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Autore: Beatriz Aldaya    14/10/2011    2 recensioni
Raccolta di tre one shot, una diversissima dall'altra, che hanno partecipato al contest "Lupus in fabula" classificandosi terze.
1° TURNO- solo slash- "Nell'ombra" [Neville/Harry] ma se la saltate non vi perdete niente, anzi -.-''
2°TURNO- solo het- "La favola della buonanotte" [Ron/Hermione]
3°TURNO- het/slash a scelta- "Remorseful -e se...-" [Het Minerva/Tom Riddle]
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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3°TURNO - HET (a scelta)



Pacchetto scelto: Tom Riddle jr/Minerva McGranitt, "Se tu restassi, un giorno saresti presa dal rimorso. Non oggi, forse nemmeno domani, ma presto o tardi e per tutta la vita."
Genere: Malinconico
Avvertimenti: What if...?, One shot
Rating: Verde
NdA: E se Minerva McGranitt avesse avuto un anno di meno, la stessa età di Tom Riddle?
Ricordo che Tom Riddle aprì la Camera dei Segreti e creò il diario al suo quinto anno di scuola.

Remorseful -E se...-



Lei, i lunghi capelli raccolti sulla nuca, torturava il colletto della divisa nuova stringendo le labbra sottili.
Lui, apparentemente calmo, faceva danzare lo sguardo verso l'orizzonte, in attesa.
Salirono soli sull'ultima barca che, muovendosi silenziosa sull'acqua scura del lago, cominciò a rollare dolcemente increspandone la superficie.
Pallida e seduta a prua, lei sentì la nausea salire e vomitò oltre il parapetto.
Lui, rannicchiato a poppa, la degnò solo del più breve sguardo, facendola vergognare.
«Minerva.» disse lei con voce ferma per ingannare il silenzio, nonostante il tremore.
Lui la fissò, curioso e penetrante.
«Non sei mia amica: io non ne ho.» annunciò gelidamente.
Lei annuì tesa, girandogli le spalle.
Nella sera ancora chiara, Hogwarts apparve ai due per la prima volta: la ammirarono, maestosa ed incantata, mentre la tensione correva tra i due corpicini, uniti da quell'inquietudine che prende alla gola quando parole non dette aleggiano nell'aria.
Lui, alla fine, si schiarì la voce.
«Tom Riddle.»
Un impercettibile cenno del capo da parte di lei suggellò quella strana amicizia.

****

Lei lo scorse in biblioteca mentre agitava la bacchetta, leggendo un libro dalla copertina nera che non aveva mai visto.
Lui non alzò neppure lo sguardo, ma seppe che lei si stava avvicinando: con un movimento fluido fece cadere il libretto nella cartella ai suoi piedi e scostò una sedia dall'altra parte del tavolo.
Lei prese posto senza fare il minimo rumore, per non rompere il silenzio.
«Minerva.»
«Tom.»
Lui finalmente alzò lo sguardo e curvò appena le labbra, gli occhi luminosi: lei catturò il suo strano sorriso, chiudendolo a chiave nel cuore, per conservarlo insieme agli altri che Tom raramente le riservava.
«Studiavi per i G.U.F.O.?»
«No.»
Lei annuì ed aprì un libro, ma continuò a sentire il suo sguardo bruciante sul viso.
Vide la sua mano affusolata e bianca contrarsi, poi muoversi decisa verso il proprio viso.
Rimase ferma, mentre lui toglieva il fermaglio che le imprigionava i lunghi capelli castani: le caddero scompigliati sulle spalle e davanti agli occhi, celando il suo rossore. Sentì la sua mano gelida posarsi sulla propria guancia e rabbrividì di piacere.
Non c'era mai stato alcun contatto fisico, fra loro, in cinque anni di amicizia.
«Cosa fai?» chiese col fiato corto.
«Non ti ho mai vista coi capelli sciolti.»
Lei alzò lo sguardo, stupita che Tom parlasse di cose così futili.
Trovò i suoi occhi che la fissavano brucianti, ci si perse dentro.
Non li aveva mai visti così caldi, talmente innocentemente desiderosi di qualcosa: bramosi sì, ma mai puri.
Poi li vide spegnersi, pian piano. La loro cattiveria le gelò le ossa, la uccise dentro.
«Vai via, Minerva.»
«Perché?»
«Se tu restassi qui con me, un giorno saresti presa dal rimorso. Non oggi, forse nemmeno domani, ma presto o tardi verrà e sarà per tutta la vita.»
«Non è vero.»
«Non sei mia amica: io non ne ho. Vai via, ti ho detto.»
Lei si alzò, se ne andò: si girò solo una volta, ma Tom studiava di nuovo quel suo libretto nero, come pietrificato.
Si asciugò una lacrima e non lo guardò mai più.
Lui si girò, calcolando ogni movimento: Minerva legava i capelli in un severo chignon, allontanandosi a passo svelto.
Strinse i pugni e non la guardò mai più.

