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Autore: Karyon    14/10/2011    1 recensioni
E’ così, è sempre così:
Quando pensi, agisci, dubiti, accetti, rifiuti, inganni – quando semplicemente respiri.
E nel sangue, nei nervi, su per i muscoli, attraverso la pelle, la vita fluisce velocemente; scorre, potente e indisturbata, stordisce e soffoca fino a quando il cuore batte in gola e nelle orecchie e sulla lingua e ovunque. E’ così perché quella – la vita – è forte (o difficile o vuota o piena o troppa) e fa male, un male da morirne
Perché non è tutto qua, non è mai tutto qua.
E quello che puoi semplicemente guardare è soltanto l’inizio.
Espiazione - Peter Minus.
Eroi - Harry Potter.
Verità - Albus Silente (Gellert Grindelwald).
Morti - Fred Weasley.
Visione - Severus Piton.
Paura - Neville Paciock.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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«Ma sei un Purosangue, vero, mio coraggioso ragazzo?» domandò Voldemort a Neville, che l’affrontava a mani nude, con i pugni chiusi.
«E che cambia se lo sono?» Urlò Neville.
«Mostri spirito e valore e provieni da un lignaggio nobile. Saresti un Mangiamorte di grande valore. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock».
«Mi unirò a te quando l’inferno congelerà».
(The Deathly Hallows – Chapter 36)

Paura.
Sensazione che striscia sotto la cute, avvolgente come una seconda pelle che stringe fastidiosamente i muscoli.
Neville era da sempre abituato a essa, compagna di giochi che si palesava nelle forme più disparate, a colmare un vuoto corroso da chissà cosa.  
Poi, un assolato giorno di Dicembre – Venerdì, era un Venerdì – Neville capì.
Ricondusse a una sola causa, le motivazioni di ogni sua deviazione, come le chiamava sua nonna.
I suoi genitori. Peggio che morti. Lì, in una stanza vuota.
Nonostante sua madre profumasse ancora di viole, il sorriso che gli rivolgeva era vuoto come l’involucro di una caramella scartata; colorato, che lasciava il sentore di qualcosa di buono, ormai scomparso.
Nonostante suo padre avesse ancora quegli occhi azzurri – profondi e acuti –, il suo sguardo continuava a vagare per la stanza; errante per sempre in una terra che nessun altro conosceva.
 Neville aveva pianto, con quegli occhi impressi nella mente e quel profumo addosso.
I suoi anni a Hogwarts erano scivolati, scanditi da quei due elementi che lo perseguitavano ovunque, come fantasmi troppo insistenti.
Poi una bolla. Scattata nel suo cervello chissà dove, chissà quando.
Voglia di riscatto. Forse vendetta.
E ora era lì, davanti all’Essere più potente che fosse mai esistito, con il suo sguardo di morte che lo trafiggeva più di mille spilli.
«Mi unirò a te quando l’inferno congelerà» urlò, la paura gli strinse la gola con una morsa d’acciaio.
Ma era libero, adesso, quel profumo non avrebbe più devastato i suoi abiti e quello sguardo non avrebbe più infestato le sue notti insonni.


Note autore:
Sì, sono 259 parole, ma non avevo voglia di stare lì a tagliuzzare. Così come non avevo voglia di modificare troppo questa storia.
Parla di Neville e del suo dolore, due elementi che mi toccano molto e che quindi non ho voluto troppo elaborare.
E’ semplice come lo è Neville, è immediata come può esserlo il dolore di perdere così due genitori.
Il ricordo dei due Paciock nel reparto insani ancora mi tormenta e mi stringe il cuore.
Dannata Rowling.
Alla prossima ♥
   
 
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