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Autore: Anastasia_Malfoy    14/10/2011    3 recensioni
Anastasia ha sempre voluto una cosa dalla vita: essere speciale. Ha sempre voluto distinguersi dalla massa di semplici umani babbani che le stanno attorno. Così quando un uomo, alto, biondo, con gli occhi argentati arriva a scuola per farle da conversatore d'inglese, lei riesce solo a pensare un nome: Draco Malfoy.
Draco, in compenso, non ha mai creduto nell'amore. O meglio, non ha mai creduto di poterlo provare per qualcuno. Nemmeno una profezia riesce a fargli cambiare idea. Nulla può.
Ma quando incontrerà lei, la Nata-Babbana della profezia, l'unica donna che sarà in grado di fare battere il cuore dell'ex-Mangiamorte,Draco sarà costretto a cambiare idea.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'And you thought it wasn't real...'
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-Quindi basta firmare qui e qui?- chiedo, sfogliando le varie carte che segneranno l’inizio
della mia nuova vita.
 
-Si, Draco. Astoria, tu, invece, dovrai mettere una firma qui e qui. Per fortuna avevate fatto
un contratto prematrimoniale. Altrimenti la procedura sarebbe stata molto più lunga. Be’, col
potere conferitomi dal Ministero della Magia Inglese vi dichiaro nuovamente single, gente.- dice
Hermione, controllando che sia tutto a posto.
 
Hermione si è offerta di darci una mano per sbrigare tutte le carte del divorzio. Avere un’amica
nel reparto Applicazione Legge Magica si è rivelato piuttosto utile. Mi giro verso di lei, stringendole
forte una mano.  Lei mi sorride materna, stringendo la mia mano di rimando.
 
-Quindi ci salutiamo, Dray?- mi chiede ridacchiando Astoria.
 
-Si, per adesso sì. Ma voglio sentirti. Devi dirmi del bambino poi.- le dico, sorridendole felice.
 
È un paradosso essere felici se ti stai mollando con qualcuno? No, a volte no, credo.
 
-Certo, Draco.- mi sorride. –Devo andare però, adesso. Seamus mi aspetta a casa. Ci vediamo,
Granger.-
 
La vedo smaterializzare. Cavolo. Penso di avere un peso sul petto in meno.
 
-Va tutto bene?- mi chiede Hermione, stringendomi il braccio.
 
-Si, va tutto bene.- rispondo, con un sorriso sul volto.
 
Mi sento vagamente in colpa. Forse non dovrei sentirmi così dopo avere divorziato. Ma se penso
che tra qualche giorno… ho preparato tutto alla perfezione, coinvolto Blaise e tutto andrà per il
meglio. E al diavolo tutti gli altri. Sono felice. Per la prima volta nella mia vita sono felice di avere
fatto qualcosa solo per me. Non devo tenere alto nessun nome, non devo proteggere nessuno e
non devo dimostrare niente a nessuno. Devo solo dimostrare a me stesso di avere le palle abbastanza
per andare avanti con la mia vita. Mi sembra legittimo.
 
-Hai preso gli ingredienti della pozione?- mi chiede la Granger, distogliendomi dai miei pensieri.
 
Eh, già. Oggi è il giorno in cui capirò quanto sono veramente bravo in Pozioni. Non che la pozione
sia complicata in sé. Dipenderà dal grado di pazienza che avrò nel prepararla.
 
-Si, li ho presi. È sono dovuto andare pure alle Hawaii per prendere le lacrime di fenice. L’unico
vecchio che è stato in grado di mettere su un allevamento di fenici. Molto bello, ma un inferno.
Peggio di una lezione con Hagrid.- dico, prendendola per mano per smaterializzarci in Francia.
 
-Però ne è valsa la pena, giusto?- mi chiede, sorridendo.
 
-Mi sento offeso, Sanguesporco. Vuoi liberarti di me?- le chiedo, punzecchiandole le braccia.
 