*****

Negli anni a venire, mentre lui diveniva grande e terribile, lei non mancò di chiedersi cosa sarebbe successo se quel giorno fosse rimasta con lui: si torturò al pensiero che forse l'avrebbe potuto salvare semplicemente ricambiando quella carezza, il suo unico gesto affettuoso nell'arco di cinque anni.

Quando lei si trovò a combattere contro un essere che di 'Tom' non meritava più nemmeno il nome, lei e lui si guardarono per la prima volta dopo quel giorno in biblioteca.
Negli occhi rossi e serpentini di lui non v'era più nulla, negli occhi vecchi e stanchi di lei, invece, c'era rimorso.
Quando alzarono le bacchette, entrambi attaccarono per uccidere.



_______
*Grammatica 10/10
Complimenti, Bea!
Non ho trovato nemmeno l’ombra di un errore.
*Stile 10/10
Lo stile è perfetto: sei stata chiara, rapida e decisa.
Mi è piaciuta la divisione in tre momenti e la ripresa da una frazione all’altra della storia.
Hai scelto bene le parole, le hai cercate e curate, ben fatto!
*IC 10/10
Tom, sono sicuro avesse un briciolo di qualcosa simile -alla lontana- ad un cuore.
Forse non un cuore puro, ma qualcosa in lui si era acceso con Minerva.
La piccola McGranitt è adorabile: un po’ timida ed insicura, all’inizio, ma molto determinata.
Non perdonerò l’affronto di Tom, le ha spezzato il cuore.
Ebbene sì, io adoro Minerva la trovo uno dei personaggi più affascinanti della saga.
*Uso del pacchetto 5/5
Mi ritengo soddisfatto anche dell’uso del pacchetto: la citazione è ben inserita e la copia ben sviluppata, brava!
*Gradimento personale 5/5
Un’altra bellissima storia! Anche io sto scrivendo una fic su di loro, mi ha molto colpito scoprire che Tom e Minerva abbiano frequentato Hogwarts nello stesso periodo.
Hanno un loro fascino insieme, ecco.
Grazie per essere la piccola del gruppo, per la tua sincerità, la tua grinta e le tue meravigliose storie.
Mi hai dato molto in queste due edizioni e sono sicuro tirerai fuori altre bellissime ed originali storie per la prossima edizione (alla quale sei già iscritta)
Continua così e non abbandonare mai il tuo marchio d’autrice: l’allegria.
Totale 40/40
TOTALE GLOBALE (79.10+40) 119.10

