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Autore: evilangel    14/10/2011    2 recensioni
[Scusate se non aggiorno da un sacco. Ma ora la continuo ♥ E vi prometto che riscriverò i primi capitoli, quindi sarei davvero felice se non snobbaste questa Fic perché all'inizio fa schifo .u.]
Dal Capitolo 6~
Intinse la piuma nell’inchiostro, pulì la punta sul bordo della boccetta.
Quasi una settimana era trascorsa da quando il Cappello Parlante aveva pronunciato l’ultimo nome. Mentre finiva i compiti assegnati, le parve quasi che l’estate non fosse mai trascorsa, dato che ritrovarsi incastrati nuovamente nella routine della scuola non sembrava aver turbato nessuno. Ormai erano tutti così abituati a quella realtà fuori dal comune da non risultare più nemmeno sorprendente. 

[ Pairing: HiroMido, GouenGaze, HerAfu, accenno alla SakuGenda e BanMaki, Shirou*Personanonancorarivelatanellafic ]
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti bella gente ^w^!
Immagino, sia ora di continuare questa fic, vero?
E so che non posto niente da taaanto tempo, quindi quasi quasi mi vergogno a farlo dopo *conta disperatamente giorni sul calendario*… circa tre settimane dall’ultimo aggiornamento a questa fic çAç
Bhe, vi avviso già che non ho poi così tanta ispirazione e che non penso verrà una meraviglia çwç…
Mmmh… commenterò tutto alla fine u.u
Allora vi lascio alla lettura ;3 (Siate clementi con una povera autrice SENZA ispirazione T^T)

 

Capitolo 5

 
Sentì dei rumori lontani, fievoli, soffocati da pareti pesanti, ma ugualmente udibili.
Non si domandò il perché di quell’inusuale sveglia mattutina. Stava cercando piuttosto di ricordarsi dove fosse.
Non aprì gli occhi, ancora sonnolento da una notte quasi passata in bianco.
Quindi decise di dormire ancora un attimo, qualche minuto, fino a quando la sua mente non avrebbe accettato l’arrivo di nuovi raggi di sole.
Qualcuno lo chiamò, a disturbarne l’inusuale pace: << Ehi, Jordan, svegliati >> sussurrò la voce tanto familiare.
In quel momento, il ragazzo si accorse di sentire qualcosa di caldo accanto a lui.
E si trovava stranamente a suo agio in quel calore così accogliente, umano, come in un abbraccio.
 
Riuscì lentamente a socchiudere gli occhi, infastidito dalla luce che entrava da una grande finestra, che, però, non gli ricordò affatto dove si trovasse.
I prematuri raggi solari lo infastidivano. Era come essere risvegliati bruscamente da un bellissimo sogno, per quanto non si ricordasse nulla di esso.
 
<< Jordan… >> lo chiamò nuovamente la voce, e solo ora riconobbe a chi apparteneva quella voce così calda, amichevole, sensuale.
<< Sei sveglio? >> continuò. E, non sapeva se fortunatamente o sfortunatamente, riconobbe anche a chi si era addormentato accanto.
D’altronde, non era difficile da capire, ora che i ricordi sulla sera prima si facevano più chiari.
 
Qualcuno gli scostò la frangia dalla fronte. << Ah, ma allora non stai dormendo >> osservò Xavier.
<< Mannò, scemo >> e si riportò la frangia alla fronte, intento a godersi ancora un po’ di secondi di sonno prima che Mark scendesse le scale e che ne urlasse il suo buongiorno ai due.
Ma il suo tono era scherzoso. Come altro avrebbe potuto essere con il suo migliore amico?
 
<< Si, però io dovrei andare in camera… >>
<< Vai >> rispose semplicemente Jordan.
Per tutta risposta, il rosso strinse di più l’amico al petto.
 