-Oh, si! Aspetto questo momento dal nostro primo anno ad Hogwarts!- mi risponde, sarcastica.
 
Rido, preparando tutto il necessario per la pozione.
 
-Allora, elenca gli ingredienti. Controllo se ho tutto.- le dico, serio.
 
-Certo. Allora, ci servono sangue di vampiro, lacrime di fenice, un crine di coda di unicorno, petali
di rosa rossa, foglie essiccate di salvia splendens, polvere di smeraldo, una mela rossa. Hai tutto?- mi
chiede, professionale.
 
 
-Si. Li ho già dosati. Be’, a parte la mela. Non c’è molto da dosare in una mela.- dico, stringendo il frutto
tra le mani. Questa povera e succosa mela farà una brutta fine.
 
-Furetto, smettila. Il tuo è feticismo, sai?- mi dice, alzando un sopracciglio.
 
-Ma di che parli?- le chiedo sbattendo le palpebre velocemente, confuso.
 
-Hai una sorta di feticismo nei confronti delle mele. A Hogwarts le mangiavi spessissimo. Una volta una
matricola te ne ha fatta cadere una dalle mani mentre camminavi e hai tolto cinquanta punti alla sua casa.
Tassorosso se non sbaglio.- mi risponde, con fare pensieroso.
 
-Mi stai prendendo in giro o dici sul serio?- le chiedo, alzando un sopracciglio.
 
-Dico sul serio. Tassorosso non avrebbe mai potuto vincere la Coppa delle Case con te Prefetto o
Caposcuola.- mi dice, scuotendo la testa.
 
-Questo perché sono degli incompetenti.-
 
-No, questo perché sei un infame bastardo razzista.- mi dice, con un sorriso falsamente gentile sul volto.
 
Chi è peggio tra la mia migliore amica e la mia ragazza?
 
-Grazie, cara, ti voglio bene anch’io.- le rispondo con una smorfia.
 
-Dai, scherzo. Ora che ne dici di mettersi all’opera?- mi chiede, ridacchiando.
 
-Ok.-
 
Preparo il calderone sul fuoco, per poi pestare i tre petali di rosa e le quattro foglie di salvia splendens,
riducendo il tutto ad una polvere finissima. Verso un litro d’acqua dentro il calderone, portandolo a
temperatura lenta. Preparo due contagocce, uno con il sangue di vampiro, l’altro con le lacrime di fenice.
Metto due lacrime di fenice nella pozione, per poi mescolare in senso orario una volta. Poi butto due
gocce di sangue di vampiro, mescolando due volte in senso antiorario. Ripeto l’operazione per sette volte,
sette gocce di sangue immortale per quattordici lacrime curative. La pozione assume piano piano un
colorito giallognolo, così come dice Piton nei suoi appunti. Divido i 10 milligrammi di polvere di smeraldo
in due dosi perfettamente uguali. Ne butto metà nel calderone, poi aggiungo tre misurini di polvere di
foglie e petali. Giro tre volte in senso orario, poi due volte in senso antiorario. Inserisco l’altra dose di
smeraldo, e altri due misurini di polvere. Giro in senso antiorario per due volte. La pozione assume un
bel colore verde. Alzo la temperatura di ebollizione di poco, azionando il timer del mio iPhone, per
cinque minuti.
 
-Bene. Sei davvero bravo, Draco. Io qui l’avevo marroncino chiaro.- mi dice Hermione, con una smorfia.
 
-Non ti va proprio giù il fatto che io sono più bravo di te, eh?- le chiedo, ridacchiando.
 
-No. Non digerirò mai questo fatto.- mi dice, puntigliosa.
 
Rido. È bello sapere che certe cose non cambiano mai.
 
-La prenderai subito la pozione, domani?- mi chiede, tranquilla.
 
-Si. Ho già perso troppo tempo.- dico, scrollando le spalle.
 
