura vedere ricordi, informazioni e pensieri!Essendo un Legilimen esperto, io potrei, semplicemente allargando la mente a ciò che mi circonda, sapere se in questa stanza c’è qualcuno che magari ha intenzioni di mentire o nasconde qualcosa, o ha paura!In questo momento, riesco a captare solo la tua immensa felicità! > disse Silente sorridendo.

Harry annuì.

< Intanto devi imparare a svuotare completamente la mente, deve esserci il nulla, solo così potrai riversare la tua mente in quella di colui che vuoi esaminare con la Legilimanzia!Seconda cosa, e più importante, devi liberarti dei tuoi ricordi, delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, insomma, di tutto quello che ti riguarda, per accettare soltanto quello che vuoi della persona su cui stai usando la Legilimanzia!Capito, Harry? >.

< Sì, signore! > disse Harry.

< Bene! > disse Silente, < Credo che ci sarà da lavorare soltanto sulle tue emozioni, perchè dovrai imparare a privartene quando usi la Legilimanzia, altrimenti non funzionerà!Purtroppo non sei molto capace in questo, per ovvie ragioni naturalmente, visto le tue avventure, ma ci dovremo riuscire! >.

< Farò del mio meglio, signore! > disse Harry deciso.

< Lo so! > disse semplicemente il Preside, poi disse: < Ora, ti lascerò solo per due ore, in questo tempo dovrai cercare, allargando al mente, di scovare una presenza che ho nascosto nella stanza, è un piccolo oggetto incantato, che ha un pensiero dentro!Tu lo dovrai trovare, al mio ritorno dovrai dirmi dove si trova e quale pensiero possiede! >.

< D’accordo, professore! > disse Harry.

< Allora io vado, mi raccomando ,svuota la mente, privati di tutti i tuoi pensieri e di tutte le tue emozioni ,allarga la mente alla ricerca di altri pensieri e, quando li trovi, cerca di riversarli nella tua mente!Buona fortuna! > disse Silente alzandosi.

Diede una pacca gentile sulla spalla a Harry e uscì.

Harry chiuse gli occhi, escluse il suono di un piccolo oggetto che ronzava sopra la scrivania.

Nella sua mente regnò il silenzio.

In quel momento gli venivano i pensieri della fatica delle ore precedenti, della felicità per il successo.... li tolse dalla mente.

La svuotò completamente, non pensando più a niente, si impose di cercare altri pensieri, che colmassero il vuoto nella sua mente.

Sentì come se la mente si fosse trasformata in un gorgo, che cresceva sempre di più, allargandosi in cerca di altri pensieri.

Ad un certo punto sentì qualcosa, non riusciva a capire cosa, me dentro di se pensava che era un pensiero di qualcuno.

Si concentrò su di esso e non ebbe dubbi, nella sua mente esplose l’immagine di un armadio, poi questo si apriva e dentro c’era un piccolo pupazzetto stregato da Silente.

Con la mente riusciva a vederlo, l’aveva trovato.

Sentì la sua mente avvicinarsi a quella del pupazzetto, percepì un passaggio di pensieri ,stava per vedere cosa c’era nella mente del pupazzetto stregato.

C’era riuscito, provò felicità per il tentativo riuscito, ma subito scomparve l’immagine del pupazzetto, ritornò il ronzio dell’oggetto sulla scrivania e fu come se il gorgo si fosse richiuso ,aprì gli occhi e tornò con la mente nell’ufficio.

Cosa era successo?Perchè il contatto si era interrotto?

Riprovò ancora un sacco di volte, ma ogni volta che riusciva a penetrare nella mente del pupazzetto, il contatto terminava.

Dopo l’ennesimo tentativo fallito, sentì la porta aprirsi ed entrò Silente.

Rimasero in silenzio, Harry guardava a terra, imbarazzato per il fallimento.

< Perchè non ci sei riuscito, Harry?Ragiona! > disse Silente.

< Io l’ho trovato, ci sono entrato... >.