Jordan aprì gli occhi, prendendo tinte vivaci.
Nascose subito il viso nel pigiama del ragazzo, nascondendo così il rossore che tanto lo infastidiva.
E si sarebbe infastidito ancora di più se l’altro l’avesse visto rosso fino alla punta delle orecchie, con lo sguardo totalmente smarrito.
Ma come avevano fatto ad arrivare ad addormentarsi così?
Si ricordò la sera precedente, che già volgeva alla fine…
 

Il sonno stava avendo la prevalenza, in tempo per vedere una stella cadente solcare il cielo.
Una sottile striscia luminosa che interrompeva lo scuro vuoto dello spazio.
<< Xavier >> lo chiamò in un sussuro.
<< Si? >>
<< Cos’hai desiderato? >>
Il rosso lo guardò un attimo, un po’ incuriosito e perplesso.

<< Ma se ti dico cosa ho desiderato non si avvera >> rispose alla fine, rivolgendo nuovamente lo sguardo al cielo stellato.
<< Maddai, sono il tuo migliore amico >>
<< Allora dimmi prima tu cosa hai desiderato >>
Il pistacchietto sbadigliò un po’.
<< Ho desiderato… >>. Sbadigliò ancora, << …un letto caldo dove dormire >> scherzò, preso da un sonno immane.
E proprio in quel momento, mentre il ragazzo si accingeva a raccontargli cosa avesse desiderato, si addormentò…

 
Non aveva sentito cosa aveva desiderato Xavier… Ma poco importava.
E questo, sopratutto, non dava risposta al quesito precedente.
 
Si liberò dalla stretta dell’altro, senza chiedere niente e senza far trasparire alcuna emozione o incertezza, anche se era sicuro che il rossore sulle guancie non fosse ancora svanito.
Si voltò. Si sfiorò una guancia con una mano. Era normale? Era normale che sentisse quel calore al viso?
Non sapeva perché si preoccupasse tanto. Non sapeva perché non gli importasse dell’orologio che già segnava le otto di mattina.
Le otto di mattina. Forse gli altri erano già andati a mangiare? E forse non si erano nemmeno accorti che loro ancora dormivano.
 
<< Jojo, tutto bene? >>. Xavier lo osservò un attimo. Non andava bene che abbracciasse il suo migliore amico?
Non lo considerava tanto strano. Per lui era normale.
Jordan da piccolo gli aveva sempre detto che abbracciarsi era giusto, che abbracciarsi era bello, che abbracciarsi significava volersi bene.
Perché ora era diventato diverso?
<< Ehi, stai bene? >>
<< Si >>. Il ragazzo si voltò; non disse nulla.
Lo guardò, lo guardò e basta. Gli scrutò l’anima, dentro a quegli occhi acquamarina che lo attiravano come magneti.
Forse ci pensava troppo, forse non ci pensava affatto.
Cercava di leggere dentro quegli occhi il perché di tanto imbarazzo, di tanta inquietudine. La sua inquietudine.
Perché Xavier gli aveva sempre detto tutto di quello che pensava. Tante di quelle volte che ormai poteva capirlo anche solamente da uno sguardo.
E ora pretendeva dallo sguardo acquamarina una risposta che da solo non poteva darsi.
Da piccoli facevano sempre così. Ogni volta che finivano per addormentarsi dopo una notte passata a guardare la volta stellata.
Perché ora era diverso?
 
*****
 
Hayden osservò il fratello. Quel gemello che aveva sempre adorato, di cui conosceva tutto quanto. Dal gusto di gelato preferito, al libro preferito.
Gli era sempre rimasto accanto. Mai separati. Mai.
Anche da piccoli, avevano sempre fatto tutto insieme.
Forse, ora che ci pensava, aveva sempre avuto il carattere più forte per contrapporlo a quello del fratello. Così da essere completi.
Perché Shawn non sapeva dire di no. Perché non era mai stato maleducato in vita sua. Perché non aveva il coraggio di colpire qualcuno in testa con un Bolide.
E questo aveva determinato il suo carattere.
Lui. Forte, sfacciato, vendicativo, forse anche maleducato alcune volte, in frangitore di regole fatteperessereinfrante.
 