-Sono davvero felice per te, sai? Avevo paura che non avresti mai trovato l’amore. Non avevo molta
fiducia nella Greengrass. Ma adesso è tutto diverso.- dice, mentre il timer squilla.
 
-Granger, dobbiamo parlarne sul serio? È strano parlare di queste cose.- dico, mettendo un crine di
unicorno nella pozione e puntando nuovamente il timer su due minuti.
 
-Ah, giusto. Le Serpi possono permettersi poche dichiarazioni in pubblico.- dice, ridacchiando.
 
-Hai centrato il punto!- dico, sogghignando.
 
Ride insieme a me, per poi farsi improvvisamente seria.
 
-Draco.. posso restare qui stanotte?- mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
 
-Cosa?- chiedo, sulla difensiva. –No, ascolta, Hermione, mi farebbe piacere e lo sai, ma se stai qui
la Donnola mi castra!-
 
-Oh, andiamo! Non ti ho chiesto di passare la notte con me! Ti ho solo chiesto se posso assisterti
quando assumerai la pozione. Posso?- mi chiede, leggermente rossa in viso.
 
-Ok. Ma ti prendi una stanza. Io resto qui, ma non posso permetterti di restare sveglia tutta la notte.- dico,
con un leggero sorriso sul volto.
 
I due minuti passano e inserisco così la mela rossa dentro la pozione, che dovrà riposare per una notte
intera, permettendo alla mela di sciogliersi lentamente.
 
La serata passa in maniera tranquilla, tra una cena fatta di allegre risate insieme a Ron e ai piccoli Weasley,
che poi lasciano da soli me e Hermione a macerare nella nostra bolla di secchionaggine. Hermione rinuncia
presto alla notte insonne, grazie alla faticosa giornata al Ministero, mentre io resto in biblioteca, con una tazza
di the in mano a osservare la pozione diventare verde brillante.
 
Non riesco nemmeno a capire quando mi addormento. Sogno di essere al mio ufficio del ministero a preparare
pozioni, quando a un certo punto entra Asia, con uno sguardo preoccupato, mentre si tiene una mano sulla
pancia, più gonfia del solito.
 
“Asia.”, la chiamo.
 
Ma lei non mi sente. Piano piano inizia a piangere, spostando la sua mano dalla pancia al suo viso.
 
“Perché? Non è giusto. Dray... mi manchi così tanto.” sussurra. “Proprio adesso... Tom non ti conoscerà
mai.”
 
Tom? Chi è Tom? Perché non avrei mai potuto conoscerlo? Poi capisco. Oh, Merlino. Sono morto! Qui
sono morto! Questo è quello che accadrebbe se fossi morto. Tom… Tom sarebbe nostro figlio. Sogghigno.
Chiameresti nostro figlio Tom, eh, Asia?
 
Provo ad accarezzarle la pancia appena accennata, come ho fatto con Astoria la settimana scorsa. Niente,
non posso proprio toccarla. Sbuffo frustrato. Non è giusto.
 
Mi sveglio quando una mano mi scuote la spalla, agitata. Sbarro gli occhi, per poi sbattere le palpebre
velocemente un paio di volte.
 
-Svegliati, Furetto! Devi svegliarti!- mi dice una voce concitata.
 
-Granger, non urlare, te ne prego.- borbotto, stropicciandomi gli occhi.
 
-Che diamine stavi sognando?- mi chiede, sedendosi accanto a me sul divano. –Urlavi come un pazzo.-
 
-Asia incinta e io morto.- sbotto, irato. Non è mai un bene svegliarmi così.
 
-Cosa?- chiede, scioccata.
 
-Hai capito. Era un maschietto. Lo chiamava Tom. Mi avrebbe fatto ridere, se io non fossi stato morto.-
 
-Cosa vuol dire questo sogno?- mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
 
-E che ne so? Qualcosa tipo che ho paura di morire prima di procreare! Mio padre ci marcerebbe per
secoli.- celio.
 
