Capitolo
2
Un
uragano di nome Minako.
“Left
outside alone…ttt…”, cantava Mina
durante la ricreazione.
Non
c’erano dubbi: Anastacia era la sua cantante preferita.
“Mina
ti prego..”, la intimò Usagi, “non puoi
contribuire anche tu alla disperazione
del mio animo in questo momento! Già questa classe fa
schifo, poi ti ci metti
pure tu e..”
Non
terminò la frase che l’amica già stava
sulla porta dell’aula tanto detestata a
sbavare.
“Ecco,
lo sapevo io... Kunzite..”, pensò la ragazza, che
intanto la stava raggiungendo.
“E’
un vecchio, è sposato ed è un prof. Una disgrazia
più grande non poteva
capitarti..”, le disse e Minako, come al solito, senza
ascoltare nemmeno una
parola quasi con le lacrime addosso, girandosi verso la ragazza, emise
un
sospiro.
“E’
incinto.”, brontolò.
“Incinto?”
domandò Usa, non capendola.
“Sì,
la moglie aspetta un bambino!”, affermò la
biondina col fiocco rosso tra i
capelli.
“Meglio
così, no? Ma concentrati su uno della tua età...
magari uno come Mamo...”, ribadì
una sognante Usagi.
“Usa,
non ti sopporto! Mamo, Mamo e Mamo! Sempre e solo lui! Se ti piace
così tanto perché
non ti fai avanti? Guarda me. Ho appena ricevuto una batosta amorosa,
ma ho già
individuato una nuova vittima!”, esclamò la
ragazza, tutta contenta.
“Oh,
no! Mina! Ma non cambi proprio mai!”, disse Usa, rassegnata
ad avere una amica
tanto svampita.
“Lo
so! E ne vado fiera! Dai, immagino che stai morendo nel sapere di chi
si
tratta!”, disse Minako, convinta.
“Chi
sarebbe costui?”, la accontentò Usa.
“Si
chiama Yaten. È alto, muscoloso, ha due occhi limpidi e quei
capelli lunghi che
mi fanno uscire fuori di testa! Ma la cosa che forse può
farti sorridere è che
sta in classe con il tuo adorato Mamo!”, spiegò la
ragazza, spiazzando
completamente l’amica, sbalordita dalle sue parole.
“Ok,
sì e allora? A me non cambia molto da prima. Lo sai bene che
a causa della mia
timidezza non riuscirò mai ad avvicinarlo! Mica sono come te
io! Scommetto che
il tuo cervellino malato ha già in mente qualcosa per
conquistare questo Yaten!”,
disse una sconsolata Usa.
“Oddio,
Usagi Tsukino come la fai pesante! Con Mamo ti aiuto io, visto che
già lo
conosco. Con Yaten, poi ti dico cosa ho ideato! Dai, su ora andiamo
giù dalle
altre”. Così dicendo Minako avanzò al
piano inferiore con Usagi che la seguiva
come un cagnolino.
Mentre
si avvicinavano all’aula delle loro compagne,
sbucò fuori un sorridente Mamo,
intento a parlare con un amico.
Non
appena lo vide, Usagi rimase paralizzata. Era stupendo per lei.
Purtroppo
Minako si accorse del suo stato di trance.
“Usagi
ci sei?”, la chiamò.
“Sì,
scusa mi ero un attimo incantata...”, si scusò la
bionda coi codini.
“Senti,
visto che Mamo è qui, se vuoi, posso avvicinarlo... magari
gli domandò qualcosa
che ti piacerebbe sapere con una scusa... o magari potrei
presentartelo!”, esordì
una convinta Minako.
“No,
non me lo puoi presentare ora! Potrei morire nell’abisso dei
suoi occhi! Non
vedi come è bello? E poi oggi sono
impresentabile”, esclamò Usagi, ancora
più
imbambolata, mentre l’amica la guardava quasi disgustata.
“Ah...”,
sospirò Usa, “Mi piacerebbe sapere almeno quando
è nato”, affermò.
“Se
vuoi, glielo vado a chiedere!”
Mina
ovviamente non sapeva quello che stava dicendo.
Prese
Usa e la trascinò verso le amiche appena sopraggiunte e
mentre la buffa ragazza
si nascondeva in mezzo alle altre, lei ancora una volta consumava la
sua
ennesima brutta figura.
“Ehi,
ciao Mamo!”, gli disse mostrandogli un sorriso malizioso.
“Ciao,
Mina...”, la salutò lui, in modo forzato, ma
gentile.
“Ascolta,
sto facendo un’indagine scolastica... una specie di
censimento scolastico... sì
una cosa del genere, insomma... Mi puoi dire quando sei
nato?”, gli domandò,
facendogli l’occhiolino.
“Questa
è completamente fuori di testa... assecondiamola, va! Almeno
andrà via!”, pensò
il povero malcapitato.
“Il
3 Agosto. Sono nato il 3 Agosto.”, le rispose.
“Grazie
mille!”, disse Mina, sgattaiolando via in tutta fretta.
Mamo
la guardava ancora sbigottito, Usa voleva mettere la testa sotto terra,
ma
comunque il piano dell’amica aveva funzionato.
“Oh
torniamo su che c’abbiamo il compito!”
tuonò verso una vincitrice Mina, che si
stava avvicinando alle amiche per raccontare la missione appena
compiuta.
Usagi
diede un ultima occhiata a Mamo prima di tornare in classe. Era
veramente bello.
Fose troppo. Non si
sarebbe mai accorto
di lei. Certo, non stava facendo molto per farsi notare.
Si
incamminò, così, depressa come non mai verso la
sua aula assieme a Minako.
Anche
le altre tornarono in aula e nel varcare la porta una voce
chiamò una di loro.
“Ehi,
Ami! Avrei bisogno di parlarti di quella tua amica con gli odango in
testa.”