Allungò una mano per prendere una brioche. La addentò.
Ora Shawn sembrava più distratto che altro.
Si guardava attorno, finendo la sua colazione.
E ora guardava il liquido interno alla tazza di the che aveva preso, mescolandolo. E il caldo vapore saliva fino al suo viso. Ogni aroma, ogni profumo.
Gli occhi del gemello lo guardavano attentamente perdersi nei suoi pensieri, mentre il rosso si chiedeva che cosa gli prendesse.
Quella mattina, appena svegli, non gli aveva nemmeno risposto quando gli aveva chiesto se era pronto per le selezioni della settimana dopo.
Si era solo infilato la divisa ed era uscito dalla camera, verso la Sala Grande.
Ma non capiva ancora cosa ci fosse che non andava…
 
Improvvisamente, sentì un calore intenso sulla sua gamba destra.
<< Ah! Shawn, scotta! >>.
Il grigio alzò lo sguardo sul fratello.
<< Oh, scusa. Scusa, mi è caduta… >>
Si guardò un attimo i pantaloni. Una macchia di the si stava allargando da dove il liquido era caduto dalla tazza.
<< Hayden, scusa. Ti accompagno a cambiarti >>
<< Certo. Non posso andare in giro con ‘sti pantaloni >> si lamentò seccato.
 
I corridoi sembravano incredibilmente vuoti all’ora della colazione, quando tutti erano in Sala Grande.
Quando tutti erano abbastanza attenti da non rovesciare un tazza di the sulla persona che sedeva accanto.
Quando quasi tutti erano felici al pensiero di potersi abbuffare quanto volevano prima dell’inizio delle lezioni.
E, parlando di lezioni, la prima di quella mattinata sarebbe cominciata a breve, mentre loro erano ancora in quei corridoi infiniti, intenti a raggiungere il loro Dormitorio prima che iniziasse la prima ora.
 
<< Scusa >> ripetè per l’ennesima volta, << Ora saremmo già in classe >>
<< Shawn, non devi più scusarti. Sarà la decima volta che lo fai >>. Sorrise. Un sorriso stirato, perché non voleva che il suo gemello si preoccupasse per così poco.
Un sorriso leggero, perché quelli erano i suoi pantaloni preferiti.
Un sorriso fraterno, perché erano sempre stati insieme e ora che non riusciva a comprendere suo fratello, voleva che lo fossero ancora di più.
Stava dubitando delle sue capacità di capirlo, come se quel contatto fosse disturbato.
Ma, se non riusciva a capirlo solo osservandolo, solo usufruendo di tutte le conoscenze che aveva appreso nel tempo su Shawn, allora avrebbe ricorso volentieri alle parole.
 
<< Shawn >> lo chiamò. Il grigio lo guardò.
<< Vorrei chiederti una cosa >> continuò, mettendosi una mano nella tasca ancora salva.
<< Cosa c’è? >>
<< Sai, oggi mi sembri un po’ strano… >>
Shawn distolse lo sguardo. Continuò a camminare, come si era ostinato a fare quella mattina, come se non avesse sentito.
Passarono alcuni secondi prima che si decidesse a dire qualcosa.
<< Cioè? >>
<< Voglio dire >>. Si fermò un attimo. Voleva scegliere bene le parole. << Mi sembri distratto… Non mi ascolti, non mi rispondi, mi versi il the addosso >>
<< Oh, quello >>
<< Quello che? >>
 Shawn s’infilò entrambe le mani nelle tasche; abbassò lo sguardo.
<< Ti ricordi quello che ha detto la Cooman ieri a lezione? >>. Stava alludendo a quel momento in cui la professoressa aveva letto le sue foglie di the.
Prevedo un amore nel tuo futuro, aveva detto.
E poi se n’era andata. Andata con quella frase sulle labbra.
<< Si >> affermò il rosso, << Mi ricordo. E allora? >>
Shawn riportò lo sguardo a Hayden. Sorrise, poi scrollò la testa.
<< No, niente. E’ una cosa stupida >>
<< Shawn, lo sai che a me puoi dire tutto, vero? >>
<< Si, lo so ma… Mi rideresti in faccia. E poi so come sei fatto >>
<< Perché? Come sono fatto? >>. Aveva l’aria da finto offeso. Quell’aria che aveva quando cercava di nascondere che Shawn aveva ragione.
Anche lui aveva dei difetti, non era certamente perfetto.
<< No, sul serio >> continuò, << Puoi dirmelo. Ti prometto che sarò serio >>, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che l’ingresso del Dormitorio si presentò loro davanti.
Così entrarono nella loro camera, sospendendo brevemente la loro discussione.
Shawn tirò fuori da un cassetto un paio di pantaloni, mentre il rosso si sfilava quelli bagnati.
 