La guardo, non ricevendo risposta. Oh, no. Ha quello sguardo.
 
-Sanguesporco, dove vuoi arrivare?- le chiedo, truce.
 
-Dovresti prendere i tuoi sogni più seriamente, Malferret, visto i precedenti di preveggenza nella tua
famiglia.- mi dice, storcendo le mani.
 
-Vorresti dirmi che probabilmente ho visto il mio futuro?-
 
-Si.- mi risponde, secca.
 
-Bene. Ricordami di comprare una cintura di castità ad Asia ed andrà tutto bene.- dico, serio.
 
-Malfoy! Ti sembra questa la cosa più importante?- mi chiede, rossa in viso.
 
-Hey! È tutto collegato, no? Quindi se lei non rimane incinta, io non morirò.- dico, alzando le spalle.
 
-Senti, controlla la pozione, che per essere solo le otto del mattino hai sparato troppe cazzate.- sbotta,
sbuffando.
 
Ridacchio, alzandomi dal divano e aggiustandomi i pantaloni della tuta e la maglietta intima che ho
indossato per la notte. Merlino, no. Non voglio avere delle premonizioni, non voglio essere un veggente.
Non voglio avere previsto la mia morte. Non ora che sto cambiando la mia vita. Mi appoggio al tavolo del
mini-lab, chiudendo gli occhi. Poi li abbasso verso il calderone. Sogghigno. Chi se ne fotte del futuro?
Voglio solo vivere il mio presente. Che sarà, sarà.
 
-È verde?- mi chiede Hermione.
 
-Verde smeraldo, Granger. Adoro me stesso.- dico, sbattendomi una mano sul petto, orgoglioso.
 
-Oh, ma ti prego! La prendi ora? O fai colazione prima?- mi chiede, tranquilla.
 
-No. Vado a fare colazione a casa dei miei genitori.- dico, sogghignando.
 
-Uuuh, il Ragazzo-che-ha-fatto-tutte-le-scelte-sbagliate alla fine ha preso coraggio, eh? Almeno tua
madre ne sa qualcosa di tutta questa roba?- mi chiede, ridacchiando.
 
-No, no. E comunque non ti insulto solo perché tra qualche minuto sarai più vecchia di me di dodici
anni!- ghigno.
 
-Vado a prenderti un bicchiere.- mi risponde, alzando gli occhi al cielo.
 
Rido, passandomi una mano tra i capelli. Arriva dopo qualche minuto, con una strana luce negli occhi.
 
-C’è un motivo per cui non volevo andarmene.- mi dice, passandomi il bicchiere.
 
-Ah, si?- le chiedo, retorico. Prepariamoci al monologo.
 
-Volevo tornare a quell’età. Non cambierei nulla della mia vita attuale, davvero. Ma vederti di nuovo a
19 anni… volevo vederti di nuovo così.- mi dice, sorridendo.
 
-Quando ero ancora uno stronzo misogino egoista?- sogghigno, prendendo un contagocce pulito.
 
-No. Quando hai cominciato a smettere di esserlo.-
 
-Sarebbe bello tornare a essere davvero ragazzi, dimenticarsi tutto. Abbiamo passato troppo a quell’età.
Nessuno dovrebbe provare quello che abbiamo provato noi. Ma non possiamo continuare a vivere nel
passato.- le dico, passandole un braccio attorno alle spalle per stringerla.
 
-Ricorda che sono tre gocce per ogni anno da perdere.- mi dice, staccandosi.
 
Le sorrido, scuotendo la testa, versando 33 gocce nel bicchiere di cristallo. Giro il contenuto del bicchiere
come se avessi in mano un bicchiere di bourbon. Poi bevo tutto d’un sorso. Per qualche attimo non succede
niente. Poi è solo dolore. Sento le ossa tirare, i muscoli bruciare, la spalle scuotere. Hermione corre da me a
sorreggermi, ma sento troppo dolore per reagire in un qualche modo. Mi fa ricordare il Sectumsempra di
Harry. E poi, tanto velocemente quanto è arrivato, il dolore se ne va, lasciandomi un po’ spossato.
 