_______
EDIT: la storia si è classificata quarta al contest 'Edite? Sì, grazie!' di Ro-chan :)



Ammetto di aver inarcato un sopracciglio, prima di leggere la tua storia, nello scoprire il nome dei personaggi: non perché i crack pairing non mi piacciano, sia ben chiaro!, quanto perché non mi aspettavo minimamente di leggere una storia su una coppia simile. E l'ho gradita, questa lettura, l'ho gradita tanto.
Non sempre l'originalità è sinonimo di qualità, diciamocelo: spesso capita che si scrivano le peggiori infamie, pur di risultare vagamente innovativi, e credo che questo sia il rischio più grande, quando si decide di scrivere su un crack pairing.
Tuttavia, sei riuscita a non cadere nel banale: non c'è una vera e propria relazione d'amore, non davvero, non profondamente. Minerva e Tom si limitano a incontrarsi, guardarsi: il sentimento è figlio di sguardi, di occhiate, di brevi, rapidi dialoghi.
Non c'è passione, non c'è desiderio, nulla è concreto: si incontrano, provano qualcosa – che sia odio o amore, però, sta al lettore deciderlo. C'è rimpianto, questo sì: è palpabile e palese, trasuda da ogni parola, specie quando soggetto della frase è Minerva.
Il finale è decisamente lacerante, perché per loro non c'era speranza – non hai creato un universo illusorio pieno di fiori e lucine rosa, ma un momento credibile della loro esistenza. Potrebbe essere successo, potrebbe essere mera illusione: ognuno è libero di immaginare ciò che vuole, ecco tutto.
Sono parecchio credibili, i tuoi personaggi: la caratterizzazione è decisamente ottima, senza sbavature o problemi di sorta. Mi è piaciuta molto Minerva: è una donna forte, come sempre, e al contempo debole, forse anche un po' codarda. Quando lui le ha detto di andare non ha avuto la forza di opporsi, benché lo volesse, e ciò ha segnato la sua esistenza.
Anche Tom è decisamente perfetto: freddo e impenetrabile, duro, eppure... eppure le aveva risposto, eppure le aveva detto il suo nome. Eppure era stato lui a toccarla, dopo cinque anni.
Non ci sono problemi nella caratterizzazione, quindi: sono entrambi molto credibili, coerenti con quanto sappiamo di loro.
Anche la trama è di conseguenza piacevole: sono brevi Slice of Life, sì, ma proprio in questa loro rapidità nascondono tanta profondità. Li vediamo bambini, poi ragazzi, infine adulti, pronti a uccidersi.
Mi è piaciuto molto il pezzo centrale, quello dedicato al loro quinto anno: il vago tentativo di Tom di avvicinarsi, e il suo successivo allontanamento, ben più brusco dei precedenti. Perché sì, è vero che Tom già in passato aveva affermato di non avere amici, ma durante quel quinto anno... è diverso. Prima la sfiora, poi le sfugge e la allontana definitivamente.
Se all'inizio si arrende e le rivela il suo nome, a quindici anni erige un muro tra sé e la McGranitt – e a quel punto speranza non c'è più, solo tanto rimorso e dolore.
Qualche dubbio me l'ha dato lo stile: ci sono troppe, troppe ripetizioni di “lui” e “lei”, a volte anche nella stessa frase, e benché mi possa convincere che sia voluto a lungo andare stanca. Non è mai un bene ripetere troppe volte una stessa parola: in alcuni casi avresti potuto sostituire i “lei” con “Minerva”, i “lui” con “Tom”. Non avrebbe stonato, te lo assicuro.
Vorrei farti esempio di ripetizione, ma temo dovrei quotarti più di qualche semplice frase: ti consiglierei, quindi, di rileggere il testo ad alta voce, così da eliminare almeno le ripetizioni più palesi.
Ho trovato pure un po' azzardata la scelta di cominciare il brano con “lui” e “lei”: la comprendo, ovviamente, ma ti assicuro che è abbastanza pesante.
Per quanto metta subito in chiaro che quella storia è su Tom e Minerva e nessun altro, viste poi le successive ripetizioni quel “lui”/“lei” iniziale un po' pesa.
Da un punto di vista grammaticale ci sono alcune “d” eufoniche che avresti potuto omettere: «ed incantata», «ed aprì», per intenderci. La “d” eufonica andrebbe inserita nel caso in cui la parola successiva inizi con la medesima vocale.
Tuttavia la storia resta un piccolo gioiellino, ben strutturato e assai scorrevole: non nego che il finale sia riuscito a farmi venire i brividi, e di aver provato profonda pena per la McGranitt.
Complimenti, complimenti vivissimi.

Voto globale: 9/10
Giudizio complessivo: un ottimo lavoro, piacevole e ben scritto: la caratterizzazione dei personaggi principale è meravigliosa, il finale da brividi. Benché lo stile stile sia un po' pesante per le frequenti ripetizioni di “lui” e “lei”, la storia risulta ugualmente ottima.
   
 
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