<< Pensi che sia vero? >> chiese improvvisamente Shawn, sdraiato sul suo letto, mentre Hayden indossava i pantaloni asciutti.
<< Cosa? >>. Aveva evidentemente dimenticato la discussione interrotta pochi minuti prima.
<< La predizione… >>
Hayden alzò lo sguardo, mentre finiva di allacciarseli.
<< Shawn >>. Si sedette sul letto del fratello, << E’ questo quello a cui pensi da stamattina? >>
<< Da ieri sera, a dirtela tutta >>
Il rosso sorrise, per l’ennesima volta in quella giornata.
<< Ho capito. Ora ti metterai a ridere… ma non non c’è bisogno che mi guardi con quegli occhi >>
<< Per quanto la Cooman sia imbranata, su questo ha ragione >> continuò, come se il grigio non avesse detto nulla, << Non ti sarà difficile trovare la tua metà >>
Non aveva mai parlato in questi termini. Non aveva mai parlato di Amore con Shawn.
Di Quidditch, di scuola, di amici, di compiti, di tutte le cose possibili e inimmaginabili, ma di Amore mai.
E ora si sentiva impacciato, imbarazzato, ma era felice di parlare proprio con suo fratello di quello.
<< Sicuro? >>. Shawn si sedette tra le lenzuola.
<< Ma certo che ne sono sicuro >>. Gli scompigliò leggermente i capelli, << Altrimenti perché te lo direi? >>
<< Perché sei mio fratello >>
<< Mannò, te lo dico perché è vero >>
<< E come fai a dirlo? >>
<< Perché… sei una bella persona >>
Shawn lo guardò, con quegli occhi luminosi, quello sguardo da bambino.
<< E questo basterebbe? >>
<< Ma certo che basta. E ora andiamo che la lezione sarà iniziata da mezz’ora >>.
S’incamminarono, verso la loro prima lezione di Cura delle Creature Magiche… e all’amore futuro. Forse...
 
*****
 

[Non sapevo se avrei trovato davvero l’amore. Ma ci credevo seriamente.
Ci credevo perché me l’aveva detto Hayden. Perché me l’aveva detto il mio gemello. La mia metà.]
[Shawn Frost]
 

*Coff* DovevocontinuarelaAxel*Gazelleoggi *Coff*
Ma non ce l’ho fatta çAç
Alla fine mi sono andati in protesta i neuroni e mi sono fermata qui =w=”
*vede neuroni andare in giro con cartello “DI SERA NOI VOGLIAMO DORMIRE!”*
Maddai, neuroni miei, non fate così é.è

Cooomuqne :3
Lo so che è… ehm… forse un po’ cortino, ma volevo che il capitolo finisse con questo pensiero di Shawn ;w;
Oltre al fatto che ora (le 22.30 di sera del 13 ottobre èwé) non me la sento di continuare a scrivere u.u
Poi il capitolo verrebbe solo una schifezza O_O”
Ma molto probabilmente posterò il capitolo domani… cioè oggi, per chi stesse leggendo O.o
Capito, no .__.?
Bhe, vi lascio in sospeso su chi sarà la metà di Shawn, anche se potreste già averlo capito uwu
Provate a indovinare in una recensione >w<
Voglio proprio scoprire con chi pensate che andrà Shawn uwu
 
Ora me ne vado a dormire ;3…
 
Kiss <3,
Evilangel98
 
P.s. Xavier*Jordan *^*…
 
P.p.s. Nel prossimo capitolo continuo con la Axel*Gazelle, promesso u.u
 
P.p.p.s. Ma quanti PS che metto oggi çAç! Comunque mi dispiace se ultimamente non recensisco molto attivamente, ma sono abbastanza occupata con il contest çwç
Appena mi libero, recensirò a tutto spiano ^^
Quindi vi prego tantissimo di perdonarmi T^T

   
 
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