-Draco! Va tutto bene?- mi chiede Hermione, passandomi una mano sulla schiena.
 
-Si.- dico.
 
Merlino, che voce strana! Avevo questa voce dieci anni fa?
 
-Wow. Ha funzionato.- mi dice, con un sorriso raggiante sul volto.
 
Non rispondo, mi limito a materializzare uno specchio.
 
-Sono più basso o è impressione mia?- chiedo, schiarendomi la voce.
 
-Lo sei, ma solo di un paio di centimetri. Wow. Hai un brufolo al centro della fronte.- mi dice, ridacchiando.
 
Sorrido, passandoci una mano sopra. Sono un adolescente! Però.. che muscoli, cazzo!
 
-Wow, mi sono tornati i muscoli!- rido.
 
-Draco.. è un deja vu, ma è fantastico. E anche divertente. Posso farti una foto? Voglio farla vedere a
Ron!- celia, ridacchiando.
 
-Scordatelo.- le dico, saltellando un po’.
 
-Che fai?- mi chiede, dubbiosa.
 
-Devo prepararmi. Devo andare a sbattere qualcosa in faccia a mio padre.- dico, ridendo.
 
-Ok. Allora io torno a casa. Fatti valere, Furetto!- mi dice, con un sorriso radioso.
 
-Ovvio.- le rispondo. –Grazie, Hermione.-
 
-Di nulla. Goditi la vita.-
 
Lo farò, Herm. Credimi.
 
 
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
 
Mi smaterializzo di fronte al Malfoy Manor, quella che è stata la mia casa fino al matrimonio. Arrivo dopo
una doccia velocissima e dopo aver indossato un paio di jeans, una camicia a quadri blu e un paio di
stivali di pelle con i lacci. Poso una mano sui cancelli, che riconoscendo la mia magia si spalancano.
Cammino con un ghigno su per il viale, passando una mano sulle foglie delle siepi. Apro la porta di casa
e mi accoglie Ruffi, il nuovo elfo domestico.
 
-Padron Draco, vuole essere annunciato?- mi chiede servizievole.
 
-No, grazie, Ruffi. Puoi solo dirmi dov’è mio padre?- gli chiedo.
 
-Si, è in sala. Fa colazione con la Padrona. Vuole che l’accompagni?-
 
-No. Faccio da solo.-
 
Mi avvio verso la sala da pranzo. Quando varco la porta, col mio ghigno stampato sul volto, riesco a vedere
il turbinio di emozioni che passa per gli occhi dei miei genitori.
 
-Buongiorno, mamma. Papà.- li saluto.
 
-D-draco. Cosa hai combinato?- mi chiede mio padre, scioccato.
 
-Sai, papà, quando ero un bambino ti sei dimenticato di dirmi una cosa. Una cosa che pretendo di sentirmi
dire adesso.- dico, adirato.
 
-Draco, tesoro, cosa hai fatto? Sei diverso..- mi chiede mia madre, preoccupata.
 
-Sono soltanto ringiovanito un po’. A quanto pare sarò il primo Malfoy a fare qualcosa per amore.-
 
-Ringiovanito?- mi chiede il mio vecchio.
 
-Oh, sì. Sai, ricordi quando avevo 18 anni e zia Meda ebbe una visione su di me e quella che sarebbe
divenuta la donna della mia vita?- gli chiedo.
 