< Non questo ,Harry, so che l’hai trovato, so che sei penetrato nella sua mente, ero sicuro che ci saresti riuscito, perchè conosco le tue capacità!Ma perchè il contatto si è interrotto, trova la

risposta! > disse Silente.

< Perchè ogni volta che ci riuscivo era felice! > disse Harry sconsolato.

< Bingo! > disse il Preside.

< Ma... >.

< Harry, anche una sola emozione, non ti permetterà più di essere un tutt’uno con la tua mente e quella su cui tenti di usare la Legilimanzia!Devi riuscire a escludere le emozioni! >.

< Non ci riesco! > sbottò Harry.

< Devi volerlo, Harry!Stamattina sono sicuro che non ti immaginavi di resistere alla prova, ma l’hai superata egregiamente!Be, questa è un’altra prova, se non la supererai la tua mente sarà in balia di Voldemort!Hai visto cosa ti ha fatto fare, vuoi che la prossima volta ti faccia uccidere Hermione, Ron, Ellaniev? > disse Silente duro.

Harry alzò lo sguardo, furioso.

< Fallo!Per l’incolumità dei tuoi amici! > sentì dire Silente mentre la sua mente si infuocava di furia.

Allargò la mente, la distolse dalla furia, fece svanire l’immagine di Silente dagli occhi, escluse i suoni.

Vorticò per tutta la stanza, arrivando a percepire il pupazzetto e Silente, andò verso il

pupazzetto ,comparve nella mente l’immagine dell’armadio, poi il pupazzo, entrò nella sua mente.

Sentì la furia crescere, per le parole di Silente, per la loro verità, la rinchiuse in una parte del cervello.

Poi finalmente il pensiero del pupazzetto entrò nella sua mente vuota, diventando un pensiero di Harry.

Bravo, Harry, ce l’hai fatta.

Era un messaggio di Silente impresso con un incantesimo nella mente del pupazzo, l’aveva trovato, interruppe il contatto e ritornò alla realtà.

< Grazie, professore! > disse Harry con un sorriso.

< Sapevo che ce l’avresti fatta, Harry, bravo!Hai la mia più grande ammirazione, oggi hai fatto cose che andavano immensamente oltre le tue capacità ,ma hai superato la normale barriera per raggiungere quella di un mago esperto e forte!Sei il degno erede di Grifondoro, il degno figlio di Lily e James e il degno figlioccio di Sirius! > disse Silente con un sorriso che emanava tutta la sua felicità.

< Grazie! > mormorò Harry, con le lacrime agli occhi e i ricordi di Sirius e dei suoi genitori.

Poi, Silente si alzò e lo andò ad abbracciare, Harry rimase sconvolto prima per quell’inatteso e completamente inaspettato gesto, da padre, ma poi pianse, pianse il suo dolore e i suoi ricordi.

Silente si staccò dall’abbraccio, gli diede un fazzoletto e con parole dolci gli disse: < Ora vai a dormire e svuota la mente da tutte le preoccupazioni, sii fiero di te stesso e dormi beato, perchè ora sei più forte, e te ne accorgerai presto! >.

Harry annuì e uscì.

Camminò lentamente per i corridoi, salì le scale e arrivò al dormitorio.

Ron lo aspettava e quando arrivò gridò: < Bentornato, Harry! >.

Da sotto i letti spuntarono Hermione, Neville, Dean e Ginny che lo abbracciarono festanti, mentre il dormitorio si ricoprì di stelle filanti e striscioni di bentornato.

Poi entrò Lupin.

Lui ed Harry si guardarono, poi Lupin scoppiò in lacrime e correndo ad abbracciare Harry gli chiese scusa.

< Tutto a posto, Lunastorta!Ti voglio bene! > disse sorridendo Harry.

Infine entrò Ellaniev.

< Elly! > sussurrò Harry al settimo cielo.

< Credevi di scansarti il mio abbraccio? > disse lei allargando le braccia.

Harry corse vero di lei e la baciò, dimenticandosi di tutti e di tutto, di problemi e di vergogna, quella era stata una giornata difficile, ma anche una giornata perfetta.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: harry potter 90