-Se parli ancora..-
 
-Si, te lo ricordi.- taglio corto per lui. –Bene. Sappi che l’ho incontrata. E sappi che è successo tutto
come diceva la profezia. L’ho incontrata, le ho sbloccato i poteri e mi sono innamorato di lei. Poi ha
scoperto la profezia e sai che ha fatto? Mi ha lasciato. Mi ha lasciato perché ho sposato Astoria, piuttosto
che aspettare lei. A proposito, sai che Astoria e io abbiamo divorziato? Abbiamo già firmato le carte. Lei è
incinta di un altro, perché, si, nemmeno lei mi amava.-
 
Mi fermo per un secondo, per imprimere nella mia mente questo istante.
 
-Hai rovinato la mia vita, quella di mia madre, quella di Astoria e stavi per rovinare quella di Asia.- dico,
sbattendo i pugni sul tavolo. –Parla, dannazione!-
 
Lucius Malfoy non è cambiato molto con l’età. Certo è invecchiato più negli ultimi tre anni del dominio di
Voldemort che in tutto il resto della sua vita, ma per il resto è sempre lo stesso.
 
Ti prego, papà. Dì qualcosa di sensato, per una volta.
 
-Cosa vuoi che ti dica?- mi chiede, con uno sguardo che non gli ho mai visto.
 
-C-cosa?-
 
-Cosa vuoi che ti dica?- mi chiede.
 
-Non lo so! Merlino, papà! Sono venuto qui per dirti che non me ne frega più niente di quello che pensi
della mia vita e tu non sai nemmeno che rispondermi!-
 
Stranamente mi sorride, come mai ha fatto nella sua vita probabilmente. Vedo mia madre sorriderci
radiosa.
 
-Finalmente, figliolo. Ce ne hai messo di tempo, eh?- mi chiede mio padre, con una breve risata.
 
-Tempo.. cosa?-
 
-Sto invecchiando, Draco. Sono un mago, il che significa che ho la pellaccia dura, ma prima o poi me
ne andrò anch’io. Mi dispiace per quello che hai passato quando eri un ragazzo. Quella è colpa mia. Hai
ancora il marchio nel braccio per colpa mia.-mi dice, abbassando lo sguardo verso il mio braccio sinistro.
Una conseguenza della mia.. decrescita è stata proprio il definirsi del Marchio. Adesso è di nuovo vivido
sul mio braccio, sebbene immobile.
 
-Ma non posso cambiare quello che ho fatto. Sai perché ti ho combinato il matrimonio con la Greengrass?- continua.
–Pensavo avessi lottato per lei. Pensavo avessi potuto farlo per l’amore.-
 
-Non c’era niente per cui lottare! Tu non mi hai mai detto niente! Sei passato da ‘Uccidiamo Potty per la gloria’
a ‘Pace e Amore, fratelli’. Come potevo sapere che tu.. – rispondo, facendo un respiro profondo, fermandomi.
–Non mi hai detto niente. Non hai cambiato atteggiamento. Come potevo anche solo pensare che tu..-
 
-Draco. Io volevo solo farti prendere coraggio. Sei diventato un Auror e non hai idea di quanto mi sono sentito
orgoglioso di te. Eri riuscito a passare oltre. A passare oltre il nostro passato. Volevo che tu avessi più coraggio
di quanto ne avevo avuto io.- mi dice, alzandosi e mettendosi di fronte a me. –Ma non potevi. Non con me come
modello. Sai perché facevo pressione per un nipote? Voglio vederti come padre. Voglio vederti crescere un figlio
come si deve. Voglio vedere mio figlio crescere un buon figlio, meglio di quanto abbia saputo fare io.-
 
Lo guardo negli occhi. Cosa diamine c’è successo?
 
-Non ti abbraccerò, papà.- gli dico, sorridendo. –Però.. voglio dirti grazie. Mi stai dicendo ora quello che avrei
voluto sentirmi dire dieci anni fa. Meglio tardi che mai.-
 
-Figliolo. Mai mettere fretta agli uomini Malfoy. È una cosa che mi disse tua nonna. Ed è una cosa che dovrò
dire io ad Asia, a quanto pare.- mi dice mia madre, stringendomi una spalla.
 
Ridacchio, rilassato. Finalmente anch’io posso avere un padre vero!
 
-Perché la tua sanguesporco si chiama come un continente?- mi chiede Lucius, perplesso.
 
-Si chiama Anastasia, veramente.- rispondo, alzando gli occhi al cielo.
 
-Mmm.. bel nome. Di imperatori e granduchesse.- mi risponde facendo un cenno di assenso. –Suppongo che
da una babbana non ci si possa aspettare molto in fatto di nomi, eh?
 
-Papà!- esclamo, frustrato.
 
Lui ride, per poi stringermi una spalla. Guardo mia madre. Ha uno sguardo così… fiero. È fiera di me. Le sorrido.
 
Grazie, mamma, per avermi insegnato ad amare. Grazie, per averlo insegnato a me e a papà. Insegnalo anche
a Tom.

 


Spazio Autrice: *si mette al riparo da pietre e rocce varie* Salve a tutti! Scusate per il ritardo, ma avevo la mia capacità scrittoria andata a mare. TT_TT Però avete visto che per farmi perdonare ho scritto un capitolo chilometrico? o.o non ci sono abituata a scrivere la metà in più di quanto scrivo di solito. Ma in fondo per Draco questo si può fare. Questo capitolo mi piace, il che è strano per i miei standard.(questo probabilmente significa che è una cagata). Cooomunque... notizia random. Due miei colleghi di università si chiamano una Anastasia e uno Roberto. Quest'ultimo è pure abbastanza interessante. Assomiglia a Cory Monteith. E con questo ho detto tutto. Ora passo alle varie note:

-Capitolo molto "Dramione". Essendo io una Dramione molto convinta, è stato strano scrivere di loro due che sono così vicini eppure non si saltano addosso. Peccato per loro, ma Asia a quel punto avrebbe davvero castrato Draco.

-Draco ho coinvolto Blaise in un piano. Ma che piano?? ;)

-La passione di Draco per le mele. Ora, non ricordo esattamente se anche nei libri Draco cammini sempre con una mela in mano. Fatto sta che nei film Tom 'Sono un Coglione' Felton ha sempre questo frutto in mano. Questo ha dato vita al 'Drapple'.  Se vi chiedete il motivo del secondo nome del volto babbano di Draco, vi rispondo dicendo che molti pairing che coinvolgono il personaggio che interpreta sono nati a causa delle emerite cazzate che dice per prendere in giro i giornalisti. Ogni riferimento a Drarry varie è puramente casuale.
-
-Draco odia i Tassorosso. A parte Cedric Diggory, ma solo perché odiava Harry di più. A me sono indifferenti.

-Ho sputato sangue sulla pozione. (in senso figurativo.) Davvero, amo Zia Row solo per quello che è stata in grado di creare per i suoi libri.

-Il sogno. Enorme, gigante spoiler. Non dico nulla a riguardo. Solo che in questa storia ho inserito alcuni elementi molto importanti per il seguito di questa storia. ;) 

-Il nome Tom ha vari motivi. Li enumererò tutti nell'epilogo della storia. LOL

-Ok, vi ho fatto odiare Lucius Malfoy probabilmente fino a metà capitolo e poi invece lo rendo così. (Muahahhahaahahahha ora so cosa prova Julie Plec). So solo che volevo renderlo nello stesso modo che io intendo Draco. Nel senso che entrambi hanno vissuto nel pregiudizio e nell'odio fino a quando questo odio gli si è rivolto contro. Draco l'ha capito mooooolto prima del padre, ma questa è un'altra storia. Lucius ha capito che se vuole cambiare la vita di suo figlio deve forzarlo a prendere coraggio. (Maledette Serpi che non parlano mai chiaramente. O grazie. In fondo siete voi che rendete le fiction speciali.)


Ringrazio ovviamente chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi recensisce e chi mi ha inserita tra gli autori preferiti. Grazie mille, cari.


A presto!
Micaela!
   
 
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